La Tana del Serpente[QdE]

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    Fuori dalla Tana


    XV




    Quanto riaprì gli occhi stava… bene.
    Le prove della volpe non erano mai facili, ma aveva acquisito un suo metodo e raramente avrebbe trovato difficoltà a gestire sentimenti altrui per quanto forti, era maturato tra mille difficoltà ed era impossibile non coglierne i risultati dopo tutto quel tempo.

    Anche perché in caso contrario masticherei quelle quattro ossa che ti porti dietro e ti risputerei al contrario.

    Si alzò, sorreggendosi la testa ancora leggermente annebbiata ma finalmente libera di pensare liberamente.

    Hebiko!

    Avrebbe detto spalancando gli occhi ed accorgendosi che forse il pericolo in cui l’aveva lasciata era più grande di quanto aveva calcolato sotto l’influsso del genjutsu. Avrebbe immediatamente creato un clone che rapido come un fulmine avrebbe ripercorso la strada a ritroso per sincerarsi delle condizioni della genin. Sfondare la porta per lui non sarebbe stato un problema, essendo in grado di concentrare una forza gargantuesca seppure per poco tempo una volta legata alla manipolazione del chakra una porta d’acciaio diventava un asse di legno a penzoloni di un chiodo arrugginito.
    Il veleno iniziò immediatamente a fare effetto su di lui ragione per la quale evocò il chakra protettivo isolandosi dal mefitico gas mentre inspirava aria pulita dall’esterno. Trovare la ragazza non fu difficile, e fortunatamente sembrava non essere passato troppo tempo e la teca nella quale si era infilata il gas non aveva vita facile [nota]
    cattivone non sono mica passati tutti quei turni su u_u
    ma la trovò comunque svenuta, quell’impianto aveva un sistema di sicurezza penoso, dall’assenza di luci era evidente che fosse saltata la corrente, ma le porte come potevano restare sigillate?
    Orochimaru teneva così tanto al suo lavoro da costruirsi una tomba nel caso in cui cadesse un fulmine nel posto sbagliato?
    La portò all’esterno dove Fyodor, un tale che non aveva mai visto, gli fece capire che non era in pericolo di vita.

    Lo pensavo più sveglio Orochimaru, così come pensavo più sveglio e meno codardo un mio clone.
    Cioè, sei rimasto intrappolato li dentro per anni spaventato da dei normali foglietti?
    Ma almeno un tentativo fallo!


    Quello non rispose, giustamente sconsolato.

    Non ero venuto qua a ficcanasare, ma a dare una mano, anche perché immaginavo di trovarci qualcosa che era bene non cadesse nelle mani sbagliate, ora però so che c’è molto di più, ciò che si salva dall’interruzione di corrente andrebbe dichiarato all’accademia.
    Attenderò il tempo necessario prima di chiedervi a che punto siete, e ovviamente il mio clone viene con me, non posso certamente imputarvi le colpe di averlo creato, ma di sicuro non appartiene ad Oto.
    Che ne pensi ti va ben..


    Difficilmente si poteva dire di aver visto la Libertà, la libertà era un concetto dopotutto, ma quando il clone si alzò, avvampando di chakra come una torcia mentre si ingrandiva e si incurvava non poterono che ammutolire. Dopo qualche secondo una volpe più grande di un cavallo da tiro osservava la notte sopra di lei, l’aria pura e incontaminata lo avvolgeva e lentamente la inspirò, assaggiandola per la prima volta nella sua vita in quel corpo ed in generale dopo tanto tempo. Per un momento non ci fu alcun suono se non lo scorrere dell’aria.
    Nel mondo interiore di Raizen la Montagna sorrise al demone.

    Non è solo meritato, è dovuto.

    Poggiò una mano nella rappresentazione mentale della volpe e questa perse la tensione di un corpo vigile, cadendo in un sonno profondo.
    All’esterno il grosso animale respirò nuovamente, questa volta fu il chakra a rispondere, fluendo in su di lui, subito dopo uno scatto poderoso, e in un istante fu fuori dal raggio delle loro percezioni, imprendibile.

    Non sarà un problema.

    Dichiarò mentre soddisfatto si sedeva accanto ad Hebiko e con una leggera pressione le apriva la bocca per lasciarci cadere un tonico, aspettando che si riprendesse. Lui intanto si sarebbe frugato tra le tasche, pur prevedendo missioni brevi si portava sempre appresso qualcosina, generalmente delle striscioline di carne essiccata che nelle bancarelle di Konoha insaporivano in svariati modi anche se lui generalmente le gradiva al naturale e leggermente affumicate con una nota di noce moscata. Avrebbe iniziato a masticarne una mentre si guardava attorno, esplorando quella porzione di bosco dei sussurri con lo sguardo, la presenza del clone che vagava nei dintorni aveva allontanato per un po' le bestie selvatiche ma quel luogo restava sempre fin troppo caratteristico. I boschi di Konoha contavano qualche lupo, qualche orso ma niente che suonasse come il bosco dei sussurri e soprattutto gli alberi non crescevano nodosi e sofferenti.
    Sotto la luce della luna il corpo pallido di Hebiko, rasserenato da quel sonno ristoratore lo sorprese, e senza pensarci troppo, presa una pezzuola inumidita in dell’acqua pulita gli pulì il viso, probabilmente svegliandola con il freddo umido della stessa.

    Oh!
    Sei viva quindi!


    Gli avrebbe detto sorridendo e ritraendosi ma occupando comunque gran parte del suo campo visivo.

    Tutto ok?
     
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