Nella mente del Tokugawa

[Energia]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. The_Drake
        Like  
     
    .

    User deleted



    La tecnica ti faceva rivivere tutti i tuoi momenti di vita, passando da quando eri cieco, rivivendo la tua convalescenza ad Ame, fino ad una zona vuota, forse rimossa dopo la missione di Takì, forse per la tua sconfitta dal sigillo: tutto sembra tornare veloce come un film, davanti agli occhi; Potevi comprendere meglio le tue azioni, rivvere tutte le tue sensazioni in quegli attimi.
    Era come se tu da osservatore esterno, potessi vedere le azioni del fù Akimaru, sentendo ciò che sentiva e ricordando ciò che lui in quel momento apprendeva: sicuramente una cosa strana, ma che comunque non ti debilitava più di tanto; Era più il chakra della ragazza che eseguiva la jutsu ad andarsene che la tua sanità mentale.
    Ed ecco, il momento in cui ti trovavi vicino alla torre.
    Il tuo alter-ego si muoveva rapido e preciso, utilizzando la sua innata capacità di spostamento silenzioso, un vero Tokugawa che mirava alla sua preda, una delle guardie, arrivandogli dopo pochi istanti dietro le spalle: un tocco bastò a farla addormentare e da quel momento in poi iniziò l'interrogatorio mentale; Viene trasportato ancora una volta nel grande corridoio bianco, ai lati del quale erano disposti gli scaffali ingombri di rotoli accuratamente riposti.
    Inizia l'esplorazione, vengono date le prime risposte alle domande e come aveva già notato, qualcosa ti blocca: "Degli altri non sapeva", frase che si ripeteva più e più volte, prima di far da incipit al primo tremolio della zona, con relativo accartocciamento di carte e sbiadirsi d'inchiostro; Il tuo avatar rischia ancora la sorte e riprendere con le domande, che filano liscie fino al momento in cui la frase venne ripetuta, ancora: stavolta tutto cambia, tutto muta in maniera inreparabile.
    Le pergamene iniziano a colare inchiostro, che prendendo vita diventa simile a piccoli esseri, quasi lumache nere e prive di guscio, che pian piano s'avvicinavano verso il tuo corpo: fù in quel momento che il vero Akimaru, non il ricordo, prese il posto della sua immagine residua.
    Possibile? Che fosse stato il sigillo?
    L'unica cosa che aveva difronte era quella scena esatta, quell'insieme di situazioni e sensazioni: nausea e un forte mal di testa, quasi lancinante, che ti stordiva alquanto [Stordimento Medio] e ti rendeva la vista e i pensieri difficili; Nel mentre quelle schifose e strane lumache t'aveva circondato, impossibile contare quante fossero.
    Erano immobili, ferme a circa un metro da te, formando delle circonferenza sempre più grandi e simmetriche su tutta la stanza, lasciando libero solo il soffitto del corridoio: tutto si fermò per un'istante.


    Ti aspettavo!

    Ti aspettavo!


    Una voce rimbombò dentro al corriodio, con tono molto simile al tuo, ma molto più sfuggente, quasi sforzato, profondo; Tutto vibrò ancora una volta, prima di trasformarsi in caos e sopravvivenza; La lunga stanza, ricolma di lumahce, rotoli increspati e rotti, macchie d'inchiostro, iniziò ad allungarsi: la fine che prima vedevi, sia dietro che davanti a te, si stava spostando all'infinito.
    Le bestiole presero ad attaccare, saltando verso di te da tutte le direzioni, cercando d'attaccarsi alla tua pelle [Potenza 5, ognuna], mirando a tutte le parti del corpo, cercando di coprirti completamente la figura; Le loro ventose erano veramente forti, tanto da poter rimanere attaccate anche durante movimenti bruschi [Forza 500] del corpo che le ospitava per il viaggio: un viaggio che sarebbe finito tragicamente se non ti fossi difeso o non avresti trovato una via di fuga.
    Usare il soffitto era un'ottima idea, ma avrebbe attirato altri tipi di pericoli: dalle pozze a terra sarebbero scattati dei piloni appuntiti che avrebbero tentato di trafiggerti [Velocità 450][Potenza 20] durante la corsa scellerata verso la fine, direttamente salendo il linea retta verso la tua direzione; Superare i pericoli iniziali con l'astuzia non ti sarebbe servito, considerando che le lumache sembravano avere una mente alveare, capaci di comunicare tutte all'unisono: si sarebbero spostati verso il soffitto di conseguenza, cercando di fare il loro sporco lavoro anche dall'alto.
    L'unica cosa che possedevi con te era la tua forza d'animo e le tue capacità fisiche, anche se veramente debilitate da quel forte malore che ti affliggeva dall'inizio dello scambio con il tuo IO passato: niente armi, niente marchingegni, niente possibilità di utilizzare delle tecniche.
    Dovevi raggiungere quella fine, sperando che ci fosse qualcosa, perchè il tutto si era mosso troppo velocemente per farti ricordare quel piccolo dettaglio: c'era una fine? Corri Akimaru, corri e sopravvivi.

     
    .
  2. Akimaru Tokugawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    L'incubo
    - Ritorno al Passato -


    In un attimo fu il buio.
    Quelle che prima erano le facce dei tre shinobi che avevano promesso di aiutarlo vennero inghiottite da tentacoli neri, diventando tutt'uno con l'oscurità. Akimaru aprì gli occhi. Disorientato. Stordito. Si trovava in una pianura erbosa, sovrastata da una torre, intento a fissare la sua figura; una prospettiva più alta lo distaccava da quel contesto come un viaggiatore nel tempo, disperso, ma aggrappato a quel piccolo barlume di luce che erano i suoi ricordi. Ricordava quel luogo ma aveva qualcosa di diverso, come se fosse stato distorto e mutato. Vedeva il suo io passato, rapido ed impercettibile. Puntava a qualcosa, la sua preda, forse il motivo della missione; una guardia sostava al lato della torre, inerme e rilassata, ignara di essere bersaglio di quella che poteva solo definirsi un'ombra. La guardia cadde al primo tocco. Addormentata era ormai in balia del predatore.
    Akimaru non sapeva spiegarsi come ma sentì un forza, invisibile e intangibile, che lo agguantò. Si sentiva come stretto nella morsa milioni di braccia invisibili che tentavano di trascinarlo. Tentò di opporre resistenza. Tutto fu vano, gli occhi si chiusero.

    Ora lo scenario era cambiato. Un lungo corridoio bianco si estendeva dinanzi a lui. Scaffali ricolmi di pergamene coprivano i muri. Tutto sembrava calmo, silenzioso. Ancora disorientato Akimaru continuava ad osservare la sua esile figura; riconobbe l'espressione sul suo volto. Cercava qualcosa, informazioni che potessero essere d'aiuto alla sua ricerca. In quel momento Akimaru capì l'importanza di quel ricordo; il suo io sembrava preoccupato e impaziente. Il contenuto della pergamena ripeteva una frase: "Degli altri non sapeva". Sentì un brivido, freddo e costante. L'inchiostro delle pergamene iniziò a sciogliersi colando lentamente sul pavimento spargendosi per poi ricomporsi accumulandosi. L'inchiostro si stava trasformando in qualcosa, di sicuro non era un buon segno. La forza misteriosa riapparve, stavolta sotto forma di lingue nere che rapide e letali imbrigliarono l'ignaro spettatore. Lo avvolsero. Lo stritolarono. In un attimo mollarono la presa: qualcosa era cambiato.
    Un forte mal di testa lo costrinse a poggiare la fredda mano sulla fronte, ad occhi chiusi tentava di contrastare quello strano senso di nausea misto a vertigini. Avrebbe voluto vomitare. A fatica aprì l'occhio sinistro, peggiorando il senso di nausea. Le immagini distorte e dondolanti iniziarono ad allinearsi e in quel momento si accorse di qualcosa di terribile. Non era più un estraneo spettatore. Inspiegabilmente, tra lo stupore e la paura, era diventato il protagonista di quella storia alla quale non ricordava di appartenere. Ci volle un attimo per rendersi conto dell'imminente pericolo; si guardava intorno, disorientato. La testa gli pulsava, il mal di testa era debilitante, ma non abbastanza per renderlo inerme. D'un tratto un suono echeggiò nel corridoio, una voce sfuggente profonda, ma che in qualche modo aveva qualcosa di familiare. "Ti aspettavo!". Una violenta vibrazione seguì quelle parole, che come una scossa tellurica fece tremare gli scaffali. Akimaru perse quasi l'equilibrio, già precario, accorgendosi solo in seguito di quello che accadeva intorno a lui. Il corridoio, prima limitato, ora sembrava proseguire all'infinito mentre gli esseri striscianti pian piano si facevano strada verso di lui; le loro intenzioni erano tutt'altro che amichevoli. Akimaru poteva sentire la tensione aumentare, i muscoli del volto erano contratti in un espressione di terrore, la sua voce era rotta dalla paura. Non riusciva ad urlare ma avrebbe voluto nonostante sapesse che non ci fosse nessuno che potesse aiutarlo.

    La paura si impadronì di lui, incatenandolo al pavimento, poteva sentire la gelida morsa della morte attanagliargli il cuore. Quando la prima delle creature striscianti si lanciò contro di lui pensò fosse arrivata la sua fine, quasi rassegnato chiuse l'occhio. Era davvero la fine?
    Il suo cuore iniziò a battere più forte di quanto avesse mai battuto, qualcosa prese il sopravvento "Non può finire così!" pensò infondendosi forza mentre la paura che fino a quel momento lo aveva bloccato mutò in qualcos'altro: istinto di sopravvivenza. Il braccio destro si mosse velocemente colpendo di taglio la creatura strisciante; essa gemette urtando contro gli scaffali, per poi sciogliersi. La lotta per la sopravvivenza era iniziata. L'assalto era incessante. Nonostante i contrattacchi e le schivate di Akimaru le creature sembravano non terminare; alla fine se ne accorse. Ogni volta che venivano distrutte l'inchiostro le rigenerava, duplicandole, aumentando il numero di quell'orda di morte affamata di vita. Circondato e messo alle strette capì che c'era un unica soluzione per salvare la pelle: fuggire.

    Saltò, scavalcando quell'indistinguibile ammasso di poltiglia nera. Doveva stare attento, non poteva immaginare cosa potesse succedere al solo contatto con quelle subdole creature. Iniziò a correre come se fosse inseguito da una tigre inferocita, ma la situazione si stava facendo critica. La speranza che quel liquido nero fosse innocuo prima dello stadio larvale lo spinse a lanciarsi tra gli scaffali delle librerie, per poi spostarsi sul soffitto. Se i suoi calcoli erano esatti le piccole larve striscianti ci avrebbero messo un po' per raggiungerlo. Ma si sa, niente e troppo facile e in nulla esiste una via di uscita sicura. Pochi passi sul soffitto e lo stesso iniziò a trasudare la nera poltiglia che con velocità impressionante andò a formare un cono solido e appuntito; la poltiglia nera ora non era l'unica cosa a macchiare il candore di quel corridoio. La folta foresta di spuntoni non lo scoraggiò, la sua corsa non si arrestò per un attimo. Puntoni appuntiti continuarono a sbucare provocandogli non pochi problemi. Facendo appello alle sue conoscenze effettuò rapidamente una scivolata stando attento che il chakra, concentrato nelle mani e nei piedi, aderisse perfettamente al soffitto per evitare una rovinosa caduta in quella trappola mortale. Correva e saltava cercando invano di trovare l'uscita, se mai vi fosse stata.

    pag. 1



    Drake, mi scuso per l'assenza ma non ho avuto a disposizione il mio pc per molto tempo.
    A quanto dice il Ratty dobbiam seguire il vecchio regolamento...spero non ci siano altri problemi d'ora in poi ;)
     
    .
  3. The_Drake
        Like  
     
    .

    User deleted



    Forse la fine era vicina, forse quello spiraglio infondo al corriodio, che sempre si allungava, poteva essere la fine di quel supplizzio per la carne del giovane: doveva stringere i denti ancora un poco durante la sua corsa e avere abbastanza forza per aprire quella porta bianca; La fuga da quella zona era data ad una normalissima porta: ma era veramente la fine? Forse avrebbe fatto arrivare Akimaru ancor più vicino alla fonte del sigillo che lo affliggeva, forse lo avrebbe fatto allontanare, forse era solo una sua allucinazione.
    Avrebbe deciso lui se aprire o meno quel passaggio: in ogni caso le lumache e le pozze, da cui scatturivano le punte nere, avrebbero continuato a riempire quel posto, riempiendolo come un mare nera e mortale; Quasi una decisione forzata se voleva sopravvivere, che fosse stata la voce che aveva risuonato prima ad aver dato una possibilità al ninja?
    La porta si apri senza fatica e tutto cambio, completamente.
    Una stanza rettangolare o forse quadrata, difficile da capire considerando che ti trovavi in uno dei suoi quattro poli, composta da pochissime cose: due figure geometriche quadrilatere nel terreno, dividevano la pavimentazione in legno, più esterno, e semplice tatami, più interno; Alle pareti non c'erano mura ma solo delle porte a scorrimento, caratteristiche dei dojo d'allenamento, non c'erano raffigurazioni quindi erano composti di semplice e fragile tessuto bianco, una luce sofffusa, quasi di un tramonto rosso e intenso, ricopriva tutta la zona illuminandola quel poco che bastava per i tuoi occhi per capire chi ci fosse dentro; Tutto di era molto familiare, molto.


    Un trono nell'altro polo, legno e ferro, con una persona sedutaci sopra, qualcuno che avevi già incontrato ma che ora era molto più giovane di prima, forse non era nemmeno lui in persona ma una visione antica della tua mente, forse qualcosa che qualcuno aveva provato a ricostruire dai racconti o dalle tue memoria: Hayato Tokugawa; Era circondato da delle donne, belle e formose, che praticamente senza vestiti, apparte qualche pareo d'ornamento legato agli avambracci per finire sulle caviglie, lo leccavano e con lui si avvinghiavano in una danza di sesso e lussuria.
    Insieme a lui altre persone, forse non le potevi ricordare, forse erano volti che avevi visto qualche volta nella tua gioventù, anch'essi contornati da donne di varia carnagione, pronte a soddisfare ogni possibile desiderio richiesto dai membri di quella, così come ti appareva, orgia ai massimi livelli.
    Era difficile mantenere la testa lucida e tu eri stanco e avevi già una parziale nausea che ancora non si fermava, rivoltandoti lo stomaco di tanto in tanto: quella stanza non l'avevi mai vista, però sapevi a cosa serviva e forse la tua mente aveva capito dove quel qualcosa voleva arrivare; Anche se ti fossi mosso dalla tua posizione, ti saresti accorto che ogni cosa dentro quella stanza, sembrava non notarti, quasi tu non fossi presente fisicamente in quella zona, ma se avresti provato a toccare ti saresti accorto che era tutto reale: odori di sudore e liquidi corporei, suoni di piacere e urla di dolore per chi preferiva pratiche violente, tatto di corpi al pieno dell'euforia, vista della più totale lussuria.
    Fino al centro della stanza potevi muoverti prima di bloccarti immobile, quasi imprigionato da una forza misteriosa che ti lasciò completamente immobile: una porta laterale si aprì e altre donne vennero portate da delle ombre dalle fattezze di uomini: certe piangevano, tutte avevano dei lividi sul corpo, sopratutto sulle caviglie e polsi quasi fossero i segni di qualche tipo di legaccio usato per portarle in giro o chissà quale altra pratica, due erano perfino gravide, altre erano così riempite di ferite da sembrare sfigurate.
    Hayato fù il primo ad alzarsi dal trono, dirigendosi verso quel gruppo di povere donne: trafisse lo stomaco di quelle gravide, lasciandone cadere le interiora e quel poco che c'era del feto: l'orgia non si fermò nemmeno un momento, come se fosse una cosa del tutto normale; Prese quelle messe meglio e iniziò a farci sesso senza problemi, ignorando i loro gemiti: notavi che molte avevano lo sguardo perso, quasi non fossero del tutto coscienti; Drogate? Il resto venne distribuito in giro, usato per uccisioni, usato per altre pratiche sessuali, altre per esser solo picchiate.


    Ti piace non è vero!? Nel tuo profondo non puoi smettere di pensare a ciò che potresti fare in questo luogo...agisci, sfrutta l'occasione, nessuno lo saprà mai!

    Ti piace non è vero!? Nel tuo profondo non puoi smettere di pensare a ciò che potresti fare in questo luogo...agisci, sfrutta l'occasione, nessuno lo saprà mai!






    Eri immobile, non potevi muoverti, due donne iniziarono ad avvicinarsi iniziando a spogliarti dei tuoi vestiti, mettendo la nuda pelle davanti a tutti, iniziando poi a sollazzarti con ogni loro mezzo a disposizione: non potevi fare nulla, se non rimanere a guardare; La mente iniziava ad annebbiarsi, avresti potuto vomitare; Eri in balia di una visione perversa di qualcosa che ancora viveva dentro la tua mente: possibile che fosse quel sigillo? Possibile che fosse tutta opera sua?
    Una terza donna, quella che aveva appena finito d'esser stuprata dall'Ombra Tokugawa, si alzò, fragile e tremolante, avvicinandosi a te facendosi largo tra i corpi avvinghiati delle altre persone: aveva un volto familiare, simile al tuo; Le altre due prima di lei si spostarono, preparando il tuo membro in maniera che potesse penetrare quella giovane donna: lei come se vincolata da qualcosa, quasi un burattino, occhi persi, non fece una smorfia: il tuo corpo si muoveva da solo, non potevi smettere, quasi un animale assopito e risvegliato, di divertirti con quella donna.


    Ti piace! Ti piace! Ti piace....scomparti tua madre, non è vero!?

    Ti piace! Ti piace! Ti piace....scomparti tua madre, non è vero!?



    La voce parlò ancora, riportandoti alla normalità, riportandoti la mobilità del corpo, forse era stato lo shock che ti avevano creato le sue parole, in ogni caso potevi muoverti: una spada nera pece si materializzò davanti a te, formata dallo stesso inchiostro della stanza precedente, era a portata di mano e nessuno era pronto a ricevere il tuo attacco; L'unica cosa che sentivi era una rabbia misto a disgusto salire nella tua mente: potevi fare ciò che volevi, eri libero...




     
    .
  4. Akimaru Tokugawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    Il Girone dei Lussuriosi
    - Yuki, la Giustizia -


    Il corridoio sembra non finire mai. Alle mie spalle nugoli di creature striscianti, affamate nella folta foresta di pugnali neri. Mi volevano morto, come molti d'altronde. Continuo a correre senza voltarmi. Ho paura. Paura che quello che potrei vedere alle mie spalle possa paralizzarmi dal terrore.
    Corro, per salvare la mia pellaccia; corro, come se non ci fosse un domani.

    Eccola lì. Candida e finalmente immobile. Riesco ad intravedere il pomello mentre corro a testa in giù, balzando da una parete all'altra.
    Spero non sia solo un allucinazione, spero che sia tutto finito. Con i muscoli che mi fanno mille promesse di altrettanti dolori, con un ultimo sforzo mi lascio; la porta si infrange, sopperendo alla mia carica, in un attimo tutto cambia.

    Il colpo alla testa mi aveva messo ko per qualche attimo.
    Sentivo il pavimento freddo sul mio viso, intriso di gocce di sudore. I miei sensi si riprendono e subito un odore acre e pungente mi colpisce, alimentando la nausea. Mi debilita, ma ora anche l'udito torna a funzionare. Suoni ovattati di gemiti di godimento e dolore. Stordito e basculante mi metto in piedi, la vista è ancora annebbiata ma le figure iniziano a delinearsi, a prender forma. La scena mi fa rabbrividire. Ammassi di corpi nudi dai lineamenti contorti, striscianti e luridi. La nausea fa capolino. Distolgo lo sguardo, inutilmente.
    La stanza riluceva di rosso, neanche le pareti fossero intrise del sangue di quelle atrocità.

    Un trono dinanzi a me. Un uomo su di esso, contornato di figure gementi che alimentavano il suo piacere. Lo riconosco, ma non so chi sia. E' lui la voce? E' lui l'artefice di tutto? Nessuno nota la mia presenza. Mi muovo tra i corpi, nauseato. Continuavo a fissare il volto dell'uomo. Il suo sguardo è familiare, freddo come i monti ghiacciati di Genosha. Il mio volto si contorce, come guidato solo dall'istinto aggrotto la fronte e la mia bocca si contorce, digrignando i denti come un cane rabbioso. La mano si chiude in un pugno. Passo all'attacco, Hayato deve morire.

    No, non può essere vero. Nel bel mezzo della corsa il mio corpo si blocca. Paralizzato, inerme, non posso far altro che giacere immobile a quella "cosa". I volti contorti ora mi fissano, riescono a vedermi. Donne si avvicinarono, spogliandomi e facendomi cadere in quell'orgia di lussuria e lordume. Il mio corpo si muoveva da solo. Cercai di chiudere gli occhi invano, ma qualcuno, anzi qualcosa, voleva che io guardassi.
    Le donne fecero largo alla "preferita" di Hayato. Era stata stuprata e maltrattata e, come il resto delle altre aveva uno sguardo assente. I nostri corpi iniziano a strusciarsi e toccarsi. La donna aveva qualcosa di familiare, troppo familiare. La voce confermò i miei timori. La nausea fa capolino. Non posso far nulla per evirare questo scempio. Cado nel girone dei lussuriosi.




    Fine.






    Era ora che lasciasse il posto a me. Iniziavo a stare stretto insieme a quel gruppo di ritardati. Devo abituarmi a questo corpo, non l'ho mai usato da solo. Mi metto in piedi barcollando. Lo spettacolo che mi si presenta è un gruppo di carnefici e puttane che urlano come un mattatoio pieno di bambini ritardati. Sembra di essere a casa. Guardo la donna che giace a terra ai miei piedi. Lo sguardo perso e assente.
    Strappo la benda che copre l'occhio sinistro, quello strappato da Hayato ad Akimaru. Tutto si fa più chiaro.
    Akimaru è debole, tenero con i criminali, non li uccide. Sembra quasi che lui creda nel pentimento. Una volta ero come lui ma ora non più.
    La cavità dell'occhio una volta vuota ora lacrima. Una strana poltiglia nera la riempie fino a formare un bulbo oculare nuovo.

    Squadro quell'ammasso di corpi informi. I loro volti sembrano gridare "Salvaci", ma io sussurrerò "No". Peccaminosi temetemi è tempo di redenzione. Hayato sarà il primo a morire. Il braccio destro inizia a gocciolare. Una poltiglia oscura inizia a ricoprirlo facendosi strada fino alla mano che, ferma, indica il maestro delle ombre. La poltiglia prende forma, una Katana nera. Preso si sarebbe imbrattata di sangue, sangue di peccaminosi e malvagi. La strada è sbarrata da quegli inutili corpi, devo farmi strada tra di loro.
    La prima testa salta, quella di mia madre, o presunta tale. Il sangue caldo schizza imbrattandomi il volto; il suo sapore è sublime. La mattanza è cominciata. Hayato sei mio.


    pag. 2

     
    .
  5. The_Drake
        Like  
     
    .

    User deleted



    Una testa dopo l'altra, un corpo divelto in successione, sangue che bagnava il tatami centrale di quella stanza fino a farlo diventare un lago di sangue e carni: loro non reagivano, loro ti guardavano e basta; Esatto, sembrava che sapessero chi le avesse colpite, ma che non potessero reagire, così che quando la lama le toccava un viso distrutto dal dolore ti urlava contro o chiedeva pietà.
    L'unico a rimanere immobile era lui, Hayato, coperto ancora dalle sue donne, imperterrito continuava la sua doccia di lussuria, ignorando il macello che si stava creando tutto attorno; Qualcosa fece smeterre il tuo dolore, qualcosa ti spingeva a non fermarti, qualcosa voleva spingerti ogni tuo limite umano, il tuo occhio di inchiostro era rosso sangue ore: chi eri diventato? Cosa stava succedendo? Ti macava solo lui, mancava solo l'ultimo uomo su quella piattaforma, era difronte a te prima che il colpo di lama gli avesse mozzato la capa.
    Ma qualcosa mutò ancora, qualcosa che ti lasciò immobilizzato ancora una volta, lo stesso potere che ti aveva paralizzato in quella stanza in precedenza, in maniera che il tuo fine ultimo non si realizzasse: qualcuno aveva qualcosa da dirti, la sua voce la riconoscevi bene, anche se il suo modo di fare era totalmente diverso. Che fosse ancora lui? Questo è sicuramente uno dei ricordi più perfetti che io abbia mai trovato, si esatto...qui sei stato concepito come Ombra, qui eri destinato ad uno scopo migliore, qui eri qualcuno! Ora sei solo merda...ora sei qualcosa che non si avvicina nemmeno all'ideale più lontano delle Ombre, sei solo un rammollito. Quella voce, era la tua, anche se molto diversa, anche se molto più tenebrosa e rauca. Quel sigillo ha solo scatenato la cosa, quel sigillo mi ha solo permesso di riemergere, ma non ho ancora il pieno controllo di questo luogo...continua il viaggio piccolo idiota, continua il viaggio e distruggi la fonte! Liberami! Ultime parole, prima che il volto di Hayato si tramutasse nel tuo: peccato che l'inerzia del tuo colpo si fece sentire tutta in un attimo, facendoti spezzare le sue membra celebrali: un mezzo, tuo, volto di guardava e sorrideva.
    La stanza muta ancora una volta.
    Era un luogo che forse avevi solo visto qualche volta, infatti il paesaggio era sfumato, come in un disegno poco chiaro e dai contorni tirati per non far capire bene cosa ci fosse attorno: davanti a te un'enorme buca ricolma di corpi imbustati. Era il Monte dei Morti del Dojo che avevi appena abbandonato; L'odore era pazzesco, le mosche riempivano quella zona, nate dagli stessi corpi in decomposizione.
    Non c'era altro: ma poi compare una figura incapucciata, molto familiare ai tuoi occhi. Eri tu.
    Il tuo avatar si gira verso di te, ti guarda, sorride, prima di lanciare una torcia dentro alla coltre di cadaveri, creando uno dei più grandi falò istantanei che tu avevi mai visto: l'odore schizza alle stelle, lasciandoti stordito quel tanto da non capire cosa e perchè le azioni successive si stavano mutando in macabro.
    I morti si alzano, la pelle ra bruciata ancora un fiamme e iniziano a venirti incontro: urlavano, urlavano di dolore come nessuno mai nella tua vita aveva fatto, volevano il tuo corpo; Il tuo io sorride, ride abbastanza forte da sovrastare le urla dei cadaveri fiammeggianti, prima di scomparire e lasciare al suo posto la solita voce.






    Distruggi i tuoi legami...distruggi i fratelli che non hanno mai completato il tuo percorso, dimostrami che sei diverso...guadagnati un posto accanto il mio!!!

    Distruggi i tuoi legami...distruggi i fratelli che non hanno mai completato il tuo percorso, dimostrami che sei diverso...guadagnati un posto accanto il mio!!!








    Il tuo occhio di inchiostro non se n'era ancora andato, come la spada nera che ancora tenevi in mano: eri pronto alla lotta, eri pronto ad uccidere; La colorazione dell'iride si fà rossa ancora una volta, la furia ti investe, la rabbia ti fà da sovrana, senti che le tue capacità sono migliorate: forza, velocità, riflessi, tutti i tuoi sensi erano tornati al loro posto.
    Si combatte per la sopravvivenza, si combatte per distruggere, si combatte per la pace: quale sarebbe stata la tua scelta?



    Libero di descrivere la scena: unico punto, i cadaveri sono energia Rossa e non pensano, vogliono proprio ammazzarti in tutti i modi. In base al prossimo post, deciderò la difficoltà della successiva prova.
     
    .
  6. Akimaru Tokugawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    Fiamme Infernali
    - Orde da affrontare -


    Nauseato guardo quell'ombra. Le due metà della sua testa strisciano lente l'una sull'altra fino a separarsi; il suo volto non muta. Come su di uno specchio rotto vedo la mia immagine spezzata; sorride, sorride come se fosse solo un gioco. La nausea si fa sentire e nel silenzio assordante la stanza muta di nuovo.
    Il paesaggio è confuso ma riesco a distinguere una fossa comune di fronte a me. L'odore è forte e nauseabondo, a stento riesco a trattenere il vomito. Alzo lo sguardo, lui era li oltre la fossa e sorrideva un sorriso quasi compiaciuto. La mia mano si stringe intorno all'elsa della misteriosa spada nera ed in un attimo mi lancio all'attacco.
    Le fiamme si alzano dinanzi a me tanto da costringermi a retrocedere con la manica della mia tunica in fiamme. Dopo una diabolica risata il mio doppio parla ancora, mentre le membra cadenti dei cadaveri in fiamme si dirigono verso di me. Questa volta sar...
    Cos'è questa sensazione? Il mio sangue ribolle ma non riesco a muovermi. La testa inizia a farmi male mentre un orda di cadaveri si dirige verso di me. Sono vicini, troppo vicini, sento i loro artigli fiammeggianti afferrarmi, bruciando le mie vesti e la mia carne. Immobile attendo la mia fine.


    Una montagna di cadaveri, questo avrebbe visto chiunque stesse osservando la scena. Un mucchio di carogne ammassate e in fiamme ed Akimaru sotto di esse. I morti avevano avuto il sopravvento dilaniandone la carne e bruciando il resto. Il doppio oscuro aveva vinto, riuscendo ad annichilire qualunque tentativo speranzoso di sopravvivenza. Ma perché? Perché mettere Akimaru alla prova, ce n'era davvero bisogno? C'era davvero bisogno di spingerlo al limite fino a farlo morire? Non aveva importanza ora; ora era tutto finito...




























    Forse.




























    La montagna di cadaveri in fiamme inizia a tremare, come il terreno intorno ad essa.
    Dei fasci di luce rossa iniziano a far capolino tra le fessure dei corpi in fiamme ancora "Vivi". I fasci di luce si fanno più intensi fino a ritrarsi del tutto quasi richiamati all'interno della montagna di corpi. I corpi ammassati tremano mentre dalle viscere della terra la processione di morte ricomincia. Altri cadaveri si innalzano dirigendosi con incedere incerto verso l'ammasso. Qualcosa ha attirato la loro attenzione.
    L'ammasso esplode scaraventando via i cadaveri in fiamme e dalle ceneri s'innalza una figura.

    Un'acuta risata si sparge per l'aria, proveniente da quella stessa figura che fino ad un attimo prima era morta. Si volta guardando l'orda dirigersi verso di lui. Con sorriso sardonico scruta la carne putrefatta semovente mentre il suo occhio nero inizia a lacrimare. Le nere lacrime si espandono formando su quella parte di volto una spessa maschera nera con striature rosse.
    Si volta del tutto puntando la spada verso l'esercito in fiamme. Un'altra risata riecheggia e i cadaveri si lanciano all'attacco; forse è troppo tardi.

    Una fitta nebbia compare dal nulla, fitta e imperscrutabile, che ricopre tutto il campo [Velo di Nebbia]. I cadaveri senza cervello continuano la loro carica ma invano scontrandosi gli uni contro gli altri nel punto in cui poco prima v'era l'Ombra. Per quei cadaveri era tempo di morire...di nuovo. I cadaveri in fiamme non avevano più speranze, la loro furia cieca era stata spezzata con un semplice colpo d'astuzia. Nella coltre potevano sentirsi solo lamenti e rumori di brandelli di carne che sbattevano contro il terreno. Akimaru, o quello che ne era rimasto, dilaniava i corpi attaccando alla cieca i punti dove la nebbia aveva un colore rossastro, dove le dense fiamme dei cadaveri spiccavano. Squarciava e tagliava facendo riecheggiare la sua acuta risata tutt'intorno in un eco di morte e sangue.

    Sembrava quasi si divertisse, o forse, lo era davvero.

    pag. 3



    CITAZIONE
    Post mal fatto in circa 30 minuti. Voglio portare a compimento la giocata qualunque sia il risultato della stessa.

     
    .
  7. The_Drake
        Like  
     
    .

    User deleted



    Lo aveva corrotto, era riuscito nel suo intento ed era quello che doveva fare quel sigillo: spingere l'umana concezzione del proprio Io ad un livello che mai si sarebbe pensati d'arrivare, spingere una persona a cambiare totalmente personalità in pochi secondi, qualche istante nel mondo reale, così da distruggerne ogni singola presenza di sè dal mondo; Un processo pericoloso che solo i più forti potevano superare e in quel caso le emozioni erano state troppo forti, ricordare il passato in maniera così intensa aveva portato alla pazia il ninja di Kiri: possibile che non fosse stato in grado di controllarsi? Che fosse stata sempre lì quella sua natura sanguinaria? L'importante per l'entità dentro di lui era aver portato a termine il suo compito, distruggere la mente del ninja ospite o mutarne inrimediabilmente la volontà fino a farlo diventare il suo peggior nemico e tutto ciò che odiava.
    Gli zombie non finivano e continuavano ad avanzare e nascere dalla bolgia da dove erano richiamati dal corrotto Akimaru: il reale continuava la sua lotta, distruggendo, strappando, mutilando, sporcandosi del sangue dei loro corpi, nero e sporco, senza nessun tipo di sentimento, occhio nero e bruciante; Una spada nera pece che continuava a tingersi di macabro e grondando inchiostro riempiva quello scenario disegnato di un'infinita oscurità, cancellando l'intera esistenza di quel sogno.
    Prima il corpo del giovane era rimarcato in quel paesaggio tetro, ma mano mano che uccideva la spada riempiva sempre più il circodario del sangue nero e putrido dei nemici, fino a mutarne completamente l'aspetto: l'assassino si stava annientando da solo, dando libero sfogo alla sua furia assassina; L'altro, sorrideva e beffardo osservava l'operato del giovane.




    Sei mio, sei MIO! Diventeremo una cosa sola! Preparati ad un'esistenza di solitudine!

    Muori! Muori! Muori! Muori! Uccidi! Uccidi! Uccidi!





    Alla fine il paesaggio si ricoprì di nero e tutto scomparve tranne che le due figure di Akimaru, quella normale che aveva lottato fino a quel momento e quella corrotta dall'inchiostro del sigillo: ma erano poi così diversi in quel frangente? Era possibile distinguerli? Non più ormai.
    Il vero Akimaru cadde a terra svenuto e stremato e pian piano gli occhi chiuse; Il delirio era finito e poteva meritarsi una pausa, una meritata pausa e conclusione della sua lotta: ma qualcuno avrebbe potuto dire per quanto?

    Dall'altra parte nemmeno le cure di Shay Hyuga, nemmeno la lettura del pensiero di Miyori Uchiha, nemmeno la presenza e le incitazioni di Drake avrebbero funzionato; Tutto era accaduto in qualche secondo, in cui il corpo del giovane della Nebbia si era mosso in maniera spasmodica fino a spegnersi di colpo, cadendo in un sonno totale e profondo. Cosa è successo!? Perchè non si muove più? La ragazza dagli occhi perlacei cercava una risposta nel corpo che aveva difronte e nelle sue nozioni di medicina che sapeva, ma non sapeva cosa dire. Sembra entrato in uno stato comatoso, non sò come risvegliarlo. Disse, poi aprendo una pupilla vide che il colore degli occhi era diventato nero pece, come se posseduto dallo stesso sigillo che stava cercando di togliersi; Drake si alzò e avvicinandosi ad una finestra, guardò fuori: sbatte forte un pugno nel muro, crepandolo. Maledizione Shay, prova a risvegliarlo in ogni modo! La ragazza subito provò ancora, ma senza successo. Ha vinto il sigillo... Disse, prima di lasciare il giovane a terra disteso e aspettare una parola dal suo Sensei, guardandolo disperata No, non può esser finita così. Che venga portato in ospedale, gli venga dato un falso nome...potrebbe sempre risvegliarsi. Detto questo e osservato l'assenso dei presenti, il capo dei guardiani usci dalla porta: non era riuscito a salvarlo nemmeno questa volta.


     
    .
  8. Hayato Tokugawa
        Like  
     
    .

    User deleted


    Un giovane ninja finito in coma. Molto male. Soprattutto se quel ninja possedeva informazioni circa una delle tecniche più terribili e segrete nella storia dell'assassinio. In coma a casa, o spostato in una struttura apposita. Questo non faceva alcuna differenza. Non esisteva uomo in grado di fermare il ninja ombra. Non esisteva luogo in grado di rallentarlo.
    Guardava il corpo senza coscienza del giovane, dall'alto in basso. In piedi sul letto sopra di lui, di notte, in una notte piovosa.
    Lo fissò per un solo istante, poi le braccia scesero verso il basso emettendo sentenza, la lama penetrò rapidamente nel suo sterno fino a bucare il materasso, e in pochi istanti, assorbì la sua Yami no Seken, la quale venne trasferita nella lama, che divenne nera a poco a poco. Era suo compito eliminare i suoi allievi, se questi non sapevano badare a loro stessi.


    << Addio pulcino. >>

    E scomparve come era giunto.

     
    .
7 replies since 28/2/2012, 17:55   160 views
  Share  
.