[Gioco] Spore, Parte II

Grado B

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    Primo step
    La cella







    I malori di Mitsuo non i fecero attendere, non sapeva dire se fosse fortuna o meno, ma di certo sperava che non gli morisse li, in effetti c’era una probabilità che potesse morire, ma non gliela disse, rimase solamente a pregare in silenzio per tutto il tempo in attesa del suo ritorno.

    Pare che la benda fosse efficace. Mh?
    Stai bene?


    La notizia di Mitsuo non aveva reso particolarmente felice Raizen, non sapeva che pensare di quella ribellione, avere gli abomini in allerta poteva sia essere un vantaggio che uno svantaggio. E di fatto non sapeva come sfruttare quella crepa che si era creata, senza contare che non sapeva minimamente quando sarebbe arrivata la guardia e un'unica apertura delle celle era praticamente nulla.

    Non è una buona notizia… non lo è per nulla.

    Annunciò mentre prendeva posto in un angolo della cella per riflettere, non amava avere stimoli di nessun tipo quando rifletteva e fece tacere più di una volta Mitsuo che, nella sua ignoranza, continuava a interrogarlo mentre lui a fatica manteneva a concentrazione per porsi quella catena di domande a cui dare risposta al cui capo avrebbe trovato la soluzione.
    Gli abomini reputavano gli esseri umani spregevoli, meno evoluti e immeritevoli di qualsiasi forma di compassione, era quindi logico che gli esseri umani venissero utilizzati esclusivamente per una ragione: potevano fidarsi di loro al 100% e di pari passo era certo che Raizen non potesse fidarsi di loro.
    Poteva uccidere la guardia appena metteva piede nella cella, era vero, ma una guardia che non ritornava al punto di ritrovo era decisamente sospetta, c’era poi da mettere in conto eventuali punti di controllo in cui servissero impronte di qualsiasi tipo, una cosa che la henge non avrebbe potuto supportare.
    Complesso cavarsela in quella situazione.


    E SPEGNETE STA CAZZO DI LUCE NON SI RIESCE A RAGION…!!!

    La lampadina. Ecco l’imprevisto di cui necessitava. Generalmente durante i pasti era accesa: questa volta si sarebbe spenta. Il quando però era importante, e soprattutto il come: una lampadina spenta per troppo tempo avrebbe attirato l’attenzione e probabilmente sarebbe giunto qualcuno di spiacevole a ripararla, questo se fosse stata spenta prima dell’arrivo dello “chef” idem se dopo il suo arrivo fosse stata spenta per troppo. Si sarebbe dovuta spegnere al suo arrivo, in modo che si potesse sfruttare l’effetto sorpresa per riaccendersi subito dopo una volta che le carte fossero state truccate per la mano vincente.
    Sarebbe stato necessario un travestimento e se la struttura fosse stata organizzata in qualche maniera particolare era probabile che non ci fosse spazio per la fuga di due persone.


    Mitsuo, come è fatta la struttura?

    L’uomo fu pronto a rispondere, aveva passato tutto il tempo ad osservare il Colosso mentre rifletteva, aspettando quel momento.

    Non è complessa come la immaginiamo, non è circolare e non è un budello.
    Le ultime volte l’anestesia aveva avuto un effetto parecchio potente su di me, ma questa volta tra la resistenza sviluppata e l’aver mandato fuori vena l’ago son riuscito a percepire le distanze.
    Il corridoio che immaginavo infinito in realtà è un susseguirsi di ambienti, non so cosa ci sia dietro i muri, ma non celle, le celle sono fatte a blocchi connessi all’esterno da più di una porta, anzi, aspetta mi sono espresso male, ogni blocco ha una sua uscita.
    Probabilmente l’ambiente delle celle è un insieme di cubi racchiusi dentro ad un edificio suddiviso in aree tematiche in base agli esperimenti o alla loro importanza.


    Il Colosso annuì.

    Distanza tra la cella e l’uscita?

    Venticinque metri.

    Bene.
    Possiamo iniziare ad organizzarci.


    I due dovettero attendere non poco l’arrivo della guardia, ma quando questa iniziò a far risuonare il rintacco delle calzature sul corridoio erano già pronti, qualche giro di chiave e il primo piede si avventò con una grossa falcata oltre la soglia, la guardia portava con se il pasto, l’orribile sbobba era così comoda da portare che era sufficiente una mano per due porzioni mentre l’altra si occupava della porta: pessimo equilibrio, una mano sulla porta, un solo appoggio a terra e l’altra mano che si occupava di tenere il pranzo, o la cena, non lo sapevano.
    Appena il piede varcò la soglia Mitsuo si mosse, facendo calare l’oscurità in un attimo. Avevano modificato lievemente il portalampada, niente di troppo complicato per un meccanico, bastò piegare più del necessario i ferri che facevano contatto col collo in metallo della lampadina e svitarla leggermente, così una volta legato il collo della lampadina con le bende sarebbe bastato uno strattone per forzare la filettatura in plastica e distaccarli quanto bastava per spegnere la luce. Anche il posizionamento della benda non fu lasciato al caso, infatti dopo averla assicurata al collo della lampadina gli fecero risalire i fili fino al soffitto per poi inserirla tra le fughe delle pietre, spingendola centimetro per centimetro con le dita, ne avevano dovuto utilizzare più del necessario, ma era impossibile notarla dal fondo della stanza.
    Fu un istante: il Colosso già vicino alle sbarre di ingresso, seppur dalla parte opposta del lato in cui stavano le sbarre, si distese e con un lieve slancio fu in grado di coprire la distanza che lo separava da quel piede, sapeva che l’avrebbe trovato poco oltre la soglia, aveva concordato così con Mitsuo.


    “spegni la luce appena il piede varca la soglia, devi essere preciso, mi raccomando, faccio affidamento su di te, hai fatto lagne per tenerlo in vita, se non fai così gli spezzo il collo. “

    Il buon cuore di Mitsuo lo rese preciso e infallibile, Raizen aveva dovuto aspettare ad occhi chiusi, potè riaprirli solamente a luce spenta, era l’unico modo per non subire lo stesso malus che ora toccava alla guardia: totale cecità fino a quando le sue iridi non si fossero allargate a sufficienza da raccogliere la luce necessaria a vedere dentro l’oscurità della cella. Fu in quel lasso di tempo che avrebbe agito il Colosso aprendo gli occhi avrebbe potuto visualizzare la gamba e afferrarla anche se grazie al tempismo di Mitsuo poteva farlo ad occhi chiusi.
    Afferrò la gamba traendola a se facendo cadere la guardia dritta nella sua morsa. Non importava chi fosse, se non voleva sbattere il grugno doveva mettere avanti una mano per non cadere. Adrenalina e cecità, un misto perfetto per la totale confusione.
    Raizen avrebbe così afferrato il braccio prima che toccasse il suolo, traendolo verso il petto dopo averlo fatto passare tra le gambe che invece si sarebbero occupate di stringere il collo: impossibile urlare, ed in pochi secondi, a causa dell’elevato ritmo cardiaco dato dall’azione avrebbe finito l’ossigeno e sarebbe svenuto.


    Vivo e vegeto, ma innocuo.

    Disse con tono sprezzante il Colosso mentre iniziava a spogliare la guardia.

    Non startene li impalato a goderti lo spettacolo pervertito, rimuovi la benda dalla lampadina e rimettila apposto. Fu mentre spogliava la guardia che Raizen trovò un coltello, probabilmente datogli per autodifesa, con una lieve smorfia di compiacimento fu il Colosso a prenderla anche se un’altra idea gli balzò per la testa mentre rigirava per le mani l’arma.

    Beh, prigioniero o meno, mi sembra che seguisse parecchio bene gli ordini degli abomini.

    Consolatosi in quel modo, tagliò una striscia di bende e legò stretto il polso della guardia, quanto più poteva, e dopo qualche tastata alla ricerca della giuntura vi piantò il coltello, recidendo la mano in pochi secondi, qualche spruzzo di sangue che grazie all’azione della benda venne limitato enormemente.
    Aveva reciso la mano con cui teneva le chiavi della cella, una piccola vendetta.
    Si prese anche un occhio, seppure l’operazione fu lievemente più cruenta.


    Non guardarmi così Mitsuo, potrebbero essere necessari, e soprattutto questo tizio è ben lontano dall’essere innocente, rincuorati col fatto che l’idea mi è venuta quando ho trovato il coltello nelle sue tasche.

    Ultimato il suo lavoro attivò la Henge, trasformandosi nella guardia per poi vestirsi con i suoi stessi abiti, conservando occhio coltello e mano in varie tasche.
    Travestimento completato.


    Se necessario dovrai recitare, mi raccomando.
    Ti hanno sicuramente fatto un taglio per levarti quello straccio dall’intestino, se chiederanno del problema dirò che ti si sono aperti i punti… forse è meglio renderlo un po’ più realistico.
    Questo in caso sia necessario, infatti mentre io potrò camminare a volto scoperto tu mi verrai dietro nascondendoti qua e la quando possibile, in modo da non esporci troppo.
    Se hai visto qualcosa di simile ad una sala di controllo portami li, un'altra rivolta nelle prigioni sarà un ottimo diversivo per la nostra fuga.


    Prese il moncherino della guardia e allentata lievemente la benda imbrattò di sangue la zona in cui avevano operato Mitsuo nel mentre che parlava.

    Che c’è? Era già tagliata!
    Guarda, gli stringo di nuovo la benda!
    E ora muoviamoci, tra poco potrebbe risvegliarsi, imbavaglialo.


    Andò verso la cella, guadagnandosi il primo step della sua libertà, e per quanto fosse schifoso ingurgitò perfino il pasto, qualche energia in più gli sarebbe servita.
     
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