Una Proposta che non Puoi Rifiutare[Contratto][Ryuhwan]

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  1. Yami Kaguya
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    La lunga Strada verso Casa


    Taki. Un villaggio il cui nome, ora è sulla bocca di tutti. Una missione finita male, un rischio inutile, dei risultati catastrofici. Chi era sopravvissuto lo doveva solo a sè stesso, e appunto affidandosi solo alle proprie gambe, ognuno dei Ninja coinvolti non potè fare altro che tornare indietro, ritirarsi, e abbandonare quello che ormai era solo il teatro di una sconfitta che sarebbe potuta culminare con la propria morte.
    Il piccolo Ryuhwan, tra questi, apparteneva a quella cerchia di Shinobi la cui "casa", era decisamente uno di quei luoghi che dalla Cascata, richiede numerosi giorni per poter essere raggiunta.
    E come sà ogni guerriero la cui fazione viene sconfitta mentre lui è sul campo di battaglia, la ritirata può diventare una battaglia sanguinaria e feroce quanto lo scontro sul campo da cui si era appena usciti vivi.

    [...]

    Siamo tristi. A tratti disperati, se volete. Ma soprattutto... siamo soli.
    Forse voi non potete capire, la tragedia che ci ha colpiti. Nemmeno noi, lo capivamo, e di certo non è mai stato nostro desiderio apprendere cosa comporta questo stato d'animo.
    Tuttavia, la tragedia ci ha colpiti. Il nostro protetto, è caduto alla Cascata. Ne abbiamo seguito le gesta per molto tempo, tanto da nutrire la più assoluta fiducia nelle sue capacità. Credevamo di poterlo seguire fino a una fine degna.
    O se non altro, una fine che non arrivasse tanto presto.
    Eppure, abbiamo dovuto assistere al colpo mortale, alla sua morte lenta e dolorosa. Abbiamo vegliato il suo cadavere sino a che qualcuno, oltre a noi, ha narrato le gesta di chi ha combattuto ed è caduto per ciò in cui credeva.
    Dopodichè, abbiamo dovuto lasciarlo andare, e ora siamo qui, di nuovo con voi. A osservare un mondo, in cui il Singolo non esiste.
    Sentiamo rumori di vita tutto attorno a noi, ma non ce ne preoccupiamo. Siamo intangibili, inudibili, invisibili... siamo spettatori senza possibilità di cambiare la trama dell'opera, e che non possono esserne influenzati.
    A che scopo dunque preoccuparci, quando sentiamo dei passi dietro di noi? Non ci riguarda, non da quando Lui è morto, e noi non abbiamo nessuno.
    Nulla, ha più importanza, quando ogni essere vivente ha ora ha la medesima importanza.

    Eppure, il rumore non è solo di passi. Avvertiamo ansimi, un rumore simile a quello di un gufo... anzi, più di uno.
    Fissiamo il cielo, notando il sole di mezzogiorno che cerca di proiettare un'ombra su dei corpi che non hanno corpo. E ragionando sulla rarità di sentire quello che sembra un branco di gufi dal rumore che provoca, ci voltiamo, diamo interesse a qualcosa.
    E non ce ne pentiamo.

    [...]

    Sono passate tre ore, da quando abbiamo iniziato a seguirlo. E di esse una è trascorsa, dal momento in cui ci siamo fermati di nuovo. Lui è fermo come noi, o meglio siamo noi a essere fermi perchè lo è Lui. E' in attesa... e non si muove. Chissà quanto a lungo rimarrà fermo qui. Non ci interessa, in quanto Lui, è ora ciò che ci interessa. Rimaniamo accanto a lui, ad osservare ciò che ha posto sul sentiero. Una piccola civetta, con un'ala dilaniata, e che pigola debolmente in cerca di aiuto o chissà, forse di una fine per quella tortura a cui è sottoposta.
    Abbiamo assistito con interesse, alle sue preparazioni. Non proviamo pena per l'animale, quanto curiosità per quel bizzarro essere, quella bizzarra scelta che ha fatto, e oltremodo le sue bizzarre condizioni fisiche.
    Tuttavia non è più ora di concentrarsi solo su di Lui. Qualcuno stà arrivando, lo percepiamo. E dunque rimaniamo in silenzio, per quanto non vi sia modo per noi di intralciare o fermare il nostro nuovo protetto.
    Attendiamo, così come fà lui. E mentre la piccola civetta continua a pigolare, osserviamo come la nuova storia a cui stiamo assistendo, proseguirà nel prossimo capitolo con l'arrivo del co-protagonista.



     
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  2. Ryuwhan
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    Chi si vede e chi si ignora


    Chi non si vede ma non ti ignora


    La guardia cade sotto il peso della sublime forza del senzatetto; le sue gambe cedono ora che la zona dal perineo al plesso solare è stata squarciata, ora che l'ultimo colpo di kunai ha perforato la vescica e l'odore di urina ha cominciato a riempire l'aria di questa notte maledetta.
    Mentre gli ultimi istanti di quella patetica comparsa e delle altre due guardie si consumano in un unico lago di sangue e feci, Ryuwhan è già schizzato via, fino alla base della torre: seguendone le forme arriva nel punto dove Akimaru avrebbe dovuto atterrare la sua (unica) guardia. La comparsa è lì, priva di coscienza, ma del Ciclope nessuna traccia.
    Subito il senzatetto sonda la mente della comparsa, ma anche i suoi ricordi non presentano il viso del Ciclope.
    E gli altri due? B&N e L'anonimo? Dovevano essere lì con lui, a ciascuno spettava una di quelle patetiche guardie, eppure ora solo i fendenti di Ryuwhan tappezzano i loro corpi.

    All'interno dell'oscurità e dell'erba fin troppo alta il bambino cerca di scorgere le figure dei "compagni". Niente.

    Cosa fare, dunque? Continuare la missione? E come?
    La risposta nostro malgrado arriva subito: Cloni D'acqua, e su ciascuno di essi una trasformazione, così da renderli uguali alle patetiche guardie. Un grande dispendio di chakra, certo, un infinito pericolo, ovvio; eppure ecco che il bambino comincia a nascondere i corpi delle guardie dentro l'erba, pulisce il sangue grazie alle sue tecniche acquatiche e si dirige verso il fiume che divide le due torri dal villaggio.

    Deve fare attenzione a non avvicinarsi troppo al ponte, quello che poi avrebbe dovuto far saltare, o sarebbe stato scoperto. Tre cloni d'acqua, copie perfette del senzatetto, un gruppo buffo e letale al tempo stesso.
    Il gruppo di bambini si dirige silenziosissimo ancora una volta alla base della torre. Prendere le loro sembianze è un gioco da ragazzi, ma il chakra esiguo che era riuscito a donare alle copie era sufficiente solo per pochi minuti di trasformazione. Una tecnica alquanto scomoda, quella. Siamo sicuri che Ryuwhan abbia già preso la decisione di rimpiazzarla al più presto con una meno "problematica". Di recente abbiamo l'impressione che le tecniche del Letamaio gli stiano sempre più strette...



    [...]



    Non sappiamo il motivo per il quale il senzatetto abbia deciso di prendere questa strada. Normalmente la via più veloce sarebbe stata quella già battuta; eppure chi è stato più volte catturato e rapito come Ryuwhan sà che non c'è luogo più ghiotto per i bracconieri che una piatta e visibile strada di pietra. Certo, non che il bambino non sappia decapitare o dilaniare il corpo di qualche bracconiere, ma sembra ormai più un'abitudine che altro, un riflesso condizionato.

    Ma spesso le abitudini portano sciagure, specialmente quelle più radicate. Ed ora che dei rumori nefasti riempiono la foresta nella quale in bambino si è venuto a trovare, sappiamo che il dogma è stato rispettato appieno.
    Ryuwhan si blocca di colpo, estrae ben tre kunai, mentre il suo sguardo è fisso su qualcosa. Ne seguiamo la linea visiva fino a che non vediamo l'orrore ad una manciata di metri da noi: un ripugnante volatile, appollaiato sul sentiero semi battuto, in posizione fin troppo ravvicinata per i nostri gusti ci scruta, o meglio, scruta Ryuwhan, poiché noi siamo invisibili e intangibili.
    Spostiamo nuovamente il nostro sguardo su Ryuwhan, e quella che prima sembrava lieve sopresa sul suo viso si è tramutata in terrore misto a profondo disgusto e odio. In realtà il cambiamento è impercettibile sul volto apparentemente impassibile del bambino, ma noi lo vediamo (e lo sentiamo) con molta facilità.

    Ora si calma, forse ha compreso la situazione, il suo volto è di nuovo impassibile. Getta un'altra occhiata al mostro, lo facciamo anche noi.
    Vediamo che in realtà l'immonda creatura è impossibilitata a muoversi a causa di una ferita piuttosto grave all'ala. Ce ne rallegriamo, e così fa anche il bambino.
    Normalmente avrebbe già scagliato i Kunai sul volatile; decine di uccelli sono periti in quella maniera senza neppure aver compreso il perché. Ryuwhan però non ha bisogno di sprecare dardi per quella rivoltante creatura, dato che presto esalerà l'ultimo respiro da sola.
    Il bambino è più crudele di qualsiasi entità malvagia in questo momento, e si rallegra del fatto che il volatile morirà dissanguato fra atroci sofferenze; non c'è motivo di salvarla dal dolore regalandole una morte repentina.

    Il senzatetto riprende il viaggio scattando via lontano da quell'area, e non si guarderà mai più indietro.
     
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  3. Yami Kaguya
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    Mundo Mochuelo


    Ci scopriamo sorpresi. Il co-protagonista, è un bambino. Sembra stanco, affaticato, in un primo momento. Ma la nostra sorpresa non è per come il Destino abbia deciso di renderlo il co-protagonista della storia, quanto per come il suo sguardo muta, dinanzi alla piccola civetta. Non lo vediamo, ma qualcosa è cambiato, e sembra impensierirlo. Non ne cogliamo il motivo, ma qualsiasi cosa ne abbia increspato l'espressione in maniera quasi impercettibile per occhi meno allenati, ora sembra sia sparito con la stessa rapidità con cui è comparso. Il bimbo non degna di ulteriori attenzioni l'animale, e fugge via. Sorpassa la civetta a qualche metro, desideroso di lasciarsela alle spalle.
    Ma ora è tardi, e i Suoi muscoli si tendono. La civetta emette un ultimo verso disperato, dopodichè... svanisce. Rivela un Fuiin prima nascosto dal suo corpo, che si attiva nel momento esatto in cui l'animale svanisce in una nuvola di fumo, e il bambino l'ha superato di nemmeno un metro.
    Il Fuiin è rapido, implacabile. Come magma sgorga dalla terra, và a formare un quadrato di venti metri di lato che incolla i piedi del ragazzino dentro quel perimetro, al suolo. Come la civetta dall'ala dilaniata, ora anche lui può muoversi come lo farebbe se le sue gambe fossero la mera ombra di sè stesse. Si regge in piedi, ma il massimo che riesce a fare è sollevare la pianta a sufficienza da strisciarla sul terreno e così avanzare. E' lento, ma prima o poi potrebbe uscirne, con un pò di sforzo.
    Lui però, non attende. Come se i muscoli intorpiditi dalla lunga attesa fossero rimasti immobili solo per pochi minuti, essi si contraggono come morse, spostano quel corpo massiccio in avanti, oltre i cespugli, oltre gli alberi e sino all'area delimitata dal Fuuinjutsu.
    Ora anche il bambino, lo può vedere. Ne immaginiamo lo stupore, nel vedere il nostro Protetto. Eppure è anche per quel suo aspetto tanto bizzarro, che abbiamo deciso di seguirlo.
    civetta2
    Egli è un uomo possente, forte... eppure, porta in testa un bizzarro copricapo. E' uomo di corpo e gufo di testa... ma d'altronde nel vedere come fosse circondato dai gufi quando l'abbiamo incontrato, la nostra sorpresa per tale aspetto non è durata molto.

    Ora Lui corre senza curarsi delle opinioni altrui. Corre come se dovesse caricare il bambino, ma si ferma a circa due metri a fissarlo. Inclina la testa, sembra imitare gli animali che l'avevano accompagnato. Dopodichè, si getta sul bambino, cerca di afferrarlo. Non comprendiamo, ma siamo convinti il bambino sia più sorpreso di noi. L'uomo è grande e grosso, e complice la difficoltà di movimento del bambino, sembra riuscire a toccarlo per un secondo, almeno. Ed è sufficiente. Un nuovo sigillo, di cui questa volta non comprendiamo il senso. Il bambino viene liberato subito dopo, mentre un reticolo a spirale gli avvolge il braccio sino a formare cinque spirali concentriche all'altezza del polso, di metà avambraccio, del gomito, del bicipite, e della spalla.
    Non riusciamo a decifrare l'espressione del nostro protetto, ma immaginiamo sia contento.
    Subito dopo però egli cade.
    civetta3
    Sputa un rivolo di sangue, cade all'indietro, e rimane lì, a terra... senza muoversi. Il respiro è un rantolo, il petto si alza a malapena, gli occhi prima concentrati sono rovesciati.
    Per un attimo, disperiamo. Non crediamo di poter sopportare un'altra perdita a distanza tanto ravvicinata, e per un attimo riusciamo solo a fissare il bambino, nel cercare di capire cosa abbia fatto.
    Eppure non sembra riuscire a darci risposte, e quindi torniamo su di Lui... solo per notare, che la mano si muove leggermente. Con uno sforzo che sembra costargli molte più energie di quante possa permettersi, sfiora il sangue che sgorga dal suo becco. E dunque appoggia la mano di nuovo a terra, dove in una nuvola di fumo... una civetta compare.

    L'animale non proferisce parola o verso che sia, e subito si libra in volo, appollaiandosi su un ramo vicino per contemplare la scena. Fissa il nostro protetto con apprensione, e dunque il bambino con astio. Dopodichè, il suo sguardo sembra concentrasi sui segni presenti sul braccio di quest'ultimo. E con un sospiro, mentre i suoi occhi si socchiudono, finalmente parla.
    civetta4

    E così il custode sei tu, ora.
    Ti direi "Congratulazioni", ma sei già morto. "Condoglianze", allora.
    Per quel che vale, è stato bello conoscerti per questi toccanti due minuti che verranno.

    Non comprendiamo.



     
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  4. Ryuwhan
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    Chi si vede e chi si ignora


    Analizzando i Fuuinjutsu


    Un solo intoppo si presenta nel piano del senzatetto: l'impossibilità di cavarsi da una situazione di pericolo con le parole. Egli non saprà mantenere a lungo la copertura. Immaginiamo che, una volta dentro la torre, in caso di necessità provvederà a tramortire chiunque gli si pari davanti. Ritorna appena in tempo per il cambio della guardia, ma in quello stesso momento sentiamo un brivido correre lungo la nostra schiena, e sappiamo che è quello che anche Ryuwhan percepisce. Un riflesso condizionato è quello che ora fa schizzare il bambino all'indietro, nell'area coperta dall'alta erba. Quando le porte si aprono, 4 nuove guardie, seguite da una quinta figura alta circa due metri, fanno la loro comparsa. Coperto dall'erba la figura del senzatetto sta inequivocabilmente... tremando. Cosa ha percepito di tanto orrendo da provocare in lui una tale reazione? E soprattutto in che modo?
    La quinta figura ci appare ora molto più chiara: si tratta di una comparsa maschile intorno ai 30 anni, capelli rasati e una corporatura talmente robusta da sembrare insormontabile. In lui percepiamo un grande, spaventoso potere, ma come è riuscito a percepirlo anche Ryuwhan, che non ha la nostra stessa capacità di vedere i chakra?
    « Dov'è il quarto? » chiede una delle nuove guardie alle copie trasformate di Ryuwhan, le quali rimangono silenziose per alcuni istanti e poi, in preda a quello che non si potrebbe definire altro se non panico, attaccano tutte e tre all'unisono il nuovo gruppo di nemici. Nello stesso momento, il vero bambino ne approfitta per effettuare una fuga sotto la protezione dell'erba.



    [...]



    Fermiamo il tempo, ora che una copia del senzatetto è sul ramo col mostruoso uccello e su di lui s'avventa per afferrarlo, disgustato. Ora che il vero Ryuwhan sta risalendo una corda verso un ramo vicino. Cosa è accaduto? Per terra vediamo una ramificazione di neri simboli, non lontano le spoglie di qualcosa di non realmente umano.
    Soltanto riavvolgendo il tempo possiamo spiegare e spiegarci gli sviluppi di questo bizzarro teatrino.

    Il bambino aveva lasciato l'animale al suo destino, ma la frusta karmica non tarda a far schioccare il proprio eco sul capo del senzatetto. Immediatamente il suolo s'era ricoperto delle strane ramificazioni già menzionate, e di lì, uno dopo l'altro, una serie di eventi senza senso pratico s'erano succeduti sul palco del teatrino: aveva fatto la sua comparsa l'uomo che uomo non è, mezzo uomo, mezzo uccello, frutto di chissà quale abominio della scienza. Costui s'era avventato sul senzatetto, ignorando meschinamente i simboli al suolo. Il bambino non aveva fatto caso a niente se non a ciò che era ai suoi piedi. Non si era curato dell'uomo che uomo non è, non aveva dato importanza al fatto di essere stato afferrato ma aveva continuato a guardare il suolo. Soltanto i segni concentrici sul suo braccio avevano attirato la sua attenzione, apparsi probabilmente su ordine del mezzo uccello.
    Improvvisamente, però, si era reso conto di ciò che aveva appena avuto luogo, quasi come se risvegliatosi da una trance autoinflitta; ma troppo tardi era ritornato al mondo reale, perché l'uomo che uomo non è lo aveva già lasciato, era già al suolo, aveva già richiamato un'altra abominevole creatura. Ryuwhan aveva notato subito l'impedimento che attanagliava le sue gambe: leggendo genericamente i segni era possibile notare il collegamento fra l'effetto dei segni e il contatto con gli stessi: solo quelle zone del corpo sarebbero state interessate; ma non può esserne certo.
    La successiva azione del bambino aveva avuto una duplice motivazione: per prima cosa appurare le potenzialità della diramazione di simboli al suolo, che aveva genericamente già studiato in precedenza, distaccandosi dal resto degli accadimenti; in secondo luogo appurare la morte dell'uomo che uomo non è. Con un veloce scatto del polso, aveva portato la lama al volto dell'abominio, e con impassibilità agghiacciante aveva deciso di provocare un taglio da quello che sarebbe dovuto essere l'orecchio fino al disgustoso e innaturale becco. Una eventuale reazione del mostro potrebbe comportare possibili azioni future da parte del senzatetto, ma per il momento non crediamo sia opportuno fare congetture.
    Ryuwhan aveva compreso quindi di avere il pieno potere delle proprie braccia, e possibilmente di aver completamente eliminato la minaccia dell'uomo che uomo non è.

    Non era passato più di qualche istante fra l'inizio della disgustosa parlantina dell'uccello che ora espandeva il proprio sguardo da una dei rami in alto e la creazione di una copia esattamente sullo stesso ramo da parte del bambino. Immediatamente dopo era stato creato l'ordigno fatto di corda e pugnale che subito il senzatetto aveva lanciato verso un altro ramo, fissandolo e usandolo come mezzo di spostamento.

    Tornati al presente lasciamo che gli eventi scorrano nuovamente come devono: in pochi istanti il vero Ryuwhan ha risalito la corda, liberandosi delle ramificazioni di segni e ricevendo la protezione degli alberi. La copia ha invece l'intenzione di afferrare il disgustoso uccello per poi, immaginiamo, dare sfogo ad un'unica, brevissima stringa:

    « Parla »




    Edited by Ryuwhan - 17/4/2012, 17:31
     
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  5. Yami Kaguya
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    Gli amici tieniteli stretti, ma i nemici ancora di più.


    Succede tutto troppo in fretta. Non facciamo in tempo a spostare lo sguardo dall'uccello al bambino e viceversa, che quello con un'esitazione quasi anormale porta una lama al volto del nostro protetto... e lo incide per metà della sua lunghezza. Assistiamo agghiacciati alla scena, quando quella che pensavamo una maschera si rivela essere pelle da cui il sangue sgorga, ma nulla possiamo fare per Lui. E anche chi potrebbe fare qualcosa, si limita a fissare la scena senza emozioni visibili, appollaiata sul ramo come se non la riguardasse.
    Eppure proprio in quel momento, una copia del co-protagonista si avventa su di lei, mentre il bambino armeggiando con fili e Kunai, sembra cercare sollievo dalla maledizione che affligge i suoi arti inferiori. Osserviamo tutto con scarso interesse, però. La nostra attenzione è dedicata al volto ormai zuppo di sangue del nostro protetto, che nulla ha potuto fare se non contrarre i muscoli mentre quella lama lo feriva.
    Tuttavia pochi istanti dopo, ci voltiamo nuovamente verso il co-protagonista, ponendo su di lui, ora, il nostro interesse. E scadendo dal nostro ruolo neutrale, ci permettiamo per un istante di disprezzare quel Mostro che si nasconde sotto la pelle di un fanciullo.
    Per nostra fortuna però, non siamo gli unici. La civetta è stata catturata, ma nulla fà per cercare di liberarsi. Non cerca la carne del Mostro nè con gli artigli nè con il becco, ma anzi si limita a fissare quelle parole nell'aria che portano un imperativo con loro.
    Quale sardonica ironia, che un umano dica a un animale di parlare.

    E tu muori.

    Passano altri dieci secondi, dopodichè i simboli sul braccio del ragazzino avvampano. La copia che condivide tale destino con lui, scompare in una nuvola di fumo dopo che un dolore intenso ne ha colpito i recettori nervosi usando il braccio come punto di partenza e ogni estremità come punto d'arrivo. L'animale spalanca le ali all'istante, e con grazia si appoggia nuovamente al ramo, voltandosi verso il Mostro e il suo corpo ora colto da dolori atroci.

    .. Che una Bestia come te, abbia finito per essere il suo erede..

    L'animale sembra incurante, delle condizioni del Mostro. Si limita a fissare il corpo del nostro protetto, e perdersi nei suoi pensieri. La cosa procede per un minuto ancora, poi il dolore del Mostro svanisce, ed egli può rialzarsi in piedi. Qualunque cosa gli sia successa, ora sembra essere passata... ma allo stesso modo, qualcosa è cambiato. I segni sul braccio, ora sono quattro, quello sul polso ha aperto una ferita con la sua forma sulla pelle del Mostro, e permette al sangue di lasciarne il piccolo corpo senza tregua. Il Mostro sembra spossato, ma in grado di muoversi ora liberamente.

    - Declassamento -
    Statistiche Primarie: Energia Verde
    Vitalità: 13 Leggere


    Te lo dico subito. Se io muoio, avrai altri due minuti per trovare un mio simile, o quel dolore tornerà.
    E dopo altri due minuti, tornerà ancora. E ancora. Sino a quando l'ultimo simbolo sparirà, e la tua vita si esaurirà con esso.
    Capisci le mie parole, Bestia?


    Non sappiamo se il Mostro capisca, a dire il vero. Uno sfregio di tale dimensioni portato con tanta facilità suggerisce una mente primitiva, libera dalla benedizione e dal giogo della moralità o degli scrupoli. Comprendiamo ovviamente che il nostro protetto ha attaccato per primo, ma la maschera di sangue che ora adorna il suo capo sempre più pallido... rende quello sfregio qualcosa di inutile nelle sue dimensioni e nell'incapacità di difendersi del nostro protetto.
    Il mostro comunque, sembra almeno sappia scrivere, a suo modo, ma è un'abilità che può aver appreso nei suoi primi anni di vita, quand'era ancora una persona decente. Ci affianchiamo alla civetta, e lo osserviamo a nostra volta. L'emorragia causata dal simbolo sembra diminuire di intensità col passare dei minuti, e una volta che l'animale ha colto qualche segnale che dimostri un qualche tipo di comprensione da parte del Mostro, riprende a parlare.

    .. Seguimi ora. Magari fossi tu, la disgrazia peggiore con cui devo avere a che fare.
    Lui lascialo pure lì.


    Siamo sconcertati dalla crudeltà della civetta, così come reticenti ad abbandonare il nostro protetto quando quest'ultima si allontana aspettando che il Mostro la segua. Tuttavia, l'animale sembra sapere qualcosa, e.. il nostro protetto respira sempre più debolmente.
    Decidiamo di seguirla, e come lei ci fermiamo un secondo nell'attesa che il Mostro ci segua.
    Quando ciò avviene, e vista la strabordante sicurezza della civetta siamo convinti come lei che il Mostro la seguirà, l'animale si muove di albero in albero senza una parola, senza guardarsi indietro dopo aver ottenuto quella prima conferma di essere seguita.
    Tuttavia ben presto, rendendoci conto della direzione da lei presa... iniziamo a chiederci cosa stia pensando di fare. La civetta si ferma al centro dell'ennesimo sigillo tracciato nel terreno, i cui contorni sono però ormai quasi sbiaditi.

    Muoviti. Non durerà molto.

    Ci affrettiamo a unirci alla civetta, e attendiamo che il Mostro faccia lo stesso. Dopodichè, senza alcun preavviso, il paesaggio attorno a noi cambia. Ci ritroviamo sul versante di una montagna, con di fronte una pianura e... con quella che sembra una fortezza in miniatura.

    La Civetta però non degna di uno sguardo la costruzione, e anzi si concentra sulla strada. Presto ne capiamo la ragione, quando un carro sfreccia a velocità folle verso la fortezza di cui sopra. I cavalli sono schiumanti, le ruote presentano alcune la perfezione di un pezzo nuovo di zecca, e altre l'usura di un tragitto accidentato percorso senza remora. Evidente è l'intenzione del cocchiere di giungere a destinazione quanto prima, ma la situazione rimane incomprensibile per noi. Il carro è grosso, non è progettato per dei viaggiatori. Forse oggetti?

    .. Quel carro contiene un rotolo. Voglio che lo recuperi, in qualunque modo tu ritenga necessario. Appena hai fatto torna qui. E prega questo Fuiin sia ancora qui quando lo farai, Bestia.
    Io farò lo stesso. Ora và, e non far del male alla vedetta.


    Sembra la civetta voglia qualcosa che è nel carro. E che lo voglia in fretta. Scopriamo inoltre, concentrandoci sul mezzo in movimento, che sembra esserci qualcosa sopra di esso. Era così vicino al cocchiere che non l'abbiamo notata subito ma... sembra essere una civetta.
    Per un attimo pensiamo di seguire il Mostro, nel suo muoversi, ma alla fine decidiamo di rimanere accanto al volatile che l'ha portato qui, piuttosto che avvicinarsi a quello sopra al carro.

    Non potremmo di certo sopportare di rimanere da soli col Mostro.



     
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  6. Ryuwhan
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    Le tre guardie, o meglio, I tre Ryuwhan riescono per qualche istante a tenere a bada le 4 guardie, ma quando la quinta figura si avventa su di loro, in preda ad un'improvviso attacco d'ira, le tre sembrano scomparire sotto il semplice peso della sua presenza nefasta, sfaldandosi in un'acqua a dir poco codarda. Per fortuna il vero bambino è già lontano quando ciò accade, e sebbene la quinta figura abbia ora cominciato a guardarsi attorno per scovare nuovi nemici, la presenza del senzatetto non viene percepita.
    Ryuwhan è ora ben lontano dalla torre, sebbene essa sia ancora ben visibile, così come le fiaccole ancora accese alla sua base, come occhi brillanti puntati su di lui. Si ferma ora, posando le spalle contro un grosso masso, accasciandosi al suolo come se le sue gambe non reggessero il peso del suo corpo... tremando, ancora.
    E' un'emozione che il bambino non ha mai provato, a meno di meschini trucchi come quelli utilizzati dalla guardia del suono. No, questa volta è genuino terrore quello che attraversa ogni fibra del bambino; eppure ancora non ci spieghiamo cosa egli abbia percepito, né come lo abbia fatto.
    Qualcosa di straordinario è successo nel momento in cui le porte della torre hanno cominciato ad aprirsi, qualcosa che ha risvegliato nel bambino una facoltà sopita. forse. Da dove e in che modo questa facoltà si sia generata ci è ignoto, ma contiamo di scoprirlo al più presto.

    Passano innumerevoli decine di minuti, poi, a stento, il senzatetto si rialza e, barcollando, si dirige al campo base.



    [...]




    Quando la copia scompare, voltiamo subito il nostro sguardo verso Ryuwhan; lo troviamo accasciato sul ramo, mentre cerca di non cadere usando addirittura i denti. Ma non sembra il solo motivo: percepiamo il dolore che lo affligge e capiamo che è colpa di quei cerchi; per un minuto mordere il ramo sembra l'unica cosa che lo tiene ancora cosciente.
    E sembra un minuto lunghissimo quello che deve essere trascorso, anche se non ne siamo sicuri, tanto siamo assorti dall'osservare e percepire il dolore del bambino.

    L'episodio termina, il bambino può ricomporsi e la creatura riacquista la sua parlantina.
    Non si cura del fatto che quello gli abbia affibiato un nomignolo tanto offensivo, ma invece sembra assorto dal suo polso. Sembra voler occuparsi della ferita, appurare l'entità del danno e individuare eventuali effetti secondari sul suo corpo. Noi percepiamo chiaramente l'interferenza sul sistema circolatorio del bambino, anche se le conseguenze di ciò non ci sono ben chiare.
    Il resto del tempo è speso ad osservare quei segni che prima non aveva avuto il tempo di studiare, mentre la creatura continua il suo ciarlare.
    Ryuwhan deve fare qualcosa che non aveva avuto la risoluzione di fare prima: "Liberare" quei cerchi. L'affascino che ne aveva ricevuto lo aveva fatto desistere, ma è chiaro ora che non possa evitarlo; dunque pone tre dita su uno di essi, poi allarga la forma triangolare da loro descritta e infine li fa ruotare in senso antiorario, come se volesse aprire la serratura di un lucchetto.
    Ma nulla accade: i segni restano, il pericolo da loro rappresentato. A metà fra il disappunto e il sollievo, il bambino non sembra agitarsi alla notizia dell'impossibilità di liberarsi di quella che a tutti gli effetti si presenta come una pena di morte. Ecco un altra delle istanze in cui l'istinto di morte del bambino sembra spuntare con insistenza; in realtà si tratta più che altro di una totale assenza del normale istinto di auto-preservazione. Esso è presente soltanto quando compreso nelle istanze generiche inculcategli dal condizionamento, ma per il resto sembra totalmente assente.

    Le previsioni dell'uccello sono fra le più nefaste, ma il bambino non sembra agitato. Ci pare voglia chiedere qualcosa a quella cosa, poi il disgusto lo ferma. Evidentemente questo viene preso come un segno di collaborazione e la cosa lo intima di conseguenza a seguirlo.
    Non c'è bisogno di sottolineare che il senzatetto fa fatica ad eseguire quella...richiesta che più che altro sembra un ordine, ma è chiaro che la curiosità per un sigillo impossibile da cancellare è più forte di qualsiasi disgusto. E' vero che ha da pochissimo scoperto la possibilità di agire su segni altrui, ma egli ne aveva fino a questo punto completa fiducia.

    E dopo il breve tempo che trascorre, di fronte ad un nuovo stupendo segno sul terreno, leggiamo subito sul suo volto la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta. Ma non ha molto tempo per analizzarlo, perché in un attimo è in un altro luogo. Da un paesaggio forestale siamo passati ad uno montano nel giro di quelli che sembrano istanti. Una vera meraviglia.
    Mentre un carro sfreccia sulla strada sterrata di quel versante, Ryuwhan è posto di fronte al dilemma se restare ad osservare ancora quel simbolo del teletrasporto oppore eseguire gli ordini dell'abominio. E' però chiaro che il rotolo che quello desidera è pieno di stupendi segni, di questo ci convinciamo noi ed il bambino.
    Dunque parte velocemente all'inseguimento del carro impazzito, con l'intenzione, crediamo, di tornare così presto da avere il tempo non solo di guadagnare il possesso della pergamena, ma anche di avere il tempo di studiare il segno del teletrasporto.
    Ma dire che parte velocemente è errato; scopriamo subito che l'anomalia nel suo sistema energetico non era soltanto una nostra illusione: il bambino fa fatica a muoversi, e la rapidità mostrata quando fra i tetti del letamaio schivava le vampate di fuoco e i raggi distruttivi delle evocazioni di kaname sembra scomparsa.
    Ryuwhan si rende immediatamente conto dell'anomalia, e capisce che non potrà raggiungere il carro senza una coscpicua spesa di energia spirituale.
    Ma forse ci eravamo sbagliati, perché ora il bambino schizza in avanti con una rapidità che non gli avevamo mai visto raggiungere. Quando finalmente è nei pressi del carro, fa schizzare la lama del katar contro il lato del carro, infilzandola all'interno e aggrappandosi così allo stesso. Comprendiamo solo ora cosa esattamente il bambino ha usato per superare le limitazioni imposte dal suo sistema circolatorio: si tratta di qualcosa che una volta abbiamo visto usare all'Istrice seghettato. Lei poteva avventarsi sull'avversario in un istante e attaccare da una direzione assolutamente imprevedibile una volta giunta vicino all'obbiettivo; Ryuwhan ha appena fatto lo stesso, constatando in un istante la situazione ed emulando alla perfezione ciò che gli era stato mostrato una sola volta. [Corsa Fulminea]

    Quando e se troverà il rotolo, si getterà dal carro senza degnare di uno sguardo né la comparsa alla sua guida, né l'abominio che sembra essere al suo fianco, per poi tornare a quello stupendo segno del teletrasporto, forse ancora una volta servendosi della tecnica dell'istrice.



    Metto la riuscita del compito in ipotetica, visto che non so cosa hai in mente (Come sempre :ghu:)


    Edited by Ryuwhan - 17/4/2012, 17:47
     
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  7. Yami Kaguya
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    Kuvic Il Guardiano


    Che bizzarro essere.
    Lo osserviamo correre, e ci convinciamo sempre più della sua natura alquanto bizzarra.
    Come uno di quei predatori che agiscono in branco nell'attaccare una preda di dimensioni ragguardevoli, anch'egli si affianca alla sua preda, azzannandola a suo modo e rimanendo così attaccato al carro in corsa.
    Guardando al risultato, non avremmo nulla da dire. Tuttavia, sembra che il tonfo della lama nel legno, abbia attirato attenzioni indesiderate.
    E quando infatti alziamo lo sguardo a controllare chi guida la belva a quattro ruote a cui è attaccato il Mostro, scorgiamo due occhi che ci fissano.
    O meglio, che fissano il Mostro che ora cerca di penetrare nel carro.
    La testa a cui quegli occhi appartengono, gonfia le piume per un attimo. E dunque lancia uno stridio che, se potesse affliggere le nostre orecchie, indubbiamente ci darebbe non poco fastidio. Immaginiamo però che il Mostro lo ignorerà, non è così stupido da tapparsi le orecchie e perdere la presa in una situazione in cui una caduta potrebbe facilmente rompere quel suo piccolo collo.
    Un peccato non lo sia, in effetti.
    Ma, non è più della piccola civetta, che deve preoccuparsi. Nel fissare le sue acrobazie, quando con rozza violenza cerca di rompere il lucchetto della carrozza, scorgiamo anche qualcos'altro. Un'ombra nera che passa sopra di noi, leggermente meno grande del Mostro.
    Pensiamo per un attimo che un compagno della civetta sia arrivato per controllare cosa stesse succedendo, ma solo alzando lo sguardo per l'ennesima volta, ci rendiamo conto di aver indovinato, e allo stesso tempo di aver minimizzato il problema.


    I nostri occhi infatti si poggiano su una creatura a decine di metri di distanza nel cielo. Eppure anche così, le sue dimensioni lo rendono molto più grande della luna nel cielo. In controluce, scorgiamo una forma alata che punta verso il cielo per un istante, e quindi si lascia cadere in picchiata verso il carro e noi stessi. Non facciamo in tempo a scorgerne il piumaggio elegante, gli artigli che gli permetterebbero di catturare il cavallo che traina il nostro carro senza sforzo, e il becco crudele, che la civetta atterra a una trentina di metri di fronte a noi, dandoci la schiena.
    mukuroowl

    L'istante successivo però, ci stà fissando. Spalanca le ali, gonfia il petto apparendo per un istante in tutta la sua maestosità dinanzi a noi.
    E infine sbatte le ali una singola volta una contro l'altra, scatenando la forza delle divinità che dominavano sui venti, e insieme assordando le nostre orecchie con un unico, possente grido, quando siamo a meno di dieci metri da lui.

    Fus
    RoH
    DAH!

    In un attimo, di fronte a noi la terra viene divelta, il cavallo viene sollevato in aria, e subito dopo carro e cocchiere vengono ribaltati in un angolo di 1440 gradi, atterrando quindi rovinosamente una ventina di metri più in là. Assistiamo meravigliati alla scena, e subito dopo al ripiegamento di quelle ali capaci di una tecnica tanto devastante.
    Quanta crudeltà, quanto disprezzo per la sua compagna e per l'umano che guidava la carrozza. Solo per assicurarsi di colpire il Mostro, quell'Animale non ha esitato un secondo a falciare ogni cosa sul suo cammino. Dev'essere per forza uno dei compagni del nostro protetto, non c'è alcun dubbio.

    Ad ogni modo, dopo aver richiuso le sue ali la civetta muove qualche passo verso i resti del carro, imprimendo solchi nel terreno ogni volta che i suoi artigli vi affondano per assicurarle stabilità. Evidentemente stà cercando i resti del Mostro, e in effetti anche noi, siamo curiosi.
    Ci permettiamo dunque di precederla, e di osservare se è ancora vivo. Se era rimasto dove l'avevamo lasciato, probabilmente era caduto da un'altezza di minimo venti metri, totalmente privo del senso dell'alto e del basso, insomma con una probabilità di ferirsi gravemente, piuttosto alta.
    Ah, no. Eccolo, esce dai resti della carrozza, ha in mano un rotolo. Possibile che fortuna nella sfortuna, quel pezzo di carta ripiegato su sè stesso abbia limitato i danni della caduta? Sembra illeso, è davvero fortunato.
    Oh? Anche la civetta che ha dato l'allarme, è sopravvissuta. Però è vicina al mostro, e sembra un'ala sia incastrata sotto a una parte del carro. Lo stesso carro che offre copertura al mostro, non ci stupirebbe se ancora una volta urlasse, e cercasse di farlo scoprire.
    In fondo, sarebbe il suo dovere.
    Eppure... la civetta gigante ha già mosso più di quattro passi nella loro direzione, e ora è a 15 metri. Perchè la civetta stà ancora zitta?
    E perchè fissa il mostro? Ha paura? Pensa che se urla, verrà uccisa? Pensa che se la sua compagna ha rischiato di uccidere il mostro e lei insieme, sia l'unica a considerare il suo simile, un compagno?
    Non sappiamo cosa le frulla per la testa. Ma se non rivela la presenza del Mostro, la civetta potrebbe ignorarlo. In fondo è piccolo, e nascondersi di nuovo nel carro non dovrebbe richiedergli troppi sforzi.
    Cosa faranno ora? La civetta si sacrificherà? Il Mostro rinuncerà a un'altra parte della sua forza per assicurarsi il silenzio perenne dell'animale?
    O ci sono altri esiti che noi non riusciamo a prevedere?
    Inutile chiederselo. Osserviamo la civetta gigante avvicinarsi, e dunque aspettiamo.



     
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  8. Ryuwhan
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    Mentre il mondo si rigira più e più volte, Ryuwhan non può che usare il suo chakra per rimanere incollato ad una delle pareti interne - non importa quale - di quella carrozza infernale.
    Impossibile dire cosa l'abbia causato, eppure la Terra continua a girare e girare, e ogni colpo la fracassa di più, ogni urto la porta più lontano, fino a quando finalmente si ferma, e tutto tace.

    Striscia fuori dall'aggeggio infernale; Sentiamo anche noi la nauseante sensazione nella sua testa, il ronzio nelle sue orecchie, l'ordore di terra nelle sue sudice narici. Deve chiudere gli occhi per sentire il suo battito cardiaco, per normalizzare il suo respiro, per percepire pericolose presenze.
    In lontananza, i pesanti passi di una creatura evidentemente non umanoide scandiscono minacciose il tempo rallentato percepito dal bambino. Dopo alcuni interminabili istanti di disorientamento, poggiato sull'oramai inerte carcassa della carrozza, Ryuwhan rivolge il suo sguardo appena oltre la barriera di legno per scoprire l'origine di quei passi, e un attimo più tardi, inorridito, ritira il capo: un altro ignobile uccello, con una stazza forse tre volte quella di un normale Homo Sapiens; gli occhi dell'animale scintillano in ogni direzione, il suo putrido becco schiocca in una specie di minaccioso richiamo, le sue penne vibrano di evidente eccitazione. La terra viene scossa dal suo passare.
    Facile incolparlo, ritenerlo il responsabile dell'accaduto; chi altri se no?
    Si avvicina ancora: vuole finire il lavoro cominciato; un animale alquanto perfezionista in vero.
    In lontananza, gli occhi di una solitaria volpe guardano la scena, interessati ma impauriti. Dopo il botto si è ghiacciata sul posto, quasi come se volesse confondersi con l'ambiente circostante; non nota neppure il serpente che striscia nella sua direzione. La sua situazione è curiosamente simile a quella del bambino.

    A pochi orribili centimetri dalla posizione di Ryuwhan, poi, ci sono altre piume, un altro uccello; questo è però impotente, schiacciato come il verme che è da i resti del veicolo; rappresenta un altro motivo per non rimanere fermo. Ha già esternato la sua ostilità nei confronti del senzatetto, e non gli sarà permesso di ribadirla ancora una volta.
    Ha la pergamena: niente lo tiene più ancorato alla giungla di legname che è diventata la carrozza. Deve tornare al simbolo che lo ha trasportato lì in primo luogo, farsi trasportare ancora una volta e così dire per sempre addio all'orrenda e animalesca scena. Una scena tessuta da quei passi, da quel gufo che adesso è ancora più vicino.
    Ha dovuto sopportare fin troppe volte una situazione in cui la fuga era la soluzione più vantaggiosa, e finalmente, nelle numerose battaglie in cui le truppe di Taki hanno rincorso gli Accademici in ritirata, ha trovato la formula più ingegnosa, e sorprendentemente grazie ad altri shinobi del letamaio.

    La sua cappa è strappata, adesso ancora più di prima: se ne libera perché sa che dovrà correre. Rimane di conseguenza a torso nudo, ma ciò non gli importa. Notiamo in questa circostanza che, a parte i soliti tagli e cicatrici, Ryuwhan non ha sortito troppo gli affetti del disastro stradale.
    Dopo che la cappa è stata abbandonata, dietro la giungla di legname compaiono immediatamente otto Copie Tecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane
    L'utilizzatore può creare dei cloni di se composti unicamente di chakra; saranno identici all'utilizzatore nel momento in cui eseguita. Le copie non possono produrre suoni, lasciare impronte o muovere oggetti al loro passaggio; possederanno un ombra.
    Le copie possono essere create ad una distanza massima di 3 metri dall’utilizzatore e possono allontanarsi di 9 metri dal luogo di creazione, superata questa distanza si dissolvono in una nuvoletta bianca; questa avrà una dimensioni pari a metà della copia stessa e rimarrà presente per circa un secondo. Il clone scompare se colpito oppure passati 3 round dalla creazione.
    I cloni creati con questa tecnica, possederanno la controparte illusoria di qualsiasi arma del ninja che le ha create. Potranno simulare attacchi, non a distanza, spendendo uno slot azione per l'intero round. Tutti i loro movimenti saranno eseguiti ad una velocità ridotta di 3 tacche rispetto quella del ninja e non potranno eseguire tecniche.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo: ¼ Basso per copia )
    [Cloni Massimi: 3 per grado ninja]
    , evidentemente illusorie, di Ryuwhan. Un attimo più tardi, queste schizzano in ogni direzione, così come anche il vero Ryuwhan, quest'ultimo in direzione ben diversa da quella del sigillo trasportatore. Dotato delle capacità dissimulative degne della Volpe di Marmo, il bambino mira alla confusione più totale, alla sorpresa inaspettata.
    Quando si è assicurato che la creatura abbia gli occhi ben puntati sulle quelle sagome che fuggono senza una meta ben precisa - e su di lui - tutti quanti compiono la stessa serie di posizioni magiche e, una volta completate, scompaiono, anche se soltanto il vero Ryuwhan svanisce per merito della Tecnica Presenza Effimera
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Cinghiale, Serpente, Topo, Gallo, Lepre (Medio)
    L'illusione si attiva se la vittima osserva l'utilizzatore e questo è oltre 9 metri. La vittima vedrà scomparire l'utilizzatore e non potrà essere percepito; le sue armi saranno invisibili anche se scagliate: torneranno visibili entro 6 metri la vittima. Se l'utilizzatore si avvicina entro 9 metri la vittima, l'illusione si scioglierà.
    L'efficacia è pari a 20; è necessario indicare la zona in cui presente l'utilizzatore per rilasciare l'illusione.

    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso - Mantenimento: ½ Basso)
    [Da studente in su]
    ; le altre vengono semplicemente rilasciate.
    In quel momento, con un'alta probabilità di non essere percepito dalla bestia, Ryuwhan cambia direzione, dirigendosi al meglio delle proprie capacità verso la meta da noi già prevista: il simbolo che l'avrebbe portato via da quel luogo .
     
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  9. Species 8472
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    Una Proposta che non Puoi Rifiutare
    .. Mai più.. Disse la Civetta ..



    Il grosso volatile rimase confuso, forse distratto, da tutti quei bambocci che fuggivano in ogni direzione. Nella sua psiche ci sarebbe stato il profondo desiderio di lanciare l'ennesima folata devastante e farlo volate oltre le montagne, morendo inesorabilmente per la vertiginosa caduta, ma attese fissando la piccola sua compagna con l'ala bloccata che ora s'era messa ad agitarsi nemmeno avesse avuto i carboni ardenti a poca distanza.

    - Tu.. chi è lui? Perchè lo hai portato fino a noi?.. - Con una delle zampe si era portato sopra la piccola e paralizzata creatura appoggiandole l'artiglio sulla gola mentre quella strillava con un rumore acutissimo per la paura. - Lui.. ha il marchio! Non essere sciocco, può ancora fare quello per cui è stato scelto! Liberami da qui! - Nell'allontanarsi dalla piccola civetta, però, il nostro piccolo Eroe Kiriano si rese conto che quella specie di simpatico aggeggino che gli era stato imposto aveva iniziato a bruciare come le fiamme dell'inferno. Mano a mano che il pennuto soffriva e si allontanava da lui il dolore si faceva sempre più forte, qualcuno s'era dimenticato di dirgli che non era suo compito scappare una volta ottenuto quello che gli era stato richiesto. Il Dolore era così forte che, se non fosse tornato indietro entro pochi secondi, il braccio gli avrebbe iniziato a sanguinare all'altezza del primo anello, sulla spalla, compromettendone la mobilità, e solamente tornando vicino al carro la sensazione di dolore si sarebbe affievolita sino a sparire. Ma in tutto questo Kuvic non si era degnato di muovere una piuma, continuando a fissare con quegli occhi piccoli e affilati l'esile figura del compagno intrappolato.

    Quando Ryuwhan, volente o nolente, si fosse nuovamente mosso verso il carro e rivelato, Kuvic lo avrebbe lasciato fare, senza minacciarlo. E poi parlò. - Creatura, tu porti un marchio che spettava ad uno dei Grandi Bianchi.. - Inclinò la testa come solo i gufi sanno fare. - .. Eppure percepisco che qualcosa in te ha spinto l'Ultimo Bianco a donarti la capacità di fare quello che va fatto. Libera Mochuelo, egli sarà la tua guida da ora in avanti.. e come avrei potuto notare ai Bianchi non è permesso sottrarsi al proprio dovere, essi vivono per servire ed essere serviti nei limiti di quello che deve essere fatto. E tu, che voglia o meno, non farai eccezione, se tieni alla tua misera e priva di piume pelle. - Parlava con un tono molto basso, anche per quello che ci si poteva aspettare da una creatura di quelle dimensioni. Ritirò l'artiglio dalla gola di Mochuelo, lasciandolo di nuovo libero di respirare senza il terrore della decapitazione, per poi sedersi sulla strada fissando la fortezza in lontananza. - Devo andare, Piccolo Bianco, ma se farai quel che dev'esser fatto avrai salva la vita.. - Spiccò un salto, poi, con le possenti zampe iniziando a sbattere subito le ali per riprendere quota e librarsi nel cielo vorticando verso la struttura a gran velocità, sino a che anche la sua enorme stazza scomparve dalla vista riducendosi ad un misero puntino.

    Liberata la piccola civetta dal suo impedimento, al giovanissimo Kiriano sarebbero spettate delle spiegazioni. Più o meno esaurienti che fossero. - Questo bosco non è come tutti gli altri, Piccolo Bianco, qua vivono da secoli delle creature note come Bianchi.. come l'Eletto che hai incontrato nella foresta, essi sono i custodi di un antico potere e vegliano sull'equilibrio tra luce e ombra così come le Civette vegliano sul Crepuscolo e sull'Alba. - Iniziò a muoversi dondolando leggermente, sofferente per l'ala danneggiata dallo schiacciamento. - .. Io non credo che tu sia degno, ma Kuvic, il Guardiano, la pensa diversamente ed è mio Dovere eseguire i suoi ordini.. quelli che ti sono stati donati e che ti causano tanto dolore sono noti come i Sigilli del Tramonto, legano la tua anima a questa foresta ed alle creature che la popolano, se dovesse venirti l'idea di abbandonare questo luogo prima che il tuo compito sia concluso, morirai, non pensavo di dovertelo dire ma non mi sembri troppo intelligente.. e preferisco specificare. - La strafottenza di un essere così minuto era dovuta unicamente al fatto che, se Ryuwhan l'avesse ucciso, avrebbe subito la stessa sorte a ruota, il che lo metteva nella condizione di dover subire simili insulti dagli esseri che più odiava al mondo. Per ora.

    - Il tuo compito, in cosa consiste? - Se avesse potuto, probabilmente, avrebbe sorriso. - Devi trovare cinque sigilli sparsi per il bosco, ognuno dei quali ti chiederà di affrontare una prova e ristabilire l'equilibrio, superali tutti e cinque e avrai accesso alla chiave per rompere il Sigillo del Tramonto. Fallisci e morirai nel tentativo.. Vieni, insignificante creatura, ti faccio strada così che tu possa vedere con i tuoi occhi .. - Detto fatto iniziò a dondolare con quell'andatura malmessa verso la fortezza, per poi proseguire costeggiando una stradina secondaria a metà di quella dove stava correndo la carrozza, addentrandosi di nuovo dentro la boscaglia. Non c'era luce, solamente qualche raggio lunare filtra debolmente tra le fronde, e davanti al due improvvisato s'apre quelle che, decadi or sono, costituivano una delle più belle fonti mai viste al mondo. Quello era il regno di Fukurou. Mochuelo non sembrava particolarmente turbato dall'ambiente e anzi, decise di dissetarsi da un rivolo d'acqua che veniva giù da una delle tante pietra che un tempo dovevano comporre una meravigliosa fontana monumentale, lasciando che il Piccolo Bianco si ambientasse.

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    Dal buio, poi, un paio di occhi gialli spuntarono curiosi fissando il Piccolo. - Oh-Oh, Qualcuno ancora, presentato si è, al cospetto del mio regno di vecchie rovine. - A Parlare con voce leggera era una Civetta dal colore bruno che fissava i due dall'alto di una piccola colonna scanalata dal colore argenteo. - E costui che porti a indossare il marchio è stato costretto, scelta saggia il Grande Bianco, ma altrettanto saggio è colui che ha scelto? - Mochuelo s'era zittito e, a guardare meglio, si era anche defilato lasciando che il giovane affrontasse la sua prima prova da solo. - Un Grande Bianco deve avere cinque qualità, la prima è la Saggezza, egli dovere è costretto sempre a prendere difficili decisioni, Si. Io sono Fukurou il Sacerdote del Pozzo, e ti pongo tre enigmi da cui devi riuscire a districarti. Non ci sono risposte sbagliate o giuste, non c'è sbaglio e non c'è correttore, ma solo una prova per giudicare la tua mente ed il tuo cuore. - Planò lentamente in basso, arrivando a posarsi su un ramo vicino al Piccolo, così da poterlo fissare negli occhi senza costringere quest'ultimo a guardare verso l'alto.

    - Guarda nel tuo cuore e dimmi, perché Odi tanto le creature del cielo? C'è forse qualcosa che ti hanno fatto, nel bene o nel male, che ti ha spinto, nel profondo, ad Odiare? - Riflessione. - Poi dimmi, Piccola creatura, hai mai amato l'omicidio e la tortura? Un'anima pura come quella di un bambino non dovrebbe temere la morte del vicino, eppur percepisco nellanima tua lesta, una nota d'amaro che la mente mi lascia assai perplessa.. - Inclinò la testa. - .. Se vuoi uscire dalla foresta, vivo e sulle gambe, nemici d'affrontare con la testa e senza far male, sei in grado Piccolo Bianco, di mostrarmi ciò che ho detto? Stupisci allora, e fammi poi vedere, come affronti i tuoi nemici senza per questo fargli male.. - Una civetta che parlava per indovinelli sarebbe stata giudice e carnefice del giovane Ryu. Nei suoi incubi peggiori, forse, aveva vissuto esperienze del genere, ma adesso si trovava davanti il Bisogno di spiegare perché odiava gli uccelli e questo, secondo quello che pensava Mochuelo nascosto dal fogliame, era la prova più difficile di tutte.


    Eccoci qua, ti chiedo scusa se alcune cose stoneranno, ma riprendere il lavoro di yami è stato oltremodo difficile sia per il tipo di scrittura usata, che lascia molti interrogativi, sia perchè la trama era già improntata e l'ho dovuta riadattare alla mia idea.. spero che ti piaccia ugualmente, fammi sapere e buon divertimento!
     
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  10. Alkaid69
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    Il senzatetto sfreccia nella foresta, e il desiderio di allontanarsi da quelle schifezze è talmente forte da fargli anche ignorare il fastidio che sente al polso. Tuttavia, entro pochi istanti il dolore prende il sopravvento.
    Ryuwhan comprende come l'aver lasciato a morire sotto un carro l'uccello stesse provocando quelle reazioni sul sigillo. Avrebbe dovuto pensarci prima, tuttavia restare razionali in questa situazione è difficile anche per il bambino.
    E' costretto a tornare sul luogo dell'incidente: quel fuuinjutsu non solo gli ha provocato dolore, ma ha anche diminuito le sue abilità motorie; questo il bambino non può permetterselo. Lui deve trovare loro, e per farlo avrà bisogno di ogni capacità che loro gli hanno insegnato. Perdere quelle capacità significa perdere l'unico contatto con quelle persone...

    Ritornato al carro, prima di sciogliere l'illusione il bambino afferra la sua lama e prepara un diversivo con una cartabomba. Arrivato a meno di dieci metri dal nemico si cimenta in uno scatto, palesandosi ai presenti.
    Ma quando è pronto ad attaccare il nemico quello prende a parlare. Sì, l'enorme e ripugnante uccello prende a parlare. Ryuwhan si ferma, ma tiene ancora ben salda la cartabomba e la lama.
    Le incomprensibili parole dell'animale vengono filtrate dalla psiche del bambino. Eliminando tutte le informazioni incomprensibili e irrazionali, il bambino comprende che non c'è via di scampo.
    Deve veramente essere alle dipendenze di quei mostri? Sì. E per quanto ancora? Non lo sappiamo.

    Alza i detriti della carrozza e libera l'uccello più piccolo, mentre quello più grande se ne va, e le armi non sembrano essere più necessarie.
    Ancora una volta il bambino deve ascoltare le spiegazioni di quelle aberrazioni parlanti, perché l'animale ferito sembra voler vuotare finalmente il sacco.
    Ancora una volta deve filtrare le informazioni che non comprende o che non gli interessano. Quello che alla fine capisce è che dovrà passare chissà quanto tempo in compagnia di quella...cosa, per avere salva la vita. Quanto tempo ci vorrà per trovare i cinque sigilli? Impossibile dirlo.
    Se da una parte il suo interesse per questi simboli è sicuramente stato risvegliato, dall'altra vuole sbrigarsi e allontanarsi da quella schifezza una volta per tutte. Entrambe queste volontà si traducono in un solo sentimento: impazienza.

    QUOTE
    Veloce.

    Esorta il bambino con una rapida scritta, e i due si muovono fra le strette strade e gli alti arbusti della foresta.
    Non ci vuole molto - per fortuna - prima che i due raggiungano alcune rovine nascoste fra la vegetazione. Lo sguardo del bambino scansiona l'intera area non tanto per scorgere eventuali nemici, né per ammirare la "bellezza" di quelle strutture (Ryuwhan non comprende il concetto di "bellezza") quanto per trovare il prima possibile i sigilli.
    Quello che trova, tuttavia, è soltanto un altro disgustoso animale. Le sue piume di colore scuro si muovono striscianti e meschine al ritmo delle ali e del petto.

    Tenendosi a debita distanza, il bambino a questo punto non ha più idea di cosa stia succedendo: le parole di questo nuovo uccello hanno meno senso di qualsiasi altra parola sentita nelle ultime ore (o in tutta la sua vita, azzarderemmo) e deve fare uno sforzo davvero invidiabile per riuscire ad eliminare le informazioni non necessarie alla comprensione o quegli ingiustificati giochetti di parole.
    Ecco dunque che gli viene presentata (in maniera alquanto incomprensibile per lui) l'oggetto della prima prova: rispondere a delle domande.
    Non presagiamo nulla di buono: le domande dell'uccello dovranno essere molto specifiche se vorrà ricevere risposte anche solo minimamente soddisfacenti dal bambino. Qualcosa ci dice che non lo saranno, però.

    La prima domanda posta dall'animale ha ancora meno senso di tutta quella scenetta. Spiegare il motivo di un astio.
    Qualsiasi sentimento di astio non è mai razionale e non può essere spiegato, pensiamo. Almeno non per gli umani.
    Se un ratto dovesse intrufolarsi dalla porta di casa di una comparsa, questi lo accoglierebbe senza dubbio con ostilità. Hanno forse i ratti fatto qualcosa per creare questo tipo di reazione nelle comparse? Forse sì; perché diffondono malattie. Ma le malattie diffuse dai ratti possono essere anche diffuse dagli scoiattoli, eppure le comparse non provano per loro la stessa animosità che hanno per i ratti. Eppure sono entrambi roditori, e a parte la coda si somigliano anche.
    Il concetto della somiglianza, però, non fa alcuna differenza per loro.
    Se un ratto si intrufolasse dalla porta di casa di una comparsa, questa non offrirebbe di certo al ratto qualcosa da mangiare. Impossibile. Alle comparse non piacciono i ratti. Una comparsa non sa bene perché non le piacciano, sa solo che li trova ripugnanti.
    Il sentimento è irrazionale, e così anche la risposta del bambino non può che essere irrazionale:

    QUOTE
    Hanno le piume.

    La risposta alla seconda domanda è altrettanto breve, come si confà alla sua psiche, forte della logica del risparmio.

    QUOTE
    No.

    Ryuwhan non ha mai desiderato l'omicidio; quando ha ucciso lo ha fatto solo per ragioni logiche, per sopravvivere o per seguire un ordine. Ma è proprio questa la cosa più spaventosa: se da una parte mai è stato un delitto passionale, un desiderio personale, dall'altra i delitti sono stati completamente privi di qualsivoglia emozione. Non ha mai provato il desiderio di uccidere, sì, ma neanche un rimorso a seguito del delitto.
    Ryuwhan non possiede una morale. Non ragiona sul giusto e sbagliato come le normali comparse, e forse mai lo farà.

    La terza domanda non è in realtà una domanda; Il mostro gli chiede di mostrargli come incapaciterebbe un avversario. Ryuwhan comprende immediatamente: l'animale vuole una dimostrazione pratica su sé stesso, e il bambino lo accontenta.
    Scatta verso quell'odiosa creatura utilizzando lo stesso Jutsu utilizzato in precedenza per raggiungere la carrozza, che ora però viene eseguito in maniera molto più accurata di prima [Corsa Fulminea] Corsa Fulminea
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce+)
    L'utilizzatore scatterà rapidamente diritto verso un avversario, con una velocità notevolmente aumentata. Potrà compiere attorno l'avversario, ad una distanza di circa 3 metri, una circonferenza. È possibile muoversi gratuitamente di 1 slot azione: i metri percorribili con uno slot sono raddoppiati.
    In qualsiasi momento potrà decidere di concludere la corsa per scagliarsi verso l'avversario da una traiettoria difficilmente prevedibile, per effettuare un singolo colpo che avrà una forza e velocità aumentate di 2 tacche. Potrà effettuare altri colpi, ma non godranno del bonus. Dopo aver effettuato il colpo, la tecnica terminerà di dare i propri benefici.

    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [Da genin in su]

    Viene divorata in pochi istanti la distanza che separa i due, poi viene improvvisamente mutata la direzione del moto; accerchiato il mostro con uno spostamento di circa 200 gradi dalla posizione iniziale, il bambino si scaglia sull'uccello tentando un colpo di taglio della mano diretto al collo della bestia [Forza: 350; Velocità: 350]
    In seguito gli sferra un possente calcio sul becco, intenzionato a farlo volare contro un vicino muro diroccato [Forza 400 + Mezzobasso = 450; Velocità 400 + Mezzobasso = 450]
     
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  11. Species 8472
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    Una Proposta che non Puoi Rifiutare
    .. Oh no, You Don't! ..



    Fukurou, interessato alla strana forma di dialogo del Piccolo Bianco, si era lasciato assorbire completamente dimenticandosi di tutto il resto. Non che normalmente fosse sveglissimo data la tendenza Lunatica, ma sicuramente quel violento colpo in testa non lo aiutò affatto, specialmente non potendo difendersi mancando delle braccia. Cadde a terra a pancia in su con l'espressione di chi ha visto giorni brutalmente migliori, svenuto. Mochuelo, che aveva visto la scena, uscì dalle frasche saltellando in preda alle crisi isteriche. - Ohcazzo, Ohcazzo, sei completamente pazzo bambino! - L'anello attorno al braccio di Ryuwhan si arrossò lievemente trascinando parte delle sue energie al suo interno [2 Leggere]. - Oltre che muto sei anche pazzo! Ohcazzo.. - Continuava a smuovere l'amico pennuto con la zampa sperando che si riprendesse, con scarsi risultati, ma se non altro non era morto ma solamente svenuto. - Ti ha chiesto di affrontarlo senza fargli male! Non di spaccargli l'osso del collo! Fukurou non è quello più intelligente e con la dizione migliore della famiglia ma.. Ohcazzo.. - In effetti, a ben pensare, quello che la prova dell'Equilibrio voleva non era sicuramente un'azione del genere. Ryuwhan era disgustato da quelle creature ma, al momento, esse erano indissolubilmente legate anche a lui e doveva prestare molta, molta più attenzione alle loro parole e non sottovalutare affatto il potere di ciò che lo costringeva a restare li.
    Quei maledeffi anelli.

    Dopo svariati tentativi di Rianimazione Fukurou tornò vagamente in sesto, riuscendo a centrare lo sguardo sullo Shinobi per abbastanza tempo da poter verosimilmante dire che c'era di nuovo tutto. - Forse.. e.. forse dico.. non mi ero espressio.. benissio.. benissimo. - E tutt'ora non si stava esprimendo per niente bene, ma nessuno azzardò a commentare tale cosa. - .. Tuttavia.. la tua forza è indubbia. Dentro a quel piccolo laghetto troverai una stele con un simbolo.. quello è il tuo primo sigillo.. ma stai attento.. ogni errore che farai nel risolvere le tue prove.. ti costerà una parte delle tue energie.. Molti sono morti per aver male interpretato le parole dei loro giudici.. - Mochuelo spinse il compagno sopra una roccia e lo ricoprì con dei viticci. Non era ridotto male ma il cervello gli era andato a quel paese ed adesso aveva bisogno di riposare. Le sfide successive, che piacesse o meno, sarebbero state decisamente più difficili.

    Il laghetto in questione era una pozzanghera di acqua stagnante sul cui fondo giaceva una stele di materiale simile all'alabastro con su inciso un simbolo sbiadito ed illeggibile ma, al solo contatto, uno degli anelli che attorniavano il braccio del giovane Kiriano si sciolse, sbriciolandosi all'istante in una nuvola di polvere scura. - Ohh.. la stele ha reagito.. quando le troverai tutte ti libereranno dai Sigilli! - Il piccolo Civettuolo annuì quasi più a se stesso che a Ryuwhan, iniziando a dondolare verso la nuova meta della loro peregrinazione. Ovviamente non si fermò nemmeno a controllare che il Piccolo stesse bene, se avesse sonno o Fame o qualsiasi altra cosa.. lo trattava come un piccolo animale domestico che doveva far poco altro oltre seguirlo ed obbedirgli. Cosa strana la vita degli animali.. un giorno son servi un giorno Padroni.

    La strada che portava fuori dalle rovine era persino pavimentata, anche se oramai non c'era più molto spazio tanti erano i roveti che avevano invaso il manto calpestabile, eppure sembrava quasi che mano a mano si avvicinassero sempre di più alla fortezza passandole però di lato, aggirandola quasi. - Questo è il territorio di Navadni, lei ti metterà alla prova con le tue capacità di caccia.. devi sapere che le civette sono ottime cacciatrici ed i nostri Grandi Bianchi devono provvedere anche a sfamare i più piccoli ed indifesi oh.. eccoci arrivati nella sua riserva di caccia. - Al limitare di una radura una meravigliosa civetta Bianca che brillava al chiaro di Luna. Si era appollaiata silenziosa sopra quello che un tempo doveva essere stato il tronco di una grossa quercia.. e, nonostante questo, le dimensioni del volatile erano quasi dieci volte quelle del povero Machuelo che, lievemente messo in soggezione dalla sua piccola statura, si era arrampicato con fatica su un ramo per non sentirsi "così Basso" come veniva definito a volte. Era il turno di quella meraviglia del cielo notturno parlare e far affrontare a Ryuwhan la sua prova.

    - Oh.. quale meraviglia.. un nuovo Piccolo che si avvicina a farsi fare le carezze dalla madre.. - Scese delicatamente dall'albero avvicinandosi al giovanotto e cercando di entrare in contatto con lui strusciandogli la testa sul corpo, come una madre amorevole fa con i suoi pulcini appena nati. - Non hai nulla da temere da me, Bianco, io sono la madre di tutti i Nidi e mi prendo cura di ogni creatura che abbia bisogno di mangiare. Noi siamo maestre nel cercare ogni fonte di cibo possibile ed immaginabile ma tu, se vuoi il mio Sigillo, dovrai dimostrarmi di sapere cacciare come solo una civetta riesce a fare.. - Si voltò con la testa di quasi 360° dando uno spettacolo degno dell'esorcismo più esasperato, puntando una parte del boschetto piuttosto rada in cui la luce filtrava avidamente tra le fronde illuminando il terreno. - In quella radura vive Baramal, il Daino dello spirito della foresta, è una creatura schiva e protettiva, dovrai sfruttare tutto quello che possiedi per ucciderla e portami le sue corna come prova del fatto avvenuto. Non importa quale sia il tuo modo di agire, lo stormo ha bisogno di Cibo e tu, caro, dovrai provvedere. - Detto questo si appollaiò di nuovo sul suo bel tronco spezzato mentre Mochuelo uscì dall'isolamento forzato per condurre Ryuwhan verso la foresta.

    suddenlyanimedeerbywolv



    La creatura si trovava nel mezzo della Radura e brucava silenziosamente l'Erba. Da li in poi si apriva la caccia. Era un Daino albino con le corna piccole e la corporatura che non superava quella di un cavallo di medie dimensioni. Alle corna aveva appese delle piccole corolle di fiori rossastre ed era sin troppo chiaro che non si trattasse di un essere naturale ma di un vero e proprio spirito o, quantomeno, qualcosa che andava straordinariamente vicino a quel mondo.


     
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  12. Alkaid69
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    Come il bambino aveva previsto, il mostro non muore a seguito dell'attacco (anche se un po' sotto sotto aveva sperato che lo facesse) e si rialza dolorante.
    A quanto pare la prova non consisteva esattamente nel dimostrare praticamente le sue abilità, ma piuttosto spiegarle a parole. Tuttavia cosa può dire più di mille parole se non un'azione? Di questo il bambino è fermamente convinto.
    Tuttavia, il dolore al polso che ne consegue comunica a Ryuwhan una dura lezione: non avrebbe più dovuto farlo.
    Il monito nefasto della civetta lascia spazio a numerosi dubbi: non seguire alla lettera le direttive di quelle schifezze avrebbe significato un'ulteriore modalità di morte.
    Ma finalmente il primo sigillo sta per essere sciolto: Ryuwhan si affretta a raggiungere il posto indicato dall'uccello e infila la sudicia mano nella pozzanghera, tirando fuori la stele; questa brucia immediatamente via il primo sigillo, ed ecco che siamo un passo più vicini alla risoluzione di questo insopportabile atto.
    Tuttavia mancano ancora ben quattro prove, e non c'è tempo da perdere.

    In questo momento il bambino non sente assolutamente alcun affaticamento né i morsi della fame. Ci è abituato, sì, dato che procacciarsi il cibo è sempre stato un problema per lui in quanto senzatetto; tuttavia al momento la cosa più determinante non è tanto l'abitudine a patire la fame quanto la più che giustificabile voglia di liberarsi di quegli orrendi animali, e sì, perché no, anche un inesplicabile desiderio di conoscenza.

    Uscendo dalle rovine ancora una volta ci immergiamo assieme a Ryuwhan nella vegetazione, la quale sembra aver divorato come un'immonda creatura la pietra e qualsiasi altro segno di una residua civilizzazione in quel posto.
    Non possiamo fare a meno di notare, però, durante il tragitto tracciato dai due viaggiatori, che in realtà era un eterno viaggio attorno ad uno stesso punto. Ryuwhan non può fare a meno di pensare che la disposizione dei segni e il viaggio facessero tutti parte dello stesso rituale. Una volta decifrato l'orientamento e il tipo di rituale di liberazione, non sarebbe impossibile portare a termine il rituale anche senza l'ausilio degli uccelli o attraverso metodi alternativi.

    Nel frattempo siamo già giunti nel luogo della seconda prova; lo capiamo perché ai nostri occhi si presenta l'enorme e disgustosa figura di un altro uccello. Questa deve essere almeno due volte quella che ha attaccato in precedenza la carovana, ed è appollaiata in quella sua insopportabile posizione su un tronco, come se la sua altezza non fosse già abbastanza a mettere in soggezione qualsiasi altra creatura.
    Quando quella scende e tenta di avvicinarsi al bambino, quest'ultimo di tutta risposta si allontana di scatto, come se una bomba stesse per esplodere proprio lì davanti a lui.
    Parla, il mostro, e non si cura del breve sussulto che il senzatetto dà sentendo quella voce. Parla e spiega, come tutte le altre. Quelle cose sembravano amare il parlare più di ogni altra cosa; Ryuwhan questo non poteva sopportarlo.

    Ma per fortuna questa volta il compito proposto sembra essere molto più in linea con la natura del bambino: avrebbe dovuto cacciare qualcosa, uccidere qualcosa. Ryuwhan è bravo a eliminare qualcosa.

    Non risponde, né da un cenno di aver compreso. Ryuwhan non comunicherà con quelle cose se non sarà strettamente necessario.

    Gli viene indicato il luogo, ed entro poco tempo ecco che scorgiamo l'animale da sacrificare; un animale dotato di corna e senza ali, per fortuna.
    Il piano del bambino è semplice, e contempla la superiorità numerica come punto focale. L'animale si trova al centro di una radura, delimitata da una foresta: il bambino non conosce la velocità, né le abilità di quel particolare animale. Se si tratta di una prova di quelle bestie, allora nulla deve essere così semplice come sembra.
    Ryuwhan crea ben cinque copie di sé stesso, lasciandone tre nel punto della foresta dal quale ora guarda verso la radura, e facendole nascondere sulle fronde degli alberi. Poi costeggia la radura rimanendo nell'ombra della foresta. Una copia la costeggia in senso orario, mentre lui e l'ultima copia in senso antiorario.
    Il piano del bambino ci è ora perfettamente chiaro: intende accerchiare da almeno 3 punti cardinali l'animale, in modo che l'unica via di fuga sia quella che dirige esattamente verso la foresta, nel punto dove le altre 3 copie sono nascoste fra gli alberi. A quel punto l'agguato sarebbe terminato: le copie avrebbero tentato di tranciare le gambe dell'animale (che sembravano la parte più delicata della bestia) e il resto sarebbe venuto da sé.

    Dunque il bambino scatta nella radura, dando il segnale alle altre due di fare lo stesso, e tutte e tre accerchiano l'animale; come avevamo previsto, l'unica via di fuga volutamente lasciata è proprio quella che porta alla trappola.

    La caccia andrà a buon fine?
     
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    Cerbero






    Il cervo si guarda attorno impaurito, in qualche modo ha percepito la trappola, sa della sua presenza, sesto senso animale forse? Non si sa, tuttavia dopo qualche secondo di totale panico che la differenza di specie ti permette solo di carpire, attraverso i movimenti del capo scoordinati e l’indecisione su che direzione prendere per la fuga il cervo inizia a rantolare, sbava dalla bocca e crolla a terra, quasi inerme, se non per qualche violento spasmo. La creatura sarebbe sembrata quasi morta se non per un lontano guaire che sembra avvicinarsi dalle viscere dell’inferno. Prima che sia troppo vicino per essere visibile sul cervo compaiono su di esso i rimanenti sigilli, a decorare un corpo ormai esanime. I tuoi cloni fanno a malapena a comprendere e copiare uno di essi (se tenti di farlo) che i rimanenti tre mutano, sformando anche la bestia, accartocciandola e riplasmandola per formare un sigillo d’evocazione.
    I guaiti sono ora più vicini, il silenzioso bambino avrebbe potuto identificare l’origine proprio nel cervo che avrebbe dovuto catturare, quel suono ora iniziava a diventare fastidioso, iniziando a scuotere il bambino ben più in fondo di quanto il semplice verso di un animale non possa fare, un sentimento forse sconosciuto gli bussa sul petto: paura. È lieve, e forse Ryuwan neanche sa che quella strana sensazione viene chiamata tale, e forse è proprio la sua ignoranza che gli permette di resistere al richiamo dell’inferno. [Canto di cerbero]
    Il suono termina solamente quando il sigillo appena formato fa comparire tre orride bestie, sono canidi, forse, e ciò che non ha fatto il canto probabilmente lo farà il loro aspetto. Tutti e tre annusano l’aria, ti sentono, ma non ti guardano, non ancora. Il trio si volta, le fauci che colano di bava si concentrano su ciò che è rimasto del cervo impedendoti di individuare o cercare gli altri sigilli, e difatti cancellando il corpo su cui erano stati impressi divorandolo. Non è un bello spettacolo si potrebbe pensare, le tre bestie non sono “fameliche” sarebbe un aggettivo riduttivo, si gettano sulla creatura con violenza smodata mordendo, scuotendo, torcendo, dilaniando. Presto del cervo rimarrà solo qualche scampolo di pelle e lo scalpo con le corna, cercare di fermare quel macabro spettacolo è un idea che forse potrebbe balenare nella mente del piccolo, tuttavia quella stessa sensazione di prima l’avrebbe fatto esitare, e se anche fosse stato in grado di compiere il primo passo una delle bestie sarebbe scattata, la più grossa, lorda di sangue e ancora ansimante, con ancora un ringhio stretto in gola si sarebbe avventata sull’indiscreto ospite cercando di ferirlo mortamente con denti e zampe [3 attacchi a velocità e forza da viola][Banchetto di cerbero].
    Una volta che quel macabro rituale si fosse esaurito nel garrese delle tre fiere sarebbe comparsi i sigilli cercati dal kiriano: 3, uno per ognuno.
    Le tre fiere annusarono nuovamente l’aria, e ancora sentirono il piccolo Riwan, lui a sua volta li avrebbe potuti sentire sulla tua pelle,come se fossero in grado di toccarlo dalla distanza, palparlo, assaggiarlo. [Intento assassino]
    Le tre bestie si dividono, ognuna per la propria strada: è un nuovo inseguimento. Eppure il bambino avrebbe potuto dubitare di quell’inseguimento, era lui che inseguiva le fiere, o erano loro ad aver scommesso chi avrebbe avuto l’onore di gustarselo in solitudine?
    Inseguire le “prede”, facilmente rintracciabili mediante le impronte e l’udito (per via dei loro versi, che comunque non provocano più quella sensazione angosciante) avrebbe portato il kiriano in luoghi del tutto differenti.
    Seguendo la più grossa tra le fiere il muto avrebbe visto l’ambiente intorno a se mutare rapidamente, la foresta presto si sarebbe chinata alla morte, l’erba non avrebbe avuto più spazio per crescere nella terra arida che il bambino andava ora calpestando, gli alberi nodosi e vecchi erano ormai stanchi, e ben pochi erano quelli che conservavano qualche rimasuglio di fogliame, e quel poco ormai era grigio o nero, come la cenere. I tronchi ancora ritti invece erano spezzati, forse i primi a cadere, vittima di chissà quale malattia. Qualsiasi fosse il luogo da cui erano partiti ora ne erano ben lontani, e la bestia conscia di ciò aspettò l’ometto al centro della desolazione.
    Se Ryuwan invece avesse seguito il canide nero e smunto questo l’avrebbe condotto in un’immensa palude, l’avvento di quell’ambiente umido e poco salubre si sarebbe sentito quasi subito, grazie al fango che schiaffeggiava le suole delle scarpe del muto. Giunto all’acquitrino si poteva scorgere della vita sotto il pelo dell’acqua, ma a ben pochi shinobi sarebbe saltato in mente di sondare tale luogo oltre quel limite. L’acqua verdognola e limacciosa, difficilmente si sarebbe lasciata oltrepassare per più di qualche centimetro dalla superficie, e caderci dentro probabilmente non sarebbe stato piacevole, anche questa volta, la creatura avrebbe aspettato al centro di quel malsano luogo, sotto all’unico albero presente in quella zona, un salice piangente, una pianta nobile, contaminata da quel luogo. I lungi rami, sfiorando l’acqua ne avevano mondato una parte intrecciando in essi vari grumi di melma maleodorante. Il kiriano avrebbe avuto della fortuna a non uscire da quel luogo senza un qualche tipo di grave malattia.
    La terza bestia invece avrebbe galoppato sino alle pendici di un vulcano e ivi si sarebbe fermata, al centro di una nera pianura, in cui sole e luna facevano fatica a mandare i loro raggi a causa delle dense nubi di cenere, il tutto era tenuemente illuminato dalle grosse spaccature in cui scorreva la lava ed il calore si faceva sentire.
    Chi avrebbe scelto il piccolo?






    Canto di cerbero
    Posizioni Magiche: ( 6 )
    Se la vittima ascolta i guaiti delle tre fiere cade in uno stato di paura, che andrà incrementandosi sino al termine dell'illusione. L'illusione proporrà tre differenti tipi di morti violente per mano delle fiere, di cui la vittima è protagonista.
    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    Livello: 3 / Consumo:?


    Banchetto di cerbero
    Durante un azione condivisa da tutte e tre le fiere queste hanno un bonus a tutte e 4 le statistiche primarie pari a 4 tacche.
    Tipo: Taijutsu
    Livello: 3 / Consumo:?
     
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  14. Alkaid69
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    Ed è lì, a pochi metri dall'animale, quando tutto cambia.
    Che la prova sarebbe stata così semplice avevamo davvero cominciato a crederlo, eppure adesso tutto è cambiato.
    Mentre l'animale si contorce e si tramuta in qualcosa di completamente diverso (un sigillo d'evocazione) Ryuwhan non può far altro che restare a guardare incredulo: mai ha visto nulla del genere.

    L'animale è svenuto poco fa, forse a causa di uno strano suono dalla provenienza imprecisabile. Un clone del bambino (quello più vicino) è a malapena riuscito a bruciarsi nella mente le fattezze di uno degli strani sigilli che sono comparsi sulla sua sagoma in preda ai dolori (informazione che sicuramente tornerà al bambino nel momento in cui la tecnica verrà sciolta).
    Vediamo una delle sue copie perdere forza alle ginocchia e inginocchiarsi sul prato, e capiamo che è per colpa di quel canto insondabile che sembra essere diventato se possibile ancora più forte di prima. Negli occhi della copia leggiamo paura.
    Capiamo ora che quel canto proviene in realtà dall'animale stesso; il bambino a questo punto smette di voler dare un senso a ciò che sta succedendo: se l'animale non è svenuto a causa di quel suono, allora diventa impossibile comprendere le reazioni di causa-effetto che hanno portato a questa situazione paradossale.



    Ryuwhan però deve rimanere concentrato: quando sarà il momento dovrà rivivere quello che ora sta passando la sua copia, ma al momento c'è qualcosa di molto più importante da tenere a bada, e non è la paura; qualcosa di inconcepibile e di mai visto si sta consumando davanti ai suoi occhi.
    Infatti, quando l'orrido canto e tutto il resto termina, tre bestie compaiono attorno al corpo sformato dell'animale e un istante più tardi predono a contendersene le carni, nella maniera più brutale possibile. Ryuwhan non sa ancora che i simboli che vanno scomparendo divorati da quelle schifose bestie sono quelli che gli serviranno per salvarsi la vita senza l'ausilio degli uccelli. Permane l'interesse basilare per ogni simbolo, ma in questo momento è facilmente tenuto a bada da un istinto di preservazione (o come nel caso del bambino un allenamento alla preservazione, dato che in lui tale istinto non è mai esistito
    ma invece gli è stato instillato da loro)

    Gli viene in mente soltanto più tardi, quando altri (o quegli stessi) simboli compaiono sulle 3 bestie stesse, un istante dopo che hanno finito di dilaniare l'animale con le corna. A questo punto tutte e tre scattano in direzioni differenti: Ryuwhan potrebbe seguirle tutte e tre grazie ai suoi cloni, ma non crede di poter riuscire a fermarle in tempo per impedire che le sue copie si sfaldino per la troppa distanza. Con un particolare fischio l'originale richiama a sé le sue cinque copie, e insegue la creatura magra e bianca.
    Come aveva previsto, non riesce a superare e catturare quella...cosa, non prima di aver percorso parecchi chilometri.

    Come raggiungerà le altre due, ora? Tuttavia questa sembra avere l'abitudine di lasciare pesanti tracce al suo passaggio: se anche le altre sono così facili da seguire, magari più avanti Ryuwhan potrà tornare in quella pianura e seguirle con l'aiuto delle tracce.
    Intanto solamente tre delle cinque copie di Ryuwhan si parano davanti alla bestia (che si è fermata soltanto quando raggiunte le pendici di un vulcano). Le altre due si sono invece trasformate in lunghe ma sottili lucertole di colore nero [Nessuno Slot: Preparazione] e si confondono con la nera cenere che cosparge l'intero campo che da quanto capiamo sembra essere l'habitat naturale di quella bestia. Le due lucertole color pece aggirano furtivamente la creatura mentre invece il bambino e tre delle sue copie attaccano frontalmente, attirando la sua attenzione.[Slot Azione I e II]

    Una di loro, arrivata sotto i 6 metri, batte un piede per terra per attuare una tecnica che dato il luogo in cui si trovano sembra calzare a pennello [Slot TA][Geyser Respingente] La colonna d'acqua compare poco alle spalle della cosa, e tenta di scaraventarla in direzione di un'altra copia la quale è pronta ad infilzarla con la sua lama in pieno addome [Slot Azione III][Bracciale-Lama: Potenza 30; Forza 400 + Basso = 475; Velocità 400]
    Nel frattempo la terza copia posa una mano per terra e senza movimento alcuno traccia grazie al chakra un grosso sigillo, che va a ricoprire un'area pari a circa sei metri. Se la bestia dovesse toccarlo anche solo parzialmente si ritroverebbe impedita a muoversi correttamente. [Slot TB][Ingombro | Tecniche Rapide]

    Se la bestia tenta di sfuggire al fuuinjutsu:
    A seconda della direzione che prende per sfuggire, il più vicino fra la copia che ha usato il geyser e l'originale cerca di risbattare la creatura dentro il cerchio con un possente calcio al volto, atto a spingerla dentro [Slot Azione IV][Forza 400 + Basso = 475; Velocità 400]

    Se la bestia subisce il fuuinjutsu:
    Ryuwhan prende un tonico dalla sua sacca e lo ingerisce, così da ripristinare le sue forze [Slot Azione IV][Tonico di Recupero medio]

    Cosa sta accadendo? A Ryuwhan questo non importa più. E' finalmente lontano dagli uccelli e sta per scoprire il segreto che lo libererà dalla loro crudele morsa: quelle tre bestie vanno soppresse e studiate.

    SPOILER (click to view)
    Chakra residuo: 15/30 oppure 19/30


    Ingombro
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Disegno (8)
    Il sigillo tracciato, di diametro pari a sei metri, si attiverà non appena toccato da un bersaglio, escluso l'utilizzatore. La vittima subirà un intralcio: ogni azione offensiva intrapresa costerà il doppio degli slot richiesti; le azioni gratuite saranno considerate tutte "Lente". Il sigillo si sposterà sull'addome del bersaglio. Situazioni di calma annullano gli effetti del sigillo.
    È possibile attivare il sigillo entro 6 round da quando tracciato, altrimenti scomparirà.
    Tipo: Fuuinjutsu
    (Livello: 3 / Consumo: Medio)
    [Da Chunin in su]
     
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    Lo spettro






    Il piccolo muto non sa con cosa a che fare, forse sottovaluta la bestia, o almeno questa pensa così vista la scarsa efficacia che ha la prima tecnica. Quella è l’arena della bestia bianca, la sua arena, e lo sconsiderato bambino l’ha inseguita così a lungo da ritrovarvisi in mezzo. Appena comparsa la pozzanghera la canuta bestia si mette in movimento, la macabra sinfonia di schiocchi indica che le sue ossa si disarticolano rapidamente permettendogli di assumere una posizione insolita, tuttavia efficace a fargli schivare il potente getto d’acqua, udito grazie ad una particolare percezione del suolo che le sue esili gambe parevano dargli.
    Forse avrebbe potuto vedere un sorriso sinistro nell’animale mentre dalla lava sortiva una bocca pronta ad addentare e deviare il calcio della copia che l’avrebbe altrimenti spinto nel sigillo.
    Ultimata la difesa schiuse la bocca, per emettere un nuovo guaito, fastidioso, quasi doloroso per i timpani di Ryuwan, ma non l’avrebbe leso, l’attacco era indirizzato alle poche pietre che ancora intatti tenevano i due a galla nella superficie di magma. Queste si sarebbero spaccate, affondando in alcune parti e conservandosi grandi a sufficienza solo a tenervi due piedi di una singola persona, mentre i corsi di magma si allargavano pericolosamente. La belva sarebbe scattata verso l’unico Ryuwan rimasto fermo sino a quel momento accompagnato da un potente getto di vapore generato dalla lava che l’avrebbe totalmente occultato facendolo sparire, anche grazie al suo colore. Il problema era che quella nube si espandeva avvicinandosi rapidamente [vel. Blu] sino a coprire un aria pari a 30 slot dimensionali, se inglobato il muto avrebbe fatto difficoltà a vedere la bestia prima che questa giungesse a due metri da lui.
    Avrebbe attaccato per primi i due cloni-lucertola, che avrebbero potuto avvertire il colpo mediante un rumoroso soffio, come se il pugno fendesse l’aria, il pugno d’impatto sarebbe stato aumentato, come se a darlo non fosse la zampa del canide ma la nebbia stessa. Due attacchi, uno per ogni copia, entrambi potenti e diretti allo stomaco.
    Distrutte o meno un potente getto di cenere sarebbe fuoriuscito dalla lava, avvisando con un piccolo gorgogliare della lava, per poi condensarsi nella sua forma nebulosa attorno ai piedi di Ryuwan, cercando di immobilizzarlo.
    Nel bel mezzo del combattimento un ombra bianca si palesò al bimbo, volandogli poco sopra la testa e portando via con se della nebbia che subito dopo si riformò con un guaito scocciato. Era imponente, silenziosa e indagatrice e lo osservava, in ogni singolo movimento, come se i suoi profondi occhi gialli potessero carpirne l’intima natura. Per quanto il piccolo si sarebbe potuto sforzare non sarebbe riuscito ad identificare con maggior dettaglio la prima ombra vista inizialmente, agli effetti in un primo momento il volatile si era presentata come una presenza effimera, quasi uno spettro che ora lo osservava, immobile.
    Avrebbe forse potuto chiedergli aiuto?





    Nebbia di cenere
    L'utilizzatore può ricoprire una vasta area da una fitta nube di cenere. Chiunque all'interno della nuvola sarà considerato "occultato" e potrà essere visto solo entro 2 metri. L'altezza è indefinita e non và calcolata negli slot dimensionali


    Entità cinerea
    L’utilizzatore, se presente della cenere, potrà mutare la propria essenza nel medesimo materiale potendolo manipolare, danni normali non saranno conteggiati per via dalla non consistenza del corpo, se saranno ad area verranno raddoppiati. Non potranno essere eseguite tecniche o attacchi se non si tornerà di consistenza normale, azione che non fa rilasciare la tecnica ma fa spendere uno slot gratuito o azione dopo il primo. Si potranno addensare singole parti del corpo, massimo in un diametro di 6 metri l’una dall’altra.


    Cenere solida
    L’utilizzatore attraverso tale tecnica può creare e solidificare 3 slot dimensionali di cenere.
    La solidificazione e il movimento avranno velocità inferiore di 3 tacche rispetto all’utilizzatore.


    Edited by F e n i x - 11/12/2012, 20:54
     
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16 replies since 4/3/2012, 19:25   220 views
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