No Pain, No Gain

<b>[Negozio]</b>

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  1. ~ Marcø
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    Spiegazioni







    Per fortuna non mi ero limitato a disegnare quel semplice anello di inchiostro, che servì solo a darmi quel poco tempo di cui avevo bisogno per completare il rovo. Infatti, il serpente, dopo essersi ingrossato sempre di più e aver ricoperto tutto l'avambraccio, sfondò quella leggera barriera con facilità, fermandosi solo davanti alla linea spinata. Dopo aver completato anche il terzo livello di protezione, notai come il serpente avesse deciso, almeno momentaneamente, di fermarsi, ferito e sanguinante. Era vivo. Non avevo mai visto niente del genere, ma ricordai qualcosa delle vecchie leggende che conoscevo. Se esistevano tatuaggi che potevano aiutare un ninja in combattimento, avrei dovuto immaginare l'esistenza di tatuaggi dannosi per gli umani.
    Non feci in tempo a tirare un respiro di sollievo, che vidi aprire Hakuseki aprire gli occhi.

    « Hakuseki! Come stai? »


    Anche se non mi rispose direttamente, capii che stava molto meglio: era commosso, sembrava quasi felice, e si muoveva senza problemi. Osservò il nuovo tatuaggio che aveva sul braccio, rendendosi conto che era una mia opera. Mi ringraziò e vidi un tipo di sincerità nei suoi occhi che raramente mi era stata riservata. Si permise quindi qualche lacrima di commozione, prima di riprendersi e iniziare a spiegarmi un po' di cose. Ovviamente, la creatura che avevo confinato, era composta da Jigoku, l'inchiostro maledetto e per fermarlo con del normale inchiostro era necessario un disegno tracciato perfettamente. Inoltre capii finalmente chi era il famigerato Mani d'Oro: un ex allievo del mio maestro, abbastanza dotato, un tale di nome Daigoro, che si era legato ad una banda di teppistelli, diventando il loro tatuatore. Sfortunatamente, Mani d'Oro era venuto a sapere dell'esistenza del Jigoku, e la situazione era diventata quella che avevo visto fino a quel momento.
    Iniziò quindi a spiegarmi perchè da cosa dipendeva l'importanza di quell'inchiostro, fornendomi alcune nozioni che già conoscevo e altre che mai avevo sentito. Tramite il disegno di fuuinjutsu sul corpo di un ninja si poteva incrementare notevolmente la sua potenza, dandogli la possibilità di utilizzare complessi ninjutsu senza i preparativi solitamente necessari. Oppure la possibilità di riutilizzare un sigillo tatuato sul corpo infinite volte, senza bisogno di disegnarlo ad ogni utilizzo. E ancora, disegnare sigilli di richiamo sulla pelle invece che su un rotolo! I materiali necessari erano, riassumendo, un bravo tatuatore e un buon inchiostro. Ma come si poteva creare questo inchiostro chakrico? Non ci fu bisogno di interrompere, la risposta arrivò immediatamente da sola. Se la cavava bene anche con le parole, non solo con le mani.
    C'erano più modi di mescolare il chakra all'inchiostro, che davano vita a colori dalle diverse potenzialità. Il primo metodo, chiamato Hitashi, consisteva nell'impastare continuamente chakra direttamente nell'inchiostro, grazie ad un materiale conduttore per un determinato periodo di tempo. L'inchiostro ottenuto avrebbe permesso di effettuare il disegno entro circa sei ore, prima di diventare inefficace. Il secondo metodo, Kessho, cioè cristallo, richiedeva l'uso di speciali minerali rintracciabili nel Bosco dei Sussurri, nei quali immagazzinare chakra. Quindi andavano sbriciolati e mescolati alla tinta, rendendola densa e richiedendo una maggiore precisione per essere utilizzata. L'ultimo metodo ordinario era il Gitei, di cui già il nome era un programma. Per comporre questo tipo di inchiostro era necessario, appunto, utilizzare qualcosa proveniente dal corpo di un essere vivente, come capelli o sangue, dopo averli imbevuti di chakra. Era il più potente fra questi metodi, ma ci voleva molta abilità per padroneggiare l'uso di questo speciale inchiostro. Dopo aver concluso l'apprendistato sul normale inchiostro, saremmo passati all'Hitashi, il più facile da utilizzare e, probabilmente, da creare.
    Finalmente, si prese una piccola pausa, per riprendere fiato. Notai come il suo sguardo cadde alla figura disegnata sul braccio: il quarto tipo di inchiostro. Il Jigoku, l'inchiostro maledetto che si era guadagnato il nome di "Inferno", era il più potente colore che un tatuatore potesse usare. Ma per avere questa potenza, necessitava di atti crudeli per essere creato. Fortunatamente, non vi erano più di sei boccette di quest'inchiostro così pericoloso, visto che la settima era appena stata usata. Vi era un particolare rituale per creare il più pericoloso degli inchiostri: consisteva nell'usare il corpo di un essere umano come circuito di raffinamento del liquido, anche più volte, migliorando la purezza della tinta. La storia ci raccontava che vi erano sette capolavori, sette boccette di Jingoku che si diceva essere state purificate cento volte. Sicuramente, era necessario uno spirito d'acciaio per creare un inchiostro così "puro", oppure una mente completamente priva di qualsiasi tipo di moralità.
    Una delle caratteristiche di quest'inchiostro era la sua pericolosità: bastava una goccia per uccidere una persona. Non potei che fissare il serpente disegnato sul braccio del Mozumi: quell'inchiostro era indistruttibile, ma ero riuscito a fermarlo. Un altro elemento particolare era la sua longevità: un corpo tatuato con questo inchiostro si sarebbe conservato dopo la morte, per permettere all'inchiostro ci continuare la sua esistenza. Questo voleva dire che dal braccio di Hakuseki avremmo potuto ricavare del Jigoku? In ogni caso, Hakuseki aveva già del Jigoku da parte, era per quello che erano venuti a cercarlo, no? La sua boccetta era quella del Jigoku no Hana, fornitagli tempo prima da mio padre. Probabilmente voleva che arrivasse a me, prima o poi, ma non l'avrei mai reclamata di diritto.
    Infine, il saggio tatuatore si alzò, dimostrando di essere ancora in forma. Ci saremmo spostati in un luogo più sicuro, dicendo addio a quell'immobile che, probabilmente, sarebbe stato distrutto. Il nostro piccolo viaggio, durante il quale aiutai Hakuseki a trasportare il materiale, si concluse dalle parti del quartiere Yakushi, davanti ad un edificio piuttosto particolare. Sembrava non esserci accesso al piano terra, ma solo a cantina e primo piano. Diciamo che non era il massimo della discrezione, secondo i miei parametri, ma se il Mozumi diceva che il posto era sicuro, mi sarei fidato. Le luci accese e i rumori che sentii provenire dalla cantina mi fecero capire che doveva già esserci qualcuno. Quando osservai il mio maestro con sguardo interrogativo mi rispose che il giovanotto a cui aveva affittato la cantina doveva trovarsi al lavoro. Fra parentesi, il "giovanotto" sembrava essere l'attuale amministratore di Oto, o così capii. Decisamente, quel posto era sicuro.
    Salimmo direttamente al primo piano, senza andare a disturbare l'inquilino al lavoro.

    « Hakuseki, perchè non hai vissuto qui, invece che nella tua vecchia casa? »


    Il dubbio mi sembrava abbastanza legittimo: entrambi gli edifici erano piuttosto mal messi, ma almeno questo sembrava vere una parvenza di vivibilità. Mi rispose che inizialmente era nato come appartamento, ma in seguito venne trasformato in magazzino, per questo probabilmente divenne inutilizzato, finendo poi per rimanere abbandonato. Dunque, venne il momento di riposarsi, finalmente. Tra una cosa e l'altra, ad occhio e croce, dovevano essersi fatte le tre: finalmente un po' di meritato riposo. Fino alla mattina dopo, durante la quale saremmo andati avanti con la mia formazione sui motivi elementali prima di arrivare infine ai primi fuuinjutsu con l'inchiostro Hitashi. Avrebbe dovuto insegnarmi il simbolo di cui parlava, perchè non lo conoscevo, ma ero sicuro di poterlo apprendere velocemente.

    « Va bene, allora buonanotte Hakuseki, domattina lavoreremo sodo. »


    Avevo voglia di imparare, ogni sviluppo mi attirava sempre più. Però, avrei pazientato fino all'alba seguente, il sonno iniziava a farsi sentire. Mi sdraiai, scivolando lentamente in un sonno tranquillo.

    [...]

    Eccomi nuovamente con gli attrezzi in mano, davanti ai rotoli d'esercizio. Dopo un piccolo ripasso sul motivo elettrico, passai a quello del fuoco: non era il mio forte, ma riuscii a cavarmela egregiamente. Iniziai copiando il modello fornitomi dal maestro, fino a memorizzalo così bene da riuscire a riprodurlo senza dover guardare ogni volta. Riusci a immaginare come sarebbe continuato il tratto: in fondo, niente era casuale, c'era un disegno, delle forme e delle proporzioni da rispettare. Il motivo era formato principalmente da numerose linee curve che partivano da un punto centrale formando le lingue appuntite. Tante piccole fiammelle.
    Hakuseki sembrò soddisfatto e mi sottopose un nuovo elemento: l'aria. Vortici, avvolti l'uno dentro l'altro, che al contempo si respingevano, trasformandosi in complicate spirali. Anche la quantità d'inchiostro che inserivo era minore: i tratti erano più sottili e raffinati, come se il disegno stesse per sollevarsi dal rotolo e volare via, sparendo in mezzo alle correnti d'aria. Non era importante solo ciò che volevo rappresentare, ma anche come lo rappresentavo. Probabilmente, il tatuatore voleva che capissi anche concetti come questo, oltre che imparare i movimenti e i disegni basilari.
    I tratti che componevano il motivo dell'aria cambiavano all'improvviso, come il vento, rendendomi più complicata l'interpretazione dello schema che stava alla base del tatuaggio. Ci volle più esercizio rispetto al motivo del fuoco, ma fu un lavoro soddisfacente. Ci avevo preso la mano ormai, anche se copiare disegni già esistenti non è che mi entusiasmasse davvero. Peccato che fossi a metà del mio lavoro: superata l'aria, sarebbero mancati terra e acqua.
    Finito l'elemento a me più avverso, tutti conoscevano le difficoltà che noi Yotsuki avevamo con l'elemento del vento, toccò a quello che più facilmente potevo superare: la terra. Almeno, secondo il punto di vista dei ninjutsu, i disegni erano tutta un'altra cosa. Anche questo elemento non sembrava proprio il mio forte: così statico, immutabile nel tempo, completamente diverso dalle forme che la mia mano disegnava meglio, forse perchè percorsa da chakra elettrico. Chissà se era possibile che persino le doti artistiche di un individuo fossero influenzate dalla sua impronta, una bella teoria, avrei potuto approfondirla in seguito. Il mio obiettivo, in quel momento, era completare il disegno. Continua a impegnare tutto me stesso nell'apprendimento di quel tipo di tatuaggio, senza quel tassello non avrei potuto raggiungere l'apice, il punto che mi ero prefissato. A differenza dell'aria, le linee della terra erano ben marcate, spesso quasi dritte con angoli ben definiti, da un certo punto di vista esprimevano forza. Erano però completamente estranee al cambiamento e alla reattività, particolari che mi interessavano di più.
    Fui quindi felice di passare all'elemento mutevole per eccellenza: l'acqua. Vi erano diversi punti di somiglianza con il motivo dell'aria, i cambiamenti continui e la raffinatezza del tratto, ma vi erano una rotondità e un'armonia ineguagliabili. Erano ovvie anche le differenze tra il motivo dell'acqua e quello elettrico, che cambiava in modo così improvviso, con angoli quasi più pericolosi della punta di una spada. I risultati che ottenni nel disegnare il motivo dell'acqua furono quasi ottimi, avevo capito facilmente lo schema di base, riuscendo a creare subito delle buone opere.
    Poggiai finalmente l'ago e riposi il pennello di fianco al contenitore di inchiostro, quasi esaurito. Probabilmente lo avrei utilizzato per esercitarmi sul simbolo che aveva nominato la sera precedente e, una volta terminato il normale inchiostro, se fossi stato pronto, saremmo passati ad utilizzare Hitashi. Fremevo dalla voglia di andare avanti. L'unico problema era che non avevo mai sentito parlare di quel fuuinjutsu: il Simbolo del Fisico. Ero sicuro che Hakuseki sarebbe stato più che pronto ad insegnarmi un sigillo utilizzato anche dai ninja. Aveva già dato prova di riuscire ad impastare il chakra, aveva cancellato più e più volte i miei disegni, quindi pensai che avesse ricevuto un addestramento, almeno basilare, sulle arti ninja.

    « Finito. Adesso tocca al Simbolo del Fisico. Puoi insegnarmelo? Non lo conosco, in realtà... »





    Mi sono permesso di aggiungere il motivo a fiamma di cui avevi parlato qualche post fa, mi sembrava giusto allenarsi anche su quello prima di passare ai tatuaggi speciali. Se ho sbagliato pagherò col sangue :pwn:
     
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29 replies since 7/11/2012, 20:28   595 views
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