Amicizia tra due Artisti

free gdr tra Shu e Hohenheim

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  1. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due artisti
    Primo post




    Qualche anno fa, prima della presunta morte di Hohenheim


    Era una giornata soleggiata in quel di Suna, come sempre, e una figura si stava inerpicando sopra una montagna. Era un giovane adolescente di nome Shu, uno dei due Shu dai capelli rossi che in quel tempo abitavano il villaggio. E il rumore che questo ragazzo faceva camminando faceva pensare che questo non fosse il ninja che in quel tempo stava semplicemente tentando di affermare la sua indipendenza come genin.

    Quella giornata Shu aveva deciso di dedicarla completamente alla sua opera, voleva finirla al più presto. Una sua amica era in pericolo di vita, ricoverata all'ospedale. Una malattia incurabile, dicevano. Lei aveva sempre amato i suoi disegni e lui voleva farle un ultimo regalo. Un modo per salutarla per sempre. Ripensarci riempiva di tristezza il suo cuore sensibile.

    La scalata alla fine era conclusa. Si trovava in una piccola radura di sabbia, intrappolata tra le rocce, in cima alle montagne che circondavano il villaggio. Un posto riparato, da cui poteva dominare tutta Suna. E fu allora che estrasse il suo tesoro, un quaderno e una matita. Si sedette a gambe incrociate, appoggiandosi il blocco sulle ginocchia per poi aprirlo e rivelare il suo lavoro: un disegno incredibilmente accurato della maggior parte del villaggio di Suna. Sembrava quasi una fotografia in bianco e nero. Un disegno che poteva quasi parlare dell'amore che il ragazzo aveva per la sua arte, per il suo villaggio e per i suoi amici, ciascuno ritratto da qualche parte in quell'immensità.

    Ma non si mise subito al lavoro. Restò fermo immobile, ad osservare il villaggio, memorizzandone i dettagli, godendosi la tranquillità e il silenzio, come in trance.

    Sempre che qualcuno non venisse li a cercarlo.

     
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    Nello stesso luogo, per caso.
    Suna


    Quel giorno Shu non era solo. Se avesse distolto lo sguardo dalla magica Suna, passando in rassegna i pendii rocciosi che, come un guscio, difendevano il Villaggio segreto della Sabbia, avrebbe scorto la presenza di un ragazzo. In realtà era un bambino, di circa dieci anni. Stava in piedi sul bordo roccioso dello stesso rilievo che ospitava Shu a circa 300 metri da terra. Stava immobile, vestito di un semplice abito color della panna, con gli occhi chiusi e una brezza calda che gli scompigliava i capelli. Sembrava calmo e sul punto di buttarsi di sotto: impossibile! Non c’era probabilità di sopravvivenza per una caduta da quell’altezza…
    Ma come ci era arrivato un bambino di 10 anni fin lassù? Forse Shu avrebbe provato a far qualcosa per fermarlo, oppure per far luce su quello che stava per accadere, ma non avrebbe fatto in tempo. Infatti, dopo un respiro leggermente più lungo degli altri, il bimbo si sarebbe lanciato dal posto, per buttarsi a capofitto nell’aria calda di quella giornata, quasi rasentando la parete rocciosa che gli scorreva ad una velocità impressionante sotto di lui. E mentre la velocità aumentava in maniera vertiginosa, sentì un urlo prorompere dalla piccola bocca del ragazzo, ma non era un grido di terrore:

    “WHHHHHHHHHHHHHHHAAAAAAAAAAAAAAAAAA”


    Poi il bimbo mosse rapidamente le mani, ed improvvisamente sotto di lui si aprirono due maestose ali di aquila. La grossa creatura alata apparve quasi dal nulla per sostenere il ragazzo, salvandolo da morte certa. Shu avrebbe visto il due riprendere quota, mentre il grosso uccello si esibiva in una serie di piroette e giravolte. Anche se da lontano, il disegnatore avrebbe ancora potuto sentire le urla di gioia del bambino. Quello era il passatempo preferito di Hohenheim (così si chiamava il giovane pazzo) da quando era diventato abbastanza bravo da permettere alle sue creazioni di sostenerlo in volo. Faceva questo per metà del suo tempo libero, ovvero quando non si allenava e quando non era in missione.
    La grande aquila d’argilla si portò infine a sorvolare la zona dove si trovava Shu. In realtà si trattò di un mero caso che, proprio in quel momento, Hohenheim decise di concludere il suo show personale. Si lanciò dalla creatura di argilla a circa 5 metri da terra, ed atterrò a piedi uniti a tre metri dal ragazzo. Aveva ancora gli occhi chiusi, era persino probabile che ancora non avesse visto il disegnatore che si era appostato in quella radura in cerca di tranquillità. Aveva le gote rosse per l’emozione del volo e stava sorridendo. La sua espressione però lasciava tradire che stava aspettando qualcosa. Infatti, poco dopo, l’aquila virò e si mise a 6 metri alle spalle del ragazzo, battendo forte le ali per mantenere una posizione stazionaria.

    BOOOOM



    L’esplosione fu violenta e repentina ed illuminò per un attimo tutta la zona. Il baccano aveva fatto vibrare l’aria e la roccia sul quale si trovavano i due giovani: uno spettacolo mozzafiato!! Solo allora l’artista dell’argilla aprì gli occhi, uscendo da uno stato di trance che normalmente lo prendeva quando, per diletto, si cimentava nella sua arte. Tuttavia il ritrovarsi di fronte un’altra persona, in quel luogo e così vicino a lui, dovette mettergli una certa paura perché, appena vide Shu, Hohenheim urlò…questa volta di terrore.

    “ HHHAAAAAAAAAAAAAAA….!”



    Fece un maldestro passo all’indietro, oltre il ciglio della piccola radura dove si trovavano e cadde di sotto! Fu solo grazie ad un arbusto che cresceva proprio lì vicino, in linea con la sua caduta, che il piccolo riuscì ad aggrapparsi e quindi trovare l’appiglio per risalire. Quando fu di nuovo su, aveva il cuore che gli batteva a mille!

    “ Cavolo questa volta c’è mancato poco!! Scusami non pensavo ci fosse qualcuno qui sopra! Mi chiamo Hohenheim!”



    Fu così che quei due giovani artisti si conobbero!

     
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  3. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due artisti
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    Quel giorno non ero solo. Me ne accorsi solo troppo tardi. Ad un certo punto scorsi con la coda dell'occhio un bambino, avrà avuto circa 10 anni, sull'orlo del dirupo. Sobbalzai un attimo dallo stupore, non mi ero nemmeno accorto che fosse li, da quanto ero focalizzato sulla mia opera!

    E le sorprese non erano ancora finite; neanche il tempo di salutarlo che lui si buttò di sotto! Corsi verso il dirupo, urlando

    Ehi! Che stai facendo?!

    Mentre mi disperavo per la perdita di quel ragazzo, immaginando quali gravi motivi potessero averlo spinto a quell'estremo gesto, vidi apparire due ali color panna sotto di lui e rimasi come paralizzato mentre risalivano i venti. Ma si rendeva conto di quanto rischiose erano certe esibizioni?
    Alla fine l'aquila arrivò sopra la radura, eseguendo numerose giravolte, acrobazie e voli parabolici. Una creatura maestosa che pareva essere in completa sintonia con quel bambino. Chissà cosa li legava... rimasi come abbagliato da quell'esibizione di bellezza, come artista avevo il dovere di ritrarre tale spettacolo per chi non era stato così fortunato come me, e non era riuscito ad assistere. Chissà che avrebbe detto Sakura quando glielo avessi mostrato. Cominciai a disegnare, con l'ovvia difficoltà del trovare la posa perfetta e del disegnare un soggetto in movimento. L'aquila in quel momento stava planando molto vicino a terra, era il momento giusto di memorizzare i dettagli di quella maestosa creatura. Anche se, mentre si avvicinava, notavo che sembrava troppo perfetta, oltre ad essere troppo inespressiva. Sembrava quasi una statua. Sciocchezze! Una statua non poteva muoversi in quel modo.

    All'improvviso vidi il bambino lanciarsi giù dall'aquila ed atterrarmi giusto davanti. Aveva già finito? Eh no, io dovevo ancora finire di disegnare! Stavo giusto per avvicinarmi a lui ad urlargli di rimettersi sopra quel suo uccello spelacchiato, mentre l'aquila si portò dietro di lui, restando in quota.

    Ehi! Ragazzino...


    KA-BOOOOOOOOOOOM



    L'aquila era esplosa! Mi riparai in fretta il volto, sfruttando il quaderno. Un gesto istintivo, che però poteva causare la rovina della mia arte! Fortunatamente il ragazzo doveva c'entrare in qualche modo, infatti non arrivò nessun detrito nella nostra posizione.

    Subito dopo aprì gli occhi e, probabilmente stupito di vedere me quanto io lo ero di vedere lui, cacciò un urlo e cadde di nuovo di sotto!

    Corsi immediatamente verso di lui ma fortunatamente aveva trovato un arbusto e riuscì agilmente a risalire su quel crinale.

    “ Cavolo questa volta c’è mancato poco!! Scusami non pensavo ci fosse qualcuno qui sopra! Mi chiamo Hohenheim!”

    Gli risposi in modo estremamente frenetico, appassionato come sempre quando conoscevo un artista o avevo delle esperienze così profonde come quella che avevo appena avuto

    Ciao Hohen...him?... si pronuncia così? Io sono Shu. Sei stato veramente fantastico! Come riesci a fare queste cose? E far esplodere l'aquila poi?! Incredibile! Ti prego mostramelo di nuovo! Devo immortalarlo nel mio quaderno, per il beneficio di tutta l'umanità!

    Mi resi conto che effettivamente ero stato molto frettoloso.

    Oh, scusa. E' che sono un grande appassionato d'arte, oltre ad essere un artista anch'io, anche se le mie creazioni non sono minimamente paragonabile a quello che fai tu... E quindi mi sono lasciato trascinare dall'emozione, ahahaha

    Credevo di essere l'unico a venire qua su a cercare un po' di pace dal villaggio per entrare in contatto con la mia indole artistica, ma vedo che anche tu sei un habitué... chissà come abbiamo fatto a non beccarci mai prima, vero?


    Se me lo avesse chiesto gli avrei mostrato il mio quaderno, che conteneva svariati disegni. La mia era un'arte estremamente realista, che guardava anche al minimo dettaglio per rappresentare fedelmente la realtà. Si poteva dire che era un'arte razionale, pensata, ragionata, che coniugava la bellezza del mondo alla razionalità dell'essere umano. Avrebbe notato vari edifici, volti, un paio di autoritratti, qualche pupazzo che forse avrebbe riconosciuto come le marionette usate dai membri del clan, la maggior parte erano ritratti di gruppo di me e dei miei amici o ritratti solitari di Sakura, sempre più perfezionati. In fondo avrebbe visto il disegno del villaggio di Suna, quello che sarebbe stato il mio capolavoro. Mancavano ancora buona parte degli edifici e la quasi totalità del suolo, che avevo intenzione di disegnare come ultima cosa, ma stava proseguendo, ero circa a tre quarti. E, come al solito, avrebbe potuto notare che da qualche parte, infilati un po' qua e un po' la si trovavo i soliti ritratti di quella decina fra ragazzi e ragazze che allietavano le mie giornate.

    Se per caso avessi potuto intravedere le mani del giovane creatore di argilla avrei cercato di afferrargliele, più con curiosità che altro. Se ci fossi riuscito, o meglio se lui mi avesse lasciato, avrei lasciato uscire un'esclamazione di stupore


    Incredibile. Quindi è con queste che hai scolpito quell'aquila? Fantastico! Strabiliante! Una meraviglia, non avevo mai visto niente di così... strano. Ma è uno strano buono eh, uno strano... particolare, che ti rende unico.

    Se avesse accettato di ripetere la sua esibizione gli avei fatto eseguire parecchi volteggi e piroette, oltre a numerosi voli in picchiata o in salita, fino a quando non fossi stato in grado di disegnare alla perfezione l'aquila (nota: circa 1 ora) alla fine gli avrei dato il segnale di dare inizio alle danze, e di ripetere lo spettacolo dell'esplosione. Una volta concluso il tutto avrei chiesto di essere lasciato qualche minuto da solo, mentre disegnavo freneticamente riproducendo tutti i vari movimenti dell'aquila e l'esplosione. Dopo circa 20 minuti gli avrei lasciato guardare l'opera.

    E' solo uno schizzo, devo ancora lavorarci su, ma è una buona base. Ti ringrazio moltissimo, Hohenheim.

    Avrei concluso. Avrei detto il nome giusto se lui mi avesse corretto la prima volta, altrimenti lo avrei sbagliato di nuovo, eventualmente scusandomi.



    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



    OT

    Ovviamente puoi anche attivare più di una sola scelta oppure procedere in un modo interamente diverso, non conoscendo alla perfezione il pg di hohenheim ho cercato di avere più scelte... e di dare qualche idea sulla natura dell'arte del mio pg. Volendo potremmo anche intavolare una discussione, stile Deidara e Sasori, vedi tu XD

    /OT




    OT Sto tentando diverse configurazioni di formattazione per trovare quella che più mi aggrada. Mi scuso con i lettori. /OT
     
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    Dissertazione sull'Arte
    Suna


    Ciao Hohen...him?... si pronuncia così? Io sono Shu. Sei stato veramente fantastico! Come riesci a fare queste cose? E far esplodere l'aquila poi?! Incredibile! Ti prego mostramelo di nuovo! Devo immortalarlo nel mio quaderno, per il beneficio di tutta l'umanità!"

    “ Ahahaha bhè non credo sia il caso che l’umanità scopra quali sono le mie abilità non credi? Per un ninja mantenere un profilo basso è tutto! Almeno così dicono!Ci sei quasi, è Hohenheim. Piacere di conoscerti Shu!”

    Oh, scusa. E' che sono un grande appassionato d'arte, oltre ad essere un artista anch'io, anche se le mie creazioni non sono minimamente paragonabile a quello che fai tu... E quindi mi sono lasciato trascinare dall'emozione, ahahaha
    Credevo di essere l'unico a venire qua su a cercare un po' di pace dal villaggio per entrare in contatto con la mia indole artistica, ma vedo che anche tu sei un habitué... chissà come abbiamo fatto a non beccarci mai prima, vero?


    “ Aahah, sei proprio un ragazzo diretto!Veramente è da poco tempo che vengo da queste parti! Prima non riusciva a farmi trasportare dalle mie creazioni in volo. Probabilmente è per questo che non ci siamo mai incontrati! Comunque mi stupisce che tu non conosca l’arte della manipolazione dell’argilla: abbiamo un grande Dojo nel villaggio, nel quale si insegna a padroneggiare quest’arte. Ovviamente è un’arte ninja e quindi segreta..in effetti non dovrei mostrala così per il mio diletto..però è più forte di me!”



    Così i ragazzi iniziarono a parlare. Hohenhiem trovò istintivamente simpatico Shu, il quale gli ricordava un po’ Hoshi per quanto riguardava l’entusiasmo; in più ovviamente c’era da dire che forse avevano un punto di contatto dal punto di vista artistico.

    “ E quindi sei un’artista! Posso vedere il tuo quaderno?”



    Il ragazzo gli avrebbe passato gli appunti. Era evidente che fosse molto dotato, ed Hohenheim apprezzò veramente i suoi disegni. Sebbene fosse un bambino, l’artista dell’argilla era intellettualmente ed artisticamente colto, per cui era capace di apprezzare il bello in ogni forma d’arte. Il disegno in generale lo affascinava, sebbene preferisse la scultura (per via della sua tridimensionalità), per non parlare della scultura esplosiva, ovvero l’arte che padroneggiava: questo perché gli trasmetteva maggiori emozioni! Tra i vari disegni due furono quelli che maggiormente lo colpirono. Il primo, era un volto che compariva spesso nei disegni del ragazzo: era il viso di una ragazza in varie pose e con vari livelli di finitura; era probabile che ci fosse una qualche relazione di tipo sentimentale - affettivo fra i due. Il secondo, riguardava invece alcuni disegni di marionette. La cosa incuriosì il chunin: il fatto di vivere in un villaggio di shinobi non significava, necessariamente, essere un ninja ma c’era un buona probabilità. Tuttavia Hohenheim non aveva mai conosciuto un marionettista, e ne era affascinato!! Glissò quindi sulla figura della ragazza per chiedere:

    “ E questi cosa sono? Sei un marionettista per caso? Ma è fichissimo!!”


    Improvvisamente i suoi pensieri andarono ai libri di storia che aveva letto con immane voracità. In una delle più note associazioni criminali del passato, Alba, c’era un duo di ninja che possedevano abilità peculiari del villaggio di Suna: uno era un marionettista, l’altro un manipolatore di argilla esplosiva. Sebbene quei due ninja fossero criminali ( ed uno invero non appartenesse al villaggio della Sabbia), Hohenheim si stupì di quella curiosa casualità.
    In quel momento Shu gli prese le mani: evidentemente aveva notato le bocche di argilla!

    “ Ebbene si! E non ti dico quanto abbia fatto male impiantarle! Ormai però non ci bado quasi nemmeno più, sono perfettamente integrate…immagino tuttavia che possano farti una certa impressione ahaha”



    Il piccolo di Suna si stava divertendo! Del resto non era facile trovare persone con i suoi stessi interessi in un villaggio di guerrieri.

    “ Non ti ho fatto i complimenti per i disegni comunque: sono spettacolari! E’ evidente che hai molto talento e che metti passione in quello che fai. Esistono vari tipi di arte su questa terra. Io preferisco quella che ti ho mostrato prima perché mi trasmette forti emozioni, concentrate nell’unico momento immediatamente precedente l’esplosione. Non so se conosci il detto, “che non si apprezza mai qualcosa fino in fondo, fin quando non la si perde”. Bhè, per esprimermi in soldoni, proprio di questo sto parlando. E’ un’arte di sacrificio, in tutti i sensi: c’è passione, violenza, forza ma anche equilibrio e pace…bhè diciamo quando inizia a conoscerla nel profondo!C’è un momento infatti, subito dopo l’esplosione, in cui tutti i rumori sembrano svanire, i colori sembrano svanire, non c’è più nulla se non se stessi! E’ una cosa che mi è sempre piaciuta! Scusa se ti parlo così di queste cose, ma come puoi immaginare non ci sono molte persone con le quali condividere queste esperienze e che, contemporaneamente, possano apprezzarle parimenti a chi le descrive”

     
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  5. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due Artisti



    Post Terzo
    Suna
    3 anni fa




    Ascoltai con interesse le brevi spiegazioni sull'arte segreta dell'argilla esplosiva, per poi rispondere ad Hohenheim, anche se un po' abbacchiato

    Capisco... la segretezza nel mondo ninja è fondamentale, certo. Però è un peccato. Io non sono un ninja, e non mi sono mai interessato molto a questo mondo anche se molti nella mia famiglia lo sono, forse è per questo che non conosco quella tecnica, ahahah. Comunque capisco la tua voglia di mostrare l'arte: che senso ha ricercare e perfezionare il "bello" se poi non è possibile condividere la nostra conoscenza?


    Mostrai con piacere il mio quaderno al giovane scultore, era raro per me trovare qualcuno a cui poter mostrare la mia arte e che non replicasse con un semplice, ma ignorante "Bellissimo". Io cercavo la perfezione, la bellezza assoluta e quelle persone non mi avrebbero mai aiutato a raggiungerla.

    Il primo commento di Hohenheim non fu tuttavia quello che mi aspettavo...

    “ E questi cosa sono? Sei un marionettista per caso? Ma è fichissimo!!”

    Beh, non proprio. Ti ho detto che la mia famiglia è piena di ninja... beh, io sono parte del clan dei marionettisti. Non sono ancora in grado di usare le nostre tecniche segrete e di controllare la marionette, ma esse mi affascinano molto. Come nell'arte anche nella costruzione della marionetta bisogna ricercare la perfezione, piegare le leggi della fisica e della meccanica per creare un corpo perfetto, bellissimo e mortale. Però le armi mi piacciono poco. Non ho mai costruito marionette vere e proprie solo... pupazzi senz'anima. Infatti io non sono e non ho interesse a diventare un ninja. Voglio solo migliorarmi come artista. Vorrei poter costruire delle marionette, ma senza usarle per scopi di guerra. E' per questo che mi diletto a disegnarle e a creare dei progetti.

    Sarebbe bello vivere in un mondo in cui un uomo possa creare ciò che vuole, senza che la sua arte venga usata per la guerra...


    Cercai di scansare però quei pensieri tristi, finalmente avevo trovato un'anima affine! Un artista che mi avrebbe potuto aiutare nella ricerca della bellezza infinita.

    “ Non ti ho fatto i complimenti per i disegni comunque: sono spettacolari! E’ evidente che hai molto talento e che metti passione in quello che fai. Esistono vari tipi di arte su questa terra. Io preferisco quella che ti ho mostrato prima perché mi trasmette forti emozioni, concentrate nell’unico momento immediatamente precedente l’esplosione. Non so se conosci il detto, “che non si apprezza mai qualcosa fino in fondo, fin quando non la si perde”. Bhè, per esprimermi in soldoni, proprio di questo sto parlando. E’ un’arte di sacrificio, in tutti i sensi: c’è passione, violenza, forza ma anche equilibrio e pace…bhè diciamo quando inizia a conoscerla nel profondo!C’è un momento infatti, subito dopo l’esplosione, in cui tutti i rumori sembrano svanire, i colori sembrano svanire, non c’è più nulla se non se stessi! E’ una cosa che mi è sempre piaciuta! Scusa se ti parlo così di queste cose, ma come puoi immaginare non ci sono molte persone con le quali condividere queste esperienze e che, contemporaneamente, possano apprezzarle parimenti a chi le descrive”

    Lo ascoltai affascinato mentre mi spiegava come tutta la sua arte fosse concentrata in un unico istante, come tutta quell'emozione, quella passione, quell'arte si concentrasse nell'istante in cui la creazione diveniva distruzione, in cui la vita diventava morte in cui l'essere diveniva non-essere. L'essenza stessa del divenire e dell'essere umano, destinato a finire.

    Incredibile. La cosa diametralmente opposta all'arte dei marionettisti, eppure così simile. Mentre "noi" tendiamo verso l'infinito, a trascendere la condizione umana voi manipolatori di argilla ci ricordate continuamente che la condizione di noi esseri umani è la fine, e che dobbiamo godere di ogni momento come se fosse l'ultimo. Meraviglioso.

    Mi hai mostrato come persino gli aspetti più tristi della condizione umana siano degni di essere rappresentati artisticamente, ed apprezzati. Sicuramente tutti potrebbero imparare molto da voi. Vivi il momento, godi l'istante, il domani non esiste.

    Carpe Diem, come diceva un antico.

    La nostra arte invece consiste nella creazione perfetta, la marionetta che può vivere per sempre, un simulacro che cerca di trascendere i limiti dell'uomo. Ogni marionettista spera, alla fine, di creare la marionetta o l'arma se vuoi definitiva. L'arma finale, che è eterna in quanto nulla potrà mai superarla, ma che è sempre sottoposta alla razionalità dell'uomo, alla sua volontà.


    Mi fermai un attimo a riprendere fiato. Quando si parlava di arte avevo la tendenza ad emozionarmi e concitarmi, senza contare che finalmente avevo la possibilità di condividere questi miei pensieri con qualcuno che poteva apprezzarli.

    Ero veramente felice di aver incontrato quel giovane artista.

    Posso solo chiederti un piccolissimo favore? Potresti portarmi in alto nel cielo con le tue sculture? Vorrei tanto vedere la bellissima Suna, il gioiello del deserto dall'alto. Ti prometto che non ne parlerò con nessuno!




    OT

    A te l'eventuale descrizione dell'eventuale viaggio, io mi preoccuperò delle emozioni del mio pg :P

    /OT
     
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    Considerazioni di un bambino ninja
    Suna



    Shu spiegò con estrema chiarezza la sua condizione: sebbene facesse parte del clan dei Marionettisti, preferiva progredire come artista, piuttosto che nelle arti ninja. Tuttavia, era chiaro che al ragazzo piacesse profondamente l’arte del marionettismo, sia nella sua mera pratica meccanica, quanto nella sua concettualizzazione. Il bambino, sebbene la sua giovane età, vide dove questa propensione poteva portare, e gli piacque.

    “ Capisco. In questo sono totalmente differente da te. Io amo la battaglia e la cacofonia di suoni, la concitazione del momento! Io mi sento un ninja e ho intenzione di dare tutto me stesso per proteggere queste terre e i suoi confini. Non sono qui per contestare la tue ragioni, perché le rispetto, ti posso solo dire che la battaglia e la pratica ninja influenzano la MIA arte e viceversa: non c’è distinguo tra le due cose, e queste crescono di pari passo.”



    Il bambino aveva un’aria bonaria, ma nei suoi occhi si leggeva lo sguardo di qualcuno che conosceva la crudeltà del mondo in cui vivevano:

    “ Se ti posso dare un consiglio, impara l’arte del tuo clan e piegala ai tuoi fini. Se non ti piace l’offesa, raffina l’arte di proteggere perché, se è chiara una cosa a questo mondo, è che nessuno è totalmente al sicuro! O meglio siamo noi, con le nostre mani, che creiamo la sicurezza della nostra persona e delle persone che ci sono intorno. Forse, se vedrai sotto questo punto di vista l’arte ninja, forse ti andranno a genio anche le armi!”


    Il bambino si mise a sedere a gambe conserte! Si mise ad ammirare anche lui il villaggio segreto della Sabbia, per il quale voleva dare tutto se stesso:

    “ Tutto quello che hai di fronte a te rappresenta il tuo passato, presente e futuro e noi, come ninja, abbiamo giurato di proteggerlo! Io ho giurato di proteggerlo!”



    Così volle concludere quel piccolo intermezzo di serietà. Forse, parlare in questi toni con una persona appena conosciuta, non era esattamente il massimo, eppure tutto questo aveva per il chunin un’importanza tale da non poter non essere esternata. Tuttavia ripiegò velocemente su toni più scherzosi:

    “ E poi se decidi di fare sul serio come ninja, ti alleno io! Guarda che sono un pezzo grosso AHAHAHAHAHAHH”



    I due continuarono a parlare della loro arte, per ora unico vero argomento che li legasse. Ad Hohenheim quel ragazzo era simpatico a pelle. Shu gli parlò della filosofia dei marionettisti e della maniera in cui essi considerassero le marionette come mezzo per raggiungere una perfezione assoluta e duratura. Il bambino poteva capire perfettamente quanto quel tema potesse essere affascinante:

    “ Certo! Quale tematica più affascinante dell’eternità! Sai mi piacerebbe davvero tanto vedere il lavoro che fate voi marionettisti, mi sembra un qualcosa di eccezionale. Te l’ho detto, non ho mai conosciuto qualcuno con le tue doti!”


    Infine Shu gli chiese di poter farsi un giro su una delle sue creature. Il chunin gli rispose con allegria:

    “ Massì, qual è il problema? Però dovrai andare da solo perché non ce la faccio a reggere due persone lì sopra! Mica soffri di vertigini? Ahah”



    Detto questo, Hohenheim immerse la mano sinistra all’interno della sacca di argilla e fagocitò, con la bocca sul palmo, una quantità di argilla sufficiente per manipolare una grande aquila. La creazione che realizzò in un attimo era la sintesi di una tecnica che si stava perfezionando tramite ore e ore di modellizzazione, di osservazione naturali e di pratica costante. L’aquila si sarebbe leggermente abbassata, inclinandosi su un lato, e steso l’ala dalla parte di Shu come per invitalo a salire.

    “Se ti porti il quaderno, ti consiglio di tenertelo ben stretto da qualche parte; e lo stesso vale per matite e cose del genere: non vorrai che qualcosa cada in testa a qualcuna ahaha”



    Infatti il chunin, in queste situazioni di volo per gioco, non si portava mai nulla dietro, se non altra argilla!
    In breve l’aquila con il suo passeggero si lanciarono dalla zona rocciosa dove si trovavano, giù per il precipizio. Hohenheim si sarebbe divertito a far venire un po’ di strizza al giovane disegnatore, perché poche cose ti fanno arrivare il cuore in gola, come il buttarti giù da centinaia di metri. Dopo una brusca discesa, l’aquila avrebbe spiegato le ali per riportare in quota l’insolito passeggero. Per il resto Hohenheim non avrebbe avuto cuore di far prendere altri spaventi al ragazzo. L’aquila avrebbe sorvolato tutto il villaggio permettendo a Shu di avere chiara visione di ogni anfratto di Suna. Avrebbe stazionato anche sull’immenso portone a difesa della Sabbia ed avrebbe sfiorato le zone dell’Anauroch prima di riportarlo a terra.
     
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  7. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due Artisti



    Post Quarto
    Suna
    3 anni fa




    Ascoltai Hohenheim e capii come fosse possibile considerare l'arte come una tecnica ninja, e viceversa. Non ci avevo mai pensato in effetti, chiuso nelle mie idee. E' proprio vero che conoscere persone diverse ti apre la mente. E forse sarebbe stato possibile allargare ancora di più il concetto di arte. Ci avrei dovuto lavorare, per arrivare a capire la vera essenza di quella cosa meravigliosa che è la vita; perché dopotutto qual'è il vero scopo dell'arte se non quello di capire la vita?


    Umhh... forse potrei. Ma dovrò rifletterci molto. Non sono sicuro di voler diventare un ninja. Comunque se vuoi vedere come operiamo noi marionettisti, penso che forse potrei mostrarti qualcosa... dovrò convincere mio padre però...

    Ero ancora molto titubante e timido, dei difetti che con gli anni avrei superato.

    Rimasi tuttavia entusiasta all'idea di poter sorvolare il villaggio!

    Grazie, grazie molte!

    gli avrei risposto, con la luce negli occhi, che divenne ancora più intensa quando lo vidi modellare l'aquila di argilla con quella strana bocca. Decisi però di affidare il mio quaderno ad Hohenheim.

    Con te sarà molto più al sicuro!

    Oltre a quello, rappresentava anche un grosso gesto di fiducia che ero certo che lui avrebbe compreso. Le proprie creazioni sono tutto per un artista, e potevo solo immaginare anche quale angoscia potesse essere padroneggiare quell'arte, in cui le tue creature dovevano sacrificarsi. E comunque lui mi aveva mostrato la sua arte segreta, affidargli la mia era il minimo che potessi fare per ricambiare la fiducia che lui aveva mostrato a me.

    L'aquila mi offrì la sua ala, e io non me lo feci ripetere due volte! Salii in groppa, notando come la consistenza dell'argilla, al tatto, fosse abbastanza soffice. Incredibile pensare come una cosa così... morbida potesse acquistare una tale potenza distruttiva.

    Giusto il tempo per assestarmi bene in groppa all'animale ed esso si gettò in picchiata dal precipizio. Era...


    YYYYYYYYYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH, SIIIIIIIIIIIII




    Incredibile. Non avevo mai provato un'emozione simile nella mia vita. Era meraviglioso. Mi sentivo così... vivo. Come se fino a quel momento non avessi mai veramente visto il mondo per quello che era. Il villaggio, che rappresentava il centro del mio mondo, sembrava così piccolo, circondato dal deserto. Nessuno avrebbe mai pensato che qualcuno sarebbe potuto vivere li. La nostra sola esistenza era qualcosa di incredibile e la diceva lunga sulla tenacia dei Sunesi.

    Potevo anche vedere i vari edifici, l'amministrazione, casa mia, il palazzo del kage, i quartieri dei vari clan, l'ospedale (con un breve pensiero che andò alla piccola sakura). Sapevo anche che li in mezzo c'era addirittura un dojo con tanti altri artisti che come Hohenheim stavano modellando quella meravigliosa materia!

    Ci fermammo un attimo, ad alta quota, sopra il portone del villaggio. Potevo scorgere il via via calmo e tranquillo come le sabbie del deserto, mentre tutti venivano controllati dai guardiani del villaggio. Ci dirigemmo poi verso l'anauroch, ma senza penetrarci. Non vi ero mai stato ma sapevo che era un luogo molto pericoloso, si diceva che solo i ninja più esperti potessero entrarci senza rischiare la vita. Forse il mio nuovo amico era uno di quelli...

    Alla fine tornammo in cima al crepaccio, dove Hohenheim mi attendeva.


    Grazie mille! E' stato... fantastico, meraviglioso! Una delle più belle esperienze della mia vita!

    Saremmo forse restati a parlare per un altro paio di minuti, poi avremmo potuto sentire entrambi dei passi e delle voci, che riconobbi immediatamente. Mi terrorizzai, e, afferrato Hohenheim ci nascondemmo dietro una roccia, intimandogli il silenzio.

    Due uomini sarebbero giunti camminando. Uomo era un bestione dai capelli rossi, l'altro un uomo decisamente più malconcio, ai limiti del sottopeso. Entrambi sembravano essere quasi sulla quarantina, tuttavia l'uomo malconcio aveva i capelli neri che gli cadevano addosso e sembrava dimostrarne molti di più.

    Per primo parlò il gigante

    Allora, Satoru, come procede l'allenamento di Shu?

    Te l'ho già detto, Agashi, mio figlio non vuole diventare ninja. Vive semplicemente per la sua arte. Una cosa che molti altri membri del clan dovrebbero imparare. Dopotutto anche Monzaemon...

    Non mi parlare di lui! E' vero che è il creatore della nostra arte, e per questo va rispettato, tuttavia i tempi sono cambiati. Sono finiti i tempi dei Sasori, dei marionettisti con fantasia che creavano le loro marionette con passione... Oggi sono tutti dei patetici copioni, nessuno è in grado più di creare qualcosa di originale... tranne forse mio figlio, e non mi riferisco a quella tua patetica imitazione.

    Dovresti avere più rispetto per Shu, è un ragazzo che ha delle idee chiare, e anche se non sarà questo grande ninja, comunque a modo suo cerca di contribuire alla grandezza di Suna... ha dei progetti interessanti, delle marionette molto, intriganti. Senza armi, purtroppo, dato che lui lavora solo per l'amore dell'arte ma... è da lodare.


    Lodare? Per favore! Se non è utile in battaglia non serve a nulla e lo sai. Ho fatto bene quella volta a darti quel ragazzo. Non mi piace per niente la direzione che gli stai dando, anche se probabilmente è tutta colpa sua. E' nato bacato, te lo dico io. Fortuna che l'altro mio figlio, il mio Shu, ha preso tutte le buone qualità dei due gemelli.

    Rimasi con gli occhi sbarrati. Quello voleva dire solo una cosa... Agashi, l'uomo dai capelli rossi, era il mio vero padre. E suo figlio Shu non era mio cugino, ma mio fratello gemello. Mio padre mi aveva abbandonato quando ero nato, e mi aveva dato a Satoru. Mi misi a piangere. Mai avrei immaginato una cosa del genere. La mia vita era stata distrutta in quel momento. Tutto quello che avevo vissuto, era una menzogna. Nessuno mi voleva bene, ed ero solo al mondo.

    Devi smetterla di parlare così! Anche se non è un ninja, io sono fiero di lui!

    Ahahahaah, ma figurati. Cosa vuoi saperne tu? IO sono suo padre, tu non vali nulla.

    Un padre non è solo un donatore di materiale genetico, e te lo dimostrerò!

    Vuoi combattere? Molto bene. Fammi vedere di che cosa sei capace...

    I due si portarono ad una distanza di circa 50 metri l'uno dall'altro, per poi estrarre un rotolo di richiamo

    Shiro Higi: Evocazione dei guardiani della fortezza!

    Aka Higi: Evocazione dei 100 distruttori!

    Satoru fu il più rapido e subito dal suo rotolo uscirono 9 marionette, i guardiani della fortezza. Le marionette del suo ramo della famiglia, che si diceva risalisse fino a Monzaemon, il creatore della Kugutsu no Jutsu e delle prime tecniche segrete del clan, le tecniche "Shiro" che si basavano sul controllo specializzato di poche marionette, oltre all'uso di meccanismi di combinazione e del lavoro di squadra, per quanto si potesse parlare di squadra in uno scontro tra marionettisti. Tutte le marionette indossavano un mantello bianco, a significare la scuola di pensiero a cui si riferivano.

    jpg


    Vedo che ancora ti adatti a quelle tradizioni. Io invece, preferisco altro, come puoi vedere.

    La tecnica di Agashi, mio padre, era molto diversa. Si basava sulle tecniche del marionettista Sasori, a detta di tutti uno dei più grandi marionettisti mai esistiti, e l'inventore della tecnica di marionetizzazione dei cadaveri. Il suo stile, "Aka" si basava sull'evocare un enorme numero di marionette, fino a cento, e a soverchiare gli avversari con la pura potenza e la superiorità numerica. Assieme alle marionette Agashi evocò anche delle specie di guanti, probabilmente necessari per poter controllare un così grande numero di pupazzi.

    jpg


    Come puoi vedere la mia collezione è quasi completa.


    Sia io che Satoru, restammo senza parole. Quelle... erano tutte...

    Marionette viventi... quindi le dicerie sono vere. Sei sul serio riuscito a perfezionare la tecnica di Sasori e a creare marionette anche dalle creature di evocazione.

    Impressionante vero? Molti Shinobi e molti dei loro alleati hanno dato la vita per questo. E' il mio esercito personale. E direi che sei finito, ora. Vuoi ancora attaccarmi?

    Avrei spiegato in breve ad Hohenheim quello che stava succedendo, e come la battaglia fosse intensa. Come uno scontro tra marionettisti in realtà non fosse uno scontro tra ninja, ma tra due comandanti militari. E quello tra quei due non era un semplice scontro. Era una battaglia di idee, di modi diversi di vedere la vita, di stili diversi di combattere.


    Era la vera essenza di una battaglia tra marionettisti.


    Era una vera e propria guerra.




    OT

    Ta dan, il prossimo turno si comincia con lo scontro leggendario (che durerà mezzo post)... dopo penso che possiamo passare al reincontro dei due ai "tempi moderni" /OT
     
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    Mentre Hohenheim faceva volare il giovane Shu sulla sua creazione, si mise a pensare alla breve conversazione che avevano avuto. Sperava davvero che le sue parole avessero colpito il cuore del ragazzo: purtroppo, ci sono volte in cui un uomo sceglie le sue battaglie, e si prepara congruentemente ai suoi propositi; ci sono volte però in cui ci capitano battaglie che ci manda il destino, ed in quel caso si può solo combattere o morire, senza che abbia importanza il fatto di non essere pronti. Certo, ci sono persone fortunate che non conosco la guerra e la cui vita passa senza che venga intaccata da eventi nefasti. Ma in quel luogo del mondo, la gente dei villaggi ninja è tutta, direttamente o indirettamente, coinvolta nella battaglia. Quindi, quando arriva la prova del nove, sia che colpisca una persona oppure qualcuno ad essa vicina, non sarebbe desiderabile essere pronti comunque?
    Questo era quello che voleva trasmettere a quel giovane non ancora ninja, sebbene nemmeno lo conoscesse a fondo e quindi non avesse nessun motivo per averlo a cuore. Ma Hohenheim era fatto così.
    Dopo un giro completo del villaggio, l’artista decise che fosse il caso far tornare a terra il giovane marionettista. Per tutto il tempo aveva conservato in mano il volumetto che Shu gli aveva donato, e certamente non passò inosservato questo gesto: consegnare la propria arte ad uno sconosciuto, richiedeva una eccezionale dose di fiducia. Hohenheim fu silenziosamente grato che gli venisse concessa questa premura, e allo stesso tempo ne rimase colpito. Certo, anche lui si era dimostrato più che disponibile, e quindi quella poteva essere vista come una sorta di cortesia professionale, se così si può dire.
    Quando Shu atterrò, il chunin venne ringraziato enormemente per la “ gita”, un po’ insolita, del villaggio! I due giovani continuarono a parlare per qualche minuto ( ovviamente alla prima occasione Hohenheim restituì il libretto con i disegni al proprietario), ma ben presto si sentirono delle voci provenienti da poco lontano. Il bambino venne strattonato dal ragazzo, senza capire bene cosa stesse succedendo, dietro una roccia.

    “…”



    Iniziò un accenno di frase che fu rapidamente soffocato, vedendo che Shu gli faceva segno di fare silenzio. Il chunin si guardò un attimo spaesato intorno, appiattito contro la roccia che li difendeva dallo sguardo dei nuovi venuti. Erano due persone: la prima era un uomo dalla stazza notevole, fornito di una chioma rossa decisamente appariscente, l’altro era un signore davvero molto magro, con lunghi capelli neri che gli davano un’aria da malato. Hohenheim guardò il giovane disegnatore: nei suoi occhi riusciva a vedere che quelle due persone non gli erano estranee. In quel momento comprese perché lo aveva fatto nascondere: evidentemente li aveva riconosciuti forse dal timbro della voce, o forse li aveva visti avvicinarsi. Hohenheim non capiva un gran che di quello che stava accadendo, ad ogni modo di mise ad ascoltare la conversazione. Immediatamente i due fecero il nome di Shu: possibile mai che stessero parlando del ragazzo al fianco del bambino? Eppure era probabile vedendo l’attenzione con cui il disegnatore stava ad ascoltare.
    Le battute fra i due si susseguirono rapide; Hohenheim perse il filo del discorso quando parlarono di un’altra persona, che si chiamava sempre Shu, ma diversa dal primo. Solo dopo un po’ capì: a quanto pareva questi due Shu, uno dei quali supponeva essere il ragazzo al suo fianco, erano gemelli separati alla nascita. Uno era stato ceduto forse perché ritenuto indegno ( poi per quale ragione?) ed era stato affidato all’uomo malaticcio. L’altro stava seguendo le orme dei marionettisti. Quando il tizio con i capelli neri iniziò a parlare della passione del suo Shu per il disegno, Hohenheim ebbe la conferma di chi stessero parlando. E se così era, il chunin si stava trovando in una faccenda seria e davvero poco piacevole: a quanto pareva il disegnatore non sapeva nulla di quello scambio di famiglie. Era perciò possibile che stesse scoprendo in quel momento chi fosse il suo reale padre…davvero allucinante. Anche Hohenheim aveva avuto una famiglia adottiva, a Kiri, ma la situazione che aveva di fronte era completamente differente dalla sua. Voleva parlare a Shu, cercare in qualche modo di confortarlo, ma le parole non gli uscirono dalla bocca. Del resto il ragazzo era così concentrato, che i suoi occhi sbarrati e le sue orecchie non avrebbero percepito altro se non il discorso dei due nuovi arrivati.
    Intanto la discussione tra i due stava rapidamente trasformandosi in uno scontro. Hohenheim sentiva sempre più che doveva fare qualcosa, unirsi anche lui alla battaglia per poter dire a quei due: “ MA CHE STATE FACENDO. SHU E’ PROPRIO QUI CHE STA SENTENDO TUTTO!! E’ QUESTA LA MANIERA DI COMPORTARSI?”Ma quello che stava vedendo andava ben oltre la lite fra due persone: lì c’erano in mezzo questioni di clan e famiglie, logiche così radicate nelle generazioni da essere quasi invalicabili per le persone che vi erano invischiate. E poi, a voler dirla tutta, non pensava di poter essere all’altezza delle persone che si stavano sfidando. Gli bastò vedere poco di quello che i due ninja misero in campo per capire che erano oltre la sua portata. Intanto Shu gli stava spiegando la filosofia di guerra e di vita che c’era dietro quello scontro, e Hohenheim ne rimase affascinato. Tuttavia i suoi pensieri andavano ad altro: i due padri di Shu si stavano combattendo in quel momento ed era probabile che uno dei due sarebbe morto in breve se non avessero agito. Si sentì quindi di dire sottovoce:

    “ Shu forse è il caso che li fermi. Quei due si ammazzeranno a vicenda!”

     
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  9. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due Artisti



    Post Quinto
    Suna
    3 Anni fa




    “ Shu forse è il caso che li fermi. Quei due si ammazzeranno a vicenda!”

    Ci vorrà ancora molto per giungere a quel punto. Penso che si studieranno un po'... quella tra marionettisti è una lunga battaglia, difficile che si concludi in poche mosse. Devono capire come combattono, creare strategie e trappole. Un errore ed è finita. Se interveniamo rischiamo solo di distrarre mio padre, e non voglio che sia Agashi a vincere questa battaglia.

    La mia scelta era già stata fatta. Anche se Agashi era il mio padre biologico comunque era stato Satoru a crescermi e ad amarmi, non quell'energumeno che mi aveva abbandonato. Non l'avrei mai perdonato per quello. E avrei trovato il modo di vendicarmi. Anche se forse in quel momento ero più preso dall'emozione. Non avevo mai visto le marionette combattere, i miei studi erano stati solo di progettazione ed ammirazione per quell'arte.

    Il primo ad iniziare fu Satoru, un rapido movimento di dita e la marionetta più grossa, che sembrava armata di cannone, iniziò a lanciare delle palle di metallo contro il gruppo di Agashi. Mirava alle marionette e non al loro creatore, ben sapendo che chi sarebbe stato in vantaggio da quel punto di vista avrebbe vinto. O forse non voleva uccidere il "vero" padre di suo figlio. Difficile a dirsi.

    Heavy: Gane Shigure!

    Patetico. Ora ti mostrerò la forza delle marionette viventi, tu che hai sempre rifiutato il loro uso. Enigma!

    jpg
    Una marionetta che sembrava una massa di melma scura avanzò avanti alle altre e posizionò le proprie mani avanti a se. Improvvisamente tutti i proiettili si fermarono. Sembrava avesse usato una qualche tecnica particolare...

    Ora capisci? Le tue marionette sono semplicemente dei pupazzi vuoti, le mie sono vive! Vive del sangue e dei corpi di chi ha donato la vita per crearle. Prendi Enigma per esempio.

    Si trattava di uno shinobi di Kiri, fuggito dal villaggio con una delle loro tecniche segrete. Per un qualche motivo, favorire le alleanze accademiche o qualcosa del genere, hanno deciso di incaricare uno shinobi di Suna del suo recupero. Inutile dire che fui subito un volontario. Comunque alla fine è stato uno scontro epico, dovremmo aver distrutto anche un paio di villaggi o qualcosa del genere. Ma ovviamente, ho vinto. E' un peccato che non abbia mai saputo il suo nome. Si ammantava sempre di nero e alla fine, a causa di un paio di esplosioni, ha anche perso le gambe il poveretto. Quindi ho deciso di dargli questa forma e questo nome. Poetico, vero?

    Che non si dica che non sono un artista anch'io, ahahahahaha.

    Beh, ora che ho guadagnato un po' di tempo, e che Enigma si è ricaricato... direi di passare al contrattacco.

    Shinra Tensei!


    Un rapido movimento delle dita di Agashi, e delle mani di Enigma e le sfere di acciaio sarebbero tornate addosso ai malcapitati guardiani della fortezza, che subirono l'attacco in pieno.

    Erano già quasi distrutte.

    Ahahahahaha

    Tutto qui? Credevo che il grande Agashi avesse più a sua disposizione di una grossa bocca e di una pallida imitazione. Agashi, ancora non capisci il vero significato dell'arte... Imitare la materia vivente, o convertirla ad altra forma non è arte, è plagio. Solo la pura creazione è vera innovazione.

    Medic: Moku Saisei


    Al nome del jutsu, la marionetta "Medic" avrebbe cominciato a sfruttare quella specie di fucile per emettere una sorta di raggio verde che, a contatto con tutte le marionette le avrebbe ricostituite in pochi istanti.

    Cosa?! Un jutsu simile...

    Esattamente. Solo che, a differenza tua, che uccidi e derubi, questo si tratta di un dono di un mio amico Senju di Konoha.

    Dannato. Beh se è così dovrò solo distruggerle fino a farti finire il chakra... Enigma!

    La marionetta Enigma si sarebbe mossa incontro alle altre, evitando gli attacchi a distanza delle marionette di Satoru. Anche se non riuscì ad evitare tutto e qualche colpo la rese difficilmente utilizzabile, anche se Agashi continuò a manipolarla.

    Black Hole!

    Dalle mani della marionetta si generò una sorta di zona nera che cominciò ad attirare tutte le altre marionette dentro di essa, sembrava impossibile resistere a quella forza di attrazione.

    Tiny, Earthshaker! Combo, Toss, Echo Slam!

    Altre due marionette cominciarono a muoversi, mentre già il terreno del crepaccio cominciava a distruggersi per via del Black Hole. Una gigantesca marionetta, alta quasi come una montagna, ne afferrò un'altra, armata di un gigantesco... totem? E la lanciò in mezzo a tutte le altre raggruppate. L'impatto fu qualcosa di tremendo. Il primo impatto fu la marionetta, Shaker, che crollò in mezzo a tutto. Il peso e la forza erano incredibili, tanto che il suolo intero sprofondò per qualche metro. Il secondo impatto fu ancora peggiore. Sarebbe stato difficile per i ragazzi comprendere quello che stava avvenendo ma, a quanto pareva, una gigantesca scossa di terremoto si stava propagando da quel punto, facendo crollare costoni di roccia e creando frane. Probabilmente dovevano averlo sentito fino a Suna. Persino Satoru era stato coinvolto in quella esplosione di roccia, legno e ferro ma il grosso polverone che si era formato aveva oscurato tutto dalla vista dei tre uomini li presenti.

    Fino a quando sentirono un rumore, una voce, che fece sperare al giovane Shu che suo padre fosse ancora vivo.

    Soldier: Rocket Jump!

    Un'altra esplosione, decisamente più piccola della precedente si fece sentire, ed una marionetta, quella armata con un grosso tubo, apparì dal buco assieme al suo creatore. Lo depositò soavemente al suolo, poi esso tirò i suoi fili di chakra per recuperare le sue.

    Shu era decisamente emozionato ed ormai si era deciso: avrebbe appreso come creare delle creature così meravigliose come quelle di Agashi e di suo padre. Anche senza divenire un ninja.

    Ah, cugino, ho un piccolo regalino per te.

    La marionetta grossa, quella chiamata "Heavy" aveva altre due cose in mano, oltre a quella sua strana arma: erano i "corpi" delle due marionette usate da Agashi, Enigma ed Earthshaker, ormai inservibili.

    Due a Zero, Agashi. Vuoi continuare?

    ma Agashi non ebbe il tempo di rispondere. Un turbine di vento, non visto da nessuno dei quattro presenti, calò dall'alto ed al centro dell'arena improvvisata calò una figura ammantata di rosso. Lo sguardo di tutti si gelò: era il Kazekage, Gin Chikuma in persona!

    Branco di idioti! Si può sapere che diavolo vi è venuto in mente di fare una battaglia qui a due passi da Suna? Rischiavate di distruggere il villaggio con quel vostro terremoto. Se avete qualche problema, venite da me, ci beviamo due birre assieme e il giorno dopo tutti amici come prima, eh? Che ne dite?

    nessuno rispose, ma a tutti era chiaro che certe diatribe non si potevano risolvere con una bevuta. I due marionettisti richiamarono le loro creature dentro ai rotoli, e senza proferire parola se ne andarono per due strade diverse. Non era ancora finita.

    Non lo sarebbe stato mai.

    Non appena i due se ne furono andati anche Gin Chikuma riprese le vie del cielo e, trascinato dal vento, tornò al villaggio. Solo i due giovani erano rimasti sul luogo della battaglia.

    Hohenheim poteva vedere come lo sguardo del suo compagno fosse pieno di tristezza. Era difficile immaginare quello che gli stava passando per la testa, in quel momento. Tutto era accaduto così in fretta, come sempre con gli eventi che ti cambiano la vita.

    Scusami tanto, ma credo di dover stare un po' da solo... che ne dici se ci vediamo domani?

    Dopo la risposta dell'argilloso Shu si sarebbe diretto verso il villaggio, seguendo la strada tracciata da Satoru. Molti pensieri si affannavano nella sua mente, e solo le lacrime che gli uscivano dal volto potevano far indovinare che cosa stesse succedendo sotto quell'espressione vuota.

    Quello era stato il suo vero e proprio battesimo, la prima battaglia ninja a cui aveva assistito.



    OT
    Ti ho scritto tutto via msn :)


    Nota: L'intervento del Kazekage mi è sembrato consono alla situazione, hanno causato un dannato terremoto!


    /OT

     
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    Nonostante la risposta del giovane Shu, Hohenheim non si sentiva a suo agio a lasciar combattere quei due. Del resto, visto che il disegnatore non era un ninja, per quanto potesse conoscere lo stile dei marionettisti, quanto ne poteva veramente sapere sull’arte dei combattimenti? Tuttavia, alla fine il giovane artista decise che lasciarli fare era l’unica cosa che avesse senso: in fin dei conti non poteva rischiare di distrarre i due combattenti dallo scontro. In breve, i due ninja misero in campo tutto il loro magnifico arsenale di marionette. Vedendo il numero e la tipologia di bambole, il chunin comprese perché Shu aveva definito, quel tipo di duello, uno scontro fra comandanti: difatti ogni marionettista stava capeggiando un piccolo esercito. Era davvero una cosa eccezionale!
    I due shinobi, il padre adottivo e quello biologico di Shu, in breve iniziarono a darsela di santa ragione, ma c’era un tale caos tra tutti quei corpi che si muovevano che il chunin intese un terzo di quello che era il vero combattimento! Riusciva a distinguere i vari attacchi principali, certo, ma la logica dietro i movimenti delle marionette di contorno era ben altra cosa da comprendere: erano tutte finte, attacchi e respinte, oppure tentativi di iniziare l’una o l’altro, e tutto avveniva ad una velocità incredibile. In poche parole il chunin rimase a bocca aperta! Quanta strada doveva fare ancora prima di arrivare a quei livelli!
    La potenza sprigionata dalle marionette dei due in breve creò un piccolo terremoto che mise in subbuglio i due osservatori segreti, e che dovette sentirsi fin a Suna, perché in breve arrivò addirittura il Kazekage: Gin Kikuma! La presenza del leader della Sabbia, pose fine al combattimento e i due maestri si ritirarono nelle rispettive dimore; dopo poco anche Gin si ritirò. In tutto questo la loro presenza passò inosservata.
    Finito tutto quel trambusto, Hohenheim si sentì sollevato: a conti fatti lo scontro era finito bene, nel senso che nessuno era rimasto mortalmente finito. Se così non fosse stato, Shu avrebbe avuto ben altro a cui pensare che non questioni di padri adottivi e biologici: avrebbe pianto la morte di un genitore. Tuttavia il tutto doveva essere stato un bel colpo per il ragazzo: il chunin si accorse che era visibilmente scosso, e che un mare di pensieri doveva turbinargli nella testa. A fronte della gravità della situazione, il chunin decise di rimanere in disparte: del resto, cosa mai gli poteva dire? Fu proprio il ragazzo, ad ogni modo a sbloccare quell’imbarazzante silenzio, chiedendogli di poter rimanere un po’ da solo, probabilmente per elaborare l’accaduto. Fu comunque gentile nel chiedere che si potessero rincontrare l’indomani:

    “Prenditi il tempo che ti serve Shu. Non badare a me. Se domani ti farà piacere vedermi e parlarmi, anche di quello che è successo oggi, sai dove trovarmi.”



    Si congedò così dal ragazzo, lasciandogli lo spazio che gli serviva. In effetti c’erano molte cose delle quali gli avrebbe potuto parlare, per esempio della sua famiglia adottiva a Kiri. Ma che importanza avrebbe avuto per Shu? Non ci poteva essere confronto costruttivo e condivisione, senza che prima il ragazzo non avesse elaborato la cosa, e c’era molto da elaborare. Purtroppo le questioni di clan erano sempre una cosa delicata, e se ne sentivano tante di queste storie, anche peggiori, nel mondo dei ninja. Il chunin sperava solo che quel ragazzo riuscisse al più presto a convivere con questa cosa, accettarla e usarla per migliorare se stesso.
    Hohenheim tornò quindi a casa; nessun costrutto d’argilla a trasportarlo, solo i suoi modesti passi: ne aveva visto fin troppo di ninjutsu quel giorno. Però, che combattimento!

    “ Chissà forse un giorno anche Shu diventerà così forte! Sarebbe bello affrontarlo…”



    Pensò il chunin, chiedendosi subito dopo se quel pensiero si sarebbe mai concretizzato.
     
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  11. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due Artisti



    Post Sesto
    Suna
    Intermezzo



    Dopo quella fatidica giornata, i due artisti continuarono ad incontrarsi per qualche tempo. Shu non parlò mai degli avvenimenti di quel giorno e di come la scoperta della verità sulla sua nascita lo avesse turbato, evidentemente la ferita era troppo recente. Tuttavia Hoehnheim poté constatare come l'arte del giovane si stesse evolvendo, i suoi disegni riguardavano sempre più delle marionette, forse delle sue creazioni, e cominciò anche a chiedergli dei consigli sulla scultura e sulla meccanica. Non ci volle molto prima che il ragazzo dai capelli rossi mostrasse allo scultore di argilla la sua prima marionetta.

    Non possedeva armi, ma sembrava una vera e propria persona, seppur di legno e metallo, e somigliava stranamente ad alcuni dei disegni che Shu aveva mostrato al ninja. Non sapeva ancora come controllare le marionette attraverso i fili di chakra come i suoi parenti, ma mostrò ad Hohenheim l'interno del pupazzo, con i meccanismi necessari a farlo muovere, se sapientemente manovrato.

    Era evidente come la visione di quello scontro stesse facendo venir voglia al ragazzo di intraprendere la tradizione di famiglia, anche se ancora non si era deciso a compiere il grande passo: ancora non aveva voluto intraprendere il suo percorso come ninja.

    La scomparsa prematura dell'artista dell'argilla, tuttavia, interruppe quella fervida amicizia.

    La sua dipartita pesò molto sull'Akasuna. Oramai i suoi vecchi amici stavano abbandonando il villaggio, e l'unica rimasta era Sakura, sempre nella sua stanza di ospedale.

    Si sentiva solo. Ma come lui anche lei era completamente isolata, e quindi si tennero compagnia negli anni successivi.

    Shu continuò a perfezionare le sue "sculture-marionette", ma senza volerci installare armi o voler apprendere le arti dei marionettisti o il ninjutsu, nonostante l'insistenza di Satoru.

    Tutto cambiò, tuttavia, verso il finire del secondo anno dalla morte di Hohenheim.

    La madre adottiva di Shu morì di infarto, e le sue ultime parole furono per il figlio che aveva sempre considerato come suo, nonostante non fosse uscito dal suo grembo.

    Gli rivelò la verità sulla sua nascita, una triste verità che però il sunese già conosceva ma che non aveva mai avuto il coraggio di rivelare ai suoi genitori adottivi.

    Lui iniziò a piangere, vedendo quella che considerava la propria madre in quello stato. Le sue ultime parole furono per lui.

    Diventa un grande ninja, come tuo padre, e proteggi Suna. Sei un grande uomo, e sarai anche un migliore shinobi. Io lo so. Abbiamo bisogno di gente come te. Il mondo ha bisogno di gente come te.

    [...]

    Nel frattempo in questi tre anni le condizioni di Sakura si stavano aggravando sempre più, ed era ormai prossima alla morte. Anche lei desiderava che Shu diventasse uno shinobi per combattere contro i cattivi, persino lei desiderava esserlo, e lo desiderava per lui, lei che faceva fatica ad alzarsi da quel lettino di ospedale.

    La giovane bambina di ormai otto anni stava dimostrando un coraggio forse maggiore dell'Akasuna. Di che aveva paura lui? Perché lo terrorizzava così tanto il mondo dei ninja? Era forse paura della morte? Era forse timore di perdere se stesso nella violenza che permeava quel mondo? Non lo sapeva neppure lui.

    Ed un altro problema era presente nella vita del ragazzo: Agashi Akasuna. Suo padre, il suo vero padre, stava cominciando a pressarlo per farlo diventare uno shinobi al suo servizio. A quanto pareva il doppio tradimento del suo figlio prediletto, di cui erano giunte solo voci a Shu, che mai si era interessato alle imprese del fratello, lo aveva decisamente segnato. Dopo la morte del suo terzo figlio gli era rimasto solo lui come erede "diretto" che potesse ereditare la sua arte.

    Ma Shu non era per niente interessato a queste cose. Ereditare l'arte di quel dannato che lo aveva abbandonato? Mai.

    Resistette ad Agashi più che poté ma alla fine anche lui trovò un modo per piegare la volontà di suo figlio: la sua amichetta.

    Se Shu avesse accettato di vivere come Shinobi allora Agashi avrebbe salvato Sakura. Avrebbe trovato una cura. I marionettisti erano esperti in veleni e malattie, se una cura c'era Agashi e il suo team medico l'avrebbero trovata.

    Il contratto prevedeva l'interruzione di tutti i contatti con Satoru, che oramai, distrutto dalla morte della moglie, era solo un guscio d'uomo, privo della voglia di combattere o di vivere; e un'abitazione, in cui Shu sarebbe stato costretto a vivere. Aveva inoltre una settimana per trovarsi un sensei per imparare le basi del ninjutsu, altrimenti ci avrebbe pensato Agashi, personalmente.

    E fu durante questa settimana che l'incontro che Shu meno si aspettava sarebbe avvenuto...




     
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    Dopo tre anni
    Suna, Paese del Vento



    Dopo quell'episodio, i due ragazzi si incontrarono piuttosto spesso. Hohenheim ben presto prese a cuore quel ragazzo, che non voleva diventare un ninja e che pure aveva un chiaro destino davanti ai suoi piedi. Sebbene lui non glielo avesse chiesto, il chunin si ripromise di far diventare grande quel ragazzo nelle arti ninja, qualora avesse deciso di intraprendere quella strada. Per il momento, gli attimi che i due condivisero furono momenti di allegria e di comunione artistica. Shu non gli parlò mai, durante quegli incontri, di ciò che era successo quel giorno nella radura. Tuttavia, solo uno sciocco non avrebbe notato che i suoi disegni stavano cambiando, o meglio, il soggetto dei suoi disegni stava lentamente mutando. Sempre più spesso, il chunin notò schemi e raffigurazioni pittoriche di marionette: era evidente che lo scontro tra i suoi due padri aveva come sbloccato qualcosa in lui, ed il chunin credeva vivamente che presto avrebbe intrapreso il percorso della sua famiglia. Quando Shu gli mostrò la sua prima realizzazione meccanica, Hohenheim ebbe la certezza che ormai il passaggio era alle porte ed inevitabile. In cuor suo, il chunin non vedeva l'ora che ciò accadesse per poter trasmettere al giovane ciò che ora si rifiutava di imparare.

    Tuttavia Hohenheim non potè mai assistere al fatidico momento: morì! Passarono tre anni, il mondo si dimenticò di lui. Eppure non fu proprio così: evidentemente a qualcuno interessava la sua presenza, e fu riportato in vita, chissà per quale scopo.

    I primi periodi non furono facili: l'assalto in ospedale, le missioni per provare la propria lealtà, gli interrogatori, le scorte. Decisamente non fu facile. Fortunatamente la sua squadra non dubitò di lui, e soprattutto Hoshi( che ormai era candidato a diventare kazekage) non dubitò mai di lui. Così quel periodo passò e la vita di Hohenheim tornò lentamente ad un'apparente normalità. Fu in quel periodo che il chunin sentì la mancanza di quella vecchia conoscenza che aveva stretto quasi per caso più di tre anni prima. In realtà, aveva un pò timore a mostrarsi al ragazzo perché, in un certo senso, era come se lo avesse abbandonato, per quanto l'artista non avesse alcuna colpa. Per cui, inizialmente, decise di osservare come se la cavava dalla distanza. Innanzi tutto fu curioso di scoprire se fosse o meno diventato un ninja: fu grandemente deluso dallo scoprire che non era così. Ma cosa sarà mai successo? Si chiedeva nella sia piccola testolina.

    Indagando un po, ad ogni modo, scoprì che aveva perso la madre e che il padre, quello adottivo, era diventato l'ombra di un tempo: ben lungi da essere il ninja che aveva visto combattere quel giorno. Inoltre, Shu si era ricongiunto con il padre biologico, ed aveva accettato di stare in una casa fornita da quello. Hohenheim non sapeva esattamente come intendere quest'ultimo fatto: non credeva in una piena riconciliazione tra i due, ma non sapeva che altro supporre.

    Ad ogni modo, decise infine di andarlo a trovare, il giovane Shu. Andò nella sua nuova casa. Si presentò una sera, esattamente al tramonto che, per i sunesi, coincideva con il tempo in cui il sole calava al disotto delle montagne che proteggevano il villaggio. Il chunin era vestito esattamente come quel giorno di tre anni prima quando i ragazzi si erano conosciuti: forse per rievocare nel disegnatore l'immagine di quel momento che ormai sembrava così lontano, per Shu, ma che per Hohenheim sembrava essere trascorso solo da qualche mese.

    png



    “Si dice in giro che ti sia trovato una nuova casa... bhè in effetti è bellissima!”



    Iniziò in maniera spontanea, con la prima cosa che gli venne in mente. Non sapeva quale sarebbe stata la reazione del ragazzo. Se avesse saputo del suo ritorno al villaggio, era probabile sarebbe venuto a cercarlo. Era quindi probabile che il ragazzo avrebbe avuto un piccolo shock nel vederlo tornare vivo, quando le voci su di lui dicevano fosse morto. Un pò il ninja si era abituato a quella tiritera, e quindi si preparò a doverla rivivere nuovamente.
     
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  13. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due Artisti



    Post Settimo
    Suna
    Oggi



    Era sera, avevo da poco finito un ultimo progetto di marionetta, sempre senza inserire quei marchingegni mortali che avevano reso tanto famosi i miei familiari, e stavo uscendo per cercare di godermi quei primi momenti di frescura che portava la notte a Suna, prima di rintanarmi nuovamente in casa.

    Quando all'improvviso vidi una figura familiare venire verso di me...

    Ma... mi avevano detto che... non può essere! O forse si?

    “Si dice in giro che ti sia trovato una nuova casa... bhè in effetti è bellissima!”

    Hohenheim?

    dissi in un primo momento di stupore...

    Hohenheim! Come sono contento di vederti!

    Sarei subito corso a abbracciare il ragazzino, arrivando quasi a sollevarlo in aria dalla felicità.

    Vieni vieni, che ti faccio vedere!

    Lo avrei condotto dentro casa, mostrandogliela per intero, per poi condurlo nella sala da pranzo.

    Resta qui, che ti preparo qualcosa.

    In effetti non mi ero neanche chiesto come avesse fatto a tornare, dove fosse stato in quei tre anni e cose del genere. Di quello avremmo potuto parlare più tardi. Non avevo alcun dubbio che fosse lui. Avevo riconosciuto la scintilla nei suoi occhi, la scintilla che brilla nel cuore di ogni artista, quel modo particolare di vedere il mondo e di scorgere oltre la realtà delle cose.

    Poteva essere solo Hohenheim.

    In breve cucinai una cena per due, qualcosa di molto semplice e frugale per poi portarla in tavola ed iniziare a mangiare.

    Allora Hohenheim... sono passati tre anni. Dobbiamo raccontarci un po' quello che è successo, inizi tu? Dai che di sicuro è la storia più interessante.

    Dopo le informazioni sulla misteriosa resurrezione e le nuove missioni per Suna, sarebbe toccato a me parlare.

    Gli avrei raccontato di Agashi e Satoru, di come mi ero sentito dopo quella fatidica giornata, della mia risolutezza ad imparare a costruire marionette ma a non utilizzarle mai per uccidere, di mio fratello Shu e di come avesse tradito Suna per ben due volte, delle pressioni di Agashi per diventare ninja. E poi cominciai a parlargli di Sakura. La ragazzina di otto anni che quando ne aveva quattro trovai in uno stato pietoso nelle strade di Suna, una notte, e che portai all'ospedale dove scoprirono che aveva una malattia rara ed incurabile. Potevano solo effettuare delle cure per prolungarle la vita e non farla soffrire. Non aveva nessuno al mondo, per cui mi ero preso carico io di lei e l'andavo spesso a trovare, quasi ogni giorno, per cercare di farle vivere almeno un po' di felicità.

    Negli ultimi mesi la malattia era molto peggiorata, e Agashi era venuto a saperlo. Gli raccontai di quando, qualche giorno prima, Agashi venne da me ed io accettai la sua offerta: la salvezza di Sakura, ed io in cambio sarei divenuto un ninja. Ma non un semplice ninja, il suo erede.

    Tuttavia non avevo nessuno che potesse o volesse insegnarmi, per cui...

    Hohenheim... potresti insegnarmi? Potresti essere il mio sensei ed introdurmi alle arti ninja? Mi serve il tuo aiuto, sei l'unico di cui possa fidarmi veramente.

    Mi sarei messo in ginocchio, con le mani e la faccia a terra, a simboleggiare quanto ci tenessi e quanto fosse importante per me quel legame, da poco ritrovato. E quanto fosse importante la mia risoluzione di divenire un ninja, di imparare l'arte di uccidere per proteggere una giovane ragazzina.



     
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    Sensei!!
    Suna, Paese del Vento



    Con grande sollievo dell'artista, l'unica emozione che vide trasparire dai gesti e dalle parole di Shu, fu la gioia. Tutte le preoccupazioni dell'artista e il senso di colpa sparirono nell'abbraccio con il ragazzo che ormai era cresciuto parecchio, in quei tre anni.

    “ L'unico e solo! Prego fammi strada”



    Rispose il chunin quando il disegnatore lo invitò ad entrare. Anche all'interno l'abitazione dell'amico era davvero bella, tuttavia era evidente l'attenzione di Hohenheim era rivolta al suo ospite. Questi gli offrì un pasto frugale, che il chunin accettò di buon grado. Nonostante tutto quel tempo che era passato, Shu non era cambiato affatto: il chunin non poteva essere più felice. Come era ipotizzabile, gli venne chiesto che fine avesse fatto. Sebbene fosse nauseato dal dover ricacciare nuovamente quella storia, il chunin fu contento di farlo per il suo amico, sebbene gli fornì una versione ridotta dei fatti.

    “ Ok sarà un po' difficile da credere e da accettare..comunque i fatti sono questi. Durante una missione-addestramento sono entrato non volontariamente a far parte di una specie di setta che mi ha marchiato con il suo simbolo. Questo marchio...”



    Mentre così diceva, mostrò il simbolo nero che gli tatuava il petto al giovane di Suna.

    “...però trasportava con se un virus, che nel giro di un mese mi ha rapidamente costretto a letto e, alla fine, mi ha ucciso. Sono morto per 3 anni...poi qualcuno ha misteriosamente deciso che il mio posto fosse tra i vivi: per cui eccomi qui. Ho passato gli ultimi mesi a cercare di riconquistare la fiducia delle sfere alte di Suna perchè, come puoi immaginare, non si fidavano di me al ritorno. Per questo sono stato coinvolto in una missione dietro l'altra...e ancora devo finire....”



    Probabilmente il disegnatore non ci avrebbe creduto. Meglio così, pensò il chunnin, probabilmente sarebbe stato più facile ignorando ciò che realmente era successo. Anche Shu raccontò degli avvenimenti negli ultimi 3 anni, confermando quello che Hohenheim già sapeva, ma inserendo molte altre informazioni. Quello che più lo interessò, fu il discorso riguardante Sakura: il chunin sapeva che quella ragazzina era importante per il disegnatore, e che non stesse bene. A quanto pareva quella era stata la leva che aveva spinto il non ancora studente ad intraprendere la via del ninja.


    “ Ecco com'è la vita del ninja: si combatte sempre per qualcosa o qualcuno”



    Pensò tra se il chunin. Gli dispiacque tuttavia che Shu dovesse evitare di vedere il padre biologico, visto che sapeva che i due erano molto legati. Il racconto del ragazzo finì dicendo che entro qualche giorno doveva trovare un sensei che lo istruisse brevemente sulle arti basilari dei ninja. Ovviamente, quando il giovane gli chiese una mano, il chunin vide appagato un desiderio che covava da qualche tempo. Per cui ripose quasi immediatamente:

    “ Assolutamente si! Non devi nemmeno chiedere, del resto ti avevo già detto che ti avrei aiutato se ti fosse servita un mano!”



    Si fermò a riflettere per qualche secondo, decidendo cosa fosse meglio fare:

    “ Direi che la cosa migliore è iniziare da domani mattina! Dimmi Shu: come sei messo in quanto a preparazione fisica? E qual è la tua conoscenza del chakra? “



    La strada per diventare ninja era estremamene complessa, e richiedeva la conoscenza di un così elevato numero di informazioni che, al solo pensiero della mole di lavoro che Shu avrebbe dovuto fare, gli venne il capogiro. Tuttavia ogni ninja inizia imparando cose è e come si usa il chakra, e a questo si affianca una iniziale, nonché basilare, preparazione fisica.
     
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  15. Shu Akasuna
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    Amicizia tra due Artisti



    Post Otttavo
    Suna
    Oggi



    Ascoltai con attenzione quello che mi disse Hohenheim riguardo alla sua morte e "resurrezione". Incredibile. Era difficile credere ad una storia simile... ma dopotutto se era possibile sfruttare un cadavere per creare una marionetta... e sfruttare il chakra della persona viva come una batteria... forse...

    Andai vicino ad Hohenheim, toccandolo col dito per accertarmi che fosse veramente di carne ed ossa e non un cattivissimo scherzo di Agashi.

    E... quel... coso dissi, indicando il tatuaggio E' apposto? Voglio dire... non rischi di creparci di nuovo vero? Ti sei fatto controllare?

    Ero molto preoccupato per quello che mi aveva detto. Mi erano rimasti solo due amici, Hoehnheim e Sakura, e se una era in fin di vita non volevo perdere di nuovo anche l'unico altro mio amico. Sarei rimasto solo. In balia di quel maledetto di Agashi.

    Alla fine Hohenheim rispose positivamente alla mia richiesta. Mi avrebbe addestrato per diventare ninja!

    Si! Grazie mille!

    “ Direi che la cosa migliore è iniziare da domani mattina! Dimmi Shu: come sei messo in quanto a preparazione fisica? E qual è la tua conoscenza del chakra? “


    Beh... in quanto a preparazione fisica faccio regolarmente delle escursioni per trovare i paesaggi più suggestivi, ma non è che abbia mai fatto chissà che esercizi fisici o allenamenti... E il chakra... beh, so che si può fare di tutto e che i miei parenti possono sfruttarlo per creare dei fili, cosa che ho sempre trovato affascinante anche se non ci sono mai riuscito, e poi... non ne so molto altro, ho sempre cercato di tenermi alla larga del mondo ninja lo sai, quindi anche a conoscenze non sono messo molto bene.

    Comunque, se vuoi ho una camera per gli ospiti... che ne dici se te la preparo e poi andiamo a dormire? Si sta facendo tardi e non vedo l'ora di iniziare domani!


     
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24 replies since 20/10/2012, 14:17   231 views
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