Tempio del vento

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  1. -< Etsuko >-
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    La difficile scelta

    Imparare dal passato…
    I gesti eroici di personaggi mitologici, i sacrifici estremi della prosa classica il mito che si intreccia nella realtà… l’edipo raffigurato nell’estremo gesto, costretto a sua insaputa ad uccidere suo padre e amare sua madre. Cresciuto e abituato agli ideali di virtù ormai in disuso, forse per questo avevo compiuto quel gesto, lo stesso che il drago con disappunto non riusciva a capire.
    Eppure in passato lo stesso Masamune si era comportato eroicamente, più volte aveva sacrificato se stesso per il bene comune, per il bene dei propri fratelli.
    Cosa ne aveva ricavato? Beh questo non lo sapevo ancora…
    Ma si può definire un gesto eroico in base al risultato che ne consegue? Oppure il gesto resta eroico nonostante l’esito positivo o fallimentare?
    Il corpo trafitto da mille scariche giaceva sotto la morsa di un bruciore persistente, neppure il tragitto successivo aveva giovato e la consistente perdita di chakra beh… mi aveva ridotto alle pezze…
    Eppure aro ancora in piedi, affascinato tra l’altro dal racconto del piccolo accompagnatore che con fervore e con quel sibilo ammaliante raccontava delle proprie origini.

    Ma se Masamune si sacrificò in passato per il fratello del Nord… perché mai un drago settentrionale poco fa è stato maltrattato in quel modo?

    Adesso mi spiegavo i bassorilievi che all’arrivo avevo scorto nel faro meridionale… le immagini di morte e di disperazione, i draghi dagli occhi rossi, i fratelli intrappolati… quale tassello mancava a quella storia?
    Beh forse l’avrei forse scoperto…
    Eh si Forse…
    LA SALA DELL’ARTIGLIO TRADITORE
    Lo stesso che aveva tranciato di netto l’occhio del povero Masamune, ora come una scure gravava sulla mia persona. Le lame disposte sulle pareti, assetate di sangue umano, bramavano di trafiggermi. Ma non era questo che mi faceva paura. Quanto la scelta che mi si presentava davanti.
    Certo… che quella stanza leggesse nella mente e che fosse in grado di percepire il sacrificio per me più grande?
    Poteva essere… o semplicemente il fato mi aveva condotto qui…?
    Chi se non io sarei stato l’artefice del proprio destino?
    Che stupido… dimenticavo…
    Non ero solo e la possibilità che avevo di trasmettere i miei sfortunati eventi al mio sventurato compagno di viaggio, non tardò a rendermelo noto.
    Non ero solo a costruirmi o variare il destino, eravamo in 2 entrambi intrecciati da un legame troppo forte, troppo gravoso, l’uno per l’altro.
    Che fare?
    I miei occhi… il bene più prezioso che potessi mai custodire, la cosa a cui mai avrei rinunciato e che era fonte del mio potere. Mi si chiedeva ora di sacrificarne uno, era semplice… chiuderlo, chiuderlo e passare oltre, dimenticando di possederlo, perché dopo non ne avrei più fatto uso.
    Sacrificarlo significava forse sacrificare tutto… dall’altra parte vi era la certezza… la certezza di rendere cieco colui a cui il mio destino era associato, metterlo in difficoltà…
    Si ok, una difficoltà momentanea, ma forse sufficientemente lunga per privarlo della vita.
    Cosa dovevo fare?
    Quale sarebbe stato il prezzo di quel sacrificio? Il mio occhio o il mio onore?
    Alla fine decisi, osservai il drago con disprezzo… con quel disprezzo con cui si osserva un nemico… con il disprezzo con cui si osserva chi abusa della propria posizione per diletto… per capriccio…
    Il cammino dell’espiazione, cosa avrei io dovuto espiare? La colpa di gente vissuta chissà quanti anni prima?
    Lo osservai a lungo, finchè il suo sguardo curioso non si sarebbe trasformato prima in interrogatorio, poi in perplesso.

    Guarda… dissi
    Guarda come muore un Kiriano… e poi sorrisi, non vi era più disprezzo nel mio sguardo… ero sereno…
    Lì moriva l’Etsuko così come l’avevo sempre conosciuto, che ne sarebbe stato di li in poi di lui, non era facilmente intuibile. Ma di certo io, avevo scelto di costruire il mio destino…
    Esatto, costruire il mio e non distruggere quello degli altri.
    Chiusi il mio occhi sinistro, e avanzai, nessuna titubanza nessun ripensamento, era tardi per averne, giunsi fino alla porta in fondo al corridoio e piansi… l’ironia della sorte volle che solo l’occhio chiuso versasse lacrime, le ultime che avrebbe versato, un amichevole saluto… presto sarebbe stato il nulla.
    Poggiai la mano sulla porta.
    Ero sicuro che Raizen avesse fatto la scelta giusta…
    Io avevo agito con coscienza e se avevo sbagliato sarei dovuto morire, coraggioso e pronto, come anni prima lo era stato il drago del Sud.

     
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