L'Uomo che Viene dal 5° LIvello

[Free GDR | Hoshi & Shiltar]

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  1. Hoshi
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    ..L’uomo che Viene dal 5° Livello..
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    Kuro e Hyo non potevano nemmeno lontanamente immaginare in che razza di casino si stavano per cacciare. Un semplice gesto avrebbe cambiato per sempre le loro vite e ormai il punto di non ritorno lo avevano attraversato nel momento stesso in cui Hyo aveva tirato su da terra l’uomo del 5° livello. Alle battute del ragazzo Kuro rimase in silenzio osservando i dintorni, a parte il Ratto nessuno si era ancora accorto di niente, il che voleva dire che avevano ancora una possibilità di portare il tizio fino ai suoi alloggi senza farsi notare. Quando il robusto ragazzo gli chiese di che stava parlando Kuro si voltò guardandolo perplesso, possibile che non sapesse cosa fosse un nonno? -..ehi.. mi stai forse prendendo in giro?!..un nonno.. è il tizio con cui vivo.. e che mi ha cresciuto..- avrebbe guardato dietro l’angolo della prima svolta per assicurarsi che nessuno li notasse -Lui sa cosa fare con le persone ferite.. una volta mi ha detto.. che quando era ancora libero e viveva fuori di qui faceva parte di una squadra di persone che curava la gente ferita!..- Hyo avrebbe notato le bende che coprivano il volto di Kuro e dietro di esse solo due grandi occhi verdi, occhi che nonostante l’oscurità e la fatica ancora brillavano di una strana luce colma di speranza e voglia di vivere. L’uomo che era emerso dalla roccia non avrebbe fatto storie, il colpo di piccone lo aveva messo K.O. e non avrebbe dato problemi di alcun tipo fino alla nicchia scavata nella roccia dove Kuro viveva. Sembrava che nonostante tutto nessuno badasse ai due, li di gente ne moriva a tutte le ore e non era affatto raro vedere qualcuno trasportare una persona morta, magari schiacciata da frane o uccisa da fuoriuscite di gas -Ecco!.. è li che io e mio nonno viviamo. la Mummia avrebbe indicato una tenda marcia e consumata dal tempo che divideva l’interno dal passaggio principale, non distava a più di una quindicina di metri.


    Una volta arrivati Kuro sarebbe entrato aiutando il ragazzo a portare dentro anche il moribondo. All’interno non vi era molto altro che un paio di stuoie dove dormire e cianfrusaglie varie tra cui attrezzi da lavoro e strani arnesi che molto probabilmente aveva costruito il fantomatico nonno. La nicchia era piuttosto grande per i standar degli abitanti del quarto livello, ma considerato che li ci vivevano due persone la cosa non era poi tanto strana. Dalla stanza adiacente la voce di una persona anziana rimbombò tra le pareti -..chi è?!!.. Kuro sei tu?!.. hai già finito il turno.. ooO CRISTO SANTO!!!..- l’ultima affermazione il vecchio la pronunciò mettendosi una mano sul cuore. Il due era piombato in casa portandosi dietro un uomo quasi morto e di certo la cosa non doveva essere gradita al vecchio -Lo abbiamo trovato durante il nostro turno.. nella zona orientale.. appoggialo li a terra..- il giovane si era avvicinato al vecchio per spiegare la situazione mentre questi si chinava verso il corpo per analizzarlo e sentire se fosse ancora vivo o meno -Chiunque sia questo tizio è messo male.. Kuro va a prendere dell’acqua e tu.. spiegami cosa è successo esattamente..- il ragazzo sarebbe quindi uscito per recuperare dell’acqua, fortunatamente trovarla non era poi così difficile dato che le infiltrazioni del sottosuolo provvedevano a tutto.




    […]




    Una volta rientrato il ragazzo avrebbe dato l’acqua al vecchio intento ad analizzare e curare alla bene e meglio l’uomo. Solo ora che era steso inerme i presenti potevano osservare le sue condizioni, migliaia di cicatrici ad X solcavano il suo corpo e diverse ferite infette lo stavano uccidendo, difficilmente sarebbe riuscito a salvarsi in qualche modo, per quanto ne sapeva suo nonno quel tizio poteva morire da un momento all’altro. Un particolare che non avevano notato tuttavia avrebbe colto la loro attenzione, uno strano monile che l’uomo portava al collo, tre sfere nere legate ad una catena piuttosto robusta non più grandi di una pallina di Ping Pong. Sembravano essere composte di una strana lega fusa, Kuro non aveva mai visto nulla del genere. Il vecchio sembrava preoccupato, se era vero che quel tizio era emerso dalla roccia allora erano tutti in guai seri -..avete detto che è emerso dalla roccia vero?!.. dal 5° livello.. se è così allora dobbiamo sbarazzarci di lui e fare finta che non sia successo niente- a Kuro tuttavia l’idea non andava proprio a genio -Ma non possiamo semplicemente lasciarlo morire così!.. non capisci?!.. questo tizio è emerso dal 5° livello.. potrebbe portarci fuori di qui con i suoi strani poteri!!!-. Libertà. Kuro non ne aveva mai assaporato il gusto eppure dal momento stesso in cui aveva visto emergere quella mano gli sembrava di poterne assaporare lontanamente il sapore.


    Passarono una trentina di minuti prima di sentire l’uomo risvegliarsi dal suo stato di incoscienza. Sembrava stare davvero male dai lamenti, anche se ora sembrava aver perso l’aggressività mostrata poco prima. Kuro avrebbe preso al volo il suo piccone pronto a rincarare la dose di botte se necessario, fortunatamente suo nonno più saggio del giovane si mise in mezzo intimandogli di aspettare prima di agire. L’uomo aveva aperto gli occhi -..aaargh.. dell’acqua.. datemi.. dell’acqua.. vi.. vi prego..- sembrava davvero messo male. Kuro gliene avrebbe portata un po’ su di una ciotola di metallo, questa volta l’uomo sembrava non incendiare le cose come la prima volta.


    Era giunto il momento di fare qualche domanda allo sconosciuto ed il vecchio più saggio dei due ragazzini ne aveva molto in serbo per lui -Mi chiamo.. Lou.. e sono un prigioniero del 4° livello della prigione sotterranea di Ishi No Jigoku.. come ti chiami?..- il vecchio sapeva bene che quel tizio poteva essere ancora pericoloso, in vita sua ne aveva viste troppe per non tenere da conto la bizzarra storia che i due ragazzi gli avevano raccontato. Avuta una risposta o meno avrebbe continuato -..da dove vieni straniero?!.. i due ragazzi che ti hanno portato qui.. dicono di averti visto emergere dalla roccia..- la tensione era palpabile. I tre non si trovavano affatto in una situazione comoda, ben presto l’inferno sarebbe piombato nelle loro monotone e vuote esistenze.



     
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