[Gioco] Spore, Parte II

Grado B

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    Il Discorso







    Era andato tutto bene, tranne per l’errore al primo comando, comprensibile dopotutto, o almeno così disse a se stesso il Colosso per giustificare quel piccolo momento di defiance.
    Una volta aperte le porte, visto che Mitsuo non conosceva la posizione del deposito si sarebbero spostati all’entrata ad attendere l’arrivo dei prigionieri, di tanto in tanto si sentiva qualche urlo a cui il Colosso non potè fare a meno di rispondere con un sorriso.

    Direi che per ora dovremmo mantenerci la curiosità sull’esplosivo, ma se dio vuole chissà, potremmo ritrovarlo.

    Il primo a giungere fu Sasori, come da manuale.

    Oh, l’uchiha.
    Buongiorno bella schiappa, sono probabilmente l’unico superstite della missione in cui era incluso il tuo recupero. E non me la sono passata bene.


    Disse indicando il suo abbigliamento di stracci.

    Aspettiamo il resto e vediamo di organizzarci.

    Timidamente iniziarono ad arrivare i prigionieri, chi più insanguinato chi meno, ma tutti con il piacevole odore di abominio morto addosso, Raizen aspettò che il flusso diminuisse, concentrandosi in una piccola folla davanti a se, prima di guadagnare una posizione lievemente sopraelevata fornitagli da un masso, non che gli servisse poi tanto visto che con la sua altezza riusciva a svettare praticamente su tutti.
    Fortunatamente per lui la prigionia fu breve, il corpo non ne fu smunto e l’ampio torace era sempre quello di un tempo, se un condottiero doveva avere un vantaggio psicologico dovuto alla prima impressione il Colosso lo aveva doppio.
    La sua voce lo avrebbe triplicato.
    Sperava.

    Avete di nuovo il vostro nome, bentornati nel mondo: UOMINI.

    Tuonò sopra il chiacchiericcio, la disperazione, l’euforia e quella massa inspiegabile di emozioni che poteva leggere nel volto di tutti.

    Non avete più nessuna cella a rinchiudervi, da ora in avanti potete scegliere liberamente del vostro destino, ma la vostra meta quale sarà?
    Casa? Vendetta?
    Qui non troverete nulla di tutto ciò, fuori dalla cella c’è solo morte, e morte troverete.
    Sono stato io a tirarvi fuori da li. E se me lo permetterete sarò io a rendervi degli uomini LIBERI.
    Potete andare, scappare correre sfogare la vostra violenza il vostro odio.
    Ma quanti potrete ucciderne? Dieci?
    E dio voglia non incontriate un Komon, allora sareste solo una virgola di sangue nel racconto patetico di una fuga speranzosa.
    Oppure potete restare uniti e farvi guidare come un unico gruppo e aiutarmi a radere al suolo quest’isola.
    Abbiamo un'unica possibilità per sopravvivere e per concludere la missione: stare uniti.
    La vendetta dopotutto, è un piatto che va servito freddo. Ma se gelido entra fin dentro le ossa.
    Non mi abbandonate, non abbandoniamoci, oltre questo gruppo c’è la solitudine, e nulla potrà salvarvi.


    n5hr2t
    Cercò con le sue parole di appigliarsi ad ogni angolo di spirito umano, alla loro essenza di uomini liberi, al loro spirito militare, al loro desiderio di vendetta, se quella prigionia gli aveva lasciato dentro qualcosa non avrebbero abbandonato quel gruppo, non si sarebbero allontanati dalle certezze del branco che avrebbe potuto spalleggiarli nelle avversità, non riuscì a dire altro, per cui con un gesto levò le bende dal viso, per far parlare lui. Che Raizen un tempo fosse bello non poteva dirlo nessuno, però il suo volto aveva comunque un certo fascino, tuttavia, al momento una fresca cicatrice attraversava il suo volto, da metà naso fin sotto lo zigomo continuando verso lo spigolo della mascella, una cicatrice che anche lui aveva scoperto solo in quel momento, tastandola con la punta delle dita mentre sfilava le bende Così come la sua mente il suo volto non sapeva cosa lo deturpasse, e mentre le dita lo esploravano la sua espressione mutò più di una volta, da una lieve tristezza alla sorpresa di non essere più se stessi per giungere alla furia. L’ira accese il suo sguardo d’un fuoco silenzioso e imponente.

    Anche io devo qualcosa agli abomini. E nulla mi impedirà a tempo debito di fracassargli il cranio a mani nude vestendomi del loro sangue e nutrendomi delle loro grida.
    NULLA!


    Disse serrando un pugno grande quanto un masso e nodoso come una quercia millenaria.
    Probabilmente non sarebbe stato necessario accendere gli animi, ma se qualcuno li in mezzo era depresso la benzina di quelle parole e il fuoco della foglia gli avrebbero acceso la fucina tra cuore e anima.

     
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