La Tana del Serpente

[QdE]

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  1. DioGeNe
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    Come si sconfigge un rivale più forte? Domanda classica, forse la prima di cui ogni studente va a ricercare la risposta nel suo libro di teoria in accademia appena scartato. E' quel capitolo che si trova in tutti i manuali di tattica bellica, tra lo scontro in inferiorità numerica e la sopravvivenza in territorio ostile. E' probabilmente la più grande differenza che separa un ninja di rango genin da uno chunin...certo ci sono anche la gestione di un team, una seniority più elevata acquisita a suon di missioni e la capacità di vestire incarichi istituzionali. Tutte doti che si apprendono con studio e sudore, l'impegno che ogni aspirante leader ha l'onere di compiere; ovvero, da un altro punto di vista, la predisposizione che il buon maestro deve scorgere per puntare su una giovane leva. La carriera di un aspirante combattente ancora incapace di tenere in mano una wakizashi o lanciare un kunai nasce lì, in quel frangente, è l'intuizione nel vedere cosa c'è oltre un livido di troppo, una soluzione brillante di un calcolo delle traiettorie oppure le dita logore per i troppi tentativi sulla sequenza di una tecnica.

    Tutti coloro che stringono questo patto con se stessi diventano dei genin. Poi, però, la risposta a quel primo quesito torna dirompente perché è nel destino di ogni praticante della guerra vivere il momento che lo costringe ad elevarsi dalla massa; in epoche passate elementi selezionati dai propri maestri venivano forzati a confrontarsi con questa resa dei conti, l'accademia stessa organizzava scontri alla morte con i cugini della Zanna. Prima ancora, nella Nebbia di Sangue, i duelli dove in palio si metteva la vita erano incoraggiata sin da giovanissimi! Questa pratica ora è stata abbandonata, ritenuta disumana al punto da paragonarla alla mattanza dei tonni o la macellazione del bestiame...ora i futuri leader dell'Alleanza crescono senza sapere cosa significhi temere realmente per la propria vita, arrivare così vicino alla parola fine da essere costretti ad elevarsi, molto spesso attivando potersi assopiti ereditati dai propri gloriosi clan.

    Ci sono paesi, però, che sfuggono a questa regola non scritta, posti in cui temere per la propria vita e confrontarsi con ostacoli più grandi di se è la base per sopravvivere alla giornata. Sono le realtà in cui il controllo dettato da dogmi e convenzioni comuni non è applicabile perché si sono evolute in sistemi caotici, semplicemente non controllabili per definizione. Ecco il dipinto di Oto, ai tempi di Orochimaru e del primo Kabuto, prima dell'ingresso dei sentimenti e delle regole accademiche..oggi un lontano ricordo, a tratti una pavida imitazione o poco più, e in definitiva un handicap per tutti i ninja del Suono rispetto ai compatrioti del passato.

    Mitsuki aveva ricevuto in dono questo retaggio, era un ninja nato (o forse sarebbe meglio dire creato) per ereditare quella che può essere considerata la fetta più grande del sapere ninja in termini di Hiden, Juinjutsu, Tensei Ninjutsu, Kinjutsu e, chiaramente, Hebiton. Egli era l'anello che avrebbe permesso alla catena ideata dal Sennin di continuare a crescere dentro il Suono, tenendo viva la memoria e generando in qualche misura nuove forme di controllo da parte del padre "immortale".

    Bene..chi era invece Hebiko?
    Era una figlia di Oto che come molte era cresciuta nei vicoli del villaggio, vivendo di stenti. Per caso si era avvicinata alla vita degli shinobi, tanto odiata dai suoi genitori, e col tempo aveva capito di avere qualcosa di diverso rispetto agli altri coetanei fino a meritarsi il titolo di Vipera di Oto. STRONZATE! Una mera favoletta per bambini: Hebiko era uguale a Mitsuki, era stata creata per assolvere allo stesso compito degli altri portatori del frammento, generati dagli ovuli di Rengoku o tramite le altre diavolerie del Sennin, modificata per assomigliare al suo creatore e per diventare la vera Vipera, il vero involucro per la resurrezione del Padre. Lo sapeva, ne aveva avuto conferma dai racconti di Febh, Ledah e Manda e, come tale, godeva dello stesso grande vantaggio dei suoi simili: per lei la vita non era e non sarebbe stata semplice, lei era pronta già dalla nascita a compiere grandi cose.
    L'attacco finale di Mitsuki venne schivato e, cogliendo il ragazzo in controtempo, la Vipera riuscì a sferrare il colpo finale in grado di far cambiare le sorti dello scontro, il guizzo che serviva per ribaltare drasticamente il pronostico di uno scontro che stava perdendo fino a quel momento.

    " UARGGGGGGGGGGGG ! "

    Urlò e barcollò indietro il ragazzo, il quale tentava goffamente con la mano di arrestare la fuoriuscita di sangue...ma la ferita era profonda e senza accorgersene finì a strisciare a terra, contorcendosi in pose inumane più indotte dalla rabbia che dal dolore [Insensibile -> 3 leggere]. In quel frangente Hebiko avrebbe realizzato di avere la vittoria in pugno, le sarebbe bastato infierire su quel corpo inerme per mettere fine a quel duello alla morte. Al primo movimento, però, parlando a stento il fratello avrebbe implorato pietà:

    " AspeTTA! NOi si...si...ssIAMO fraTELLi! RiSPARmiamo la viTA e io me ne andRò LONtano! Ti lasCIO il labora...ratoRIO di NOSTRo PADre! "


    Una scena raccapricciante, aggravata dal sangue copioso e gli occhi strabuzzati della cavia in piena crisi isterica. Accettare o meno quella richiesta, però, non avrebbe cambiato le azioni del ragazzo a terra. Con uno scatto trovò posizione semi eretta dando le spalle alla sua rivale come per fuggire, mentre con la mancina gettò a terra [1 SA] una bombetta per celarsi dietro la coltre di fumo alzatasi...un gesto disperato perché nelle sue condizioni non sarebbe potuto andare lontano in quello spazio chiuso.
    Come detto, Mituski era un predestinato, diverso dalla gente comunque e dunque capace di mosse e strategie inimmaginabili per molti: la fuga, di fatti, non era altro che un mascheramento, una finta sbucare lì dove Hebiko non aveva ragione di guardare! Rigettò il suo stesso corpo, abbandonando l'involucro ferito a morte, per poi raccogliere la katana lì vicino prima di immergersi nel pavimento, forte ancora dell'impedimento visivo che ne celava le mosse [1 TA Rinascita Strisciante, 1 TB Arte della Terra]. Da lì avrebbe potuto fuggire senza problemi, concedere la vittoria alla mocciosa insolente ma per la cavia abbandonare la propria casa non era un'opzione percorribile: vincere era l'unica cosa che contava in quel frangente. In un attimo avrebbe bruciato la distanza che lo separava dalla rivale, arrivandole alle spalle senza poter essere visto e forte ancora dell'elemento sorpresa dato dal fumogeno non ancora svanito [2 SA Movimento, Azione Rapida, Furtività + 12 (Corpo del Serpente, Movimenti Silenziosi), 4 m].
    Questa volta non avrebbe detto nulla per tradire la sua posizione, impastò la massima quantità di chakra nel suo corpo e, emergendo alle spalle della sorellastra, mosse la lama alla massima velocità, eventualmente estendendo il suo corpo per arrivare a bersaglio, in un affondo finalizzato a trapassarle la schiena all'altezza del ventre [3 SA Affondo, Allungamento fino a 4,5 metri, Pot 40, Vel Blu + 50 base + 50 Predatore + 100 impasto MedioBasso -> Semiparalisi 2 round per Overcap, For Blu + 100 (sovraimpasto MedioBasso) -> 2 Leggere]. Un attacco pericolosissimo ma tatticamente sbagliato, sbilanciato, autolesionista..un attacco disperato.

    Solo a cose fatte sarebbe esploso, rigettando anni di frustrazione e solitudine in faccia alla Vipera:



    " IO SONO L'UNICO EREDE DI OROCHIMARU! TU SEI IL PIANO B DESTINATO A CADERE NEL DIMENTICATOIO E MORIRE! MUAUHMUHAMUHA"

    :::

    Il Raizen non sembrava cogliere a pieno il sarcasmo della sua matrice, era come se conoscesse il significato di quell'atteggiamento tipico di alcuni umani ma non avendolo mai messo in pratica né subito non sapeva bene come reagire. Si limitò a stare in silenzio, ascoltando le domande che il curioso Kage aveva per lui.

    Chiaramente era la stessa esistenza di un suo clone a rendere irrequieto il jinkurichi, dopotutto per creare una copia quantomeno somigliante con un originale di tale complessità serviva il chakra dei due componenti, probabilmente anche del materiale organico per ricreare il corpo e, non ultimo, una certa mole di informazioni tali da riempire una mente altrimenti vuota e prima di esperienze.

    Profetizzato certo...l'Eremita Serpebianca ha doti di preveggenza ma quest'arte più di altre naviga nell'incertezza del caos che permea il mondo e dunque è affetta da errore. Il Nidaime si affidava spesso alle doti del Hakuja Sennin, nella Caverna dei Draghi.
    Analizzare, studiare, immagazzinare informazioni, usa il termine che preferisci ma nelle pergamene che vedi lì accatastate c'è la trascrizione della tua vita fino al 09/34..ah siete poi riusciti a ritrovare Keita Kitase? Da quel poco che ho letto, mi è sembra parso un tipo in gamba..




    Nessun sentore di menzogna, stava parlando a mente aperta sin dal principio, un atteggiamento tipico di chi aveva già accettato da tempo il proprio destino. Alcune informazioni, tuttavia, sembravano come offuscate se non addirittura cancellate e quindi non disponibili al clone:

    Mi dispiace, le mie risposte sono limitate.

    Non sapeva come il Nidaime, ovvero Orochimaru, avesse recuperato quanto necessario per la creazione dell'esperimento etichettato come "Jinkurichi 2.0" (in stato di ERROR secondo quanto letto al pc al piano superiore) ma la situazione era chiara: Raizen era stato messo sotto attenta osservazione da parte dell'entourage del Suono dal principio, ben prima che si affermasse nel mondo ninja come Montagna del Fuoco di Konoha. Forse scavando nel suo passato avrebbe ritrovato il momento di debolezza nel quale era incappato, proprio in territorio Otese e alla corte di un Mikawa al tempo non così potente e capace di avere controllo sui movimenti del Kokage.

    Probabilmente infastidito dall'ignoto rappresentato dall'esistenza stessa di quel suo clone, Raizen mise subito alla prova le parole e le intenzioni del suo duale sintetico escogitando un bel teatrino, in grado di far vacillare un animo debole. L'esito di quella manovra, tuttavia, portò il ragazzo ad accogliere con l'imponente mano la testa del prigioniero, salvato dal tonico del mangiafuoco che teneva i fili della conversazione, come le sorti della vita del suo interlocutore, tra le callose dita.

    La mia formazione è stata abbandonata da anni, ho avuto tempo per crearmi delle domande e trovare delle risposte da solo, basandomi su sensazioni piuttosto che su conoscenze. Orochimaru mi ha creato, vero, ma lo scopo è venuto meno e quindi anche ogni forma di vincolo che un tempo mi legava a cose o persone di questo mondo. Ucciderei Orochimaru? No, per il semplice motivo che non mi aspetto di fare nulla se non attendere la mia fine.

    Detto questo, non nego di essere un codardo: non ho pretese sulla mia esistenza ma al tempo stesso non riesco ad evitare di mangiare ciò che l'erede mi porta di tanto in tanto. Immagino tu lo abbia già ucciso...peccato, lui è come me ma solo più sfortunato perché creato per pretese molto più alte.


    Per comprendere l'entità che aveva difronte, il foglioso avrebbe dovuto sforzarsi di immedesimarsi nel suo interlocutore, capire il significato profondo di una vita senza più scopo, in solitudine e priva di esperienze se non quelle lette da inutili pergamene.
    Interpellare Kurama avrebbe forse creato solo più caos nella mente del ninja; il Demone sembrava confuso e restio a sbilanciarsi su quella forma di chakra insolita:


    Questo tipo sei tu Raizen, la stessa puzza che un tempo ritenevo insopportabile. E la cosa che ha dentro sono IO..una piccola parte del mio chakra, una forma ancestrale, direi quasi rinnegata. E' la stessa sensazione che provo quando arriva un nuovo jinkurichi, quando non c'è sintonia, quando il muro che ci separa è così alto ed imponente. Ma è solo un briciolo del NOSTRO potere, non conta nulla..puoi ammazz..aspetta..si, ECCOLO!


    Un'immagineMV5BMjIxMTg5NDE1MF5BMl5BanBnXkFtZTgwNjU1OTI0MjE@._V1_ attraversò la mente del Cercotero, così come quella del suo portatore, rievocando un esatto momento del passato; un tempo dimenticato del quale il Demone stesso non riusciva ad avere un ricordo nitido.

    Che abbia rubato una parte di ME in quel frangente? Il colore, l'essenza di quel chakra è quello di allora..un misto di rabbia, incompletezza e paura di cui non mi va di parlare! Fanne quello che vuoi, non pretendo di riaverlo, non mi serve..non CI serve.


    Proprio in quel momento, nel mondo interiore di Raizen sarebbero giunte le parole del suo alter ego evidentemente in grado di connettersi a quel legame più unico che raro:


    L'hai sentito, io farei lo stesso.



    CITAZIONE
    OT/ Siamo vicinissimi alla conclusione ;) /OT
     
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