Sotto un Sole Accecante

[Ame] | [Recupero]

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    i778615_Mare



    Oscurità. Solo nera e fredda oscurità lo avvolgeva. Erano passati un paio di giorni, forse tre o forse anche più da quando Seinji era stato sbattuto in culo al mondo, nella più deserta e sperduta spiaggia del paese del The. L’Akuma era stato freddamente mutilato dal suo Kage per i crimini commessi, fatto a pezzi da una forza e potenza al di sopra delle sue possibilità che con severa giustizia gli aveva tolto ciò di che più prezioso aveva.


    L’acqua che lo aveva bagnato per il primo giorno era fredda e dannatamente salata, per quanto poteva esserla dato che senza lingua sarebbe stato difficile capirlo fino in fondo. La morte più volte lo avrebbe chiamato a se cullandolo con sensazioni di pace e suoni talmente melodiosi da volerla seguire. Eppure no Seinji era rimasto li senza ascoltare la sua voce. Il destino aveva grandi progetti per lui, un destino privo di compassione e tinto nel sangue più rosso. Tentare di andarsene di li sarebbe stato inutile, la fenice del Mizukage aveva fatto un gran bel lavoro gettandolo in una grande spiaggia che disegnava un immenso golfo delimitato da altissime scogliere di pietra invalicabili senza l’uso della vista e di strumenti adatti. Anche un ninja esperto nel controllo del chakra avrebbe trovato difficoltà a superarle, forse non era stato gettato li a caso dopotutto. Chiunque sarebbe morto nel giro di poco tempo e anche tentare di scappare via mare si sarebbe rivelato essere una sfida impegnativa date le immense onde che costantemente si fiondavano con immane potenza sulla spiaggia.


    Seinji poteva volare, una barriera così non era nulla per lui. Il suo limite tuttavia sarebbe stato un altro questa volta. La fame e la stanchezza lo avevano piegato alla dura realtà lasciandolo senza energie e cibo per poterle recuperare. Solo quando la disperazione più totale e la rassegnazione lo avrebbero avvolto una luce di speranza si sarebbe lasciata intravvedere lontano nel tunnel di tenebre. Delle voci si stavano avvicinando a lui, poteva sentirle distintamente rimbombare sulla sabbia se il suo orecchio buono vi fosse stato appoggiato. Borbottavano qualcosa ma distinguere le parole sarebbe stato impossibile fino a quando non gli furono addosso.

    -Ehi guarda qua!.. eh questo chi diavolo è?!. Porca vacca guarda la sua faccia!!..-


    -Sarà qualche naufrago!.. ehi amico mi senti?.. mi senti?!.. cazzo è completamente senza faccia!!!-


    Due uomini lo stavano chiamando e punzecchiando con un bastone o un remo forse. Si sarebbero sincerati che fosse vivo prima di continuare a infastidirlo e riprendere a parlare in modo alquanto pericoloso. La fortuna non era certo dalla parte del giovane Akuma, non ora che le forti e grosse mani dei due lo avevano tirato su da terra tenendolo per le braccia.

    -AHAHAHA.. accidenti che fortuna.. questo tizio è messo male.. ma sono sicuro che riusciremo a cavarci fuori qualche soldo vendendolo!..-


    -Mah non so amico.. guardalo.. respira appena.. inoltre gli hanno cavato gli occhi.. fa impressione!..-


    -Tsk!.. hai visto anche tu.. a quelli non importa come glieli portiamo.. a loro bastano che siano vivi.. il resto non conta!..-


    -Bah.. se lo dici tu!.. forza caricalo sulla barca.. siamo in ritardo con le consegne per colpa tua.. la prossima volta trova un posto più comodo dove venire a seppellire i tuoi dannatissimi tesori!..-


    Seinji sarebbe stato incappucciato e messo a tacere con un colpo se si fosse ribellato. Come se fosse stato necessario pretendere precauzioni come quelle. La stanchezza e le botte lo avrebbero messo a dormire per chissà quanto tempo. Era stato catturato da non si sa chi, un colpo di fortuna che di sicuro lo avrebbe tenuto in vita almeno per il momento.





    […]





    Al suo risveglio non sarebbe bastato molto per capire che era finito nel ventre di una nave. Il mondo attorno a lui oscillava e dondolava mentre un terribile olezzo gli sarebbe arrivato al naso, odore di merda e piscio. A destra, a sinistra, davanti e dietro qualcuno lo stava spingendo ad ogni oscillazione, sembrava che lui non fosse l’unico a starsene li seduto con le mani incatenate. Grosse e fredde catene di ferro lo avvolgevano ai polsi e alle caviglie, usare qualsiasi arte ninja sarebbe stato totalmente impossibile oltre che inutile. L’unico rumore che si sentiva erano le onde del mare che ad ogni oscillazione si infrangevano sulla nave ed il cigolare del legno che non dava tregua al suo unico orecchio buono. Qualcuno gli aveva bendato la faccia tamponando alla bene e meglio le ferite che aveva riportato, per lo meno non sarebbe morto dissanguato. Sarebbe successo tutto senza preavviso, l’odore di merda per qualche istante sarebbe stato coperto dall’odore di quello che doveva essere del stramaledettissimo pane vecchio e ammuffito. Anche senza naso poteva percepirne appena l’odore.

    -Finalmente ti sei svegliato amico.. credevo fossi morto.. e cominciavo a crederci!.. puzzi da morire!.. tieni ne vuoi un po’..-


    La voce di un ragazzo avrebbe rotto il silenzio porgendo un pezzo di pane vicino al labbro secco di Seinji. Forse in quel momento avrebbe preferito un bel bicchiere d’acqua ma anche quello era pur sempre un raggio di luce in mezzo a quello schifo. Il ragazzo avrebbe sorriso qualsiasi fosse stata la reazione del muto. Si perché Seinji si sarebbe reso conto che senza lingua non era più in grado di proferire parola. Il ragazzo lo avrebbe fissato un po’ prima di riprendere a parlare.

    -Io mi chiamo Kodain!.. tu come ti chiami?!..-


    Il ragazzo sarebbe rimasto a fissare Seinji. Anche provando a parlare il ragazzo avrebbe solo emesso una serie di suoni senza senso, purtroppo parlare senza lingua era impossibile, una bella gatta da pelare dato che non poteva comunicare con nessuno anche volendo.

    -Oh capisco sei sordo?!.. ah no?!.. allora sei muto.. e cieco a quanto vedo.. beh non ti chiederò che ti è successo però posso dirti che sta succedendo.. se non lo hai già intuito siamo dentro ad una nave.. una nave che tratta schiavi.. prima che mi catturassero ero un girovago.. forse più un ladro girovago che altro!..-


    Il ragazzo avrebbe fatto una pausa, parlare non era consentito li dentro e ad ogni parola pronunciata una frustata era pronta a saettare verso la sua schiena. Non sembrava però volere star zitto e forse la cosa non era poi un male per Seinji che poteva così farsi un’idea di dove fosse andato a finire.

    -Ho sentito che ci venderanno ad un asta che si terrà ad Ame.. cavolo quel posto è terribile.. ci sono stato una volta.. acqua ovunque ad ogni ora!.. ma raccontami un po’ di te.. oh cavolo scusa.. lo avevo dimenticato.. non puoi parlare!..-


    Seinji non solo era finito in guai grossi, ma lo avevano pure messo vicino ad un perfetto idiota. La situazione andava di male in peggio, forse restare nelle prigioni di Kiri per il resto della sua esistenza era una prospettiva più allettante di quella che ora stava vivendo e sembrava essere il suo destino. Cieco, muto e mezzo sordo in catene nel ventre di una nave piena di merda, proprio un brutto affare.




    CITAZIONE
    OT// La giocata è stata Autorizzata dall'Amministrazione e permetterà al PG di Leopolis di provare a recuperare le funzionalità sensoriali di Seinji Akuma.

    Ok Leo semplice Intro!.. divertiti e descrivere come Seinji vive la sua nuova situazione da menomato.. nei prossimi post colpi di scena fotonici di abbaglieranno! //OT

     
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    L'inizio
    della rinascita.



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    × Legenda
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    Non seppi dire quanto durò il volo che feci, imprigionato negli artigli di quel stupido uccello. Volare mi piaceva. Era l'unica cosa che riusciva a farmi sentire libero. In quei momenti però, non potei far altro che rendermi conto di essere un topo in gabbia. Il mio corpo era stato scalfito di nuovo. Ciò che di più prezioso avevo mi era stato di nuovo tolto. Il mio volto era stato sfigurato, la mia lingua tagliata via. La morale, abbattuta. Volavo intuendo la mia destinazione, comprendendo che forse non ci sarebbe stata alcuna via di ritorno. Il soffice, dolce vento accarezzava nuovamente la mia pelle, e il buio di nuovo mi circondava; questa volta però era diverso. Non vi erano più i freddi, umidi muri della prigione a circondarmi. Era solo un freddo, pruficatore vento.
    La gola mi bruciava. Avevo sete. Percepivo ancora il sangue scorrerci dentro. L'orecchio, o meglio quel che ne rimaneva, mi bruciava come se ogni secondo fosse infilato con mille lame ardenti. E infine gli occhi... La loro mancanza mi doleva più di ogni altra cosa. Le 2 cavità ormai bruciavano non poco, eppure mi ci abutavo senza problemi visto il mio triste destino. Non era il dolore fisico il mio problema più grande: era quello interiore. Mi sentivo sconfitto, umiliato. Sentivo la morte giungere, sentivo come mi chiamava. Ne ero attratto. Quella voglia di porre fine a ogni cosa, di tirare fuori un coltello di quelli che Etsuko mi aveva lasciato e di piantarmelo dritto nel cuore voleva prendere sopravvento. Eppure sapevo di non poter morire. Sapevo di non poter afferrare quelle oscure, strane mani che la morte mi offriva e di incamminarmi per i sentieri oscuri. Sarebbe stato banale, facile, infantile. Forse, se il Mizukage mi avrebbe tagliato la testa via dal collo, in fin dei conti mi avrebbe fatto felice risparmiandomi tutta quella sofferenza.
    Stretto negli artigli della Fenice, mi sentivo un peso morto ormai. Un'inutilità destinata alla sola sofferenza, a vagare tra le genti in cerca di pietà, di cibo, o di riparo sotto un tetto. Ormai, quel che era rimasto di me era solo un vago ricordo. Soltanto un piccolo, inutile ricordo dello splendore che una volta Seinji Akuma era. Ormai ero poco meno di un'ombra di me stesso.


    °Sabbia?°

    Fu più o meno quello il primo pensiero che mi balenò in mente, quando gli artigli della Fenice mi lasciarono andare su della rovente sabbia. Odiavo la sabbia, in ogni sua forma. Il Mizukage probabilmente lo sapeva. Così aveva deciso di spedirmi nel punto più caldo e lontano da Kiri. A lasciarmi marcire lì, ad abbattermi moralmente. La mia sofferenza era per lui motivo di godimento. Lo capivo. Del resto, la sofferenza era il motivo principale per cui mi aveva lasciato in vita; il vedermi in quello stato pietoso, nel vedermi essere solo l'ombra di quel che io fui, doveva provocargli enormi gioie. Vedeva in me spegnersi minacce per il suo trono. Si sentiva probabilmente sicuro di ciò che faceva. Sentiva che divorare Kiri dall'interno era in linea con il suo operato. Traditore, non era altro. Se non fosse stato per mano mia, sarebbe stato per mano di Tatsuki, o dei miei discepoli. Ma sarebbe morto. Avrebbe cessato di esistere lui e il suo stupido modo di governare Kiri sarebbero morto con lui. Ne ero certo. L'odio che provavo nei confronti di quell'uomo superava ogni altra possibile forma di odio. Superava la rabbia che nutrivo nei confronti del Nara, di cui l'unica colpa era aver tradito il proprio villaggio. Superava la rabbia nei confronti dei sabbiosi che, pur essendo mezz'uomini, avevano quantomeno una dignità. Probabilmente, dal momento in cui toccai sabbia e per 3 giorni successivi, fu proprio l'odio verso il Mizukage a nutrirmi. Esso non mi permetteva di passare oltre, donando la mia anima agli astri. Vendetta? No. Era un qualcosa di diverso. Non era semplice vendetta: era odio. Odio puro e purificatore. Ma come ogni sentimento era anche energia. Era quell'idea che ormai viveva in me, e io vivevo in lei. In quei giorni tra vita e morte, mi feci una promessa: se fossi sopravissuto, recuperando le mie capacità, mi sarei nuovamente dedicato alla mia causa. Sarei morto per essa. Giorno e notte avrei pensato a come ottenere la mia cara vendetta, e come far risorgere quel villaggio che tanto amavo. Insieme a quell'odio rivolto a quel Mizukage tanto dekirineizzato e ai piani futuri, riuscii a sopravvivere abbastanza per ascoltare delle voci venirmi incontro.
    Non seppi dire con certezza se era quello l'istante in cui sarei rinato per l'ennesima volta, ma quel che certamente seppi ammettere era che la piccola fiamma che ardeva al mio interno non si era ancora spenta del tutto. Forse c'era ancora possibilità di camminare.


    °Naufrago?°

    Ascoltando quella parola, mi ricordai di avere ancora i vestiti di un marinaio kiriano addosso. Probabilmente, la cosa mi avrebbe aiutato ai primi tempi: se le persone non avrebbero capito il mio essere nukenin, sarei riuscito a sopravvivere qualche ora in più. Magari, vedendo un marinaio in quel stato, mi avrebbero concesso un trattamento migliore e forse anche un medico. Seppur più morto che vivo, sentii la fiamma della speranza riaccendersi d'improvviso.
    La presenza di quelle persone lì, non era certamente frutto del puro caso. Forse, era il messaggio divino che voleva dirmi di dover completare la mia opera. Forse, io stesso altro non ero che uno strumento nelle mani del divino; volto ad agire per risollevare Kiri dal baratro in cui è sprofondato, togliendo il Mizukage dalla carica che non gli apparteneva. Considerai l'arrivo di quei due uomini mentre ero ormai sul punto di morte come una salvezza, come un segno, come la conferma della missione che dovevo compiere. Missione conferitami dallo spirito degli antichi avi di Kiri, e che dovevo senz'altro portare a compimento per il bene dei kiriani stessi.
    Le ultime cose che percepii prima di venire incappucciato (e per qual motivo lo facevano non seppi dirlo: ero cieco e mezzosordo) furono delle parole che parlavan di schiavi, e poi fui caricato su chissà quale barca. Lì persi i sensi. Onestamente senza sapere se li avrei mai più ritrovati.

    Ritrovai i sensi del tempo dopo. Non seppi esattamente quanto tempo, ma sicuramente non molto. Qualcuno si era preso cura di me, aggiustandomi le ferite. Riuscii a percepirlo per via di un minor bruciore rispetto a prima. Il fondo dov'ero stato messo oscillava, facendomi coprendere la natura navale del luogo dove mi trovavo. Doveva essere davvero un posto schifoso, come erano schifosi gli odori che vi trovavano riparo. Quel che percepii dopo, furono anche delle grosse catene che mi avvolgevano i polsi e le caviglie, oltre all'odore e al sapore di un pane ammuffito che, per ripicca o semplice disgusto, non volli mangiare. Probabilmente - e lo capii subito - ero su una nave che mercanteggiava schiavi e la cosa non mi piaceva per nulla. Del resto, però, capivo benissimo di non poter agire in alcun modo per evitare di trovarmici. Dovevo accettare la realtà per quel che era. Ora altro non ero che un debole, fragile, inutile schiavo. Come se non bastasse, il crudele destino decise di mettermi vicino anche un perfetto idiota che non faceva altro che parlare. Se avessi potuto, lo avrei strangolato con le mie stesse mani, ma tant'era che dovevo resistere si auoi inutili vaniloqui. Forse, se avessi avuto la mia lingua gli avrei già suggerito di ammutirsi e pensare a come fuggire da quella situazione di merda. A qualcosa però il ragazzo servì senz'altro: nel suo lungo monologo disse che ci avrebbero venduti ad un'asta ad Ame. Le cose, riflettendoci, non si stavano mettendo poi così male...


    Edited by leopolis - 10/10/2012, 22:37
     
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    Il viaggio in nave non sarebbe durato poi tanto. Nel giro di un paio di giorni Seinji era approdato assieme al resto degli schiavi in uno dei porti di pirati presenti sulle coste del paese del The. Da li sarebbero stati tutti caricati su dei grandi carri che a gran velocità li avrebbero condotti ad Ame. Durante tutto il viaggio Seinji avrebbe avuto al fianco il fidato compagno di avventura Kodain. Il ragazzo non gli avrebbe dato pace durante tutto il viaggio continuando a parlare di qualsiasi cosa, della sua vita prima di essere catturato, della sua fidanzata che lo aveva trovato con un’altra, delle mangiate scroccate al chiosco a konoha e tante altre cavolate del genere. Per Seinji che tanto amava sentire parlare di argomenti simili sarebbe stata una goduria.


    Difficile dire quanto tempo fosse passato da quando era stato sbattuto sulla spiaggia, sta di fatto che il kiriano era ancora vivo. Le sue ferite erano state ripulite quasi ogni giorno da quando lo avevano bendato proprio per non lasciarlo morire, quelli vendevano schiavi ed uno schiavo morto non serviva a nulla e non era buono nemmeno da dare ai cani da guardia. Durante il viaggio avrebbe sicuramente notato l’abbondante quantità di acqua che scendeva costantemente dal cielo, segno che si stavano avvicinando ad Ame.


    Seinji era stato trascinato assieme alle sue pesanti catene all’interno di quello che doveva essere uno stanzone o un edificio. Il luogo era caotico e sembrava più di essere al mercato del pesce che altro. Centinai di voci si levavano al cielo, alcune incitando altre a comprare altre invece dubbiose sulla qualità del prodotto che veniva loro offerto. Seinji avrebbe passato parecchie ore li seduto assieme ai suoi compagni di viaggio, i passi della gente che andavano avanti e indietro lo avrebbe forse fatto quasi impazzire, ma sicuramente nulla come un singolo ed unico particolare lo avrebbe infastidito più di tutti.


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    Davanti a lui a poca distanza i passi di due persone si muovevano con calma mentre uno degli schiavisti che lo aveva salvato dalla spiaggia parlava. Era bravo per essere un criminale dedito alla vendita di esseri umani, doveva ammettere che ci sapeva fare anche se l’altro sembrava non proferire parola per il momento. Tutto era nella norma, come lo era stato da molte ore ormai, tutto tranne un piccolo particolare.


    Davanti a Seinji qualcuno aveva gettato un mozzicone di sigaretta fumante. Un odore che Seinji di sicuro non aveva dimenticato.

    -I miei schiavi sono tutti di ottima qualità come puoi vedere!.. ti serve forza lavoro?!.. rematori?!.. agricoltori?!.. ho tutto quello che ti serve..-


    I due si erano fermati davanti a Seinji che con il volto coperto era praticamente quasi irriconoscibile. Due uomini ora lo osservavano, uno era il mercante di schiavi, l’altro in silenzio era un uomo piuttosto alto dagli occhi coperti da due lenti nere e senza un singolo pelo in testa. Il calvo sembrava a suo agio mentre si accendeva una schifosissima sigaretta di Ame, le peggiori di tutto il continente ninja. Senza dire nulla avrebbe tirato un gran respiro affumicando poi le narici. Ora la sua mano puntava Seinji, sembrava quasi volesse conoscere di più su quel moribondo.

    -Oh?!.. lui signore.. ah lui è un poveretto che abbiamo trovato su una spiaggia mentre venivamo qua!.. ha la faccia distrutta ma è un ottimo lavoratore..-


    -Davvero!?.. e quanto vuoi per lui?!..-


    Quella voce. Seinji non poteva dimenticarla così facilmente.

    -Chi il moribondo?!.. ah è gratis.. glielo regalo sopra il resto della merce..-


    Il pelato avrebbe tirato nuovamente la sigaretta accendendola di rosso fuoco. Aveva fatto un paio di tiri e già l’aveva gettata a terra pestandola. In silenzio si sarebbe accovacciato portando la sua faccia poco distante da quella di Seinji, se solo le catene non lo avessero bloccato in quel momento.

    -Gratis dici?!.. mi sembra un bell’affare.. tu non trovi Mr. Teleport?!..-


    Il volto del bastardo ora teneva un gran sorriso che lo segnava da parte a parte. Sembrava che non ci fossero limiti alla potenza del Destino. Seinji Akuma era davvero una persona messa la centro di eventi che molti avrebbero definito impossibili. Il pelato si era alzato di scatto voltando le spalle al venditore di esseri umani. Quindi si sarebbe allontanato facendo un gesto della mano.

    -Bene!.. prendo solo questo dato che è gratis.. caricatelo dove sapete.. è stato un piacere fare affari con te!.. come sempre!..-


    -Tsk!.. maledetto bastardo.. forza voi!.. caricate questo sacco di carne sul carro di quel tizio!..-


    Seinji sarebbe stato preso di forza e buttato come un sacco di carne dentro ad un carro. Dopo quell’istante più nulla sarebbe stato chiaro. Qualcuno doveva averlo drogato o chissà cosa, i sensi ancora una volta lo avrebbero abbandonato, forse il suo stesso corpo lo aveva gettato nel baratro per non fargli patire altra sofferenza. Un oscuro destino lo attendeva.





    […]





    Al suo risveglio Seinji si sarebbe sentito piuttosto intontito. Ora sapeva che era stato semplicemente drogato, così era più semplice trasportarlo. Il traditore avrebbe sentito che la gravità stava agendo in modo strano sul suo corpo, ben presto infatti si sarebbe accorto che qualcuno lo aveva legato ad un letto, se così si poteva chiamare, sospeso verticalmente. Braccia, gambe e collo erano legati e lo tenevano incollato li senza dargli modo di muoversi. Era davvero una gran bella settimana di merda quella che stava vivendo. Sarebbe rimasto così per qualche minuto prima che una voce familiare rimbombasse per la stanza, si perché doveva trovarsi all’interno di un luogo chiuso data l’assenza di vento.

    -Mr. Teleport ti vedo in ottima forma?!..-


    Era la voce del pelato, quello che a suo tempo aveva conosciuto con il nome di Mr. Orb. La voce dell’uomo era ovattata ed elettronica quasi provenisse da un auto parlante, come in effetti era. Il tono di voce dell’uomo era allegro e per nulla aggressivo, sembrava quasi che l’uomo stesse parlando con un amico di vecchia data.

    -Accidenti!.. ma quanto tempo è trascorso?!.. quasi non ti riconosceva li al bazar questa mattina.. ho visto che ti sei fatto il lifting facciale!.. posso essere sincero con te?!.. non credo tu ti sia rivolto ad un gran dottore.. Ahahahah!!!.. Cought.. Cought-


    Il pelato si era messo a ridere mentre qualche colpo di tosse avrebbe fatto capire che come al solito stava fumando l’ennesima sigaretta. Ripreso fiato avrebbe continuato il suo monologo con lo stesso tono.

    -..aaaah.. accidenti!.. a volte mi domando perché non mi sia dato al cabaret?!.. ma parliamo di cose serie.. l’ultima volta che ci siamo incontrati non è stato di certo in una situazione piacevole.. ci tenevo personalmente a chiederti scusa.. per il fastidio che ti abbiamo arrecato.. anche Touch ti chiede scusa.. forza Touch.. chiedi scusa!..-


    -Vaffanculo!..-


    -.. ma che scuse sono?!.. beh lasciamo perdere.. dicevamo.. nessun rancore per quella piccola disputa vero?!.. amici come prima giusto?!..-


    Amicizia. Quel tipo lo aveva braccato per due giorni tentando di ucciderlo in ogni modo ed ora lo teneva li, legato ad un letto a parlargli di amicizia, davvero una bella faccia tosta. Di sicuro il continente ninja non doveva aver partorito molta gente come quel tizio o almeno si sperava. Orb sarebbe rimasto in silenzio ad aspettare una risposta che ovviamente non sarebbe mai arrivata, quindi avrebbe ripreso a parlare.

    -Allora!.. parliamo di affare mio caro amico.. come vedi questa mattina ti ho salvato da morte certa.. si insomma.. è stato più un colpo di fortuna.. ma come si dice.. a caval donato non si guarda in bocca!..-


    Il tizio si era rimesso a fumare.

    -Oggi ti ho salvato perché avrei un favore da chiederti.. in realtà stavo cercando una cavia qualsiasi ma poi ho visto te e sai com’è.. la nostalgia mi ha preso il cuore!.. vedi stiamo lavorando ad un certo progettino.. e ci serve qualcuno che faccia un lavoretto per noi.. ah naturalmente verrai ricompensato.. lavoro per della gente potente dotata di parecchie risorse.. per noi praticamente tutto è possibile!..-


    Ancora una pausa, Seinji poteva sentire solo il respiro del’altro che inspirava ed aspirava il fumo.

    -Allora?!.. credi di poterci aiutare?!.. per farti capire che siamo seri quando dico che possiamo ricompensarti con tutto quello che vuoi.. intendo questo..-


    Seinji avrebbe sentito una leggera ma fastidiosa scossa elettrica percorrergli la gola quindi un bruciore intenso che pian piano sarebbe svanito. Se avesse provato a parlare questa volta ci sarebbe riuscito senza problemi. La sua voce era metallica e modulata da qualche strano apparecchio che gli era stato piantato nella gola tuttavia ora poteva parlare. Non restava che dare una risposta a quel bastardo che ancora una volta era piombato nella sua vita.



    CITAZIONE
    Sorpresa!!! \*O*/ .. hai ritrovato i tuoi vecchi amici.. da nemici ora si possono rivelare come gli unici tuoi salvatori. Sempre se assecondi le loro volontà!Buon divertimento!


     
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    In nave o no, sentivo che se avessi avuto il Magan, avrei probabilmente fatto un genocidio di civili li dentro. Non perché le mie condizioni era quelle che erano, ma perché i stupidi discorsi che quell'uomo al mio fianco faceva aumentavano il mio odio verso tutto ciò che rappresentava il mondo. Eppure, dovetti stare ad ascoltarlo per tutta la durata del viaggio. Come se la mia situazione non fosse poi abbastanza complicata, mi ricordai anche che da piccolo avevo il mal di mare. Fu più o meno così che vomitai 2 o 3 volte, ora non ricordo bene, sul legno della nave, complicando la così già difficile situazione odorante. La cosa, tuttavia, sembrò non preoccupare affatto l'omino al mio fianco. Egli, anzi continuò a raccontarmi della sua vita privata, di cui - egoisticamente - non me ne pteva fregare di meno. Pensai che quel pazzo doveva ringraziare i dei perché qualcuno non mi togliesse le catene; il primo che avrei strangolato, sennò, sarebbe stato proprio quel povero pazzo. Tuttavia, decisi di ignorarlo, concentrando nuovamente il mio odio verso l'unica persona che se lo meritava in pieno: il Mizukage.

    I giorni passavano lenti. Erano di una lentezza spropositata, e indefinita. Ogni secondo dentro quella nave, in compagnia di quell'essere nei miei paraggi, con il puzzo di merda e chissà di cos'altro, era già di per sé un'enorme, assoluta tortura. Forse, però, non potevo lamentarmi più di tanto: mi era stata data l'occasione di rinascere, per continuare il cammino sulla mia strada e sapevo di dovermi aggrappare a ogni piccola luce di sopravvivenza con tutte le mie forze. Inoltre, l'odio per quel Mizukage non smetteva di nutrirmi. Anzi: mi donava forza, mi donava voglia di continuare. Mi suggeriva di donarmi ad un unico scopo, di trovare un aspetto secondario della mia esistenza. Era strano ammmettere che un pensiero potesse nutrirmi in tal maniera, ma era proprio ciò che stava avvenendo con me. Quella voglia di vendetta, di sangue e di morte era un ostacolo. Un ostacolo come pochi, uno di quelli che non mi permetteva di morire passando oltre, ma si divertiva a lasciarmi marcire in attesa di una vendetta finale. Una vendetta che, mai come prima, avrei avuto qualsiasi fosse stato il suo costo.

    Man mano che ci avvicinavamo ad Ame, ne percepivo sempre di più la pioggiasca presenza. L'abitare in quei posti per un certo lasso del tempo, mi aveva fatto senz'altro bene. Fare quel passo, fu una piccola evoluzione per me. Conobbi genti, conobbi luoghi, conobbi modi di vivere. E ora, per ironia della sorte - ma anche, e ne ero sempre più convinto, per un segno della Provvidenza dei miei antichi avi kiriani - mi ritrovavo a navigare in direzione di quel posto che, al pari di Kiri, ritenevo essere uno dei migliori al Mondo. Nonostante fosse un viaggio di merda, nel vero senso della parola, dovetti ammettere che poteva avere dei sviluppi alquanto interessanti.
    Infine, arrivammo. Delle mani robuste, forzute e alquanto pesanti mi presero di forza, trascinandomi chissà dove. Il luogo dove mi portarono, almeno per quel che riuscii a capire basandomi sul tatto e sull'olfatto, era che in fin dei conti la stanza in cui ora mi trovavo, non era poi molto diversa da quella di prima. Per lo meno dovetti ammettere di essere felice che non ci fu più quel odioso traballare della nave che mi provocava solo giramenti di stomaco. Come prima, mi buttarono lì in mezzo a puzza, gente e voci. Fortunatamente, vicino a me non ci fu nessuno di abbastanza fastidioso da parlare tutto il tempo di come fosse di merda la sua vita. Per tutte quelle ore, seduto lì, non mi rimase altro da fare che chiudermi in me stesso ripensando agli errori che avevo commesso, e che forse avrei potuto rimediare. Fino a quando, un unico, solo particolare non mi attrasse come se fosse miele per le api... Fumo. Un maledetto odore di fumo. Ricordavo ancora quei 2 giorni come se fossero stati ieri. Lui, che fumava. Fumava sempre. E quella tizia che alla fine delle danze mi aveva scambiato per una bambola voodoo di facile utilizzo.


    °Merda!°



    Probabilmente anche loro si ricordavano di me, poiché non ci misero molto a riconoscermi. Ciò mi sorprese alquanto: la mia faccia del resto era del tutto sfigurata e praticamente irriconoscibile. Poi, ne percepii la presenza. In silenzio, erano lì, dinnanzi a me. Probabilmente mi scrutavano con i loro occhi, cercando di comprendere chi, e come, mi aveva ridotto in quel stato. Probabilmente erano felici di trovarmi in quelle condizioni, o forse no? In ogni caso, io non ero per nulla felice di trovare loro... anche se non importava a nessuno.
    Furono degli istanti in cui dovetti uscire dal mio riparo mentale fatto di odio e vendetta, e concentrarmi per ascoltare le parole che provenivano dalle labbra dei 3 che avevo davanti. Parole che non mi piacevano affatto. Per loro ero una forza lavoro... null'altro. Mi promisi che se fossi riuscito a riavere le mie vecchie capacità, sarei ritornato in quel posto per fare una strage di mercanti e liberare tutti gli schiavi. Era una promessa che avrei mantenuto.


    °Forza lavoro, eh?°



    Il pelato chiese quindi il mio prezzo al mercante che, bastardo, volle vendermi gratis. Mi chiesi un momento perché i due non avessero usato le loro tecniche per prendere gli schiavi senza pagare, ma a quanto sembrava dal resto del dialogo, erano interessati a comprare soltanto me. Eppure, dovetti ammettere che forse essere "comprato" da quel tipo non era poi così male come soluzione al mio problema. Del resto, era senz'altro meglio che restare a marcire in quei sotterranei di merda. In seguito si decisero: fui di nuovo preso di forza e caricato chissà dove. Le avventure, per me, sembravano non avere fine. Probabilmente il luogo dove mi buttarono fu un carro, o qualcosa di simile. In ogni caso, non seppi identificare con precisione l'ambiente dove ora mi trovavo. I sensi cominciarono a tradirmi, il capogiro vennedopo qualche secondo. Un soffio, e come un peso morto mi accasciai sul post dove mi avevano scaricato.

    Quando mi ripresi, la prima cosa che mi ricordai fu che mi avevano venduto a qualcuno. Poco dopo ricordai anche il fumo arrivava verso le mie narici, disegnandomi nella mente la figura del pelato di Ame tempo prima. Il Destino, se un tale esisteva, fu doppiamente crudele con me: ero appena stati venduto a 2 persone che, tempo prima, avevano cercato di ammazzarmi... O meglio: di catturarmi, per poi ammazzarmi. Decisi che se fossi riuscito a sopravvivere anche a quello, probabilmente è perché ero un miracolato. Una volta che il capogiro mi passò del tutto, mi accorsi anche del modo strano in cui ero legato, e il capogiro tentò di fare il suo ritorno. Fortunatamente fermai la sua pericolosa avanzata di nuovo, per non rimettere come avevo fatto a bordo di quella strana nave. Come se non mancasse, ci fu anche la fastidiosa voce del pelatone con la sua ironia da 4 soldi. Fosse stato in altri luoghi, in altri tempi gli avrei sbraitato contro dicendogli che la sua ironia era un'ironia del cazzo, ma ero senza lingua, perciò... rimasi in silenzio. E mentre il pelato continuava a improvvisarsi un comico di bassa lega, io cominciai a pensare su come uscire da quella - l'ennesima - situazione di merda, anche se una vocina in testa mi suggeriva che ormai mi ci ero abituato.
    Il pelato tossì. Quelle sigarette prima o poi - e io speravo che succedesse quanto prima - l'avrebbero felicemente ucciso. Quindi, inaspettatamente mi chiese scusa. Non capii se era serio, o era solo ironico, ma tant'era che poco me ne importava delle sue scuse vista la mia situazione, quella sì, tragicomica.
    Odiavo le persone che parlavano troppo. Parlavano tanto, e dicevano poco. Dev'essere stata proprio la situazione di quel tipo. Probabilmente quel pelato era il frutto di un unione tra una donna di facili costumi della Foglia, e un grillo parlante del Suono visto l'andazzo. Quindi, nel suo inutle monologo, parlò anche di amicizia. Ma quant'era lunga la sua lingua per tirare in ballo questioni che andavano dal lifting facciale a un'improbabile amicizia? Gli avrei sputato in un un occhio se avessi saputo dove si trovava, ma ero senz'occhio e senza lingua, pertanto decisi di riservare quel poco nobile gesto a una situazione futura. Quando parlò di affari, non gli credetti nemmeno per un nanosecondo. Mi avrebbero ricompensato? Nah. Soloun stupido avrebbe ricompensato un moribondo che, appunto, era "più là che qua". Tuttavia, non avevo molta scelta, e quando questi protrasse la mano verso la mia gola (in quel momento volli gridargli che se non l'avesse tirata indietro glie l'avrei tagliata, ma tant'è...), donandomi improvvisamente della capacità di proferire parola, altro non dissi che...


    «Andata.»



    Riimmergendomi poi nel solito silenzio che ormai caratterizzava la mia esistenza. Non avevo nulla da perdere in fin dei conti, e una nuova opportunità - anche se, ne ero sicuro, era un suicidio - era pur sempre una nuova opportunità che mi avrebbe distrutto facendomi passare a una vita sicuramente migliore di quella che stavo vivendo, oppure mi avrebbe fatto rinascere, permettendomi di avere un nuovo tentativo per realizzare i miei sogni.
     
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    Seinji Akuma. Lo avevano torturato, fatto a pezzi, cacciato, e poi rifatto a pezzi eppure era ancora li vivo e vegeto. Quando il nukenin avrebbe ripreso conoscenza un forte dolore alla testa lo avrebbe colto lasciandolo frastornato per qualche istante. Era steso a terra ed era completamente bagnato. La pioggia cadeva copiosa addosso al suo corpo rendendolo freddo e scivoloso al tatto. Tutto era scuro attorno a lui, uno strano odore di immondizia aleggiava e attorno a lui sembravano esserci solo i muri di alte palazzine. Una grata delle fognature era stata aperta e appoggiata vicino al suo corpo steso, la guancia gli avrebbe fatto male mentre si alzava staccandola da terra. Da dove si trovava riusciva a vedere solo un grande ed altissimo edificio stagliarsi verso il cielo scuro ricoperto dalle nuvole. Si, Seinji Akuma poteva vedere di nuovo.

    i780285_amegakurepioggia



    Il ninja avrebbe avuto solo qualche secondo di tempo per capire dove si trovava prima che una voce conosciuta gli esplodesse in testa quasi fosse dentro il suo stesso corpo.

    -Wiiiik.. Tel.. wiiik.. oh porca.. wiiik.. ehi mi senzzz… mi senti?!.. ehi Mr. Teleport mi senti?!..-


    O Seinji aveva le allucinazioni o qualcuno gli aveva messo un auricolare dentro l’orecchio, forse lo stesso che ora gli stava parlando. Mr. Orb stava facendo le prove regolando il volume prima di prendere a parlare seriamente con il kiriano. Se Seinji aveva creduto che tutta quella storia era solo un brutto sogno si sbagliava di grosso.

    -Ok Teleport.. come ti senti?!.. sapevo che avresti accettato la nostra offerta.. così appena hai detto di si ti abbiamo sedato e preparato per l’operazione!..-


    Orb aveva detto preparato, ma cosa diavolo voleva dire preparare un uomo per la missione che lo aspettava. Se Seinji si fosse mosso di qualche passo si sarebbe ritrovato una grande vetrata infranta di un vecchio negozio. Li finalmente sarebbe riuscito a specchiarsi per vedere il suo aspetto, qualsiasi cosa gli avessero fatto ora lui non era più l’Akuma di una volta, ma qualcosa che non era ne Seinji, ne nessun suo altro alter ego. Era diventato semplicemente lo strumento dei sui nuovi soci in affari, un soldato senza nome ne identità.

    i780287_ninjacop



    Quei bastardi gli avevano messo addosso una qualche tuta rinforzata e uno strano casco che gli copriva il volto. Sembrava essere stato equipaggiato anche con diverse lame e oggetti vari, molto probabilmente utili per la riuscita della missione. Seinji poteva vedere e sentire tuttavia avrebbe anche sentito che quelle percezioni non erano sue. I bulbi oculari infatti erano ancora vuoti e le ferite seppur bendate aperte nella sua faccia, aveva fatto qualcosa di diverso per rimetterlo in piedi. Una particolare tra tutti forse avrebbe colto la sua attenzione. I suoi capelli erano diventati bianchi come la neve.

    -Oh!.. ti piace la tua nuova uniforme?!.. è una sciccheria gentilmente offerta dal mio amico Mr. Trap.. una parte della tua missione consisterà anche nel testare le potenzialità di quella cosa che ti porti addosso.. tutto ciò che percepisci e riesci a sentire è tradotto dalla tuta quindi vedi di trattarla bene!.. ma di quello te ne parlerò meglio la mia collega..-


    Il nuovo amico avrebbe fatto una pausa mentre inspirava e espirava, molto probabilmente con una sigaretta alla mano.

    -Ok mettiamo subito in chiaro un paio di cose.. per evitare che tu tenta di svignartela abbiamo piazzato diverse micro cariche sulla tuta.. sai non vogliamo che cada nelle mani di qualche brutto ceffo nel caso tu venga fatto fuori..-


    Era chiaro che la missione che stava per affrontare era una di quelle in cui morire era molto più semplice di respirare.

    -..ah.. inoltre Touch.. te la ricordi vero Touch.. ha piazzato una trentina dei suoi simpatici fuuinjutsu su tutto il tuo corpo.. anche in punti che beh.. oh ma tu non hai intenzione di scappare vero?!.. credimi io non volevo arrivare a questo ma i miei soci non si fidavano di te.. beh tu esegui gli ordini alla lettera e come promesso ripristinerò le tue funzioni percettive.. sai al mercato l’altro giorno ho comprato gli occhi di un tizio.. fantastici!!!.. dovresti vederli.. hanno delle strane striature verdi e azzurre sull’iride!..-


    Sembrava che Orb e i suoi soci avessero preparato tutto nei minimi dettagli. Seinji era diventato il loro burattino ed ora non gli restava che portare a termine qualsiasi cavolo di missione avessero in mente per lui. Visto quello che gli avevano fatto sembravano possedere capacità in grado di aiutarlo e dato che a quel punto il nukenin non aveva niente altro da perdere non gli restava che assecondarli.


    Seinji poteva proseguire solo lungo una via oscura, stranamente riusciva a vedere perfettamente bene nonostante la luce fosse praticamente assente. La pioggia continuava a cadere incessante e l’unico riparo sembrava essere un condotto fognario che si allungava verso quel gigantesco palazzo che stava davanti a lui. Topi e altri animali erano scappati al suo arrivo, impauriti da una figura poco nota a quei luoghi dimenticati dagli stessi dei, se mai ce ne fossero stati in un posto come quello. Era giunto il momento di cominciare la missione.

    -Bene.. ora che ci siamo chiariti ti passerò la collega che si occuperà di farti da supporto durante l’intera missione.. ah puoi parlare liberamente.. abbiamo messo un microfono nella tua gola.. lo stesso con cui hai parlato l’altro giorno!.. la collega si chiama Miss. Kubrik.. è davvero un bel bocconcino sai.. bene.. vado a fare un pisolino..-


    Il trasmettitore auricolare avrebbe emesso un fastidioso stridio prima che dei rumori di fondo avrebbero avvertito Seinji che ora qualcun altro era al posto del pelato. Poteva sentirne il respiro, doveva trattarsi di una donna minuta dato che era appena percettibile e totalmente privo di incertezze o affanni.

    -Cominciamo.. avviate le registrazioni del soggetto quattro.. parametri nella norma.. funzioni vitali all’80%.. una prima dose di blame è già stata iniettata.. sincronia al 27%..-


    Che diavolo stava farneticando. Qualsiasi cosa stesse dicendo sarebbe stata completamente incomprensibile per l’Akuma o almeno chiunque avrebbe interpretato quelle parole sconnesse come un espressione di pura pazzia e non senso. La ragazza avrebbe blaterato qualche altra parola sull’attivazione di qualche protocollo e il caricamento dei dato dei precedenti soggetti per fare un confronto. Il mistero si infittiva. Seinji dopo una lunga camminata sarebbe giunto alla fine del tunnel, subito le sue nuove percezioni avrebbero avvertito la presenza di tre persone ferme davanti ad una porta. Tutti e tre erano vestiti con dei lunghi cappotti mentre l’acqua scendeva su di loro senza tregua. L’unico segno particolare che Seinji avrebbe notato da dietro l’angolo in cui stava nascosto era un grande simbolo che i tre avevano ricamato sulla schiena. Un sole stilizzato copriva parte della schiena, un simbolo di speranza e luce in mezzo a tutta quella oscurità. Sembrava che la missione di Seinji fosse già cominciata anche se ancora nulla gli era stato svelato.

    -Individuati tre ostacoli davanti all’accesso che porta alle caldaie.. sblocco delle funzionalità da combattimento..-


    Seinji avrebbe sentito qualcosa cambiare in lui, le sue percezioni ora si erano fatte più acute mentre la sua energia ed il suo vigore erano tornati quelli di una volta e forse anche più intensamente di prima. L’Akuma avrebbe sentito un semplice click provenire da qualche punto della tuta, sembrava che ora le due lame che stavano fissate dietro al sua schiena fossero state sganciate e rese utilizzabili. Seinji aveva a disposizione diverso materiale, oltre alle lame aveva addosso anche una ventina di coltelli da lancio estremamente affilati e altro materiale che tuttavia sembrava essere ancora bloccato dato che qualsiasi cosa avesse provato non avrebbe sortito effetto. La voce della ragazza si sarebbe nuovamente fatta udire con spietata freddezza [Guardia Tayo Corp. x3 / Energia: Verde].

    -..elimina i tre ostacoli nel modo più rapido possibile e procedi attraverso la porta..-


    Eccolo il primo ordine della nottata. Un triplice omicidio in vero stile ninja, Seinji non poteva fare altro che obbedire. Una lunga e feroce nottata lo attendeva.





    Supporto Vitale



    Funzionalità Attive: 10%
    Sincronia: 27%
    Blame: 1 Dose

    Effetti Attivi: +1 Tacca a Statistiche Principali
    Effetti Attivi: +1 Tacca a Percezioni Sensoriali
    Effetti Passivi: Emicrania

    Sistemi di Supporto



    Visore Notturno: Attivo
    Microfono e Auricolare Attivo
    Sensore Uditivo Attivo
    ---
    ---

    Equipaggiamento Attivo



    Wakizashi con Lama Allungabile x2
    [Potenza: 30 | Durezza: 3]
    Coltelli da Lancio x20
    [Potenza: 8 | Durezza: 3]

    Obiettivi Attuali



    Primario: Elimina le 3 guardie e accedi alla struttura.

    Secondario: Non allarmare nessuno.

    /// OT ///



    Inizio soft.. andando avanti con la giocata verrà spiegato tutto. Questa scheda riepilogativa sarà molto importante e si aggiornerà man mano che si va avanti con la giocata quindi tienila in considerazione e basa il tuo attuale status su di essa. Buon divertimento!!!




     
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    Probabilmente sbagliai a dire quell'unica parola, poiché quel che fu dopo si rivelò essere un altro grande sfondo nero con la consecutiva - ancora una! - perdita dei sensi, o meglio: di quel che ne era rimasto, dei sensi. Come se non bastasse, lo fecerò d'improvviso, senza nemmeno che me ne rendessi conto e proferissi parola alcuna. Quei maledetti sapevano il fatto loro, c'era da ammetterlo. Quando finalmente tornai in me, invece, mi accorsi di nuovo della situazione di merda in cui, per l'ennesima volta, ero sprofondato. Non seppi ancora dire per qual motivo, ma mi ritrovavo steso a terra, e tanto per peggiorare la mia situazione, completamente fradicio. Poi, quando anche il tatto acquistò le sue funzioni, mi accorsi che la pioggia cadeva ancora copiosa addosso a me. Se non avessi saputo dove mi trovavo in quei istanti, avrei senz'altro detto che eravamo ad Ame e probabilmente ci avrei azzeccato in pieno viste le condizioni ambientali.
    Quindi m'alzai lentamente, cercando di comprendere cosa ci facevo e sopratutto dov'ero. L'odore d'immondizia che mi giungeva alle narici, non mi permetteva di comprendere nulla del posto, oltre al fatto che, probabilmente, era la periferia di Ame. Subito dopo mi accorsi per di una cosa insolita per il mio stato: riuscivo a vedere. Non seppi dire come, né il perché. Seppi dire solo che vedevo, e vedevo una torre. Una grande enorme torre. Stupido, e in contempo arrabbiato, mi assicurai che non fossi ancora in un sogno, o peggio: in un'illusione, e quando capii che invece mi trovavo nella realtà dura e cruda, compresi che vi era qualcosa che non ci quadrava del tutto. Fortunatamente il Destino seppe ben confondermi le idee ancora una volta, quando mi trovai una voce che, apparentemente dal nulla, cominciò a seminare zizzania nel mio cranio. Per fortuna poco dopo si rivelò che era sempre il pelatone di prima; per sfortuna mi disse che avevo subito chissà quale operazione. Più o meno, nella mia testa l'aver subito un'operazione da quei individui uguagliava l'essere morto, ma tutte quelle volte che avrei dovuto morire sopravviendo per miracolo mi davano una strana sicurezza. Capii le sue parole solo pochi passi più avanti, dove la vetrata di un negozio (anche se di "negozio" in quel posto v'era rimasto ben poco) mi offrì la possibilità di vederci il mio (che di mio aveva ben poco) riflesso. Strano a dirsi, ma non me ne sorpresi più di tanto: da quei due c'era da aspettarselo.


    «Orb... ma che cazzo... che cazzo di esperimento è?»



    Commentai accorgendomi che all'interno del mio collo v'era di nuovo un qualcosa che mi permetteva di proferir parola. Speravo mi avesse sentito, poiché se fossi uscito vivo da quella situazione, l'avrei strangolato vivo. Non mi riconoscevo più: addosso avevo una strana tuta elaborata da chissà quale laboratorio clandestino. Sulla mia testa vi era un casco (con tutta probabilità anche questo forgiato nel laboratorio di prima), e il mio aspetto era davvero, davvero spaventoso. Dell'Akuma qual'ero non vi rimase più nulla. Addosso avevo anche chissà quanto equipaggiamento, e - pensai - anche delle bombe. Difatti, mai quei tipi là mi avrebbero lasciato andare vivo, e probabilmente avevano deciso di assicurarsi che non scappassi. Poco dopo l'aver proferito parola, compresi anche che la vista donatami, e le altre percezioni, non erano propriamente mie. La cosa mi venne spiegata subito dopo anche da Orb, che nel suo discorso si riferì al potere della tuta di convertire le informazioni sensoriali. Quindi aggiunse anche quello che avevo capito già tempo dietro: lui e la sua simpatica amica avevan preso delle piccole precauzione. Sbuffai. C'era da aspettarselo del resto. Erano ninja astuti, e sarebbe stato sciocco lasciarmi la possibilità di scappare con la loro tuta.

    °Bastardi.°



    In ogni caso, capivo benissimo di avere le mani legate. Dovevo fare ciò che volevano per vivere magari quel paio d'ore in più, o per svignarmela con la tuta. In fondo, trovare una via d'uscita per non esplodere non era poi un'idea molto cattiva. Anzi, mi piaceva. In quell'affare sarei stato in grado di parlare, di ascoltare, di vedere. Non sarebbe stato affatto male come inizio, anzi. Poi, forse sarei riuscito a sfruttare quei occhi artificiali, trasformandoli negli occhi di un Akuma. Cercai, comunque, di ricacciare quel pensiero da dov'era venuto: quei tipi non erano di certo dei tizi da farsi fregare da un Akuna qualunque, e con tutta probabilità del caso, sarei morto nel tentativo di fuggirmene.
    Così, senza aspettare m'incamminai passando lasciando la vetrata del negozio, immergendomi completamente nel buio di un vicolo. La luce mancava in quel posto, ma stranamente vedevo perfettamente anche nel buio. Non mi ci volle molto per comprendere che era proprio grazie a quei strani così e quella tutina che riuscivo a vedere nei posti bui come quello. Non appena me ne resi conto, la voce di Orb suonò di nuovo forte nella mia testa. Odiavo quel tipo! Arrivava sempre nei momenti meno opportuni, e senza preavviso alcuno. Affascinato dalle capacità che la tuta mi offriva, sbalzai quasi ascoltando nuovamente la sua voce. Egli mi disse che mi avrebbe passato una donna al suo posto, e non obiettai. Una voce femminile era senz'altro maggiormente consigliata che la sua... o almeno così pensavo. Non appena la "miss" in questione parlò, che io mi resi conto di rivoler indietro la stridente voce del pelato.


    «Blame?! Ma che caz...»



    La situazione di merda ebbe l'accortezza di continuare nell'insensatezza di Miss. Kubrick... o qualcosa del genere. Non capii nemmeno una parola di quel che disse, e volli tanto dirle di starsene zitta e far tornare Orb, con cui - seppur di merda - avevo almeno un qualche legame. Tuttavia, Orb era andato a dormire e non mi andava di svegliarlo. Decisi così di restar ein compagnia di quella pazza, e nel mentre mi avvicinavo alla fine del buio tunnel pensai anche di chiederle quante perosone prima di me avevano indossato quella tuta. Pensiero che comunque ricacciai nell'angolo da dov'era venuto. Probabilmente i primi tre erano già belli morti, e compresi di non volerlo sapere per certo.
    Poco dopo arrivai alla fine del tunnel, e di nuovo la strana tuta in cui ero vestito mi sorprese: subito dopo le parole della "Miss"., cominciò a sbloccare le "funzionalità da combattimento" che, dovetti ammetterlo, mi lasciarono completamente stupito. In fondo, portarsi quella tuta via non era del tutto una cattiva idea.
    Individuati i 3 ostacoli, capii che a breve mi sarei comportato da assassino. Non avevo molta scelta del resto, e riversare il mio odio per il Mizukage su qualcun altro non era poi una cattiva idea. Del resto, così avrei avuto modo di provare ancora le funzionalitò della tuta. Una tuta che mi stupiva sempre di più col passare del tempo. Infatti, con un sonoro "clic" sentii le armi che avevo addosso "staccarsi". Compresi allora che erano state rese utilizzabili dalla ragazza, allungai la mano per prendere 2 coltelli da lancio. Un coltello per ognuno... La situazione non mi permetteva di sprecare le armi, anche perché non sapevo cosa mi aspettava davanti.


    «Ricevuto.»



    Nascosto ancora nel tunnel, ma con i bersagli ben in vista, avrei allora pesato quelle armi da lancio. Chi mi conosceva sapeva che ero un buon tiratore, quasi infallibile. Come ogni Akuma, erano molto rare le situazioni in cui potevo trovarmi in un combattimento corpo-a-corpo. Come molti dei miei concasati, ero tra quelli che preferiva il restare nascosto e colpire il nemico da lontano, anziché il caricare a testa bassa. Non avevo molto tempo. Dovevo agire. Impugnai un coltello per mano, e cominciai il mio attacco.
    Rapido, feci un passo sporgendomi fuori dal mio nascondiglio. In quell'stante stesso caricai il braccio destro, lasciando partire poco dopo il coltello che la mano stringeva. La traiettoria che il coltello avrebbe percorso sarebbe stata certamente dritta e veloce. Mirava infatti al centro della fronte dell'obiettivo numero 2, (quello che tra i 3 era centrale). Inaspettatamente, la forza con cui lanciai il proiettile, fu maggiore persino per le mie aspettative [Forza=475], lasciandomi perplesso - ma non immobile - per un solo istante. Capii che la tuta mi rendeva ancora maggiormente forte, ma non me importai affatto continuando la mia azione.
    Dopo aver caricato la destra, caricai anche la mancina, lanciando nel mentre correvo in avanti. Come prima, il lancio avrebbe avuto una traiettoria del tutto dritta e regolare, ma, diversamente da prima mirava alla gola del nemico. Il bersaglio che ora avevo scelto per il mio attacco, era il bersaglio numero 1 (quello più a sinistra dei tre). Come poco prima, anche quel lancio sarebbe stato potenziato dalle miracolose capacità della tuta, aggiungendo Forza al lancio. [Forza=475]
    Infine sarebbe rimasto soltanto il bersaglio numero 3. Egli era quello più a destra dei 3, ed era anche quello che più di tutti aveva possibilità di salvarsi. Non ebbi alcuna pietà nemmeno per lui. Subito dopo aver effettuato i primi due lanci, le mie mani sarebbero andate rapide ad estrarre altri 2 coltelli da lancio, e allora soltanto la destra avrebbe lanciato il suo coltello mirando alla testa del nemico. La traiettoria del lancio sarebbe stata di nuovo dritta, dalla mia mano alla sua testa, e come prima sarebbe stata potenziata da quella strana tuta. [Forza=475].
    Qualora uno dei obiettivi sarebbe stato ancora vivo, avrei allora usato il coltello nella mancina per porre fine alle sue speranze di vita con un forte lancio verso il collo o il capo, a seconda dell'esigenza o della comodità. Se, invece, alla fine della mia corsa verso la porta qualcuno dei 3 avesse manifestato ancora dei segni di vita, avrei allora usato una delle lame in mio possesso per spegnere definitivamente le loro speranze di vita con una decapitazione rapida e precisa.
    Strano a dirsi, ma quella situazione mi piaceva non poco. Finalmente avevo modo di manifestare il mio odio verso il Mondo!



    Che figata!
     
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    ..Un’ombra nella Notte..
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    Letale e silenzioso. Il soldato avrebbe agito nel modo più ovvio e sicuro disperdendo a terra il sangue dei suoi nemici che presto la pioggia avrebbe ripulito. Le lame dei coltelli si piantarono esattamente dove li aveva lanciati senza lasciare ne il tempo ne la possibilità di reagire ai tre che semplicemente sarebbero caduti a terra in un sordo tonfo. Dalle loro ferite il sangue colava copioso, i loro volti ora mostravano gli occhi sbarrati e vuoti di tre persone alle quali era stata strappata la vita di dosso, avevano semplicemente scelto il girono sbagliato per voler essere li di guardia. Il soldato ora aveva campo libero, la porta di accesso alla sala caldaie non era nemmeno stata chiusa, quei tre in fondo era li per sorvegliarla e quindi perché mai dovevano chiuderla. Fatto qualche passo tuttavia Seinji avrebbe avvertito uno strano vociare arrivare da uno dei morti a terra. Appena percettibile, qualcuno li stava chiamando con insistenza all’auricolare. La voce della ragazza lo avrebbe destato dal limbo assassino in cui si trovava.

    -..prendi l’auricolare di uno dei tizi.. mettilo nell’adattatore del casco che hai al posto dell’orecchio destro..-


    Se il soldato avesse eseguito l’operazione avrebbe sentito qualcuno dall’altra parte, una voce maschile, forse un collega di quei tre poveri disgraziati.

    -Zzzz.. squadra 5 mi ricevete?.. ZzzZZz.. squadra 5?!.. squadra 5.. ZzzZz.. mi ricevete?!.. c’è qualche problema?!..-


    Seinji doveva agire alla svelta se non voleva che la sua copertura saltasse ancora prima di cominciare la vera missione. La ragazza dall’altra parte del microfono, la sua guida sembrava cosa fare dato che con estrema freddezza aveva cominciato a dargli ordini su come operare in situazioni come quelle. La tuta che aveva addosso sembrava possedere capacità al di fuori del mondo ninja, o meglio, la tuta stessa permetteva di fare cose che solo ninja specializzati in casi come quelli potevano fare.

    -..sblocco delle modalità da infiltrazione.. soggetto quattro metti la mano destra sul collo dell’ostacolo che hai appena eliminato..-


    Al soldato non restava che obbedire. Seinji non avrebbe dovuto fare altro che stringere la mano attorno al collo del poveretto aspettando altre istruzioni da parte di Miss. Kubrik. Nessun rumore, niente di strano, solo il rumore incessante della pioggia e l’uomo all’auricolare che con sempre più insistenza chiedeva una risposta da parte dei suoi compagni. Sarebbe durato tutto non più di una decina di secondi.

    -..analisi vocale ultimata.. caricamento dei registri vocali.. attivo il modulo vocale avanzato.. soggetto quattro ora puoi parlare..-


    La ragazza aveva ripreso a farneticare come prima ed ora gli aveva dato addirittura il permesso di parlare. Se Seinji avesse proferito parola si sarebbe subito accorto che la sua voce era cambiata, non era più quella voce metallica ed elettronica di prima, no era una voce completamente diversa ne sua ne di nessuno che avesse mai sentito perché quella era la voce del tizio che aveva appena ucciso. Al soldato non sarebbe rimasto che rispondere all’auricolare dando una spiegazione soddisfacente al tizio che da un po’ lo stava cercando, forse la sua copertura in questo modo era ancora salva.





    […]





    Sistemata la faccenda a Seinji non sarebbe rimasto che nascondere i cadaveri dei poveretti e riprendere la missione. Ora una folata di calore lo avrebbe accolto facendogli molto probabilmente girare la testa. Era da quando si era svegliato infatti che un forte dolore lo avrebbe colto alle fronte e alla nuca senza dargli pace, molto probabilmente un effetto collaterale allo stress sofferto negli ultimi giorni.


    La sala caldaie di quel posto era piuttosto grande. Diverse macchine ribollivano al loro interno emettendo strani rumori per portare l’acqua calda nel gigantesco complesso soprastante. La zona in cui si trovava Seinji era infatti ancora parecchio lontana dal grande grattacielo che aveva visto prima, li sarebbe riuscito ad asciugarsi con estrema facilità anche se non sembrava affatto che il suo viaggio fosse stato programmato per farlo restare li. La ragazza infatti dopo alcune indicazioni lo avrebbe fatto salire lungo una scala a muro che lo avrebbe portato, una volta aperta una botola all’interno di un edificio. Una volta entrato il soldato si sarebbe reso conto di essere dentro ad uno spogliatoio utilizzato forse da degli operai o topi da laboratorio vista la presenza di diversi camici.

    -..soggetto quattro avvicinati alla finestra e punta il visore verso il tetto dell’edificio che hai di fronte..-


    Eseguito l’ordine Seinji avrebbe visto un gigantesco palazzo crescere verso l’alto, lo stesso che aveva visto appena risvegliato. La ragazza stava facendo qualcosa al suo visore ottico, la visione notturna era stata disabilitata mentre qualcosa di molto simile ai suoi poteri veniva attivato. L’inquadratura infatti si sarebbe focalizzata e avvicinata sulla porzione più alta del palazzo quasi Seinji fosse dotato di binocoli. Una sensazione che per qualche attimo lo avrebbe fatto tornare agli antichi splendori. Certo quello zoom non aveva nulla a che fare con le sue doti, ma era già qualcosa.

    i780442_scansione


    -..la tua missione consiste nel raggiungere la stanza segnata sul visore e recuperare dei progetti della Tayo Corporation... non importa come.. sappi che questa è una missione segreta.. nessuno deve sapere che siamo coinvolti.. se qualcuno lo viene a scoprire tu esplodi.. se qualcuno ti riconosce come Seinji Akuma.. tu esplodi.. se ti catturano e tentano di estorcerti informazioni..-


    Una pausa questa volta.

    -..tu esplodi..-


    La ragazza era stata piuttosto chiara. Il suo tono freddo non lasciava trasparire nulla, per lei Seinji non era altro che un soldato da condurre lungo la sua missione, uno strumento per raggiungere uno scopo, nessuna emozione o risentimento per quello che poteva succedere al ragazzo. La visuale si sarebbe ristretta riportandolo dentro allo spogliatoio, era giunto il momento di muoversi. Seinji aveva solo un alternativa da li, uscire dallo spogliatoio per poi farsi strada lungo la struttura. Miss. Kubrik aveva segnato il suo successivo check point in una sala della struttura stessa, sembrava che per accedere al grattacielo fosse prima necessario procurarsi delle chiavi.


    Muoversi per i corridoi non sarebbe risultato difficile, sembrava che quei laboratori fossero adibiti al lavoro giornaliero quindi di notte non vi era praticamente nessuno. Molte telecamere mobili era presenti ad ogni angolo dei corridoi, con il giusto tempismo il soldato sarebbe riuscito ad evitarle tutte senza dare nell’occhio ne facendo scattare allarmi. Seinji sarebbe infine arrivato alla porta di un laboratorio, li Miss. Kubrik l’avrebbe bloccato prima di farlo procedere.

    -..fermati.. il soggetto che stiamo cercando si chiama Dr. Hasekawa.. è il responsabile del laboratorio di ricerca di questo settore del complesso.. ci servono le sue credenziali per accedere ai settori superiori.. quando intendo credenziali intendo tutte..-


    Non era passata nemmeno mezz’ora e a Seinji era stato chiesto di uccidere ancora. Miss. Kubrik anche se enigmatica sapeva spiegarsi bene. Era logico che in un posto come quello i sistemi di sicurezza dovevano essere di prim’ordine, non sarebbe bastato prendere una tesserina per passare. Impronte, retina, forse l’odore stesso emanato dal dottore, tutto poteva servire e questo Kubrik sembrava non saperlo, Seinji doveva procurarsi tutto anche se non glielo aveva detto direttamente.


    Il Dr. Hasekawa era uno di quei dottori nerd appassionati del loro lavoro quasi da farlo diventare la loro stessa vita. I soci di Seinji si erano informati bene sulle sue abitudini e sembravano sapere con certezza che lui sarebbe stato li a quell’ora a fare il suo lavoro. Era uno di quelli che preferiva lavorare da solo con calma e assoluto silenzio, un genio che credeva di sapere tutto e che credeva gli altri della sua specie fossero solo feccia ignorante. Un uomo pieno di se insomma.


    Seinji una volta entrato si sarebbe ritrovato dentro ad un laboratorio pieno di banchi di lavoro. Sopra di essi molte ampolle pieno ribollivano piene di strane sostanze mentre altri strumenti stavano li fermi immobili ad osservarlo. Sembrava non vi fosse nessuno, non almeno nel raggio di dieci metri. Sarebbe stato un rumore ad allarmare il ragazzo, qualcuno si stava muovendo nella stanza adiacente al laboratorio, se si fosse avvicinato Seinji avrebbe notato che il dottore era intento a fare una doccia in una speciale camera di decontaminazione. Niente di elaborato, un semplice box doccia rettangolare chiuso da della vetrate di plastica. Il vapore dell’acqua calda nascondeva la sua figura, sembrava allegro mentre cantava. I suoi vestiti erano li appesi, dal taschino del camice una tessera sporgeva in bella vista. Kubrik era stata chiara, molto probabilmente la tessera non sarebbe bastata per accedere ai livelli superiori. Serviva qualcosa di più per superare i sistemi di controllo della struttura.


    Un click silenzioso avrebbe attivato la modalità di combattimento. Ora al soldato non restava che decidere come agire. Era prigioniero di quella tuta ma nessuno aveva mai detto che ne fosse anche uno schiavo. Il libero arbitrio era l’unica cosa che lo distingueva ora da una semplice macchina creata per uccidere.





    Supporto Vitale



    Funzionalità Attive: 10%
    Sincronia: 27%
    Blame: 1 Dose

    Effetti Attivi: +1 Tacca a Statistiche Principali
    Effetti Attivi: +1 Tacca a Percezioni Sensoriali
    Effetti Passivi: Emicrania

    Sistemi di Supporto



    Visore Notturno: Disattivato
    Microfono e Auricolare: Attivo
    Sensore Uditivo: Attivo
    Modulatore Voce: Attivo
    ---

    Equipaggiamento Attivo



    Wakizashi con Lama Allungabile x2
    [Potenza: 30 | Durezza: 3]
    Coltelli da Lancio x17
    [Potenza: 8 | Durezza: 3]

    Obiettivi Attuali



    Primario: Trova un modo per accedere ai piani superiori.

    Secondario: Non allarmare nessuno.

    /// OT ///



    Durante la prima parte della missione dovrai infiltrarti nelle linee nemiche. L’edificio è super sorvegliato e man mano che Sali diventa sempre più difficile mantenere una copertura stealth inoltre i sistemi di sicurezza sono man mano più ostici. Come si intuisce la tesserina ti servirà a poco per procedere.. se intendi che voglio dire!
    Ah puoi richiedere aiuto di ogni tipo a Miss. Kubrik.. info.. ecc..
    Buon post.




     
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    Un altro
    Omicidio?



    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    E così caddero. Fu mirabolante per me scoprirlo, ma io non fallii. I 3 coltelli che lanciai silenzioso in quella strana notte di fortuna, sfortuna e follia, raggiusero i loro obiettivi centrandoli in pieno. Non avevo nulla di personale contro quei 3, ma dovevo ammettere che la loro morte non mi dispiaceva affatto. Avevo solo fatto il necessario per sopravvivere. Avevo solo fatto ciò che ogni altro animale - perché animali eravamo - avrebbe fatto per istinto di sopravvivenza. Le leggi naturali erano chiare e non mentivano: il debole veniva mangiato; il forte mangiava. E seppur una tale cosa poteva suonare paradossale ai quei tempi, bhe... io mi rivedevo in colui che mangiava. Testa, collo, di nuovo testa... le mie armi, e le mie doti di tiratore, si rivelarono essere nuovamente uno strumento unico nel suo genere: veloce, letale e spietato. A chi sarebbe importato poi, se qualcuno di quei 3 deboli avesse una famiglia, avesse dei bambini o altre sciocchezze del genere? Si erano solo messe sulla mia strada, sulla strada che percorrevo verso la sopravvivenza. Alla fine di quei 3 lanci, non mi rimase che sorprendermi delle mie capacità. Senz'occhi, senza lingua con l'ausilio di quella tuta ero ancora un'arma letale; ero ancora ciò che le persone temevano, e avrebbero continuato a temere. Un ninja, del resto, è un ninja anche senz'occhi, lingua, mani, naso o altro.
    Pensai subito che sarebbe stata una buona mossa il nascondere i corpi dei 3 affinché una telecamera di sicurezza - o altro: chi sapeva del resto se la mia offensiva non fu già ripresa da qualche strana telecamerina o roba del genere, o se, ancor peggio, qualcuno non mi aveva di già individuato? - afferrai così due dei tre morti, e trascinandomeli dietro li portai nell'oscuro tunnel da cui ero arrivato. Li misi tutti e 2 nella parte più scura del tunnel, affinché i loro corpi rimanessero invisibili quanto necessario per completare la missione. Tornai quindi a prendere il terzo, con la sola differenza che qualcosa andò storto. Percepii dei rumori provenire dal 3° corpo, e pensai quasi che l'uomo li steso fosse ancora vivo. Solo qualche istante dopo compresi la reale gravità della situazione, e in contempo sperai anche negli altri mirabolanti effetti che quella letale tutina poteva offrire. Effetti che non tardono ad arrivare, insieme alla formale voce di Miss. Kubrik. Feci come mi disse di fare: presi l'auricolare del 3° tizio sdraiato per terra, e lo misi nell'"adattatore" (quella roba che avevo al posto dell'orecchio destro) attendendo l'effetto sperato. E nel mentre la Kubrik lavorava sulla misteriosa tuta, io ascoltavo una voce maschile provenire dall'auricolare che avevo appena raccolto. Quei 3, con tutta probabilità del mondo, dovevano rispondere alla voce che li chiamava. La situazione mi ricordò gli anni passati nell'Accademia, in cui la frase "a rapporto" era una delle preferite e delle più usate. Stette per venirmi istintivamente, ma mi sforzai di trattenere i vecchi ricordi affiché non uscisse dalle mie labbra.
    Nel mentre ascoltavo una voce che, da un lato cercava i 3 morti, l'altra voce mi comunicava che ormai tutto era pronto e che dovevo mettere la mano sul collo dell'ultimo obiettivo. Curioso di scoprire cosa sarebbe accaduto quella volta, feci come mi aveva richiesto: appoggiai la destra sul collo del morto e aspettai ancora in trepidante attesa. Nel mentre cominciai a pensare sulle più probabili scuse da inventarmi, la voce della Kubrik mi disse che ora potevo parlare. Non aspettai oltre: imitando la voce dell'obiettivo morto, raccontai delle frottole abbastanza convincenti da spiegare la mia non risposta all'auricolare, scusandomi e dicendo che sarie stato più attento da lì in avanti.
    In verità, non appena il dialogo finì, tolsi la mano dal collo del soggetto e, come accadde per i primi due, trascinai anche quello nell'oscuro tunnel dove, per un certo lasso di tempo, nessuno li avrebbe scoperti.
    Amen.

    Nascosti i 3 corpi, non mi rimase che entrare dentro. Sfortunatamente, per stress o per altro, ci fu un doloroso mal di testa a cogliermi nel mentre. Quasi volli lasciare tutto e ritirarmi dichiarando fallita la missione, ma già che la mia stessa vita era in gioco, mi convinsi con molta fatica di continuare. Aperta così la porta della grande torre, silenzioso mi ci infilai dentro. Quel che trovai dopo non fu poi per me una sorpresa abbastanza sorprendente da sorprendermi. Macchine e macchinari... c'era da aspettarselo, del resto. In fondo, più in la, si trovava la grande torre; sembrava estendersi fino al cielo, toccarlo. Senza stare lì ad ammirare troppo un edificio che, in altre occasioni, avrei fatto crollare tutto senza farmi molti problemi... In quella, però, dovetti agire seguendo le indicazioni della Kubrik. Indicazione che, dopo un gira-rigira mi portarono a salire una scala. Questa, dal canto suo, mi portò direttamente dentro l'edificio, o meglio: dentro a un spogliatoio dello stesso. Poco dopo ebbi la fortuna di scoprire un altro degli effetti di quella tuta: avvicinatomi alla finestra come richiesto, e guardato l'edificio di fronte, avrei visto la posizione del mio obiettivo. Dovetti ammettere che fu a dir poco strabiliante possedere di nuovo capacità simili, seppur inferiori, alle mie. Il mio stato d'animo sorpreso durò per poco, poiché subito dopo la simpatica Kubrik decise di spiegarmi le regole del gioco, e nel 99% dei casi, secondo queste, sarei esploso.


    °Speriam di non esplodere allora.°



    Sarei esploso praticamente in ogni caso. Camminavo sul filo del rasoio, o forse mi trovavo in una situazione ben peggiore, ma di certo una via di ritorno non c'era affatto. La ragazza che mi parlò fu abbastanza chiara da spiegarmi le regole di quella strana avventura. Il suo tono poco emozionale non lasciava spazio ai dubbi: se mi avessero scoperto o catturato, di me non sarebbero rimasti che piccoli pezzettini.
    Decisi allora che sarebbe stato meglio muoversi, e mi mossi di corsa. Silenzioso, corsi verso il prossimo punto dove avrei dovuto arrivare, mentre la Kubrik si divertiva con i suoi strumenti disegnandomi strane mappe dinnanzi agli occhi. Uscii dallo spogliatoio come mi aveva richiesto, poi mi mossi lungo i corridoi (miracolosamente vuoti) facendo particolare attenzione alla ovvia presemza di telecamere, con lo scopo di evitarle. Ci riuscii con non poco sudore, arrivando infine dinnanzi alla porta di un laboratorio dove la Kubrik mi disse di fermarmi.
    Mi spiegò allora ciò che dovrei fare, e come farlo, spiegandomi anche che quel tipo era necessario al fine di procedere ai piani superiori. Pensai subito che di lui mi sarebbero serviti gli occhi, le dita e anche la voce. Insomma, avrei dovuto avere tutto di quel dottore, al fine di poter procedere oltre.
    Finii di ascoltarla, entrando dopo nel laboratorio dinnanzi. Chiusi allora lentamente la porta, affinché non facesse rumore alcuno, e mi addentrai dentro il laboratorio muovendomi tra i banchi e "strane cose fumanti". Nei primi attimi della mia avventura lì, non percepii minimamente la presenza del dottore. Riuscii a percepirla solo poco dopo quando un rumore strano sarebbe giunto alle mie orecchie. Seguendolo, giunsi allora al dottore stesso che, allegro e inconsapevole, stava facendo una doccia nudo. Era piuttosto chiaro che, dovevo ucciderlo e nasconderne il corpo. Per il resto non mi feci molti problemi nell'agire: silenziosamente tirai fuori la lama dal suo fodero, altrettanto silenziosamente mi avvicinai al box. Solo dopo scatenai la mia furia: sferrai un calcio al box cercando di abbatterlo sula schiena del dottore. Se ci fossi riuscito, sarei allora balzato dentro sferrando una serie di colpi letali diretti al busto del dottore, o alla sua testa. La mia furia omicidia non sarebbe stata placata finché, morto, il dottore non sarebbe caduto accasciandosi per terra.
    Solo allora avrei fatto il mio e gli avrei preso tutto, estraendogli gli occhi, tagliandoli ambo le mani, dicendo alla Kubrik di permettermi di analizzargli la voce e l'odore. Solo quando avrei avuto tutti i suoi elementi, avrei potuto finalmente uscire prendendo anche la sua tessera.
    Solo in quel momento la mia opera sarebbe stata completa.




     
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    [Sala Operativa Gyakura – Microfono OFF]


    Seinji stava martoriando il povero dottore recuperando da esso tutte le credenziali utili a passare al prossimo livello dell’edificio, come al solito Mr. Orb aveva fatto un lavoro perfetto scegliendo la cavia perfetta per gli esperimenti del suo gruppo di menti malate. Seinji si stava comportando da vero ninja o meglio dire da sicario sfruttando appieno le potenzialità della tuta. Mentre seguiva la sua operazione cavando occhi e tranciando mani Miss. Kubrik si sarebbe tolta un grande casco che le cingeva la testa, sotto di esso una ragazzino di appena quattordici anni aveva fatto capolino mostrando un bel viso contornato da dei capelli chiari tagliati corti a caschetto.

    -KYAAAAH!!!.. LO STA MACELLANDO!!!.. OOOH.. TRAAAAP!!!.. ti prego diamoci il cambio.. io sono stufa!!!..-


    Poco più in la un uomo distinto era piegato in due su di un cestino, sembrava stesse vomitando l’anima, tutto quello che vedeva Seinji era proiettato su dei grandi schermi all’interno di quello che sembrava essere una sala di registrazione.

    -BLEAARGH!!!.. no.. sniff.. mi dispiace Kubrik.. ma il recupero dei dati e la logistica della missione è un compito che.. BLEEEARGH!!!.. spetta a te..-


    -Ahahahah.. ma dai Trap ti metti a vomitare per così poco?!..-


    Un’altra ragazza era li ed osservava la scena dello sbudellamento. Una giovane ragazza dai capelli violacei, sulla cinta due grandi pistole facevano capolinea, non doveva avere più di una ventina di anni. Mentre Seinji operava non sembrava disdegnare la scena al contrario dei suoi amici di stanza, sembrava che in molti fossero accorsi per vedere la riuscita o meno di quell’esperimento. Seinji era stato immischiato in qualcosa di più grosso di quel che poteva anche solo lontanamente immaginare.

    -Dai Orb ti pregoooo!!!.. vieni tu.. io non ho voglia di seguire questo qui!!!..-


    Era proprio una bambinetta, al microfono la ragazza sapeva mentire alla grande modulando la voce per renderla atona e priva di emozioni. Orb era steso sul divano e sembrava dormire profondamente o almeno era quello che stava facendo fino a quando la ragazzina non si era messa a strillare.

    -Dai non rompere Kubrik.. tutti abbiamo un ruolo in questa missione.. Trap ha costruito la tuta.. Touch si è assicurata che Mr. Teleport non scappi.. Io l’ho rimesso in piedi curando le ferite gravi e drogandolo con il Blame..-


    -MA BULLET NON HA FATTO NIENTE!!!.. NON E’ GIUSTO!!!-


    -Che hai detto piccola puttana?!..-


    La ragazza aveva estratto una delle pistole puntandola contro la ragazzina seduta alla plancia di comando, non sembrava possedere un temperamento molto calmo e tranquillo. Fu Trap a fermarla, il suo dito infatti era giù scattato per sparare addosso alla ragazzina.

    -Smettila Bullet!.. Kubrik stava solo.. BLEEEARGH!!!..-


    Ancora vomito per lui, proprio non sopportava la vista del sangue. Intanto Seinji aveva terminato le operazioni chirurgiche e Kubrik sbuffando non poteva far altro che continuare il suo lavoro di supporto. Certo che la cosa la scocciava molto dati i vistosi sbuffi fatti prima di riaprire le comunicazioni con seinji.






    [Seinji Akuma – Laboratori Primo Livello – Microfono ON]


    Terminato il lavoro di vivisezioni Seinji avrebbe sentito la cassa dell’auricolare grattare di nuovo, al di la del cavo il respiro di Miss. Kubrik ora sembrava più affannato anche se la cosa sarebbe durata solo qualche istante. La ragazza era pronta a fare avanzare il soldato in mezzo a quel gigantesco dedalo, aveva ancora parecchia strada da fare prima di giungere al suo obiettivo.

    -..bene.. esci dalla stanza.. gira a destra e percorri il corridoio fino in fondo.. poi a sinistra e sali la rampa di scale.. fa attenzione alle telecamere.. una volta salite le scale usa la tessera e vedi cosa altro è richiesto per accedere al piano successivo..-


    Kubrik aveva chiuso le comunicazioni in modo brusco questa volta. A seinji non restava che seguire le indicazioni alla lettera. Arrivato alla porta avrebbe di fatto trovato una fessura dove poter inserire la tessera e uno strano sigillo al lato della porta che sembrava recare uno strano simbolo a forma di mano e occhio. Il soldato non doveva fare altro che usare i pezzi del dottore che si era portato appresso per accedere al piano successivo. Passare non sarebbe stato un problema, l’assassinio in fin dei conti era servito a qualcosa.


    Il piano superiore del complesso di laboratori non era molto diverso dal resto della struttura. Qualsiasi cosa stessero studiando o ricercando li dentro doveva essere qualcosa di grosso dato che più della metà degli ambienti sembrava destinata alla ricerca. Seinji sarebbe stato guidato da Kubrik fino ad un’uscita dell’edificio che dava su un ampio terrazzo che dava direttamente sul cortile dell’intera struttura centrale. La pioggia continuava a cadere copiosa nascondendo la figura di Seinji alle guardie che qua e la facevano la ronda lungo i palazzi che delimitavano il palazzo centrale. Forse ora Seinji sarebbe riuscito a capire perché Kubrik l’aveva condotto per quel percorso e non direttamente a scavalcare gli edifici con il chakra.


    Tutta la zona sembrava essere militarizzata, passare scavalcando gli edifici era praticamente impossibile senza dover sostenere uno scontro contro le guardie. L’auricolare aveva ripreso a vibrare, sembrava che Kubrik avesse altre informazioni per il soldato.

    i781349_EntrataPalazzo


    -..resta fermo dove sei.. il tuo obiettivo è proprio di fronte a te.. dovrai attraversare il cortile sotto la tua attuale posizione senza farti scoprire.. hai tre opzioni a tua disposizione.. la prima è l’entrata principale.. è ben sorvegliata ma una volta riuscito ad accedere ti sarà più semplice proseguire.. l’entrata secondaria.. per accedervi dovrai passare presso i dormitori della guardie.. è ben sorvegliata ma una volta avuto accesso a li potrai raggiungere quasi direttamente il tuo obiettivo.. la terza opzione è l’accesso tramite il deposito.. allungherai un po’ il percorso ma è senza alcun dubbio l’opzione più sicura.. è poco sorvegliata di notte in quanto è chiusa da diversi sistemi di sicurezza.. tuttavia puoi accedere tramite le condutture di aereazione.. a te la scelta..-


    Seinji ora doveva trovare il modo di accedere al complesso principale. Numerose guardie si muovevano costantemente su e giù per il cortile in più sopra le mura molte altre controllavano la zona esterna. La pioggia continuava a cadere copiosa sul villaggio di Ame. I suoi obbiettivi distavano più o meno tutti alla stessa dustanza. L’entrata principale si trovava a circa 50 metri da lui, la secondaria a 70 metri, mentre l’entrata del deposito era solo a 35 metri da dove si trovava. Miss. Kubrik non gli aveva imposto alcuna azione questa volta, Seinji aveva libero accesso alle sue abilità e competenza ninja, poteva muoversi come meglio credeva e di sicuro lo avrebbe fatto con la massima accortezza dato che ne andava della sua stessa vita.







    [Sala Controlli Tayo Corporation]


    Alla sala controlli della Tayo corporation ne frattempo tutto sembrava filare liscio come l’olio. Sembrava che quella che si apprestava a trascorrere non fosse altro che l’ennesima nottata noiosa. Numerosi addetti alla sicurezza stavano seduti a controllare i monitor, nulla di strano era stato notato fino a quel momento tranne uno strano bip ed una strana spia che si era accesa al settore dei laboratori. Sembrava che qualcuno fosse entrato nei laboratori al piano superiore in piena notte, cosa strana dato che nessuno lavorava a quell’ora in quei laboratori.

    -Capitano.. una spia si è accesa ai laboratori di ricerca.. sembra che qualcuno abbia usato le sue credenziali per accedere al piano superiore..-


    Un strana figura nascosta nell’ombra era seduta su di una grande scrivania. Si potevano intravvedere solo i pesanti anfibi appoggiati sopra di essa e percepire appena il respiro meccanico che proveniva da quell’uomo, se uomo si poteva definire. Gli occhi chiusi del capitano si erano aperti, destati da qualcosa che andava contro la solita routine, sembravano quelli di un gatto mentre restavano immersi nell’oscurità. La sua voce non era di sicuro quella di un essere umano.

    -Di chi si tratta?!..-


    -Il Dott. Hasekawa signor Capitano!..-


    -Mmh.. quell’idiota lavora sempre fino a tardi non è vero?!.. bah.. si sarà di sicuro dimenticato qualcosa nei laboratori.. manda una squadra in perlustrazione e digli di verificare che sia tutto apposto..-


    -Si signor capitano!..-


    Qualcosa alla Tayo Corporation era stato smosso. Ben presto le guardie avrebbero trovato il corpo smembrato del dottore o quello che ne rimaneva di lui. L’armatura stranamente ora sembrava quasi aderire meglio al suo corpo e non solo, anche muoversi era diventato più naturale quasi la tuta si stesse abituando ad essere indossata da lui, una sensazione davvero strana che lo faceva sentire più a suo agio anche se l’emicrania ancora lo stava assalendo alla testa. Seinji ancora non lo sapeva, ma quella nottata sarebbe stata più lunga e faticosa di quanto si poteva aspettare.





    Supporto Vitale



    Funzionalità Attive: 20%
    Sincronia: 38%
    Blame: 1 Dose

    Effetti Attivi: +1 Tacca a Statistiche Principali
    Effetti Attivi: +1 Tacca a Percezioni Sensoriali
    Effetti Passivi: Emicrania

    Sistemi di Supporto



    Visore Notturno: Attivo
    Microfono e Auricolare: Attivo
    Sensore Uditivo: Attivo
    Modulatore Voce: Attivo
    ---

    Equipaggiamento Attivo



    Wakizashi con Lama Allungabile x2
    [Potenza: 30 | Durezza: 3]
    Coltelli da Lancio x17
    [Potenza: 8 | Durezza: 3]

    Obiettivi Attuali



    Primario: Trova un modo per accedere al palazzo della Tayo Corporation.

    Secondario: Non allarmare nessuno.

    /// OT ///



    Post semplice. Devi decidere dove accedere, naturalmente i tre accessi hanno tre gradi diversi di difficoltà, vantaggi e svantaggi, descrivi bene come fai ad entrare, inventa pure quello che vuoi se o non incontri guardie ecc.. il designo ti indica dove sono.. tieni conto che si muovono. Nel prossimo post avrai l’esito delle tue azioni.

    Ho aggiunto un po’ di parte GDR.. naturalmente tu non sai che fanno quelli di Gyakura e le guardie della Tayo Corp. !!!





     
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    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    Scaricai il mio odio su di lui con colpi su colpi. Ormai, non m'importava contro che parte del corpo sarebbe andata a sbattere la mia lama. Il sangue schizzava un po' ovunque. Le pareti si colorarono di un rosso sangue in poco tempo, imprigionando le grida strazianti di quel dottore dentro a quel box per la doccia. La sua fine, del resto, era arrivata per mano mia, o meglio: per mano del semplice istinto di sopravvivenza che regnava sulle vite delle persone. Non seppi il perché, ma gustai quegli attimi come se fossero il mio dessert. Scaricando il mio odio su quel corpo, riuscii a trovare in me quella vena oscura, omicida e micidiale che da tempo avevo rinchiuso nei miei meandri più profondi. Eppure essa tornò a rispuntare sulla superficie come se niente fosse. La cosa mi spaventò, ma non ci badai più di tanto. Avrei ripreso il mio autocontrollo quando quella brutta storia sarebbe finita, negativamente o positivamente era soltanto un dettaglio. Solo un piccolo inutile dettaglio... come il resto di tutte le cose.
    Finii tagliandogli quel che di lui mi serviva, per poi nascondere i pezzi del suo corpo e lasciare il suo corpo lì dentro. Non pensai nemmeno a nascondere i suoi resti. Non sarebbe stato abbastanza sadico in fondo.
    Quando ormai fui abbastanza preparato per andare avanti, rimisi semplicemente la lama al suo posto, e come se niente fosse uscii fuori seguendo le indicazione che la Miss mi dava attraverso l'auricolare. Come prima, prestai attenzione a non farmi individare dalle telecamere che sorvegliavano il posto. Se qualcuno mi avesse visto, o mi avesse scoperto, sarei probabilmente esploso e la mia piccola, seppur intensa, avventura sarebbe finita dov'era cominciata. Arrivato alla porta indicatami dalla Kubrik, presi la tessera inserendola dov'era necessario, per poi usare anche l'occhio del professore e una delle sue mani. La porta si aprì lasciandomi passare senza problemi dall'altra parte. Notandolo, nascosi nuovamente l'occhio e la mano, avviandomi verso il mio obiettivo.
    Da lì venni di nuovo teleguidato dalla Kubrik, arrivando infine a posizionarmi su di un terrazzo che dava su un cortile ampiamente sorvegliato. Fortunatamente, la pioggia nascondeva ancora la mia figura alle guardie presenti, permettendomi così di elaborare un senjutsu al fine di giungere a una delle 3 porte che mi si prestavano dall'altra parte del cortile.
    Ascoltai allora di nuovo la voce della Kubrik che, un po' meno formalmente delle altre volte, si mise a spiegarmi quali e quante opzioni avevo per giungere all'obiettivo. L'entrata principale fu subito l'opzione che esclusi: era ben sorvegliata, e non era proprio nel mio stile il passare dall'entrata principale. Forse era nel stile di altri shinobi, più potenti ed esplosivi di me. L'entrata secondaria, invece, mi affascinò più di quella principale, poiché pur essendo la più lontana delle 3 era anche quella che mi avrebbe portato direttamente al mio obiettivo. Infine, vi era la via più sicura, ma anche la più lenta. Tutte e 3 le entrate, però, distavano troppo per i miei gusti.


    °Merda.°



    Se quacuno avesse cercato su un dizionario la voce "situazione di merda", ci avrebbe trovato la descrizione della situazione in cui mi trovavo. Percorrere un cortile popolato da una miriade di guardie qua e la sarebbe stato a dir poco disumano, ma se ci fossi riuscito sarei probabilmente sopravissuto. A quel punto dovevo scegliere fra i due estremi: entrata secondaria, con la quale sarei rapidamente giunto al mio obiettivo, o l'entrata tramite il deposito, grazie alla quale avrei potuto sentirmi più al sicuro? A quel punto non avevo da perderci molto e, sperando che l'oggetto che dovevo recuperare non era troppo pesante decisi di percorrere la strada per giungere all'obiettivo in meno tempo possibile.
    Squadrai la zona, comprendendo da solo che dovevo passare per i dormitori se volevo giungere all'entrata secondaria. A quel punto, saltai silenziosamente giù, usando poi la tecnica della trasformazione e assumendo così l'aspetto in tutto e per tutto identico a quello delle varie guardie.[Tecnica della Trasformazione/slot tecnica base] Feci conto sopratutto sulla battente pioggia che cadeva sul villaggio, per nascondere la mia figura ancora non mascherata all'inizio.
    Mi trovai allora precisamente tra l'edificio dei laboratori, e quello dei dormitori delle guardie. Con quell'aspetto, assumendo anche i comportamenti [Recitazione] e la velocità di passo degli altri guardiani, mi mossi passando vicino ai dormitori delle guardie, e usando. Da lì riuscii a vedere 2 guardiani che passeggivano a fianco dei dormitori, e altre 2 dinnanzi alll'entrata principale, girati verso di questa. Sfruttai allora quel momento per entrare in scena.
    Sfruttando la mia calma e il mio sangue freddo, finsi [Recitazione] di essere uno dei loro. A passo lento mi mossi verso i due guardiani dinnanzi ai dormitori. Il mio sangue freddo e la mia calma mortale, non avrebbero fatto presagire nulla ai due. Arrivato lì, li avrei salutati con un cenno del capo, fermandomi poi vicino a loro.


    «Il capo vi vuole vedere...»



    Dissi modulando la mia voce facendola sembrare uguale e similare in tutto e per tutto a quella di uno dei 3 guardiani uccisi davanti all'entrata che avevo già precedentemente usato.[Ventriloquio]
    Nella maniera più calma possibile, avrei girato passando allora vicino ai 3 alberi, lasciando alla mia destra un albero e alla mia sinistra altri due alberi. Non appena la distanza dalla porta dell'ingresso secondaria sarebbe stata di circa 25 metri, avrei composto un unico sigillo della Capra, teletrasportandomi dall'altra parte della porta dell'ingresso secondario direttamente. In effetti, dovevo pur far vedere loro il motivo per cui quel pazzo di un pelatone mi aveva attribuito il soprannome di Mr. Teleport.
    Sperando che il piano funzionasse a dovere, un volta dentro avrei ricontattato la Kubrik con la voce datami da quel modulatore strano.


    «Sono dentro. Dov'è l'obiettivo? Attendo ulteriori dettagli.»


     
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    L’azione furtiva di Seinji era riuscita. Il soldato ora si trovava dietro la porta dell’accesso secondario, un accesso che solitamente veniva utilizzato per accedere direttamente agli alloggi ed uffici del capo della baracca. Certo le difese di quel posto forse lasciavano un po’ a desiderare quella notte, ma vi era un valido motivo. Chi mai poteva osare di colpire una delle più potenti organizzazioni di Ame e soprattutto che necessità avevano di dispiegare più soldati a guardia di un ingresso che portava a delle stanze vuote. Il capo della Tayo Corp. infatti non si trovava ad Ame in quel momento e questo i soci di Seinji lo sapevano bene, tutto stava andando secondo i piani o quasi. Kubrik si sarebbe fatta sentire all’auricolare.

    -..prosegui per la stanza.. poi fermati al primo angolo.. questa via è la più rapida ma non credo sia possibile percorrerla senza farsi notare.. sempre che non sappiano già della tua presenza..-


    Seinji aveva scelto la via più semplice, ma anche la più rischiosa. Quell’edificio infatti collegava un grande ascensore direttamente con le stanze che doveva raggiungere. Se si fosse sporto appena il soldato avrebbe intuito perché Kubrik l’avesse fermato, due telecamere fisse puntavano l’angolo dal quale doveva passare. Anche usando la tecnica del teletrasporto non sarebbe mai riuscito a percorrere la distanza che lo divideva da li all’entrata, un bel problema che tuttavia poteva essere superato in qualche modo.

    -..attivo la modalità mimetica.. sblocco delle membrane adattive.. ricalibro la pigmentazione del tessuto..-


    Ecco che la ragazza aveva ripreso a dire un sacco di stronzate, parole senza senso che ancora una volta si conclusero con un click in alcuni punti della tuta. Seinji ormai doveva averlo capito, quel rumore significava solo una cosa, un’altra sciccheria stava per essere messa a sua disposizione.

    -Nella tasca destra della cintura.. prendi uno di quei cilindretti metallici.. clicca il bottone su di essi e lancialo nel corridoio.. dopo di che aspetta il mio segnale prima di superare il corridoio..-


    Se Seinji avesse eseguito le operazioni alla lettera dal cilindro sarebbe partita una densa e sottile coltre di fumo, una nebbiolina appena percettibile ad occhio nudo del tutto simile a del gas lasciato in aria. Seinji non avrebbe sentito ne odori strani ne sensazioni di soffocamento, l’ambiente rapidamente si era riempito di quella sostanza.

    -..attivo la modalità mimetica.. procedi rapidamente.. ha una durata di soli dieci secondi..-


    Seinji avrebbe visto il suo corpo diventare semitrasparente, qualcosa nella tuta stava reagendo a quella strana sostanza rendendolo vitreo e quasi invisibile. Non gli restava che muoversi rapidamente lungo il corridoi prima che l’effetto svanisse. A massima velocità sarebbe riuscito a percorrerlo senza problemi prima di vedere svanire l’effetto di semitrasparenza sulla tuta, davvero eccezionale.


    Davanti a lui una grande porta indicava la presenza dell’ascensore, sembrava uno di quelli usati per il trasporto di merci o quant’altro tanto era grande e spazioso. Al soldato sarebbe bastato cliccare il pulsante per aprire le grandi porte meccaniche. La pulsantiera al suo interno presentava solo due pulsanti, una freccia rivolta verso l’alto ed una seconda freccia puntata verso l’alto, di certo non poteva sbagliare.


    Premuto il pulsante le porte si sarebbero chiude facendo partire una fastidiosa musica di attesa, un ritornello piacevole all’orecchio che certo poco calzava la situazione. L’ascensore era grande quanto un salotto e da quello che c’era al suo interno dava proprio l’impressione di esserlo. Ai lati grandi vetrate davano modo di vedere fuori mentre dentro moquete e divani davano sfoggia di pessimo gusto in fatto di arredamento. Kubrik sarebbe tornata alla carica.

    -L’ascensore ci impiegherà circa quattro minuti a risalire.. a questo punto quelli della Tayo potrebbero averti già scoperto.. da qui in poi la situazione si farà più impegnativa..-


    La Kubrik non sarebbe riuscita a terminare la frase che un kunai sarebbe volato verso Seinji colpendolo alla spalla sinistra procurandogli non pochi dolori e danni. Quel dannato ascensore non era vuoto e la presenza di Seinji aveva risvegliato i suoi guardiani, quattro ombre si erano staccate dagli angoli della stanza in movimento mostrando la loro presenza, ninja completamente vestiti di nero armati di kunai e pronti all’assassinio [Guardia Elite Tayo Corp. x4 / Energia: Blu].

    i783162_ninjaelite


    -Dannazione!.. quattro guardie.. nascoste nell’ascensore.. ma che diavolo?!.. danno strutturale alla tuta.. funzionalità inalterate.. sblocco modalità da combattimento.. uccidi quelle carogne!..-


    Seinji avrebbe sentito il solito click. Se impugnate le wakizashi queste sarebbero scattate allungandosi fino a diventare delle katane leggere e taglienti come rasoi. Alle sue spalle una delle guardie si era lanciata in un attacco fulmineo, kunai alla mano stava tentando un affondo alla schiena, un colpo preciso e letale portato all’altezza delle scapole [Slot Azione 1][Affondo / Wakizashi / Potenza: 25 / Velocità: Blu+3].


    Subito dopo il primo attacco un secondo fendente sarebbe giunto dalla sinistra, uno stronzo approfittando dal momento stava caricando e rilasciando un tondo all’altezza della testa del nukenin corazzato, un colpo semplice che mirava a cavargli semplicemente la faccia da sinistra verso destra [Slot Azione 2][Tondo / Katana / Potenza: 40 / Velocità: Blu+1].


    Colpito o meno i due rimasti fuori dal combattimento avrebbero lanciato una selva di colpi, spiedi potenti e letali in gran numero che lo avrebbero colpito da destra e sinistra senza scampo in un ambiente così piccolo e ristretto. Gli spiedi miravano alle gambe e all’addome dove era più semplice colpirlo [Slot Azione 3][Lancio / Spiedi / Potenza: 8 / Velocità: Blu+3].


    Il tutto mentre quella magnifica musichetta ronzava nelle sue orecchie elettroniche senza dargli pace. La battaglia per la sua vita aveva appena avuto inizio e le cose già sembravano essere difficili. Seinji aveva pochi minuti per sbarazzarsi di quei brutti ceffi prima di ritrovarsi dentro l’edificio dove molto probabilmente altri lo aspettavano.





    Supporto Vitale



    Funzionalità Attive: 25%
    Sincronia: 43%
    Blame: 1 Dose
    Danni: Danno leggero alla spalla sinistra.

    Effetti Attivi: +1 Tacca a Statistiche Principali
    Effetti Attivi: +1 Tacca a Percezioni Sensoriali
    Effetti Passivi: Emicrania

    Sistemi di Supporto



    Visore Notturno: Disattivato
    Microfono e Auricolare: Attivo
    Sensore Uditivo: Attivo
    Modulatore Voce: Attivo
    Mimesi Ambientale: Disattivato
    ---

    Equipaggiamento Attivo



    Wakizashi con Lama Allungabile x2
    [Potenza: 30 | Durezza: 3]
    Coltelli da Lancio x17
    [Potenza: 8 | Durezza: 3]
    Cilindri Fumogeni x2

    Obiettivi Attuali



    Primario: Sbarazzati delle Guardie Elite Tayo.

    Secondario: Sopravvivi.

    /// OT ///



    Uccidili soldato. Sei dentro un ascensore grande 10x5m è gigante insomma.



     
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    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    Un po' inaspettatamente, riuscii a concludere positivamente il mio spostamento. Da ninja pensatore, nonché aspirante stratega, riuscii a eludere le guardie passando dall'altra parte della porte. Un po' ingenuamente, pensai che il mio obiettivo l'avrei trovato subito lì dietro, ma a quanto sembrava così non era. Trovatomi oltre la porta, la voce della Kubrik mi diede le indicazioni per proseguire oltre, guidandomi in mezzo a quei strani corridoi pieni di trappole e telecamere varie.
    La scelta della via più semplice non era stata per nulla casuale. In ogni caso, mi avrebbe scoperto e, forse, sarebbe stato meglio risolvere i miei problemi prima, per avere dopo la strada spianata. Camminai quanto bastava per giungere ad un angolo, e sentire nuovamente la voce della Kubrik fermarmi. Per capire il motivo per cui ci fu quel rapido stop, mi bastò sporgermi oltre l'angolo per vedere 2 telecamere fissare il corridoio. All'istante stesso, pensai di nuovo di rendere valido il mio soprannome acquisito negli incontri con quei tipi, ma venni rapidamente anticipato dalla voce della Kubrik. Per quanto (poco) strano potesse essere, nuove funzionalità di quella super-tutina stavano per venire sbloccate. E infatti ebbi ragione: poco dopo si sentì l'ennesimo click, che attivò chissà quali altre funzionalità della tutina.
    Una volta che la tutina mi aveva fatto scoprire l'ennesima sorpresa, seguii nuovamelte le indicazioni della Kubrik. Presi il cilindretto metallico di cui la Miss parlava, e dopo aver cliccato sul bottone su di essi, lo lanciai nel corridoio. Ebbi la fortuna di osservarne l'effetto poco dopo. Le bombolette sprigionaro qualcosa di molto simile al gas, e la sua funzione mi divenne chiara poco dopo. Compresi che a contatto con la tutina, quel gas la faceva diventare completamente trasparente, il che, bene o male, era un valido modo per sfuggire alle telecamere. Allora non persi tempo, e non appena il corridoio si riempì con quel gas, che mi misi a correre il più veloce possibile per riuscire a raggiungere l'altra estremità del corridoio. Fu più facile di quanto potessi pesante, poiché quella tuta era davvero un qualcosa di estremamente mirabolante.
    Con un sorriso disegnato sul volto, osservai lo spazio appena percorso.


    °Devo riuscire a rubarla...°



    Arrivato oltre, mi fermai dinnanzi a una gigantesca porta. Dalla sua grandezza e dalla sua conformazione, compresi che quella doveva essere la porta dell'ascensore. O meglio: la porta di un ascensore gigante con la finalità di carico e scarico merci. Cliccai il pulsantino a fianco, osservando le due porte aprirsi. L'interno dell'ascensore era davvero ampio e spazioso, e nulla lasciava presagire un possibile pericolo.
    Senza pensarci poi molto, sciacchiai di nuovo uno dei due pulsanti con sopra disegnata la freccia puntante verso l'alto. Le porte allora si chiusero, lasciando partire una melodiosa, ma anche alquanto fastidiosa, melodia di attesa.
    Dovetti ammettere che era snervante, e se avessi trovato la fonte di quella "roba", l'avrei buttata giù a suon di esplosioni. La mi attenzione si focalizzò però anche sull'arrendamento interno dell'ascensore: era difficile dirlo, ma sembrava quasi che qualcuno abitasse al suo interno. A giudicare dal fascino degli arredamenti, quel qualcuno doveva pure essere ricco.
    Il mio stupore durò poco, o meglio relativamente poco; scomparve non appena la Kubrik mi disse che ci volevano 4 minuti per salire.


    «Q-U-A-T-T-R-O? Ma voi siete malati... 4 minuti in un ascensore chiuso! »



    Non capivo, e non riuscivo a capire, il perché mi avevano appena chiuso dentro ad un ascensore per ben 4 minuti. Non si rendevano forse conto del pericolo che quella situazione poteva rappresentare per me? Una mossa tattica sbagliata. Era solo una mossa tattica sbagliata. Una mossa tattica sbagliata, e che con tutta la mia sorpresa, si rivelò essere ancora più sbagliata poco dopo. Quando un oggetto metallico mi colpì all'altezza della spalla sinistra. Di scatto, mi girai cercando d'ignorare il dolore provocato da quel lancio verso di me. Quel che vidi mi sconcertò non poco: non una, non due, non tre, ma ben quattro guardie saltarono da chissà dove. Ora eran davvero cazzi amari per me. Chiuso in un ascensore per ben 4 minuti, assieme a delle guardie che sembravano essere molto più forti di quelli precedentemente uccisi.

    «L'avevo detto io.»



    Rapido, per istinto di difesa tirai fuori le 1 delle 2 lame nascoste nella tuta, impugnandola con la mano destra. Fu un'azione che feci appena in tempo per difendermi dal primo attacco portato da una delle 4 guardie. Grazie alle mie percezioni sensoriali migliorate, mi resi conto che una dei 4 mi stava attaccando alle spalle. Rapido, anche se non era propriamente il mio modo di combattere preferito, mi girai di scatto, migliorando il movimento con del chakra [1/2 basso/Riflessi=625] e deviando l'affondo verso l'esterno con un rapido movimento della mia lama. Ciò non bastò completamente, poiché la lama del mio avversario passò vicinissima alla mia spalla sinistra, lacerandomela lievemente e passando oltre per via del sbilanciamento del corpo nemico.
    Non riuscii a riprendermi dal primo attacco, che arrivò subito il secondo mirando a prendermi in controtempo con un colpo molto pericoloso, ma anche lento. Ormai impossibilitato a spostare la mano con la katana verso la mia sinistra per parare il colpo, non mi rimase che cercare di schivarlo oppure pararlo con la katana rimanente.E fu quel che feci: concentrando del chakra nella mancina per migliorarne il movimento [1/2 Basso/Riflessi=625], la mancina andò ad estrarre la lama rimanente - questa si allungò a diventare una katana nell'istante stesso - e quindi, con un solo movimento, si posizionò perpendicolarmente al terreno, parando così il colpo.
    Come se non bastasse, i 4 nemici mi attaccarono anche a distanza, lanciandomi contro delle armi basi che ogni ninja possedeva nel proprio arsenale. Impegnato a parare i colpi dei nemici, notai soltanto come dalla destra e dalla mia sinistra, furono scagliati spiedi vari che rapidi mi puntavano l'addome e le gambe. Tra le idee su come difendermi, me ne piacque una molto più di tutte le altre: concentrando nuovamente del chakra, questa volta distribuito nel bacino e nella gambe [1 Basso/Riflessi:650], saltai di lato eludendo gli attacchi dei 2.[Spostamento per schivare di 6 metri/Riflessi:650/Uso "competenza": Salto Chakrico Superiore]
    Durante il salto, con un unico movimento avrei rimesso al loro postole due lame, unendo le mani in una serie di sigilli non appena i piedi avrebbero toccato terra. A quel punto, i due che mi avevano caricato con le loro lame, sarebbe stati a 6 metri da me, mentre gli altri 2 comunque a circa 12 metri.
    Quel che volli fare per attaccare, fu una rapida combinazione di tecniche. Il primo sigillo che composi, fu il sigillo della capra, per effettuare la Tecnica del Velo di Nebbia. Certo, non era propriamente il massimo in quella condizione, ma ero sicuro che mi sarebbe servita non poco.[30 slot dimensionali/consumo: 6 bassissimi]
    Subito dopo, avrei composto altri sigilli, effettuando una delle mie illusioni preferite: la Nebbia Soffocante.


    °Drago, Capra, Topo, Scimmia, Tigre, Bue, Topo, Scimmia, Bue °



    Nello stesso istante in cui avrei finito il mio ultimo sigillo, l'illusione avrebbe avuto il suo effetto direttamente su tutti e 4 gli avversari che si trovavano all'interno della Nebbia.[Abilità Illusioni Multiple/Consumo totale=21 Bassissimi per attivazione, 7 bassissimi per mantenimento]. Per aumentare l'efficacia stessa dell'illusione che con cotale maestria avevo eseguito, avrei utilizzato tutte le mie conoscenze ninja al riguardo. [Raggiratore: Tatto]. Quindi, sapendo che i miei avversari erano in difficoltà, sarei passato all'offensiva vera e propria. Innanzitutto, avrei tirato fuori 8 coltelli, 4 per mano, che avrei poi tirato nella nebbia, mirando ai due combattenti a distanza che poco prima mi avevano attaccato coi spiedi. Il lancio sarebbe stato effettuato alla cieca, poggiando però sui vari rumori che i due potevano emettere, sulla memoria e sulle mie capacità sensoriali aumentate rispetto alle loro. I lanci sarebbero stati eseguti uno dopo l'altro, in rapida successi. Entrambi miravano all'alltezza della regione tra l'addome e il petto. Entrambi i lanci furono da me potenziati non solo con un 1/2 Basso per migliorarne la Forza [Forza=625], ma anche grazie all'uso delle mie capacità di lancio e del chakra repulsivo[Chakra Repulsivo "Intermedio"/Forza=650].
    Subito dopo i due lanci, rapido sarei corso in avanti, estraendo per strada le 2 katane con un unico movimento.[Spostamento:7 metri] Arrivato in prossimità dei due shinobi che prima mi avevano attaccato, avrei rapido caricato la mano destra per colpire uno dei due con un affondo al centro del petto, migliorando il colpo con un 1/2 Basso di chakra impastato nel braccio.[Velocità=600]
    Qualora il nemico fosse riuscito a difendersi, avrei allora fatto partire subito la mancina che, con un colpo tondo e veloce, avrebbe mirato a decapitare il nemico. Questo colpo avrebbe seguito una traiettoria circolare da sinistra verso destra, e anch'esso sarebbe stato migliorato con 1/2 Basso di chakra nella mano sinistra. [Velocità=600]
    Qualora, invece, l'affondo al centro del petto fosse riuscito, avrei allora lasciato lì la katana, attaccando con la mancina subito l'altro nemico. Il colpo che questa avrebbe effettuato, sarebbe stato un colpo semi-circolare, mirante a decapire l'avversario. Il colpo, sarebbe stato ovviamente potenziato con 1/2 Basso di chakra nella Velocità.[Velocità=600]
    In ogni caso, subito dopo aver effettuato i 4 attacchi, avrei fatto un mezzo passo indietro, posizionandomi in guardia e cercando di capire se tutti i nemici fossero morti, in attesa di ulteriori istruzioni dalla Kubrik.




    Bon! Mi son divertito!
    Il chakra speso:2+2+4+6+21+2(Raggiratore)+2+2+2+2=45 Bassissimi spesi
    Riserva di chakra quindi: 208-45=163 bassissimi rimanenti
     
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    [Sala Operativa Gyakura – Microfono OFF]


    Kubrik, Orb, Bullet e Trap si stavano godendo lo spettacolo offerto dal buon Seinji. Il menomato grazie alla tuta e alle sue abilità ninja stava dando del filo da torcere a quattro guardie d’elite della Tayo Corp. I quattro guardavano in silenzio mentre Orb si accendeva l’ennesima sigaretta e Miss. Touch un po’ più in la si faceva un caffè senza nemmeno degnare di uno sguardo lo schermo.

    -SIIII!!!.. AHAHAH.. ve lo avevo detto io che Mr. Teleport è una bomba!..-


    -Tsk!..-


    Miss. Touch non sembrava essere dello stesso parere, ma doveva ammettere che l’Akuma era migliorato dall’ultima volta che lo aveva affrontato piantandogli diverse lame in tutto il corpo.

    -Kubrik stai registrando tutto vero?.. la tuta ha subito danni ai tessuti interni!?!..-


    -La tuta è operativa al 100%.. sto registrando tutto.. sembra che quell’idiota si stia adattando ad una velocità doppia rispetto gli altri soggetti..-


    -Eheheh.. lo sapevo.. lo sapevo!.. VAI MR. TELEPORT!!!-


    Orb si era fatto un altro tiro mostrando un ghigno beffardo. Seinji dentro all’ascensore stava scatenando tutte le sue abilità di ninja per tenere a bada i quattro sicari comparsi per eliminarlo, la tuta lo stava sostenendo nel fisico e nella mente anche se la testa ancora gli faceva male, un dolore a cui ormai si era abituato. Le sue lame volavano in mezzo alla nebbia lasciando caldo e rosso sangue zampillare dalle teste e dai petti dei suoi nemici che mai si sarebbero aspettati un attacco tanto tenace e preciso. Le sue percezioni migliorate lo guidavano in mezzo all’oscurità, non gli serviva più essere un Akuma, con quella addosso il mondo appariva più chiaro.

    -Li ha stesi tutti!.. controlliamo le funzioni vitali.. sono nella norma..-


    -Ahahah.. e senza una seconda dose di Blame!.. eheheh.. peccato mi sarebbe tanto piaciuto vederlo in azione!..-


    -Nessuno è mai sopravvissuto ad una seconda somministrazione di Blame.. non prima che sia stata assorbita la prima.. e cioè dopo 48 ore..-


    -Baaah.. lo so.. lo so.. ma sono sicuro che quell’idiota possa riuscirci.. lo hai visto no?!..-


    - Aspettate un attimo.. mmh.. c’è.. c’è qualcosa che non va.. e questo cos’è?!..-







    [Seinji Akuma - Ascensore Tayo Corporation – 52 secondi alla destinazione]


    I suoi avversari avevano smesso di muoversi, i suo coltelli e le sue katane avevano ferito a morte i 4 difensori dell’ascensore. Seinji Akuma si era comportato bene, aveva creato la situazione perfetta sfruttando i potenziamenti offerti dalle tuta e aveva messo a tacere le persone che per primo avevano attentato alla sua vita. Peccato che i guai fossero solo appena iniziati. Un grido sarebbe esploso nelle orecchie elettroniche del ninja, un urlo di una ragazzina spaventata, non più freddo come lo era all’inizio, l’urlo di una persona quasi affezionata a lui e alla sua incolumità.

    i783516_ascensoreboom


    -VA VIA DA LI!!!!..-


    Nemmeno il tempo di muoversi o fiatare. Il boato avrebbe coperto le parole della ragazza mentre l’intera cabina veniva fracassata da una potente esplosione che aveva fatto saltare entrambe le gigantesche vetrate anti sfondamento dell’ascensore. La nebbia si sarebbe diradata rapidamente mentre Sinjii si sarebbe ritrovato a terra con qualche mobile e divano sopra, nulla che potesse spostare con una semplice spinta. Le orecchie ora gli stridevano in maniera disumana, mentre la vista sembrava quasi ballare, un difetto forse o peggio ancora un danno strutturale ai meccanismi di funzionamento.


    Se si fosse alzato avrebbe notato subito che l’ascensore era pericolosamente inclinato su un lato. I cavi che lo sostenevano stridevano sopra la gigantesca struttura indicando che da li a qualche secondo si sarebbero spezzati volando verso il tetto del grattacielo.


    Se avesse guardato fuori dalle vetrate esplose Seinji non sarebbe riuscito a vedere nulla, la pioggia copriva il paesaggio e le luci dal basso ora erano state puntate verso la sua figura, lo avevano scoperto. Una sirena aveva preso a suonare e le orecchie continuavano a fischiare senza dargli tregua, ne Kubrik ne Orb sembravano essere in grado di mettersi in contatto con il soldato, era solo ora eppure non era ancora esploso. Dall’altra parte qualcuno sembrava credere ancora in lui e nelle sue possibilità di riuscita, Seinji stava lottando per la sua stessa vita ora.


    Uno scossone potente avrebbe fatto sobbalzare l’ascensore mentre i cavi che lo reggevano si stavano sfilando nel punto in cui erano agganciati alla gigantesca struttura. Ancora pochi secondi e avrebbero spiccato il volo mentre l’intera gabbia con dentro Seinji sarebbe caduta sfracellandosi al suolo. Poteva scappare il ninja, poteva uscire e scalare la parete del palazzo, ma nessuna finestra gli avrebbe permesso di entrare nell’edificio e illuminato come era ora sarebbe stato un facile bersaglio. Doveva andarsene di li e alla svelta.





    [Tetto Dormitori Tayo Corporation]


    Una figura alta e mascherata stava in piedi sul tetto dei dormitori della Tayo Corporation. Il suo volto era illuminato da una forte esplosione che lui stesso aveva appena procurato. Dalla spalla un gigantesco cilindro dalla bocca fumante era sceso schiantandosi a terra, il sigillo inciso su di esso bruciava scomparendo velocemente. Altre guardie lo affiancavano puntando dei riflettori verso l’ascensore dell’ingresso secondario, qualcuno si era introdotto nella struttura senza autorizzazione.

    i783518_capocattivo


    -Nessuno entra senza permesso mentre io sono a casa!..-


    Il rumore emesso dal respiratore del gigante riusciva a superare quello della pioggia stessa. Il suo sguardo puntava dritto all’ascensore che lentamente si stava staccando dalle funi che lo trattenevano per salire fin su in cielo. Mentre osservava una guardia era tornata per fare rapporto.

    -Signore.. abbiamo trovato il Dott. Hasekawa.. morto.. signore!..-


    -Mmh.. deve essere stato quel maledetto che si trova li sorpa.. portatemi un altro mortaio..-


    -M..Ma signore.. così rischiate di far crollare l’ascensore.. inoltre potrebbero esserci dei soprav..-


    -Ho detto.. portatemi un altro.. stramaledettissimo.. mortaio!!!-


    Gli occhi del gigante si erano accesi di una strana luce assassina desiderosa di vedere la persona che era entrata nel suo territorio senza il suo permesso, morta. Le guardie avrebbero portato un secondo cilindro che il capitano si sarebbe messo in spalla. Strano che riuscisse a tenerlo su da solo, quando servivano due guardie per portarne uno a fatica. Seinji Akuma era sotto tiro e il cane da guardia era pronto a morderlo di nuovo. Non sarebbe affatto stato facile uscire da quella nuova situazione di merda.





    Supporto Vitale



    Funzionalità Attive: 12%
    Sincronia: 43%
    Blame: 1 Dose
    Danni: Danno leggero alla spalla sinistra. Bruciature superficiali alla tuta.

    Effetti Attivi: +1 Tacca a Statistiche Principali
    Effetti Attivi: +1 Tacca a Percezioni Sensoriali
    Effetti Passivi: Emicrania

    Sistemi di Supporto



    Visore Notturno: Disattivato
    Microfono e Auricolare: Disattivato
    Sensore Uditivo: Disattivato
    Modulatore Voce: Attivo
    ---

    Equipaggiamento Attivo



    Wakizashi con Lama Allungabile x2
    [Potenza: 30 | Durezza: 3]
    Coltelli da Lancio x9
    [Potenza: 8 | Durezza: 3]
    Cilindri Fumogeni x2

    Obiettivi Attuali



    Primario: Raggiungi una zona sicura.

    Secondario: Sopravvivi.

    /// OT ///



    Good Luck. (*O*)/




     
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    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    Caddero di nuovo. Non ne sapevo l'esatto motivo, ma quella giornata stava diventando parecchio proficua per me. L'odio che nutrivo per quel vecchio di Kiri, ormai si stava dissipando macchiato dal sangue altrui. Se le persone cadevano, se esse morivano di atroci dolori per mano mia, la colpa era da ricercarsi solo nel vecchio di Kiri. Solo e soltanto in lui. Infondo, era lui il male del mondo. Era lui a generare rabbia, odio e dolore. Lui, con le sue azioni, con la sua stupida politica, con il suo non volere imporre una Kiri grande. Con il suo voler un villaggio piccolo, ignobile, misero e quasi morto. Poco m'importava quante teste sarebbe cadute, prima che fossi giunto al mio scopo. Poco m'importava quante persone avrei ucciso. Altrettanto poco m'importava se fossi morto nel tentativo. Ero un ninja, e il mio obiettivo era chiaro e lucido. Ero pronto a dare la vita per realizzarlo. Vendere l'anima alle antiche divinità degli inferi.
    Quando l'ultima testa volò via dal proprio corpo, mi assicurai che anche gli altri due ninja fossero morti. Se così fosse stato, avrei in silenzio atteso che l'ascensore fosse giunto alla fine, ma così, purtroppo non fu. Fu un urlo ad allertarmi. Un glaciale urlo. Non seppi dire cosa fu ad andare storto, ma pochi attimi dopo che quel grido mi attraversò le interiore come se fosse una corrente glaciale. Una corrente che venne spento subito dopo, perché non riuscii più a comprendere nulla. Forse il terremoto, o forse soltanto l'ira divina mi scaravertarono a terra con inaudita violenza. Riuscii a sopravvivere, o almeno fu quello che capii i primissimi istanti dopo, ma per quanto ancora sarei rimasto in vita non sapevo dirlo. La situazione era difficile, e si stava mettendo ancor peggio.
    Quel boato, quell'esplosione mi stordì per qualche attimo. Riuscii a comprendere di essere per terra, coperto da alcuni oggetti, solo poco dopo. Rapido, spostai le cose che erano cadute su di me, scaraventandole di lato. Altrettanto rapido, m'alzai, ascoltando nella profondità della mia testa un stridulo continuo. Ero diventato pazzo forse? Probabilmente sì, ma era un sollievo. Un altro secondo dopo, e compresi anche la pericolosità della situazione: quell'esplosione aveva danneggiato l'ascensore, che ora pendeva pericolosamente da un lato. Se volevo sopravvivere, dovevo muovermi il più in fretta possibile. E fu quel che feci. Rapido, usando del chakra adesivo per mantenere la stabilità, mi misi in correre verso una delle vetrate fracassate. Fu durante la corsa che compresi anche un altro elemento fondamentale di tutta quella vicenda: mi avevano scoperto. Delle luci, probabilmente dei riflettori, puntavano verso di me e una sirena suonava tiranna. Era forse la mia fine? Poco m'importava.
    Raggiunta di corsa la vetrata sfondata, mi lanciai nel vuoto. Pochi attimi, in cui riuscii a vedere le persone che stavano sotto di me, puntandomi coi loro riflettori, e poi la solita composizione dei miei cari seals. Infine, il Richiamo: una nuvoletta di fumo, e mi ritrovai sul corpo di Ayga, uno dei miei pteorsauri più fidati a volare ad un'altezza spaventosa.
    L'ascensore così rimase dietro di me, fumante e danneggiato com'era. Quel tipo che mi aveva sparato contro chissà cosa, non doveva avere una pazienza infinita del resto se aveva deciso di eliminare l'ascensore intero.
    In ogni caso, subito dopo l'evocazione del Pterosaura, avremmo virato verso l'alto.


    «Vienimi a prendere se ci riesci, figlio di...»



    Il piccolo volo verso il tetto di edificio, mi avrebbe ricordato i bei tempi passati assieme a quella creature. Un spostamento veloce, seguendo una traiettoria irregolare, in modo da non dare la possibilità a quei tizi di abbatterci mentre volavamo. Infine, saremmo rapidamente giunti a posizionarci sul tetto. Con un rapido salto, sarei sceso dalla mia creatura, posizionandomi al bordo del tetto, in modo da riuscire a controllare le azioni di quel tipi sotto di me.
    Una situazione di merda si stava complicando ancora di più.




    Post semplice e breve, dato che non dovevo far nulla oltre a scappare dall'ascensore...
    Il chakra speso:24 bassissimi
    Riserva di chakra quindi: 163-24=139 bassissimi rimanenti

     
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    L’ascensore si era staccato lasciando volare il cavo di acciaio verso l’alto e la scatola di metallo verso il basso. Ci vollero più di cinque secondi prima che il boato dell’impatto giungesse alle orecchie elettroniche di Seinji. Grazie alla sua evocazione il soldato era riuscito ad arrivare al tetto della Tayo Corporation ma a che prezzo. La tuta aveva riportato diverse lacerazioni superficiali e qualche pezzo si era bruciacchiato, ma non era quello il problema maggiore. Le orecchie del ninja gli fischiavano distorte dal mal funzionamento dell’auricolare e il sistema di visione sembrava essere stato danneggiato dall’impatto. Furono lunghi secondi di attesa immersi nel silenzio, la su il vento soffiava con forza, se i suoi soci non lo avevano ancora fatto saltare significava solo una cosa. Avevano ancora fiducia in lui.

    -ZZzz.. wiiik.. Il.. Sist.. wiiik.. OooOooh.. MErd.. zzZz… ehi.. zZzzz.. mi.. ZZzzz.. enti..-


    Niente da fare. Miss Kubrik stava tentando disperatamente di sistemare il sistema di comunicazione, un operazione fattibile che tuttavia avrebbe richiesto del tempo. Seinji era solo, almeno per il momento, era uscito da una situazione che avrebbe lasciato uccisi i migliori ninja, e solo il fatto di poter respirare ancora doveva renderlo felice.


    Se si fosse voltato il ninja avrebbe notato di trovarsi sul tetto dell’altissimo edificio. Sotto di lui le guardie si erano già mobilitate per raggiungerlo, non aveva molto tempo per togliersi di li e far sparire le tracce. Nonostante la situazione la missione doveva proseguire come da copione, il fallimento avrebbe significato solo la sua morte istantanea. Il suo obiettivo si trovava una decina di piani più in basso, non doveva fare altro che decidere come scendere.





    [Discesa dal Palazzo]


    L’opzione discesa lungo una delle pareti del palazzo era fattibile. Sfondare ed entrare da una delle grandi vetrate che componevano la facciata del palazzo non era poi cosa impossibile, l’unico inghippo era composto da una serie di loschi figuri asserragliati sulle mura di quel posto che tenevano puntata la mira sull’edificio con quei strani cannoni che poco prima avevano abbattuto l’ascensore. Sembrava infatti che quello che Seinji era andato a rubare fosse più importante del palazzo stesso, a nessuno importava di distruggere parte della struttura pur di eliminare qualsiasi intruso. Se Seinji fosse sceso da uno qualsiasi dei lati del palazzo, usando il chakra adesivo oppure la sua evocazione sarebbe stato bersagliato da una serie di cannonate letali che non gli avrebbero dato tregua [Cannonate x5 / Potenza: 40 / Raggio: 3m / Velocità: Viola].
    I colpi sarebbero stati potenti e precisi e sarebbero sempre esplosi poco prima di schiantarsi sull’edificio per arrecare il minor danno possibile alla struttura ed il maggior danno all’avversario, evidentemente quei cosi esplodevano a comando o grazie ad un particolare taimer. Sfondare la vetrata del piano dove doveva infiltrarsi inoltre sarebbe stato più difficile di quanto poteva immaginare, le finestre erano spesse e rinforzate per resistere alle esplosioni, era necessaria una tecnica o un’esplosione piuttosto forte per abbatterle [Finestrone Blindato / Potenza: 60 / Durezza: 3].






    [Tromba delle Scale]


    Sul tetto era presente una porta che sembrava dare a delle scale che portavano direttamente ai piani inferiori. Forzare la porta sarebbe stato semplice, le difese a quel livello della struttura lasciavano a desiderare, evidentemente il nemico si sopravvalutava fiero delle guardie a terra. La scala scendeva per circa cinque piani, Seinji doveva fare in fretta se non voleva ritrovarsi in trappola, le guardie stavano risalendo la struttura e molte già si trovavano ad attenderlo. Scese le scale il soldato si sarebbe ritrovato all’interno di un piano adibito con tutta probabilità a palestra, un ambiente estremamente spazioso e alto rifornito di parecchio materiale utile all’allenamento fisico.


    Tutte le luci dell’edificio erano state accese per non dare modo a Seinji di trovare riparo nell’oscurità. Muoversi sarebbe stato semplice, terminata la scala una seconda lo aspettava alla parte opposta del piano, peccato che non fosse l’unico ad essere li in quel momento. Altre guardie si erano appostate li per aspettarlo, il palazzo al suo interno era ben guarnito. Raggiunta la stanza i ninja della Tayo si sarebbero mossi sbucando dagli angoli e alle spalle di Seinji. Una selva di Kunai si sarebbe scagliata verso di lui per sistemarlo in pochi secondi, una dozzina di kunai affilati [Kunai x12 / Velocità: Rossa].


    A quel punto ben cinque guardie gli avrebbero sbarrato la strada, due alle sue spalle armate di wakizashi, mentre altre due davanti a lui armate di tonfa e kunai. Il quinto elemento invece lo aspettava all’ingresso delle scale che lo conducevano direttamente al piano dove il suo obiettivo lo aspettava. Il suo aspetto era diverso dal resto degli avversari, indossava la stessa uniforme di quelli che lo avevano assalito nell’ascensore, doveva trattarsi di una guardia d’elite, dato la presenza di una katana nelle sue mani. Seinji doveva eliminarli tutti o una parte se voleva proseguire, tutto il suo equipaggiamento combattivo sbloccato fino a quel punto era attivo, estrarre le lame e i coltelli sarebbe stato una passeggiata [Guardia Tayo Corp. x4 / Energia: Rossa | Guardia Elite Tayo Corp. x1 / Energia: Blu].






    [Condotto di Aereazione]


    Sul tetto Seinji avrebbe notato che era presente un ingresso che dava direttamente all’impianto di aereazione. Di li sarebbe riuscito a raggiungere il suo obiettivo senza incontrare alcun avversario in maniera inosservata. L’impianto era sicuro e abbastanza largo da lasciarlo passare senza emettere troppi rumori, era senza alcun dubbio la strada più sicura ma anche la più lunga.

    Grazie a quel passaggio sarebbe arrivato giù al piano esatto senza difficoltà, ma avrebbe dato modo alle guardie di rinforzare la zona dove il tesoro era stato nascosto. Le guardie della Tayo avrebbero rinforzato tutto il piano rendendo il passo successivo molto più impegnativo. Se era da un lato riuscito a raggiungere il suo obiettivo facilmente ora le cose si facevano più complesse per ottenerlo.


    Al soldato non restava che scegliere una strada ed affrontare il suo destino. Le comunicazioni con i suoi soci erano state interrotte, ma presto la voce di kubrik sarebbe tornata, di questo poteva esserne certo. La tuta che gli avevano montato addosso cominciava ad essere una parte integrante del suo stesso corpo, Seinji Akuma era ancora vivo nonostante tutto. La missione poteva continuare.





    Supporto Vitale



    Funzionalità Attive: 16%
    Sincronia: 51%
    Blame: 1 Dose
    Danni: Danno leggero alla spalla sinistra. Bruciature superficiali alla tuta.

    Effetti Attivi: +1 Tacca a Statistiche Principali
    Effetti Attivi: +1 Tacca a Percezioni Sensoriali
    Effetti Passivi: Emicrania

    Sistemi di Supporto



    Visore Notturno: Disattivato
    Microfono e Auricolare: Disattivato
    Sensore Uditivo: Disattivato
    Modulatore Voce: Attivo
    ---

    Equipaggiamento Attivo



    Wakizashi con Lama Allungabile x2
    [Potenza: 30 | Durezza: 3]
    Coltelli da Lancio x9
    [Potenza: 8 | Durezza: 3]
    Cilindri Fumogeni x2

    Obiettivi Attuali



    Primario: Raggiungi l’obiettivo.

    Secondario: Fa in fretta.

    /// OT ///



    Post leggero per tirare un pò il fiato. Scegli come scendere, naturalmente ogni scelta ha vantaggi e svantaggi che si ripercuoteranno nel prossimo post. Preparati perché il bello inizia adesso.






     
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25 replies since 9/10/2012, 21:18   299 views
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