La Tana del Serpente[QdE]

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    Combattere il fuoco con il fuoco


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    La Vipera sibilò stizzita nel vedere il suo assalto cozzare contro la nuova corazza del nemico. Continuava a tener salda la sua presa, nonostante la rossa non sentisse dolore. Era un problema il suo movimento, certo, ma non tanto quanto
    credeva: la sua incredibile elasticità le avrebbe permesso di adattare la schivata nel miglior modo possibile. Si liberò dalla presa con un violento strattone [SDI]Forza blu+3
    (per liberarsi dalle nuove prese non vanno considerati gli impasti dell'attaccante)
    , spostandosi di diversi metri da quella posizione, notando con chiarezza la curiosa mano esposta. Pensare che provenisse da una tecnicaera improbabile, visto quanto inefficace poteva essere una singola mano destra. Il dubbio svanì completamente quando una mano sinistra sbucò sotto di lei, evitandola con un'agile saltello. [SDII]Dato che ha la mia ts, immagino provi a toccarmi anche se son lontana dal punto dove stavo intrappolata Qualcun altro si trovava al di sotto. Conoscendo bene le sue abilità, sapeva di non poterlo tracciare con facilità, ma poteva forse spingerlo ad uscire. Il nominare il veleno l'aveva resa più sospettosa. Possibile che potesse davvero passarlo tramite tocco? Quella mano non sembrava tagliente come le scaglie che la ricoprivano.

    Il Mitsuki di fronte a sè puntò ad un affondo inefficace data la sua nuova posizione, che evitò abbassandosi di colpo [SDIII]Vel+3, sfruttando la posizione per una violenta spazzata a 360°, allungando la gamba quanto più poteva, forzandolo a saltare o farlo sbalzare in aria grazie al suo colpo. [SAI]For Blu +2 15 pot -20 Ridi troppo in fretta. Commentò, secca. Sfruttando il fatto che il suo nemico fosse in aria, lo avrebbe stretto per il busto, stritolandolo senza pietà in una violenta presa [SAII]For+2 pot +45 (1 basso per Corpo del Serpente) -20; se fosse riuscita nel suo intento, avrebbe richiamato il suo compagno squamato a gran voce, impartendogli un semplice ordine: Kui?? Renditi utile!! Bloccato com'era, sarebbe probabilmente riuscito a debilitarlo con un genjutsu, e magari liberarla dal suo, fastidioso ed indebolente. Quanto bastava per rendere i suoi successivi attacchi letali.

    Erano fratelli, più o meno. Hebiko sapeva bene che quella stretta non lo avrebbe soffocato, pur ferendolo malamente. Sapeva anche che non importava dove lo feriva, il dolore si sarebbe espanso per tutto il corpo. Mentre tratteneva ancora la presa, avrebbe rilasciato una terribile scossa contemporanea alla sua presa, in modo da massimizzare il danno possibile. Avrebbe concluso il suo attacco ripetendo la coltellata all'occhio destro, sfruttando la sua parziale immobilità. Se anche avesse ricreato la sua maschera, sarebbe comunque stata soddisfatta per lo spreco di chakra del suo avversario. [SAIII]For+2 pot kaiken 15 -20

    SE l'avversario avesse assorbito la spazzata, subito dopo il contatto la gamba della rossa si sarebbe avvolta alla sua, stringendola ed elettrizzandolo. [SAIIB]Come l'altro SAII, + Folgorazione Grazie alla sua agilità, avrebbe mantenuto l'equilibrio, richiamando nuovamente Kui all'ordine, ed alzando la gamba per rovesciare il ragazzo di fronte a sè, e sbatterlo con violenza di schiena nel punto dove era riuscita a vedere le due mani emergere dal suolo. [SAIIIB] For +2 +15 -20. Era furiosa, ma controllata. Persino la serpe, nonostante non conoscesse Hebiko, poteva notare come sembrasse che la donna si stesse trattenendo, di fronte ad un nemico che la minacciava a morte. Forse sarebbe riuscito a capire in tempo il suo problema, facendole notare il genjutsu e liberando del tutto il suo potenziale.


    Chakra: 47e¼/60
    Vitalità: 11/16
    En. Vitale: 26/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: Liberamento
    2: schivata
    3: schivata
    Slot Azione
    1: spazzata
    2: presa
    3: coltell/lancio
    Slot Tecnica
    1: Folgorazione
    2: //
    Equipaggiamento
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bolas × 1
    • Bomba Sonora × 1
    • Tirapugni con Lama × 1
    • Kaiken × 1
    • Amplificatore Suoni × 1
    • Respiratore × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Antidoto Base × 1
    • Frusta × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Tatuaggio da Richiamo × 1
    • Fumogeno × 1

    Note
    Ts 2° turno LvII
    Pelle di serpente turno II
    Predatore +2 For


    Ts
     
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    L'enorme rettile non avrebbe mai e poi mai parlato: era cresciuto in cattività dalla fusione dei geni della seconda versione di Manda con quelli di Orochimaru in persona, metalizzato ad una visione distorta della vita e progettato in maniera da essere fedele ai suoi creatori.

    " Uccidimi umano! Non ssssaprete mai nulla! "

    Nessuna evocazione poteva competere con l'Hokage, se avesse deciso di aprire il rubinetto del suo potere. Stretto nella morsa mortale, avrebbe provato inutilmente a dimenarsi e il foglioso avrebbe sentito le sue energie spegnersi a poco a poco fino a spegnersi definitivamente, soffocato. Una fine atroce per la creatura che, se solo Razien avesse esitato dal finirlo con le sue enormi mani per un solo istante, avrebbe provato fino all'ultimo a portare un attacco disperato con le sue zanne affilate [S&M, Pot 50, Vel Nera, For Nera + 6 Tacche. Veleno Disabilitante A2]. Altrimenti il colpo finale del jonin gli avrebbe letteralmente spappolato la testa, decretando la fine di quello scontro.

    L'enorme mole del rettile, che occupava gran parte della stanza, avrebbe impedito al ninja di vedere cosa stesse intanto accadendo ad Hebiko, impegnata nel suo incontro alla morte con il fratellastro. Una visione che forse avrebbe potuto finalmente tornare in se Raizen, il quale provava più che semplice affetto per quella piccola peste di Oto, e rompere finalmente il jutsu illusorio che lo rendeva talmente Superbo da pensare solo a se stesso! Di fatti il primo pensiero del gigante sarebbe stato per il lungo cunicolo scoperto poco prima dal clone e l'incomprensibile visione che aveva forzato il costrutto ad autodistruggersi...già senza il sortilegio che ghermiva il suo cuore resistere alla curiosità di scoprire l'origine del misterioso enigma sarebbe stato oltremodo complesso.
    Conosceva alla strada e, ad ampie falcate, avrebbe impiegato una manciata di secondi per tornare difronte a quelle sbarre rimpinzate di bombe-carta, oltre le quali nemmeno la sua vista abituata al buio della notte riusciva a vedere. Concentrandosi su quell'oscurità, però, un paio di dettagli non sarebbero sfuggiti a dei sensi allenati: un udito sopraffino [percezione - udito 15] avrebbe carpito un leggerissimo rumore di sottofondo simile ad un vento vorticoso, provenire proprio dall'interno mentre un occhio attento [percezione - vista 15] avrebbe notato che quella massa oscura era in realtà in movimento, come dense pennellate che si sovrapponevano le une alle altre. Abilità sensitive avrebbero sin da subito individuato la natura chakrica di quella manifestazione silente, di entità e caratteristiche del tutto simili a quelle dell'Hokage a dire il vero, seppure di un colore diametralmente opposto!

    Rompere quel silenzio avrebbe provocato la più imprevedibile delle conseguenze. Il chakra si sarebbe ritratto, schiudendo il bozzolo formato dalle nove code di chakra, e la luce avrebbe riconquistato lo spazio, rilevando la figura che sedeva a gambe incrociate sulla fredda roccia.



    Chi diavolo osa interrompere il mio mantra?

    Parole di rito ma che in realtà sarebbero state troncate non appena il dark Raizen non avesse visto il suo gemello oltre la griglia della sua dimora. Rimase in silenzio, come impalato difronte a quella vista senza senso e che faceva correre la sua mente in tondo alla ricerca di una possibile spiegazione...cosa diavolo stava accadendo?!

    :::

    Al piano di sopra, lo scontro tra i due Eredi stava entrando nel vivo. Nonostante il trucchetto con l'arte della terra, Mitsuki non era riuscito a fare davvero male alla kunoichi, la quale riuscì a divincolarsi dalla sua presa e reagire prontamente all'assalto del clone! Accucciandosi, la ragazza trovò inoltre il giusto tempismo per minacciare l'originale, il quale non potè fare altro che alzare un braccio per parare calcio per fortuna depotenziato e quindi non in grado di sradicarla dal suolo nel quale era immerso [I SD, Ferita Lieve al braccio sx].
    Pian piano la genin stava iniziando a portare a segno qualche colpo ma la mossa davvero efficacie fu quando realizzò di poter sfruttare il nuovo compagno, lo stesso che poco prima aveva scioccamente allontanato dalla battaglia, a suo vantaggio!

    " Ti sei ricordata di me finalmente! Hai addosso un'illusione, Erede, ma non credo di poterla riuscire a sciogliere da solo..."

    Kui sapeva il fatto suo e avrebbe aiutato la persona in cui più rivedeva il suo creatore tra i due combattenti che aveva difronte. Senza esitazione attivò dunque la sua illusione più potente, portando a segno un duro colpo per il folle ragazzo [Manto Cangiante] il quale, ammaliato dalle squame irrorate di chakra, avrebbe visto i suoi riflessi e le sue abilità percettive calare a picco! A quel punto difendersi dalla successiva offensiva della sorellastra era impensabile: la stretta avvenne e con lei la scarica elettrica tale da far sentire vero dolore (superata Insensibilità di TS) al folle ninja che, per la priva volta in quel confronto, provò paura [Resistenza Blu + 3 Tacche da Impasto, Ferita MedioLeggera al braccio sx + MedioLeggera diffusa + Stordimento]. Una sensazione a lui estranea, per giunta ingigantita dallo stordimento generato dal raiton, e alla quale potè reagire solo con la negazione di chi si trova per la prima volta difronte all'ignoto:

    " ARGGGGGG! Tu pidocchiosa sgualdrina! Non montarti la testa, hai avuto solo fortuna SOLO FORTUNA AHHARAGAHAHA "

    L'ultima azione di gambe, infatti, si stava per rivelare una mossa non così lungimirante da parte della combattente, un attacco portato forse con troppa leggerezza e in quella circostanza Hebiko non poteva permetterselo. Stava lottando per la vita ed doveva cavarsela senza l'aiuto dell'Hokage, cui cui invero non voleva avere nulla a che fare al momento essendo ancora sotto la potenza illusione del Suono. Il clone incassò il colpo ma gli sarebbe bastato rimanere ben saldo nel suo baricentro per non subire una poco credibile azione di ribaltamento; sommando anche l'effetto ad area del raiton, ne uscì parzialmente danneggiato [Vitalità rimanente : 1 Leggera, Difesa Naturale 20] ma ora era la kunoichi ad essere in guai davvero seri! Come una frusta fulminea il braccio già vicino all'arto inferiore saettò portando con se l'affilata lama della katana che avrebbe potuto tronciarlo di netto all'altezza del polpaccio [S&M II SD + I SA, Pot 40, Vel Blu + 2 tacche, For Blu]. Non era finita qui, sfruttando la posizione precaria e lentezza nel tornare in posa difensiva consona, il costrutto avrebbe sfruttato il momento per indirizzare i cinque serpenti che aveva addosso contro la rivale, la quale avrebbe subito un attacco multiplo ma unisono composto da diversi morsi dal quadricipite fino al basso ventre [2 SA 5x(morsi potenza 5 + 1 dose Veleno Debilitante B1 (Res)), For Blu].
    Qualche istante prima, si sarebbe aggiunto il contirbuto del vero Mitsuki che, spinto dalla rabbia scaturita dal torto subito, avrebbe aggiunto altri quattro rettili a complicare l'azione di difesa dell'otese. Con il braccio libero ed illeso avrebbe generato i suoi alleati di taglia notevole che avrebbero strisciato lungo il corpo lì vicino per andare ad immobilizzare i quattro arti della malcapitata [1 TA Stretta delle Serpi Oscure - Senei Jashu]. Attendendo il momento giusto, quello di maggiore distrazione o debolezza a seguito di quell'intreccio serpentiforme di minacce, avrebbe quindi rivelato l'arma segreta nascosta all'interno del suo arto: l' innesto metallico avrebbe scagliato senza preavviso e alla massima velocità un dardo verso il volto di Hebiko con il chiaro intento di ucciderla [3 SA Azionamento Caricatore Interno, Proiettile Pesante, Potenza 20x2, Concentrazione = Blu]

    "Schiva questo STRONZA! AHAHHAHA "



    CITAZIONE
    Raizen incontra Raizen!
    Per Hebiko ancora botte da orbi! Ti spoilero la creatura di contratto che avevo in mente, proponendoti una prima versione della competenza. Dal prossimo turno puoi usare Kui quindi consideralo eventualmente per i tuoi slot azione/tecnica. Attendo una qualche pensata geniale per uscire dai guai XD
    Kui [Evocazione]

    Sinergia Illusoria
    Abile: Previo contatto con l'evocatore, l'utilizzatore può potenziare l'efficacia dei genjutsu o del rilascio di 20.
    (Consumo: MedioBasso)
    [Da genin in su]

    Conoscenza delle Tecniche Illusorie
    Conoscenza: L'utilizzatore è un esperto conoscitore di illusioni. E' in grado di percepire e catalogare un genjutsu di lista dai suoi effetti (deve essere attiva da almeno un round) ed analizzarne i punti di debolezza per facilitare il rilascio.
    [Da genin in su]

    Kui


    Speciale: L'utilizzatore può richiamare tramite la tecnica del richiamo la creatura Kui. E' un serpente di media taglia, generato dal Nidaime Kokage nel suo laboratorio segreto ad Oto. E' stato modificato geneticamente per essere un esperto di illusioni. Ha un carattere sufficientemente pacato per lo standard della sua specie e tende a riflettere molto sulle situazioni prima di agire.
    Grandezza: 4 Unità
    [[Energia Rossa/Blu: Vitalità 9 leggere | Riserva 12 bassi | Unità fino a 15]
    [Da chunin in su]

    Manto Cangiante
    Villaggio: Oto (Personale)
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può irrorare la sua pelle di chakra per generare un effetto psicotico. Entro 18 metri di distanza, previo contatto visivo con la vittima, ne diminuisce di 6 la percezione e di 3 tacche i riflessi. L'efficacia è pari 50.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    Sottotipo: Dispercettivo
    (Consumo: QuasiAlto, Mantenimento: MedioBasso)
    [Da chunin in su]

    Maestro di Illusioni
    Speciale: L'utilizzatore può eseguire una qualunque illusione otese di lista. Il consumo aumenta di MedioBasso. Può eseguire anche tecniche che richiedono l'uso di Posizioni Magiche convertendole in Nessuno; la tecnica risulta in ogni caso Lenta.
    [Da jonin in su]
     
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    Lo specchio oltre le Sbarre


    XI







    Davanti allo spirito suicida del serpente persino la superbia per quanto indotta dal genjutsu trovò un muro d’arresto, identificando nella creatura una vittima più che un carnefice, erano invasori in quel momento e il rettile non faceva che difendere qualcosa che sentiva proprio o che gli era stato inculcato esserlo.
    Allentò leggermente la presa, ma le sue mani erano ben attente alle contrazioni di quel fascio di muscoli che era la gigantesca vipera e purtroppo si ritrovò a constatare che non si sarebbe arresa.

    Scusami, se potrò ti vendicherò.

    Non avrebbe prolungato quella sofferenza oltre il necessario, ma non potè evitare di lordarsi del sangue di quella creatura che lo bagnò quasi totalmente.
    Quello spirito di sacrificio però lo colpì nel profondo, Orochimaru aveva una mente deviata, così fedele alla sua sete di conoscenza da non avere alcun problema ad assoggettare creature intelligenti al suo volere, spesso inserendo nei loro stessi geni l’ incapacità di opporsi al suo volere, privandoli del libero arbitrio necessario a dar dignità a qualsiasi forma di vita.

    Ripugnante.

    Sentenziò mentre il chakra della volpe si ritraeva.
    La situazione tuttavia era ben lungi da trovare una soluzione e dovete distogliere presto la mente dal sacrificio del serpente, i suoi occhi si mossero lentamente, sentiva chiaramente il combattimento imperversare oltre il serpente, inspirò e con un solo balzo fu oltre la carcassa, ad osservare.


    Osservava perché non sarebbe intervenuto, non occorreva, il figlio di Orochimaru sapeva che la sua più grande difesa era caduta, per lui non c’era salvezza oltre la resa, e quello sguardo non era niente più che una condanna, poteva forse mettere fuori combattimento Hebiko, ma non ne sembrava in grado, ne tantomeno gli sarebbe servito: era solo.
    Era paradossale, ma in quel momento che il genjutsu fosse o meno attivo non avrebbe cambiato assolutamente nulla, Hebiko non era in pericolo ed avrebbe lasciato che gestisse da sola la situazione, l’avversario era alla sua portata, aiutarla sarebbe stato un insulto.
    Si sarebbe quindi voltato ed avrebbe preso la strada verso il livello inferiore, qualcosa di troppo insolito stava accadendo lì sotto.
    Conosceva la strada e proprio per quello sapeva anche che doveva essere prudente, l’aria attorno a lui pesava di qualcosa che gli era familiare ed al contempo avverso. Si fece istintivamente più silenzioso quando comprese che quello che gli vorticava attorno era chakra, ma era inutile era stato percepito, difficile sfuggire a qualcuno immerso nella meditazione.

    Ma che cazzo…
    Erano nove quelle code?
    E...


    L’oscurità ancora gli rendeva difficoltoso comprendere chi c’era oltre le sbarre.

    … come... come diavolo è possibile?

    Lo disse praticamente in contemporanea all’affermazione del se stesso che stava oltre le sbarre, del tutto basito. Per qualche secondo non potè che stare davanti a se stesso con la fronte corrucciata mentre il suo cervello galoppava ripercorrendo la sua vita alla ricerca di un fatale errore.
    Ma ne era certo, oltre ogni ragionevole dubbio, che il suo DNA non se ne fosse andato a giro, solamente gli abomini avevano avuto l’opportunità di sottrarglielo ma ne avevano pagato il prezzo ed aveva totalmente raso al suolo quel posto, per cui cosa diavolo ci faceva un suo clone lì?
    E soprattutto perché sembrava che fosse in possesso della volpe?
    Se era strano che avessero clonato Raizen era ancor più strano che fossero stati in grado di rintracciare il chakra della volpe, certo era di orochimaru che parlavano ma mettere insieme due rarità simili era complesso anche per lui, soprattutto senza conoscere l'individuo, ed era più che certo di non aver interagito con nessuno della cerchia della vecchia serpe.
    Domandargli chi fosse probabilmente sarebbe stata la domanda più stupida di tutti i tempi, anche se per istinto quasi gli sfuggì di bocca. Dando al suo cervello qualche secondo in più per metabolizzare la presenza di un clone che non avesse generato in prima persona gli sovvenne una domanda che poteva fargli escludere parecchie più ipotesi.

    Da quanto sei qui sotto?
    Cosa ti tiene qui?


    Era al contempo intimorito, incuriosito e compaziente e non era difficile leggerlo nella sua voce, anche perchè non era sua volontà nasconderlo.
    Ma questo non impediva al suo animo bisognoso di risposte di cercarne una, ed infatti un' idea per la testa l'aveva: non era possibile che Orochimaru avesse rintracciato il suo DNA, Raizen non era oggettivamente nessuno per uno svitato di quel calibro, inoltre i suoi geni erano tutto sommato normali, se proprio voleva clonare qualcuno perché proprio lui con tutte le persone sulle quali aveva o poteva aver messo le mani nel corso del tempo?
    Era più probabile che grazie alle sue attitudini da tombarolo e ricercatore fosse riuscito a mettere le mani sopra qualche reliquia o qualche oggetto ancora infuso del chakra della volpe, e con chissà quale bizzarreria fosse riuscito a replicarne il chakra. Effettivamente quel colore era diverso da quello della volpe, e da che lui sapeva l'unico cambio poteva averlo solo se si separavano le due metà ying e yang come fece Minato, ma gli sembrava privo di logica prendere un rimasuglio per poi dividerlo. Dal suo punto di vista quel cambio era dato da un processo artificiale, magari utile a stimolare la crescita autonoma del chakra da frammenti troppo piccoli.
    Ma perchè impegnarsi tanto per poi abbandonarlo lì sotto?
    Per quanto grande la sua brama di potere fosse stata nel passato faceva fatica ad immaginare un simile dispendio di risorse solo per arrivare ad ottenere del chakra in grado di autogenerarsi e poi metterlo nello scantinato. Che fosse lì in attesa di essere sfruttato come un pregiato ingrediente?
    Restava inspiegabile però il perchè delle sue sembianze, possibile che fosse il frutto di una variabile imprevedibile?
    Dopotutto quante probabilità potevano esserci che li sotto arrivasse un jinchuriki del demone giusto e con un grado di sintonia così elevato?
    Così scarse che appena le condizioni giuste si materializzarono nel clone inviato da Raizen quel chakra acquisì coscienza sfruttando quell'appiglio come innesco evolutivo, trasformandosi in ciò che aveva davanti.
    O magari iniziava ad averne viste così tante che la linea tra fantasia e realtà iniziava ad assottigliarsi fin troppo.
    Non sapeva se dall’altra parte di quelle sbarre c’era una possibilità o una nuova scazzottata ma era in vantaggio, se era li sotto voleva dire che non era in grado di uscire autonomamente, lui era la sua unica chiave.


     
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    XI




    Kui, forse risvegliato dal richiamo stesso, la avvertì del genjutsu in atto. Aiutandola a disattivarlo, le fece immediatamente capire cosa non andava in quella situazione. Hey! Non prendermi in giro, era proprio il genjutsu che mi costringeva ad ignorarti! La combinazione della Vipera fu letale: la difesa del fratello venne penetrata come burro, soprattutto grazie all'aiuto del suo nuovo alleato, causando così una reazione a catena che lo portò in fin di vita.

    Nonostante tutto, sembrava avesse adrenalina sufficiente da tentare il tutto per tutto. Hebiko non avrebbe nemmeno avuto il tempo di esultare che il Verme, pur subendo il suo tremendo attacco, la contrattaccò immediatamente, puntando alla gamba. La rossa non aveva tempo sufficiente per spostarsi, vedendosi costretta ad estrarre nuovamente le sue scaglie, non potendo fare altro che assorbire il colpo con la sua scagliosa armatura. [SDI+TA]Res+3
    Scaglie 15 + 15 impasto: pot 30
    Danno 1 leggera
    Carica di adrenalina ed eccitata dallo scontro, finì col provocarlo, gridando: Tutto qui!? Sei quasi morto per causarmi un taglietto!? HA! Non sei degno di proclamarti mio fratello! Un'arroganza forse residua del precedente genjutsu, o forse per far capire a quello scarto di laboratorio chi comandava davvero. I serpenti che la attaccarono immediatamente dopo non ebbero fortuna, le spesse scaglie erano sufficienti per non far penetrare i loro denti nella carne, [SDII]
    Scaglie 15pot
    permettendo ad Hebiko di scrollarseli di dosso con una semplice manata. I suoi attacchi le apparvero incredibilmente deboli. Che fosse sempre più disperato? La tecnica immobilizzante fu la gioccia che la convinse della sua disperazione. Un largo ghigno, decisamente più ampio di quello di una persona qualsiasi, apparve sul suo volto. Patetico. Se sperava di poter immobilizzare l'erede dell'arte della Progenie del serpente, si sbagliava di grosso. Restarsene chiuso in quel laboratorio gli aveva fatto certamente male. Una risatina trattenuta iniziò ad invadere l'ambiente, divenendo sempre più acuta. Una parte di lei provava un orgoglio mai percepito prima, la consapevolezza di essere diversa, di sapere che, nonostante fosse un esperimento, non era spazzatura come colui che aveva di fronte. Si sentiva superiore. E la cosa le piaceva.

    Se il fratello sperava di coglierla alla sprovvista si sbagliava di grosso. Hebiko non aveva fatto altro che incassare i colpi, senza conseguenze. E, nonostante le serpi che intrecciavano i suoi arti, la sua elasticità le avrebbe permesso di schivare con facilità il proiettile. Se lo avesse puntato al busto avrebbe avuto leggermente più difficoltà, ma vedendolo arrivare dritto in faccia, non dovette fare altro che sfruttare la sua incredibile elasticità, inclinando il collo in maniera inquietante ma efficace, osservando il proiettile fischiare sopra il suo muso. [SDIII] E rise. Di gusto. Assaporando la vittoria ormai in tasca. Tocca a me? Lo provocò, con voce profonda, ma aveva già iniziato a comporre dei sigilli. Le sue braccia, già avvolte dalle serpi, non fecero altro che allungarsi, prima unendosi per comporre i sigilli appena citati, e poi avvinghiandosi, seguendo le serpi fino ad arrivare al braccio dell'utilizzatore, stringendolo in una presa. [SAI]Pot 15 scaglie + 15 corpo del serpente = 30
    ¾ chakra
    Allungamento max 3m
    Ma non sarebbe caduta nello stesso errore del fratello: i sigilli fatti in precedenza servivano per attivare la sua tremenda tecnica, scaricandogli addosso un'altra terribile scossa. [TAII] Sfruttando, forse con un buffo accento da principiante, la nuova lingua serpentosa appena imparata, diede l'ordine a Kui di agire, facendolo muovere verso il clone di fronte a sè. [SAII] Al serpente non restava che avvolgersi per tutta la lunghezza del busto dell'avversario, braccia comprese, che seppur in grado di usare lo stesso trucco della Vipera, sarebbe stato goffo a sufficienza per schivare con più difficoltà i colpi successivi. Hebiko, grazie alla lunghezza delle sue braccia, raccolse con facilità quattro coltelli dalla sua tasca, lanciandoli in direzione del fratello più lontano, con una formazione verticale che mirava al busto. [SAIII] Il clone più vicino, invece, avrebbe subito un terribile gancio, pregno di scaglie spinose, dritto al volto. [SAIV] Se tutto fosse andato secondo i piani, li avrebbe stesi entrambi. Ed entrambi i Raizen avrebbero potuto sentire la sua risata, piena di sè, carica di adrenalina per quella vittoria schiacciante.


    Chakra: 39/60
    Vitalità: 10/16
    En. Vitale: 24/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: Parata
    2: Parata
    3: Schivata

    Slot Azione
    1: Presa
    2: Presa Kui
    3: lancio colt.
    4: pugno
    Slot Tecnica
    1: Scaglie
    2: Folgor.

    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Bomba Sonora × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Respiratore × 1
    • Tirapugni con Lama × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Amplificatore Suoni × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bolas × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Frusta × 1
    • Tatuaggio da Richiamo × 1
    • Fumogeno × 1
    • Sigillo Maledetto della Luna × 1

    Note
    Ts 3° turno
    Pelle di serpente 1° turno
    Agilità: +1 slot azione
     
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    Il volume della tua voce è troppo alto.

    Era Raizen, l'aspetto e i tratti del colore del suo chakra non mentivano, ma era l'anima che ospitava l'involucro ad essere diversa dall'originale. Certo, si era intravisto lo stesso fuoco che animava il petto della Montagna qualche istante prima ma la situazione era subito rientrata. E mentre il Kage si crucciava a trovare una spiegazione per quello che i suoi occhi gli stavano trasmettendo, la cavia continuò a parlare con il medesimo timbro dell'interlocutore sebbene mantenendo il tono ascetico dettato dagli anni di reclusione:

    Bene, suppongo che il mio momento sia infine giunto.

    Finì di pregare per poi riaprire gli occhi ed alzarsi in piedi. Guardò quella versione di sé con curiosità ma non si scompose in inutili domande, come quelle che gli erano state poste: erano nove code? Certo. Come era possibile? Bhe, davvero aveva senso questa domanda in quel posto? Febbraio dell'anno 32, forse il ninja aveva dimenticato il suo periodo no, quando anomalia nelle sue porte del chakra lo stavano per uccidere...aveva passato diverso tempo ad Oto e al tempo la sfera di controllo del Mikawa non era così vasta e robusta per uno shinobi del calibro del Nidaime.
    Da quanti anni...che importanza aveva? Di certo non si era messo a contarli. Invero, anche se avesse provato a rispondere, l'unica cosa che sarebbe uscita dalla sua bocca sarebbe stato un:

    Mi dispiace, le mie risposte sono limitate.

    L'ultima, domanda, invece, diede finalmente prova che l'uomo fosse dotato di intelletto, con grande sollievo del suo clone.

    Questa, Raizen, è la domanda giusta.
    Sono la versione migliore di te. O almeno, sarei dovuto esserlo: nessuna presenza scomoda nel mio mondo interiore, nessun occhio da volpe, nessun conflitto tra i due tipi di chakra. Il mio compito era rimanere qui per rimpiazzarti non appena tu fossi morto.
    Bhè, è evidente che le cose sono andate diversamene da come aveva preventivato il mio creatore.


    Quindi si avvicinò alle sbarre, le stesse sulle quali tutte quelle bombecarta erano state collocate (seguendo un intricato schema di attivazione in sequenza) e vi poggiò la testa in modo che il collo fosse scoperto e la giugulare a portata del suo interlocutore.

    Non avrei possibilità contro di te. Ho analizzato a fondo i tuoi dati biometrici e la tua natura di Jinkurichi; inoltre fino a qualche tempo fa mi arrivavano ancora informazioni sulla tua carriera e la tua vita, anche privata. Sei arrivato ben oltre il grado chunin, traguardo al quale il Nidaime aveva profetizzato la tua morte. Direi di finirla qui.

    Per quanto assurda fosse quella situazione, per quanti perché affollassero ancora la mente del ninja, la sentenza di vita o di morte di quella vita spettava a Raizen.

    :::

    Al piano di sopra la battaglia era arrivata al suo punto più alto: gli eredi avevano messo in palio le loro vite, ovvero il destino di una storia che andava avanti da generazioni e attraverso la quale l'impronta del fondatore rimaneva vivida nella realtà del Suono.
    Riattivare la protezione a scaglie fu una mossa non calcolata da Mitsuki il quale vide la sua strategia offensiva vanificarsi mentre Kui affiancava la kunoichi in battaglia.

    " Tu!! DANNATO bastardo traDITOre!!! "

    Ora lo scontro era tornato in parità numerica e vi era stata una inversione di direzione nei pronostici suo sul esito. Non doversi preoccupare di difendersi dal groviglio di serpenti, Hebiko riuscì a veder partire e quindi schivare l'attacco a sorpresa con il caricatore interno e questo colse del tutto in controtempo il fratellastro, non tornato in posizione di difesa.
    Da quella posizione ravvicinata e scomposta schivare la presa sarebbe stato impossibile, così come reagire al raiton trasportato a contatto dall'allungamento; il dolore al braccio e quello che imperversava in tutto il corpo a causa delle scariche elettriche arrivarono praticamente all'unisono costringendo il folle ninja ad una smorfia di dolore [Res + 75 (Impasto MedioBasso) -> Quasi Leggera al braccio + Lieve diffusa + Stordimento]. L'illusione, sebbene individuata dall'evocazione e quindi nota alla genin, era ancora attiva e questo ridusse l'efficacia della stretta al braccio consentendone ancora l'utilizzo. Intanto il clone fu attaccato da Kui, il quale lo immobilizzò per facilitare l'ultimo colpo della sua nuova padrona. Il cazzotto entrò più nel normale in quell'assemblato di serpenti e chakra che si sfaldò per i danni subiti, esplodendo in una miriade di piccoli rettili.
    Il doppio fronte di attacco permise a Mitsuki, infine, di riuscire a schivare il lancio dei coltelli poiché poté osservare il movimento dell'unica mano libera nell'andare a recuperarli dalla sacca, reagendo quindi in anticipo [1 SD Rif + 75, Impasto Basso]. Ruotò su se stesso arrotolandosi praticamente sul braccio della sorellastra ancora allungato e a contatto; un dettaglio che in quel momento le sarebbe risultato fatale.
    Gli bastò semplicemente serrare l'arto sotto la sua ascella, praticamente già posizionata correttamente a seguito della difesa e pronta a chiudersi sul nemic [1 TA Arte dell'Immobilizzazione -> Presa al braccio, Scoordinato. For Blu + 75 base + 50 da TS, Pot 10 + 20 Corpo del Serpente]. Un rapido sigillo della capra, che in quale maniera uccise sul colpo l'ultimo serpente rimasto in vita tra quelli che aveva addosso, e anche le due mani allungabili andarono a rinforzare/ritrovare la morsa per impedire alla poveretta di riprendersi quella sua parte del corpo [1 SA, doppia presa al braccio, Allungamento fino a 4,5 metri. Vel + 100 (Impasto MedioBasso), Pot 20, For Blu + 75 base + 50 da TS+ 50 Predatore -> Overcap Semiparalisi]. Non l'avrebbe mollata per nessuna ragione al mondo, non ora che aveva deciso fin dove spingersi per ammazzare quella sporca usurpatrice [2-3 SA impiegato per mantenere la presa con le medesime caratteristiche, qualora necessario]

    Il ragazzo, quindi, divenne improvvisamente triste, preda di un altro sbalzo di umore che però non faceva presagire nulla di buono:

    " Ok, l'hai voluto tu...veREMO chi la spunta adeSSSSo, chi è il vero erede di OROCHIMAru. "



    Aveva già eseguito la posizione magica necessaria, doveva solo aprire la valvola del tentien e lasciare che il chakra fluisse attraverso il suo corpo [2TA (Tecnica Rapida) Erede della Progenie -> Serpe Gemella Assassina. Sacrifica fino a 12,5 leggere (+2 concesse dalla tecnica) prima di azzerare la sua vitalità] . Aveva intrapreso un viaggio di sola andata verso la vittoria o la morte e, nella sua incoscienza, era determinato ad arrivare a destinazione, qualunque essa fosse!

    ::: Intanto, non molto lontano :::



    " Oh si! SI sisisisi SI SI si ssi abbiamo il nostro vincitore! Un fegato perfetto! "

    Era su di giri mentre estraeva con grande maestria l'organo dal cadavere aperto proprio per l'occasione; ce ne erano altri 7 appesi sul perimetro della stanza ma erano stati scartati, chi per un motivo chi per un altro. No quello era perfetto, come disegnato nei manuali di medicina lo stava aspettando da giorni.

    Giorni di digiuno.

    Aveva apparecchiato la tavola per l'evento, qualcosa che non faceva spesso, anzi praticamente usava piatti e forchette solo quando lo invitavano alla Villa in quelle stupide cene che Aloysius definiva fondamentali per tener alto il senso del gruppo e il morale. Non che lui parlasse molto con la gente: il problema non era del tipo "asocialità compulsiva" di Eiatsu ma proprio che la gente faceva fatica ad accettarlo. E come dargli torto? Parliamo di un ninja di un altro tempo, un fedelissimo di Orchimaru che in qualche modo aveva ingannato il tempo cambiando le fattezze del proprio corpo per sopperire ai problemi dell'età.

    Fece appena in tempo ad infilzare il fegato ancora caldo quando le casse del computer della stanza accanto iniziarono a bippare. Il momento di indecisione risultò infinito per il Jonin con l'acquolina in bocca, combattuto tra i desideri della sua pancia e la logica della sua mente: sapeva che, in alcuni casi, reagire con un minuto di ritardo poteva far fallire un esperimento che poteva impiegare anche anni per compiersi. Alla fine scelse di andare a vedere, lasciando la stretta sull'arnese biforcuto, e si fiondò davanti al videowall composto da 9 schermi. Per quanto vecchia e maltenuta, quell'attrezzatura comprata ai tempi dell' ex primario e "presa in prestito" dall'ospedale funzionava ancor bene: il medico aveva collegato ad esso ogni suo fascicolo rimasto aperto, ogni suo incarico rimasto appeso sin dai tempi delle prime squadre speciali, quelle fondate dal leggendario Sennin.

    Il led acceso era uno appartenente ad una colonna che non monitorava da tempo e, visto che l'ordine era cronologico, doveva risalire a qualcosa di almeno 5-6 anni prima. Incuriosito eseguì l'accesso al sistema e iniziò ad indagare su quale fosse l'evento associato a quell'allarme:

    " mmmmm Laboratorio 11-A...uuu ma è il centro primario! Vediamo, che qualche capsula abbia finito il suo decorso? "

    Mentre con lo sguardo indagava tra i pannelli del software, con una mano andava a cercare il faldone giusto; una volta riconosciuto, semplicemente grazie al tatto, lo aprì per riguardare gli appunti presi su quella serie di vecchi esperimenti iniziati da Kabuto e continuati dal Nidaime.

    " Creazione di nuovi veleni e tonici, progettazione di una nuova generazione di Serpenti, clonazione di equipaggiamenti segreti e tecniche innate, evoluzione di possessioni demoniache...ma io dico, concentrarsi su una cosa e farla bene, no ? "

    Era chiaro che non aveva partecipato all'allestimento del laboratorio né alla tipologia di esperimenti ivi condotti; il suo rapporto con il Kage (ovvero quella particolare versione di Orochimaru) non era roseo come con l'originale. Ad ogni modo, continuò a vedere le schermate avendo in mirroring le stesse informazioni che
    i due intrusi erano riusciti a scoprire.

    " Ecco, quod volebat demonstrandum! Tutto in ERROR o in stato primordiale a causa dei processi dai tempi lunghissimi. Partire da feti...il Nidaime pensava davvero di campare così tanto per vederne gli effetti ? Dovrei anche aggiornare questi report, dei 100 % non ne è rimasto vivo uno. Cavia 135A deceduto per problemi al tentien, pare avesse iniziato a disperdere il suo chakra invece di assorbire quello altrui. I due gemellini con i Dojutsu della foglia, cavia 3 e 5, morti nel laboratorio 2-B dopo essere stati trovati da Febh e Aloysius. Cavia 55C, il clone di Kymimaro...deceduto nel lazzaretto dopo aver contratto il penultimo stadio di Corpus.

    Vedo però che il Veleno Necrotico e l'evocazione Kui sono praticamente pronti! Una buona notizia finalmente, bene bene. "


    Aggiornò il supporto cartaceo, così come quello digitale, per passare all'ultimo tab: c'era una segnalazione sul perimetrale e su alcune trappole scattate ma accadeva spesso che laboratori così vecchi avessero sensori mal funzionanti oppure che un qualche animale dei Sussurri fosse riuscito ad intrufolarcisi. Tuttavia non sembrava questo il caso.

    " EH?! Ma qui è scattato TUTTO?! Il client locale risulta loggato 25 minuti fa, devo andare a vedere! "

    Si alzò di scatto limitandosi a lockare il software centrale e lasciare sul tavolo il fascicolo consultato. Quindi tornò nella parte della caverna che chiamava "sala da pranzo" e fissò nuovamente il contenuto del piatto.
    Che peccato, si era già raffreddato.



    CITAZIONE
    OT / Ultima prova per Hebiko! Raizen vediamo cosa fa ora :guru: /OT

    Erede della Progenie
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Variabile
    L'utilizzatore, a patto che la Tecnica Speciale sia attiva e previo sacrificio di un serprente, può eseguire un Hebiton di lista di un grado superiore. Le condizioni di attivazione, numero e durata dei sigilli e consumo sono le medesime.Tipo: Ninjutsu - Hebiton
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Variabile + Medio)
    [Richiede Progenie del Serpente III]
    [Da chunin in su]
     
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    Io e Me Stesso


    XII







    Raizen alzò un sopracciglio all’affermazione del suo clone.

    È normale, sei tu che sei qui sotto da non so quanto e il rumore più alto che senti è qualche topo più grasso della media che ti razzola tra i piedi.

    Ma quella fu la sua unica interruzione, non voleva certo privarsi di importanti informazioni solo perchè aveva indispettito il suo interlocutore, per quanto atipico era pur sempre il suo clone dopotutto.

    Profetizzato?
    Analizzato i miei dati?
    E come?


    La storia lo convinceva sempre meno, e già era ben poco convinto dalla presenza di un suo clone lì, dire che fosse sul chi vive era a dir poco un eufemismo, ogni parola infatti portava quella storia ad un livello di stranezza superiore, non tanto per l'impossibilità che quelle cose potessero essere fatte, ma proprio perchè era estremamente complesso farle, cosa che elevava pericolosamente il soggetto in grado di compiere azioni simili nella sua scala di identificazione della pericolosit.

    La storia della tua vita mi incuriosisce, ma io voglio sapere come è possibile che tu sia qui.
    Il chakra della volpe non mi stupirebbe, ne ha così tanto che capita di trovare qualcuno che in qualche modo ci sia venuto a contatto.
    Ma le MIE cellule no.


    Certo probabilmente il suo clone non era altro che una vittima in quella situazione, così come lo era il serpente ucciso poco prima, ma al pari suo se Orochimaru aveva fatto un buon lavoro correva il rischio che abbandonare una missione fosse l’ultimo dei suoi pensieri, o che addirittura quella recita e quell'ammissione di impotenza facesse parte del piano per poterlo pugnalare senza dover investire troppe risorse nella creazione di un ninja con le stesse capacità di Raizen. Stranamente però il caso gli venne incontro.

    Beh, direi che non ci sono altre soluzioni.

    Aveva dovuto fare ricorso a una buona dose delle sue doti recitative[uso l'abilità Recitazione] per fare quell’affermazione mentre faceva roteare un kunai nella mano per poi puntarlo verso il Clone. Se porre fine alla vita del serpente perché era un tirapiedi di Orochimaru l’aveva infastidito uccidere se stesso era decisamente su un altro livello.
    Ma come aveva recitato la sua sicurezza recitò anche la sua sbadataggine, le trappole erano infatti parecchie e il clone stesso poteva esserlo, per cui nonostante si stesse avvicinando senza remore a lui aveva già calcolato la possibilità di allontanarsi sfruttando il teletrasporto casomai qualcosa fosse esploso o il suo clone stesse bluffando. Dopotutto per quanto gli piacesse l'azione gli piaceva anche riportare la pelle a casa, magari vincendo quella del nemico.[SA - ST][Attivazione TS e Possessione Perfetta con Azione Rapida e poi Scatto indietro impastando Rif Nera + 3 TS +6 impasto demoniaco (ho un tratto per il cap) e se necessario uso teletrasporti da 32m per allontanarmi ulteriormente (non so che TS avevo qui, se avevo le sfere considerale piazzate prima della pugnalata, scriverlo come opzioni mi pareva brutto XD) ]
    Se però quello si fosse veramente fatto tagliare la giugulare Raizen si sarebbe sorpreso. Partì dalla base posteriore del collo con un profondo taglio e procedendo poi verso il delicato vaso sanguigno. Sarebbe stato doloroso e profondamente debilitante, tagliare quei muscoli infatti avrebbe costretto il collo in una posizione del tutto anormale, tuttavia non mortale, non nell'immediato almeno. Sapeva sia per cultura propria che per esperienza che i vasi sanguigni più importanti stavano lateralmente, ed arrivato a lambirli si sarebbe fermato spingendo con la mano libera un tonico sulla bocca del suo clone.
    Voleva realmente salvarlo ma come poteva fidarsi quando aveva appena visto che neanche la morte separava gli scagnozzi di Orochimaru da lui?
    Il momento in cui gli mise in bocca il tonico si sarebbe dunque trasformato nello stesso in cui, con rapido scatto gli avrebbe trasferito la mano sulla testa per porgergli un unica domanda.

    Uccideresti Orochimaru?
    Sono un sensitivo, non mentire, vedrei che resisti.
    E… sono stato gentile, perché sei me, e so che non ti piace la prigionia e neanche chi ti ci tiene.
    Ma… Prendermi in giro non sarebbe salutare per nessuno.


    Aveva mentito sulle sue capacità di sensitivo, ma la cosa più importante era che in quel momento, durante l’interrogazione mentale i due condividevano una specie di mondo interiore, uno di quelli in cui era specializzato Raizen.

    Ad Orochimaru piaceva avere ragione tanto quanto piaceva la scienza.

    In quel momento la volpe, gigante, rossa e minacciosa solo come un demone senza alcuna restrizione come lo era lei all’interno del suo jinchuriki Perfetto poteva esserlo, comparve alle sue spalle.

    Ma tu non sei così stupido da credere che il demone sia un errore da correggere e non una possibilità.

    Lo guardò a lungo, mentre il demone sovrintendeva quello scambio, pronto a trasformare qualsiasi minaccia in una terribile realtà.

    Ne che esistano scorciatoie per ottenere potere.

    Gli restavano però ancora svariati dubbi sulla natura di quel clone, ragione per la quale i suoi pensieri continuavano a cercare una soluzione, nonostante le sue disavventure era certo di non aver mai lasciato DNA a disposizione per essere replicato in una maniera così accurata.

    Kurama, è possibile che questo sia esclusivamente un tuo frammento e che abbia questa forma per via delle informazioni che potrebbe averti sottratto?
    Non sono tanti i jinchuriki in grado di avere un simile legame, usare un tuo frammento per avere un ponte di informazioni non è assurdo se stai cercando qualcuno in grado di gestire un simile potere, anche contando che in questo tempo siamo abbastanza pochi, e considerando l'abilità di Orochimaru non sarebbe un problema, certo la somiglianza è terribile, ma potrebbe anche essere una cosa imprevista dovuta alla contaminazione delle informazioni giunte.
    Il chakra può dare vita, e il tuo, con le informazioni su di me potrebbe essere stato proprio la base per tutto questo.
    Cosa senti?
    Quanto è te e quanto è me?


    Aspettò risposte da entrambi, sempre pronto a reagire in caso di minacce.
     
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    XII




    Il suo attacco non era riuscito bene come pensava. Il genjutsu doveva essere stato riattivato da qualcosa, eppure era certa di averlo eliminato. Ma dal risultato ottenuto, era chiaro che il suo colpo fosse fin troppo più debole del previsto. Un ringhio uscì dalla sua bocca. Se non altro, uno dei due era finalmente sconfitto, esploso in una nube di serpi. Le restava solo l'altro.

    Il suo avversario però non sembrava pronto ad arrendersi. Voleva sfruttare il suo errore, facendone però uno a sua volta, per colpa della foga: iniziò ad arrotolarsi, cercando di impigliare il braccio della Vipera attorno a sè, per poi serrarlo sotto l'ascella. Fortunatamente per la rossa, mentre l'altro roteava ebbe il tempo per mollare semplicemente la presa, prima allargandolo lontano da lui e poi ritirandolo alla sua lunghezza normale, evitando così di finire incastrata sotto al suo braccio. [SDI] Hmph! Se vuoi fare una cosa simile, devi prima tenermi ferma. Pensavi ti avrei lasciato far-IIK! Non aveva tempo di perdersi in chiacchiere. Se era vero che il primo tentativo era fallito, il secondo era ben più brutale. Ma stavolta lei aveva il vantaggio numerico. Con Mitsuki concentrato unicamente sulla rossa, Kui, trovandosi in mezzo ai due, ebbe modo di lanciarsi al di sopra delle mani allungate dal nemico, facendo peso con il suo grosso corpo [SDII] e deviando così l'attacco, permettendo ad Hebiko una schivata più facile, allontanandosi con un rapido scatto, facilitata sia dalla deviazione che da quei metri che li separavanoNon mi ricordo più quanti, sono onesta LoL però mi ricordo che il Mistuki sopravvissuto era dietro al clone appena morto, e considerando che Hebiko l'ha raggiunto col braccio, massimo due, forse tre metri se vuoi esser generoso. [SDIII]

    Mitsuki continuava ad essere arrogante, ma i serpenti addosso a lui erano ormai finiti. Hebiko aveva notato come questi sembrassero cadere esanime quando l'altro componeva delle tecniche, forse li usava persino per rafforzarsi. Ma adesso era rimasto senza cartucce, e la Vipera doveva approfittarne subito. Per prima cosa, fece scivolare una mano in tasca, facendo cadere un fumogeno. [SAI] La stanza si sarebbe oscurata più di quanto non fosse, limitando la visibilità di entrambi... Più o meno. Kui, infatti, trovandosi più vicino al ragazzo, avrebbe approfittato di quella distrazione per avvolgersi a tutta la lunghezza delle sue gambe, stritolandole. [SAII] A quella distanza, la serpe sarebbe stata l'unica cosa visibile dal ragazzo, e ne approfittò per renderla una trappola, attivando la sua temibile illusioneManto Cangiante
    Villaggio: Oto (Personale)
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può irrorare la sua pelle di chakra per generare un effetto psicotico. Entro 18 metri di distanza, previo contatto visivo con la vittima, ne diminuisce di 6 la percezione e di 3 tacche i riflessi. L'efficacia è pari 50.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    Sottotipo: Dispercettivo
    (Consumo: QuasiAlto, Mantenimento: MedioBasso)
    [Da chunin in su]
    , seguita da un temibile sibilo. Il suo compito era solamente quello di impedirgli i movimenti, distrarlo il più possibile e rivelare ad Hebiko la loro posizione. Dopo essersi riavvicinata al fratello, mantenendo circa due metri di distanza, dalla nube uscì una selva di squamePot 30 Blu che mirava alla parte superiore del corpo, soprattutto al volto. Spostandosi poi verso destra rispetto alla direzione da cui aveva attivato la tecnica, armandosi di tirapugni, avrebbe tentato un assalto al collo, un colpo orizzontale che puntava a tagliarlo di netto. [SAIII] MUORI!

    Hebiko sembrava aver perso la sua risata isterica, ma la furia di quel combattimento le aveva provocato un'incredibile sete di sangue, alimentata dall'odio. Non voleva altro che vedere quello che si nominava Erede con così tanto orgoglio a terra, tagliato a pezzi e abbandonato in quella discarica. La sua mente non aveva spazio che per quel singolo obiettivo. Ne sarebbe uscita vincitrice, e non avrebbe mostrato un briciolo di pietà verso quello che sperava di definirsi suo fratello.

    Chakra: 33/60
    Vitalità: 10/16
    En. Vitale: 24/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: schivata
    2: deviazione Kui
    3: schivata

    Slot Azione
    1: fumogeno
    2: stritol. Kui
    3: taglio

    Slot Tecnica
    1: Manto Cang.
    2: Puntaspilli

    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Bomba Sonora × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Respiratore × 1
    • Tirapugni con Lama × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Amplificatore Suoni × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bolas × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Frusta × 1
    • Tatuaggio da Richiamo × 1
    • Fumogeno × 1
    • Sigillo Maledetto della Luna × 1

    Note
    Squame turno II - Agilità in cooldown
     
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    Come si sconfigge un rivale più forte? Domanda classica, forse la prima di cui ogni studente va a ricercare la risposta nel suo libro di teoria in accademia appena scartato. E' quel capitolo che si trova in tutti i manuali di tattica bellica, tra lo scontro in inferiorità numerica e la sopravvivenza in territorio ostile. E' probabilmente la più grande differenza che separa un ninja di rango genin da uno chunin...certo ci sono anche la gestione di un team, una seniority più elevata acquisita a suon di missioni e la capacità di vestire incarichi istituzionali. Tutte doti che si apprendono con studio e sudore, l'impegno che ogni aspirante leader ha l'onere di compiere; ovvero, da un altro punto di vista, la predisposizione che il buon maestro deve scorgere per puntare su una giovane leva. La carriera di un aspirante combattente ancora incapace di tenere in mano una wakizashi o lanciare un kunai nasce lì, in quel frangente, è l'intuizione nel vedere cosa c'è oltre un livido di troppo, una soluzione brillante di un calcolo delle traiettorie oppure le dita logore per i troppi tentativi sulla sequenza di una tecnica.

    Tutti coloro che stringono questo patto con se stessi diventano dei genin. Poi, però, la risposta a quel primo quesito torna dirompente perché è nel destino di ogni praticante della guerra vivere il momento che lo costringe ad elevarsi dalla massa; in epoche passate elementi selezionati dai propri maestri venivano forzati a confrontarsi con questa resa dei conti, l'accademia stessa organizzava scontri alla morte con i cugini della Zanna. Prima ancora, nella Nebbia di Sangue, i duelli dove in palio si metteva la vita erano incoraggiata sin da giovanissimi! Questa pratica ora è stata abbandonata, ritenuta disumana al punto da paragonarla alla mattanza dei tonni o la macellazione del bestiame...ora i futuri leader dell'Alleanza crescono senza sapere cosa significhi temere realmente per la propria vita, arrivare così vicino alla parola fine da essere costretti ad elevarsi, molto spesso attivando potersi assopiti ereditati dai propri gloriosi clan.

    Ci sono paesi, però, che sfuggono a questa regola non scritta, posti in cui temere per la propria vita e confrontarsi con ostacoli più grandi di se è la base per sopravvivere alla giornata. Sono le realtà in cui il controllo dettato da dogmi e convenzioni comuni non è applicabile perché si sono evolute in sistemi caotici, semplicemente non controllabili per definizione. Ecco il dipinto di Oto, ai tempi di Orochimaru e del primo Kabuto, prima dell'ingresso dei sentimenti e delle regole accademiche..oggi un lontano ricordo, a tratti una pavida imitazione o poco più, e in definitiva un handicap per tutti i ninja del Suono rispetto ai compatrioti del passato.

    Mitsuki aveva ricevuto in dono questo retaggio, era un ninja nato (o forse sarebbe meglio dire creato) per ereditare quella che può essere considerata la fetta più grande del sapere ninja in termini di Hiden, Juinjutsu, Tensei Ninjutsu, Kinjutsu e, chiaramente, Hebiton. Egli era l'anello che avrebbe permesso alla catena ideata dal Sennin di continuare a crescere dentro il Suono, tenendo viva la memoria e generando in qualche misura nuove forme di controllo da parte del padre "immortale".

    Bene..chi era invece Hebiko?
    Era una figlia di Oto che come molte era cresciuta nei vicoli del villaggio, vivendo di stenti. Per caso si era avvicinata alla vita degli shinobi, tanto odiata dai suoi genitori, e col tempo aveva capito di avere qualcosa di diverso rispetto agli altri coetanei fino a meritarsi il titolo di Vipera di Oto. STRONZATE! Una mera favoletta per bambini: Hebiko era uguale a Mitsuki, era stata creata per assolvere allo stesso compito degli altri portatori del frammento, generati dagli ovuli di Rengoku o tramite le altre diavolerie del Sennin, modificata per assomigliare al suo creatore e per diventare la vera Vipera, il vero involucro per la resurrezione del Padre. Lo sapeva, ne aveva avuto conferma dai racconti di Febh, Ledah e Manda e, come tale, godeva dello stesso grande vantaggio dei suoi simili: per lei la vita non era e non sarebbe stata semplice, lei era pronta già dalla nascita a compiere grandi cose.
    L'attacco finale di Mitsuki venne schivato e, cogliendo il ragazzo in controtempo, la Vipera riuscì a sferrare il colpo finale in grado di far cambiare le sorti dello scontro, il guizzo che serviva per ribaltare drasticamente il pronostico di uno scontro che stava perdendo fino a quel momento.

    " UARGGGGGGGGGGGG ! "

    Urlò e barcollò indietro il ragazzo, il quale tentava goffamente con la mano di arrestare la fuoriuscita di sangue...ma la ferita era profonda e senza accorgersene finì a strisciare a terra, contorcendosi in pose inumane più indotte dalla rabbia che dal dolore [Insensibile -> 3 leggere]. In quel frangente Hebiko avrebbe realizzato di avere la vittoria in pugno, le sarebbe bastato infierire su quel corpo inerme per mettere fine a quel duello alla morte. Al primo movimento, però, parlando a stento il fratello avrebbe implorato pietà:

    " AspeTTA! NOi si...si...ssIAMO fraTELLi! RiSPARmiamo la viTA e io me ne andRò LONtano! Ti lasCIO il labora...ratoRIO di NOSTRo PADre! "


    Una scena raccapricciante, aggravata dal sangue copioso e gli occhi strabuzzati della cavia in piena crisi isterica. Accettare o meno quella richiesta, però, non avrebbe cambiato le azioni del ragazzo a terra. Con uno scatto trovò posizione semi eretta dando le spalle alla sua rivale come per fuggire, mentre con la mancina gettò a terra [1 SA] una bombetta per celarsi dietro la coltre di fumo alzatasi...un gesto disperato perché nelle sue condizioni non sarebbe potuto andare lontano in quello spazio chiuso.
    Come detto, Mituski era un predestinato, diverso dalla gente comunque e dunque capace di mosse e strategie inimmaginabili per molti: la fuga, di fatti, non era altro che un mascheramento, una finta sbucare lì dove Hebiko non aveva ragione di guardare! Rigettò il suo stesso corpo, abbandonando l'involucro ferito a morte, per poi raccogliere la katana lì vicino prima di immergersi nel pavimento, forte ancora dell'impedimento visivo che ne celava le mosse [1 TA Rinascita Strisciante, 1 TB Arte della Terra]. Da lì avrebbe potuto fuggire senza problemi, concedere la vittoria alla mocciosa insolente ma per la cavia abbandonare la propria casa non era un'opzione percorribile: vincere era l'unica cosa che contava in quel frangente. In un attimo avrebbe bruciato la distanza che lo separava dalla rivale, arrivandole alle spalle senza poter essere visto e forte ancora dell'elemento sorpresa dato dal fumogeno non ancora svanito [2 SA Movimento, Azione Rapida, Furtività + 12 (Corpo del Serpente, Movimenti Silenziosi), 4 m].
    Questa volta non avrebbe detto nulla per tradire la sua posizione, impastò la massima quantità di chakra nel suo corpo e, emergendo alle spalle della sorellastra, mosse la lama alla massima velocità, eventualmente estendendo il suo corpo per arrivare a bersaglio, in un affondo finalizzato a trapassarle la schiena all'altezza del ventre [3 SA Affondo, Allungamento fino a 4,5 metri, Pot 40, Vel Blu + 50 base + 50 Predatore + 100 impasto MedioBasso -> Semiparalisi 2 round per Overcap, For Blu + 100 (sovraimpasto MedioBasso) -> 2 Leggere]. Un attacco pericolosissimo ma tatticamente sbagliato, sbilanciato, autolesionista..un attacco disperato.

    Solo a cose fatte sarebbe esploso, rigettando anni di frustrazione e solitudine in faccia alla Vipera:



    " IO SONO L'UNICO EREDE DI OROCHIMARU! TU SEI IL PIANO B DESTINATO A CADERE NEL DIMENTICATOIO E MORIRE! MUAUHMUHAMUHA"

    :::

    Il Raizen non sembrava cogliere a pieno il sarcasmo della sua matrice, era come se conoscesse il significato di quell'atteggiamento tipico di alcuni umani ma non avendolo mai messo in pratica né subito non sapeva bene come reagire. Si limitò a stare in silenzio, ascoltando le domande che il curioso Kage aveva per lui.

    Chiaramente era la stessa esistenza di un suo clone a rendere irrequieto il jinkurichi, dopotutto per creare una copia quantomeno somigliante con un originale di tale complessità serviva il chakra dei due componenti, probabilmente anche del materiale organico per ricreare il corpo e, non ultimo, una certa mole di informazioni tali da riempire una mente altrimenti vuota e prima di esperienze.

    Profetizzato certo...l'Eremita Serpebianca ha doti di preveggenza ma quest'arte più di altre naviga nell'incertezza del caos che permea il mondo e dunque è affetta da errore. Il Nidaime si affidava spesso alle doti del Hakuja Sennin, nella Caverna dei Draghi.
    Analizzare, studiare, immagazzinare informazioni, usa il termine che preferisci ma nelle pergamene che vedi lì accatastate c'è la trascrizione della tua vita fino al 09/34..ah siete poi riusciti a ritrovare Keita Kitase? Da quel poco che ho letto, mi è sembra parso un tipo in gamba..




    Nessun sentore di menzogna, stava parlando a mente aperta sin dal principio, un atteggiamento tipico di chi aveva già accettato da tempo il proprio destino. Alcune informazioni, tuttavia, sembravano come offuscate se non addirittura cancellate e quindi non disponibili al clone:

    Mi dispiace, le mie risposte sono limitate.

    Non sapeva come il Nidaime, ovvero Orochimaru, avesse recuperato quanto necessario per la creazione dell'esperimento etichettato come "Jinkurichi 2.0" (in stato di ERROR secondo quanto letto al pc al piano superiore) ma la situazione era chiara: Raizen era stato messo sotto attenta osservazione da parte dell'entourage del Suono dal principio, ben prima che si affermasse nel mondo ninja come Montagna del Fuoco di Konoha. Forse scavando nel suo passato avrebbe ritrovato il momento di debolezza nel quale era incappato, proprio in territorio Otese e alla corte di un Mikawa al tempo non così potente e capace di avere controllo sui movimenti del Kokage.

    Probabilmente infastidito dall'ignoto rappresentato dall'esistenza stessa di quel suo clone, Raizen mise subito alla prova le parole e le intenzioni del suo duale sintetico escogitando un bel teatrino, in grado di far vacillare un animo debole. L'esito di quella manovra, tuttavia, portò il ragazzo ad accogliere con l'imponente mano la testa del prigioniero, salvato dal tonico del mangiafuoco che teneva i fili della conversazione, come le sorti della vita del suo interlocutore, tra le callose dita.

    La mia formazione è stata abbandonata da anni, ho avuto tempo per crearmi delle domande e trovare delle risposte da solo, basandomi su sensazioni piuttosto che su conoscenze. Orochimaru mi ha creato, vero, ma lo scopo è venuto meno e quindi anche ogni forma di vincolo che un tempo mi legava a cose o persone di questo mondo. Ucciderei Orochimaru? No, per il semplice motivo che non mi aspetto di fare nulla se non attendere la mia fine.

    Detto questo, non nego di essere un codardo: non ho pretese sulla mia esistenza ma al tempo stesso non riesco ad evitare di mangiare ciò che l'erede mi porta di tanto in tanto. Immagino tu lo abbia già ucciso...peccato, lui è come me ma solo più sfortunato perché creato per pretese molto più alte.


    Per comprendere l'entità che aveva difronte, il foglioso avrebbe dovuto sforzarsi di immedesimarsi nel suo interlocutore, capire il significato profondo di una vita senza più scopo, in solitudine e priva di esperienze se non quelle lette da inutili pergamene.
    Interpellare Kurama avrebbe forse creato solo più caos nella mente del ninja; il Demone sembrava confuso e restio a sbilanciarsi su quella forma di chakra insolita:


    Questo tipo sei tu Raizen, la stessa puzza che un tempo ritenevo insopportabile. E la cosa che ha dentro sono IO..una piccola parte del mio chakra, una forma ancestrale, direi quasi rinnegata. E' la stessa sensazione che provo quando arriva un nuovo jinkurichi, quando non c'è sintonia, quando il muro che ci separa è così alto ed imponente. Ma è solo un briciolo del NOSTRO potere, non conta nulla..puoi ammazz..aspetta..si, ECCOLO!


    Un'immagineMV5BMjIxMTg5NDE1MF5BMl5BanBnXkFtZTgwNjU1OTI0MjE@._V1_ attraversò la mente del Cercotero, così come quella del suo portatore, rievocando un esatto momento del passato; un tempo dimenticato del quale il Demone stesso non riusciva ad avere un ricordo nitido.

    Che abbia rubato una parte di ME in quel frangente? Il colore, l'essenza di quel chakra è quello di allora..un misto di rabbia, incompletezza e paura di cui non mi va di parlare! Fanne quello che vuoi, non pretendo di riaverlo, non mi serve..non CI serve.


    Proprio in quel momento, nel mondo interiore di Raizen sarebbero giunte le parole del suo alter ego evidentemente in grado di connettersi a quel legame più unico che raro:


    L'hai sentito, io farei lo stesso.



    CITAZIONE
    OT/ Siamo vicinissimi alla conclusione ;) /OT
     
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    Me e Kurama


    XIII






    Raizen annuì alle parole del suo clone.

    Certo che è in gamba, è stato il nostro maestro dopotutto.
    L’abbiamo ritrovato comunque, e anche salvato, ma un successivo attacco l’ha privato del biju.
    Penso che quel demone si porti dietro qualche maledizione
    .

    Al sentire la parola codardo però divenne consapevole che doveva fare qualcosa per quell’uomo.

    Tu sei cosa?

    In Raizen si accese un moto d’orgolio che venò d’ira il suo viso.

    Codardo?
    Nessun Raizen è codardo.
    Te lo dico io cosa sei.
    Sei un prigioniero che è rimasto qui sotto troppo a lungo è normale che la tua fiamma si sia estinta.
    Ed è anche normale che tu sia ancora qui sotto imprigionato.
    Tra tutti questi sigilli di sicuro ce ne sta qualcuno che blocca il chakra naturale, per questo il frammento è ancora ridicolmente piccolo, non è in grado di sostentarsi, e a quanto pare non ti ha privato del chakra per rafforzarsi, una scelta interessante, dopotutto forzare la mano ti avrebbe reso uno straccio, probabilmente annichilendoti del tutto e lui da solo non può sopravvivere.


    Qualcosa non tornava a Raizen anche se ancora non era evidente dal suo tono.
    Aveva un clone di se imprigionato da una marea di sigilli che la metà bastavano e li sotto il chakra naturale era stato bloccato, anche perché altrimenti non si spiegava come poteva essere possibile che un jinchuriki fosse ancora lì, quello col demone era uno dei pochi poteri che il tempo poteva solamente affinare, soprattutto in condizioni simili che permettevano all’uno di capire la condizione dell’altro ed essere uniti in uno scopo comune.

    Mmmmh.

    Spinto dai pensieri prese a fare avanti e indietro davanti alla cella.

    Ha appena sentito i tuoi pensieri.

    Disse a Kurama nel suo mondo interiore, anche per verificare quanto le sue capacità di percezione fossero elevate.

    Eppure è stato sigillato in maniera tale che la parte tua dentro ti lui non potesse svilupparsi.
    Ha creato un jinchuriki che sembrerebbe perfetto, gli ha tolto il mio carattere per ammansirlo, renderlo fedele… eppure la sua sperimentazione non ha fatto nemmeno un singolo passo avanti, nessuna verifica.
    Non sono certo un uomo di scienza, ma nel mio piccolo mi ritrovo a sperimentare, e di sicuro non mi accontenterei di realizzare un idea, dovrei almeno analizzarne il potenziale, studiare il risultato, capire se è stato un passo avanti o indietro, e nel primo caso capire fino a dove potrebbe portarmi.
    A che pro, spingersi a tanto, sorvegliarmi con così tanta attenzione, per poi piantare tutto in asso?
    Non era certamente qualcuno con del tempo in avanzo a giudicare da tutta la roba presente lì sopra.


    Avrebbe quindi osservato le numerose bombe carta presenti nelle sbarre, sarebbero bastate ad uccidere chiunque, ma non solo, il loro numero avrebbe sicuramente fatto collassare tutto il laboratorio, in quella quantità il raggio dell’esplosione sarebbe stato assurdo e per cosa?
    Contenere un esperimento ammezzato in cui sembrava non avere interesse visto che la strada fino a li era quasi priva di trappole.
    Non lo reputava logico, ne tantomeno utile, ammenochè non fosse una trappola, purtroppo però non poteva valutare quell’evenienza nemmeno con la volpe, il loro dialogo era già stato udito, ma realmente grazie al frammento di volpe, o dal frammento stesso?
    Già una volta aveva avuto a che fare con la natura sibillina dei demoni, e come se non bastasse la natura arrendevole del suo clone era la più semplice da interpretare, non serviva carattere, bastava mettere su un espressione triste e il gioco era fatto.
    Non bastasse uccidere se stessi era qualcosa di così sbagliato da essere anche solo difficile da pensare, a quel punto l’unica soluzione poteva essere la liberazione, e lui ancora non sapeva se rischiava uno scambio di personalità o di liberare un frammento della volpe ben più pericoloso di un suo clone.
    Dopotutto non sapeva nemmeno se lo schermo era realmente riferito a ciò che aveva davanti o se magari qualcosa andando storto aveva permesso al frammento di fagocitare il suo contenitore.

    Eppure per sua stessa ammissione non ci sono mondi interiori.
    In assenza di mondi interiori quindi… cosa sei?
    Definirti jinchuriki è sbagliato, non sei un contenitore… sei qualcosa di diverso.


    Stava dimenticando quell’elemento ma era importante valutare l’assenza del mondo interiore, voleva dire che il potere del demone era ben integrato nel corpo, probabilmente era più corretto dire che avevano davanti un piccolo demone dalla forma particolare, quella di Raizen.
    Ma eliminare il mondo interiore per creare quell’ibrido era davvero conveniente?
    Davvero era un vantaggio?
    Oppure una mente forte e allenata come quella di un jinchuriki poteva tornare utile?

    Bene, giochiamo a questo gioco.
    Che tu sia una parte della vecchia volpe che cerca di farmela sotto il naso o una trappola ti dimostrerò che esiste una via più semplice che non avete considerato.
    E non include ne la morte di qualcuno, ne tantomeno cercare di intenerirmi per farmi aprire queste sbarre senza riflettere sulle conseguenze.


    La volpe dentro Raizen aveva già dimostrato di avere una connessione con quel frammento.

    Dammi corda Kurama, non sempre la soluzione più drastica è la migliore, potrebbe essere un occasione, più per te che per me, e magari potrebbe aiutaraci a comprendere al meglio le nostre potenzialià.
    Lo metteremo a nudo nel terreno a noi più congeniale, dove non può mentire.


    Si sarebbe dunque seduto davanti alle sbarre, cominciando la sua meditazione, se quello poteva sentire la volpe allora lui avrebbe aperto il suo mondo interiore e attraverso la volpe ci avrebbe comunicato, cercando di scoprire cosa era realmente, in una vera e propria invasione mentale, un campo in cui aveva dato più di una volta prova di essere imbattibile men che meno se a fargli da spalla c’era un vero e proprio demone.

     
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    XIII




    La sua strategia andò a buon fine. La Vipera potè osservare il fratello gridare per il dolore, rantolando a terra cercando disperatamente una soluzione alla sua imminente morte. Hebiko lo sovrastava, avvicinandosi a passo lento, minacciosa. L'altro cercò la più patetica delle difese, implorare pietà. Vederlo in quelle condizioni non fece che aumentare la sua sete di sangue, ora alimentata dalla vergogna di essere imparentata con lui. No. Sentenziò fredda, facendo roteare la lama nella sua mano. Non paragonarti a me. Di tutti noi fratelli ne resterà solo uno. Si preparò a dare il colpo di grazia, alzando la sua lama come un pugnale sacrificale.

    Quel finto rituale venne però interrotto da una nuvola di fumo, costringendo Hebiko ad interrompersi. Sibilò nervosa per esserselo fatta sfuggire, ma abbassò la lama. Non sembrava aver intenzione di seguirlo. Per lei quella era già una vittoria. Cos'altro avrebbe potuto fare Mitsuki, dopotutto? Tornare dopo essersi leccato le ferite? Restarsene nascosto per l'eternità? Qualsiasi cosa avesse deciso, per lei era chiaro. Aveva dimostrato la sua superiorità. Aveva vinto quella battaglia.

    Ma a Mitsuki non bastava.

    Il fratello sarebbe apparso alle sue spalle, trapassandola senza rimorsi. Hebiko soffocò un grido per la sorpresa e l'intenso dolore provato. Aveva avuto a malapena il tempo per irrigidire i muscoli, e fortunatamente, il fratello non sembrava aver puntato alcun punto vitale. [SDI] Il dolore si era espanso in tutto il corpo, indebolendola a vista d'occhio. Ma con esso era cresciuta anche la rabbia e l'indignazione. Un rapido cenno della mano, e Kai andò ad avvolgersi al fratello, immobilizzandolo a livello dei tricipiti. [SAI] La Vipera roteò la parte superiore del suo corpo, mentre con la mano libera avvolgeva con forza brutale i due polsi di Mitsuki, sigillando anch'essi in posizione, senza curarsi di estrarre la spada. [TB+SAII]Presa For +2 Pot 15
    Attivazione ts
    Predatore For+2
    Corpo del Serpente +15
    Il kaiken, stretto nella sua mano, sembrava fremere. Non sei degno. Con surreale freddezza ed incredibile velocità, avrebbe perforato la testa di Mitsuki, infilando tutta la lama all'altezza della fronte, avantaggiandosi dell'assenza di ossa nel loro corpo. Avevano solo una manciata di organi da proteggere, ed il cervello era uno di essi. [SAIII]

    Se tutto fosse andato come previsto, il corpo del fratello sarebbe finalmente caduto esanime. Hebiko avrebbe potuto concentrarsi ed attivare la sua più disgustosa tecnica, per liberarsi rapidamente di quel corpo malandato, richiudendo ogni sua ferita e ripulendosi persino dal sangue. [TA] Estremamente indebolita da quel combattimento, stanca. Ma vittoriosa. Per quanto fosse soddisfatta, avrebbe continuato ad osservare il corpo di Mitsuki con superiorità. Non sei mai stato programmato per essere all'altezza. E probabilmente nessuno dei suoi fratelli lo era. Perchè lei aveva qualcosa che tutti quelli che aveva incontrato fino ad ora non sembravano avere. Non importava che fosse una cosa programmata o meno. Di tutti i fratelli, Hebiko era la Ribelle. E come tale, non avrebbe mai ceduto la sua libertà, nè a suo padre, nè ad un fratello che si credeva superiore.
     
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    Dunque la storia venne scritta, l'erede femmina sconfisse il fratellastro, spezzando il frammento di Orochimaru che in esso risiedeva e diminuendo di uno il numero di diramazioni che il leggendario Sennin aveva previsto per la sua rinascita.

    Espiò senza dire nulla, con gli occhi spalancati e fissi su quelli della kunoichi, intenzionata a vedere il momento esatto in cui la vita avrebbe abbandonato il corpo del folle Mitsuki. Non lo sapeva ancora ma, quella stessa dimostrazione di coraggio era la prova che era cresciuta molto in quell'ora di tempo: l'Hebiko ignara delle prove che avrebbe poi affrontato nel laboratorio segreto del primo Kokage era debole, la vincitrice di quel duello era invece forte al punto di poter decidere per lei il proprio destino.

    " Lunga vita all'erede del Grande Serpente. Lunga vita ad Hebiko! "




    Disse Kui schiacciandosi a terra, prostrandosi ai piedi della giovane donna. Probabilmente sarebbe stato proprio l'intervento del serpente illusionista a far comprendere all'otese che era tutto finito, una dichiarazione di vinttoria che finalmente avrebbe potuto far tirare un grosso respiro di sollievo alla combattente, debilitata non poco dallo scontro.
    La stanza scavata nella dura roccia era stata teatro di un doppio combattimento cruento ed il laboratorio adesso sembrava irriconoscibile rispetto qualche minuto prima...il PC era stato distrutto da un movimento di coda di troppo di Orochi e anche molte delle vasche contenenti gli esperimenti più acerbi erano andate in frantumi, riversando il loro disgustoso liquido sul pavimento. La quiete della vittoria, o forse il fatto che il jutsu illusorio stesse iniziando a perdere di efficacia, avrebbe fatto ricordare alla genin di essere venuta in compagnia in quel luogo dimenticato da Dio e di certo si sarebbe interrogata sul destino dell'Hokage. Non era nella stanza e l'ultima volta che lo aveva visto era alle prese con un gigantesco serpente...che gli fosse successo qualcosa?

    Nemmeno il tempo di scendere dal suo trono della vittoria, al centro della stanza, e il meccanismo di sicurezza del covo/laboratorio si attivò cogliendola di soprassalto! L'unico accesso, quello che conduceva alle scale del piano di sopra, venne sigillato da uno spesso muro di metallo, troppo velocemente per impedirlo [Pot 40, durezza 3]. Il forte frastuono avrebbe fatto scattare qualcosa nell'animo di Hebiko la quale, per la prima volta, avrebbe avuto come la sensazione di essere lei, la vipera, il topo in gabbia!
    Un udito sopraffino [Percezione 12 o 9 + Investigatore] avrebbe anticipato la minaccia con qualche secondo di anticipo: un suono meccanismo di ingranaggi posti in alto, evidentemente in una interapedine tra il secondo e il terzo piano interrato della struttura, sembrava aver azionato una qualche sorta di trappola. Una vista di falco [Percezione 12 o 9 + Occhi di Falco], invece, avrebbe consentito di notare i venti minuscoli ugelli, della sezione di uno spiedo, posti su tutto il perimetro della stanza senza nessuna funzionalità pratica se non quella ovvia di poter immettere/estrarre gas o liquidi nella/dalla camera sotterranea. Infine, un olfatto finemente allenato [Percezione 12 o Segugio] avrebbe svelato il veleno che improvvisamente si riversò nel laboratorio, del quale ne avrebbe occupato l'intero volume in pochissimo tempo. L'intruglio era proprio quello prodotto nella sezione botanica esplorata al primo piano, lo stesso estratto dalla piantina che Hebiko aveva diligentemente raccolto dopo essersi accorta che si potesse trattare di qualcosa di più uinico che raro.
    Gli strani tubi che collegavano le camere emisferiche al sottosuolo servivano, infatti, proprio per collegare le alghe alle bombole del gas, passando attraverso il macchinario per lo sminuzzamento, il miscelatore delle sostanze incluse nella ricetta necrotica e le vasche di fermentazione. Da lì, un sistema di igranaggi, azionava le valvole che permetteano la fuoriuscita del tremendo intruglio incolore [Veleno Necrotico H2S Shinokuni] attraverso gli ugelli della stanza al terzo piano, proprio quella dove la protagonista della vicenda e il suo amico serperpente erano stati rinchiusi!



    Era un gas subdolo e letale, ad azione lentissima ma dagli effetti terrificanti. Qualora la genin non avesse trovato un modo per uscire di lì in tempo [6 round], il veleno avrebbe manifestato il suo potere rubandosi costantemente una parte del corpo della vittima, annerendola per morte cellulare fino all'intera totalità della superficie!

    L'ultimo regalo di un fratello amorevole, l'ultima prova da superare per accedere ai segreti del Sennin.

    Era solo una questione di tempo.

    :::

    Intanto di su, Il Jinkurichi della Volpe a Nove Code stava vivendo la sua particolarissima avventura, ignaro di quello che la compagna stesse passando. La Superbia Illusoria su di lui aveva ancora una presa salda poichè forte era ancora l'interesse per ciò che lo vedeva coinvolto in prima persona, proprio nel senso letterale del termine. Il Raizen duale sembrava aver "superato" il piccolo test di verità e ora l'interesse dell'originale era nel comprendere la natura di quell'esperimento più unico che raro portato avanti dal Nidaime.

    Chiaramente i tentativi di giusitifare il comportamento ritenuto codardo dall'esperimento non furono sufficienti a far cambiare idea all'uomo, il quale si limitò ad osservare il suo calco senza esprimere nuovamente il proprio punto di vista. I programmi difettosi o senza più uno scopo devono tornare alla sorgente per essere distrutti e fornire nuova energia ai successivi; era questa la verità codificata nelle sue cellule. Eppure non era in grado di farlo, cosa che inevitabilmente ne implicava una forte codardia.

    L'Hokage, tuttavia, sembrava comprendere il potenziale di quella cavia abbandonata: il fatto stesso di poter entrare nel suo mondo interiore ne era una prova lampante [Jinkurichi 2.0]. Che fosse quella abilità la chiave con la quale Orochimaru voleva scardinare il segreto dietro l'enorme forza che connetteva i Codati ai propri possessori? Non rimaneva che scoprirlo ed quindi la Montagna del Fuoco fece qualcosa che, molto più dell'inscenato omicidio, colpì il clone nel profondo, cogliendolo impreparato. Raizen abbassò la guardia e si sedette a terra, a gambe incrociate, pronto ad aprire una porta verso il frammento di Volpe rinchiuso in quel corpo sintetico.

    Ma...cosa...fermo! E' PERICOLOS...

    Provò a fermare il ninja ma, non appena il legame venne instaurato, cadde in un buio profondo, lo stesso che lo aveva generato e che ricorreva in ogni suo incubo spevantandolo a morte!

    ...


    ..


    .




    Emerse dal liquido giusto in tempo per non soffocare. Il mare nero era denso e appiccicoso, sembrava impossibile liberarsene. Il cielo nero era statico e vicino, come il soffitto di una stanza bassa e claustrofobica.
    Aveva solo quei quindici centimetri di spazio dove un filo d'aria nauseante gli consentiva di riprendere fiato, prima che l'enorme massa oscura lo ritirasse giù.
    Anche usando tutte le sue forze, sarebbe riuscito solo a riaffiorare in superficie per un istante; uno sforzo continuo ed intenso che dopo quattro, cinque volte lo avrebbe estanuato non poco, rendendo i suoi arti più pesanti e la sua mente meno lucida. Dovevaingegnarsi e trovare un modo per non annegare altrimenti l'oceano di chakra, si perchè di quello si trattava, avrebbe avuto la meglio facendosi padrone del proprio corpo.

    Qualora fosse riuscito a rimanere a galla, una voce a lui nota ma pregna di odio e dal tono più sepolcrale mai udito sarvebbe riecheggiata in quello spazio senza tempo, facendo male alle orechcie per il volume insensato:



    RAIZEN LO SCIOCCO! RAIZEN IL MISERICORDIOSO!



    Era Karuma ma era diversa.




    LA VOLPE AMICA DI TUTTI...SONO SOLO CARNE PER LE MIE FAUCI!



    Ogni parola pronunciata era una fitta allo stomaco e alla testa del Jinkurichi, il quale avrebbe dovuto attingere ad ogni sua forza mentale e fisica per non sprofondare nuovamente. Ogni cedimento avrebbe imbrattato del chakra color petrolio il tentien del ninja fino a corromperlo totalmente...era una forza così potente, un odio così viscerale e antico. Qualcosa di antecedente alla prima Volpe incontrata dal folgioso, già "addomesticata" da decine di portatori più o meno capaci. Il confronto con quell'oblio era a dir poco una blasfemia, in un rapporto di uno a cento, parabonabile alle sfide dei fautori dell'arte ninja e delle vie del chakra, i dimatori del Juubi.


    Domare l'odio del mondo. Ecco la sfida nella quale si era gettato Raizen.


    Dall' "altra parte", il corpo a gambe incrocite riaprì gli occhi. Era immobile, il respiro lento e la mente libera. Lo sguardo era dritto, in direzione dell'uomo dietro le sbarre che a terra si stava contorcendo in spasmodiche pose di dolore. Tuttavia non stava osservando quella scena, gli occhi erano vitrei e vuoti come quelli di un bovino, dentro i quali è impossibile scrutare. Un amico stretto dello shinobi, Hebiko stessa, avrebbe detto con certezza che quello non era Raizen poichè non vi era la scintilla del Kage dietro quei bulbi spenti.
    Tuttavia, qualcosa di potente era custodito in quel corpo perfetto, l'animo di un prigioniero che per una vita intera aveva vissuto l'inferno della solutidine, uno spirito che aveva trovato la libertà; una sensazione tale da attivare automaticamente la secrezione lacrimale.



    Infine disse, piangendo:

    E' questo...il silenzio ?!



    CITAZIONE
    OT/ Ultimo post con la ciccia, la sfida per voi più grande dell'intera giocata. Spero vi dia gli stimoli giusti per esplorare i vostri personaggi al meglio! Hebiko puoi accorpare tutti i round in un unico post, voglio pathos! Raizen sei contro una Volpe di puro odio, il regno lo conosci bene. /OT


    Veleno Necrotico H2S Shinokuni [Veleno]
    La somministrazione di 1 dose causa un lento ed inarrestabile processo di necrosi. Dopo 6 round, ogni ulteriore round di inspirazione aggrava la condizione della vittima la quale vedrà una sua parte del corpo andare in necrosi senza provare alcun dolore. La vittima può scegliere la parte soggetta al veleno tra le 7 principali (arti, testa, tronco superiore, tronco inferiore). L'energia vitale della parte viene azzerata.
    Tipo: Supporto - Variabile
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 100)
    [Da Chunin in su]


    Jinkurichi 2.0
    Speciale: L'utilizzatore può entrare nel mondo interiore dei Jinkurichi presenti entro 9 metri. E' in grado di forzare ogni barriera mentale e di comunicare liberamente con i Demoni Codati.
    [Da Jonin in su]
     
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    L'Odio nel Passato


    XIV




    La connessione mentale ebbe successo, e fu inaspettatamente efficace, forse anche troppo.
    Appena instaurata percepì tutte le sue vie respiratorie otturate da qualcosa di denso e decisamente irrespirabile, i suoi polmoni sussultarono inutilmente più di una volta, ma solo sfondare una superficie per qualche istante inarrivabile gli permise di liberarsi la mente dalla paura e trarre un respiro di sollievo.

    Ohh, capisco.

    Un nuovo attacco mentale lo trascinò sotto la superficie, questa volta però riuscì a prendere una boccata d’aria e nel riemergere questa volta avrebbe sollevato le braccia, trovando il soffitto poco sopra ti lui, qualcosa di strano immateriale tanto quanto la volta celeste, eppur solido quanto bastava da applicare il chakra adesivo.
    Forse a causa di un errore dell’architettura mentale di quel luogo, non si poteva avere qualcosa di claustrofobico e sconfinato al contempo.

    Tu…

    Disse resistendo all’ennesimo attacco mentale, ben ancorato.

    ...devi essere una parte vecchiotta della volpe.

    Impossibile il contrario dopotutto, era più che certo che il demone dentro al suo corpo fosse la parte originale del demone, eppure se quella che aveva davanti aveva raggiunto una coscienza così ampia qualcosa le era stato fatto, chissà quanto tempo prima.

    Quella ignorante e a corto di esperienza di jinchuriki.

    C’era una cosa che Raizen in tutti quegli anni aveva imparato a fare per bene: dominare i mondi interiori, dopotutto quando riesci a scacciare dalla tua testa uno Yamanaka resta ben poco in grado di lederti veramente.
    Se non poteva disfarsi di tutto quel chakra l’avrebbe isolato, sopra di lui, sopra quel cielo illusorio c’era sicuramente spazio per respirare, per interagire. Fece forza con le braccia ed appoggiati i piedi su quella superficie fece la cosa più semplice: la trapassò, ribaltandola, come se entrasse dentro alla superficie di uno specchio.
    Si sarebbe quindi trovato in uno spazio alto e sconfinato in cui avrebbe potuto interagire al meglio, ma forse non trovandosi nessuno.

    Ci vuole molto tempo a comprendere e sfruttare un mondo interiore.
    Il primo passo è capire che questo è un mondo condiviso.
    Con una logica, quella della fantasia, ma senza regole.
    Tranne quelle di una mente sufficientemente allenata, non tanto nel resistere agli attacchi, ma nella consapevolezza delle sue possibilità.
    Certo saper immaginare con precisione ciò che serve aiuta.
    Io ho dovuto imparare a sopravvivere qui dentro, ma tu?


    Sapeva la risposta, il clone aveva affermato di non avere mondi interiori.
    Si sedette e sotto di lui comparve qualcosa di simile ad un trono, una seduta di cemento ampia dotata di un alto schienale e di braccioli, assolutamente a tono con l’ambiente spoglio che aveva intorno. Poteva scegliere qualcosa di più regale, di imbottito e borchiato, con zampe ampiamente decorate e placcate in oro, e la sua mente era così precisa nell’immaginarsi quei dettagli che per un momento quella materia iniziò a scavarsi assumendo una parvenza assai più soffice prima di stabilizzarsi nel cemento, come se fosse una prova di forza.
    Seduto si sarebbe quindi accomodato ben bene ed accavallate le gambe avrebbe congiunto i capelli.

    Temo tu stia fraintendendo leggermente la mia persona, Ku-ra-ma.
    Potrei essere sciocco, ma misericordioso sicuramente no.
    Pensi che io abbia mai respinto o cercato di cambiare la volpe?
    O meglio, te stessa?
    No.
    Io ho sempre accettato il suo, il tuo odio mi sono fatto attraversare e ne sono diventato un cardine, un filtro.
    Non si può negare il male che vi è stato fatto, ne tantomeno quello che avete scelto di fare, tu come i tuoi fratelli.
    E non si può negare nemmeno il mio, sono un ninja il mio bene è imporre la mia idea di bene e giustizia e dove la mia libertà e idea di giustizia iniziano quelle di qualcun altro finiscono, a torto o a ragione.
    Questo fa di me un demone per qualcuno ed in quanto tale non posso giudicare ne dire che il tuo odio è sbagliato, ma posso accettarlo.


    Davanti a lui l’orizzonte non diventava più nero, non sfumava: si alzava.
    Era un onda anomala che avanzava da così lontano che se ne riusciva ad apprezzare solamente la massa in aumento piuttosto che la velocità, lentamente il frastuono divenne assordante e nel frangente era possibile vedere i tratti della volpe che caricava.
    Eppure Raizen attendeva.

    Però tutto questo è inevitabile.

    Disse indicandosi attorno con l’onda che ormai aveva le dimensioni di un tempio.

    È una condizione, una prova, da cui non si può scampare.
    Un impasse, che mette in scacco entrambi, finché non riusciremo a trovare l’unico modo che ci permette di coesistere nella sottile linea tra tutt’uno e distinto.


    L’onda ormai sovrastava tutto.
    La montagna abbandonò il suo riposo ergendosi in tutta la sua imponenza, ma nonostante la fermezza piccola rispetto a quella forza della natura.

    Avanti.
    Mostrami il tuo Odio.
    Lascia che osservi gli abissi del tuo animo così che tu possa sondare i miei.


    Allargò le braccia e l’onda lo travolse.
    Ora poteva respirare, perché non ne aveva necessità, ora poteva vedere perché era l’unico per la volpe per lederlo.

    [Il corpo di Raizen]

    Certo, molte voci si erano sicuramente zittite all’interno della mente del clone, ma una ancora permaneva.

    Forse.
    Ma non farci l’abitudine.
    Tornerà.
    E dovrai decidere cosa fare di te, questo posto è già stretto per due, ed ho accettato lui, non la sua versione depressa.
    Io starò qui ad assicurarmi che il suo corpo sia qui ad attenderlo.


    La fedeltà di un demone era cosa rara da ottenere ma possibile.


    [Nell' Abisso]

    Apertura, ascolto, accettazione e comprensione, quattro passaggi indispensabili per comprendere qualsiasi sentimento, l’odio tra tutti. L’odio è una reazione, per comprenderlo si doveva andare più a fondo, nel passato, prima che l’odio stesso arrivasse, quel sentimento poteva essere una mastodontica palla di innesti aggiunti con il tempo, ma l’origine era sempre e soltanto una.
    Avrebbe raccontato di sentirsi precipitare, ma sarebbe stato inesatto, ciò in cui era immerso era così sconfinato che nessuna legge fisica esisteva, per quanto il cervello la desiderasse qualcosa di sicuro a cui aggrapparsi, di immutabile, di onnipresente, lì non esisteva, lì dentro tutto esisteva nell’esatto momento in cui veniva immaginato, se qualcuno non lo impediva almeno.
    E Raizen ne era cosciente, lo era diventato.
    L’unica cosa che poteva fare era cercare un senso, Dare un senso a tutto ciò che aveva attorno, perché quell’odio scavava, e la sua capacità di comprendere da cosa fosse avviluppato gli permetteva di gestire con i propri sensi quell’ambiente.
    Lentamente, mentre precipitava in quella matassa indistinta, questa prese a cambiare, la forza che prima lo traeva in profondità e che ora lo avvolgeva si concretizzò, milioni e milioni di mani lo toccavano, lo afferravano, stritolando e tiravano da ogni dove, ognuna chiedeva soddisfazione, attenzione, ognuna voleva mostrare, ognuna voleva far soffrire, ognuna voleva un pezzo di quel corpo d’acciaio, affondando nelle sue carni per inoculargli quell’odio come un veleno necrotico… ognuna voleva essere ascoltata.
    Il dolore che ne derivava era come la stretta al cuore durante un pianto inconsolabile, ciò che si provava quando ancora inconsci della natura del dolore, poteva essere eterno?
    Cosa poteva essere quell’onda d’odio dopotutto se non l’insieme delle memorie che l’avevano resa tale?
    Si forzò di mantenne gli occhi chiusi per risparmiare a se stesso lo spettacolo del suo corpo strappato da quei sentimenti che non gli appartenevano.



    Mentre la sua mente veniva inesorabilmente contaminata da ricordi che non gli appartenevano iniziò a fare a spallate, nel tentativo di far prevalere se stesso, di solcare quelle tenebre come un dardo non fu facile mettere da parte una vita in solitudine per far prevalere l’aver ritrovato suo padre, ma gli venne spontaneo focalizzarsi su un unico secondo, quello in cui poterono confrontarsi, senza alcuna parola e guardarsi l’un l’altro, due gocce d’acqua e ritrovarsi nonostante tutto.
    Si sentì nuovamente proprietario di quel giorno in cui accettò di fidarsi dei suoi sottoposti quando cercavano indipendenza, poi c’era Hebiko, uno spirito indomito e irrequieto che dava alla sua vita una nota delicatamente aspra e dolce al contempo, frizzante, a volte litigiosa, ma mai monotona, quel numero di alti e bassi, quelle montagne russe di eventi contrapposti erano vita.
    Una vita che non poteva separarsi da lui.

    Ci sono cose… che nemmeno un demone può fare!

    Lentamente la sua mente reagì, riappropriandosi di se stessa dopo essersi concessa, dopo aver scrutato l’abisso e i ricordi della volpe stessa, dopo aver visto cosa era l’odio della volpe, cosa voleva dire rinunciare al proprio ruolo di guida, di forza equilibratrice e salvifica dell’intero genere umano per diventare uno strumento, costretto a saltare da una gabbia all’altra, costretto a sopportare la morte nonostante fosse capace di vivere al di fuori di quel meccanismo nutrendosi di tutto ciò che che la natura produceva in eccesso.

    Pensavi che non ne fossi a conoscenza?
    Di cosa c'era prima di TUTTO?


    Non invase la mente di Kurama, gli bastò dare prova che sapesse.

    Non posso chiederti perdono ed a questo punto sarebbe ipocrita.
    Non posso dirti che sarò un eremita dedito alla pace, ma posso prometterti che ti darò la libertà grazie a questo clone.
    Puoi vedermi tentare, fallendo, puoi vedermi stringere questa promessa e puoi vedermi superare il tuo odio già una volta.
    Così come ho promesso di farlo alla tua metà.
    Perchè ho visto cosa sei.
    SO del perché fu necessario per il quarto hokage sacrificarsi.


    Cosa poteva dire alla volpe se non questo?
    Il saggio delle sei vie la divise dal dieci code con un preciso intento, a lei, la più forte dei nove, spettava il ruolo della guida, e invece contaminata dall’ingordigia umana era diventata un mostro, se in quel processo esisteva una vittima era il demone, la cui natura lo predisponeva all’integrazione dei sentimenti con cui veniva in contatto diventandone veicolo e fonte.
    Giunto al nucleo, al cuore della natura distruttiva e violenta della volpe l’unica cosa possibile era aspettare, lui non aveva combattuto se non per la sua salvezza, si era lasciato cadere in un punto preciso, quello più vicino a ciò che era la volpe quando la sua mente venne separata dal tutt’uno senza coscienza che era.
    Alla fine, tutto quell’odio perse di dimensionalità passando ad essere un ombra, la scura e nera ombra presente sotto ad uno stivale pochi istanti prima che si infrangesse al suolo. Lo stivale di Raizen.

    Finisce sempre così… sai perché?
    Perchè siamo mortali.
    Se la vedi come qualcuno dei miei predecessori questo mondo è fatto per combattere alla pari.
    Io lo vedo come un luogo per comprendersi e accettarsi.
    Tutto ciò che abbiamo sono un centinaio di anni di vita se va bene non migliaia, tutto ciò che siamo sta dentro uno spazio così ridotto che diventa denso e affilato, non gigantesco, molliccio, gargantuesco e mal assemblato.
    La volontà umana cresce tra le avversità di una vita finita, sarà sempre una lancia densa e affilata ben puntellata a terra, e raggiungerà sempre il cuore del più maestoso dei cavalli.


    Quello stivale però non calpestò, il suo era un passo avanti, una mano tesa.

    Posso restare in eterno in questa posizione, non mi smuoverò MAI sai che POSSO.

    La sua figura si ingrandì leggermente, come un avvertimento, mentre gli occhi gli si accendevano di un potere che la vecchia volpe ignorava ma che la Kurama al suo interno non solo aveva conosciuto ma con cui aveva collaborato per la salvezza di entrambi.

    E tu?
    Vuoi liberarti di tutto ciò che non ti appartiene?
    Puoi lasciare che il tempo rinchiuda in questo buco schifoso ciò che non ti appartiene oppure restarci chiusa a tua volta.


    L’odio poteva fluire potente quanto voleva, la faccia di Raizen decisa più che amichevole, non avrebbe neanche per un singolo istante perso il suo leggero sorriso di sfida, niente poteva lederlo perché tutto era stato compreso, all' abbassarsi di quella terribile marea lui sarebbe stato sempre lì.
    Avrebbe potuto combattere, avrebbe potuto sfruttare il suo ego ed avviare una lotta per la supremazia, ma sarebbe stato inutile, poteva fare di meglio.
     
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    L'ultimo regalo


    XIV




    Era stanca, era ferita. Sul suo corpo però non c'era traccia di alcuno scontro. Aveva combattuto a lungo, e ne era uscita vincitrice. Hebiko aveva osservato il fratello esalare il suo ultimo respiro, controllando che fosse realmente l'ultimo. E l'esaltazione di Kui le gonfiò il petto. Si sentiva superiore. E la cosa la faceva sentire bene. Abbassò la testa verso il serpente che l'aveva aiutata in quella battaglia, facendo un lento e delicato cenno di assenso, come una Regina che ringraziava i suoi sudditi del loro operato, che li ringraziava dei loro elogi. Avrebbe poi portato una mano a carezzargli la testa, scivolando sotto al muso per alzarglielo con delicatezza. Hai fatto un buon lavoro. Formiamo un buon team. Accettami come tua evocatrice, i tuoi giorni da prigioniero sono finiti. Gli sorrise gentile, lasciandolo andare.

    L'euforia della vittoria iniziò a scemare, ed iniziò a preoccuparsi di qualcosa che il suo compagno aveva fino ad ora ignorato completamente: Huh. E ora dov'è finito quel gigante cocciuto? Scrutò la stanza per vedere l'altro serpente, più grosso, del quale lui si era occupato d solo. Ah. Se nè andato per fatti suoi. Senza aiutarmi. Mi sembra giusto. Sibilò con rabbia, pronunciando alcune parole orribili nei suoi confronti che solamente la serpe che la accompagnava avrebbe potuto sentire. Ovviamente tocca a me cercarlo. Tanto non ero io quella che aveva bisogno di assistenza qui dentro! Cos'avrà mai trovato di così interessante da piantarmi qui a morire! Borbottò, visibilmente infastidita.

    Ebbe solo il tempo necessario per fare qualche passo nella stanza, che vide la sua unica via d'uscita sigillarsi con forza. Sussultò, facendosi immediatamente prendere dal panico, correndo verso la porta per cercarvi un bottone d'apertura, una fessura dove infilare una carta, qualsiasi cosa che potesse indicarle l'apertura della porta. Kui, dimmi che dalla tua gabbia potevi vedere tutto. Come riapro questa cosa!? E cos'altro si è attivato?? Era visibilmente in panico, e faticava a concentrarsi su una sola cosa. Il suo cervello vagava tra mille possibilità e scenari, molti dei quali con terribili finali. Ma c'era una cosa positiva nel pensare troppo e troppo velocemente: poteva valutare tutte le possibilità che aveva per uscire di lì. E' un malfunzionamento?! No, perchè dovrebbe, era tutto fermo fino ad ora... E poi non si sarebbe sigillata. Aveva provato a forzare l'apertura, senza successo. I suoi occhi saettavano nella stanza, alla ricerca di indizi o soluzioni. La gabbia rotta di Kui aveva lasciato vetri ovunque, di scarsa utilità al momento. Il computer era distrutto ed inutilizzabile. Il cadavere del fratello era a malapena vestito, ma avrebbe frugato nei suoi stracci alla ricerca di qualsiasi cosa che potesse somigliare ad una chiave.

    Non sembrava essersi accorta del veleno, vista la sua scarsa percezione. Kui?? E' un sistema di sicurezza? Hai mai visto qualcosa di simile accadere?? Eppure durante lo scontro non si era attivato nulla. Possibile che la morte del fratello avesse potuto attivarlo? Considerando che Kui era in gabbia al loro arrivo, forse era stato escluso da quel sistema di protezione. C'era solo da sperare che Kui sapesse, visti tutti gli anni passati lì sotto. L'assenza di ulteriori cadaveri non era una prova sufficiente a negare quella possibilità, il fratello se ne sarebbe sicuramente sbarazzato. Non mi piace, non mi piace... Detestava sentirsi in trappola. Non vedeva via d'uscita, rimpiangeva persino l'essersi addentrata lì sotto. Si sentiva quasi stringere dalla stanza stessa, al punto di soffocare. Gli occhi saettarono per la stanza, cercando una soluzione rapida. Doveva uscire subito.

    Lo sguardo si posò sui cavi scoperti del computer ormai distrutto. A-AH! Blackout!! Forse non aveva modo di annullare la chiusura, ma un blackout avrebbe sicuramente rimosso qualsiasi serratura che teneva sigillata la porta, permettendole perlomeno di aprirla manualmente. Si precipitò verso il computer, osservandone i cavi scoperti. Il sistema elettrico era sicuramente collegato a tutto l'edificio, nel peggiore dei casi era a sezioni. Ma a lei importava solamente di quella stanza. Se avesse avuto fortuna e il computer era stato sradicato dalla base, avrebbe forse potuto addirittura trovare uno dei cavi pricipali, più grosso degli altri. Avrebbe sradicato ciò che restava del macchinario con una presa se necessario, infilando le mani tra i cavi dopo aver composto un paio di sigilli, pronta a causare un sovraccarico con l'obiettivo di causare un blackout. [Tecnica] Scaricò più elettricità che poteva, implorando gli dei che funzionasse.

    Se la sua teoria era corretta, dopo essersi accorta del blackout, si sarebbe precipitata verso la porta, facendosi aiutare da Kui e forzandone l'apertura, impaziente di uscire. Trovare la porta al buio poteva essere antipatico, per quello prima del suo esperimento si era assicurata di capire in che modo si fosse potuta aprire la porta e in che direzione fosse, in modo da perdere meno tempo possibile per attivarla. In caso estremo, avrebbe potuto riattivare la sua tecnica per farsi luce, anche solo per qualche istante.

    Se l'esperimento fosse andato male, avrebbe iniziato a guardarsi attorno freneticamente. La prima cosa che avrebbe cercato era l'acqua: che fosse nella gabbia stessa di Koi o una perdita, avrebbe potuto sfruttarla per il blackout, se il sovraccarico avesse fallito. Avrebbe controllato tutta la stanza con una certa fretta, cercando di capire se vi fosse qualche scappatoia. Kui, c'è una via di fuga da qualche parte!? Una botola segreta, un tubo dell'aria, qualsiasi cosa!! Dopotutto la gabbia di Kui era sigillata, l'ossigeno doveva pur arrivare da qualche parte. E se anche fosse uscita nel piano superiore, dedicato alle piante, il vetro che proteggeva loro era certamente più debole, considerando cosa doveva contenere all'interno. Avrebbe controllato il suo interno più minuziosamente, cercando sia in alto che in basso, con particolare cura verso l'alto. Il veleno intanto continuava ad invadere la stanza, e forse presto avrebbe potuto accorgersene. [2 turni passati]Considerando che da solo un'occhiata rapida alla stanza, più minuziosa nella gabbia, e usa un tecnica, a tempistiche mi sembrava intorno ai due round come azioni eseguite. Ho messo l'abilità nella speranza che possa sentire la stanchezza e magari accorgersi che c'è qualcosa che la sta indebolendo. Tutto questo nell'eventualità che il blackout non funzioni e la porta non si sblocchi TvT
     
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    " Io ssssono sempre stato nella mia teca! Ssspiavo solo il Kokage e gli esperimenti al PC ma sssembra fuori uso ora... "

    Kui non sembrava essere molto utile in quella situazione, la neo acclamata Erede doveva vedersela da sola questa volta! I primi tentativi vani non sembrarono destare più di tanto l'animo della kunoichi eppure quello che le si stava prospettando era un classico scenario da film, dove un qualche male silente avrebbe potuto coglierla da un momento all'altro. Certo, Raizen era in zona, prima o poi l'avrebbe tirata fuori di lì; ma avrebbe fatto in tempo? E se fosse finito anche lui nei guai? Non che fosse così semplice tenere a bada l'Hokage, vi voleva qualcosa di davvero terribile per metterlo in difficoltà, al più una di quelle cose mistiche tipiche dei jinkurichi e dei Codati...ecco.

    Pensare di arrestare tutto manomettendo i cavi di alimentazione del dispositivo elettronico sembrava un'ottima idea ed infatti le scariche elettriche intaccarono pesantemente l'intera infrastruttura informatica, mandando fuori uso anche i pochi sensori ancora funzionanti nel laboratorio e i dischi di storage contenenti i dati sugli esperimenti. In quel momento anni di lavoro erano appena andati in fumo, distruggendo gran parte del lavoro segreto e più macabro della storia recente del Suono. Se di questo la ragazza ne aveva percezione o interesse in quel momento era difficile dirlo, il dato di fatto era che mandare a puttane l'impianto non avrebbe fatto sollevare per magia l'imponente porta metallica che la intrappolava!

    Realizzare questa crudele realtà avrebbe scaturito la più spontanea e naturale delle reazioni umane: paura. Non c'era nulla che potesse fare, non aveva le conoscenze per capire costava per accadere, non aveva la forza per liberarsi, non aveva negli alleati un concreto supporto. E man mano che il tempo passava più quel timore si tramutava in terrore, fino a sfociare nel panico alle prime avvisaglie dei terribili effetti del veleno che stava inevitabilmente inalando...Vedere la pelle raggrinzire, i muscoli afflosciarsi e il sistema nervoso inabile di muovere le parti in necrosi era forse la conclusione più ingiusta e inaspettata per la vincitrice dello scontro tra le Serpi.

    Forse, per la prima volta, doveva gestire una situazione completamente fuori dal suo controllo, senza scappatoie, senza spiragli appositamente piazzati per farle trovare una via di fuga.

    " Mi disssspiace Hebiko! Non so nemmeno come sssparire e chiamare aiuto...pare che moriremo qui. Sasasasa saasasasa chissà perchè, l'ho sssempre sospettato! "

    Anche il manto cangiante del serpente iniziava a colorarsi di macchie nere e, viste le dimensioni ridotte, per lui la fine sembrava ancor più vicina di quella della sua padroncina. Forse si era lanciata in qualcosa di più grande di lei, in un passato oscuro che non aveva ancora il diritto di conoscere...eppure ci era andata così vicina, aveva vinto la sua battaglia col destino ed ora era davvero questo ciò che l'accolto fato aveva in serbo per lei?!

    In poco tempo Hebiko si sarebbe ritrovata inerme, ospite indesiderato di un corpo che non rispondeva più ai suoi comandi. Il tempo per lei sarebbe diventato lunghissimo in quegli istanti di rassegnazione e l'illusione non più efficace di agire su una mente tanto sconvolta si sarebbe infranta facendo spazio al volto di Raizen, alla sua voce rincuorante, al colore di un suo abbraccio...gli ultimi pensieri prima che l'oscurità prendesse il sopravvento.

    :::

    Quando Raizen riaprì gli occhi non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato...Il suo corpo era in perfette condizioni ma qualcosa di nuovo stava accadendo nella cella che aveva difronte. Il suo alter ego era a terra, apparentemente privo di sensi, e su di lui vi era l'esile figura di un ragazzo, intento in azioni che aveva tutta l'aria di un check up medico.

    " Non agitarti, Montagna, non gli faccio nulla. "

    Capire da dove fosse spuntato non era un gran mistero: all'interno della grotta si era aperta una porta di accesso ad un cunicolo sotterraneo, uno dei tanti di cui Oto era pervasa. Sull'identità del ninja, il foglioso non avrebbe avuto le idee chiare anche se questi avesse mantenuto l'aspetto di un tempo; sicuramente aveva sentito parlare di Fyodor dalla sua dolce metà o da qualche rapporto accademico ma quella era la prima volta che i due si vedevano di persona.

    " E' svenuto ma la sua mente è calma, dorme profondamente. Ah, le cartabombe sono false, puoi entrare tranquillamente se vuoi..."



    Ecco svelato l'arcano di quella "non cella", cui l'uomo artificiale era stato costretto da anni di prigionia in realtà autoindotta. A terra, a portata della sua mano destra, il Kage avrebbe visto una scritta, incisa con l'unghia, che aveva la sua calligrafia:

    GRAZIE

    Il messaggio del clone per il suo originale che, risparmiandogli la vita e concedendo quello switch momentaneo di corpi, aveva fatto conoscere il significato del termine "pace" ad una mente mai domita.

    " Dimmi, hai deciso di ficcanasare nei segreti di Oto tutto da solo o qualcuno ti ha accompagnato in questa gita fuoriporta? Siamo lontani dai confini del Fuoco, Hokage..."

    In quel momento, qualora il Jinkurichi si fosse ricordato di Hebiko o avesse anche solo fatto capire all'otese della presenza di altri ninja nella struttura, la reazione di entrambi sarebbe stata la medesima: si sarebbero fiondati al piano di sopra senza perdere tempo in inutili chiacchiere.
    Sarebbe bastato un calcio ben assestato della Montagna per abbattere la porta che stava impedendo alla Serpe di Oto di sfuggire dal suo triste destino.

    " CAZZO! L'aria è piena del veleno dei Nidaime! "

    Si sarebbe gettato sul corpo della kunoichi mentre avrebbe lasciato al Kage l'onere di disperdere la sostanza nociva. Hebiko respirava ancora ma le sue condizioni erano critiche: l'intero corpo era in necrosi avanzata e l'alterazione cellulare aveva iniziato ad attaccare anche la testa e quindi il cervello...Il medico non perse tempo, estrasse un rotolo di richiamo da quale evocò una serie di siringhe; prese quella con scritto H2S e senza fronzoli la sparò per intero nel collo della ragazza, in corrispondenza della vena principale. Attese di vedere se la sostanza entrasse in circolo e, dopo qualche secondo di tensione, compose i sigilli della nota tecnica curativa, dicendo:

    " Non possiamo fare molto di più. Il corpo è andato, dobbiamo solo stabilizzarla per permettere il trasporto in una capsula di mantenimento...l'ospedale è troppo lontano, possiamo usare una di quelle a Villa Mikawa. Una manciata di secondi in più e sarebbe stato troppo tardi! L'antidoto dovrebbe salvaguardare il cervello...Si, si salverà e per una figlia della Progenie cambiare involucro è l'abc. "

    Fyodor era più empatico di Eiatsu ma il suo senso pratico e distaccamento nel parlare di morte, mutilazioni e quant'altro era parimenti sviluppato. Tutto sommatto buone notizie; certo i due avrebbero dovuto dare delle spiegazioni a Diogene sulla loro presenza in quel laboratorio semi-abbandonato e la distruzione dei file in esso contenuto non era cosa da poco. Apparte sorbirsi le ramanzine di quel caprone, però, i due si portavano a casa grandi conquiste e scoperte: Hebiko era uscita viva dal suo incontro col destino [ottiene la formula del veleno e antidoto H2S, l'evocazione Kui e la tecnica personale Erede della Progenie] e Raizen tornava a Konoha con un nuovo amico con cui aveva molto da condividere [ottiene gregario d'elite "Cavia 11-A C1 V4"].



    CITAZIONE
    OT/ FInisce qui la BOTOLA! Ci abbiamo messo secoli ma per Hebiko mi sembra un grande passo avanti mentre per Raizen si aprono sicuramente nuove prospettive di gioco!
    Ah, chiaramente tutto il materiale proposto è modificabile e da far approvare, qualora siete interessati ad aggiungerlo in scheda. /OT
     
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    Fuori dalla Tana


    XV




    Quanto riaprì gli occhi stava… bene.
    Le prove della volpe non erano mai facili, ma aveva acquisito un suo metodo e raramente avrebbe trovato difficoltà a gestire sentimenti altrui per quanto forti, era maturato tra mille difficoltà ed era impossibile non coglierne i risultati dopo tutto quel tempo.

    Anche perché in caso contrario masticherei quelle quattro ossa che ti porti dietro e ti risputerei al contrario.

    Si alzò, sorreggendosi la testa ancora leggermente annebbiata ma finalmente libera di pensare liberamente.

    Hebiko!

    Avrebbe detto spalancando gli occhi ed accorgendosi che forse il pericolo in cui l’aveva lasciata era più grande di quanto aveva calcolato sotto l’influsso del genjutsu. Avrebbe immediatamente creato un clone che rapido come un fulmine avrebbe ripercorso la strada a ritroso per sincerarsi delle condizioni della genin. Sfondare la porta per lui non sarebbe stato un problema, essendo in grado di concentrare una forza gargantuesca seppure per poco tempo una volta legata alla manipolazione del chakra una porta d’acciaio diventava un asse di legno a penzoloni di un chiodo arrugginito.
    Il veleno iniziò immediatamente a fare effetto su di lui ragione per la quale evocò il chakra protettivo isolandosi dal mefitico gas mentre inspirava aria pulita dall’esterno. Trovare la ragazza non fu difficile, e fortunatamente sembrava non essere passato troppo tempo e la teca nella quale si era infilata il gas non aveva vita facile [nota]
    cattivone non sono mica passati tutti quei turni su u_u
    ma la trovò comunque svenuta, quell’impianto aveva un sistema di sicurezza penoso, dall’assenza di luci era evidente che fosse saltata la corrente, ma le porte come potevano restare sigillate?
    Orochimaru teneva così tanto al suo lavoro da costruirsi una tomba nel caso in cui cadesse un fulmine nel posto sbagliato?
    La portò all’esterno dove Fyodor, un tale che non aveva mai visto, gli fece capire che non era in pericolo di vita.

    Lo pensavo più sveglio Orochimaru, così come pensavo più sveglio e meno codardo un mio clone.
    Cioè, sei rimasto intrappolato li dentro per anni spaventato da dei normali foglietti?
    Ma almeno un tentativo fallo!


    Quello non rispose, giustamente sconsolato.

    Non ero venuto qua a ficcanasare, ma a dare una mano, anche perché immaginavo di trovarci qualcosa che era bene non cadesse nelle mani sbagliate, ora però so che c’è molto di più, ciò che si salva dall’interruzione di corrente andrebbe dichiarato all’accademia.
    Attenderò il tempo necessario prima di chiedervi a che punto siete, e ovviamente il mio clone viene con me, non posso certamente imputarvi le colpe di averlo creato, ma di sicuro non appartiene ad Oto.
    Che ne pensi ti va ben..


    Difficilmente si poteva dire di aver visto la Libertà, la libertà era un concetto dopotutto, ma quando il clone si alzò, avvampando di chakra come una torcia mentre si ingrandiva e si incurvava non poterono che ammutolire. Dopo qualche secondo una volpe più grande di un cavallo da tiro osservava la notte sopra di lei, l’aria pura e incontaminata lo avvolgeva e lentamente la inspirò, assaggiandola per la prima volta nella sua vita in quel corpo ed in generale dopo tanto tempo. Per un momento non ci fu alcun suono se non lo scorrere dell’aria.
    Nel mondo interiore di Raizen la Montagna sorrise al demone.

    Non è solo meritato, è dovuto.

    Poggiò una mano nella rappresentazione mentale della volpe e questa perse la tensione di un corpo vigile, cadendo in un sonno profondo.
    All’esterno il grosso animale respirò nuovamente, questa volta fu il chakra a rispondere, fluendo in su di lui, subito dopo uno scatto poderoso, e in un istante fu fuori dal raggio delle loro percezioni, imprendibile.

    Non sarà un problema.

    Dichiarò mentre soddisfatto si sedeva accanto ad Hebiko e con una leggera pressione le apriva la bocca per lasciarci cadere un tonico, aspettando che si riprendesse. Lui intanto si sarebbe frugato tra le tasche, pur prevedendo missioni brevi si portava sempre appresso qualcosina, generalmente delle striscioline di carne essiccata che nelle bancarelle di Konoha insaporivano in svariati modi anche se lui generalmente le gradiva al naturale e leggermente affumicate con una nota di noce moscata. Avrebbe iniziato a masticarne una mentre si guardava attorno, esplorando quella porzione di bosco dei sussurri con lo sguardo, la presenza del clone che vagava nei dintorni aveva allontanato per un po' le bestie selvatiche ma quel luogo restava sempre fin troppo caratteristico. I boschi di Konoha contavano qualche lupo, qualche orso ma niente che suonasse come il bosco dei sussurri e soprattutto gli alberi non crescevano nodosi e sofferenti.
    Sotto la luce della luna il corpo pallido di Hebiko, rasserenato da quel sonno ristoratore lo sorprese, e senza pensarci troppo, presa una pezzuola inumidita in dell’acqua pulita gli pulì il viso, probabilmente svegliandola con il freddo umido della stessa.

    Oh!
    Sei viva quindi!


    Gli avrebbe detto sorridendo e ritraendosi ma occupando comunque gran parte del suo campo visivo.

    Tutto ok?
     
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