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-< Etsuko >-.
Cade la pioggia
Lo sguardo si perdeva sulle foglie, il leggero gocciolare sull’erba bagnata. Pioveva da giorni ed ormai l’intero giardino di casa Akuma era ridotto a fanghiglia.
Chissà se smetterà mai…
Aveva bisbigliato Auron, quasi a presagire che quel tempaccio sarebbe durato a lungo. Una coltre di monotonia mista a malinconia avvolgeva il villaggio della nebbia, come se non bastasse la desolante condizione in cui versava quel posto.
Ero alla finestra e a malapena riuscivo a scorgerne il panorama, quando udì dalla porta, provenire dei rintocchi. Chi poteva essere quel folle che affrontava quel tempo per venirmi a trovare? Ma soprattutto chi aveva motivo di farlo? Restai immobile, quasi indifferente a quella richiesta, ad intervenire ci avrebbe pensato il mio maggiordomo di li a poco. Lo seguì con la coda dell’occhio e vidi che silenzioso lasciò entrare chi attendeva sull’uscio di casa Akuma. Lo riconobbi era un anziano funzionario dell’amministrazione.
Non sapevo che vi facessero ancora lavorare… Pensavo vi avessero mandato tutti in cassaintegrazione.
Buon pomeriggio a lei Etsuko Sama, notizie dall’amministrazione mi hanno solo detto di trovarla e consegnarle questo.
Mi porse un foglio che presi tra le mani.
Vi ringrazio per la cortesia.
Aprì la missiva, doveva essere urgente.
La lessi…
Ohhhh… che appetitosa questa missione, finalmente un po’ di movimento. Una caccia al cinghiale per le vie di Taki, non mi sarebbe dispiaciuta. In realtà non mi sarebbe dispiaciuto qualsiasi cosa che mi portasse fuori dalla inoperosità e dalle scartoffie dell’ospedale.
Auron, preparami il necessario per il viaggio.
Spalancai la finestra, un rivolo di acqua scorreva proprio davanti a me, lascia che quel flusso scorresse sulla mano aperta contenente quella missiva amministrativa che presto si inzuppo completamente. L’inchiostro s’espanse e le parole prima definite si fecero sempre più appannate. Strinsi il pugno e disintegrai quel foglio di carta esaudendone l’ultimo desiderio.
[fuori dalle mura]
Amavo quel clima, ma odiavo ritrovarmi inzuppato, con i vestiti appiccicati alla pelle, così avevo provveduto ad usare un ombrello che mi riparava dall’acqua. Per fortuna ora vi era una tregua e il cielo clemente, aveva smesso di piangere. Fu facile trovare quelli che dovevano essere gli altri membri del team a cui ero stato affidato, anche loro come me dovevano essere Chunin… mi avvicinai e subito fui accolto dal più bizzarro tra i due.
Aveva degli strani trucchi in faccia. Occhialini decisamente fuori moda e al collo una collana di perle.
*e adesso chi è questo?*
Parve leggermi nel pensiero perché rispose subito alla mia domanda.
Interessante… un Kaguya, non sapevo Shiltar avesse ancora parenti qui a Kiri.
Stavo per presentarmi quando anche l’altro, che teneva una benda sull’occhio intervenne.
°toh pure lui come me… aveva quella menomazione*
Sfiorai il mio occhio menomati, ricordando gli eventi del faro meridionale e della lotta contro Raizen e i draghi neri. Chissà quando avrei potuto riacquistare l’uso del mio occhio, per ora bendato era inutilizzabile.
*oh… ci mancava pure uno Shinretsu.*
Beh piacere, io sono Etsuko Akuma… si son proprio quello che stavate aspettando.
Ma a quanto pareva non vi era tempo di fermarsi oltre e di scambiare chiacchiere, vi sarebbe stato modo di farlo nel tragitto.
Allora avete idea di come viaggiare?.
