[Gioco] Spore, Parte II

Grado B

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alkaid69
        Like  
     
    .

    User deleted



    Le Conseguenze della Catastrofe



    Due settimane fa:

    Le urla dell'Uchiha chiamato Sasori rieccheggiavano con insistenza nella buia grotta dove era rinchiuso da ormai un mese. Quattro settimane fa era stato catturato e ora doveva patire giorno dopo giorno le pene dell'inferno per mano di quei mostri. Volevano informazioni di cui non sembravano mai sazi e non si facevano problemi a usare i metodi più brutali per ottenerle.
    « Te lo chiedo un'altra volta. Che aspetto hanno i vostri generali? Di quali poteri sono dotati? » gli chiese l'immonda creatura con la testa così simile ad un pesce.
    Ogni giorno il suo carceriere entrava nella grotta con nuovi strumenti, i suoi occhi a palla sondavano i prigionieri e sceglievano la preda più fragile. Era di nuovo il suo turno, quel giorno; il mostro sembrava averlo preso in antipatia. Questa volta lo aveva appeso a testa in giù e con delle specie di pinze applicava una crudele pressione ai suoi testicoli. Quel dolore lancinante era il forse peggiore che avesse mai provato.
    Più in là, dietro le sbarre della sua cella, giaceva il suo vecchio compagno di squadra e concittadino: Danzou. Quel giorno era svenuto dopo che per cinque interminabili ore il carceriere aveva provveduto a spellargli l'intero braccio sinistro con una lama affilatissima. Anche tappandosi le orecchie non era riuscito a impedire che il suono disperato della sua voce lo raggiungesse. Ma adesso era lui che gridava.
    Prima assieme a loro c'erano altri shinobi, almeno una decina; ma molti non avevano saputo resistere alle torture o avevano esaurito la loro utilità ed erano stati uccisi. Rimanevano forse in cinque o sei; l'Otese ancora non aveva capito se fosse morto o fosse semplicemente in coma.

    Man mano che le ore, i giorni e le settimane passavano, sentiva che anche le ultime speranze di essere salvato andavano svanendo.
    Quanto ancora sarebbe riuscito a resistere a quell'inferno?
    Quando sarebbe finita?


    Oggi:

    Le negoziazioni fra il Paese del Tè e l'Accademia erano finalmente giunte al termine. Dopo l'iniziale decisione della seconda di non intervenire per evitare di essere legata ancora di più all'incidente, aveva dovuto infine riconoscere che un mancato intervento avrebbe portato a dei risvolti molto più pericolosi di quanto non avesse previsto in principio. Il Paese del Tè si era ritrovato ad affrontare una minaccia molto più seria di quanto avesse immaginato, e dopo che tutti i tentativi di sbarazzarsi degli abomini sull'isola di O'haru erano falliti, era diventato chiaro come il sole che un'alleanza con l'accademia era l'unica soluzione possibile se si voleva evitare un'invasione su larga scala di mostri assetati di sangue.

    Le trattative erano andate avanti per giorni, dove gli interessi politici del Tè si erano scontrati più volte con quelli Accademici. Da una parte il Paese del Tè era occupato sia a debellare le invasioni nel proprio territorio da parte degli abomini, sia a inviare navi da guerra a O'haru e aveva perso buona parte del proprio potere economico e militare. Dall'altra l'accademia si era trovata a dover gestire un problema d'immagine: sebbene fossero ancora infondate e poco radicate nella popolazione, cominciavano a girare voci su una possibile implicazione delle arti magiche nella creazione di quella piaga rappresentata dagli abomini; fallire o portare parzialmente a compimento una missione come l'ultima volta avrebbe inflitto un duro colpo non solo alla sua immagine, ma anche a quella dei ninja in generale, e si sapeva benissimo cosa era successo l'ultima volta che qualcuno aveva deciso che i ninja erano una minaccia più che un vantaggio.
    Il compito degli accademici era complicato e rischiosissimo: mandare un piccolo team sull'isola, scoprire la gravità della minaccia, recuperare i due genin scomparsi e se possibile trovare un metodo per sterminare definitivamente gli abomini.
    A ciascun villaggio era stata data la possibilità di impegnarsi o meno nella "guerra" e quindi inviare un proprio candidato per la missione; ma anche i villaggi avrebbero volentieri evitato un'implicazione con l'incidente.
    Per questo motivo gli shinobi scelti per la missione non conoscevano l'identità, il numero o la provenienza dei loro futuri compagni di squadra.
    Era stato ordinato loro di presentarsi al Palazzo del Damiyo del Tè con il volto e il corpo coperti da maschere e mantelli, e non avrebbero dovuto rivelare la loro identità fino a quando la missione non fosse ufficialmente iniziata. Quindi anche se alcuni provenivano dallo stesso villaggio, erano stati inviati a Palazzo con tempistiche diverse per impedire che si riconoscessero prima del tempo. Si trattava a tutti gli effetti di un lavoro in incognito.





    Il primo obbiettivo era dunque dirigersi al Palazzo del Damiyoworld22copy , nei pressi del Porto di Degarashi.
    A ciascun di loro era stato fornita una diversa pedinaworld22copy del gioco preferito dal Damiyo: il Pai Sho. Normalissime pedine di un gioco antichissimo, almeno in apparenza.
    All'arrivo dovettero presentare ai cancelli la pedina e la parola d'ordine, anche quest'ultima diversa per ciascuno di loro.
    Superata l'entrata e attraversati gli enormi giardini del palazzo, furono smistati in sale d'attesa separate, e solo quando l'ultimo candidato fece la sua comparsa, vennero chiamati nella stanza principale. Lì il Damiyoworld23copy li avrebbe accolti annuendo più volte mentre uno ad uno entravano nella grande sala.
    Il Damiyo era un uomo di mezza età, basso e tozzo, e non ispirava grande fedeltà o reverenza. Era seduto all'estremità di un lungo tavolo in legno pregiato, sul quale era adagiata una larga mappa della penisola e delle isole facenti parte dei territori del Tè.
    Alla sua destra campeggiava la figura ben diversa di un individuo che di sicuro doveva essere un alto ufficialeworld23copy dell'esercito.
    Alla sua sinistra, invece, con sguardo sdegnato un altro individuoworld23copy squadrava i nuovi arrivati senza lasciare spazio alla cordialità.
    Il Damiyo esordì: « Prego, prego, accomodatevi » fece cenno con la mano agli shinobi di sedersi sui cuscini appositamente disposti attorno al basso tavolo « Vi ringrazio per essere giunti con così grande celerità al mio umile palazzo... » l'iniziale sorriso del padrone di casa svanì per essere rimpiazzato da un tono grave « Sono tempi oscuri, miei cari shinobi. Credo sia utile lasciar da parte i convenevoli, come vi sarà sicuramente stato detto è imperativo che non vi presentiate a noi... Sì... dunque... il nostro Paese è, come saprete, afflitto da un'orrenda piaga... gli abomini, così vengono chiamati, terrorizzano ogni giorno di più i miei sudditi e presto potrebbero espandersi in altri continenti. Questo è sicuramente qualcosa che dobbiamo evitare... a qualunque costo. Ma il generale Hao saprà dirvi molto di più in merito. »
    L'uomo alla sua destra si schiarì la voce ed esordì anche lui: « Sì, grazie mio signore. Sono il generale Hao delle forze armate del Tè, sono stato il principale artefice dei trattati fra noi e l'accademia per quanto concerne questa missione. Vi è stato chiesto di presentarvi qui in incognito perché ogni vostra implicazione in questa missione deve restare un segreto. Se noi tutti fossimo malauguratamente catturati e interrogati da terze parti in futuro potremmo rivelare informazioni su di voi che la vostra accademia non intende far fuoriuscire. Per questo vi chiedo di non togliervi le maschere fino a quando non avrete cominciato il vostro lavoro e sarete lontani dalla nostra vista. » il generale si avvicinò al tavolo e con una lunga stecca di legno indicò l'isola di O'uzu e il villaggio di Shiorigakure. « Sono sicuro che siate già stati informati sugli accadimenti di sei settimane fa a Shiorigakure, quindi passerò a spiegarvi cosa è successo nel frattempo. Una volta scoperta l'esistenza delle mutazioni chiamate Abomini, un manipolo di duecento soldati è stato inviato a Shiorigakure per riconquistare il villaggio e cercare dei superstiti. Grazie all'intervento di uno dei vostri camerati, almeno una ventina di superstiti erano già riusciti a raggiungere il tempio di Todoroki e a mettersi al sicuro dagli abomini, ma per il resto a Shiorigakure non abbiamo trovato anima viva. Soltanto due cadaveri umanoidi sono stati ritrovati, abomini di certo, e alcuni esperti hanno tentato di studiarli. Per nostra sfortuna, però, non sono riusciti a scoprire le cause della mutazione, né un modo per curarla. Abbiamo appurato che gli abomini hanno quartier generale sull'isola di O'haru, alcune centinaia di metri a sud di O'uzu, ma ogni nostro attacco è stato sventato. Via mare, via aria, le loro difese sono impenetrabili e il loro numero non sembra mai diminuire. Inoltre, da circa quattro settimane hanno cominciato ad attaccare i nostri villaggi su più grossa scala: arrivano nella notte, rapiscono quanti più abitanti possono e li imbarcano sulle loro navi per portarli sulla loro isola. Una volta lì sembra vengano ridotti in schiavitù per costruire edifici o armi, e chissà quali altre diavolerie. L'ultimo team in avanscoperta è riuscito a inviarci queste poche informazioni prima di essere brutalmente trucidato. Il vostro compito sarà infiltrarvi sull'isola e scoprire esattamente con cosa abbiamo a che fare. Numero, capacità, metodo di creazione, una maniera per debellarli. E' una missione d'alto rischio, quasi un suicidio. Confidiamo comunque nelle vostre capacità... il motivo per cui siete stati sollecitati ad agire solo ora è- » « Hem, hem » « Sì, consigliere Long Feng, ha forse qualcosa da aggiungere? » disse irritato il generale all'altro individuo, quello alla sinistra del Damiyo, che si era appena schiarito la voce attirando l'attenzione di tutti. Lui però di tutta risposta si rivolse soltanto al damiyo: « Mio signore, prima di rivelare il nostro piano a questi individui, non dovremmo prima... » come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa, il damiyo spalancò gli occhi e sentenziò: « oooh, certo, certo! Come ho potuto dimenticare! Miei cari shinobi, vi prego, porgete al mio consigliere, Long Feng, i vostri pezzi di Pai Sho » Una volta che le pedine fossero state in mano sua, il consigliere le avrebbe esaminate con attenzione una per una, e poi avrebbe chinato leggermente il capo facendo cenno al generale di continuare « Come dicevo, il motivo per cui siete stati sollecitati ad agire solo ora è uno soltanto: fino ad ora non eravamo riusciti a prevedere i loro attacchi ai nostri villaggi, ma grazie al sacrificio di alcuni uomini siamo riusciti a scoprire il loro prossimo obbiettivo » indicò con la stecca un punto a sud nel paese del Tè « Il piccolo villaggio di Karakura. Abbiamo già provveduto a svuotare il villaggio, e al suo posto abbiamo rinchiuso in ogni casa alcuni detenuti con sentenza di morte. Sì, sacrificheremo questi rifiuti della società, spacciandoli per normali abitanti, per darvi una maniera di infiltrarvi sull'isola. E' l'unica maniera, lasciarvi catturare assieme ai detenuti e farvi deportare sull'isola come schiavi. Da lì starà a voi trovare un modo per portare a termine la missione. » Questa notizia sarebbe stata forse sorprendente e inaudita alle orecchie degli shinobi, i quali sicuramente avrebbero avuto parecchie domande, ma intanto il generale continuò: « Restare in incognito il più a lungo possibile è imperativo, ecco perché ogni vostro equipaggiamento dovrà essere stipato dentro alcuni rotoli ed evocato una volta sull'isola, se vorrete portarlo con voi. Di questo si occuperà Long Feng, il nostro esperto in queste arti... Sono sicuro che avrete delle domande, non è tutti i giorni che vi si chiede di affrontare un compito di questo calibro con tali premesse. Vi prego, domandate pure tutto quanto senza problemi. »



    Due settimane fa

    « Quello che ti sto dicendo, bambina, quello che ti sto dicendo è che qui ci sono buone probabilità di farsi un sacco di soldi io e te. » la ragazza degli origami era in quella locanda da dieci minuti scarsi e già si era impregnata del lezzo di fumo che infestava quel luogo dimenticato da dio « Questi abomini, sono reali. Ci sono voci che girano, ti dico, bambina, vere bombe. Immagina, controllare un esercito di mostri. Quante possibilità? Quante occasioni? L'accademia si sta muovendo, dicono di volerli debellare ma credi a me, vorrebbero controllarli anche loro. A quel punto nessuno potrà più opporsi e tanti saluti alla parità dei diritti! Qui sta per scoppiare una guerra, bisogna decidersi a seguire fin da subito il flusso della corrente per non essere schiacciati dopo. Bisogna prevederle queste cose. »
    Il suo informatore l'aveva mandata in quel posto promettendole occasioni imperdibili; cinquecento ryo spesi bene, diceva lui.
    Doveva cercare un certo Kazuya-sanworld22copy , il cogestore della locanda "Fiore di Loto", nei territori meridionali di Ame. Lì il vecchio Kazuya-san le aveva rivelato le voci che giravano sugli abomini e il loro potenziale bellico. « Ascolta, bambina, ascolta, tu mi dai 1500 ryo ora, e io ti trovo un modo per metterti su quell'isola infernale... e poi altri duemila se torni viva e hai trovato qualcosa di interessante. Dammi tre giorni. Fra tre giorni torni qui e ti faccio sapere come fare a fregare gli accademici. Facile, facile... »

    Tre giorni dopo Kazuya-san aveva mantenuto la promessa, e se fosse tornata avrebbe esordito: « Allora, senti bambina, sentimi, qua la faccenda si fa seria. Il Tè ha scoperto che quelle cose vogliono attaccare un loro villaggio e ci hanno infilato dentro tutti i peggiori criminali di questo continente per farli trasportare sull'isola e fare un favore alla società. Ma dietro questo motivo più... correttivo, ce n'è dietro un altro, in quel villaggio ci staranno anche degli accademici, e quei pazzoidi vogliono farsi catturare assieme ai criminali e infiltrarsi in quella maniera sull'isola. Devo dire che è alquanto ingegnoso... non ci sono altri modi se non quello, dicono... ora, ti propongo due strade: la prima è che ti faccio passare per criminale e ti faccio mettere in quel villaggio... l'altra è che ti faccio passare per accademico, intercettiamo un paio di piccioni viaggiatori e modifichiamo un po' la loro... percezione della realtà... boh, fai finta di lavorare con loro, l'unione fa la forza, qualcosa del genere, poi gli metti i bastoni tra le ruote... tieniti stretto gli amici e ancora più stretto i nemici, o qualcosa del genere, no? Se tu vuoi portare i tuoi gingilli non c'è problema, ho un amico che per un prezzo ti mette addosso qualche scritta e boom, armi in ogni momento. Boh, decidi tu bambina. Fammi sapere. »

    In base alla risposta della ragazza, Kazuya-san l'avrebbe aiutata a prendere una nuova identità: la giovane e spietata assassina seriale del Tè, o la giovane chunin Kiriana, o anche Otese.
    Nel primo caso sarebbe stata fatta arrestare e rinchiudere a Karakura; nel secondo si sarebbe dovuta dirigere al Palazzo del Damiyo in quanto accademico (avrebbe ricevuto la pedina di Pai Sho e la parola d'ordine da presentare ai cancelli).

    A lei la scelta.

     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,182
    Reputation
    +177

    Status
    Offline

    B Rank Quest
    Missione Suicidio
    Città portuale di Degarashi, Paese del Tè



    In sostanza, i vecchiacci lo avevano fregato un’altra volta. Hohenheim lo sapeva: era morto, poi risorto ed ora le teste di Suna non si fidavano un gran che di lui. Amen. Per questo lo mandavano nelle missioni più pericolose, riempendosi la bocca di frasi del tipo: “ Dimostraci il tuo valore e riconquista la nostra fiducia!”. Intanto il chunin doveva beccarsi ogni sorta di compito. Questa volta, la faccenda sembrava essere particolarmente complicata. A sud di Kiri, nell’isola di O’uzu si era formato un piccolo esercito di mostri, chiamati Abomini, i quali stavano devastando il paese del Tè. L’Accademia aveva già mandato degli uomini per occuparsi della faccenda, con il risultato che due genin erano stati catturati e da più di un mese erano in mano ai nemici. Hohenheim poteva solo immaginare quali sofferenze stessero patendo. Intanto, anche per evitare che delle notizie riguardanti il mondo ninja trapelassero all’esterno, una nuova squadra doveva essere mandata per risolvere la faccenda, ovvero recuperare i genin e, se possibile, debellare la minaccia Abominio dalla faccia del mondo. Alcune voci dicevano che quelle creature fossero il frutto di esperimenti legati alle arti ninja, anche per questo c’era una certa preoccupazione che aleggiava su questa missione. Sostanzialmente, era un rogna che i villaggi non volevano affrontare o, come nel caso di Hohenehim, che i villaggi affidarono a gente scomoda.
    Difatti, il bambino di Suna, si presentò nel luogo dell’appuntamento, seguendo tutto l’iter che era stato predisposto per l’incontro: identità celate, tessere e parole d’ordine. La tappa di incontro era il palazzo del Damiyo, nella città portuale di Degarashi. All’ingresso mostrò la sua pedina e pronunciò le parole che gli avevano insegnato, così gli fu concesso di entrare. Una stanza nel grosso palazzo era stata riservata per lui, aspettando che l’incontro con i vertici del Paese del Tè avesse luogo. Durante l’attesa non venne nessuno, il che fece intuire al chunin che gli altri partecipanti alla missione avevano ricevuto un trattamento analogo al suo; per cui l’artista passò il tempo prima dell’incontro a leggere. Quando venne il tempo, fu condotto in una sala dove lo aspettavano altre figure mascherate, nonché tre uomini. Gli indumenti che portavano, il modo in cui erano disposti, le espressioni dei loro volti nonché la corporatura, fecero intendere immediatamente al bambino quali ruoli ognuno di quei tre ricoprivano. Ad ogni modo, il chunin si accomodò in silenzio al lungo tavolo capeggiato dalla quasi insignificante presenza del Damiyo.
    In breve tutta la faccenda fu snocciolata. Hohenheim ascoltò con attenzione tutto quello che le tre figure avevano loro da dire. Come aveva capito fin dall’inizio, quella faccenda non sarebbe stata una passeggiata. La conclusione del monologo del generale Hao fu che grazie all’azione di un gruppo di suoi uomini, si era scoperto che il prossimo bersaglio degli abomini era un villaggio chiamato Karakura. Il centro abitato era stato evacuato dei civili, i quali erano stati rimpiazzati da detenuti con pena di morte. I ninja si sarebbero dovuto far catturare insieme ai detenuti, ed in questa maniera riuscire ad entrare all’interno delle difese nemiche. Una volta all’interno, avrebbero dovuto recuperare i due genin, valutare la forza bellica costituita dagli abomini e quindi, se possibile, distruggerli.
    Hohenheim trovava piuttosto crudele il sacrificio dei criminali, tuttavia non avrebbe questionato la faccenda. Ciò che più lo premeva era il discorso legato alle armi. Farsi catturare implicava che i ninja non avrebbero avuto equipaggiamento. Questo, per il sunese, poteva essere un problema giacché il suo potenziale bellico e tattico sarebbe stato grandemente diminuito. Hao aveva pianificato di poter far entrare le armi attraverso dei rotoli di evocazione, tuttavia il meccanismo non era perfettamente chiaro al chunin.
    Sfruttando la capacità di distorcere la voce di bambino [Ventriloquio] disse ai presenti:

    “ Stipare le armi dentro dei rotoli… certo. Quindi fatemi capire bene. Confiniamo le nostre armi in dei rotoli di evocazione. Durante l’invasione di Karakura li terremo con noi oppure no? Nel primo caso è quasi sicuro che gli Abomini ci toglieranno tutto quello che non sia la nostra pelle, se saranno gentili ci lasceranno i nostri indumenti: dovremo quindi ritrovarli nel campo nemico? Nel secondo caso avete un modo per teletrasportare questi rotoli direttamente a noi, non conoscendo la nostra posizione esatta?”



    Questi erano i suoi dubbi maggiori, espressi con voce atona.
     
    .
  3. Weasel
        Like  
     
    .

    User deleted


    Bruciare il mondo ~ 1



    Ame era annoiata. Si, anche una traditrice, ladra, criminale, un filo puttana (assassina no, lei era una persona per bene) poteva essere annoiata. Quello era il problema, la noia. Girava a vuoto per le terre di confine già da un po' di tempo nella speranza di meglio organizzare e aumentare il numero di quelli che lei intendeva "impiegare" per rovesciare l'Accademia. All'inizio del progetto però non aveva tenuto conto del fatto che gran parte dei criminali vogliono solo tagliarti la gola, e che trovare una leva nel cuore di molti ninja fedeli all'Accademia era più difficile del previsto. Quasi tutti quelli con cui aveva parlato a quanto pareva amavano particolarmente continuare a farsi frustare da un'entità nemmeno troppo definita che sostanzialmente si preoccupava solo di mantenere il proprio potere intatto. E vaffanculo allo spirito comunitario insomma.

    Il suo viaggio a vuoto era stato interrotto solo per caso da uno dei ragazzi che a volte le portavano qualche informazione. Aveva iniziato a derubare alcuni viaggiatori (solo quelli troppo arroganti per aiutare una povera ragazza di strada, il suo travestimento preferito) che transitavano dal paese del fuoco a quello delle cascate e aveva impiegato quei soldi per nutrire una serie di famiglie o di puttane che vivevano in alcuni punti strategici della zona. Il più delle volte era stato inutile, ma, quando era fortunata, poteva capitare che le arrivasse qualche soffiata utile, come quella. La taverna in cui si trovava puzzava di uomini, alcool e fumo, e se non fosse stato per il fatto che il suo interlocutore aveva lo sguardo più viscido che avesse mai incontrato, si sarebbe quasi sentita a casa. «Tesoro, chiariamoci. Sai chi sono e sai quanto sono gentile e soprattutto quale grande fiducia tu mi infondi» Un sorriso fintissimo apparve sul volto della ragazza, sotto henge, vestita e truccata come una prostituta, un personaggio che in quel luogo certo avrebbe causato meno domande che se fosse andata in giro armata e con 4 cartebomba nascoste nel corpetto come sempre «Se l'informazione è vera al mio ritorno sono disposta a offrirti anche il doppio, se non il triplo, Chiaro? Ma se è falsa spero che tu sia consapevole che il mio amico verrà a parlare con te no?» Dubitava fortemente che Kotaro avrebbe mai messo piede in quel posto, ma a differenza sua il ragazzo aveva ucciso davvero parecchie persone nel paese delle cascate, e alcune notizie era sicura che fossero arrivate anche li. «Ma sono sicura che non ce ne sarà bisogno. Tra tre giorni mi troverai qui. Ah, e fammi un favore, procurami dei vestiti nuovi, magari un po' più pratici di questi, sai per viaggiare. Tessuti vegetali grazie, non vorrei irritarmi la pelle.» Disse mettendo un centinaio di Ryo sul bancone, che scomparvero quasi immediatamente. La pelle, come no? Rimanere nuda non le interessava, avere perennemente con se materiale che poteva manipolare invece le interessava molto di più.

    A quanto pareva l'uomo era di parola, le procurò quanto pattuito e intascò i soldi che lei gli offrì con un gesto così veloce da sembrare quasi impercettibile. Se avesse potuto probabilmente li avrebbe mangiati pur di tenerli con se. Il discorso che le fece subito dopo però chiarì quanto sarebbe stato complicato per lei quel lavoro. Sospirò, non riusciva mai a infilarsi in qualcosa di semplice. Per Ame, o Nishi, come l'uomo la conosceva, complicarsi la vita pareva fosse un hobby. «Ok ok, ho capito. Tutto chiaro. Diciamo che preferisco lavorare con i miei ex colleghi piuttosto che andare a confondermi con la peggior feccia del paese. E diciamo anche che magari potrebbe essere una buona occasione per... chiarire alcune difficoltà di rapporto tra noi» Se ne avesse avuto la possibilità Ame intendeva liberarsi dei ninja che avrebbe trovato in missione. La peggior specie di shinobi era proprio quella che a cuor leggero decideva di coprire l'operato dell'Accademia. Il mondo non ne avrebbe sentito la mancanza. «Metti in moto i tuoi ladri di piccioni allora. Mi servono documenti, qualche carta che attesti chi sono e un coprifronte, il mio credo che... sia andato perso. Il nome in questi documenti dovrebbe essere Nishi Kagayaku. Si, con la Y. Nishi da Suna» Disse sorridendo.

    Il fatto che avesse deciso di farsi passare per un ninja del suo ex-villaggio ai suoi occhi appariva più logico che mai. Conosceva il posto, conosceva le persone, e soprattutto, se costretta a combattere non avrebbe avuto problemi a giustificare le sue tecniche. In più, questo si, in pochissimi conoscevano lei. Il cognome era lo stesso del pazzo del villaggio, l'unico altro che sapeva possedere la sua stessa abilità e una parente lontana era sempre un'ottima giustificazione.

    Si affidò completamente a Kazuya per quanto riguardava la preparazione dei rotoli di armi e di equipaggiamento. Tenne con se solo le cartebomba, come sempre, Kudatsune legata in vita, e due pugnali nascosti negli stivali. Il minimo per una ragazza che viaggiava da sola. Fuori dalla locanda fiore di Loto poi provvide a compiere un rituale al quale non poteva mai rinunciare, ogni volta che partiva per un posto dal quale non sapeva se sarebbe tornata. Sciolse la corda che portava legata in vita, Kudatsune e ne tagliò via circa 70 centimetri. Controllando i dintorni con i suoi aeroplanini, sparsi in tutte le direzioni, si assicurò di non essere vista e seppelli il pezzo di corda tra le radici di un albero nella boscaglia poco lontana. Ora aveva una via di fuga se le cose si fossero messe male.

    Con la sua pedina in una tasca e una parola d'ordine in testa aveva attraversato mezzo continente per arrivare al palazzo del Daimyo del paese del Thè. Vestita interamente di nero e con una maschera da volpe non aveva avuto difficoltà ad entrare. La scioccava come a volte la sicurezza di alcuni luoghi lasciasse a desiderare. Ame era in incognito non solo perchè così era richiesto, ma anche perchè, se ci fosse stato qualcuno di conosciuto, era importante che lei lo riconoscesse prima di doversi togliere la maschera. Aveva imbottito alcune parti del corpetto e indossato abiti larghi, stretto il seno con una fascia e modificato il suo modo di camminare. Finchè avesse avuto la maschera sarebbe potuta tranquillamente passare per un ragazzo non molto alto e mingherlino. Il vero gioiello però era sotto la maschera. Era stata con il viso al sole per settimane, aveva quasi eliminato le sopracciglia e aveva rasato i capelli. Neanche sua madre probabilmente avrebbe riconosciuto quei lineamenti come quelli di Ame Warashi.

    [...]


    I suoi "compagni" (il ribrezzo a pensare a quella parola quasi la sorprese. Non immaginava di odiare così tanto delle persone sconosciute) erano li, e l'unico che parlò dopo il lungo discorso dei dignitari fece un'osservazione interessante, certo, anche se a lei, in realtà, non cambiava nulla. Le parole di quegli uomini le scivolavano nella mente come acqua, depositandosi ma non impedendole di concentrarsi su altro. Era molto più interessata all'ambiente e ai ninja presenti, che osservò con estrema cura, maschera o non maschera. Forse conosceva qualcuno di loro, o forse i loro stessi travestimenti le avrebbero detto qualcosa su chi erano le persone in mezzo alle quali doveva stare.

    Era eccitata, quasi non vedeva l'ora di vedere se sarebbe stata capace di reggere il gioco, di ingananrli davvero, e soprattutto sperava che in qualche modo quella missione le permettesse finalmente di ottenere quello che cercava; soldati, soldati con cui bruciare un mondo.



    7 vite come i gatti

    Abile: Tagliata una parte della corda, la rimanente rigenererà la parte tagliata al ritmo di 10 cm per slot competenza a settimana. La parte tagliata non mantiene le caratteristiche rigenerative di quella orginale.
    [Da Genin in su]
    [Secondo Slot]

    Occhio di falco [ 1 ]
    Abile: L'utilizzatore è in grado di scovare le trappole se il loro valore di velocità è pari o inferiore ad una sua statistica scelta all'acquisizione (Precisione). Inoltre, l'utilizzatore è in grado di notare dettagli minori, ottenendo un vantaggio a riconoscere porte occultate, camuffamenti, oggetti e persone nascoste.

    Io un'occhiata al posto la do, magari non salta fuori niente o i miei compagni tenerini non fanno trasparire nulla, però non si sa mai e io non lascio nulla al caso.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,980
    Reputation
    +682

    Status
    Offline

    Un nuovo campo di battaglia







    Ormai aveva dimora quasi fissa nella sua affezionata catapecchia, abbastanza da dargli un nome affettivo: Caty. Agli effetti non era troppo scomoda, aveva tutto il necessario, un angolo per il letto, un angolino con una mensola storta su cui mangiare e un bagno discretamente pulito in cui dopo essersi lavato non si sentiva ancora lercio, inoltre era comoda per un ninja, un passo falso e Caty avrebbe schiacciato l’intruso con tutta la sua mole rimanente (ben poca). Nonostante tutti i vantaggi qualcuno sapeva sempre di lui: l’accademia e l’amministrazione del villaggio, pareva che dovesse essere sempre e comunque rintracciabile in quanto ninja esperto e con esperienza poteva essere richiesto in qualsiasi momento, per cui, quell’assillante sottospecie di postino ora continuava ad attenderlo sotto casa da qualche ora. Chissà, magari credendolo fuori, o semplicemente rispettava la richiesta, sotto palese minaccia, di non entrare nella sua dimora senza permesso, il che, coadiuvato dall’assenza del campanello ed ad un po’ di ben educazione del postino che gli impediva di urlare per strada dava quello come risultato. Contrariamente a ciò che ci si sarebbe aspettato dal carattere irritante del Colosso però non avrebbe lasciato il postino ad attendere li in eterno, lo raggiunse per l’ora di pranzo (forse perché affamato e costretto ad uscire di casa, ma sono un altro paio di maniche) facendogli un cenno della testa e un sorriso tirato di cortesia.
    L’impiegato sorpreso si scosse un po’ riassestandosi per poi rivolgergli la parola.


    Ikigami Raizen-san?

    Il Colosso continuò a camminare, come se non fosse se stesso e neanche si conoscesse, ma pareva che il ragazzo fosse stato informato a modo sul profilo del konohaniano e presto gli fu alle calcagna, correndo un po’ storto e perdendo qualche foglietto qua e la, forse per via della lunga attesa fuori dalla porta.

    C’è una guerra!

    Disse rassegnato vedendo che non riusciva a stare per troppo tempo dietro all’uomo. Raizen dal canto suo si impietrì fermando a mezz’aria il passo.

    Come?

    Era stupito e al contempo interessato, estremamente interessato, sufficientemente interessato da sorridere come non faceva da tempo
    Si voltò, avvicinando rapidamente l’omino per poi prenderlo sotto braccio e costringerlo al bar più vicino. Parlottarono a lungo sulla missione e ne emerse che il Colosso era stato convocato a causa del suo anno di pausa e per via delle sue esperienze in territori non accademici.


    Si, insomma, hanno condito a modo una punizione per non aver contribuito alla società per un anno in cui mi preparavo a farlo al meglio.

    Pensò un po’ scocciato mentre strappava di mano la bustarella al postino.

    Da qua va, e di ai tuoi superiori di farsi un bagno nella merda, non sia mai che riescano a metterne un po’ tra le crepe che i miei vaffanculo gli stampano sulla faccia.

    A quanto pareva Konoha voleva riscattarsi dall’ultima sconfitta, ed in base all’opportunità data dal paese del te aveva risposto alla chiamata, il Colosso da parte sua non poteva rifiutare, da tempo gli mancava il piacere della lotta, per cui non poteva arrabbiarsi nemmeno più di tanto con l’accademia, solamente l’epidemia gli dava qualche grattacapo, l’ultima volta che aveva visto in un epidemia era in un’altra dimensione.
    1zxr5lk
    dpjmsw
    L’ordine era di partire immediatamente, e Granpasso non avrebbe aspettato un secondo di più. Tornato a casa Raizen avrebbe raccolto le poche provviste necessarie per poi mettersi in viaggio, avrebbe fatto il tragitto a piedi, in un primo momento vestito normalmente, solo a metà tragitto avrebbe cambiato gli abiti e indossato la maschera, avendo cura di mimetizzare un po’ il suo odore. Non era inseguito, o così gli sembrava, per cui usare troppe accortezze non era necessario.
    Giunto ai confini del fuoco il Colosso riaggiornò la mappa, cercando di scegliere la migliore strada per recarsi a Degarashi.
    Giunse alla città portuale dopo una settimana di cammino sostenuto, meravigliandosi di trovare qualcosa di carino in quella sovraspecie di topaia che era il paese del tè. La città era posta su una piccola vallata affacciata sul mare, con il porto ai piedi e il palazzo del daymio sulla parte alta, come al solito privilegiata e probabilmente più sicura.
    Giunto alle porta del palazzo dovette presentare la sua pedina, il drago bianco, insieme alla parola d’ordine che gli permise di accedere al palazzo, fu rapidamente scortato in una stanza personale in cui gli venne chiesto di attendere l’arrivo degli altri. Sapeva che la sua identità doveva rimanere nascosta, ma non gli andava troppo a genio ritrovarsi in una stanza chiusa circondato da altre “identità nascoste” per cui analizzata la stanza e avuto notizia del fatto che la stanza delle riunioni stava pochi metri più in la si nascose nel controssoffitto della stanza, rimettendo apposto il pannello e lasciando un kage bushin al suo posto.
    Non sapeva cosa poteva trovare nella stanza, non sapeva chi aspettarsi in quella stanza, per cui un affezionata copia sarebbe stata la scelta migliore.
    Per cui, a passo lesto questa si diresse verso la sala, quando venne convocata.
    Ascoltò per filo e per segno le informazioni date dal generale, mostrando la pedina datagli da Raizen quando questa gli venne richiesta, per poi prendere la parola dopo i suoi compagni, avendo cura di modellare a dovere il suo timbro baritono.


    Si, insomma, avete organizzato un piano con i controfiocchi, accidenti!
    Giusto per dirne una: potevate tranquillamente tatuarci addosso un richiamo per l’equipaggiamento, ma va bene, non stiamo a discutere l’impeccabile strategia.
    Mi domandavo se non fosse più utile, viste le nostre abilità che direi sono abbastanza caratterizzanti


    Disse sottolineando l’ultima parola.

    Attaccare gli invasori e travestirci come loro dopo averli uccisi, poi, una volta conclusa la razzia o quello che sarà dovremmo già essere pronti e quindi nascosti, in caso contrario saremmo già in vantaggio di qualche morto con loro e con dei prigionieri a spalleggiarci, una volta arrivati alla loro base avremmo il vantaggio di essere "alcuni di loro" con un alibi perfetto a coprirci e non degli ostaggi da trasformare in chissà cosa.
    Senza contare che questa graziosa tavola potrebbe tranquillamente essere colma della feccia più bassa che circola per il continente ninja.
    Senza offesa, alcuna.


    Aggiunse rapidamente voltandosi verso tutti i partecipanti.

    La squadra DEVE conoscere la squadra.
    E io sinceramente non voglio affrontare una missione con delle "maschere".
    Oppure credete veramente che quelle stupide pedine e una parola d’ordine siano sufficienti a prevedere un furto e un cambio di identità che queste maschere possono benissimo celare?
    Voi riccastri capite di guerra quanto uno straccione capisce di soldi, per cui dateci gli obiettivi e poi fuori dai piedi.
    Detto questo metterei ai voti le lievi modifiche al piano e anche allo smascheramento, che ne dite?


    Così il Colosso concluse il suo intervento, incrociando le mani e attendendo reazioni dai presenti.
     
    .
  5. Alexander Hima
        Like  
     
    .

    User deleted




    Chapter 00


    La Riunione



    I
    l villaggio della foglia, un luogo ove la pace e serenità si propagava in ogni dove, paradossalmente anche Alexander Hima era molto più tranquillo, per una volta in vita sua. Al ritorno dalla sua ultima spedizione aveva scoperto che il consiglio dei vecchiacci aveva deciso di sostituirlo come guida del villaggio.-Finalmente-Fu la prima per non dire l'unica cosa che disse quando venne a conoscenza di tale cosa. Adesso era libero di entrare ed uscire dal villaggio senza più nessun vincolo, considerando che oramai più nulla lo tratteneva se non l'amore per quel posto. Era però da sottolineare la sua visibile preoccupazione per quello che sarebbe stato il futuro del villaggio, all'interno del suo studio infatti rimuginava su chi fosse stato scelto come rimpiazzo suo e di Shika. Sia chiaro non aveva nulla contro Drake, pensava infatti che aveva molto potenziale però non gli andava a genio quello che pensava sia sui traditori sia su quelle che erano le politiche interne al villaggio. Immaginava che prima o poi sarebbe successo qualcosa che avrebbe richiesto un comportamento più logico che istintivo e questo lo sconfortava un pò. Una cosa però adesso lo stava distraendo dai suoi pensieri, un piccione, odiava quella tipologia di animali per via del significato intrinseco che esso possedeva. Quell'animale era infatti utilizzato praticamente sempre per le comunicazioni inerenti le missioni accademiche. -Fanculo, ci sono guai all'orizzonte.- L'accademia non chiamava mai se non vi erano problemi gravi, e quello che lesse dalla missiva non fece altro che dar prova ai suoi timori. -Bla bla bla, il paese del thè, bla bla bla pedine....bla bla....Ninja di Konoha? Fanculo....Odio sempre queste cose.- Disse prima di ricadere in silenzio, mentre si preparava velocemente per la partenza ricordandosi di prendere una maschera, un mantello e delle bende.

    I
    l viaggio attraverso i territori che lo separavano dal paese del thè fu abbastanza tranquillo e veloce, il problema si era palesato nel momento in cui aveva dovuto prendere la nave. Indubbiamente non aveva dovuto combattere, però la lentezza di quel mezzo di locomozione non gli andava a genio. Alla fine dopo un totale di 3 giorni di viaggio vide finalmente in lontananza il palazzo del Damyo. Lentamente si defilò il più possibile in modo da potersi preparare per l'udienza: innanzitutto mise sopra al volto le bende lasciando un piccolo spazio per la bocca successivamente si mise sul volto una maschera anch'essa con lo spazio per la bocca, infine si mise il mantello e come tocco finale attivò quella che era la sua capacità innata. Fatto ciò si diresse verso il palazzo ove gli venne richiesto il tassello che raffigurava, nel suo caso, una fenice. Una cosa quasi paradossale se si pensava che le sue origini erano di Suzaku. Lentamente venne portato all'interno di una stanza dove avrebbe aspettato qualche ora prima che tutti quanti, che probabilmente avrebbero avuto il suo stesso trattamento, si presentassero. Durante quel lasso di tempo il ninja della foglia si sarebbe limitato a controllare l'intero palazzo con i suoi occhi andando a vedere anche chi erano i suoi compagni durante quest'avventura se si fosse palesata l'occasione per poterlo fare. Ore dopo venne chiamato al cospetto del grassoccio Damyo. Lì dopo i saluti fatti dal vecchietto, ai quali Alexander rispose con un cenno del capo, cominciò il Briefing. Durante tutto il tempo in cui quella gente si mise a spiegare la situazione il ninja della foglia si poggiò ad una colonna e mentre ascoltava il tutto ritorno a guardare i suoi compagni con quella che era la sua abilità innata. Quando arrivò il suo turno a metà briefing di consegnare il tassello lo fece con tutta tranquillità e continuò ad ascoltare fino alla fine.

    A
    desso era il turno dei ninja di esprimere le loro perplessità su quello che non era uno dei migliori piani mai sentiti. Quindi non oppose nulla sulla perplessità della prima persona che prese parola, effettivamente anche le perplessità iniziali di Raizen avevano un perchè. Tatuarci dei richiami sulla pelle avrebbe avuto senso. Era un pò meno concorde su quella che era la sua strategia oltre che con i suoi modi di porsi al cospetto di quella gente era inoltre interessato a comprendere il perchè di quella turbolenza nel suo sistema circolatorio del chakra, però questa è una cosa che avrebbe visualizzato in un secondo momento. Non modificò il timbro della sua voce nella speranza che Raizen lo ricordasse. -Colosso, noto con leggero disappunto che non hai modificato il tuo modo di rivolgerti a chi ti è gerarchicamente superiore.- Esordì il ninja della foglia mentre si accendeva una sigaretta.-Sia chiaro, mi trovi d'accordo quando parli di evitare l'utilizzo dei rotoli ed utilizzare al loro posto dei tatuaggi.- Inspirò una prima volta a pieni polmoni quel bastoncino pieno di catrame, per poi riprendere a parlare. -Mi trovo un pò meno d'accordo con tutto quello che hai detto successivamente. Ti vorrei far presente, per esempio, che il fine ultimo di queste maschere come ha ben detto il generale Hao è limitato esclusivamente a questo luogo, in modo che il Damyo ed i suoi consiglieri sappiano il meno possibile sul nostro conto. Una volta allontanati da qui avremo il tempo per effettuare le opportune presentazioni.- Inspirò una seconda volta, andando nuovamente a riempire i suoi polmoni con il fumo. -Per quanto riguarda la strategia che hai proposto....beh, essa non ha meno svantaggi di quella proposta dal Generale. Facciamo un paio di esempi: la loro strategia presuppone che ci dobbiamo infiltrare tra i carcerati che sono all'oscuro di tutto. Difficile come cosa ma non impossibile, anche se nel momento in cui verremo scoperti nulla ci garantisce che loro ci vendano ai nemici. La tua invece presuppone di scoprirci come ninja prima di arrivare all'isola, quindi consumare energie e forze contro avversari di cui non sappiamo niente il tutto spalleggiati da delle persone che non necessariamente faranno ciò che dici. Personalmente il piano con meno variabili è quello proposto dal generale, quindi se vuoi mettere alle votazioni il mio voto già ce l'hai.....- Detto questo tornò in silenzio aspettando una probabilissima risposta da parte di quell'energumeno.

     
    .
  6. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Contatto~


    Quel giorno Atasuke era di servizio alle mura, come d'altronde era negli ultimi tempi quando non si impegnava a fondo nell'armeria di Drake o si dava da fare un qualche missione per conto del clan o del villaggio. Egli vigilava sull'ingresso quando gli venne recapitato un messaggio ufficiale da parte dell'amministrazione di Konoha. Incuriosito dal messaggio e allertato dalla segretezza con cui gli era stato consegnato da un jonin, Atasuke lesse con attenzione il messaggio stando bene attento a non lasciare possibilità alcuna ad un qualsiasi curioso di informarsi di quella missiva.
    Riga dopo riga rimembrò gli eventi che si erano scatenati ormai un mese prima quando prese parte alla prima spedizione portando con se una magra vittoria basata su appena qualche informazione al prezzo dei suoi due compagni di squadra, sennonchè di villaggio.
    Nella busta trovò poi anche una pedina, dal significato per lui arcano, al di fuori di un possibile oggetto da mostrare al momento dell'incontro per farsi riconoscere.
    Quasi rimase stupito nel vedere come nella lettera fosse specificata più volte l'assoluta segretezza di quella missione e il totale riserbo. In quel mondo era alla base mantenere sempre e comunque un certo grado di segretezza, tuttavia, tutti quegli accorgimenti richiesti gli fecero pensare ad una cosa sola: Questa volta si trattava di qualcosa molto più grosso di una semplice esplorazione.
    Terminato di leggere si infilò il tutto in tasca al di sotto del mantello, stando bene attento a far sparire ogni traccia del documento e della pedina ricevuta che andavao mantenuti segreti perlomeno fino alla fine di quel turno.
    [Abilità]

    [...]


    Terminato il turno quindi Atasuke si fiondò a casa dove ricontrollò alla perfezione due o tre volte l'intero equipaggiamento prima di scegliere la maschera che avrebbe quindi indossato per quella missione. Non era avvezzo all'uso delle maschere, non tanto perchè gli dessero fastidio, quanto proprio perchè mai aveva avuto la necessità di usarne una e la novità quasi lo straniva.
    Alla fine decise di lasciare intonsa la sua collezione di maschere sottratte in passato ai nukenin che aveva incontrato e prese quella che pareva essere appartenuta in passato a suo padre, la quale raffigurava il muso di un lupo grigio.

    [...]


    Giunse infine il giorno della partenza. Atasuke con una meticolosità fin superiore alla solita controllò e ricontrollò il tutto indossando il suo equipaggiamento per avvolgersi infine nel suo candido mantello pensando bene di tenere il lato nero con lo stemma uchiha nascosto ad occhi indiscreti. Si tirò su il cappuccio e raggiunta la porta di casa, dopo averla chiusa alle sue spalle guardò un ultima volta il panorama e poi indossò la maschera con un unico gesto lento e fluido, come se in un certo senso indossare quell'oggetto fosse un rito di passaggio o un punto di non ritorno, o perlomeno un punto da cui rischiava di non poter più tornare indietro.

    °E quindi ci siamo... Si riparte per il paese del The... Spero che i miei compagni siano ancora vivi, anche se temo sia impossibile essere sopravvissuti tanto a lungo in mano a quei mostri... è probabile che questa volta si arriverà ad uno scontro più diretto dell'ultima volta... Speriamo solo che questa volta tutto finisca bene°


    Un ultimo sospiro e poi la bianca figura incappucciata scattò via dirigendosi al punto di incontro a Degarashi, dove lui e probabilmente gli altri eventuali membri del team si dovevano riunire al palazzo del Daimyo.

    [...]


    ~Incontro con il mandante~


    Al suo arrivo ben altre tre figure erano già arrivate, tutte incappucciate e mascherate come lui. Ad attenderlo vi erano poi anche tre uomini, probabilmente il Daimyo stesso con i suoi due consiglieri più fidati, uno in armatura che pareva essere un alto generale o comunque un comandante dell'esercito, l'altro invece più raffinato, certamente un uomo di corte.
    Quando tutti furono presenti, il Daimyo iniziò a parlare ringraziando dapprima i vari shinobi accorsi e poi iniziando con le presentazioni dando poi la parola al tizio in armatura, il quale effettivamente era il generale che guidava le truppe in battaglia contro gli abomini. Egli espose le informazioni di cui era venuto in possesso dando così una sommaria situazione d'insieme al tutto, visione di cui Atasuke non aveva praticamente bisogno dato che era forse l'unico dei presenti ad aver già affrontato quelle creature contro cui avrebbero dovuto scontrarsi.
    Il discorso venne però interrotto, come se in qualche modo si fosse ricordato di un qualcosa. Venne quindi chiesto loro di mostrare le pedine che gli erano state consegnate.

    °Come immaginavo... alla fine questa pedina era un segno di riconoscimento per accertarsi di non avere infiltrati scomodi... Ingegnoso, tuttavia... tutta questa segretezza mi puzza... sarà che fino ad ora non ho avuto a che fare con molte missioni di alto grado, ma mai avevo visto stratagemmi di questo tipo uniti a tutto il resto... Non mi sembra affatto normale...°


    Pensò tra se e se attendendo il suo turno di mostrare la pedina che intanto si faceva ruotare tra le dita della mano destra al di sotto del mantello. Giunto il suo turno avanzò sino dinnanzi al consigliere dive con un rapido gesto di mano fece "magicamente" [Abilità] apparire la pedina dalle sue dita prima di depositarla con un lento gesto nella mano del consigliere. Certo era una "prodezza" inutile in quel frangente, tuttavia lo fece per far capire agli altri che non scherzava e che anche lui sapeva il fatto suo nonostante il grado atipico per partecipare ad una missione di rango così alto.
    Analizzati con attenzione i vari pezzi in mano agli shinobi e verificato che tutti corrispondevano a quelli consegnati, il generale riprese esponendo nel dettaglio la sua strategia per cogliere gli abomini di sorpresa, oltre che per infiltrare il gruppo di ninja sull'isola senza destare sospetti.

    Atasuke meditò bene sulle parole del generale lasciando così prima spazio agli altri per esporre i loro dubbi e le loro perplessità, poi, una volta udita una voce familiare che tanto gli ricordava quella di Alexander, Atasuke prese parola a sua volta rispondendo prima ad uno dei compagni e passando alle sue osservazioni poi, ma mantenendo sempre un tono calmo e pacato, oltre che un timbro vocale differente dal suo solito, prendendo quello di un uomo adulto dalla voce roca e rude.
    [Abilità]

    «In primo luogo condivido l'opinione del primo collega... Non mi piace troppo l'idea di avere le mie armi stipate in un rotolo da richiamo e soprattutto non mi è chiaro come invece recupereremo le armi sull'isola, ovvero sul come i rotoli verranno portati la e dove potremo ritrovarli una volta sbarcati... Se fosse possibile preferirei tenermi le mie armi addosso, ovviamente celate, ma più a portata di mano, sempre che non sappiate rispondere con precisione soddisfacente al meccanismo di "recupero" delle armi...»


    Prese una pausa voltandosi verso il terzo dei compagni, ovvero colui che aveva esposto un piano alternativo.

    «Personalmente mi piace la tua idea di tatuare direttamente i richiami su di noi, almeno in questo caso le armi sarebbero più a portata... Tuttavia sulla tua strategia, posso affermare con certezza che non funzionerebbe... prima di arrivare qui ho fatto delle ricerche in merito e non basta così poco per prendere il posto di quelle creature, si accorgerebbero della sostituzione in pochissimo tempo, ma non è questo il luogo per discutere... Come il Daimyo ed il generale hanno detto ed il collega qui vicino ha ribadito, dobbiamo mantenere una segretezza più che totale almeno finchè non partirà la missione... Comprendo e condivido il fatto che chiunque potrebbe essersi infiltrato e sarà cosa più che giusta rivelare le nostre identità, ma non qui e soprattutto non ora. Pazienta finchè non sarà il momento, ovvero quando saremo solo noi al di fuori di questo consiglio...»


    Si rivolse poi al figuro che aveva individuato come Alexander o perlomeno credeva tale persona.

    «inoltre condivido appieno la tua decisione di seguire il piano del generale, almeno come prima fase di infiltrazione è la migliore delle soluzioni dato che ci eviterebbe casini aggiuntivi, soprattutto trovo ben difficile che un carcerato, condannato a morte, sia disposto a seguire gli ordini con pesante rischio di morte di qualcuno ingaggiato dal Daimyo che lo ha condannato sotto il suo dominio, è bensì più facile che ci venda agli abomini in cambio di un salvacondotto o chissà che altro vantaggio»


    Tornò quindi a guardare il generale èper esporre invece le sue dirette perplessità e le sue opinioni.

    «Tirando quindi lse somme, io proporrei piuttosto di modificare il sistema con cui trasportare le armi, lasciando la libertà a chi vuole di portare con se almeno le armi più piccole a condizione che sia in grado di celarle adeguatamente per evitare di essere scoperto, poi è più che accettabile stipare le armi più grosse in dei rotoli da richiamo, certamente più semplici da trasportare e da nascondere... Inoltre credo che se ci faremo catturare le guardie scelte per farci infiltrare siano informate della nostra presenza e ci lasceranno sbarcare senza fare troppi controlli per privarci di rotoli o piccole armi in generale, no? Di per se per evitare grane, quelle guardie, terminato il loro compito, potrebbero semplicemente fare ritorno qui in modo da tenersi ben lontane dalla possibilità di farci saltare la copertura in caso venissero catturate ed interrogate. In questo modo si risolverebbe il problema delle armi semplicemente, anche perchè credo che almeno una persona informata tra coloro che ci scorteranno ci sarà di certo, altrimenti non vedo come possiate far arrivare le armi senza che vengano intercettae prima...»


    Tornò quindi in silenzio attendendo eventuali repliche e squadrando uno ad uno i vari presenti.
    Ovviamente, per tutta quella discussione stette in allerta con il suo udito a captare eventuali discorsi o rumori insoliti che potevano in qualche modo compromettere l'esito di quella riunione o anche solo portare problemi alla successiva esecuzione della missione stessa.
    [Abilità]
     
    .
  7. Alkaid69
        Like  
     
    .

    User deleted



    Le Conseguenze della Catastrofe II



    Fu facile vedere l'irritazione crescere sul volto del Generale Hao quando dovette ascoltare quel gruppo di arroganti shinobi che cercava di disfare il piano; un piano che aveva necessitato di settimane di attenta preparazione congiunta fra il paese del tè e l'accademia prima di essere messo in moto.
    Il primo shinobi che prese parola avviò una serie di lamentele di quelli che parlarono dopo di lui; i suoi dubbi riguardavano la modalità di trasferimento del materiale bellico. A riguardo il generale lasciò che fosse il consigliere a chiarire; forse pensava che per rispondere a degli interlocutori così arroganti si necessitasse di un oratore altrettanto arrogante.
    « I rotoli » cominciò il consigliere « Vi saranno ovviamente disegnati addosso... » parlò scandendo bene ogni parola, soprattutto l'ovviamente': era chiaro che considerasse quei mercenari al di sotto di sé. « E' stato appurato che gli abomini non lasciano che i loro prigionieri portino alcun loro possedimento sull'isola. Pertanto... sarò io stesso ad occuparmi del processo di richiamo in modo che la vostra copertura non sia preventivamente compromessa... »
    Poco dopo il generale riprese parola: « Il vostro collega che è restato in disparte vicino alla colonna ha ragione, è nostro desiderio che voi possiate rimanere in incognito il più a lungo possibile. Per assicurare ciò sono state spese risorse e uomini, come ho già sottolineato in precedenza. La mancanza di rispetto non sarà tollerata in tal senso. I miei uomini hanno dato la vita per dare a voi una possibilità e preferirei che non sia sprecata da qualche piano buttato giù frettolosamente » il suo sguardo inevitabilmente cadde sul secondo ninja che aveva parlato, poiché a lui era diretta la sua frase. « Ovviamente una volta che sarete rinchiusi in una delle case di Karakura in quanto prigionieri avrete tutto il tempo di smascherarvi e decidere il da farsi. A quel punto tutto sarà nelle vostre mani... » disse gravemente il generale.
    Fu soltanto quando l'ultimo degli shinobi parlò, che il generale sembrò molto confuso. Si prese alcuni istanti per riprendere la parola: « Non sono sicuro di cosa stia parlando, ma tenterò comunque di spiegarmi meglio... tutte le guardie che sono a Karakura verranno ovviamente fatte ritirare una volta che voi sarete sul posto. Nessuno saprà del vostro coinvolgimento, nessuno vi controllerà prima di entrare a Karakura. Quando gli abomini assaliranno il villaggio non siamo sicuri di ciò che farebbero di voi se scoprissero che siete shinobi, come alcuni dei suoi compagni hanno già sottolineato. Non c'è alcun nostro infiltrato tra gli abomini, ovviamente, sarebbe impensabile. Forse l'accademia non l'ha informata bene, ma questi sono umanoidi pesantemente deformati con una loro gerarchia, una loro contorta idealogia e non sappiamo assolutamente cosa venga insegnato loro su quell'isola. Far infiltrare alcuni dei nostri uomini fra di loro sarebbe impossibile e indubbiamente un suicidio. Quindi no, non vi sono aiuti esterni una volta che sarete catturati, se è questo che intendeva. »
    Terminò il suo discorso con un ultimo dettaglio che si accorse di aver tralasciato: « Non sappiamo esattamente quando il nemico tenterà l'assalto del villaggio, quindi sul posto sono già stati preparati viveri a sufficienza per poter sopravvivere anche una settimana in cinque o sei persone. Per il resto ancora una volta confidiamo in voi e nelle vostre capacità. » anche se quella volta il suo tono sembrò molto più scettico e preoccupato di quanto non lo fosse sembrato qualche minuto prima.

    Una volta che non ci fossero state più domande i ninja avrebbero avuto la possibilità di rivolgersi al consigliere per stipare le loro armi in alcuni rotoli; tali rotoli sarebbero poi stati tatuati su una qualunque parte del corpo che loro avessero scelto.
    Il consigliere spiegò a ciascuno che, in base alla quantità di materiale stipato, non avrebbero dovuto fare altro che toccare e irrorare di chakra il tatuaggio per recuperare l'equipaggiamento. Una volta svuotato completamente il rotolo, questo sarebbe scomparso.
    Passarono alcune ore prima che tutti fossero pronti, poi il damiyo diede ad alcune guardie l'ordine di scortare i ninja a Karakura come prigionieri.
    Uscirono dal palazzo muovendosi verso sud, ed entro circa quattro ore raggiunsero Karakura. Era notte fonda.





    Il villaggio di Karakura si estendeva lungo una bassa vallata circondata quasi interamente da montagne; le case erano disposte a file parallele lungo delle linee che percorrevano la collina, dai cancelli d'entrata al grande tempio che dall'alto guardava l'intera area.
    Le case erano più che altro catapecchie, ma alcune sembravano essere state rinforzate di recente con legno e ferro messi un po' a casaccio.
    Il silenzio regnava quella notte a Karakura: era un vero villaggio fantasma.
    Da dietro le finestre barrate di alcune case i ninja avrebbero potuto sentire la presenza di vili occhi intenti a squadrare i nuovi arrivati.
    Furono scortati bruscamente fino alle porte di una delle case più grandi del villaggio per poi essere rozzamente sbattuti dentro (doveva pur sempre sembrare che fossero normali detenuti); poco dopo la chiusura della porta quella fu sbarrata.
    La casa era a due piani: al piano di sotto c'erano la cucina, il salotto, un ripostiglio e un piccolo bagno. Mentre al piano di sopra due stanze con in tutto sei letti e un altro bagno.
    Il ripostiglio sembrava avere tutto quello di cui necessitavano: provviste, indumenti e lenzuola. D'altronde non sapevano quando esattamente l'attacco sarebbe avvenuto; si poteva trattare di ore o forse giorni, quindi avrebbero dovuto abituarsi all'idea di restare a stretto contatto per un periodo di tempo più o meno lungo. Questo dava loro però anche la possibilità di discutere fra loro in qualunque maniera ritenessero necessaria.


    [...]



    Quasi 24 ore dopo il loro arrivo a Karakura una fragorosa esplosione nel cuore della notte avrebbe comunicato agli shinobi che l'attacco degli abomini era finalmente cominciato.
    L'attacco sembrava essere partito da più punti del villaggio contemporaneamente, e fu immediatamente chiaro che il numero di invasori raggiungeva la trentina se non di più di elementi. Poco dopo l'esplosione, le urla terrorizzate dei detenuti riempirono quel silenzio che ormai caratterizzava così tanto quel villaggio.
    Gli abomini entravano nelle case distruggendo le loro deboli protezioni e catturavano o uccidevano gli inquilini in maniera apparentemente arbitraria.
    I ninja sarebbero potuti uscire sfondando porte o finestre sbarrate oppure restare all'interno aspettando che gli abomini raggiungessero loro, il risultato però non sarebbe cambiato: con delle grosse reti, sei abomini avrebbero tentato di impedire i loro movimenti e catturarli come stavano facendo con il resto dei detenuti, anche a due a due, se fossero stati abbastanza vicini. [Velocità 400]
    Subito si sarebbero accorti che quelle non erano reti normali: erano parecchio resistenti e su di esse sembrava essere stato applicato una specie di veleno debilitante capace di intorpidire i muscoli delle vittime e paralizzarli entro una manciata di secondi [Entro un turno si perde sensibilità agli arti, entro due turni si resta paralizzati. L'effetto dura alcune ore.]

    La missione era ufficialmente cominciata.



    Edited by Alkaid69 - 19/11/2012, 01:02
     
    .
  8. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Incomprensioni~


    Le loro "lamentele" non parvero piacere al duo composto dal generale e dal consigliere. Il consigliere, in particolare, parve ritenersi offeso dalle loro parole, quasi come se si considerasse fin superiore a loro a tal punto da potersi permettere un tale tono saccente.
    Atasuke tacque a quelle parole, tuttavia si permise di squadrare attentamente l'uomo con uno sguardo malvagio, sguardo che egli non avrebbe potuto vedere, ma di erto poteva percepire l'istinto poco amichevole di Atasuke nei suoi confronti. Non era una minaccia, bensì un avvertimento atto a consigliare il consigliere nel non essere lui stesso frettoloso nel suo giudicare e nel suo imporsi.

    °Ovviamente, tu dici... sfortunatamente non è così ovvio che una persona non ninja conosca la tecnica dell'evocazione... io stesso non ho l'abitudine di usarla e non sono neppure certo di sapere come si faccia, altro che prendere per buono che i sigilli venissero tracciati sul corpo come tatuaggi anzichè su dei rotoli da richiamo... Comunque, se è questo l'uomo con cui hanno avuto le trattative quelli dell'accademia, non mi stupisce che abbiano perso giorni e giorni di trattative, ma altresì mi stupisce che non lo abbiano impalato dopo una serie di queste sue uscite saccenti...°


    Seguirono poi alcune riflessioni del generale, ed una in particolare fu riferita a lui ed alla sua leggera incomprensione logistica.
    Atasuke ascoltò con attenzione, vedendo che entrambi in effetti si erano espressi male, o comunque ne l'uno ne l'altro aveva capito al volo le parole dell'altro, tuttavia, dopo quella breve spiegazione, Atasuke si riebbe e comprese che cosa non aveva colto poco prima.

    «Generale... lei si è spiegato perfettamente, tuttavia era un'altro il punto che non avevo compreso pocanzi, tuttavia, grazie alle sue parole ho compreso ciò che non mi quadrava... Non conoscendo la geografia di questi territori ne la vostra abilità tattica, avevo erroneamente immaginato che il vostro piano si fermasse alla nostra "cattura" assieme ai carcerati nel villaggio di Karakura, mentre invece voi eravate ben oltre, fino alla "cattura" da parte degli abomini stessi. Chiedo venia per l'errore. Non volevo essere scortese, ne sottostimare le vostre capacità tattiche, che a questo punto si dimostrano fin oltre ciò che avevo già preventivato al mio arrivo»


    Si permise un lieve inchino rispettosto verso il generale e poi si rimise in attesa di nuove indicazioni, domande o quant'altro.

    [...]


    Quando fu il suo turno, Atasuke presentò il suo equipaggiamento che voleva essere stipato nei tatuaggi. In particolare per prima cosa fece inserire i vari esplosivi, successivamente la wakizashi ed il tanto e per ultimi i kunai ed i kit. Le armi le avrebbe fatte tatuare sul petto, in modo da essere facile la loro estrazione in combattimento, gli esplosivi invece direttamente nel palmo desto, in modo che potesse estrarli, specialmente il fumogeno, al momento stesso dell'utilizzo nella mano. Sulla schiena invece avrebbe fatto tatuare i due kit, in modo che potesse estrarli solo al momento in cui fossero serviti senza il richio di evocarli per errore durante un combattimento Gli il mantello e le protezioni, ad eccezione della maschera, li fece poi inserire sulla spalla destra da cui li avrebbe poi estratti senza problemi sull'isola. Lasciò quindi fuori solo gli abiti indossati e la maschera che stette ben attento a non togliere fino al momento giusto, ovvero al momento della prima reclusione. Mentre le armi e gli equipaggiamenti venivano stipati ad uno a du uno, ripensava a quello che avrebbero fatto per infiltrarsi tra le creature. Gli pareva quasi strano quanto spesso venisse utilizzata la strategia di farsi volontariamente catturare per infiltrarsi e minare il tutto dall'interno e quasi era stupito di quante volte già lo aveva dovuto fare, ma ancor più a stento evitò di sogghignare al pensiero che tutte le volte quella strategia perava funzionare alla perfezione.
    Terminata quindi la procedura di sigillazione, Atasuke si allontanò dal consigliere riprendendo posto assieme agli altri nell'attesa che tutti fossero finalmente pronti a dare il via alla missione e nell'attesa che le guardie giungessero per scortarli fino al villaggio di Karakura dove avrebbero quindi passato le successive ore...

    [...]

    ~Marcia ed incarcerazione volontaria~


    Erano infine giunti sul luogo. La notte era ormai calata da diversi minuti, se non forse ore. Il team era stato condotto incolonnato al pari di un qualsiasi gruppo di carcerati e scortati dalle guardie armate fino ai denti.
    Tutti vennero violentemente sbattuti all'interno della casa/cella al pari di un qualsivoglia condannato. Dal canto suo Atasuke, che era perfettamente in grado di resistere a tali azioni, non si oppose, simulando altresì con maestria di subire particolarmente il colpo, fingendo di trovarsi ad un passo dalla caduta a causa della spinta.

    «Hey! ... vacci piano, cane dell'esercito!»


    Inveì Atasuke contro la sua guardia per rendere il tutto ancora più naturale e credibile. In fondo non aveva nulla contro quella guardia, ma allo stesso modo non vedeva perchè mai avrebbe dovuto risparmiarsi la scenetta utile a rendere l'illusione ben più veritiera. [Abilità]
    Quando tutti vennero infine sbarrati all'interno della casa, Atasuke guardò bene al di fuori della casa, notando con non poco disgusto che i vari vicini sembravano fissarli dalle loro case con sguardi ben poco amichevoli.

    °Direi che si può considerare una prova in più del fatto che questi topi di fogna di certo non ci avrebbero aiutato contro gli abomini... Sempre che in qualche modo costoro fossero di qualche aiuto in un combattimento del livello pari a quelle bestie°


    Si allontanò quindi dalle finestre, iniziando ad esplorare l'edificio con minuzia, trovando i vari letti, le provviste e quant'altro era stato alsciato loro da parte del generale e dei suoi uomini. Era chiaro che per quanto avessero previsto l'obbiettivo non sapevano quando gli abomini avrebbero attaccato e forse neppure le modalità dell'attacco. Modalità che in parte Atasuke ricordava bene dai racconti raccolti in passato nella sua precedente esperienza contro quei nemici...

    [...]


    Terminata la ricognizione e preso possesso di una delle brande del piano superiore, Atasuke scese nuovamente al piano inferiore, o comunque verso il resto del team, cercando di raggiungere la maggior parte di persone contemporaneamente.

    «Se non vi spiace, io approfitterei di questo momento per fare una breve ma di certo utile riunione ed un leggero briefing aggiuntivo su quello che stiamo per affrontare... A voi decidere in che luogo della casa disquisire, ma di certo consiglierei qualche luogo appartato... Non vorrei che qualcuno del vicinato si prendesse la libertà di farsi i fatti nostri e magari farci saltare la copertura una volta catturato...»


    Attese quindi una scelta comune per poi dirigersi con tutto il gruppo nel luogo designato, dove riprese quindi a parlare.

    «Dato che ritengo sia utile a questo punto fare le dovute presentazioni, io sono Atasuke Uchiha, Genin di Konoha ed esperto sugli abomini... son lieto di fare la vostra conoscenza, spero riusciremo a lavorare bene insieme...»


    Una breve pausa, lungo la quale rimosse quindi la propria maschera mostrando il proprio volto ai colleghi, dando così loro tempo per assmiliare quello che aveva detto sugli abomini prima di riprendere il suo discorso.

    «Comprendo bene lo stupore di alcuni nel sapere che in una missione di rischio così elevato ci sia anche un genin... Io stesso quasi stento a crederlo, tuttavia è così. Se vi chiedete il perchè... beh, come ho detto prima, sono tra di voi quello che probabilmente conosce meglio questi abomini... se vi chiedete come faccio ad avere tale esperienza, beh... io sono l'unico ad essere tornato con le sue gambe da quella missione... Assieme a me è tornato, o meglio, mi sono trascinato il kiriano che ho lasciato al suo villaggio natale, mentre gli altri due del team, ovvero Sasori e Danzou Uchiha sono stati catturati e probabilmente ora sono ancora nelle mani degli abomini, sempre che siano sopravvissuti così a lungo...»


    Un'altra breve pausa per prendere fiato prima di esporre ciò che sapeva degli abomini.

    «Quindi... prima di passare ad altro esponendo un qualche piano, se siete d'accordo, vi renderei partecipi di quello che so su queste creature... Per prima cosa fondamentalmente sono degli esseri umani mutati, o perlomeno degli umanoidi. Questa mutazione colpisce anche gli animali in qualche modo, ma per ora ho visto che tutti gli animali affetti sono morti, segno che forse per poter attechire, questa mutazione ha bisogno di corpi ospitanti abbastanza forti... Questi abomini si dividono quindi in classi... Le truppaglie sono chiamati "Inferiori", generalmente hanno delle abilità di mutazione molto limitate, inoltre hanno un fisico quasi completamente mutato e raramente parlano un linguaggio umano, a livello di combattimento sono più o meno paragonabili a degli studenti, anche se fisicamente più prestanti... Saledo di gerarchia le mutazioni diventano sempre meno evidenti... subito sopra agli inferiori abbiamo gli Shinosha, a livello di combattimento si potrebbero considerare al pari di un genin o poco più. In loro la mutazione è meno evidente ed hanno delle buone capacità di controllo della mutazione... Al comando ci sono poi generalmente gli shuui, paragonabili a dei chuunin... In loro la mutazione è poco evidente, se non per piccoli dettagli o al più un'arto deformato... hanno ottime doti di mutazione, dato che sanno trasmutare i loro arti in armi o scudi a loro piacimento, inoltre nell'unico caso contro cui mi son trovato a combattere era anche in grado di percepire il chakra degli altri, quindi nulla vieta che non sia molto differente da un normale shinobi... In cima ci sono infine i Komon che grazie a dio non ho ancora avuto il dispiacere di incontrare, i quali credo siano quindi al pari di un jonin... Per quanto riguarda loro immagino che la mutazione non sia neppure più visibile, quindi direi di stare particolarmente attenti su questo punto...»


    Un'ultima boccata d'aria prima di riprendere il discorso che ormai volgeva alla fine.

    «Infine... per quanto riguarda gli obbiettivi di questi abomini, so per certo che sono ossessionati da noi ninja... pare vogiano studiarci. Da quel che so i Komon sono intenzionati a catturarci vivi ed a studiarci, anche se lo Shuui contro cui mi battei era invece molto intenzionato a distruggere noi e le nostre arti magiche oltre che a dominare il mondo... Inoltre da quel che ho capito queste creature funzionano come un'unica grande colonia, paragonabile alle formiche e non mi stupirebbe che in un qualche modo ci sia una sorta di connessione diretta tra un comandante ed i suoi sottoposti... Certo è che in uno scontro diretto non bisogna abbassare la guardia... Queste creature, o almeno dalgli Shuui in su sono in grado di mutare pericolosamente il loro corpo, in particolare anche creando delle sorte di "vermi" dotati di fauci dal loro corpo come "prolunghe" o proprio come creature aggressive asestanti particolarmente tenaci nei loro attacchi»


    Terminato il suo lungo monologo Atasuke attese quindi le altre presentazioni e le lecite domande degli altri, sempre che ve ne fossero state...
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,980
    Reputation
    +682

    Status
    Offline

    Posizioni e pareri






    L’idea del Colosso parve non piacere a tanti, anzi, pareva che qualcosa nella sua disarmante violenza non quadrasse ai futuri compagni di squadra, preferivano essere prigionieri.

    Accidenti, guarda te che gruppo di mezzeseghe.

    Si sarebbe dato una pacca sulla fronte per poi sfregarla, se non avesse trovato la maschera al suo posto, tuttavia, uno dei partecipanti si fece subito riconoscere per l’imbecille che era: l’intelligenza disarmante del catarattico Hyuga era riuscito a mettergli i bastoni tra le ruote, avrebbe seguito in silenzio le parole di tutti i presenti, senza mostrare disagio o emozioni di sorta, compito in cui la maschera lo aiutava, non gli importava troppo se il suo piano non fosse stato accettato, dopotutto lui si era limitato a proporlo, tuttavia, al termine della discussione non potè non levarsi un piacere.
    Scattò in piedi, forse troppo rapidamente per i presenti e tolta la maschera la lanciò con violenza in direzione di Alexander, non proprio verso di lui, per la precisione una trentina di centimetri a destra della sua testa, nell’intento di farla conficcare nel muro senza ledere il futuro compagno. Il volto che si sarebbe palesato ai presenti però non sarebbe stato quello di un uomo, o quello di Raizen come lo Hyuga poteva immaginarsi, bensì era molto più simile ad una maschera da teatro tragica, anche se le fattezze erano quelle di un normale volto distorto da chissà cosa. Una visione non troppo piacevole visto che pareva un normale volto sciolto dal calore e rimodellato come se fosse di cera. Il Colosso aveva impiegato non poco tempo ad elaborare quella visione distraendosi così dagli sproloqui dei due compagni che dopo di lui avevano parlato, e il risultato era eccellente visto che lui stesso non si riconosceva così deformato.


    Ohohoh! Faresti meglio a sciacquarti la bocca cataratta san! Non tutti i ninja possono vantarsi di essere delle nullità sconosciute come te

    Disse prima di dissolversi in una nube di fumo lasciando il posto al vero Raizen che qualche secondo dopo sarebbe entrato dalla porta, serafico e tranquillo ancora munito di maschera.

    Direi che se abbiamo smesso di fare salotto si può partire, no?
    Riguardo le mie proposte, beh, pace direi, son state rifiutate.


    Interloquì, mentre, come a volerlo sbeffeggiare, si poggiò sullo stipite della porta assumendo la stessa identica posizione di Alexander. Gli avrebbe sorriso nella sua solita maniera, ma purtroppo aveva la maschera indosso e non poteva fare troppo, per cui in caso qualcuno avesse dovuto parlare si sarebbe limitato ad entrare nella stanza ed a chiudere la porta alle sue spalle.

    […]



    Durante i preparativi per la partenza fece stipare tutti i suoi oggetti in due grossi tatuaggi sulle braccia, dividendoli per categorie, in modo da poter estrarre quando voleva gli oggetti che gli erano necessari e non tutti in un botto, avrebbe avuto meno impicci, senza contare che le due braccia tatuate a quel modo gli piacevano. Ad opera conclusa guardò compiaciuto il risultato dicendosi che magari una cosa simile sarebbe stata gradevole anche in via definitiva.


    Bravo scavezzacollo, davvero un bel lavoro.

    Disse mentre si rivestiva, pronto a vestire i panni del carcerato. Una cosa era certa, tra tutti il Colosso era quello che meno aveva bisogno del trucco per rivestire il ruolo del carcerato.
    Il viaggio verso il villaggio non fu piacevole, viaggiare da carcerati non lo è mai, tuttavia una volta giunti sul luogo la casa si dimostrò abbastanza confortevole, quantomeno per gli standard di Raizen ormai avvezzo a ruderi e simili. Presto i compagni di squadra mostrarono i propri volti: due sunesi, due konohaniani, quasi un team equilibrato da un certo punto di vista.
    Se ame si fosse mostrata per la donna che era il Colosso avrebbe commentato con una risatina.


    Ah! Una donna e chi se lo sarebbe aspettato! Sembrerebbe quasi che stiano allestendo il tutto per un pessimo porno di serie B

    Ridacchiò nuovamente, in realtà non era così enormemente maschilista, ma vista la situazione paradossale si concesse di sdrammatizzare, dopotutto gli avevano buttati a combattere nel focolaio di chissà quale misteriosa malattia, sarebbero potuti morire anche di li ad un ora.

    Comunque io sono Raizen Ikigami, piacere vostro, anche se non ci conto mai troppo.

    Disse in tono scherzoso.

    Direi che il secondo piano è il migliore, distante dalla strada e dai tetti ed abbastanza insonorizzato, o quantomeno, più degli altri piani, ma non credo sarà necessario mettere i materassi alle finestre, da ciò che ho visto i carcerati dentro alle case puntano a restarci rinchiusi il più possibile.

    Dopo di che lasciò la parola al giovane Uchiha ascoltandolo senza interromperlo.

    Mh, esperto in abomini, meno in battaglia e abbastanza fortunato in soldoni.
    Non dico che un genin in questo genere di missioni mi piaccia, ad essere sincero non mi stanno troppo simpatici neanche i novelli chunin. Ma se non si fa non si impara. Cerca solo di essere meno fortunato e di fare in modo che più delle tue gambe rientri a casa, io pregherò per vedere qualche Komon invece.


    Interloquì, senza dare al breve discorso note conclusive, ma dando all'ultima parte quella nota di sfrenata e maniacale curiosità che nelle persone del tutto assennate era difficile sentire.

    Pare che a nessuno sia piaciuta l’idea di infiltrarci tra gli abomini come abomini, per cui direi che è bruciata e facciamo tutti i prigionieri.
    Mi premeva puntualizzare una cose però, il piccolo esperto qui è il sapientone del gruppo, potrebbe essere una buona base per qualsiasi buona strategia fondata sulla conoscenza del nemico, sarebbe meglio che non scenda mai in prima linea diretta, quindi, se possibile è da difendere.
    Per il resto non sappiamo ancora un fico secco, è inutile pianificare sino a quando non saremmo dentro al loro campo base. Però se qualcuno sapesse comunicare col chakra potrebbe rivelarsi utile più in la.
    Per cui per il momento non proporrei nessun piano d’azione, sperando che da prigionieri non decidano di studiarci prima del previsto, non vorrei fare la fine del rospo.


    Concluse storcendo un po’ la bocca, e lasciando che qualcun altro prendesse la parola.
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,182
    Reputation
    +177

    Status
    Offline

    B Rank Quest
    Preludio all'attacco
    Karakura, Paese del Tè



    Le domande del chunin innescarono una serie di reazioni negli altri presenti alla discussione, nonostante non fosse sua intenzione. I suoi dubbi miravano veramente a capire come si dovesse gestire il sistema di trasporto delle armi, giacchè non era stato specificato, e non certo a muovere critiche. Al contrario, almeno un'altra persona attaccò pesantemente la strategia formulata da Hao, ed un'altra chiese di modificare la maniera con la quale trasportare i rotoli. Un terzo ninja, invece, ripose prontamente di essere a favore del piano del generale, mentre un altro rimase in silenzio. Per quello che riguardava Hohenheim, anche lui pensava che il piano dello shinobi che aveva parlato subito dopo di lui era avventato e avrebbe potuto portare pochi benefici. Inoltre, sembrava essere una tesa calda, comunque un soggetto abbastanza pericoloso all'interno della missione. Il bambino sperava che tutta quell'energia l'avrebbe mostrata anche contro i nemici. Il compagno che gli fece la migliore impressione fu quello che, durante il meeting, si era messo a fumare: sembrava parlare con raziocinio ed anche una certa esperienza. Sfortunatamente, sembrava che tra le due persone che maggiormente lo avevano colpito non corresse buon sangue (il che implicitamente voleva dire che si conoscevano).

    Ad ogni modo, le chiacchiere dei presenti innervosirono non poco il generale e l'odioso consigliere. Nonostante ciò, essi risposero in maniera soddisfacente ai dubbi del bambino. A quanto pareva c'era un sistema per disegnare i rotoli sul corpo delle persone, probabilmente sfruttando un qualche tipo di fuinjutsu. Hohenheim era quasi completamente digiuno di queste arti, per cui non era a conoscenza di questa possibilità: ora che lo sapeva, per lui il piano era perfetto! Perciò disse:

    “ Mi spiace che dalle mie parole sia trasparita un'arroganza che non mi appartiene. Chiariti i miei dubbi, il piano per me va bene. Del resto il doversi far carico di una dose di rischio, fa parte del gioco.”



    E questo era quello che aveva da dire sulla faccenda. Del resto, da quelle prime battute iniziali, aveva già inteso che, alla fine, il piano sarebbe stato quello proposto dal generale, il quale senza dubbio conosceva meglio la situazione e aveva ragionato e pianificato attentamente il da farsi. Se quindi nessuno avesse avuto nulla da aggiungere, il chunin sarebbe poi andato dal consigliere per farsi tatuare addosso il suo equipaggiamento. Nei sigilli avrebbe messo tutto: le sacche di argilla, le protezioni, i tonici, il D-visor e così via. L'unica cosa che avrebbe tenuto con se era una minima quantità di argilla [5 slot dimensionali], che avrebbe fagocitato e conservato all'interno delle due bocche che aveva posizionate sui palmi, e che funzionavano come bocche normali.

    […]



    Una volta che tutti i ninja ebbero completato quel piccolo rituale, il Damiyo diede l'ordine di scortarli a Karakura come fossero dei prigionieri. Il chunin, che ora si ritrovava con un bel sigillo dietro l'orecchio sinistro, per metà nascosto dall'orecchio stesso, l'altra metà nascosta dai capelli, iniziò quindi la marcia verso la fantomatica Karakura. Durante il viaggio non disse nulla, se non interpellato.

    Karakura sorgeva su una vallata circondata da montagne. Era un villaggio povero, fatto per lo più da baracche, qualcuna rinforzata recentemente per via degli avvenimenti che stavano flagellando quelle terre. Quando raggiunsero la casa che li avrebbe ospitati, era notte fonda. Passando tra le strade del paesino, il chunin percepì la presenza di persone che li scrutavano dalle abitazione: ovviamente erano i detenuti. Le guardie che viaggiavano con loro li condussero fino alla porta, quindi li spinsero rudemente all'interno:

    “ E con questo la sceneggiata è conclusa”



    L'abitazione aveva due piani ed era completamente accessoriata/ fornita di tutto quello che serviva per potervi resistere svariato tempo.

    Vennero lasciati soli. Ad Hohenheim non era piaciuto come la faccenda era stata gestita. Il ninja che aveva parlato dopo di lui aveva idee strane in testa, ma aveva ragione nel dire che la squadra doveva conoscere la squadra. Di fatti, in quel momento il bambino sentiva che i membri del team non erano uniti come avrebbero dovuto, proprio per via della, se possiamo dire in questa maniera, prima impressione, oltre che per dissapori pregressi tra alcuni componenti del gruppo. Certo si erano tolti da un po' la maschera (entrare con quella all'interno del villaggio avrebbe fatto insospettire i detenuti), ma le cose non erano migliorate. Fu per questo, per il bene della squadra e della missione, che il bambino decise di prendere la parola. Chissà come avrebbero reagito i ninja, vedendo quel bambino di 10 anni! Tuttavia avrebbero fatto bene a non sottovalutare colui che avevano di fronte. Lui era Hohenheim, artista dell'argilla esplosiva, chunin e guardiano di Suna, membro delle squadre speciali della Sabbia, i Sand Scorpion, nonché possessore di uno degli inestimabili Kiseki. Inoltre, se avevano visto quello che era successo all'Accademia, certamente non avrebbero sottostimato la sua potenza di fuoco!!

    Non si presentò, ovviamente, in questa maniera: sia perchè era un tipo fondamentalmente modesto, ma anche perchè non riteneva necessario sottolineare così precocemente le sue abilità. Si rivolse al ninja, che per statura, riconobbe essere quello che aveva parlato dopo di lui:

    “ Nemmeno a me piacevano tanto quelle maschere!”



    Rivolgendosi quindi a tutto il gruppo avrebbe aggiunto:

    “ Io sono Hohenheim, chunin di Suna.”



    Dopo di lui parlò un ninja chiamato Atasuke. Lui era l'unico che era tornato sulle due gambe dalla missione precedente! Un semplice genin, il quale evidente doveva avere qualcosa di speciale per essere arrivato vivo fino a quel momento. Hohenheim pensava che il grado non fosse necessariamente sinonimo di esperienza, e tuttavia sperava che il foglioso non fosse semplicemente un tipo da difendere. Se c'era una cosa certa, era che aveva delle informazioni di prim'ordine. In breve vennero ragguagliati sulle capacità sommarie del gruppo avversario, nonché dell'organizzazione in seno ai nemici. Questo era molto utile: in particolar modo, il chunin trovò particolarmente illuminante il sapere che un'apparenza mostruosa non era l'unica veste che quelle creature potevano assumere. Aveva inoltre una domanda:

    “ Qual è la possibilità che in questo attacco compaiano anche gli avversari di alto grado?”



    Intervenne anche il ninja chiamato Raizen, la testa calda, se vogliamo. Eccetto il modo di parlare un po' diretto e scortese, il chunin non ebbe nulla da commentare sulle sue parole. Invece disse:

    “Hao dice che con questo trucchetto riusciremo ad arrivare all'interno delle fila nemiche, ed io gli credo. Tuttavia, da lì in avanti potremo solo contare l'uno sugli altri. Onestamente ho visto che ci sono già degli attriti tra qualche componente del gruppo. Mi sembra scontato dire che queste divergenze non dovranno aver posto in questa missione”



    Si fermò un attimo su quelle parole, in maniera che tutti capissero l'importanza che lui attribuiva al fatto di fare gruppo.

    Per quanto riguardava l'organizzazione del team, Hohenheim preferiva la classica struttura verticale, ma le missioni che aveva affrontato gli avevano insegnato che difficilmente le persone accettavano quel tipo di gerarchia. Per cui lui avrebbe appoggiato qualsiasi jonin di fosse proposto come capogruppo, in alternativa si sarebbe proposto lui stesso come capitano. Se invece la maggioranza voleva agire con un'organizzazione orizzontale delle responsabilità e del comando, avrebbe accettato questa disposizione senza problemi. Se interpellato circa le sue abilità, il chunin avrebbe detto:

    “ Il mio campo di competenza è il combattimento su lunga e lunghissima distanza. Se avete necessità di creare un diversivo con i fiocchi, oppure dovete radere al suolo una qualsiasi struttura verticale, oppure si tratta di abbattere un gran numero di avversari potete rivolgervi a me. Posso fornire trasporti di mezzi e persone, sebbene in maniera limitata, e credo di poter lavorare bene nelle infiltrazioni e nelle ricognizioni."

     
    .
  11. Alexander Hima
        Like  
     
    .

    User deleted




    Chapter 01


    Chiacchiere Da Poco Conto



    A
    tasuke aveva sbagliato in buona fede, non era da tutti infatti riuscire a comprendere bene il piano per com'era stato esposto, altro esempio infatti era stato Raizen che non aveva compreso la necessità delle maschere in quel primo luogo, oltre a non aver compreso il motivo per cui quel piano era il migliore rispetto a quello che proponeva lui. Successivamente ci fu il solito teatrino del ninja, o per meglio dire della sua copia, una scena che forse aveva come suo obbiettivo quello di spaventare, o quantomeno stranire i presenti.§Ottimo, l'accademia ha problemi in ogni dove per via di quello che sta succedendo e lui con questa scenetta ci fa passare per dei completi idioti... Speravo che almeno rispondesse in modo costruttivo, questa cazzata avrebbe fatto schifo anche al più completo degli idioti.§ Anche se questi erano i pensieri del ninja l'unica cosa che manifestò fu portarsi la mano destra dinnanzi la bocca ed emettere da essa un suono che ricordava uno sbadiglio, ciò perchè non voleva rispondere a quelle provocazioni gratuite dato che lo svolgimento della missione avrebbe parlato per lui. Successivamente quando fu il suo turno di ricevere il tatuaggio disse al consigliere indicò come locazione la parte interna del braccio destro.

    S
    uccessivamente li aspettò il viaggio, un viaggio in cui dovettero far finta di essere prigionieri. Un viaggio in cui il ninja della foglia rimase in disparte, non voleva interloquire con nessuno in quella prima parte del viaggio, e non voleva rischiare di essere costretto a sventrare qualcuno per il suo modo poco consono di esporre il suo pensiero. Giunti poi a Karakura nella casa il gruppo ebbe il tempo necessario per conoscersi. Raizen fece una delle sue solite battute squallide mentre il ninja della foglia andava a salutare quello che aveva individuato come suo compare di svariate missioni. -Atasuke, sono contento di vederti....- Successivamente si spostò in modo che tutti i presenti lo vedessero e dopo essersi tolto le bende per far vedere il suo volto, ed i suoi occhi ancora irrorati di chakra, si presentò tenendo un tono di voce abbastanza basso. -Alexander Hima Hyuga, Jonin della foglia.- Aveva esposto il suo grado per via del fatto che non eravane in una repubblica in cui chiunque poteva decidere come comportarsi e quindi tutte le decisioni finali nell'ambito dell'intera durata della missione avrebbero avuto lui come vertice. Non appena tutti i suoi compagni ebbero finito di vedere il suo volto si annodò nuovamente le bende attorno al capo. Dopo le presentazioni Atasuke voleva prendere la parola ma venne celermente fatto tacere da Raizen che con le sue parole aveva spiazzato anche il jonin della foglia. Infatti il chunnin aveva, forse per la prima volta in vita sua, pensato. Tutte queste precauzioni non sembrano servire, da quando siamo arrivati sto tenendo sotto controllo la via e sembra che non vi sia nessuno interessato a quello che noi stiamo dicendo. Però fate come volete, non è una decisione di vitale importanza, bensì un suggerimento. Effettivamente stava tenendo d'occhio l'intero vicinato grazie all'ausilio dei suoi occhi già da un bel pò e parlando con un tono di voce normale avrebbero potuto conversare in qualunque punto della casa. Infine l'uchiha spiegò il perchè della sua decisione di partire per questa missione, ovvero che aveva preso parte anche a quella precedente in quei territori, oltre a spiegare tutto quello che conosceva su quelle creature e sulle due persone incarcerate. -Atasuke, comprendo quanto hai passato e queste tue informazioni potranno esserci molto utili....So anche che se sei riuscito a tornare da quel posto non è semplicemente per mera fortuna. Per quanto riguarda i tuoi compagni di clan ci inventeremo qualcosa per recuperali.-

    I
    n quell'istante il ninja che prendeva il nome di Hehenheim della sabbia aveva giustamente effettuato una domanda alla quale il ninja della foglia si sentì in obbligo di rispondere. Giustamente fai questa domanda Hohenheim della sabbia, personalmente credo che la possibilità di trovare alti gradi di comando sarà molto semplice. Infatti dall'ultima volta che il ragazzo è andato in missione è passato del tempo che i nostri avversari hanno avuto a disposizione per prepararsi al peggio. Motivo per cui dobbiamo approntare una simile sceneggiata per arrivare lì. Poi naturalmente queste sono solamente illazioni. Successivamente il ragazzo della sabbia espose alcuni suoi dubbi sulla natura del rapporto tra Alexander e Raizen che "avevano" inscenato quella pietosa scenetta lì dinnanzi al Damyo. -Non ti preoccupare, mi è indifferente...- Effettivamente quell'affermazione non era tanto sbagliata, aveva solamente ripreso un suo compagno di villaggio a lui inferiore per il modo di porsi dinnanzi alle autorità e per l'assurdità del suo piano. Naturalmente non sarebbe successo nulla se fosse stato tranquillo. Infine sempre il ninja di suna aveva esposto le sue capacità per meglio poter creare in futuro dell strategie adatte in quell'istante Alexander decise di stabilire un paio di cose. -Naturalmente non c'è bisogno d'aggiungere che non possiamo effettuare una tattica adesso per affrontare un luogo che non abbiamo ancora visto, però c'è da dire che giustamente conoscere le nostre reciproche qualità non fa male, il tutto come consigliato dal ninja di Suna. Per quanto mi riguarda sono abile nel combattimento corpo a corpo, oltre che nell'inseguimento e volendo in modo marginale anche nella perlustrazione. Ipotizzo che la mia presenza in questa missione sia dovuta alle mie abilità di comando dato che non credo che le mie competenze verranno sfruttate, comunque dilazioni a parte credo che sia buono avere un ordine gerarchico orizzontale in cui le decisioni finali spettano a me. Questo è dovuto al fatto che è giusto prendere in considerazione delle idee buone, ma avere più teste al comando non porta a nulla di buono.-Successivamente sarebbe tornato in silenzio per sentire quello che avevano da dire i suoi compagni di squadra sapendo per certo che nelle decisioni che aveva preso aveva almeno un compagno affidabile quale si identificava con il nome di Atasuke.

     
    .
  12. Weasel
        Like  
     
    .

    User deleted


    Bruciare il mondo ~ 2



    Aveva a che fare con dei codardi? Con degli opportunisti? Con ninja esperti? I suoi quattro "compagni" sembravano far parte di tutte le categorie. Gli Accademici, gli inesperti, le teste calde. Avrebbe voluto dire la sua, Ame davvero aveva quasi pensato per un attimo di intervenire nell'inutile discussione che si era venuta a creare tra i membri del "gruppo" ma poi, sorridendo sotto la maschera realizzò che in realtà quello era un perfetto esempio di ciò che le serviva per capire con chi aveva a che fare. Gli improperi dell'uomo dalla stazza imponente mettevano chiaramente in evidenza come questo preferisse lavorare da solo, e come fosse più che convinto di essere probabilmente il migliore in quello che faceva, e non sarebbe stata certo lei a non lusingarlo. Uomini dall'ego più grande del proprio cervello erano da sempre i migliori con cui avere a che fare. Quello con cui se l'era presa il gigante invece la lasciava più interdetta; non perdeva facilmente le staffe, e allo stesso tempo però pareva dare una discreta importanza al grado e ad altre inutilità del genere, sicuramente perchè lui stesso doveva essere una qualche personalità di qualche tipo e contava anche su quello per imporre il proprio volere e le proprie idee.

    «Ragazzina non montarti la testa con le tue deduzioni. Non ne sai un cazzo di nessuno di loro. E comunque se questi puoi leggerli senza nemmeno troppe difficoltà gli altri due mi sembrano già meno espansivi»
    ~Magari è timidezza Kuda, magari sono solo poco esperti, non essere pessimista! Comunque sto solo pensando, chi o cosa sono lo scoprirò più avanti. Ora se non hai altri commenti inutili da fare sarei più felice se mi lasciassi in pace... sto pensando.~

    Ame, o meglio, Nishi, il nome che si portava dietro già da qualche tempo, continuò a rimanere in ostinato silenzio. Non annuiva, non si esprimeva, non si muoveva. Solo il movimento del collo indicava che stava continuando a spostare la sua attenzione da una persona all'altra man mano che tutti prendevano parola. Alla fine di quel teatrino fu chiaro che tutte le parole dette erano state sprecate non erano servite a nulla. Il piano stabilito da coloro che avevano affidato l'incarico sarebbe stato quello che avrebbero seguito. Gli shinobi dell'Accademia presenti, insomma, erano buoni solo per perdere tempo.

    Quando fu il suo turno di rivolgersi al tatuatore messo a disposizione dal comando del paese del Té si limitò a sollevare la casacca quanto bastava e ad indicargli la propria schiena, la zona subito sopra le natiche. Ame aveva pensato accuratamente a dove farsi tatuare i sigilli per richiamare il proprio equipaggiamento ed era arrivata alla conclusione che quella fosse la zona migliore principalmente per due motivi. Ad un occhio inesperto sarebbe potuto sembrare un vezzo da donna, un tatuaggio per attirare l'occhio sulle curve della ragazza, una cosa innocente insomma. D'altra parte i suoi compagni si erano fatti tatuare tutti punti che non sarebbero mai riusciti a raggiungere se per caso fossero stati legati con le mani dietro la schiena, un'eventualità che invece era necessario prendere in considerazione dato che avrebbero dovuto farsi prendere prigionieri volontariamente. Ma Ame era una donna, e se per motivi decisamente diversi da quelli che riguardavano la sua vita ninja conosceva la sensazione dei polsi stretti da una corda sapeva pure che legata in quel modo l'unico punto del corpo raggiungibile era esattamente dove ora si trovavano due grossi sigilli.

    [...]


    Il trasporto come carcerati all'interno dell'abitazione non presentò particolari problemi ne richiese ad Ame sotterfugi di qualche tipo. Gli altri sarebbero potuti sembrare carcerati senza troppe difficoltà, ma lei, in quanto donna, sarebbe comunque sembrata una "diversa" in mezzo a quella gente. Motivo per cui non si prese nemmeno la briga di cercare di apparire una criminale. Era un donna in catene, e quale che fosse il suo aspetto sarebbe risaltata comunque. Quando poi furono liberi di muoversi nuovamente, all'interno dell'abitazione, prima di qualunque presentazione Ame ebbe cura di eliminare imbottiture e fasciature dagli abiti. Ora il suo corpo era di nuovo perfettamente caratterizzato anche sotto i vestiti, decisamente ora, malgrado i capelli rasati, nessuno avrebbe potuto scambiarla per un uomo. Cosa che il gigante non poté mancare di far notare. Ame sorrise amabilmente prima di rispondergli «Tesoro, tu non sai quante volte ho chiesto all'Amministrazione di impiegarmi in mansioni del genere, in cui sarei stata sicuramente più... abile. Ma pare che siano ancora troppo affezionati a me per lasciarmi seguire la mia vocazione» Dopodichè si girò verso il gruppo, e in particolare verso il ragazzino, Hohenheim, anche lui di Suna «Io sono Nishi. Ma sono felice di incontrare qualcuno che viene da casa. Sono quasi tre anni che non mi fanno rientrare da Iwa. Dimmi, Hoshi è ancora lo stesso di sempre?» Ame aveva passato nel territorio di Iwa circa 7 mesi meno di due anni prima, percui conosceva la zona così bene da poter rispondere tranquillamente a qualunque domanda. Ma confidava che nessuno avrebbe scavato oltre ne indagato su fatti particolari. Lei era li perchè come loro era stata convocata, e se conosceva abbastanza i ninja dell'Accademia sarebbe stata accettata senza problemi.

    Il ragazzo Uchiha condivise poi con loro tutte le informazioni che possedeva su quello che aveva incontrato e vissuto in quell'ambiente. Più ne sapeva più Ame voleva trovare il modo per entrare in contatto con quelle creature. Se davvero potevano essere pericolose come sosteneva il ragazzo forse davvero era importante che trovasse un modo per arrivare a chi li comandava e cercare un accordo. A lei interessava solo questo, ma i suoi compagni, da obbedienti servitori qual'erano stavano già pensando a cercare un capo. La massima debolezza dell'Accademia era sempre stata quella, costringere animali diversi a condividere lo stesso recinto «Chiariamoci allora su quali sono le cose di cui mi occupo io. Negli anni sono diventata un'infiltratore di un certo livello. Ho passato gli ultimi tre anni a Iwa sotto copertura a passare informazioni all'Accademia, e non ho problemi ad accettare gli ordini dei miei superiori, ma non sono una macchina da combattimento, ne intendo essere utilizzata come tale. Nel tempo mi sono occupata di comunicazioni, supporto, spionaggio ed esplorazioni. Messo in chiaro questo... credo di non aver problemi ad ascoltare chi saprà usare questo in maniera intelligente» disse sorridendo e indicando se stessa allo Hyuga. Non lo avrebbe probabilmente fatto arrossire con così poco, ma bisognava vedere di che pasta era fatto quel "capo". «Se quindi non vi dispiace credo che sia il momento per iniziare il mio lavoro» Ame annuì e sollevando due dita spedì una quarantina di aeroplani di carta, manipolati direttamente dal terreno subito fuori la porta sbarrata, a tutti i confini del villaggio, avendo cura man mano che li spostava di osservare i vari occupanti delle case. Le vere vittime sacrificali di quella missione. «Però, ne hanno radunati parecchi da usare come carne da macello...»



    Chakra: 287,5/300

    5 SD di carta utilizzati.

    PS: a titolo informativo per chi non ha mai giocato con me i dialoghi con la corda, Kudatsune, sono tutti telepatici :zxc:
     
    .
  13. Asgharel
        Like  
     
    .

    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Ultime Parole prima della Battaglia~


    Appena rimossa la maschera, colui che aveva riconosciuto quale Alexander giunse da lui salutandolo caldamente prima di andare a presentarsi anche al resto del gruppo, non senza che però Atasuke rispondesse al suo saluto con altrettanto calore diretto.

    «Lieto di vedere anche te Alexander... Se ci sei anche tu immagino che qui si parli di questioni veramente grosse...»


    Lo salutò infatti con tono velatamente scherzoso per cercare di sdrammatizzare tutta quella situazione che in molti modi poteva essere definita, ma non di certo tranquilla e gioiosa, specialmente sei si valutava che erano li come dei topi in trappola ad aspettare di essere attaccati e catturati dal gatto.

    [...]


    Alla fine, uno ad uno tutti i presenti avevano rivelato il loro volto ed il loro nome. Ogniuno alla fin fine aveva detto la sua, sottolineando che cosa ne pensasse o anche solo semplicemente facendo la propria presentazione in maniera più o meno teatrale. Il primo a rispondere alle sue parole fu un tal Raizen Ikigami, un tale che già conosceva per fama a Konoha ma che mai aveva ancora avuto il dispiacere di incrociare. Egli espose una sua sorta di teoria sulla "fortuna" che Atasuke aveva avuto fino a quel momento, fortuna che in effetti vi era stata, am che di certo non era l'unico e certamente non il motivo portante del suo "successo".

    °Fortuna dici... Forse è così, ma puoi giurarci che se fosse stata solo fortuna non sarei qui senza neppure una ferita addosso...°


    Successivamente parlò poi il chunin di suna, il quale dopo essersi brevemente presentato pose alcune domande, del tutto lecite a cui Atasuke avrebbe poi risposto assieme alle altre eventuali quando tutti avessero finito di esporre le loro presentazioni e le loro eventuali domande.
    Parlò poi Alexander aggiungendo anche una breve promessa in merito alla liberazione dei suoi due compagni di clan e di villaggio durante il raid all'isola degli abomini. Infine parlò l'altra sunese, la quale invece non si espresse in merito alle informazioni o quant'altro, ma semplicemente si espresse in merito a che cosa sapeva fare e quindi che cosa avrebbe fatto lungo la missione per poi spedire in vedetta alcuni origami fuori dalla casa.

    °Interessante... Non avevo ancora mai visto una cosa del genere, anche se in effetti Myori sa fare una cosa simile ma con le creature di inchiostro... Lei probabilmente sa fare la stessa cosa ma con degli origami...°


    Perse appena un secondo nelle sue riflessioni prima di riprendere la parola concentrandosi su ciò che gli altri avevano detto in modo da poter rispondere nella maniera più sodisfacente che gli riusciva.

    «Per prima cosa... Hoheneim, Alexander: Vi ringrazio per le vostre parole ed in effetti vi do ragione, se son riuscito a tornare, specialmente senza neppure un graffio, di certo non è stata solo fortuna. Hoheneim: Non ti preoccupare, credo sia chiaro a tutti che gli eventuali dissapori tra noi dovranno terminare qui. Non possiamo certamente permetterci in una missione del genere di non lavorare di squadra... Raizen: So che sono "solo" un genin, tuttavia non pensare che per questo io sia meno abile in battaglia di molti altri chunin... Per tua informazione, mi ritengo fortunato a non aver incrociato nulla più di uno shuui solo perchè in efeftti ero da solo contro di lui e la sua orda di abomini, avessi avuto uno, anche un solo compagno ancora in grado di spalleggiarmi credimi che sarei tornato con la sua testa, anzichè con nua magra vittoria... Tuttavia non è a te che devo dare spiegazioni, ti dimostrerò sul campo perchè mi hanno comunque assegnato a questa missione... Proseguendo sulle domande, Credo che difficilmente troveremo in questo assalto dei gradi alti, specialmente se valutiamo che potrebbero seguire lo stesso schema di attacco di Shiorigakure... Per quanto sia vero che hanno avuto tempo per ingrossare le loro fila, trovo difficile che per attaccare un piccolo villaggio come questo dispieghino direttamente dei Komon sul campo... é più probabile che siano solo un'orda di inferiori con al più qualche Shinosha a comandare i battaglioni ed al più uno Shuui a guidare l'attacco. Sempre se seguiranno lo stesso schema di attacco, se e quando assalteranno lo faranno contemporaneamente da più punti, probabilmente accerchiando direttamente il villaggio. Faranno poi dei prigionieri, anche se con estrema probabilità inizieranno con l'uccidere le persone "troppo deboli" per poi catturare i più forti per cercare probabilmente di mutarli in loro alleati, quindi a rigor di logica credo che noi saremo tra le prede che verranno catturate dato che fisicamente dovremmo tutti essere ababstanza forti, per loro, per sopportare la mutazione senza morirne...»


    Si prese quindi una breve pausa lungo la quale si voltò verso Raizen un'ultima volta prima di rivolgergli nuovamente la parola.

    «Ah... E dimenticavo... se posso permettermi, la tua strategia di infiltrarci tra di loro credo sia pressochè inefficace dato che da quel che ho visto gli Shuui sono in grado di percepire il chakra e quindi capirebbero subito che saimo degli umani dalla nostra riserva di chakra, probabilmente molto inferiore alla loro, inoltre ricordiamo che sono creature mutate nelle fattezze e nelle capacità, spesso acquisendo dei tratti molto animaleschi, quindi non mi rtupirei se una volta semplicemente trasformati in alcuni di loro si accorgessero della differenza semplicemente annusandoci o chessoio...»


    Lanciò una breve occhiata di velata sfida al compagno di villaggio atta più che altro a farlo ricredere sulla mera "fortuna" che Atasuke aveva avuto nel sopravvivere fino a quel momento.

    «Per il resto... Non credo di avere altro da dirvi in merito agli abomini, o almeno, quello che vi ho detto finora è effettivamente tutto quello che ricordo, ovviamente mi dovesse tornare in mente qualche dettaglio in più sarò ben lieto di dirvelo... Passando invece sulle mie capacità beh, non me la cavo male sulla corta e media distanza in combattimento, posso poi dire di essere particolarmente abile nell'infiltrazione e so come evitare di farmi beccare da queste creature... In fondo nella scorsa missione non si sono accorte di me per praticamente un'intera nottata mentre da solo ho sondato l'intero villaggio... Per il resto beh... In effetti sono solo un genin e non posso dire di essere specializzato in qualcosa in particolare a parte il fuoco... Ah dimenticavo... Ho anche una buona conoscenza delle trappole e delle basi della medicina, quindi per quanto riguarda interventi di primo soccorso credo di poter tornare utile...»


    Squadrò quindi ad uno ad uno i presenti per un'ultima volta aspettando le eventuali parole dei presenti prima di raggiungere quello che di li in poi sarebbe stato il suo letto dove si sdraiò a fissare il soffitto ed a meditare un po prima di rimettersi a dormire "beatamente".

    [...]


    Giunse quindi il tempo dell'attesa e della convivenza forzata, lungo la quale Atasuke diede prova delle sua abilità ai fornelli con quel "poco" che avevano a disposizione per poter sopravvivere, che perquanto a quantità ve ne fosse d'eccesso, a livello di varietà e qualità le scorte erano a dir poco scadenti.
    In totale passò almeno una intera giornata prima che l'assalto ebbe inizio. Un totale di circa 24h ore dal loro arrivo. Nella notte infatti Atasuke venne svegliato di soprassalto da una serie di esplosioni.

    °E quindi hanno dato il via all'attacco... pochi minuti e ci saranno certamente addosso...°


    Pensò tra se preparandosi attivamente a sostenere l'assalto. Per quanto secondo il piano dovessero lasciarsi catturare senza fare troppe storie per evitare di farsi scoprire, Atasuke preferì tenersi comunque pronto dato che lasciarsi troppo passivo poteva diventare controproducente e dare modo agli abomini di sottovalutarlo e magari passarlo per uno degli elementi deboli da eliminare sul posto. Non stette a cercare di svegliare gli altri, dato che certamente i botti sparsi per il villaggio li avrebbero svegliati senza troppi problemi come d'altronde avevano svegliato lui. Si preparò a resistere.

    «Ricordate quello che vi ho detto oggi sulla loro selezione di chi uccidere e chi no? Cerchiamo di resistere un po all'assalto così eviteremo di essere presi per avversari troppo deboli utili solo come carne da macello e probabilmente verremo catturati e trasportati all'isola»


    Sapeva che in effetti non aveva molto diritto di comando in emrito e sapeva anche che di certo era l'ultimo a poter in qualche modo imporre una strategia per via del suo grado inferiore, tuttavia sentiva di sapere che cosa stava dicendo e voleva prendersi una precauzione in più cercando di non passare subito come un arrendevole essere debole.
    A quel punto sentì sbattere sulla porta ed allora si puntò sulla stessa come per puntellarla in modo da tenere fuori gli abomini dalla stanza nella sperazna che anche gli altri fingessero o realmente si dessero da fare a resistere all'assalto dall'interno della casa.

    [...]


    La resistenza non durò tuttavia a lungo, giusto quanto bastava per dare prova della loro tenacia. A quel punto, perso l'edificio un'abominio lanciò addosso ad Atasuke una rete ad una velocità che tranquillamente avrebbe potuto evitare ma che, conscio del piano sa seguire, finse di non riuscire a schivare lasciandosi catturare di proposito per poi rendersi conto di aver forse fatto uno dei più gradi errori della sua vita. Sentì infatti poco alla volta che la rete in qualche modo gli intorpidiva i muscoli, rendendolo poco alla volta sempre più debole ed incapace di muoversi. Una sola parola gli balenò in mente: Veleno.
    Per quanto cercasse di liberarsi, l'azione combinata del veleno con la rete che poco alla volta si aggrovigliava gli rese impossibile la fuga. Era stato catturato, o meglio: Si era fatto catturare. Ora non gli restava che sperare nel piano del generale e nella buona sorte. davvero li avrebbero portati sull'isola come prigionieri? O li avrebbero uccisi come topi in trappola? Solo il tempo avrebbe dato una risposta a tutto ciò.



    OT - Questo è stato il mio primo post da 22enne, siatene lieti :sinve: XD - /OT
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,980
    Reputation
    +682

    Status
    Offline

    Parentesi






    Il Colosso ascoltò il piccolo sunese con interesse, gli ricordava qualcuno, anche se non riusciva proprio a capire chi, probabilmente per via del fatto che era decisamente troppo giovane, e lui raramente aveva a che fare con dei ragazzetti. Le risposte dei compagni di squadra si susseguirono le uno alle altre, in un democratico e preciso ordine che Raizen non volle incrinare.

    Beh, Atasuke, scusami, dopotutto non era mia intenzione farti sfruttare competenze che un ninja novizio non ha. Perdonami, errore mio, non avevo messo in conto che qualcuno potesse avere simili lacune.

    Se il genin fosse stato sveglio avrebbe ben compreso che quella risposta aveva più di un significato, ossia che il Colosso aveva già preventivato simili abilità, un po’ come farebbe ogni buon infiltrato prima di proporre un piano simile. Dopodichè tornò al piccolo sunese.

    Beh l’importante è che nessuno ne sia stato leso nonostante tutto, no?
    Comunque non ti preoccupare, io e mister occhi bianchi abbiamo qualche pezzetto di passato in comune, è un tipo antipatico, ma la vita di tutti i giorni e la vita da ninja sono due cose distinte.


    Concluse con un piccolo e rapido occhiolino.

    Inoltre, come vedi, mi son limitato e proporre, mica vi ho puntato la spada alla gola imponendovi di seguirmi al “suicidio”

    Durante la frase fece spallucce per poi concludere la stessa dando all’ultima parola un tono canzonatorio.

    Anzi, visto che a voi è piaciuto tanto l'ho anche assecondato, meglio di così, no?
    Ho solo qualche piccolo problema a farmi mettere nel sacco da un nemico che come è stato appena detto è violento e non troppo razionale e con cui, soprattutto, i nostri cari nobili del thè non hanno potuto spendere i loro soldi. Aprirò una breve parentesi, che si chiuderà nel momento stesso in cui terminerò il discorso, poiché è evidente che in questo frangente io non possa fare di testa mia.
    Ma vi chiedo soltanto di pensare ad una cosa: come fate ad essere certi che al momento queste creature ci lasceranno abbastanza movimento da potergli sfuggire una volta fatti prigionieri?
    Rivediamo alcuni punti.
    1 sono degli esseri umani, o meglio lo erano prima della mutazione.
    2 cercano esseri umani per mutarli o forse per farne banchetti e studiarli, cosa che, negli ultimi due casi prevede la morte.
    3 non sappiamo con certezza cosa vogliano.
    4 hanno già incontrato accademici per cui ora è probabile che abbiano preso contromisure o che qualcuno passato dalla loro parte gliele abbia suggerite.


    Lasciò passare qualche secondo per far metabolizzare ai quattro quelle poche, banali deduzioni.

    Quindi si arriva al fulcro del discorso, se ignoriamo questi punti così fondamentali, come possiamo essere certi del fatto che una volta imprigionati non ci sorveglino a vista, o ci rinchiudano in gabbie speciali?
    E se tra di loro ci fosse qualcuno di alto rango, che magari prima era un jonin?
    Immaginate forse che non abbia previsto simili cose?
    E se hanno la capacità di vedere la quantità di chakra che abbiamo in corpo, cosa gli impedisce in base ad essa di costruirci prigioni più adatte?
    Siete ingenuotti a sperare che tutto vada per il modo giusto, ma a basarsi sulle parole dell’esperto le nostre probabilità calano drasticamente col vostro piano.
    Vi pongo un’altra domanda. Dov’è più semplice che cerchino cavie? Tra i prigionieri oppure tra i loro scagnozzi già mutati? E dall’ovvia risposta che darete, chiedetevi: chi analizzeranno, i prigionieri o gli scagnozzi?
    Detto questo, discorso chiuso, come ho già detto sono dei vostri, ma se avrò la merda sino al collo sappiate che, se necessario, tirerò su solamente chi mostra di avere un briciolo di cervello.


    L’ultima frase era stata pronunciata con un tono ben più che serio, tuttavia neanche con dell’impegno vi si sarebbe potuta leggere una minaccia nella tonalità.

    Riguardo a me, sono abbastanza esperto nel corpo a corpo, quello che di solito ha le mani più sporche insomma.
    In conclusione, la tavola ellittica, potrebbe andarmi bene, lo Hyuga, ha scelto un ottimo momento per citarmi. Per cui, spazio al jonin.


    Disse mentre allargava i palmi verso il soffitto, con una leggerezza tale che pareva impossibile che sino a poco tempo prima scambiasse palate di odio con ninja dagli occhi bianchi. Ma era difficile andare oltre quei gesti, per chiunque [recitazione] dopotutto il Colosso era un solista, e non si sarebbe preoccupato troppo di abbandonare la melodia se questa si fosse trasformata in una cacofonia.

    […]



    Il rimanente giorno passò serenamente, provviste in abbondanza e letti comodi permisero al Colosso di distendere a sufficienza i nervi, nonostante fosse complesso farlo del tutto visto che da un momento all’altro qualcosa di orrendo poteva sfondare la porta e trasformarlo in un insaccato di centocinquanta chili.
    Si sarebbe sostentato con carne e pane in abbondanza, sapendo che non poteva fare provviste e quindi che sarebbe stato a digiuno per qualche giorno si concentrò ad implementarle nel proprio organismo. Certo era che le provviste per una settimana piena non sarebbero state sufficienti a quel ritmo. Ma “fortunatamente” l’attacco arrivò presto, e nessuno avrebbe potuto patire la fame a causa della filosofia del konohaniano.
    Quando gli abomini giunsero in casa Raizen non si mosse troppo, lasciò le braccia lungo i fianchi e con uno sguardo e un tono un po’ atono li accolse.


    Ohohoh. Gli abomini son qui. Salvatemi, salvatemi.

    Cercò di individuare qualche punto debole dei mostriciattoli in modo da seguire il consiglio di Atasuke, il tutto stando attento a non farsi rendere pan per focaccia, gli sarebbero bastati tre cazzotti per piazzati per far comprendere di che pasta era fatto. Al lancio della rete invece avrebbe terminato la sua messa in scena, abbandonandosi del tutto sentendo che il veleno ormai iniziava a fare il suo effetto. Lo constatò da prima sulla punta delle dita, sempre più intorpidite.

    Oh, ganzo, reti avvelenate, ci hanno appena trasformato in dei veri e propri salami!
    Ma tanto non si rischia nulla perché l’ha organizzato una merda che di guerre ha sentito solo racconti!


    Pensò tra se e se mentre il corpo perdeva sensibilità.
    Pregando per i suoi compagni di squadra che non venisse ucciso in una maniera così stupida perché, in quel caso, il Colosso della foglia, li avrebbe inseguiti per tutto l’inferno pretendendo ogni singolo centimetro delle loro interiora.

     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    2,182
    Reputation
    +177

    Status
    Offline

    B Rank Quest
    Preludio all'attacco
    Karakura, Paese del Tè



    La discussione che ebbe luogo vide partecipare, questa volta, tutti i componenti. Innanzi tutto, venne da lui l'unica ragazza del gruppo, di nome Nishi. Esordì dicendo di essere contenta di aver come compagno di squadra un ninja del suo stesso villaggio, dal quale era mancata per anni essendo sotto copertura.

    “Hoshi è immutabile come le rocce che circondano il villaggio! E' un piacere fare la tua conoscenza! Ti capisco perfettamente: sono mancato a lungo dal villaggio anch'io...”



    E certamente il viaggio che aveva compiuto il bambino lo aveva portato ben oltre le terre di Iwa. Era una fortuna che la ragazza non fosse a conoscenza di tutti i retroscena circa la scomparsa e il ritorno del Sand Scorpion, il quale certamente aveva creato un bel trambusto nel villaggio! Non gli andava che venissero fuori quelle storie durante quella missione. Intanto, sia il jonin del gruppo che Asgharel, nonostante non rivolsero parole prive di astio verso Raizen, assicurarono che la missione non avrebbe avuto intoppi per questioni interne al gruppo e appartenenti al passato. Il chunin se ne rallegrò. Asgharel rispose alla domanda dell'artista, inoltre, dicendo che era poco probabile che fossero coinvolti abomini di grado elevato durante quell'attacco, trattandosi di un semplice villaggio. Ad ogni modo, le perplessità che Raizen espresse in seguito certamente non potevano dirsi sbagliate, e lasciaro pensare molto il chunin bambino che alla fine disse:

    “ Le perplessità che muovi sono anche le mie Raizen. Tuttavia era evidente fin dall'inizio che questa missione avrebbe comportato un rischio superiore rispetto al normale, visto il numero di incognite che giustamente hai sottolineato. A questo punto, considerando anche le informazioni che abbiamo acquisito da Asgharel, continuo a pensare che le nostre possibilità di infiltrazione aumenterebbero se mantenessimo un profilo basso. Ogni altra azione potrebbe più facilmente essere individuata da colo che possono percepire il chakra...”



    Venne inoltre deciso che il capo del gruppo sarebbe stato il jonin della foglia Alexander, ed Hohenheim lo avrebbe supportato fin dall'inizio. Parlando tra compagni, divenne anche più chiaro quale fosse il campo di competenza delle varie persone: a parte la ragazza, che era specializzata nelle infiltrazioni e poco nel combattimento, gli altri tre ninja sostanzialmente erano combattenti da mischia. Asgharel era invece anche un medico.

    “ Asgharel è l'unico medico del gruppo? Perché questa è una ragione sufficiente perché sia maggiormente difeso!”



    [...]





    Una volta chiacchierato con i compagni circa i ruoli e le disposizioni, sostanzialmente al chunin toccò aspettare che gli abomini “ venissero a prenderli”. Sebbene ci fosse la possibilità di dover attendere per anche giorni, il chunin non riusciva a non essere vigile, osservando i comportamenti dei suoi compagni. In quei momenti di stasi cercò di rilassarsi mangiando anche insieme ai suoi compagni: dopotutto non poteva accelerare gli eventi. Per fortuna(?) non dovette aspettare per molto. L'assalto degli abomini avvenne circa a mezza notte, quando delle detonazioni si avvertirono provenire da varie direzioni verso i confini del villaggio. In breve le urla dei detenuti si diffusero per tutto il villaggio, mentre subivano la furia cieca di quei mostri. Nel buio, le forme loro forme si confondevano, ma Hohenheim riuscì a intravedere alcuni tratti brutalmente deformi. Il villaggio era nel caos, mentre i detenuti venivano rapidamente intrappolati in delle reti ( i più fortunati) mentre altri furono uccisi. Me assisteva a quelle scene dalla finestra della casa, il suo olfatto identificò un odore inconfondibile: veleno.[ Segugio]

    “ Le reti sono avvelenate!”



    Avvertì rapidamente il gruppo. Immediatamente la sua mente pensò alla soluzione che potesse permettergli di evitare quel pericolo: aveva dell'argilla a portata di mano, poteva quindi creare un velo sottilissimo, in maniera tale da rivestire il proprio corpo e evitare il contatto con le armi avvelenate dei nemici. Aveva pensato anche che con una delle sue tecniche avrebbe potuto rendere il rivestimento irriconoscibile dalla sua pelle...tuttavia dovette fermare ogni piano. Se avesse usato delle tecniche era molto probabile che i nemici lo avrebbero scoperto con maggio facilità...e questo non doveva accadere! Se avessero scoperto che poteva usare delle tecniche ninja, allora sicuramente lo avrebbero ucciso e avrebbe messo a repentaglio anche i suoi compagni.... decise di subire il veleno! Tuttavia non fu così sciocco da non prepararsi ad ogni evenienza: dalle finestra aveva notato che le persone intrappolate dopo pochissimo iniziavano a smettere di dimenarsi, quindi era probabile che che il veleno fosse di tipologia paralizzante. Con la sua argilla poteva creare un costrutto che si muovesse al posto suo e combattesse per lui, ma per manipolarla aveva bisogno della mobilità delle bocche sui palmi. Per cui, approfittando del fatto che ora poteva muoversi, manipolò un essere umanoide con le sue fattezze tramite la bocca presente sulla sua mano destra, ma non rilasciò il chakra così da rendere la creazione mobile e a dimensione normale. La conservò invece nella bocca della mano, pronta per essere utilizzata anche qualora non si potesse più muovere.

    Quando gli abomini irruppero nella casa, trovarono facilmente Hohenheim che era rannicchiato in un angolo, fingendo di essere quello che non era : un bambino di 10 anni spaventato. Tentò un movimento di fuga, ma ad una velocità ridicola rispetto le sue reali capacità ( vel 75). Tuttavia la rete che gli venne lanciata fu decisamente più veloce e quindi lo colse. Il chunin si dimenò un po', poi il veleno entrò in circolo e i suoi movimenti vennero lentamente paralizzati.
     
    .
96 replies since 4/11/2012, 04:22   2475 views
  Share  
.