Tempio del vento

[Vario]

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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    lL PREZZO DA PAGARE

    Lasciai che credesse quello che aveva appena affermato, dopotutto non conoscevo quel drago e seppure era l’unico punto di riferimento che avessi in quel posto, in quel preciso istante, non mi sarei mai fidato ciecamente.
    Forse aveva ragione dopotutto, quale era il legame che mi univa a Reizen… Amicizia? No, di certo…
    Ma un legame molto più forte si era creato nel momento stesso in cui avevo accettato la missione, il legame del credo ninja, di chi è disposto a dare la propria vita per il bene della missione e dei suoi compagni.
    Ma cosa ne avrebbero potuto sapere una stirpe di draghi che aveva appena torturato un loro simile e che ora giocava con la vita altrui, giustificandola con nobili rituali arcaici?
    Tutti questi pensieri mi ronzavano in testa, ma non ne esposi nessuno. Mi soffermai solo ad ascoltare attentamente la loro storia, ne avrei potuto trarre giovamento in futuro.
    Ed ora la scelta era la mia, accettare di “giocare” era l’unica scelta plausibile.
    Un equilibrio dici...
    Bene.


    Non esitai, spalancai quella porta, pronto ad affrontare qualsiasi cosa vi si fosse trovata dietro, Ma non appena la spalancai quasi fui scosso da una lieve carica elettrostatica, doveva essere il legame.
    ° Bene Raizen, in bocca al lupo… °
    Ne avrebbe avuto di certo bisogno, come ne avrei avuto io…

    […]
    E poi vidi finalmente cosa mi attendeva, un corridoio, un semplice corridoio come tanti altri, visti sino ad allora… ascoltai le parole di Arashi… Guardai la porta in fondo al corridoio… beh cosa aspettare? Bisognava procedere…
    Allora andiamo.
    Il passo fu svelto almeno sino a che non fui bloccato dall’incedere dal repentino guazzo del drago nero.
    Cosa ti prende?
    Osservai la striscia rossa sul terreno.
    Certo che la vedo…
    Seguì il racconto delle origini, che fosse mito o leggenda, non era dato saperlo. Di certo, reale era il tributo da pagare in quel corridoio.
    Guardai Arashi, negli occhi, li scrutai, come solo io sapevo fare, sino a cercare il profondo. sorrisi…
    Voglio sapere com’è andata poi a finire e alla fine di tutto ciò mi dovrai presentare il leggendario drago del Sud. Quello che è rimasto sfigurato dalla leggendaria tempesta di nuvole rosse.
    Bastò un passo, un passo ad innescare la trappola, sorrisi al drago, fino a che fui in grado di farlo, mentre come spiedi affilati i fulmini attraversavano le carni, modificando al contempo la mia espressione.
    Fu doloroso, ma riuscì a parlare e ad avanzare sino a quella porta.
    Guarda Arashi come un nobile Kiriano soffre, facendosi carico delle proprie responsabilità e affrontando come un tempo fece il drago del sud, il proprio destino… affinchè seppur nella morte le sue gesta vengano ricordate con onore e non come quelle di un codardo che ha voluto risparmiarsi la vita. In realtà privandola di senso.
    Passo dopo passo, sempre più scosso e disagiato, giunsi al termine del corridoio e la tempesta si placò.
    Non mi resta che fare l’ultima cosa.
    Appoggia la mano sulla porta…
    Prendi pure il chakra necessario ad aprirla.
    Ero provato, molto provato, chissà come se la cavava Reizen, se la sua scalata era sino a quel punto stata più semplice. Di una cosa ero certo, io non avrei gravato sul suo percorso.

     
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    Etsuko

    [Il Drago Masamune]

    Il drago sembrò piuttosto sorpreso dalla scelta del kiriano, ma lo seguì senza emettere alcun rumore mentre proseguivano, col corpo attraversato da decine e decine di scariche elettriche. Il suo nome era Masamune... si limitò a dire, senza aggiungere altro, fino a che non aprirono la porta, trovandosi di fronte a una nuova rampa di scale a chiocciola che impiegarono quasi mezz'ora a percorrere. Ma quanto poteva essere alto quel faro? Raggiunsero infine un nuovo corridoio, molto simile al precedente, ma con svariate decine di lame che protrudevano dalle pareti e dai muri, lasciando libero il passaggio ma certo trasmettevano una certa inquietudine. La sala dell'Artiglio Traditore...noi la chiamiamo così.

    Superato un certo punto, il drago che affronta la prova deve avanzare tra le decine di lame che scattano dalle pareti, cercando di mantenersi nell'unico, eternamente cangiante corridoio sicuro a mezz'aria.
    Arashi fece un giro intorno al Kiriano, come per valutarlo, quindi si mise a fluttuare sopra la sua testa, continuando a parlare. Ma il tuo corpo è decisamente troppo grande, non passeresti mai illeso...quindi dovrai affrontare la prova come la affrontano i draghi più anziani, in genere come forma di punizione per espiare una colpa. Impossibile non notare il sorriso divertito sul volto del rettile nero. Ma non sono certo che farai la stessa scelta di prima.

    Vedi...la storia di Masamune non è terminata....dopo aver superato la cortina di nuvole rosse i tre draghi raggiunsero il Faro Occidentale, solo per trovarsi di fronte ad una versione distorta ed oscura dello stesso: le pareti candide erano tinte di rosso e innumerevoli cadaveri di umani erano appesi alle guglie, impalati negli elementi architettonici più disparati ed il loro sangue bagnava le mura mentre decine e decine di draghi rossi danzavano nel cielo in una perversa imitazione di quella che era la danza cerimoniale della nostra specie. Infuriati, i tre draghi partirono alla carica contro il più vicino tra quegli esseri simili a loro, solo per scoprire che si trattava dei loro fratelli occidentali, divenuti rossi a causa del bagno di sangue ed impazziti per chissà quale ragione.

    Pensavano che bagnandosi nel sangue umano avrebbero potuto ottenere la salvezza contro la pestilenza che stava falcidiando la nostra specie, istigati da uno dei sacerdoti del tempio centrale, un umano che ritenevano fidato ma che li aveva resi come schiavi mostruosi con quell'orrendo rituale di morte e massacro. Dopo una lotta impari, riuscirono ad ottenere di parlare con l'uomo che aveva dato inizio a quella follia e che ora sedeva sulla cima del Faro, proclamandosi Signore dei Draghi d'Occidente. Aveva trovato il modo di legare la forza dei draghi alla propria, divenendo una creatura a metà tra le due specie, ispirandosi alle arti Eremitiche di alcune creature di questo mondo. Lui stesso sembrava un folle in mezzo a quella carneficina dei suoi simili, ma la cosa più terribile accadde quando, dopo un confronto brutale del nord e del sud riuscirono a colpire il nemico, strappandogli la corona simile ad una maschera che indossava...solo per rivelare il volto del sacerdote del Faro Orientale.

    Stupiti, pensarono a qualche terribile retroscena, e pensando che il Faro Orientale fosse in pericolo, cercarono di risvegliare il loro compagno abbattuto...solo per scoprire che non era più nel punto in cui era caduto. Lo cercarono per alcuni secondi, fino a che non vennero assaliti dall'alto da un drago verde di enormi dimensioni, che con una sola artigliata cercò di strappare la testa al Drago Settentrionale. Sarebbe certamente morto se non fosse stato per il Drago Meridionale, che si mise in mezzo, ricevendo una ferita terribile al volto, con un occhio distrutto e l'altro profondamente ferito, talmente invaso di sangue da apparire di un rosso brillante. Si dice che sia per questo motivo che noi draghi del sud abbiamo gli occhi di questo colore.

    Ma tornando a noi..per superare la prova dovrai compiere un sacrificio. Come il drago nero chiamato Masamune, dovrai rinunciare ad un occhio per poter proseguire. Chiudilo ed avanza, se avrai fiducia e non lo aprirai mai, le lame non scatteranno...in caso contrario sicuramente finiresti ucciso. Sappi che non si tratta di una prova da poco...raggiunta la fine del corridoio, l'occhio rimasto chiuso non potrà aprirsi mai più e dietro alle palpebre diverrà presto lattescente e morto. Sacrifica il tuo occhio e questo sarà perduto per sempre.
    Il drago lo ammonì con sibilante fermezza. Tuttavia, se decidessi di far subire all'altro il sacrificio, la perdita della vista sarebbe solo temporanea. Un giorno o due al massimo, anche se colpirà entrambi gli occhi. Quindi si sarebbe avvicinato ad Etsuko, accostando il suo colto a quello del medico. Allora, quale sarà la tua scelta una volta raggiunta la fine del corridoio?

    Qualunque cosa decidese, una nuova porta affamata di chakra, in cui risaltava il bassorilievo di un drago a cui restavano solo due teste. Una era quella rovinata dalla ruggine a cui perdipiù mancava un occhio, come se un'artigliata lo avesse portato via. L'altro drago era intonso. Ancora una volta puoi scegliere chi pagherà il sacrificio, umano. Superata questa porta ci aspetta una nuova rampa di scale, un terzo corridoio ed infine l'ultima scalinata a spirale fino alla cima del faro. [Richiede un consumo Alto]




    Raizen

    [Le Fiamme dell'Uomo e le Fiamme del Drago]

    Yajirushi sraebbe stato sorpreso dall'attacco improvviso di Raizen che, nonostante il veleno, restava parechie spanne sopra di lui quanto a capacità fisiche. Avrebbe quindi annuito, tenendosi per sè i commenti salaci e limitandosi aspiegare cosa accadeva, stando ben lontano da quell'uomo tanto pericoloso. Ho capito...ho capito. Raggiunsero quindi la porta alla fine del corridoio, e tramite essa passarono su una lunga scala a chiocciola che li avrebbe portati, dopo una salita apparentemente senza fine, davanti a un nuovo corridoio da cui arrivava un forte calore...in effetti le pareti erano rosse come se arroventate e nel pavimento giaceva, ai lati del corridoio, una sorta di liquido rosso incandescente simile a lava. Non c'erano finestre nè aperture sull'esterno in quel luogo, e a giudicare dall'aria sfarfallante percorrere quel corridoio sarebbe stato come camminare in un altoforno.

    Questa è la sala del Fuoco Perduto. Quando abbiamo rinunciato al nostro fuoco per gli umani, durante la Guerra, decidemmo di raccogliere qui le poche scintille rimaste, come monito del danno che ci hanno fatto e come memoria del nostro sacrificio tradito. Yajirushi sarebbe guizzato davanti a Raizen, restando sospeso a metà del corridoio. Il nostro stesso fuoco non può danneggiarci, ma dubito che tu possa dire altrettanto...tuttavia avrai nuovamente una scelta da fare. Si spostò quindi all'interno del corridoio, invitando l'altro a seguirlo. Lascia però che ti spieghi cosa accadde nel tempo della leggenda.

    Dopo la pestilenza ed il rituale per trasmetterla ad una sola tribù ci ritirammo tutti nelle terre di origine. Stava arrivando il freddo e la tradizione voleva che tornassimo nelle terre prossime al Faro per usare il nostro fuoco come dono per gli umani, per tenerli al caldo ed impedire che morissero assiderati. Per fare questo noi così come le altre tribù ci ritiravamo in grotte sotterranee, irradiando il nostro calore nel terreno per salvaguardare tutti. Si trattava di un breve rituale di circa un mese, niente di impegnativo e nel corso del quale ci venivano fatte molte offerte sia dalla casta sacerdotale del Faro che dalla gente comune. Tuttavia nel Meridione accadde qualcosa di imprevisto: al termine del mese ci fu impedito di uscire dalle grotte: la casta sacerdotale aveva formato un esercito e piazzato dei sigilli per tenerci imprigionati e fornire così calore ed energia per sempre. Il capo dei sacerdoti sembrava impazzito e non rispondeva alle richieste...alle suppliche e alle minacce dei nostri antenati, e in tutto questo al gente comune, ignara, continuava a portarci doni e offerte, ma era dl tutto sorda alle nostre grida di libertà.

    Alla fine, esasperati, decidemmo di liberarci con tutta la forza possibile e quindi bruciammo...bruciammo per giorni e giorni avvolgendoci nel nostro fuoco divino. Bruciammo fino a sciogliere quelle catene e levarci quindi in cielo, ormai neri come il carbone e del tutto privi del nostro dono fiammeggiante mentre la nostra ira si scatenava contro i soldati ed i sacerdoti, richiamando i poteri che ci erano rimasti: la pioggia, il vento ed i fulmini! I contadini e la gente comune pensava che quella stagione delle pioggie anticipata fosse una benedizione e continuava ad esultare mentre dalle cavene fuoriusciva un calore tale da far credere che l'estate fosse giunta in anticipo. Ci salutarono come "draghi rinati nel fuoco" senza capere che in realtà avevamo perso tutto. Uccidemmo gran parte degli uomini che ci avevano tradito, ma il prezzo da pagare fu enorme: non solo avevamo perso il nostro fuoco e corrotto il nostro aspetto, ma le fiamme avevano completamente annerito il nostro Faro, rendendolo simile ad una torre maledetta. Ed intanto voci di tradimenti ed eventi simili arrivavano anche da oriente e dal tempio centrale.

    Apparentemente solo il tempio settentrionale era rimasto tale e quale alle sue origini. Puro, bianco ed immacolato.
    Intanto il calore, man mano che avanzavano, si faceva terrificante, facendo certo grondare di sudore il già indebolito Raizen, fino a quando l'aria non prese letteralmente fuoco davanti al foglioso, come a formare una nebbia incandescente che bisognava attraversare per arrivare alla meta. Per avere la libertà abbiamo sacrificato uno dei nostri doni. Attraversare queste fiamme indebolisce moltissimo quelli della nostra razza, ma nel tuo caso credo potrebbe distruggere completamente le tue energie. Yajirushi si avvicinò a Raizen, facendo guizzare la lingua carica di elettricità. Se attraverserai il fuoco proverai un grande dolore, ed al contempo la tua riserva di chakra verrà irrimediabilmente compromessa...per sempre. [La tua riserva massima di chakra si riduce di 6 Bassi, permanentemente] Tuttavia c'è un'alternativa, come sempre...questa è una sfida basata sull'equilibrio. Se lo desideri sarà il tuo avversario a pagare questo prezzo, anche se in maniera più lieve...il danno sarà solo temporaneo [Etsuko perde 8 Bassi di chakra ed è Affaticato. Nessuna perdita permanente]. La scelta però è tua. E tua soltanto.

    Qualunque cosa decidese, oltre le fiamme avrebbe trovato ad aspettarlo una nuova porta affamata di chakra, in cui risaltava il bassorilievo di un drago a cui restavano solo due teste. Una era completamente annerita dal fumo, mentre la seconda era intonsa. Ancora una volta puoi scegliere chi pagherà il sacrificio, umano. Superata questa porta ci aspetta una nuova rampa di scale, un terzo corridoio ed infine l'ultima scalinata a spirale fino alla cima del faro. [Richiede un consumo Alto]
     
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    La parete di fuoco






    Il Colosso strisciò a malapena fuori dalla porta, il veleno che aveva in corpo rendeva ogni movimento un supplizio, un po’ come camminare su un prato di aghi, ma solo dopo qualche movimento il Raizen si rese conto che definirlo “prato di aghi” era poco, sarebbe stato meglio dire che gli aghi li aveva in corpo, che scorrevano tra le sue vene e capillari pungendo i muscoli con crudele sadicità ed attenzione.

    Draghi dimmerda, maledetto il giorno in cui siete strisciati fuori dalle vostre uova.

    Riuscì a tirarsi in piedi poco dopo essere uscito, pareva che terminare l’assunzione del veleno potesse comunque giovargli, la prossima prova pareva essere peggiore della prima, ma forse avrebbe potuto aiutarlo a recuperare.

    Ah, bene. Ma dimmi avete combattuto anche contro un compattatore di metallo?
    Perché non credo di poter sopravvivere a tutto.


    L’aria era già calda ben prima dell’entrata nel corridoio, e percorrerlo era come entrare in un forno , persino l’aria davanti ai suoi occhi sfarfallava, rendendogli difficile comprendere quando erano i suoi sensi ad abbandonarlo o il corridoio a giocargli un brutto tiro. Presto fu costretto ad attivare la manipolazione del vento creando una piccola corrente che allontanava il calore e rinfrescava il sudore, che ormai aveva reso fradici i suoi vestiti.
    Tuttavia grazie all’imponente sudorazione era riuscito a smaltire il veleno, o quella parte di esso che lo faceva addirittura camminare male, persino la sua pelle iniziava a schiarire nuovamente, mentre si liberava dalle tossine accumulate. Mentre camminava ascoltava il piccolo drago, nuovamente ammansito dalle minacce di Raizen, sufficienti quantomeno a non canzonarlo mentre rischiava la vita, prese a raccontare cosa il corridoio evocasse nella mente dei rettili.


    Oh, mi sembra giusto, quindi il primo umano che vi capita sotto tiro fate in modo di farlo soffrire quanto avete sofferto voi. Beh, coerente dopotutto.
    Lerciosi ignoranti. Vi vantate di saggezza, poteri e abilità che pare vi siate dimenticati di avere.
    La mia morale, il mio nindo, il mio modo di vedere il mondo potrebbe anche essere grossolano, cafono e forse crudele… ma voi siete degli stolti che si impegnano ad odiare il mondo perché sono stati odiati.


    Guardò il piccolo drago negli occhi, e forse se fosse stato abbastanza grande da essere paragonato ad un ragazzo o ad un uomo umani gli avrebbe sputato in faccia, ma si fermò, sentendosi quasi in colpa a voler insultare così tanto un bambino.
    La parte più difficile del corridoio tuttavia doveva ancora arrivare, e come disse il drago questa volta i danni sarebbero stati ben più gravi. Il Colosso tese un braccio e poi il dito indice per poi ricoprirlo con del vento particolarmente compresso atto a respingere lontano dalla pelle calore e fiamme, tuttavia non bastava, il calore scottò il dito addirittura poco prima che questo toccasse il muro.


    Stupidi idioti

    Ringhiò tra se e se.

    Passalo ad Etsuko, sbrigati.

    Abbaiò al drago, cercando di pronunciarlo rapidamente quanto bastava da non fermarsi nel mezzo e cambiare decsione. Poteva sembrare che la reazione fosse stata dettata dalla semplice convenienza, ma il Colosso si limitò a fare la scelta più conveniente, non sapeva cosa avrebbe potuto rischiare, e un danno permanente al membro portante di quel duo sarebbe stato decisamente troppo. In quel gruppo non sarebbe morto nessuno. E nessuno se ne sarebbe andato menomato. Al Colosso non piaceva fare lo scaricabarile, per cui non potè che deviare dal suo percorso facendo ammenda con una promessa: se il kiriano avesse rischiato di perdere la vita lo avrebbe ripreso anche dalle fiamme dell’inferno.
    Inoltre il drago aveva detto che il tempo di percorrenza non incideva sulla vittoria, quindi il kiriano si sarebbe potuto fermare per ristorarsi.


    Logico no?

    Si chiese tra se e se il Colosso, cercando di rassicurarsi, venir meno alla sua indole solitaria non lo rendeva mai troppo fiero, ma alla fin fine c’era sempre un obiettivo al primo posto da raggiungere. Tuttavia si riteneva abbastanza fortunato ad avere mani sufficientemente grandi da poter agguantare al meglio tutto ciò che volesse: voleva vincere, su tutti i fronti.
    Avrebbe preso la vittoria e si sarebbe anche fregiato del merito di salvare la vita al suo compagno, superata la barriera pose la mano sulla porta senza esitazione, sospinto da un nuovo spirito combattivo che quella prova aveva fiaccato per qualche istante. Avrebbe mangiato tutto, tutto!
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    La difficile scelta

    Imparare dal passato…
    I gesti eroici di personaggi mitologici, i sacrifici estremi della prosa classica il mito che si intreccia nella realtà… l’edipo raffigurato nell’estremo gesto, costretto a sua insaputa ad uccidere suo padre e amare sua madre. Cresciuto e abituato agli ideali di virtù ormai in disuso, forse per questo avevo compiuto quel gesto, lo stesso che il drago con disappunto non riusciva a capire.
    Eppure in passato lo stesso Masamune si era comportato eroicamente, più volte aveva sacrificato se stesso per il bene comune, per il bene dei propri fratelli.
    Cosa ne aveva ricavato? Beh questo non lo sapevo ancora…
    Ma si può definire un gesto eroico in base al risultato che ne consegue? Oppure il gesto resta eroico nonostante l’esito positivo o fallimentare?
    Il corpo trafitto da mille scariche giaceva sotto la morsa di un bruciore persistente, neppure il tragitto successivo aveva giovato e la consistente perdita di chakra beh… mi aveva ridotto alle pezze…
    Eppure aro ancora in piedi, affascinato tra l’altro dal racconto del piccolo accompagnatore che con fervore e con quel sibilo ammaliante raccontava delle proprie origini.

    Ma se Masamune si sacrificò in passato per il fratello del Nord… perché mai un drago settentrionale poco fa è stato maltrattato in quel modo?

    Adesso mi spiegavo i bassorilievi che all’arrivo avevo scorto nel faro meridionale… le immagini di morte e di disperazione, i draghi dagli occhi rossi, i fratelli intrappolati… quale tassello mancava a quella storia?
    Beh forse l’avrei forse scoperto…
    Eh si Forse…
    LA SALA DELL’ARTIGLIO TRADITORE
    Lo stesso che aveva tranciato di netto l’occhio del povero Masamune, ora come una scure gravava sulla mia persona. Le lame disposte sulle pareti, assetate di sangue umano, bramavano di trafiggermi. Ma non era questo che mi faceva paura. Quanto la scelta che mi si presentava davanti.
    Certo… che quella stanza leggesse nella mente e che fosse in grado di percepire il sacrificio per me più grande?
    Poteva essere… o semplicemente il fato mi aveva condotto qui…?
    Chi se non io sarei stato l’artefice del proprio destino?
    Che stupido… dimenticavo…
    Non ero solo e la possibilità che avevo di trasmettere i miei sfortunati eventi al mio sventurato compagno di viaggio, non tardò a rendermelo noto.
    Non ero solo a costruirmi o variare il destino, eravamo in 2 entrambi intrecciati da un legame troppo forte, troppo gravoso, l’uno per l’altro.
    Che fare?
    I miei occhi… il bene più prezioso che potessi mai custodire, la cosa a cui mai avrei rinunciato e che era fonte del mio potere. Mi si chiedeva ora di sacrificarne uno, era semplice… chiuderlo, chiuderlo e passare oltre, dimenticando di possederlo, perché dopo non ne avrei più fatto uso.
    Sacrificarlo significava forse sacrificare tutto… dall’altra parte vi era la certezza… la certezza di rendere cieco colui a cui il mio destino era associato, metterlo in difficoltà…
    Si ok, una difficoltà momentanea, ma forse sufficientemente lunga per privarlo della vita.
    Cosa dovevo fare?
    Quale sarebbe stato il prezzo di quel sacrificio? Il mio occhio o il mio onore?
    Alla fine decisi, osservai il drago con disprezzo… con quel disprezzo con cui si osserva un nemico… con il disprezzo con cui si osserva chi abusa della propria posizione per diletto… per capriccio…
    Il cammino dell’espiazione, cosa avrei io dovuto espiare? La colpa di gente vissuta chissà quanti anni prima?
    Lo osservai a lungo, finchè il suo sguardo curioso non si sarebbe trasformato prima in interrogatorio, poi in perplesso.

    Guarda… dissi
    Guarda come muore un Kiriano… e poi sorrisi, non vi era più disprezzo nel mio sguardo… ero sereno…
    Lì moriva l’Etsuko così come l’avevo sempre conosciuto, che ne sarebbe stato di li in poi di lui, non era facilmente intuibile. Ma di certo io, avevo scelto di costruire il mio destino…
    Esatto, costruire il mio e non distruggere quello degli altri.
    Chiusi il mio occhi sinistro, e avanzai, nessuna titubanza nessun ripensamento, era tardi per averne, giunsi fino alla porta in fondo al corridoio e piansi… l’ironia della sorte volle che solo l’occhio chiuso versasse lacrime, le ultime che avrebbe versato, un amichevole saluto… presto sarebbe stato il nulla.
    Poggiai la mano sulla porta.
    Ero sicuro che Raizen avesse fatto la scelta giusta…
    Io avevo agito con coscienza e se avevo sbagliato sarei dovuto morire, coraggioso e pronto, come anni prima lo era stato il drago del Sud.

     
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    Etsuko

    [L'Ultima Prova: Il Grande Tradimento]

    Un sacrificio fatto per una cretaura indegna della nostra fiducia. Poco tempo dopo scoprimmo che non erano solo i draghi verdi dell'est ad aver organizzato la nostra sconfitta! Replicò il drago con una piccola vampa di risentimento mentre il kiriano cominciava ad avanzare verso la trappola. Il piccolo drago tacque mentre Etsuko chiudeva uno dei suoi occhi, conscio di non poterlo riaprire mai più. Riponi eccessiva fiducia nel tuo compagno, se posso dirlo. Arashi aveva seguito il kiriano mentre questi attraversa quella selva di lame, senza che nessuna di esse si muovesse o mostrasse il benchè minimo segno di minaccia.

    Ed una volta superato l'ostacolo quando l'occhio chiuso non si aprì più come morto, pur gettando un rivolo di lacrime, il drago si mosse in cerchio attorno ad etsuko, con un'espressione che era a metà tra la sorpresa e, bisogna dirlo, un rivolo di tristezza. Sei uno sciocco, così come siamo stati sciocchi noi. Non riavrai più il tuo occhio, te ne rendi conto? E in cambio cosa hai ottenuto? L'aria intorno al kiriano iniziò a vibrare come se percorsa da un terribile calore che si impadronì del suo corpo e delle sue ossa costringendolo in ginocchio come per un improvviso dolore, e subito dopo un grande affanno si impadronì del suo petto, mentre il chakra nel suo organismo veniva affievolito, come un fuoco a cui manca l'ossigeno. [Perdi 8 Bassi di chakra e sei Affaticato (vitalità e chakra non si rigenerano per 24 ore. La tua riserva attuale è il massimo che puoi accumulare, anche tramite tonici)] Quello che hai appena provato non è altro che il peso del tradimento. Tu hai deciso di sacrificarti per il tuo compagno. Lui invece ha scelto di abbandonarti. Lui ha compreso che questa è una vera Guerra ed ha agito di conseguenza. Tu invece sei uno sciocco che verrà presto travolto dal risentimento...o dalla morte.

    Dunque Raizen aveva scelto di far subire al kiriano una sua penitenza, lasciandolo debole come non mai, specie considerando l'ulteriore pagamento di chakra dovuto all'apertura della porta che dava a una nuova serie di scalinate. Devi cercare di farti furbo. L'onore non ha portato noi draghi meridionali da nessuna parte, mentre tutti si approfittavano di noi. Tu sei ancora in tempo per non commettere il nostro errore. Raggiunsero il piano successivo dopo aver percorso la lunga scalinata, forse rallentati dal peso della riserva ormai in esaurimento di Etsuko e magari dalla difficoltà ad avanzare legata alla sua nuova condizione di parziale cecità. Alla fine raggiunsero un terzo corridoio, leggermente inclinato verso l'alto e che terminava con un muro e una scala a pioli che saliva. Il pozzo alla fine di questo corridoio conduce alla cima. Una volta raggiunto sarai il vincitore, ma ti aspetta un'ultima prova...perchè questa è la Sala dell'Antico Male.

    Eppure a ben guardare quel corridoio composto da pietre anonime incastrate tra loro con appena un filo di cemento non aveva niente di particolare. Niente finestre, niente fessure nei muri. Niente trappole, almeno in apparenza. La scelta che dovrai fare è molto semplice: una volta raggiunta l'altra estremità del corridoio, dovrai scegliere se salire subito fino in cima o attendere fino a che il tuo avversario non sarà nella stessa posizione, per arrivare assieme a lui. Ovviamente ci sarà un prezzo da pagare: più a lungo resterai nella stanza e più sarai esposto al canto dei draghi...un canto che incita alla follia. Arashi sarebbe guizzato in avanti, voltandosi poi per narrare la parte finale della leggenda.

    Il Drago Masamune, dopo essere stato ferito, riuscì a tornare fra noi, ma era stato reso completamente folle ed incapace di parlare...ancora una volta per aiutare il traditore del nord. Dopo l'assalto del drago orientale il sacerdote suo alleatto richiamò i Draghi rossi per distruggere ogni traccia della spedizione. Il drago nero e quello bianco usarono tutte le loro forze per generare un attacco congiunto: un immenso temporale carico di elettricità che con un lampo riuscì ad abbagliare tutti gli avversari, ed approfittando della distrazione cercarono di fuggire, ma il drago verde li inseguì rapidamente avvolto in una nebbia nerastra che sembrava fuoriuscire dalle sue narici: in qualche modo era divenuto in grado di manipolare un terribile veleno, e trasportava con sè l'umano che aveva soggiogato i draghi rossi.

    Da quel poco che venne tramandato, nel corso di quell'inseguimento i due draghi scoprirono l'umano era un emissario dell'Antico Male, che dopo secoli si era risvegliato dalle profondità della terra e aveva donato potere ai guardiani del faro orientale, corrompendoli e iniziando tutta la catena degli eventi che aveva portato alla follia dei draghi occidentali e alla malattia dei clan. Nel corso della fuga il drago bianco rimase indietro, mentre quello nero, nonostante le ferite, riuscì con un ruggito terrificante a squarciare la barriera di nubi rosse che circondava il faro. Sarebbe potuto fuggire per portare la notizia, ma non poteva abbandonare il suo compagno e quindi rimase sul posto, usando le sue forze per mantenere aperto il passaggio mentre le scariche elettriche devastavano il suo corpo già martoriato, solo che stavolta ad esse si aggiungeva il veleno del drago verde, che entratogli nel sangue lo fece pian piano impazzire, relegandolo a una condizione poco più che bestiale.

    Alla fine fuggirono, separandosi per tornare ai rispettivi clan. Masamune ci raccontò quello che era successo con la poca lucidità che gli era rimasta, ma non sapeva di essere stato ingannato doppiamente...poichè anche il drago bianco del nord faceva parte della congiura che mirava a spazzare via l'ordine preesistente.
    Così Arashi concluse il suo racconto, spiegando quindi la prova più nei dettagli. Puoi salire immediatamente oppure attendere come fece Masamune. Più aspetterai e maggiore sarà la corruzione della tua mente e dei tuoi ricordi. [Perdi ogni ricordo di due eventi importanti per il personaggio, inoltre divieni Scoordinato (tecniche ridotte di una categoria di velocità) per un mese] Ma se invece procederai immediatamente, potrai raddoppiare gli effetti della prova che sta invece affrontando il tuo nemico nell'altra metà del faro. Inutile dire che in nessun modo Arashi avrebbe rivelato di che genere di prova si trattasse quella affrontata da Raizen, ma proprio in quel momento il rumore della pioggia oltre i muri sembrò aumentare ed assumere un ritmo variabile, quasi arrivando a sembrare una voce, o forse un canto.

    Di lì a pochi minuti si sarebbe fatto sempre più intenso, fino a diventare una nenia intollerabile ed acuta, tanto forte da trapanare il cranio!



    Raizen

    [L'Ultima Prova: La Guerra del Nord e del Sud]

    Molto bene. Molto, molto bene, vedo che hai compreso appieno il senso del nostro rituale. I nostri giovani nascono sempre in coppia, e al momento opportuno affrontano questa sfida come rito di passaggio all'età adulta. Solo chi arriva in cima per primo è degno di continuare a vivere, mentre l'altro è condannato ad essere divorato in quanto perdente. Stai entrando nell'ottica giusta, umano. Il drago sorrideva deliziato mentre Raizen poggiava la mano sulla porta, pagando per la seconda volta il suo tributo in chakra, dopo aver attraversato indenne quella difficile prova. La lunga scalinata che seguiva, del tutto simile a quella del piano inferiore, terminò anche stavolta in un corridoio.

    Si trattava però di un corridoio inclinato verso l'alto, piuttosto lungo, con un muro a fondo cieco su cui troneggiava una scala a pioli: doveva esserci una sorta di botola sul soffitto all'altro capo del condotto. Per il resto si trattava di un tratto buio, del tutto privo di finestre in cui aleggiava una sorta di cupa oscurità, con sussurri appena accennati, a malapena udibili ma certo presenti. Anche se non si vedeva niente, in quel corridoio c'era qualcosa. O qualcuno. La Prova del Terrore Dimenticato! Disse Yajirushi, gustando ogni sillaba mentre oscillava per aria in quella strana danza che era il suo volo. Ricordo ancora quando la dovetti affrontare al mio rito di passaggio.

    Sarà molto interessante...questa è la sala dove abbiamo rinchiuso per sempre ogni nostra paura, così da poterci lanciare senza alcun freno nella battaglia contro i Traditori del Nord. Quegli stessi draghi che tu hai evocato e che si erano prodigati con estrema attenzione per distruggerci tutti e conquistare le nostre terre. Al diavolo l'essere fratelli, quei maledetti erano gli unici fra tutti noi ad aver conservato il colore originale e di sicuro pensavano di essere gli unici draghi degni di esistere ancora in questo mondo! L'elettricità sul corpo dell drago avvampò in un piccolo lampo, emntre le ombre si spostavano come figure spaventate. Poco dopo la nostra liberazione, mentre ancora lottavamo per sopravvivere, giunse a noi uno dei draghi che era stato inviato ad occidente, rivelandoci che i draghi di quel luogo erano impazziti e divenuti rossi come il fuoco...mentre i draghi orientali sembravano essere la fonte della pestilenza.

    Lui pensava che il Nord fosse, sicuro...pensava che fossero ancora nostri alleati. Ma poi i draghi bianchi arrivarono dal nord, scortati da un esercito. Un'invasione! Nel vederci i loro soldati attaccarono, e quindi ci fu la nostra reazione. Fulmini e tempeste distrussero quegli uomini, mentre noi draghi ci davamo battaglia fra i cieli. I pochi draghi bianchi vennero ricacciati indietro e noi li inseguimmo, alimentati dalla sete di vendetta. Abbandonati da tutti, decidemmo di distruggere qualunque avversario ci avesse recato offesa, e la nostra ira scacciò ad una ad una ogni paura dal nostro corpo, ma poichè la paura non può essere mai distrutta del tutto, la riversammo tutta in questa sala, dove attende i nostri giovani per fargli conoscere ciò che abbiamo eradicato dalla nostra natura.

    La battaglia si spostò fino al tempio centrale, con i draghi bianchi che non riuscivano nemmeno a combattere, dandosi alla fuga senza restituire i colpi. I Vigliacchi si sentivano forti solo se spalleggiati da piani crudeli e da umani pronti ad essere sacrificati come pedine su una scacchiera. Li inseguimmo quasi fino al nord, quando dal tempio centrale si udì un ruggito terribile che ci riportò all'ordine. I quattro clan erano divisi. Spezzati, e noi tornammo alle nostre terre devastate dalla lotta. Da allora nessuno dei membri degli altri clan ha mai osato tornare qui. Sanno che se lo facessero finirebbero distrutti.
    Un sibilo e Yajurushi si portò in avanti, concludendo il suo racconto. Devi attraversare il corridoio e poi salire oltre la botola per arrivare a destinazione.

    Ma dovrai affrontare la paura nel suo stato più puro per arrivarci. Noi draghi nasciamo privi di quella capacità, quindi anche se entriamo a contatto con essa gli effetti sono temporanei. Gli umani però conoscono la paura. Essa fa parte di voi, è un vostro meccanismo di difesa...non potrai liberarti mai più della sua influenza.
    Attraversando il corridoio, le ombre e i sussurri si sarebbero fatti più concreti e frequenti, associati a una continua sensazione di pericolo proprio dietro la nuca e a minimi movimenti ai margini del campo visivo. Ma anche voltandosi non ci sarebbe stato nessuno... Non puoi sfuggire alla Paura. Mai. Ed infatti, più o meno a metà corridoio, le ombre si sarebbero ifnine condensate in una sagoma vagamente umanoide, posizionata proprio di fronte al ninja, con una stazza similare. Quale che fosse il movimento di Raizen, la Paura lo avrebbe imitato, sopportando perdipiù ogni possibile attacco. L'unico modo per passare oltre sarebbe stato attraversare quella sagoma, che nel processo si sarebbe saldamente ancorata al corpo dell'uomo, invadendolo senza scampo. [Raizen Sviluppa una Fobia. Tale fobia è permanente ed è causata dall'esposizione a un elemento naturale a sua scelta. Se osservato o percepito l'oggetto della fobia, Raizen sarà colpito da Intralcio Leggero e Semiparalisi agli arti inferiori. Questo malus è permanente]

    Ma proprio alla comparsa della sagoma il piccolo drago avrebbe fatto la sua proposta per superare la prova. C'è un altro modo comunque. Invece di assorbire le paure, potresti passare oltre, lasciando che sia il tuo nemico a pagare per te...nello specifico, lui soffrirà gli effetti della paura ma senza sviluppare una vera fobia [Etsuko diviene tachicardico e agitato. Subisce un Intralcio Medio per un'ora, unito a un Dolore Leggero per un'ora e a una semiparalisi degli arti inferiori. Ogni sua ferita sarà considerata affetta da Sanguinamento Grave] Ovviamente, la scelta è soltanto tua. Vuoi vincere o no questa guerra? Un piccolissimo sacrificio per arrrivare alla vittoria. E' questo che hai pensato prima, no?
     
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    Il Colosso guardò il drago con la coda dell’occhio, uno sguardo ben lontano dalla compassione che in un altro momento avrebbe dimostrato per quella che a tutti gli effetti era una storia colma di sventure e tradimenti.

    Attento alle parole che usi, lombrico.
    Stai parlando da parecchio tempo, ma di preciso cosa tenti di fare?
    Di illustrarmi la storia? Non sono ancora così sciocco da poter prendere le tue parole come oro colato, anche se stanno facendo calare su di me una fitta ombra densa di dubbi.
    Voglio sapere una cosa, di chi era il ruggito che vi ha riportato all’ordine?
    Pare che in qualche modo lo temiate o gli dobbiate rispetto, non sarebbe male saperne qualcosa.


    La domanda giunse con un tono più sereno rispetto alle parole iniziali, dure e sprezzanti, avrebbe atteso le sue risposte prima di avventurarsi nell’ultima parte del percorso.

    Qualcosa non mi è del tutto chiara comunque, questa storia vi ha arrecato dolori e sofferenze, eppure ne siete usciti forti, tenaci. Potrei avere una visuale differente della vita, ma per quanto mi riguarda se mi fortifica merita d’esser vissuto.
    Ma, la cosa più importante è un’altra.


    Disse mentre azzerava la distanza tra se e il piccolo rettile.

    A te le vicende sono state sicuramente raccontate, sei troppo piccolo, alla fine del percorso voglio parlare con il più anziano di voi, o in alternativa col capo del vostro clan, sono più che certo che avrà tutte le risposte di cui necessito, e cosa ancora più importante mi aiuterà a capire e capirvi.

    Che il Colosso fosse strano era stato chiaro da sempre, definirlo normale voleva dire che era uguale a qualsiasi altro essere umano nel carattere, o simile nelle emozioni, ma tutto poteva essere fuorchè quello. Il piccolo drago gli aveva raccontato parecchio sulla sua stirpe, e solo ora si rendeva conto di quanto fosse ignorante e di quanto limitato fosse il suo “campo visivo”, immaginava che la stirpe dei draghi si fermasse a quello che era il suo clan, quello che con lui aveva stipulato un patto, invece, aveva lentamente scoperto un secondo clan e pareva che ne esistessero anche altri due di cui non sapeva nulla.

    Siete creature antiche, ma nonostante abbiate la fortuna di una vita estremamente lunga temo che qualcosa di importante vi sfugga.

    Tacque qualche secondo.

    Voglio incontrare TUTTI e quattro i clan. E voglio la storia di tutti e quattro.

    Annunciò categorico, quasi come se emettesse un giudizio irrevocabile, ma agli effetti quella non era altro che una presa di posizione. Se c’era da sapere avrebbe saputo, se c’era da scoprire l’avrebbe scoperto, ma sopra ogni cosa avrebbe ricucito i clan per riportare quella specie agli apici che meritava.
    Non avrebbe accettato risposte diverse da un “si”, ed il suo viso riusciva a comunicarlo bene, poteva non avere corna, squame o denti aguzzi, ma il volto del Colosso era ben lungi dall’essere amichevole dopo quella affermazione.
    Una volta che il piccolo drago avesse dato qualche risposta o interagito in qualche modo Raizen avrebbe fatto un passo verso le tenebre.


    Paura, non sono mai stato affetto da simile malattia, anguilla travestita da drago.

    Tuttavia, le ombre, per quanto tentasse di allontanarle, si facevano sempre più vicine, avide, gli strisciavano incontro come dei tentacoli tastando il terreno come se annusassero la presenza del Colosso e ne cercassero il corpo per avvilupparlo, lente, viscide, appiccicose: volevano quell’essere. Trovarono il tacco di Raizen mentre questo procedeva per il tunnel, inizialmente il Colosso neanche si rese conto del contatto se non per una lieve resistenza che non pensò di attribuire alle ombre, eppure, da quel piccolo punto una sgradevole sensazione gli si propagò in tutto il corpo: il freddo abbraccio della paura. Mordendogli da prima il tallone salì rapida andando a stringergli il petto in quel languido abbraccio con cui la paura sa tenersi stretta le sue vittime. A quella bestia impalpabile non occorreva essere forte, gli bastava il contatto per privare di forze la propria vittima e annichilirla, imprigionandola nel suo stesso corpo. La paura era una bestia orrenda, col viso orribile di ogni singola fiera che avesse un orrenda ancora nei ricordi del proprio passato. Il Colosso si fece umano, quasi rimpicciolendosi mentre si ingobbiva sotto il peso della paura, mentre il suo passo si faceva incerto e gli occhi scrutavano il buio cercando la fonte di quel terrore ormai palpabile, in ogni angolo, in ogni pietra, in ogni anfratto: nulla di nulla.
    Giunto forse a metà del corridoio quelle ombre si erano nutrite di lui quanto bastava a farle allontanare e fargli prendere una nuova forma, allentando lievemente la presa sulla sua mente, forse per via del fatto che ora riusciva a vedere qualcosa da temere e con cui sfogarsi, non solamente una sensazione dovuta alla paura stessa. La paura era decisamente qualcosa di troppo grande per essere affrontata senza nessun capro espiatorio. Fece roteare un istante un kunai sulla mano prima di lanciarsi su quella sagoma, non era la prima volta che vedeva una sua copia prendere forma dalle ombre, ci sarebbe voluto tanto ma l’avrebbe battuta, ne era certo, come lo era le altre volte. L’errore fu credere che quell’ombra potesse in qualche modo somigliare alla tecnica con cui Jotaro gli mise contro un suo alter ego, quando si scontrò con la sagoma infatti non accadde nulla, fu come attraversare il vuoto, anche se l’ombra pareva tutt’altro che immateriale mentre gli avvolgeva il braccio lasciandosi attraversare per poi aderire alla perfezione in tutto il corpo del Colosso, per poi sparirvi, come assorbita. Spaesato il konohaniano si tastò il corpo, lievemente dubbioso sull’accaduto, ma pareva essere tutto normale, solamente quando rialzò lo sguardo si accorse di essere totalmente immerso nella nebbia, visibilità zero, da li all’infinito. Era solo, disperso, infreddolito. Un orfano del mondo.
    Il piccolo drago però non avrebbe potuto vedere null’altro se non il Colosso scontrarsi con la sua controparte per poi accasciarsi al suolo, come se averse perso la sua scintilla di vita. Avvicinandosi avrebbe potuto notare della schiuma bianca sulla bocca di quest’ultimo e gli occhi totalmente bianchi, solo dopo qualche secondo il Colosso si sarebbe ripreso con uno scossone, allontanandosi a carponi dal rettile e premendo le spalle contro il muro, totalmente rapito dal terrore.


    Nebbia nebbia nebbia nebbia
    Solo bianco solo bianco solobiancosolobianco
    Tranquillotranquilotranquillo


    Ripeteva borbottando quasi come una cantilena mentre dopo aver preso la testa tra le mani si dondolava avanti e indietro.

    Forse qui non c’è forse nonc’è forse nonc’èforsenonc’èforsenonc’è

    Continuò mentre i suoi occhi frenetici analizzavano tutta la stanza. Se il piccolo rettile avesse provato ad interagire il Colosso l’avrebbe fissato qualche secondo per poi urlargli contro.

    NON LO VUOI SAPERE! NON VUOI SAPERE COSA HO VISSUTO!

    Si sarebbe chiuso in se stesso come se volesse strizzare via quei ricordi orribili, eppure la sua mente continuava ad essere ferita, ma a guardare bene intorno, ora la nebbia era svanita, non c’era ragione per continuare a brancolare nel terrore, quasi quella paura svanì lasciando nella sua mente solo una ferita cauterizzata.

    Sono…sono pronto.

    Avrebbe detto timido.
    Patetico, avrebbe detto di se stesso in quel momento se si sarebbe potuto osservare. Riprese a camminare lentamente, accelerando il passo mano a mano che la luce dell’uscita schiariva il tunnel. Correva nuovamente, a perdifiato, conscio che quella prova era ultimata.
    Andava tutto bene, era tutto liscio, correva verso la fine, ma improvvisamente si rese conto di una cosa: non gli interessava vincere.


    Portami, adesso, dal tuo capo.
    So che puoi farlo Yajirushi.
    In alternativa convocalo per avere salva la vita.


    Avrebbe parlato di spalle al piccolo drago, che sicuramente si era lasciato alle spalle durante la corsa, salvo girarsi mentre pronunciava l’ultima frase per incontrare gli occhi del rettile con i suoi, uno sguardo gelido che probabilmente Yajirushi avrebbe compreso se aveva ereditato la linea di pensiero dei suoi consanguinei. Era lo sguardo della più incrollabile tenacia, l’unico scheletro che poteva sostenere la vera forza.

    Adesso.

    Avrebbe aggiunto nuovamente indurendo l’espressione mentre investiva il drago con una corrente di vento.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Fatale epilogo

    Taci Arashi, cose ne sai tu della lealtà e della fiducia, voi draghi meridionali, l’avete persa tanto tempo fa e vivete nel risentimento e nell’ira, l’ira che vi corrode nel profondo, troppo codardi per riuscire a perdonare e troppo orgogliosi per provare a capire…

    Smise il mio occhio di lacrimare, non vi era più tempo e motivo di farlo e inoltre perdeva via via di sensibilità e a nulla sarebbe servito ogni tentativo di riaprirlo, provai per la prima volta un po’ di paura, ma non ebbi neppure il tempo materiale per assorbire tale sensazione che fui piegato sulle ginocchia.

    Heeeee, ehhhhh…

    Un suono gutturale, l’impressione che i polmoni vengano inondati di acqua e poi annaspi nel tentativo semplicemente di adempiere ad uno dei bisogni primari “RESPIRARE”
    Udì a malapena le parole del drago e capì la scelta di Raizen… Tradimento? No, non lo pensai per un minimo istante e nonostante la mia condizione le parole del drago mi facevano sorridere.
    Non conoscevo certo il ninja di Konoha, ma non avevo per un attimo dubitato sulla sua lealtà.

    Sei uno sciocco drago, se ha agito in questo modo avrà avuto le sue ragioni.

    Mi appoggia allo stipite della porta che si spalancò mostrando una nuova scalinata, vi era ancora una salita.

    ° non ci riesco °

    E non era un pensiero dovuto a semplice scoraggiamento, ma era il risultato di una condizione di estrema difficoltà a cui il mio fisico era sottoposto, troppo stanco per avanzare…
    Il chakra e la sua assenza aveva prosciugato pure tutte le mie energie,
    non mi reggevo in piedi.
    Eppure ero curioso di capire, capire cosa fosse successo a Masamune, cosa avesse spinto Raizen ad agire per quella via, non potevo cedere non avrei mollato.

    Non ha prezzo l’onore e in una guerra vince, chi riesce a farlo con onore, perché altrimenti sarai comunque un perdente, lascia che io possa fare liberamente le mie scelte Arashi… perché tu oggi parli ancora delle gesta di Masamune e mi sembra che ne parli con fierezza, seppur questo ha comportato per voi la condizione in cui adesso versate… non ha esitata a correre in soccorso degli altri draghi e non lo farò io, perché magari Raizen ha bisogno di me…

    Raccolsi le forze che mi erano rimaste, feci presa sulla porta e mi misi in piedi, ricurvo, ma questa volta in piedi, presi a salire, scalino per scalino ascoltando la storia del tradimento, finchè non fui nell’ultima stanza, in fondo ad essa un pozzo e sopra di esso una botola, l’uscita…
    Per la prima volta in quell’avventura lo scopo era finalmente a portata di mano o per lo meno così sembrava sino a che il drago andò avanti con la storia. Eppur sembrava che il mio destino fosse già scritto, mi ritrovavo nel drago nero e come lui mi sentivo di agire. Non avrei mai creduto, guardandomi dall’esterno tempo prima, di potermi trovare in una simile situazione. Il ragazzo, freddo, cinico e calcolatore non c’era più… o forse semplicemente latente, al suo posto, un bacucco sentimentale legato ad una flebile speranza di presunta onestà. Ma non mi importava.

    Stupido Masamune? Dovresti vergognarti, il folle sei tu, se pensi seriamente che vi fosse possibilità di scelta… che senso avrebbe la vita senza i valori d’amicizia e rispetto… sarebbe anarchia, sarebbe totale disinteresse degli altri a favore di un egocentrismo estremo, autodistruttivo e disarmante.
    Masamune ha vissuto, ha vissuto 1 giorno da drago e questo non è minimamente paragonabile ai 1000 da pecora che vivete qui oggi… codardi…


    Un cenno d’ira, lo scatto d’orgoglio…

    Spostati e lasciami passare.

    Mi spinsi oltre, avanzai. Come avanza un ubriaco, barcollando ma mai cedendo sino a raggiungere la scala a pioli, mi appoggiai ad essa, per non correre il rischio di cadere senza più rialzarmi…

    Affronterò l’antico male, ma stai certo Arashi che quando Raizen passerà. Mi troverà qui, folle o no, ad attenderlo…

    Pronunciai quelle parole con fermezza e già nella mia testa si fece strada un canto, che si fece pian piano più penetrante a tratti insopportabile, sino completamente a sentirlo nella testa. Poggiai una mano sul capo, per proteggerlo, tutto inutile quelle voci erano dentro di me.

     
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    È colpa tua. Ratty

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    [La Cima del Faro - I nodi vengono al pettine]

    [Raizen]

    Quello era il ruggito di colui che viveva nel Tempio Centrale, mi pare ovvio. Il primo e più potente tra tutti i draghi. Ma di lui non si sa più nulla, e ci è vietato pronunciare il suo nome. Spiegò il piccolo drago sibilando senza essere minimamente intimorito dalle parole di Raizen mentre saettava per l'aria. Sono storie che sono state tramandate nel tempo e ci hanno reso forti, senza dubbio, ma ciò non toglie che il dolore resta vivo e bruciante nel profondo del nostro essere! Dici di volerci incontrare tutti? Sciocco, non sembri aver capito che solo uno di voi due uscirà vivo dal Faro...e anche se fossi tu, davvero pensi che potresti sopravvivere per incontrare gli altri draghi? Sciocchezze!

    E presto imparerai che questa malattia chiamata paura la hai sempre avuta, piccolo umano.
    Non commentò in nessun modo alle azioni folli del ninja della foglia, nè ai suoi farfugliamenti mentre cercava lentamente di riprendersi dal trauma mandandolo a dormire nei recessi della sua coscienza. Si limitò a condurlo avanti non appena questi avesse avuto la forza di muoversi. Come ho detto, sopra di noi sta la cima del faro, quindi siamo arrivati, devi solo salire la scala a pioli.


    [Etsuko]

    Le sue ragioni? Sei uno stupido o forse hai battuto la testa? Per salvaguardare sè stesso ha scelto di farti patire la sua penitenza! Ecco cosa è successo! Ed è inutile che stai a rovesciare la storia che ti ho narrato! Masamune è stato un campione ed in cambio ha ottenuto solo sofferenza! Per un giorno da Drago ne ha dovuto vivere diecimila da perdente! Ci siamo chiusi in noi stessi per vivere in atttesa dlla nostra riscossa! Presto o tardi l'Antico Male tornerà alla carica e ci troverà pronti ad aspettarlo! Il drago ruggì la sua frustrazione intorno ad un fiacco Etsuko, sbuffando piccole nubi di fumo cariche di elettricità statica. Ma non c'era tempo di continuare quella discussione, perchè mentre la mente del Kiriano subiva un danno subdolo legato alla nenia della pioggia e del vento che giungevano a cancellare i loro ricordi.

    L'altro ninja sta salendo la scala. Sei libero di andare a tua volta.



    [Assieme]

    Salirono entrambi, sbucando assieme in un'ampia terrazza circolare al centro della quale stava un alto obelisco con un drago di pietra avvolto tutto intorno. Era la sommità del faro: una piattaforma rotonda esposta al vento e alle intemperie, continuamente circondata da nubi temporalesche in cui saette e sagome nere si incrociavano di continuo, segno che i draghi danzavano tutto intorno a loro in attesa della fine di quella brutale gara. Siete giunti. Contemporaneamente. Arashi e Yajirushi avevano ripreso a completare l'uno le frasi dell'altro, e danzando nel vento andarono a circondare l'obelisco centrale, invitando i due ninja ad avvicinarsi. Avrebbero avuto qualche secondo per parlare, se avessero voluto, prima che i due draghi annunciassero la fine della gara.

    Vi era stato detto. Che solo uno avrebe potuto vivere raggiungendo la cima. Siete stati giudicati. E solo uno di voi è stato giudicato degno. Pur essendo arrivati nello stesso momento. Colui che ha tradito morirà. Colui che non ha tradito vivrà. Poichè siete arrivati nello stesso istante. E' il peso delle vostre scelte a guidare il giudizio. Tuttavia la punizione del vinto. Verrà dal chakra del vincitore. Anche se questo dovesse ucciderlo. Sarà il suo chakra a risvegliare il boia! Improvvisamente il drago di pietra attorno all'obelisco si accese di striature rossastre incredibilmente sinistre, mentre le altre porzioni si facevano scure e il cuore di Etsuko perdeva qualche battito, prosciugato del suo chakra ed immobilizzato dallo shock.

    Il suo corpo sarebbe stato avvolto da una violenta scarica elettrica che avrebbe procurato gravi danni a contatto a chiunque tranne che a lui [Potenza 60] ma infine sarebbe rimasto quasi catatonico, con il chakra residuo ridotto a poco più che una scintilla, con il fulmine che ancora lo difendeva da qualunque cosa si stesse per scatenare in quel posto [Bassissimo Residuo]. In contemporanea un singolo occhio del drago di pietra sarebbe avvampato di una luce colma di intento omicida, prima di esplodere in una vera e propria nube temporalesca carica di lampi e fulmini, subito spazzata via da una folata di vento di indicibile potenza, fino a rivelare la sagoma di un drago maestoso, grande forse il doppio di Inazuma Sensoo, il drago che per primo li aveva "accolti". Si levi quindi il boia. Si sollevi Masamune. Il nostro Re Folle.

    E con un mostruoso ruggito la creatura zittì ogni tempesta

    Dark_Dragon_by_BrunoDeLeo



    La maestosa creatura portò il suo sguardo sui due ninja. Uno dei suoi occhi era orrendamente mutilato, ma l'altro avvampava di un potere antico e terrificante. Io sono Masamune. Io Giudico. Schiavo della sua follia ha scelto la pietra. Può risvegliarsi solo per brevi periodi di lucidità. Io vedo una Guerra in atto. E discerno chiaramente chi è protetto dai fulmini del Faro e chi non lo è. Avvicinò il muso a Raizen. Tu sei colui che ha perso la Guerra. Tu verrai divorato dal nostro potere... Lentamente, numerosissime scariche elettriche iniziarono ad avvolgere il suo corpo a gran velocità, elettrizzando l'aria, la pietra e le nuvole, prima di scaricarsi in una gabbia composta da centinaia e centinaia di lampo che avrebbe disintegrato ogni forma di vita in un'ampio raggio [100 fulmini colpiscono l'area. 20 fulmini alla volta, per 5 slot azione. Ogni fulmine ha potenza 50 ed è come un AaD scagliato con Forza Nera+2 tacche]
     
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    Scoprì con stupore che anche tra i draghi c’era dunque una voce in grado di levarsi al di sopra di ogni ragione, che vi fosse, tra di loro, un re.

    Il primo ed impronunciabile eh?
    Interessante.


    E forse anche la soluzione, si, la soluzione. Perché nonostante tutto il Colosso non era rimasto sordo a quella storia, e neanche cieco a quel racconto e al fatto che quelli che credeva dei fedeli compagni gli avessero nascosto tutto, da quell’avvenimento sino all’esistenza degli altri quattro templi. Tuttavia, una volta uscito dalla botola, ancora scosso dall’esperienza vissuta grazie all’ultima prova constatò quanto terribili potessero essere i piatti di una bilancia in equilibrio.
    I due ninja erano arrivati assieme, in perfetta sincronia, questo non pareva piacere ai draghi, men che meno a Masamune. Non potè sovrastare il rombare della sua voce, dei suoi fulmini, potè solamente tacere anche se probabilmente era in grado di poter pensare ad una controffensiva non era il caso di farlo con il cielo pieno di draghi troppo allegri.


    Non c’è nessuna guerra.

    Avrebbe ruggito Raizen prima di gettarsi sul kiriano, gli sarebbero bastati due balzi, uno per buttarsi incontro a lui afferrandolo, ed un secondo per gettarsi nella botola ancora aperta, era l’unico punto di salvezza in quell’inferno che stava per abbattersi sopra quel misero disco di roccia a strapiombo su chissà quale altura. Purtroppo il contatto con Etsuko non fu piacevole, appena lo strinse per portarlo via dall’inferno elettrico lui stesso subì un terribile contraccolpo, forse uno dei peggiori danni che avesse mai ricevuto, e pensare che neanche stava combattendo [6 leggere diffuse]. Dentro la botola era al sicuro, qualche metro lo separava dal furioso drago ed avrebbe avuto qualche secondo per pensare alla carenza di chakra che aveva reso il suo compagno di missione un vero e proprio straccio. Avrebbe preso velocemente un tonico dalla tasca per metterlo in bocca al kiriano, in mancanza di reazioni l’avrebbe persino spinto giù a mani nude.

    Raccontami, dimmi cosa ti ha svelato il piccolo drago, abbiamo un grosso problema li in alto, parecchio grosso.

    Avrebbe ascoltato qualsiasi risposta ricevuta prima di salire nuovamente la scala.

    Masamune! È veramente saggio e imparziale un giudice che non ascolta le ragioni del condannato? E mette in pericolo anche l’innocente? Da quando i draghi sono così avventati e poco inclini alla possibilità di redimersi?

    Avrebbe attaccato così, pronto a qualsiasi evenienza, a qualsiasi cosa avrebbe potuto fare quello che dicevano essere un pazzo in un momento di lucidità, nonostante il Colosso, non ne vedesse neanche un barlume. In quello che si era presentato come giudice supremo non poteva che esserci solamente un cuore pieno di risentimento. Sentimento che, nonostante l’impegno Raizen non riusciva proprio a sviluppare. Il Colosso sapeva odiare, sapeva fare il doppiogiochista, sapeva barare, sapeva essere un gran bastardo, eppure di vendicarsi non era in grado, non era in grado di serbare rancore, di chiudere le porte della sua anima e riempirla di odio sino all’orlo, persino il suo maestro che gli aveva tolto la vita era stato perdonato, forse. Ma perché questo succedeva? Come poteva essere così generoso e al contempo così avido? Semplicemente era più avido che generoso, perché, nonostante tutto in ogni situazione il perdono gli permetteva di aumentare il suo guadagno. Il suo impegno, la sua schiena dritta davanti ad ogni difficoltà, sempre più grande ogni volta che doveva timbrare la parola “perdono” sull’ultima cartella dello scaffale “tradimento” lo aiutava a fare un passo avanti, più in alto, ed ogni volta che saliva l’aria era più pura.
    Quella volta però non doveva essere lui a perdonare, quella volta si sarebbe dovuto far perdonare, era una prova intermedia che avrebbe testato la forza sviluppata da tutte le altre cartelle, da tutto quel peso.
    Infondo lo faceva solo per se stesso, per vedere cosa era in grado di fare, per vedere cosa aveva appreso, cosa le sue esperienze gli avevano trasmesso, cosa la sua vita lo aveva reso in grado di fare, il tutto per cosa? Solo per potersi dire, ancora una volta, “bravo” solo per potersi convincere ancora una volta che no, lui non era la prima nullità che passava li, che, no, ogni sua scelta era stata giusta. Che ogni scelta fatta in passato non poteva che essere corretta perché in quel bivio lui aveva scelto la retta via che l’aveva portato ad un’altra vittoria e non avrebbe mai interrotto quella catena così propizia, mai avrebbe sbagliato strada se non per mettere un piede dall’altra parte ed esplorare un terreno mai calcato. Lui avrebbe vinto. Per se stesso. Il resto del mondo era solamente la ciliegina su una torta di tre piani, perché gli bastava la sua voce, la certezza di aver fatto la cosa giusta era sufficiente che fosse data dalla sua voce, il resto era solo un coro che spalleggiava il solista, ma pur sempre una deliziosa aggiunta.
    Era egoista, tutti l’avrebbero detto, e probabilmente già tutti lo pensavano, ma lui, il Colosso, a questo ancora non ci era arrivato, dal suo punto di vista lui era solamente una persona retta che faceva il possibile per raggiungere i suoi obiettivi nella maniera più giusta, del resto ancora non si era ne domandato ne accorto, non si era accorto di essere intrinsecamente indipendente, solo, unicellulare.
    Si, unicellulare. Un organismo che, pur nutrendo una così scarsa conoscenza della sua persona, sempre più spesso e con maggior fervore, cercava di suggerire agli altri la via più corretta, proprio come faceva in quel momento, apparendo la persona più sincera e scevra da secondi fini del mondo.


    Non era una guerra, è vita, ed avvolte richiede scelte difficili. Ed osserva, nessuno è stato leso dalle scelte dell’altro.
    Puoi veramente chiamare questa “guerra” ?
    Nessuno si contende nulla, ne la vita, ne il piacere di dare la morte o sofferenza, per cui giudice, per quale reato mi condanni?


    Seppur teso come una corda di violino il Colosso parlava con serenità, ormai abituato ad interagire con creature la cui potenza andava decisamente fuori scala.

    Non cerco ne porto guerre, i tuoi figli però lo fanno. Voglio solo colmare la mia ignoranza che mi ha fatto apparire come portatore di sciagure. Voglio solo che mi racconti la tua storia e che mi permetti di salvare la vita al mio compagno.
    Se non riesci a credermi esaurisci il mio ultimo desiderio.


    Non poteva far altro che pregare di aver toccato qualche neurone particolarmente sensibile del drago utile a mondare la sua mente qualche buon palmo di nebbia, in modo che questo riuscisse a ragionare con più lucidità e magari mostrare a Raizen l’incrocio, la scelta, in modo che lui potesse nuovamente ottenere la sua vittoria, il suo “bravo” la sua goccia di anestetico, la sua medicina contro il mondo, il male che più di ogni altro si preoccupava di girare il coltello nella ferita. Nell’attesa soltanto qualche volta avrebbe portato lo sguardo alla botola da cui era uscito dopo avervi posto Etsuko, ancora aveva qualche violento tremito dovuto alla scossa ma riusciva a muoversi decisamente bene nonostante le bruciature che quel campo di forza che stava attorno al kiriano gli aveva provocato.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    La resa dei conti



    Ascoltai le parole del drago ma non capì, o per lo meno forse era stato lui a non capire… non aveva compreso che io avevo agito come Masamune, che non lo compativo per le scelte fatte, ma l’innalzavo per le gloriose azioni. Se poi queste azioni erano servite solo a renderlo pazzo, forse chi aveva salvato, avrebbe mostrato prima o poi una qualche riconoscenza.
    O forse era quello che io mi aspettavo da Raizen?
    Lo vedevo il foglioso, era infine giunto e con esso cessò pure la frustate melodia che mi sconvolgeva i pensieri, riuscimmo insieme a raggiungere la cima del faro, lo guardai, non avevo il coraggio di chiedere il motivo delle sue scelte, non ebbi neppure il tempo di farlo.
    La nenia recitata dai draghi gemelli, proseguì, come una rappresentazione teatrale o meglio come un rituale sacro…
    Compresi quello che sarebbe avvenuto e il terrore mi si disegnò negli occhi.
    Era davvero quello l’epilogo? Possibile che i draghi non mostrassero un briciolo di sensibilità?
    Possibile che il loro di risentimento fosse più grande del mio che avevo rischiato di restare ucciso dalle sue scelte?
    Non poteva essere vero.
    Fui avvolto da un campo di luce, una energia forte e rassicurante, seppur invece il chakra defluiva dal mio sistema circolatorio, rendendomi ormai un vegetale, neppur la forza di restare in piedi, così barcollai vistosamente.
    ° è finita… °
    Mi sentì abbandonare, scivolare nel vuoto, secondi interminabili in cui come un’estranio osservi il tuo corpo dall’esterno, privo di forze, privo di vigore, privo di luce… e fu il buio.

    […]

    Un sasso, come un sasso piatto che rimbalza sull’acqua, in bilico e tenuto in gioco da due forze composte, tensione superficiale e il moto di spinta originario, così vagavo tra la vita e la morte… ma si sa, il sasso è destinato ad affondare, rassegnati Etsuko, è questo il tuo destino, a cosa serve lottare per qualcosa di inesorabile, per qualcosa di immutabile… asseconda questo sogno, lasciati sprofondare negli abissi della dimenticanza.
    Così il mio corpo si ritrovò in un mare, tutto attorno era blu, sempre più blu, la superficie appariva lontana… tesi la mano quasi a rimpiangerla eppur laggiù non si stava poi tanto male, un tenue torpore, il silenzio, quella calma che mai, nemmeno nei miei pomeriggi solitari a casa Akuma, era stato possibile riprodurre. Infondo forse stavo meglio laggiù, chiusi gli occhi…
    Etsuko, dormi, dormi, ormai è finita…
    E poi la stretta potente di una mano mi afferrò il collo e mi spinse in alto…
    E ad un tratto mi ritrovai indietro.
    BENTORNATO ALL’INFERNO

    […]

    Eravamo al chiuso, al riparo, riaprì gli occhi e vidi la botola, la stessa da cui eravamo arrivati, Raizen mi parlava ma il suono della sua voce mi arrivava ovattato…

    Cosa ti agiti Foglioso, tanto non ti capisco… dammi un secondo…

    La mia richiesta era forse stata eccessiva? Cosa poteva mai essere qualche secondo? La gente normalmente ne sprecava in abbondanza, ma in quel momento, in quella stanza, il tempo scorreva in modo esponenziale e fuori l’ira di un drago primordiale avrebbe potuto spazzarci via da un momento all’altro…
    Ascoltai la sua domanda, adesso le sue parole erano chiare…
    Avrei voluto ribattere, avrei voluto chiedere
    PERCHE’…
    Perché mi hai tradito? Perché l’hai fatto…
    E invece non lo feci e le mie parole scorrevano come un fiume dalla mia bocca, cercando di non tralasciare nulla, cercando di ricordare ogni minimo dettaglio… così raccontai di Masamune, del complotto, del suo sacrificio, dell’occhio e nel farlo sfiorai il mio ormai perso…
    Insomma non tralascia nulla. [Etsuko racconta a Razen, tutto quello che Akashi gli ha riferito]
    E lui agì…
    Possibile che Masamune, che in passato aveva sacrificato tutto, ora non riuscisse a comprendere il suo desiderio?

    Urlai… affinchè il drago potesse ascoltarmi…

    Masamune, placa la tua ira… preserva le tue forze, non è lui il tuo nemico… e soprattutto non lo è per me…
    Non c’è lotta se i due contendenti non si combattono, non ho mai pensato di voler giungere per primo su questo faro, non l’ho mai fatto senza preventivare che avrei atteso il mio amico qui. E adesso mi appello a te supremo giudice, È giusto esprimere un giudizio riguardo a due persone che non chiedono di essere giudicate, che non hanno complottato mai l’uno verso l’altro e soprattutto che sono amici… ?
    Guardami Masamune, ho sacrificato il mio occhio, la mia mente… non lasciare che tutto questo sia vano…
    Lasciami lottare per quello in cui credo, non privarmi del motivo della mia lotta… lascia che sia io stesso giudice delle mie azione, come in passato lo sei stato tu delle tue.
    Non portare rancore, non verso di noi, che nulla abbiamo a che fare con la tua storia.
    Non trasformarti in fautore del nostro destino, non c’è giudizio qui che tu possa esprimere.


    Lacerai con la mia voce, il silenzio di quella stanza e lasciai che quel suono giungesse all’esterno, sperando che quella preghiera fosse ascoltata.

     
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    È colpa tua. Ratty

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    [La fine della Guerra]

    Quando i due ninja emersero dalla Botola Masamune li fissava con attenzione, mentre l'energia elettrica crepitava tutto attorno, in una minaccia costante. Probabilmente il boia non avrebbe avuto il minimo problema nel generare un attacco ancora più potente e distruttivo. Io sono il giudice, e le tue azioni parlano per te. L'uomo che hai accanto ha sacrificato tutto di sè pur di non ostacolarti, mentre tu hai rifiutato di compiere questo sacrificio. Tu lo hai danneggiato, e questo avrebbe potuto ucciderlo, ma a te non importava. Sei colpevole e non c'è ragione che tenga, poichè avevi la libertà di decidere, e hai scelto di fare del male a un tuo simile. Non c'è redenzione per questo. Noi non crediamo nella Redenzione. E lo scudo di fulmini del Faro protegge l'uomo con un occhio solo, egli non corre pericolo, e se non fosse stato per il danno che TU gli hai inflitto, lo scudo non lo avrebbe debilitato tanto.

    Ancora una volta, la colpa è tua, umano.
    L'aria elettrica si fece ancor più vibrante di intento omicida, mentre le parole di Raizen cadevano nel vuoto. Continuava a dire di non aver partecipato a una guerra, ma era stato lui a scegliere di ferire l'altro pur di sopravvivere ed andare avanti, e questo era imperdonabile. La tua ignoranza non è la causa della sciagura. Il vero male sta nel tuo animo nero e corrotto La Guerra lo ha dimostrato, e dovresti essere tu ad affrontare la tenebra che hai generato. Ma non ne avrai occasione: pagherai per il male che hai fatto, questo è il risultato della Guerra! Decine di fulmini presero nuovamente forma, scatenandosi contro i due ninja e stavolta avrebbero avvolto l'intera struttura, condotti dalle pareti come fossero metalliche.

    Un attacco che non avrebbe lasciato scampo a Raizen, ma ecco che qualcosa, o per meglio dire qualcuno, si frappose a quel Giudizio Finale, con un grido che arrivò a sovrastare il crepitare dell'elettricità: il Vincitore, ripresosi grazie al tonico, aveva urlato il suo dissenso, fermando tutto. Masamune e gli altri draghi si avvicinarono con un movimento sinuoso man mano che Etsuko parlava, con i tuoni lontani come unica colonna sonora. Alla fine fu il Giudice stesso a dare la sua risposta, dopo aver fissato in silenzio quell'umano per un lungo tempo Sia come desidera il vincitore allora. Dal cielo e tutto intorno si levarono le voci irritate dei Draghi che chiedevano un'esecuzione!

    SILENZIO! Bastò quel ruggito del Drago con un occhio solo per ammutolire l'indignazione dei suoi simili. Egli ha vinto la Guerra. Egli ha il diritto di scegliere. Guardò Raizen, con gli occhi rossi carichi di minaccia E tuttavia non posso accettare che il tradimento passi impunito. La tua vita è salva, umano, ma non vi sarà pace per te fino a quando non avrai posto rimedio ai tuoi errori. Spalancò le fauci, mentre dal profondo della sua gola un gran numero di scariche elettriche andarono a convergere sull'occhio rimasto del ninja di Kiri e sullo stesso occhio del ninja di Konoha. Non fu doloroso, ma certo lo shock subito fu notevole, dato che entrambi impiegarono quasi un minuto per tornare a vedere come prima. E voltandosi a fissarsi l'un l'alto, avrebbero potuto notare come quel fulmine avesse lasciato una sorta di cicatrice nel loro iride, cambiandone persino il colore.

    thunder_eye_by_BayerTE1



    La mia maledizione lega il vostro sguardo in un rapporto di sudditanza. Se sarete vicini, questo sarà l'aspetto dei vostri occhi. Tu, ninja traditore, non potrai mai mentire sotto lo sguardo del ninja con un occhio solo, e dovrai obbedire ai suoi ordini. In caso contrario, perderai la vista in maniera definitiva. Solo quando il tuo debito sarà stato ripagato sarai libero dalla mia maledizione. Questo è ciò che ho deciso. Alcuni draghi esultarono, mentre altri sembravano infastiditi da quella clemenza, ma non esisteva alcun modo di rovesciare il verdetto.

    Quindi il singolo occhio rosso di Masamune si poggiò sul ninja di Kiri, ignorando qualunque lamentela per quella maledizione. Questo tuo cieco attaccamento...questa tua cieca fiducia. Mi ricordano molto me stesso. Non ho modo di restituirti l'occhio perduto, ma forse conosco chi può farlo. Il drago avvicinò l'enorme muso al volto di Etsuko, mentre vapore carico di elettricità statica usciva dalle sue narici, avvolgendo il corpo del Kiriano. Tempo fa un gruppo di ninja penetrò nel Faro alla ricerca di tesori. Non c'era molto che potesse far gola a degli umani, ma comunque rubarono diverse cose. Parlo dei Profanatori perchè avevano una caratteristica che potrebbe tornarti utile: sembrava che fossero privi della vista ma improvvisamente riuscivano ad attivare diversi Jutsu oculari, ogni volta diversi. Forse se riuscissi a trovarli potresti riottenere quanto hai perduto.

    Perchè aiutarlo? Non è corretto aiutarlo. Egli ha vinto la Guerra. Si, ma ha scelto di graziare il nemico come premio. Il grande drago si voltò per fissare il suo simile con l'unico occhio buono. Poi abbozzò un sorriso, terribile quanto i suoi denti affilati. Allora dovrai perdonare la follia che certamente sta rimontando nella mia mente, dato che ho deciso di fare un dono a quest'umano. Un...dono? Informazioni. E aiuto. Ha superato la Guerra senza che ci fosse un singolo decesso, dunque merita un premio. Il più grande che potrei conferire! E con un terribile ruggito evocò una selva di fulmini tanto simile alla precedente da poter scuotere gli animi più forti, ma si trattava di scariche del tutto innocue, che scivolavano sul corpo lasciando appena un lieve formicolìo, fino a concentrarsi tutte in un solo punto davanti ad Etsuko, abbagliandolo al punto da ferire la vista.

    E quando la luce sparì, davanti al ninja stava un piedistallo in cristallo, avvolto da continue scariche elettriche e con un singolo, elegante ed elaborato rotolo nero appoggiato sopra.

    Questo è ciò che ho deciso. QUALCUNO CONTESTA LA MIA SCELTA? Gridò poi, più forte di qualunque tuono. E solo il silenzio rispose.
     
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    La guerra si paga con le ferite







    Il Colosso non mosse neanche un dito durante le azioni di Masamune, restò immobile, persino quando venne l’occhio suo e di Etsuko vennero legati assieme.

    IO ho danneggiato il kiriano?
    Hai portato avanti una guerra senza neanche una perdita, ma fatti chiedere, nessuno si è ferito?
    La guerra comporta sempre qualche perdita, e la più grave del mio compagno non l'ho causata io, anche se ammetto di averlo ferito, ma con lungimiranza.
    La perdita subita da Etsuko è stata momentanea, contro la mia che sarebbe stata permanente, la differenza? Forse la tua esperienza non può quantificarla in questo momento?
    Osservalo.
    È di nuovo in piedi grazie ad un'unica pastiglia, mentre io, che per qualità fisiche gli sono superiore sarei stato menomato per sempre, sarebbe stato saggio essere menomati se avessi dovuto proteggerlo?
    Non sapevo cosa fosse in grado di fare il fulmine, ma l’ho tratto via dal tuo attacco a costo delle sofferenze che quella specie di gabbia che gli hai dato mi hanno inferto.
    Io non ho avuto la possibilità di decidere e ho scelto la migliore scelta strategica e tu continui ad impedirmi di dimostrarti la sua validità.


    Ancora immobile.

    C’è un unico problema. Tu sei forte, circondato di sudditi che ti spalleggiano.
    Io qui ho un unico alleato, dal cuore buono, che preferisce mettere le mani in tasca prima di ledere il prossimo. Tuttavia, non tutti hanno avuto la sfortuna di conoscere la guerra, tra due soldati è meglio che sia il più forte a non avere danni fisici, solo così potrà salvare il più debole.
    Ma tu, Giudice, non lo comprendi, e la ragione sarà sempre la tua.


    Fece un passo avanti.

    Per questo tu e i tuoi fratelli siete divisi dall’odio e dal rancore.
    Nonostante le scaglie siete molto più umani di quanto non dimostriate.
    Il punto è: la tua cicatrice è veramente insanabile?
    Oppure la stai tenendo perché ti piace mostrare al mondo quanto la TUA giustizia sia tenace e inamovibile?
    Di quanto il tuo sacrificio sia stato grande?
    Tutto è niente sin quando non si arriva alla morte.


    Fece un altro passo, era ormai ad un solo passo dal volto del drago.

    E io sono ad un passo dalla morte.
    O da una delle morti, che dir si voglia.
    Dici che non c’è spazio per la redenzione, ma è proprio quella che segna la tua pelle.
    Ti dirò un nome, non so se tu lo conosca, se lo ignori o se sia addirittura proibito dirlo in questo preciso punto del mondo: Tekuro.


    Avrebbe atteso una risposta o una reazione qualsiasi per continuare.

    Ha salvato me dalla più totale e deviante follia, come potrebbe non essere in grado di salvare TE?
    Un suo simile, un organismo che conosce sin dalla sua nascita?
    La risposta ti sfregia il volto come ho detto prima: redenzione.
    Ma non l’accetti.


    Si girò verso Etsuko.

    Sei il vincitore, complimenti.
    Ma se vuoi essere lungimirante oltre che fortunato e di buon cuore, dammi una mano.


    Dopo quella piccola richiesta di spalleggiamento si voltò nuovamente verso Masamune.

    Stringi un patto con me.
    Dammi la possibilità di dimostrarti cosa voglia dire “redenzione”
    Lascerai all’occhio le cicatrici, ma impedirai ad Etsuko di impormi degli ordini, se non quelli che preservino la sua vita, di modo che io non possa lederlo. Ma se io tornerò prima di due mesi senza di esse darai a me un’opportunità, per cosa lo vedrai, altrimenti, mediante quello.


    Ed indicò il rotolo sul piedistallo.

    Potrai venire a prenderti la mia vita, così come questa sfida pretende. Dopotutto non ti sarà difficile grazie al tuo esercito, altrimenti puoi anche tracciarmi un sigillo di richiamo inverso.
    È un buon affare, no? Lo faccio solo per parlare con i tuoi stessi vocaboli, la forza per aiutarlo a rimediare al sacrificio che ha fatto per me non arriverà certamente da un patto simile.
    Puoi accettare, Masamune?


    Attese una risposta dal drago, e magari un aiuto da Etsuko per far si che quel patto venisse stipulato.
     
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    Totale indignazione

    Fui avvolto da una scarica di fulmini, si concentrarono nel mio unico occhio ancora provvisto della possibilità di vedere e lo resero cieco, cieco solo per lunghi interminabili attimi… che terribile sensazione.
    Non appena mi fu riconcessa la vista, scrutai nell’occhio del mio alleato il risultato della azioni di Masamune.

    Una Maledizione…

    Comprendevo quel drago, eccome se lo comprendevo… ero io stesso interdetto dal comportamento di Raizen, ma non avevo indugiato, perché questo gli sarebbe costata la vita. Chissà se avrebbe fatto lo stesso il Foglioso, ma ormai cosa importava, era salvo, maledizioni a parte…
    Non doveva preoccuparsi, non gli avrei chiesto nulla in cambio, per quel che mi riguardava le nostre strade si sarebbero separate non appena usciti da quel luogo. Ero deluso dal suo comportamento e per non bastare le parole che pronunciò in seguito servirono solo a peggiorare la situazione.
    lo fissai attonito…
    Fa parte della guerra… il più debole che protegge il più forte per essere salvato… mi aveva danneggiato in modo momentaneo???
    Ma quanto era stato calcolatore, freddo e cinico?
    Un brivido mi attraversò la schiena e la rabbia montò nel corpo sino a farmi stringere i pugni e a sussurrare poche e semplici parole…

    Io… io… non ho esitato un attimo a sacrificare il mio bene più grande Raizen…
    Mi è stata posta la tua stessa possibilità, le scelte son state diverse, non ti biasimo. Ma per lo meno abbi la sensibilità di non ridurre il tutto al fatto che… Etsuko l’ha fatto per proteggere il più forte per poi essere salvato.
    Perché?
    Perché semplicemente non è così…
    Perché Etsuko aveva la possibilità di vincere questo infame gioco, ma ha preferito aspettare a discapito di un altro bene prezioso… i miei ricordi…


    Feci un passo verso il drago.

    Si, Masamune, son d’accordo, spezza questa maledizione, ma non perché è lui a chiederlo ma perché non ho bisogno del suo aiuto, a dimostrazione che il più debole a livello fisico, non necessariamente è il più debole.
    Non mi pento del sacrificio che ho fatto, lo rifarei altre mille volte… sai Masamune, non solo le mie azioni ci accomunano ma probabilmente anche la follia che inebria le nostre menti…

    Sorrisi
    e quello fu un sorriso amaro.

    Avevo fatto tesoro delle parole del drago, mi aveva ridato la speranza, la speranza di poter riusare il mio occhio… la speranza che avevo perso qualche metro più in giù in quella folle risalita.

    Puoi dirmi qualcosa di più su questi ninja, Masamune?

    Ma le sorprese non erano terminate e la cosa che successe dopo fu del tutto inaspettata e quanto mai gratificante…
    IL ROTOLO
    Il rotolo completamente avvolto da fulmini, intarsiato e nero come la pece, poggiava su quel piedistallo di cristallo…
    Quel rotolo che suggellava il patto di richiamo con quelle creature.
    Mi avvicinai e lo sfiorai, avvolto dal silenzio che si era diffuso su quel faro, neppure il rombo dei tuoni in lontananza poteva scalfire quell’irreale quiete.

     
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    [La Tempesta Perfetta]

    Con un boato simile ad un tuono il grande drago interruppe il discorso di raizen, avvicinandosi a lui con i denti in bella mostra. COME OSI RIVOLGERTI A ME IN QUESTO MODO? ARROGANTE PICCOLO UMANO, CREDI FORSE DI AVERE IL DIRITTO DI GIUDICARMI E TRATTARMI DA PARI? IO SONO IL GIUDICE E TU SEI MENO DI UN INSETTO DAVANTI A ME! DOVRESTI INGINOCCHIARTI E RINGRAZIARE PER AVERE ANCORA LA VITA, MA SONO CERTO CHE PRESTO O TARDI QUESTA TUA ARROGANZA SARA' LA TUA FINE!

    TACI IN MIA PRESENZA, E NON OSARE MOSTRARTI MAI PIU' DI FRONTE A ME! NON CI SONO PATTI CHE TU POSSA PROPORRE E NON CI SARANNO ULTERIORI DISCUSSIONI!
    Non serviva essere dei geni per capire che la corda era estremamente tesa, e qualunque parola, fosse anche un "mi dispiace" avrebbe reciso definitivamente l'unica possibilità che restava per Raizen di uscirne illeso, senza che tutti i Draghi del Faro lo assalissero. Masamune aveva messo bene in chiaro come non gli importassero minimamente le parole e le argomentazioni del Foglioso, anche se di lì a poco anche Etsuko avrebbe aggiunto qualcosa di suo...e sembrava che per il Kiriano invece quelle parole avessero un peso.

    Un peso particolarmente gravoso

    Come tu dici, shinobi. Annuì Masamune, senza degnare ulteriormente di attenzione il ninja di Konoha ed appoggiando in pieno quello di Kiri. Tuttavia non esaudirò la tua richiesta. La maledizione rimarrà, poichè questo gretto individuo deve apprendere cosa significhino l'umiltà e il sacrificio. Ad ogni modo, il legame sarà spezzato quando tu riavrai ciò che hai perduto, pertanto puoi scegliere di non sfruttarlo fino ad allora, se lo desideri.

    Temo piuttosto di non poterti dire altro sui Profanatori, se non che vennero più di cinquant'anni fa...o forse erano centocinquanta, non saprei dire, ed erano in quattro, vestiti con abiti poco appariscenti, anche se ognuno di essi aveva un tatuaggio sul corpo, che riuscimmo ad osservare durante gli scontri. Questo tatuaggio era semplicemente un nome: Hayate. Ma non so cosa rappresenti.


    Ed infine il momento dell'evocazione dl rotolo ed il contratto che legò il ninja di Kiri ai Draghi del Faro Meridionale. Dunque il tuo nome è Etsuko. Interessante. E' un onore fare la tua conoscenza...ma ora il mio tempo sta per finire: sento la follia montare come un'ondata di marea e non posso arrestarla. Un concerto di tuono nel cielo annunciava una qualche catastrofe imminente. Puoi riposare nelle sale inferiori del faro, poi usa pure il legame che ora esiste tra noi per chiedere a uno dei draghi di scortarti altrove. Stai certo che ti tratteranno con rispetto, anche se troverai una grande freddezza nel loro cuore...non aspettarti di trovare degli amici fraterni...e ora andate. Arashi e Yajirushi li avrebbero scortati attraverso una botola sino ad un ambiente composto da numerose stanze e corridoi, probabilmente pensati per gli uomini che prestavano servizio al Faro molti anni rima. Qualche branda in pietra e dei rozzi tavoli erano tutto ciò che restava.

    Riposate. Ma dubito che riuscirete, ora Masamune sta per dar sfogo alla Follia. Ed infatti sarebbe cominciato, dapprima con un sordo fragore e poi con una vera e propria esplosione perpetua, la più colossale tempesta a cui i due ninja avessero mai assistito, che durò ininterrottamente per tutta la notte, con fulmini che illuminavano a giorno quella cascata di acqua fittissima. Il potere di Masamune, privo di vincoli, era impressionante, almeno quanto i suoi ruggiti mostruosi, che sovrastavano persino i suoni assordanti di quella'uragano. Quando tutto sarà finito tornerà nella pietra, e sarete liberi di andare...

    Quell'avventura, comunque, era terminata.

    The-2013-Perfect-Storm-Scenario-Is-Unfolding-Right-Before-Our-Eyes



    I Guardiani dei Punti Cardinali
    Cronache Dei Draghi Millenari



    South - Black

    Raizen Ikigami ed Etsuko Akuma di Kiri devono investigare sullo strano Tempio da poco scoperto, dove il ninja di Konoha ha vissuto un'esperienza paranormale ed incontrato il Clan dei Draghi Bianchi. Per un gioco del destino, però si trovano in una struttura speculare abitata da Draghi Neri che li obbligano a sottoporsi a una terribile sfida a tempo, costellata di penitenze e scorciatoie. Alla fine Etsuko sacrifica uno dei suoi occhi, ma viene dichiarato vincitore dal giudice supremo: il Drago Masamune.
    Sceglie di risparmiare Raizen come premio per la sua vittoria, ed in cambio gli vengono offerte informazioni su come guarire l'occhio ferito, oltre ad un'alleanz col Clan dei Draghi Neri.
     
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