Ombra e Fiamme

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    ::: Ombra e Fiamme :::


    "Sia di altre storie l'assenza di ignoto,
    di diffusi racconti la linearità del canovaccio;
    che il più saggio dei ninja non venga a capo di questa avventura,
    che i misteri rimangano tali e diventino leggenda con il passare degli anni,
    che le più antiche forze non perdano l'oscurità che spetta loro di diritto."


    "Di avidità e ignoranza è composto il giaciglio che da vita all'avventura del Colosso,
    della folle idea di poter governare l'ignoto e l'illimitato.
    Il protagonista è l'eletto, per pregi o forse difetti,
    involucro dell'animo più compatibile con il Suo, se così possiamo dire."


    "Un sogno diviene realtà, un portone viene aperto e una botola trovata.
    Un vecchio suggerisce la via per l'inferno...il raziocinio umano è dei più contorti in natura.
    La catastrofe si evita per il volere di qualche divinità,
    la mano è rigida e il sonno scende inesorabile.
    Le terre ardenti dei più alti principi sono salve...per ora."


    :::


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    Ti svegli che preferiresti non aver riaperto gli occhi. Questa volta è la realtà a turbarti e non le travagliate ore di risposo dei giorni passati; abbandoni la più pacifica oscurità per la dolenza del mondo reale. Sei a pezzi, il dolore al collo è forte ma in generale tutto il corpo è indolenzito. Ricordi perfettamente l'incontro con l'anomalo personaggio dall'ignoto nome; il suo braccio muoversi con il chiaro intento di stordirti è l'ultimo dei tuoi ricordi.
    Sei a casa...lo intuisci non appena la vista torna a fuoco sul salice piangente che si vede per metà attraverso l'ampio balcone dal quale una piacevole corrente d'aria penetra indisturbata accarezzandoti proprio il volto. E' l'alba; per quante ore avrai dormito? A terra c'è un fogliettino stropicciato, un messaggio del vecchietto che ti esorta a non tornare più in Quel posto.
    Ed ora? La volpe alla fine ti ha rifiutato? Il vecchio senza nome è forte, probabilmente più di te...non ti permetterà di tornare un'altra volta in quegli angusti cunicoli.

    Avresti passato la giornata come meglio avessi creduto fin quando, che fosse stato attraverso delle righe di giornale, un notiziario via radio oppure il semplice chiacchiericcio degli abitanti di Konoha, una notizia che per molti sarebbe stata normale routine avrebbe scosso il tuo già irrequieto animo.

    " Muore a 78 anni, Mogari Ato, eccentrico pittore di modesta fama. Viveva da solo nella periferia a sud di Konoha, nel quartiere che un tempo era il fiore all'occhiello del clan Yamanaka. "

    Da quando credi nelle coincidenze?

    CITAZIONE
    OT/ Questo non è un addestramento convenzionale. Buona fortuna. /OT

     
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    Lame, Rospi, Sangue e Vento






    Sveglio, di nuovo, ma questa volta sereno. Tuttavia indolenzito. Il vecchio gli aveva assestato un bel colpo , e probabilmente, visto il dolore, gli aveva temporaneamente disattivato l’apparato circolatorio del chakra, quel tanto che bastava per farlo svenire nello stato in cui era.

    Ohhhhh, vecchio bastardo.

    Ironico immaginò tra se e se che quella che aveva subito era una tecnica utile a trasmettere al prossimo i propri reumatismi. L’unica cosa non indolenzita era la sua testa, in cui echeggiavano soltanto poche parole:

    Devi trovare degli esperti

    Continuava a pensare tra se e se. Tra le sue conoscenze in effetti aveva qualche ninja esperto e preparato, ma quale era il livello di esperienza richiesto da quella missione? Da quanto il vecchio aveva lasciato intendere parecchio alto se quel colpo era soltanto un assaggio. Pareva che il vecchio lo osservasse da parecchio, era riuscito a riportarlo in quella catapecchia che chiamava casa, addirittura evitando quelle trappole installate li dal caso, composte da scalini o parte di solai del tutto insicure che si sarebbero potute rompere da un momento all’altro, evitandole tutte con naturalezza ed agilità si diresse all’esterno, verso un bagno pubblico, per darsi una rinfrescata e lavarsi di dosso un po’ di quel dolore.
    Mentre si muniva del necessario, noleggiando asciugamani dallo stabilimento e comprando del sapone, senti parlottare l’impiegata e la sua collega, riguardo la sparizione di un anziano signore nella periferia di Konoha.


    “morto a settantotto anni il pittore eccentrico Mogari Ato, viveva da solo nella periferia di Konoha”

    Non erano le uniche a parlottare della triste novella, come se fosse avvolta da chissà quale impenetrabile segreto che la stampa non poteva divulgare. La doccia non servì a togliergli dalla mente quella “coincidenza” mettendogli una fastidiosa pulce nell’orecchio: se fosse colpa sua? Dopotutto aveva appena rilasciato uno dei sigilli che tenevano la volpe nascosta e chiusa all’interno dell’edificio, se il vecchio fosse per caso incappato in qualche losco tiro del demone?
    Sbuffò rumorosamente mentre finiva di asciugarsi i capelli, rimandando per l’ennesima volta la pettinatura degli stessi. Uscì dal bagno pagando distrattamente, mentre teneva il coprifronte in mano, non amava metterlo con i capelli umidi, entrambi avrebbero impiegato un sacco di tempo ad asciugarsi se l’avesse fatto.


    Beh, ma alla fine cosa mai potrebbe legare quel vecchio alla volpe? Quello che mi ha scortato dal demone non aveva neanche l’aspetto di un pittore!

    O forse si? Magari la sua copertura era quella, e dopo aver impedito al demone di consumare il lauto pasto questo si era vendicato su di lui prendendogli la vita.
    Soltanto quando fu davanti al frammento di specchio della sua stanza, mentre si legava il coprifronte sulla testa, si rese conto che doveva troppo a quel villaggio per non indagare su quella morte, per non assicurarsi che tutto fosse apposto: che lui non avesse combinato più danni del necessario. Rinacque in lui quel forte sentimento che più di una volta l’aveva spinto oltre i confini del villaggio per proteggerlo, per onorarlo, per saldare quel debito insaldabile che era la vita.


    Mi servono degli shinobi esperti.

    Disse mentre voltava le spalle allo specchio.
    Lesto si mosse verso il più alto degli edifici di Konoha, la grande voliera del villaggio, sapeva che parte di quei volatili si potevano comprare per il tempo di un viaggio, e lui aveva abbastanza soldi per acquistare i più rapidi falchi del villaggio, eccezion fatta per quelli d’emergenza ad uso e consumo del solo villaggio.
    Il primo falco si levò verso Oto, spiegando le ali verso la magione del Colosso dei Mikawa, un alleato prezioso di cui non si poteva fare a meno, si impegnò a scrivere le lettere, cercando di mettere il fuoco ai piedi dei suoi compagni, li conosceva tutti a sufficienza da poterli stuzzicare nel giusto modo. La lettera al Mikawa recitava:


    Konoha ha segreti ben più grandi di quanto la tua rete possa carpirne. Ma per la più grande tempesta sono necessari i lupi più forti. Ti aspetto a Konoha, giungi al più presto non resterai deluso.

    Firmò col suo nome, senza aggiungere altro.

    La seconda missiva sarebbe passata per l’arido deserto, per scovare il vento più forte del deserto, il vento di Suna: Hoshikuzu Chikuma. Il Colosso si ricordava del tappetto rosso, e sapeva che nonostante un po’ di tontoloneria era un concentrato di forza.

    Hoshi. Porta il tuo vento a Konoha, serve il tuo soffio per abbattere la dimora della creatura più pericolosa di tutto il continente. Ti spiegherò meglio al tuo arrivo.

    Nuovamente firmò col suo nome e lasciò volare via il falco. Drake era dentro le mura, il rospo non abbandonava mai il suo stagno. Tuttavia l’avrebbe contattato più tardi, avrebbe dato la massima priorità al vecchio morto nella periferia del quartiere Yamanaka, dopotutto all’arrivo del gruppo ci sarebbe voluto qualche giorno.
    Dopo un frugale pasto si sarebbe diretto sul luogo, il vociare delle persone era sempre indiscreto, e tendendo a sufficienza le orecchie sarebbe facilmente potuto arrivare sul luogo sperando di levarsi di dosso qualcuno di quei dubbi.
     
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    ::: Ombra e Fiamme :::


    Konoha non sembra essere scossa per l'accaduto, dopotutto è morto un artista mediamente conosciuto non un importante personaggio politico. Anche avvicinandoti al quartiere in questione i comportamenti delle persone sono quelli consueti di un qualunque giorno feriale in un villaggio ninja. Una rapida ma attenta ispezione ti permette di constatare due importanti particolari: Quella porta è chiusa e davanti l'ingresso di una casetta come tante altre, poco distante dalla "bocca degli inferi", è presente uno di quei nastri rossi e verdi utilizzati dal corpo di polizia di Konoha. La porta è aperta e al suo interno vi sono degli agenti, ninja ovviamente, che ispezionano l'abitazione.

    Se ti fossi avvicinato con l'intento di chiedere informazioni o di voler vedere all'interno, uno di quegli uomini ti avrebbe fermato a debita distanza e, tagliando corto, avrebbe detto:

    " Questa zona è off limits. Sono in corso delle indagini sulla morte di Mogari Ato. "

    Se avessi insistito o continuato a sostare li davanti, un secondo individuo, alto poco meno di te, ti sarebbe parso di fronte. La tipica uniforme indossata dalle squadre speciali di Konoha è ornata di almeno venti spille d'onore, sinonimo di un considerevole numero di incarichi svolti con successo e di un elevato grado.


    jpg


    " Nemmeno ai chunin del villaggio è concesso di saperne di più, Raizen Hikigami. L'interno quartiere è tenuto sotto controllo. "

    E' chiaro ormai; dietro la morte di quel pittore c'è qualcosa di molto più grande, capace di muovere le squadre speciali oltre che la polizia della Foglia. Non avresti scoperto nulla di più davanti quella vecchia casa ma è l'azione di un' impavida ragazzina a darti nuovi spunti d'analisi. Capelli neri a caschetto e un fisico asciutto; la fanciulla in procinto della matura età corre fino a pochi metri da te e puntando il dito verso l'abitazione urla con tutto il fiato che ha in gola:

    " Maledetti! Era un compito troppo difficile per lui! Maledet..."

    Poi, d'un tratto la voce della ragazza viene mozzata e pochi istanti dopo essa scompare. I passanti non hanno nemmeno il tempo di capire cosa è successo; gli occhi dei pochi che hanno sentito quelle strazianti urla non hanno mondo di inquadrare la fonte di quelle parole.
    La tua vista allenata e i riflessi sviluppati, tuttavia, ti permettono di osservare tutt'altro.
    Una kunoichi scende dal tetto del palazzo di fronte a quello sotto ispezione, in un istante è alle spalle della ragazza e le mena un rapido colpo alla nuca, sufficiente a tramortirla. Poi, caricatosi sulle spalle il suo bersaglio, esegue un jutsu (utilizzando una sola mano) e scompare...Un ninja abile, con una preparazione fisica simile alla tua.

    " So che hai visto e sentito, ed ora che è accaduto, voglio chiederti: perché sei qui? Conoscevi l'uomo che abitava in questa casa? "

    CITAZIONE
    OT/ Indagini preliminari in attesa dell'arrivo del gruppo di supporto. /OT

     
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    Pugno di ferro





    La preoccupazione che serpeggiava tra le persone era giusto quella dell’ultima notizia da cronaca nera sentita o letta sull’ultimo quotidiano, più un pettegolezzo che animava più bocche di quelle che in realtà interessava. Uno spiffero, più che altro, un indifferenza ben più fastidiosa di quella reale.

    Sciacalli.

    Pensò tra se e se, commentando il bisogno di fagocitare la tristezza altrui di quelle persone.
    Giunse alla casa in rovina in poco tempo, sapeva dove era situato il vecchio quartiere, aveva cercato “casa” anche in quel posto, ma gli edifici non corrispondevano ai suoi standard, scarse connessioni al centro del villaggio e decisamente troppo lontani dallo stesso, e poi era un mortorio.


    Pessima battuta.

    Si arrestò sulla casa vedendo il lieve formicolio di gente attorno all’entrata sigillata, avvicinandosi lentamente si diede uno sguardo attorno: nessun segno di lotta, nessun segno di sigilli infranti, e la porta non era blindata. La cosa lo sollevò un minimo, evidentemente nulla di troppo pericoloso era contenuto li dentro, forse non aveva a che fare con la volpe, forse… venne distolto dai suoi pensieri dalla voce di uno di quegli uomini che stavano all’interno dell’abitazione, un poliziotto probabilmente.

    Senti, ronzino, gira il muso e scartavetra le scatole a qualcun altro.

    Indispettito dal colorito appellativo l’appuntato si sarebbe opposto in maniera altrettanto aggressiva se non fosse stato zittito dal suo superiore, un tizio di una certa importanza, fisica e professionale, almeno da quanto dicevano le sue medaglie.

    Ah. L’intero quartiere.

    Ripetè a mo di eco del poliziotto.
    I due vennero interrotti da una ragazzina, probabilmente trascinata dalla tristezza per il vuoto lasciato dal vecchio, che irrompendo nella scena riuscì a scuotere persino il rigido divieto del capitano.


    Mh.

    Interloquì.

    Da quando in qua a Konoha vige la dittatura?

    Sibilò verso l’uomo, lievemente disturbato dalla scena appena vista. Il Colosso era sicuramente manesco, ma ben raramente aveva messo le mani addosso ad un cittadino, men che meno ad una bambina del tutto indifesa come poteva essere quella. Si, gli avevano appena dato un motivo per essere arrabbiato.

    No, non conoscevo l’uomo che abitava questa casa, quantomeno non ne sono certo, devo poterlo vedere per dare una risposta sicura, ma visto che ci sono delle indagini in corso voi non sapete cosa l’ha ucciso, oppure lo sapete ma non ve lo aspettavate. Sono qui per verificare se la vittima è un mio conoscente, in quel caso potrei darvi indizi decisivi riguardo i suoi ultimi momenti di vita.

    Attese qualche istante per delle eventuali reazioni.

    Posso darvi il mio aiuto, non voglio niente in cambio, solo partecipare, null’altro.
    E poter parlare alla bambina, ovviamente.


    Non aveva ancora sfoderato la carta migliore: Shika, ma al momento poteva essere troppo prematuro farlo, per cui attese una risposta, sperando in qualcosa di positivo, visto che agli effetti non era che un chunin del villaggio che voleva rendersi utile.
     
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    ::: Ombra e Fiamme :::


    " Darci una mano..? Seguimi."

    Diventi improvvisamente ben voluto, probabilmente il tuo breve discorso ha suscitato grande interesse e ora sei dentro l'abitazione. Due ninja stanno ispezionando ogni singolo elemento della casa alla ricerca di qualcosa; hanno un equipaggiamento strano, che non hai mai visto prima. Sei in un monolocale se non fosse per il piccolo bagno sulla destra; un giaciglio consono ad una vita solitaria. Diverse tele e tavolozze di colori sono appoggiati alle pareti e sparse su tavoli e divani; motivi inquietanti nei quali forse avresti potuto scorgere l'animo irrequieto dell'artista.

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    In fondo alla stanza c'è una biblioteca in miniatura composta da comuni romanzi; spegnendo la candela poco distante e girando di sessanta gradi il candelabro a parete il ninja aziona il meccanismo segreto e i contorni di una botola segreta appaiono sul pavimento.

    " Abbiamo impiegato tutta la notte per scoprire dove fosse. Sulla candela era attivo un jutsu che non la faceva mai spegnere..."

    Una piccola scalinata vi conduce in una stanza dell'esatta forma di quella superiore. Al suo interno è custodito tutto ciò che può servire in una missione ninja: armi, bombe, tonici, armature, rotoli di richiamo...di tutto. L'altezza della stanza è sui due metri, infatti tocchi con i capelli il basso soffitto; in effetti anche la botola dalla quale sei entrato a fatica è in versione ristretta. L'idea che quella fosse l'abitazione del nonnino tuo conoscente si fa più vivida.

    " Come puoi ben capire, la persona in questione non è morta per vecchiaia ed era un ninja della foglia. Anche il tuo "conoscente" lo è? Dato che nel nostro mondo il nome o l'aspetto fisico sono caratteristiche del tutto arbitrarie vorrei chiederti una cosa: quando e dove lo hai visto per l'ultima volta? E se ti dicessi che non è morto qui tu cosa mi risponderesti? "

    Questo ha tutta l'aria di un interrogatorio; forse hai parlato troppo.


    CITAZIONE
    OT/ Attento a quello che dici. La polizia sta cercando l'assassino e tu hai dato loro un motivo per interessarsi a te. /OT

     
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    Indagini e interrogatori
    Meglio non essere mai davanti alla lampada






    Le parole del Colosso si rivelarono essere la giusta password, ed esattamente come una cassaforte il comandante della polizia si aprì a lui, facendolo entrare. L’omino era veramente un pittore, con del talento probabilmente, ma Raizen non ne capiva troppo quindi dopo un rapido sguardo ai quadri, sentenziò che per i suoi gusti erano un po’ troppo disagiati. Storse la faccia non riuscendo a connettere quei quadri al viso del “suo” vecchietto, che gli sembrava un tizio da rilassati paesaggi. Tuttavia il suo sollievo durò ben poco, l’uomo lo portò in uno stanzino segreto dove i dubbi tornarono a colpirlo, forti come un pugno sullo stomaco. Non potè che incupirsi ulteriormente, ben più di quanto quella stanza estremamente bassa non lo costringesse a fare.

    Non so bene cosa rispon…

    Pensò tra se e se prima di articolare i pensieri in una risposta, ma si fermò, riflettendo sulle domande del poliziotto e sul loro tono, che sospettassero di lui? La prima parola che gli attraversò la mente dopo che si pose quella domanda fu “merda” alla fine per loro chi era lui? Forse un maniaco intenzionato a discolparsi aiutando nelle indagini, o peggio nascondere particolari durante le stesse, o peggio ancora che godeva nel vedere gli altri farsi venire un emicrania per risolvere i suoi misteri.

    Non so dirti se era della foglia, quando si presentò a me era un vecchio vestito semplicemente, mentirei a dire che somigliava ad un ninja, ma di vecchio non aveva nulla se non l’apparenza.
    Il luogo in cui l’ho incontrato io era lontano da qui, ed è proprio quello che mi ha portato a chiedervi di potervi aiutare.
    Ma prima di darvi informazioni errate vorrei parlare con la bambina, poi se vorrete, vi scorterò nel luogo del nostro incontro, ho dei dubbi riguardo queste due identità, per cui potrei fornirvi o un eventuale assassino, oppure il luogo di morte della vittima.
    La bambina può darmi risposte preziose.


    Mise le mani lungo i fianchi, senza compiere con esse alcun’altro gesto, era lievemente a disagio, quasi imprigionato in quella stanza troppo piccola, e venir implicitamente accusato non aiutava, ma fortunatamente era in grado di mascherare a modo queste cose.

    Ma pregate che sia un assassino quello che cerchiamo, non vorrei mai darvi una notizia pessima come quella che ricevereste nel primo caso.

    Disse accigliato mentre aspettava risposte dall’uomo. Aveva soppesato bene le sue parole, e in caso avesse rafforzato i dubbi sulla sua identità se quelli che aveva dinnanzi erano dei poliziotti seri l’avrebbero scortato, ma non si sarebbero privati di nuove informazioni, quindi momentaneamente sarebbe dovuto essere al sicuro. Sperò solamente di riuscire quantomeno a portarli alla porta dell’inferno, li avrebbe potuto giocarsi qualche carta in più.
     
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    ::: Ombra e Fiamme :::


    " Fai portare la ragazza. "

    Dice l'uomo ad uno dei suoi sottoposti con tono leggermente infastidito...le tue risposte sono evasive e questo lo fa sospettare di te. Trascorrono due minuti di silenzio prima che il primo gradino visibile viene calpestato da uno stivale nero. Incredibile...non hai percepito nulla. La kunoichi vista pochi minuti prima compare nella botola; porta sulle spalle la ragazza fonte delle tue risposte. Non è svenuta ma sembra non essere in grado di reagire; il suo sguardo è spento e le sue labbra sporche di bava. Che le avessero fatto qualcosa?

    " Poggiala vicino al muro. Allora Raizen, ecco la ragazza. Cosa volevi chiederle? "

    " Signore non è in grado..."

    " Allora dalle qualcosa! "

    La kunoichi poggia la ragazza a terra, sfila una piccola siringa da una tasca collocata sul corpetto e pianta l'ago nel cuore della ragazza. Sei secondi...la giovane scatta in avanti come rianimata da una scarica improvvisa di adrenalina. Si guarda spaesata intorno, le sue mani tremano, come le pupille dei suoi occhi.

    " AAAAAAAAAA Voi...maledetti! Osate...osate anche portarmi nella sua casa? Dannati, dannati bastardi! Non rimarrò in silenzio, dirò a tutti del pericolo che corrono! "

    Prova a rialzarsi ma il corpo reagisce scomposto. Quella situazione la spaventa, lo si legge dal suo volto. Ci riprova una seconda volta ma per te è chiaro che il suo sistema nervoso è stato compromesso...un modo subdolo per tenere vincolato un civile. Ma chi è per ricevere così tante attenzioni dal reparto speciale?

    " Rispondi alle domande di questo ragazzo, potrebbe sapere qualcosa su tuo nonno. "

    " Cosa?! Tu...parla! Sei uno di loro?!"

     
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    Nervosismi






    Il Colosso è felice di constatare che riesce ad innervosire il comandante, la cosa lo mette maggiormente a suo agio, permettendogli di agire al meglio, poiché il caos è ordinato solamente in un caso: quando è lui a gestirlo.

    Comandante, è per caso nervoso?

    Chiese con gli occhi quasi serrati in uno sguardo che di amichevole aveva ben poco. Raizen non era uno shinobi con una morale troppo netta, anzi, aveva sfumature spesso inquietanti, ma quella che maltrattavano in quel momento era solamente una ragazza indifesa.
    Ed era su di essa che il Colosso puntò le sue attenzioni, vi si avvicinò lentamente, lasciandosi osservare da essa, probabilmente era agitata ed estremamente impaurita, lui non poteva fare altro che mostrarsi per ciò che era: innocuo.


    Allontanati donna, per oggi hai eseguito abbastanza ordini.

    Intimò alla kunoichi che aveva portato sin li la ragazza poco prima di accovacciarsi in modo che potesse vederlo meglio in viso. Viso che in quel momento tirò solamente un lieve sorriso, appena accennato, non voleva essere troppo felice in quel momento di dolore per lei, voleva solamente spingerla in una direzione diversa che non fosse odio o vendetta, quantomeno non contro di lui.

    Non stai bene, vero?
    Cerca di non muoverti, sentirai meno fastidio.


    Non avrebbe cercato il contatto, si sarebbe limitato alla domanda per ora, per poi riprendere a parlare poco dopo.

    Io non sono di loro, come vedi il signor comandante qui presente ha solamente scelto di avere qualche indizio in più mediante il mio aiuto, non porto la divisa e sono entrato poco prima del tuo eroico ingresso.
    Però a me serve il tuo aiuto per dare pace all’anima di tuo nonno.


    Taque qualche secondo, per far digerire quelle parole, probabilmente dure in quanto confermavano nuovamente l’infausta notizia della morte di un parente caro.

    Quindi mi serve sapere una cosa, una soltanto.
    Prima quando sei entrata dicevi che qualcosa per tuo nonno era troppo difficile, cosa era? Una missione? Era contro qualcosa? Sai dirmi dove si è recato e se ha parlato di qualche problema con la missione?


    Parlò per quel breve periodo restando accovacciato.

    Forse io so da quale pericolo tuo nonno voleva serbarci, forse io posso completare ciò che lui ha iniziato, ma devi darmi un piccolo aiuto.

    Rafforzò il discorso, sperando in un qualche tipo di risposta, presentando nuovamente un volto sereno, che non pretendeva niente se non sincerità.

    Edited by F e n i x - 12/11/2012, 22:50
     
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    " Si, mi innervosisce molto la tua presenza e ti posso garantire che questo non è un bene per te. "

    Le successive parole nei confronti della kunoichi, poi, non ricevono alcuna risposta. Lei da uno sguardo al comandante che mediante un gesto di mano le fa intendere di lasciar perdere. "Farti fare" è al momento il modo più sbrigativo per scoprire la verità e l'uomo lo sa bene. Con un leggero sorriso dunque il ninja si allontana dalla ragazza per permetterti di avere pieno contatto visivo.

    " Gr..grazie, ma non pensare che mi fidi di te! Mio nonno era un eroe! Sette mesi ha vegliato su quel Mostro! Mi sono informata a riguardo...già altre volte quella creatura ha attaccato il villaggio! "E' cosa da poco, devo solo tenere una porta chiusa" così diceva...e ora?! Ora non c'è più! Ed è tutta colpa dei ninja smidollati di Konoha!"

    I suoi ragionamenti sono sensati ma l'odio che alberga nel suo cuore è palpabile!

    " Erano anni che non faceva più queste cose e voi lo avete sfruttato per la copertura che si era costruito in questi anni e la vicinanza con quel malefico luogo! Certo che so dove si trova! Io so tutto! A me diceva ogni cosa! O almeno credo...una grossa porta d'acciaio, con due manici ad anello. Si trova qui nel quartiere, a nemmeno cento metri di distanza! "

    Si interrompe guardando nervosamente i due della squadra speciale. Le hanno permesso si parlare...svelando informazioni preziose al punto che qualunque nemico di Konoha avrebbe pagato milioni per averle. Il capitano sa di poter gestire quella situazione ma davvero questo è l'unico modo a sua disposizione per tirarti fuori degli indizi? Ma questi non sono problemi dell'addolorata ragazza che, ritrovando ulteriori forze, continua:

    " Lui era la mia famiglia e me lo avete portato via. Io vi odio con tutto il mio cuore...IO VI OD....! "

    Ma le parole s spengono in un istante. Prosciugata delle sue energie la giovane si accascia al suolo, farfugliando quelle ultime lettere con voce soffocata.

    " Le faccio un'altra iniezione? "

    " No, penso che il nostro amico si sia schiarito la mente a sufficienza. Le parole della nipote non sono del tutto errate: il nonno era uno dei jonin più esperti e fidati del villaggio della foglia. Sebbene non fosse più in attività, aveva la completa fiducia da parte dello stesso Hokage; dopotutto il suo compito non prevedeva effettivi scontri con altri ninja. L'informazione era praticamente blindata. E ciò mi porta a chiedermi, Raizen: come diavolo sei entrato in questa storia!? "

    E' giunto il momento di prendere una decisione, coinvolgere la polizia nella tua avventura o trovare il modo di andartene cercando di cancellare i sospetti sul tuo conto.

     
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    Colosso e giustizia







    Il Colosso scansò le parole del comandante con un cenno della testa, un po’ come si fa con le mosche fastidiose. Ormai la questione era ben più delicata di quanto un poliziotto potesse gestire, o quantomeno, stava per diventarlo.
    Raizen ascoltò attentamente le parole della ragazza, glissando sul fatto che questa non si fidava di lui, al momento l’importante era sapere quel che la ragazza aveva da dire.
    Quando concluse Raizen fu abbastanza scosso, ormai non c’erano più dubbi sull’identità del vecchio, e sul fatto che probabilmente quel gesto era dovuto alle sue azioni sconsiderate e folli. Tuttavia gli agenti di polizia non parevano alla luce del tutto, anzi, sembravano essere più all’oscuro di Raizen per ciò che concerneva la volpe. Ed il tutto non lo rasserenava affatto.
    Compose i sigilli per la tecnica dell'evocazione facendo apparire Kubomi, che si strozzò un gridolino di felicità non appena comprese la situazione.


    Vieni qui kubomi, sul collo, stai tranquillo, ho bisogno di te.

    Chiese molto tranquillamente.

    Bene, siamo pronti, purtroppo però il vostro comportamento mi ha fatto sorgere troppi dubbi, per cui necessito di un assicurazione, lui è Kubomi, se mi torcerete un capello saprà da chi andare a reclamarlo, per cui, se volete che io parli portatemi al cospetto del kage o dell’amministratore.

    Si interruppe qualche secondo per poi ripartire nuovamente, visto che gli sembrava di essere stato troppo carente nelle spiegazioni.

    Comandante, ha perfettamente ragione, quell’uomo nutriva della fiducia dell’hokage. Purtroppo però pare che non si possa dire la stessa cosa del corpo di polizia, non so per quale ragione, probabilmente ciò di cui si sta parlando era un segreto grande a sufficienza da non farlo trapelare se non alla ristretta cerchia di persone che la gestiva, probabilmente con l’intento di portarla nell’oblio.
    Posso dire con certezza che so cosa è successo al vecchio, ma non potrò proferire parola se non autorizzato dal kage o dall’amministratore.
    Mi dispiace, ma se la vostra conoscenza è scarsa in questo campo è probabile che tale debba rimanere.


    Disse con tono conclusivo.

    Parlerò solo in presenza di Drake.

    Aggiunse irremovibile.

    La pregherei di calmarsi, dal canto mio posso solo assicurargli solo che dico la verità, può anche convocare un interrogatore mentale, voglio solo essere assistito da chi ne sa più di me ed ha ben più potere decisionale sulla questione.
    Vi permetterei di immobilizzarmi, ma non intendo scappare e ho una reputazione al villaggio che vorrei rimanesse intatta.


    Poi, serenamente aggiunse

    Per cui, se mi fate strada vi seguirò, la ragazza a questo punto, se non va contro le vostre indagini riportatela in casa sua, mi pare già abbastanza provata.
     
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    ::: Ombra e Fiamme :::


    " Le tue parole ti rendono un indagato...e come tale verrai trattato. Puoi rappresentare una minaccia per questo villaggio, è nostro dovere chiarire ogni dubbio...con ogni mezzo. "

    Senti le forze abbandonarti e in pochi secondi sei fuori gioco; hai solo il tempo per pronunciare qualche parola, in direzione del comandante o della tua evocazione prontamente richiamata per vegliare sulla tua condizione. Poi l'oscurità prende il sopravvento. Il draghetto sarebbe stato catturato, a meno di un suo spontaneo patteggio, e costretto anch'esso ad uno stato di sonnolenza indotto tramite un secondo composto. Sebbene non hai mai avuto modo di accertartene, le squadre speciali di Konoha storicamente rappresentano una parte oscura del villaggio, un lascito di antiche tradizioni e ideali per i quali il risultato di un traguardo giustifica qualsiasi mezzo. Forse hai scherzato con il fuoco, con gente del tutto insensibile alle esigenze e proposte dei chunin del villaggio.

    :::

    " Utili questi nuovi veleni; inoltre l'antidoto è di facile utilizzo e di grande efficacia! Estrapolategli le informazioni che ci servono e mettete tutto apposto, non abbiamo molto tempo! "

    " E' sicuro farlo qui? Dove diavolo si trova Alemh? "

    " Eccomi, ci sono. Mi metto subito al lavoro! "

    " Quanto tempo ti serve? "

    " Mezz'ora...sappiamo dove cercare. "

    " Percepirà qualcosa quando si sveglierà? "

    " Il veleno è abbastanza potente ma probabilmente avrà una forte emicrania. "

    " Bene, io torno in superficie per tenere d'occhio l'ingresso. Mataka i tuoi segugi tengono d'occhio il quartiere? "

    " Per chi mi hai presa? "

    :::

    Ti svegli che la testa ti scoppia. Sei nuovamente nella tua abitazione, nella stessa posizione in cui ti sei svegliato l'ultima mattina...l'ultima cosa che ricordi è il sorriso sul volto dello shinobi, presentatosi come capo del team investigativo di Konoha.
    Ma cosa diavolo sta accadendo?
    Una luce soffusa penetra dalle tapparelle abbassate della finestra...è presto, forse solo un paio d'ore dopo l'alba. Ritrovata un po di lucidità ti accorgi dei pesanti colpi sulla porta d'ingresso...qualcuno ti cerca e la sua voce ti sembra familiare.



    CITAZIONE
    OT/ La storia si intreccia ulteriormente! La sottotrama si è conclusa, dal prossimo post inizia la vera avventura! /OT

     
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    La missione di Kubomi







    Nulla delle successive azioni sorpresero il Colosso, la giustizia si era mostrata stupida ancora una volta, eccezionalmente stupida, abbastanza da far compiere un ultimo gesto a Raizen prima che perdesse i sensi: pareggiare Kubomi. Il piccolo drago scomparse, consapevole di ciò che era accaduto e della persona che doveva cercare, e se il piccolo non fosse bastato l’intero monte Amenoukihashi si sarebbe mosso verso Konoha. Ma confidava nell’intelligenza del rospo.

    Ahahah, stupide puttane.

    Una sottilissima risata, piacevole e sentita come poche da parecchio tempo a quella parte, aveva vinto lui, poco gli importava se quelle persone avessero avuto o meno le informazioni che andavano cercando, probabilmente sarebbero tutti schiantati nel tentativo di utilizzarle, oppure, cosa migliore, avrebbero strappato via tutte quelle belle medaglie dal petto rigonfio del comandante, e poi, a prescindere da tutto, gliele avrebbe comunque date a tempo debito.
    Qualcosa gli chiuse violentemente la bocca, bruciava, probabilmente era un pugno, ma aveva ormai perso quasi del tutto i sensi e non avrebbe mai potuto saperlo.
    Kubomi intanto avrebbe atteso ben poco tempo dal momento del suo pareggio per rimettersi in viaggio verso la foglia, il piccolo non era troppo veloce, ma aveva dalla sua parte il vantaggio del volo, e in un giorno di serrata “marcia” sarebbe riuscito a tornare al cospetto di Drake, trovandolo senza troppe difficoltà.
    All’ignaro amministratore gli si sarebbe fiondato addosso un piccolo rettile, all’incirca di un metro o poco più, simile ad un serpente escluse due piccole braccia e la testa da coccodrillo munita di corna e criniera.
    Trafelato interloquì, senza salutare eventuali presenti ed andando dritto al punto.


    Drake-san! Drake-san!
    Rospo!


    Aggiunse imitando quello che gli piaceva chiamare “fratellone”. Appena avuta l’attenzione dell’amministratore non gli diede il tempo di rispondere che gli vomitò addosso l’intera storia, raccomandandosi di cercare al più presto il Colosso per aiutarlo, poi facendosi trascinare dalle emozioni l’avrebbe preso per il colletto scuotendolo ripetutamente.

    Allora hai capito drake san?!? Haaaaiiiii capiiiiito?!?

    Solo dopo ottenute le giuste rassicurazioni si sarebbe accasciato, come se avesse esaurito nuovamente le pile, alimentate sino a quel momento dalla pura adrenalina.
    Nel mentre il Colosso si sarebbe nuovamente svegliato con un emicrania, per l’ennesima volta.


    Porcaccia miseria, non mi stupirei se una di queste notti mi stuprassero.

    Nonostante la frase degna del suo umorismo sottile e delicato come un maglio, la sua mente era decisamente occupata da problemi ben più grandi, quasi come se non li avesse abbandonati nemmeno durante quel sonno profondo e artificiale: la volpe, il vecchio morto e la colpa della perdita di una vita che gravava sulle sue spalle.
    Ora aveva ben più del mero egoismo per imprigionare definitivamente quella creatura.
    Poco dopo, oltre il filo dei pensieri il suo cervello ebbe la brillante idea di riconnettere l’udito, solo per ottenerne la spiacevolissima sensazione che qualcuno tentasse di demolirgliela dall’interno, ma era soltanto una pesante nocca che bussava alla sua sgangherata porta, accompagnata da tre voci conosciute, sin troppo.
    Era arrivato il pacco speciale.


    Edited by F e n i x - 24/11/2012, 16:49
     
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    Il draghetto entrò direttamente dalla finestra del palazzo amministrativo, disturbando il ninja di Konoha mentre ancora sistemava le scartoffie lasciate in giro e in disordine dai suoi precedenti nel suo ruolo: dentro alla stanza oltre a lui, c'erano anche le sue due aiutanti Gamatatsu e Gamakichi che erano indaffarate a spostare sctaoloni pieni di pratiche e riordinare per nome le varie schede dei ninja di Konoha; Alla vista del rettile i tre si bloccarono, ma due paia di occhi si illuminarono come avessero visto qualcosa che poteva esistere nella loro mente: all'unisono i due fratelli urlarono come mai avevano fatto. Un'enorme lombrico volante!!! Fame!!!Un'enorme lombrico volante!!! Fame!!! Le lingue scattarono fuori istantaneamente dalla bocca dei due, dirigendosi verso la povera evocazione, che se non fosse stato per l'intervento di Ryouji, si sarebbe trovata dimezzata dalle due o interamente dentro lo stomaco degli anfibi.
    La piccola iniziò subito a raccontare una strana storia riguardante il Colosso di Konoha; La mente di Drake non potè far altro che tornare a quella maledetta giornata in casa Mikawa e pensare che non fosse tutto un piano per portarlo fuori Konoha, magari in una trappola archiettata dai due giganti ninja: volle fidarsi ugualmente, anche se decise d'uscire lasciando delle informazioni sul suo viaggio e portadosi con sè tutto il suo equipaggiamento.
    Se tutto ciò che aveva sentito era vero doveva esserci in ballo qualcosa di grossa e quel ninja assassinato non era nulla di buono, considerando che chiedendo anche alla segretaria, qualche fascicolo o informazione, nulla potè esser trovato, come se l'identità e lo scopo dell'uomo fossero nascosti da un qualche mistero tra la squadra speciale e l'Hokage stesso; Decise di dirigersi comunque, prima, verso la casa del vecchio ninja per dare un occhio a ciò che c'era in quella casa, almeno per capirci qualcosa in più e arrivare magari ad una soluzione.
    La casa era spoglia, nulla c'era dentro quella casa che potesse combaciare con una qualche descrizione: era stata pulita completamente e tracce evidenti erano state tolte con maestria; Perfino risolvendo l'enigma della candela, spegnendola e usandola come maniglia per la botola, non si arrivò da nessuna parte in quella strana storia.
    Decise di fare ciò che di più semplice non c'era, cioè dirigersi verso la casa dello shinobi scomparso, sperando di trovarlo dentro e dargli una mano.


    La sorpresa più grande fù quella di non trovare nulla dentro la casa del gigante, per quattro giorni consecuitivi: nè il corpo, nè altri segni di presenza ostile o simil collutazione; Tutto era maledettamente in ordine perfetto, un lavoro che solo ninja abili e specializzati segugi poteva fare: il pensiero che la squadra speciale o simil ninja al loro calibro, avessero le mani in pasta in quella storia era grande e la preoccupazione non potè che salire il terzo giorno.
    Tornò più volte in quella casa per vedere se fosse cambiato qualcosa, ovviamente aprendola scardinandola, la prima volta, per poi richiuderla come meglio poteva le altre volte: non vi era nessun movimento sospetto; Comunque in quella fatidica giornata, decise di richiamare anche una delle sue fidate rane da perlustrazione ed usarla per controllare le zone che lui non poteva notare.
    Dopo una minuziosa controllata la piccola riportò un oggetto interessante, che potrò l'Eremita nel tetto della casa di Raizen: dei peli di animale, canidi, erano stati trovati incastrati nelle tegole dell'abitazione e ciò voleva dire solo una cosa, cioè che qualche ninja, sicuramente del Clan Inuzuka, fosse immischiato in quella storia; Se avesse potuto controllare la lista dei ninja della squadra speciale era sicuro che fra di essi ci fosse qualcuno appartenente a quel Clan.
    Il quinto giorno però cambiò radicalmente la vita del giovane, considerando che arrivando di primo mattino nella casa del scomparso, fallendo tutti i giorni precedenti nelle riceche, qualunque esse siano, vi ritrovò il pacco cercato: lo shinobi era davanti a lui con visibili in volto tratti di malessere. <span class="parlato">Raizen, hai fatto per caso una gita di cinque giorni senza dirlo a nessuno? Ah, ti devo una porta...quella di casa l'ho rotta qualche giorno fà. Disse, adando verso il gigante per sincerarsi che stesse bene e non avesse segni particolari sul corpo. Il tuo serpentello mi ha detto che stava succedendo e mi ha raccontato la storia: sono venuto a controllare per i cinque giorni successivi a questo se ci fosse qualcosa che non andasse, provando anche a fare ricerche interne all'amministrazione, ma non vi era traccia della tua presenza...poi, puff, oggi ricompari come nulla fosse. Mi vuoi dire in che diavolo di pasticcio ti sei cacciato? Hai per caso litigato con qualcuno del Clan Inuzuka? Disse, mostrando i peli di cane che aveva sigillato dentro un sacchettino trasparente per mantenerli e non perderli.
    Sperava che la risposta del gigante fosse sincera e in qualche modo semplice da capire e buttar giù, ma sentiva che stava per degenerare tutto come al solito.


     
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    ..Castagne..
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    Raggiungere Konoha non sarebbe stato difficile. Dall’alto tutto cambiava forma e con un po’ di senso di orientamento nessun luogo era precluso, il rosso aveva semplicemente seguito le indicazioni che gli erano state date ed ora si preparava a scendere. Chiunque si fosse trovato nelle vicinanze avrebbe visto qualcosa schiantarsi a terra a velocità sostenuta, sembrava quasi che un aereo si fosso schiantato a terra data l’immensa quantità di polvere alzata e al fastidioso rumore e al vento che rapidamente smetteva di turbinare. Dietro a tutto quel casino un ciuffo rosso si sarebbe palesato smosso dal vento, il turbine rosso di Suna era finalmente giunto a Konoha e non era nemmeno passato per il gate, in fondo a che serviva. Il Chikuma si sarebbe avvicinato guardandosi attorno, sembrava che qualcuno di conosciuto fosse già li.

    -YO!!!.. ehi beik.. coba bi bai bi?!!.. gnam.. gnam..-


    Il rosso teneva tra le mani un sacchetto pieno di quelle che dovevano essere castagne cotte dall’odore. Mentre parlava a bocca piena lapilli e pezzettini del frutto ben cotto sarebbero volati un po’ ovunque inondando l’amico che sembrava aspettare qualcuno. Il rosso avrebbe mandato giù il boccone prima di allungare il sacchetto al foglioso per offrire qualche castagna.

    -Ehi!.. ne vuoi on po’?!.. cavolo qui a Konoha avete delle castagne fantastiche!.. io vado pazzo per le castagne.. a Suna sono rarissime.. ogni volta divento pazzo per trovarne qualcuno.. e invece guarda qua che roba!.. saranno tre chili di castagne!!!..-


    Il Chikuma aveva agguantato il sacchetto a due mani mostrandolo a Drake, effettivamente dentro dovevano esserci su per giù tre o quattro chili di castagne ancora belle calde. Il rosso sembrava insaziabile e non si era fermato di mangiare per un istante mentre si guardava attorno senza tanti complimenti, ancora non capiva che diavolo lo avesse chiamato a fare il gigante cleptomane di cibo. Ora che ci pensava anche Drake era li quindi molto probabilmente ne sapeva qualcosa in più di lui, voltatosi verso l’amico avrebbe ripreso a parlare lanciando pezzetti di castagna masticata ovunque.

    -Ehi Drake!.. perché diavolo Raizen ci ha fatto venire fino a qua?!.. te ne sai qualcosa?!..-


    L’espressione del rosso la diceva lunga sulla sua ignoranza, non sapeva per davvero perché diavolo fosse arrivato fino a la. Aveva ricevuto una lettera ed era partito senza pensarci su, in fin dei conti sapeva bene che Konoha era famosa per le sue castagne e quella era la stagione migliore per mangiarle.



     
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    " Perchè ha bisogno del nostro aiuto, mi sembra ovvio. "

    Sarei entrato in scena così, arrivando con passo cadenzato alle spalle di Drake ed Hoshi. Loro non lo sapevano ma conoscevo entrambi meglio di molti dei loro amici più intimi; custodivo i loro più profondi segreti, quelli che non avrebbero potuto dire a nessuno e per i quali in molti avrebbero pagato fior di ryo per ottenerle. Ma faceva impressione vedere il Rosso lì davanti a me...la somiglianza con l'originale era impressionante, davvero incredibile. Sarebbe stato interessante vederlo usare l'arte per cui si era affermato nel mondo ninja, testare le abilità che hanno sin da subito catturato l'attenzione del Mikawa. Inoltre anche con Drake sarebbe nato all'istante un rapporto particolare; ora sapeva che avevo un legame con il suo vecchio sensei e questo lo avrebbe sicuramente messo in guardia da me. Incredibile quanto Quella tecnica possa manipolare la vita di un uomo; in effetti non era diversa dalle costrizioni che un tempo Orochimaru e Kabuto erano soliti imporre a noi membri delle squadre speciali...altri tempi, altre storie. Per l'eremita, inoltre, avevo anche un messaggio; ma di quello avremmo parlato più tardi in separata sede...
    In ultimo sarebbe stato interessante vedere la reazione del più grosso dei due fogliosi nel vedermi lì al posto del sanguinario combattente; si sarebbe fidato senza batter ciglio della scelta di Diogene oppure avrebbe pensato che l'otese avesse sottovalutato il suo invito, reputandomi un mero ripiego? Bhè...se le cose fossero andate secondo le aspettative del Colosso, avrei avuto modo di dimostrargli il contrario! Ovviamente anche per lui avevo nuove da parte di Aloysius.

    Diogene mi aveva mandato al posto suo essendo impegnando con le faccende della Rosa, cose nelle quali non sarei voluto mai entrare: quel villaggio aveva sfornato negli anni i ninja più strabilianti del palcoscenico mondiale, dunque era normale che mi destasse non poche preoccupazioni. Ma il Garth diceva di avere la faccenda sotto controllo e io mi fidavo di lui. Ma anche quelli erano altri pensieri...quel giorno ero a Konoha per un'invito allettante per il quale, almeno secondo il Mikawa, ero per altro più indicato di lui. Avevamo fatto una scommessa; secondo me Raizen non poteva ancora essersi ripreso dal suo Piccolo problema a sufficienza da tentare Il colpo che in molti nella storia ninja avevano provato a piazzare. Che avessi vinto o perso ci avrei comunque guadagnato qualcosa: da un lato i 2000 ryo messi in palio, dall'altro la possibilità di compiere un'esperienza unica nel suo genere.



    " Devo presentarmi. Sono Omoi, jonin di Oto; Diogene mi ha mandato come rimpiazzo visti i suoi numerosi impegni. Era da diverse decine di anni che non venivo a Konoha, il paese del Fuoco non è cambiato molto negli ultimi anni. Ti rubo una castagna, Hoshikuzu di Suna...non ti dispiace?"

    Dovevo rompere il ghiaccio in quanto ero, a tutti gli effetti, l'unico estraneo in quel gruppo di potenti ninja. Oltre al fatto che i segni dell'età sul mio volto non erano comparabili alla somma degli anni dei tre shinobi...considerando tutti i trattamenti di Eiatsu, ovviamente. Giuvani si,ma non per questo inesperti: sapevo che erano forti, conoscevo il loro modo di combattere e di essere ninja...non mi sarei annoiato tra i giovincelli della nuova generazione ninja. Avevo deciso di approcciare la missione in modo meno algoritmico e freddo del solito; lavorando per le squadre speciali mi ero abituato ad un certo rigore, una pratica obsoleta che non rappresentava affatto il mio pensiero. Non mi sarei accontentato di una vita atarassica e priva di emozioni...mi ne stavo liberando e quell'avventura mi avrebbe aiutato nel processo. Già avevo la religione ad aumentare il grado di monotonia della mia vita.

    " Spiegaci tutto, gigante. "

     
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