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Come la
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Narrazione
°Pensieri°
«Dialoghi»Non doveva essere passato molto tempo dall'ultima volta che mi ritrovai a passeggiare tra le vie di Ame, dove i raggi di sole non penetravano ormai da molto tempo lasciando spazio infinito all'infinita pioggia. Forse qualche giorno, da quell'evento in cui riuscii a riacquistare la vista, la lingua e l'udito grazie alle abili mani di Orb e dei suoi soci, forse qualche dì in più. Durante il periodo della mia momentanea cecità, avevo completamente perso la mia orientazione (qualsiasi essa fosse), e ciò mi aveva creato non pochi problemi. Dalle ultime parole di Etsuko, capii però che mi ci volevano circa 4 tramonti e 4 albe per riprendere completamente l'uso degli occhi - questi nuovi con delle splendidi iridi azzurrastre e qualche inspiegabile puntino nero intorno-, e un altro paio per riprendere completamente le conoscenze che il mio Clan - sempre esso sia maledetto - al fine di riacquistare il legame profondo che avevo creato tempo prima con Asmodai. Seppur stetti giusto 4 giorni dal mio recupero del Magan a preoccuparmi della sua assenza, egli tornò a farsi vivo non appena riuscii a Vedere ciò che altri non vedevano, ovvero il colore dell'Energia Vitale delle persone. La cosa mi sorprese e, come normale che sia, mi rallegrò al contempo. Mi sorprese poiché pensavo che quel Demone mi avesse ormai abbandonato per sempre dopo la sconfitta con la ragazzina sunese (non altro se non una piccola deviazione sulla mia Strada), e mi rallegrò poiché riacquistai l'amico, fido consigliere, nonché saggio fratello di cui tanto necessitavo negli ultimi due mesi. La sua mancanza, del resto, mi era pesata come un macigno; una pietra lastricata, un peso, e un fardello da portare. La sua voce, come prima del mio passo falso, risuonò oscura nel mio cervello, assicurandosi che fossi io e dicendomi che era tornato per ridarmi ciò ch'era mio. Io, d'altro canto, non potei che inchinarmi alla sua benevolezza, e stimare il suo profondo senso di amicizia che nutriva nei miei confronti. E seppure pensavo di riuscire a mascherare perfettamente i miei dialoghi con lui - questi quasi sempre (nei pochi casi in cui si parlavo d'altro ero costretto a subirmi le sue lamentele per essere nato un Demone e non un uccello, oltre a dovergli fare inutili complimenti per aver imparato nuovi, anch'essi inutili, vocaboli dal mondo ninja) riguardanti tematiche politico-filosofiche di medio-alto livello - , dovetti ricredermi: mi ero dimenticato che soltanto io potevo sentirlo nella mia testa, e che gesticolare con le mani mentre si camminava da soli poteva essere malvisto da alcuni, pignoli, abitanti di Ame. Non che la cosa mi preoccupasse in qualche piccola, spicciola maniera; del resto, la mia reputazione ninja alla vista di taluni era già di per sé inferiore a livello del "fondo". E la cosa mi andava anche bene, come del resto andava bene anche ad Asmodai. Fu egli a confermare la sua voglia di collaborazione con me in uno dei nostri lunghi dialoghi sui Massimi Sistemi del Mondo.
Ciò che invece egli non mi confermò, fu l'assoluta necessità d'agire per realizzare i miei piani. Fui io, spinto dalla mia poderosa volontà e della voglia di fare, a proporre vari piani e vari passi da seguire per arrivare all'obiettivo. Passi, di cui il primo ci condusse in un caldo Bar di Ame per sfuggire all'eterna pioggia di quel villaggio, oltre che ai insistenti e oltremodo fastidiosi sguardi delle persone. Così, ordinato del saké e sedutomi in un angolino nella penombra, cominciai l'elaborazione del mio piano insieme al mio amico più fidato. Le prime idee - devo ammetterlo - furono le più deliranti, ma sorprendentemente, furono anche a essere prese in maggiore considerazione. Non seppi dirne il perché, ma come ai bei vecchi tempi passati, le idee mi prendevano come se fossero scintille; piccole stelle volte ad accendere dei grandi fuochi.
Già, non ero per nulla cambiato.
Con gli occhi vigili, osservai silenzioso quel calmo andare e venire di persone e di gente. Facce allegre a bere, volti disinteressati, non impauriti e non pensierosi. Piccole monetine che scivolavano via dalle loro mani, per cadere sul bancone con un tonfo metallico, e poi bere, bere e ancora bere. Non sapevo quanto quelle persone bevevano, ma osservarli farlo mi fece saltare in mente dei ricordi, delle immagini e anche, ahimé, delle idee.
«Blah! I soldi muovono le persone. Il Denaro è il motore delle cose. Cosa pensi avrebbero fatto costoro se non avessero quelle monetine?.. »
°Avrebbero svolto una vita diversa, forse. Non a marcire in un locale, ma a combattere sui campi di battaglia.°
«Già. Il denaro acceca le persone, né è l'illusione più forte. Quando ero piccolo, mio padre mi raccontava sempre che ognuno era catturato da una propria illusione, ne era rimasto intrappolato. Il Denaro, bhe... è l'illusione del Potere, è l'illusione dei poveri e perciò dei molti. Chi ha Denaro, pensa di avere il Potere, ma non è così. Solo un dettagliato sviluppo spirituale, una ricerca interiore, una mente lucida e razionale possono permettere di possedere il Potere, quello vero, smentendo così la presunta forza dei Ryo. »
°Capisco. Il tuo piano quindi sarebbe quello di diventare il più ricco uomo al Mondo per comprarti Kiri?°
«Nah. Comincerò a raccogliere i soldi. Mi arriccherò abbastanza da potermi comprare un esercito. Farò cadere le persone nella mia illusione: farò pensare loro che sono un Dio venuto al Mondo per imporre il proprio volere, farò pensare loro che i miei soldi sono infiniti, farò pensare loro che il mio esercito è infinito, che il mio Potere è infinito...»
°E invece?°
«E invece no. Ogni illusionista ha i suoi assi nella manica. Ogni illusionista illude il proprio pubblico, deviandone l'attenzione, e in ogni illusione, in fondo c'è qualcosa di Vero. La mia Verità sarà la loro sconfitta.
La mia Arte tornerà ad essere il loro incubo.»
Furono attimi in cui percepii le sensazioni del Demone che tanto mi erano mancati: paura, rabbia, odio, rassegnazione, gioia, felicità, tristezza. Ogni cosa che si sovrapponeva ad un'altra; ogni cosa, che sembrava essere l'ombra di un'altra. I Demoni, incomprensibili entità agli umani. Eppure, tanto mi erano vicine le sue sensazioni. Tanto mi ero vicine le sue emozioni. Pensavo forse che la sua concezione del Mondo era divenuta uguale alla mia? M'illudevo forse nel pensare che egli e io potevamo diventare la stessa cosa? Non seppi dirlo, ma ciò che fu sicuro era che la mia illusione era piacevole, e volevo che tale fosse: divenire io stesso un'illusione. La domanda, del resto, non era esistere o non esistere, bensì: era possibile esistere e non esistere in contempo?
Sì. Ne ero certo. Sì.[...]
«Cominciamo.»
Quando uscii dal locale in cui mi ero appollaiato, fuori pioveva ancora. Le gocce scendevano dal cielo a una velocità impressionante, e io dal canto mio, pensai che piovesse così tanto per segnare l'alba di una nuova Era per l'umanità, anche se in fondo era del tutto un fenomeno normale in quei posti. Erano minuti di calma e silenzio. Un virtuoso, lento, andare del tempo; come un respirare aria gelida, prima di andare. Mi serviva qualcuno per iniziare.°Il primo passo?°
«Sfruttare il falso perbenismo delle persone. Rapiremo qualcuno, poi chiederemo il riscatto. Poi ne rapiremo qualcun altro, e chiederemo di nuovo il riscatto. Su questo mondo di rovine, ne costruiremo uno nuovo.»
°Un Mondo di Luce?°
Sorrisi.«Un Mondo dei Giusti, un mondo di Kiri.»
Rimasi sulla soglia della porta per un po'. Non seppi dire con precisione per quanto fui lì, ma al tramonto del Sole notai che smise di piovere. Le raggi filtrarono allora attraverso le sparse nubi, illuminando Ame con ciò che a quel Villaggio mancava da tempo: Speranza.
Rapidi, i miei occhi andarono a ricercare la mia prima preda, il mio primo passo verso la realizzazione del mio Sogno. Non sapevo ancora a chi sarebbe toccato l'onore, il dare Via alla mia Strada, e del resto non era così importante.«L'era del falso perbenismo sta per finire. L'era di Kiri, inizierà a breve.»
°L'era di Kiri? Era dei Demoni! Uomini di questo Mondo e Demoni di Geenna meritano di vivere insieme, non credi?°
Afferrai il cappuccio del mio mantello, mettendomelo sulla Testa. Nella penombra dello stesso, un piccolo sorriso venne a formarsi sulle mie labbra.«Già. Sarà un mondo di Giusti. Illusoni e realtà vivranno uno accanto all'altro... Mi serve solo qualcuno da catturare.»
SPOILER (clicca per visualizzare)Ot.
Parte introduttiva al combattimento con Alkaid, tra le Mura di Ame.. -
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Bersagli
InteressantiAme non era di certo un posto per bambini.
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Narrazione
°Pensieri°
«Dialoghi»Che Ame non fosse un Villaggio per ricchi, lo si era capito ormai da tempo; con precisione, da quando l'Accademia aveva deciso di "poter decidere", giocando con gli altri Villaggi e con le vite delle persone. Un fenomeno normale, del resto, per un'associazione che tra le propria fila poteva contare su non-shinobi come il Mizukage, come il Nara, come lo stesso amministratore otese, o come la poco simpatica e poco intelligente kunochi della Sabbia. Volti che già di loro rappresentavano il lento decadere morale, un lento decadimento spirituale e fisico; un effetto intrinseco all'Accademia. Un tramonto - questo - che avrebbe presto trascinato l'associazione a delinquere denominata "Accademia" e i villaggi che ne facevano parte in un lungo, buio, tenebroso oblio. Del resto forse loro non sapevano che scrutare dentro l'abbisso, permetteva all'abbisso di scrutare dentro di te.
«Devo catturare un ninja. Un qualcuno che sia all'altezza di essere catturato, e anche un qualcuno che possa darmi abbastanza denaro da poter partire. Un shinobi di valore, insomma. »
°Non faresti forse meglio a catturare un ricco commerciante?°
«Anche. Ma ora devo concentrarmi per misurare le mie capacità. »
°Capisco.°
Un problema non piccolo, insomma. Trovare un shinobi di quel genere ad Ame sarebbe stato abbastanza difficile, se non del tutto impossibile forse. Un ninja al mio livello, che mi avrebbe permesso non solo di svolgere una battaglia all'altezza delle mie aspettative, ma anche, una volta catturato, di guadagnarci un bel po'.
I candidati che riuscirono a catturare la mia attenzione, passandomi davanti sulla strada a cui si affacciava quel locale (una delle più poppolate di tutta Ame), furono 3 o 4; non seppi dirlo con precisione.
Vi fu dapprima una donna. Non capii il perché, ma assomigliava alla kunoichi che collaborava insieme a Orb. Indossava un lungo mantello violastro, e il suo viso sembrava essere il viso di una donna decisa. Pensai che fosse una ricca kunoichi di un qualche villaggio, e che per il suo riscatto mi avrebbero coperto d'oro. Vi fu però un elemento che non mi convinse: non sembrava essere speciale. Non, quindi, un qualcuno adatto a permettermi di risorgere dalle mie ceneri, a segnare l'inizio della mia rinascita e dei cambiamenti nel Mondo.
Tra le grandi masse di persone che si spostavano lente sotto la pioggia, vi fu poi un omino di grandi dimensioni a farmi riflettere sulla possibilità di concentrare su di lui tutte le mie attenzioni. Non si vedevano spesso uomini di quel genere ad Ame, e non mi ci volle molto per capire che probabilmente era solo uno a caso venuto da chissà dove. Probabilmente nemmeno un ninja. Uno che non aveva valore alcuno, e che pertanto non era degno affatto della mia attenzione.
Dovetti aspettare la fine della pioggia, per vedere finalmente un qualcuno che attirò la mia attenzione più degli altri. A semplice vista, era un bambino. Un bambino qualsiasi, forse. Ma era proprio quello il punto: ad Ame, dove spesso regnava l'anarchia assoluta (e la colpa era solo e soltanto accademica), un bambino camminava solo soletto in mezzo a persone affamate di soldi, e di fama... e fra non molto vi sarebbe stato il tramonto, "l'ora degli avvoltoi", come mi piaceva chiamarla. Se non sapeva difendersi, sarebbe stato presto catturato e, probabilmente, venduto al mercante degli schiavi, oppure ucciso e dato in pasto ai cani che abitavano ad Ame. Una sorte decisamente non benevola.
All'improvviso ricominciò a piovere con la stessa intensità di prima, quasi non volesse più smettere. Sistematomi il cappuccio del mantello sulla testa in modo che nascondesse, seppur parzialmente, il mio volto nell'ombra, uscii dal locale, seguendo il bambino a una distanza di circa 10 metri senza perderlo mai di vista.«Andiamo.»
Dissi, informando As delle mie intenzioni.
Chissà che quel strano, solitario, bambino che girovagava per le vie di Ame, non mi avrebbe dato opportunità per vedere chi era e cosa nascondeva.
Ame non era di certo un posto per bambini.
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Il mio
bersaglioLe grigie nubi non lasciavano mai presagire qualcosa di buono. Tantomeno se ci trovavamo vicino ad Ame.
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°Pensieri°
«Dialoghi»L'eterna pioggia di Ame mi piaceva abbastanza da farmi sentire a casa. Certo, non vi era l'eterna nebbia kiriana a calmare e rendere tranquillo e silenzioso il mio animo (cosa questa che tra l'altro mi mancava non poco); ma dovevo ammettere che le gocce di pioggia, pur infondendo in me uno stato emozionale diverso, riuscissero comunque a farmi tornare in mente le immagini, e ricordi, di quel che Kiri fu per me. La pioggia, del resto, era un fenomeno poetico, e bello. Come la nebbia, poteva presentare un significato più ampio, e profondo. Pian-piano - ne ero certo - mi ci sarei abituato, anche se nulla mi avrebbe mai sostituito la mia amata Kiri.
Camminai dietro il bambino per un po'. Non molto a dir la verità. Giusto il necessario per capire che il suo comportamento era del tutto normale. Un bambino come un altro, in fondo. Camminata tranquilla la sua. In mezzo a tutto quel casino di assassini, traditori e shinobi caduti in disonore, un bambino non poteva mantenere una tale tranquillità d'animo. Era abbastanza irreale, il che mi fece pensare che non sapesse dove si trovava. Scartai comunque quest'opzione, era abbastanza improbabile. Mi diede modo anche di capire che non era originario di Ame, poiché attraversò le mura uscendo dalla Città. Una specie di ironia della sorte: fortuna che non toccava a me il turno alle mura in quei giorni. Dal canto mio, cercai di mantenermi il quanto più possibile distanziato da lui. Non dovevo, certamente, perderlo d'occhio, ma nemmeno di essergli troppo vicino per far destare in lui dei sospetti.
L'intuizione che quel ragazzino non fosse un normale comune ragazzo come tutti, crebbe comunque in me nel mentre camminavo seguendolo. Volli quasi gettarmi contro di questo, in modo da catturarlo e finire la storia. Tuttavia, non lo feci. Troppi rischi, troppi occhi puntati. E se era davvero solo un innocente bambino?.. Chissà qual'era il sangue che scorreva nelle sue vene.°Vuoi vedere il colore della sua Energia Vitale, Seinji?°
«No. Non ancora. »
Lo seguii per circa 100 metri dalle mura di Ame, verso Sud. Nessun cenno, il tutto nella norma - a parte, ovviamente, il diluvio che sarebbe enuto da li a poco. Improvvisamente, il bambino si voltò verso di me. Probabilmente, un unico ingenuo sguardo per constatare che anche io mi muovevo assieme a lui nella sua stessa direzione. Meno probabile che abbia scoperto la mia presenza con altri metodi.
Più curioso, decisi di proseguire. Da lì in poi, si prospettava un gioco di astuzia; uno di quelli che amavo non poco.
Se era colui che io cercavo per usarlo come uno strumento per i miei fini, l'avrei scoperto da lì a poco.
Nonostante i miei occhi fossero puntati dritti sul soggetto, non mi fermai né rallentai la mia camminata. Se l'avessi fatto, il bambino avrebbe probabilmente compreso che lo seguivo; un'eventualità, questa, da scongiurare. Continuai a camminare tranquillamente in avanti, salutandolo semplicemente quando questi si voltò per vedermi, o per osservarmi.
Gli sorrisi, cercando di far finta di nulla.«Brutta giornata, eh?»
Gli chiesi, cercando di sembrare il quanto più possibile amichevole verso di lui [Recitazione] Modulai il tono della mia voce in modo da farla sembrare il quanto più possibile gioiosa e solare. Avrei dovuto avere la fiducia di quel tipo, in modo da capirne i segreti più intimi. Poi, sarei passato senz'altro a fare il mio dovere: la mia rinascita era un obbligo.
Qualcuno si sarebbe fatto male quel giorno, ormai ne ero quasi certo. Quando il Demone chiede sangue, tu devi darglielo. Del resto le grigie nubi non lasciavano mai presagire qualcosa di buono. Tantomeno se ci trovavamo vicino ad Ame.SPOILER (clicca per visualizzare)Abilità utilizzate:CITAZIONERecitazione [1]
Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica. L'utilizzatore possiede alcune conoscenze di recitazione. Questa conoscenza presuppone comunque un margine di errore, di mal'interpretazione.
[Da Genin in su]. -
Alkaid69.
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mio amico?SPOILER (clicca per visualizzare)× Off-Game ×
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«Dialoghi»Non seppi dire con precisione (e se avessi saputo farlo, questa sarebbe stata anche poco più che approssimativa) se le mie parole avessero sortito l'effetto desiderato. In effetti, quel ragazzo si comportò alquanto stranamente: dapprima mi squadrò, come se cercasse di vedermi attraverso. Non che fosse facile farlo per lui: da tempo immemore ormai mi ero abituato a mentire, sia col fisico che con le parole. Lui probabilmente non si fidò. Prese qualcosa, ci scrisse sopra qualcosa e poi me lo lanciò.
M'insospettii. Vi fu una strana tentazione in me. Tanta, che quasi non volli prenderlo. Capii però subito che il bambino, per ora, non aveva motivi alcuni per farmi cadere in una qualche strana tipologia di trappola. Così raccolsi il foglio, e lessi quel che vi era scritto.°E ora, Seinji? °
«Sì Fra Poco.. »
Sussurrai, con le labbra coperte dal colletto del mantello. Speravo non mi sentisse; sarebbe stato problematico alquanto se l'avesse fatto. Probabilmente mi avrebbe preso per pazzo. Poco m'importava. Da quelle lettere, potei capire ch'era muto. Un bambino interessante, del resto. Dovevo però capire quali erano le sue capacità.«Così te ne sei accorto, eh?»
Sorrisi, mostrandomi questa volta sicuro di me. Mi aveva scoperto. Probabilmente era già da un po' di tempo che si era accorto della mia presenza alle sue spalle. A dir poco fenomenale. Aveva, quindi, delle capacità sensoriali quel ragazzo? Un shinobi di alto livello, forse. Valeva la pena testarlo.«Vuoi conoscere un mio amico?»
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Alkaid69.
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«Dialoghi»Non gli interessava? Non che m'interessasse... Sgarbato, però, quel bambinetto. Non solo osava camminare, beffardo, per le vie di Ame (pensava forse di prenderci tutti per i fondelli in una tale maniera?), ma era anche pieno di sé. Dovevo dargli una lezione. Batterlo, sconfiggerlo, immobilizzarlo, venderlo. Diventare ricco, ne sarebbe stata solo una conseguenza. Forse, misurare anche le mie capacità. Del resto, dopo quei brutti avvenimenti con la sunese, volevo accertarmi di essere ancora un ninja in grado di combattere ad alti livelli. E perché no? Ogni combattimento era, del resto, un buon modo per fare esperienza.
«Ma come sei sgarbato! In fondo, mi serve solo del Denaro. Ce li hai mica 20.000 RYO da prestarmi?»
Gli chiesi, riferendomi sopratutto ai vestiti nuovi che aveva acquistato. Doveva essere di buona famiglia, e i soldi che cercavo doveva pur averli. Del resto, era chiaro che io avrei saputo utilizzare il suo denaro meglio di quanto lo aveva fatto.
Vestiti... tsk. Banale e superficiale. Solo io miravo a comprare equipaggiamento, armi e bombe, una casa per sconvolgere il futuro ordine delle cose? I soldi, cavolo! Sì, mi servivano!«Non ti lascerò andare se non mi dai ciò che cerco. Piuttosto rivenderò il tuo corpo... morto.»
Sorrisi. Al muto spettava la scelta.
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