La Falce che miete e il Vento che punge

Il viaggio

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    Le Quattro tappe di Iwa

    [Continua da Qui]

    " Canzonar di tale impresa non sarebbe servito
    se i due corpi il colosso non avesse ben custodito.
    Le mura di Oto erano ancora lontane,
    e non molto potevan fare parole profane.
    Il peloso alleato sembra sicuro
    ma il futuro del mondo era sempre più oscuro.
    Di quasi tre Kage la missione aveva banchettato
    e l'esito era stato: uno stanco, un morente e l'altro imbalsamato.
    Tra cento percosse due stelle avevan conquistato,
    ma l'anelato bottino non poteva esser ancor consumato.
    Prudenti e celati si doveva procedere
    perché occhi indiscreti abitavan ogni podere.
    La donnola consigliava piedi svelti, animo forte e mente lucida
    così da giungere in patria scansando ogni faida.
    Perchè porsi ardue domande sul futuro non avrebbe aiutato,
    lo stanco, il morente e anche l'imbalsamato."


    ::: Il Deserto Dipinto :::

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    " Ci fermiamo qui, sotto quest'arco di pietra. "

    " Riesco andare avanti ancora un po "

    " Forse, ma non troveremo un posto migliore prima di una ventina di chilometri. "

    Erano ore che camminavamo, avevamo visto il sole passare dall'alto del mezzodì al toccare le alte dune variopinte. Mi lasciai cadere al suolo, facendo non poco baccano. Non mi ero riposato un attimo dalla fine della missione; le ferite pulsavano terribilmente e da un paio d'ore mi era sopraggiunto un forte senso di appannamento, probabilmente a causa della stanchezza e dal sangue perso nell'ultimo combattimento. Avevo sete e fame ma non avevo le forze per riuscire autonomamente a soddisfare le mie richieste.

    " Tu resta qui e se proprio vuoi fare qualcosa recupera qualche pezzo di legno per il fuoco, ne ho visti diversi prima di arrivare qui. Io penso al resto. "

    Posò la statua e il corpo di Shiltar a terra e partì, scomparendo ben presto tra le dune. La postazione che aveva scelto non era affatto casuale; eravamo in posizione sopraelevata e modestamente riparati da possibili tempeste. Inoltre questa era l'ora ideale per accamparsi, il sole a breve sarebbe scomparso e la ricerca di cibo e acqua sarebbe risultata più complicata. Il tempo che io ci misi a raccogliere una buona scorta di legna fu sufficiente a Kaori per ritornare con un vero e proprio bottino. In groppa portava cinque roditori di medio-piccola taglia e un rapace dallo strano piumaggio, oltre a diversi pezzi di cactus adornati con qualche fiore.

    " Per fortuna mi sono imbattuto subito in questa allegra famigliola. Ho dovuto aspettare che l'uccellaccio agisse per prendere l'intero bottino. I cactus sono verdi e carichi d'acqua, non siamo molto lontani da una qualche oasi, sebbene non ho memoria della sua presenza. Per il momento fatti bastare i liquidi che riuscirai ad estrarre, domani cercheremo di meglio."

    Accendemmo il fuoco e trascorremmo ore piacevoli. Kaori mi espose le prossime tappe del viaggio: in tre giorni avremmo lasciato il deserto dipinto sul cui limitare nasceva il villaggio di Kalma, nel quale avremmo sostato per rifornimenti. Da li passare attraverso il passo occidentale una piccola catena montuosa ed entrare in un secondo deserto dall'aspetto ancor più incantevole, una vasta distesa di sabbia bianca. Dieci giorni sotto il sole cocente...nulla di meglio, no?
    Continuammo a parlare, rievocando vecchie imprese vissute con le altre donnole, per me, e i precedenti padroni, per Kaori. Anteras era un uomo ammirevole, uno dei pochi che si annoverava tra le file di Suna. Il sonno ci colse entrambi in poco tempo e così quella lunga giornata, che avrei ricordato per il resto della mia vita, finì.

    " Sveglia Gene, si riparte. "

    Mi svegliai di soprassalto. Ero agitato, avevo dormito profondamente e per diverse ore! Mi guardai attorno come per cercare qualche pericolo, nel tentativi di tenere spalancati gli occhi, vessati per troppe ore nell'ombra.

    " Uh! Ah! Ma che..."

    " Tranquillo, sono stato io di guardia sebbene siamo rimasti scoperti per qualche ora. Dobbiamo macinare molta strada, sbrigati. "

    Incredibile, non dormivo così bene da mesi: nessun presagio maligno, nessuna oscura figura o sanguigno ricordo del passato. La mia mente era libera di ogni preoccupazione e sebbene questo mi spaventava decisi di perpetrare in questa condizione a me insolita. Nel corpo mi sentivo abbastanza ristorato e, sebbene risentisse ancora degli sforzi del giorno precedente, avrei potuto affrontare senza grandi difficoltà una giornata intera di viaggio. Staccai con voracità gli ultimi pezzi di carne abbrustoliti dallo scheletro del pennuto, un po' per non sentirne il rivoltante sapore un po' per effettiva fame. Ovviamente eravamo a secco d'acqua e questo era un grosso problema.

    Per fortuna nella tarda mattinata trovammo il piccolo bacino d'acqua predetto da Kaori; l'acqua era torbida ma almeno non vi era nessun animale morto, una prova sufficiente a render meno arse le nostre gole. Vista la presenza di molte orme attorno allo specchio d'acqua decidemmo di perdere un po' di tempo per tendere un agguato, dopotutto eravamo andati spediti per tutto il giorno e, secondo Kaori, eravamo in anticipo sulla tabella di marcia (probabilmente diffidando di un mio recupero così veloce). Fortunatamente non dovemmo aspettare più di una mezz'ora scarsa: una coppia di fennec, probabilmente già li prima del nostro arrivo, si era fatta coraggio ed era sbucata da dietro un grosso masso. Eravamo affamati ma sapevamo entrambi che per cuocere quelle volpi se ne sarebbe andato troppo tempo e quindi sarebbe stato meglio farlo in serata. Facemmo scorte d'acqua con ogni mezzo a nostra disposizione: riempii d'acqua persino il fodero della katana; e poi ripartimmo.

    La completa assenza di eventi e i brontolii dei nostri stomaci resero il movimento del sole molto più lento ai nostri occhi e quando esso arrivò a toccare le più alte dune sembrava essere trascorsa un'eternità. Al banchetto si aggiunse un grosso serpente trovato per caso proprio del luogo che Kaori scelse per trascorrere la notte. Per fortuna avevamo portato con noi la legna avanzata la scorsa notte; ci stavamo avvicinando alla città e avevamo previsto che le risorse ambientali potessero scarseggiare nel suo intorno.
    La vera sorpresa arrivò solo una volta satolli; compiaciuto dell' "ottima grigliata" mi ero stiracchiato e buttai all'indietro pronto ad affondare nella comoda sabbia.

    " Ugh..."

    Sentii. La donnola aveva lasciato proprio lì i due corpi dei ninja ed ero finito proprio sul petto di Shiltar! Mi voltai di scatto per vedere con i miei occhi quello che la mia mente aveva istantaneamente realizzato. Non era possibile...

    " Ma questo qui è vivo! Gene mi avevi detto che era morto!"

    " Hai visto anche tu il suo corpo senza vita! Inoltre te lo sei portato in groppa per tutto questo tempo, possibile che non abbia mai percepito nulla?!"

    " Io...ma come è possibile?!"

    Così ferito, senza acqua né cibo ed esposto al sole cocente per due interi giorni. Gli sentii il polso...si, il cuore batteva ancora; si era anche mosso per un piccolo momento. Presi il fodero di Mumei e versai un po' d' acqua sulle sue labbra e sul suo volto, la cui pelle era divenuta come il terreno più arido. Bevve per poi svenire nuovamente. Era debolissimo e dalle sue ferite non sgorgava più sangue per quanto ne aveva perso.

    " Gene, il Mizukage è vivo!"

    " Non per molto, se non facciamo qualcosa. Dovrei aver recuperato abbastanza energie da poter attivare i miei geni Mikawa. Di medicina conosco ben poco ma tenterò con delle trasfusioni. Sfiliamogli i vestiti, li useremo come bendaggi, prendimi l'acqua che ci rimane e, tieni, metti la lama sul fuoco...dobbiamo pulirgli queste ferite e arrestare la perdita di sangue."

    Mi ero rassegnato all'idea che Shiltar fosse morto, ma ora la situazione era diversa. Il futuro di Oto e della realtà accademica dipendeva dalle mie improvvisate doti di guaritore... e questo non era un bene.


    ... continua ...


    CITAZIONE
    OT/ Procederò come concordato a suo tempo con Shiltar e Hoshi quindi state tranquilli per Shiltar. La sua momentanea condizione mi serve solo per romanzare e rendere più avvincente la vicenda :) /OT
     
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    ...continua...

    Notte insonne passata al capezzale di un eterno rivale; forse più maestro e incredibile combattente in quei momenti. Chi altri se non l'uomo dalle ossa d'acciaio avrebbe potuto sopravvivere a tutto quello? E ora il donatore universale tenta di tenerlo in vita e lui, come attaccato ad una qualche macchina di tempi e storie diverse, risponde bene alla terapia. Un taumaturgo Mikawa...probabilmente il miglior medico che si possa pensare.
    Peccato che di garze e ferite non mi ero mai occupato; a dire il vero avevo sempre reputato l'arte medica inferiore a molte altre, un perditempo per uomini che non sanguinano. Da allora non lo pensai più...
    Due tonici lo tennero in vita, giacché di sangue chakra non avevo piene scorte. All'alba il colorito della sua pelle divenne più roseo, le sue labbra irrorate delle poche scorte d'acqua rimaste e le ferite cicatrizzate dall'infuocata Mumei. Se un vero medico fosse stato lì mi avrebbe rimproverato di cento sbagli ma, il suo fisico allenato mi diede una mano, e così migliorai le sue condizioni. Mi addormentai chiedendomi se avrebbe resistito un giorno in più, fino ad arrivare a Kalma dove forse reali cure lo avrebbero aspettato. Volevo tenerlo in vita per molte ragioni, nessuna delle quali mi impegnai di analizzarle a pieno.

    Due ore di riposo, se così possiamo dire: le preoccupazioni erano tornate e i mostri del passato e del futuro erano tornati a farmi visita. Questa volta svegliai io Kaori, la quale si era addormentata qualche ora prima di me il giorno precedente. Shiltar dormiva profondamente, non aveva aperto nemmeno per un momento gli occhi nemmeno quando affondai le sue carni con l'ardente metallo...ma il suo cuore batteva e questo mi dava speranza.

    " Ieri abbiamo guadagnato qualche ora di viaggio, dovremmo arrivare nella città nel tardo pomeriggio. Non è un villaggio ninja anche se è una tappa di passaggio per molti viaggiatori...con un po' di fortuna sosteremo senza destare troppo nell'occhio. Tu come ti senti Aloysius? "

    Non ricevette risposta. Gli caricai i due carichi sulla schiena e partimmo.
    Camminai cercando di liberare la mente da ogni pensiero; niente acqua, cibo e risorse fisiche a cui attingere. Non so quanto tempo passò prima di perdere sensibilità alle gambe e rovinare a terra ma il sole aveva passato da poco il suo punto più alto e l'ultima volta che avevo controllato il kiriano apparteneva ancora al nostro mondo.

    :::

    Quante volte era accaduto? Gli occhi che si aprono lentamente, la vista che dapprima sfocata si posa su candide lenzuola. Poi ti giri e vedi un volto amico che ti guarda contento come per dire 'grazie al cielo!'. Era almeno la ventesima volta che mi capitava; la stanza era in genere quella di villa Mikawa e il volto di volta in volta cambiava (anche se ultimamente era Matsumoto a risvegliarmi dopo il lungo sonno). Sapevo che dovevo molto a quegli allenamenti che più volte mi avevano portato alla perdita dei sensi; la manipolazione del sangue richiedeva enormi sacrifici per arrivare a migliorarsi e questo era legato proprio al fatto che il nostro potere era anche la nostra fonte di vita.
    Portai lo sguardo più in la e vidi il corpo di Shiltar disteso, come il mio, su di un letto. Entrambi eravamo attaccati a due flebo, di cui una contenente sangue...era un ospedale, l'ospedale di Kalma. Eravamo solo noi tre nella stanza.

    " Tieni, ho tenuto da parte sia la colazione che il pranzo, pensando che avresti avuto fame una volta sveglio. Per fortuna gli abitanti di questa città fanno poche domande; mi è bastato..."

    " Mi hai portato in groppa per tutta la strada rimanente?!"

    " Bhe si, ma ora anche io ho una storia da raccontare alle altre donnole su di te, e posso vantarmi di averti salvato la vita! ahahah"

    " Ti sono debitore. Raccontami tutto. "

    " Arrivati alle porte della città ho dovuto mentire dicendo che eravamo stati attaccati da un gruppo di briganti e che necessitavamo di cure. I medici di qui sono abbastanza capaci e hanno subito pensato a Shiltar. Mi hanno anche chiesto chi lo avesse conciato in quel modo,riferendosi alle cure mediche: non avevano mai visto bendaggi fatti peggio ma io ho sorvolato sulla faccenda...in ogni caso la situazione è grave, secondo loro è un miracolo che sia ancora vivo. Diversi organi interni sono gravemente danneggiati e oltre che stabilizzarlo momentaneamente non possono fare molto, bisogna solo aspettare e vedere come il suo corpo reagirà ai farmaci.
    Per quanto ti riguarda, le tue scorte di sangue erano basse, avevi anche la febbre alta a causa di un forte colpo di sole; ma le tue condizioni non erano precarie.
    Ora saranno le sette di sera."


    " Bene, quindi non abbiamo perso...aspetta. Dove è Hoshikuzu?"

    Dissi bevendo l'ultimo cucchiaio della zuppa. Avevo divorato tutto in pochi istanti e ora, con la pancia piena, la mia mente aveva come ripreso a funzionare.

    " Emh...per entrare nella città bisognava pagare un dazio e anche le cure mediche avevano un costo elevato..."

    " Non dirmi che..."

    " Questa gente vive a spesa dei passanti, Gene! Non sapevo cosa fare e addosso a te e Shiltar non ho trovato nulla di valore! Le armi non bastavano quindi ho spacciato il sunese per una statua di grande valore, l'oggetto che proteggevamo e per il quale i briganti ci avevano attaccati! All'inizio non sembravano essere interessati alla statua ma poi uno di loro ha convinto gli altri ad accettare il pagamento."

    " Dobbiamo recuperarlo! "

    " Ne ho seguito gli spostamenti per un po' e sembra lo abbiano portato nell'abitazione del capo della città. Le condizioni di Shiltar ci danno un po' di tempo...dopotutto non sono ninja, non sarà difficile riprenderci il ragazzo."

    " Andiamo, fammi vedere dove si trova."

     
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    [L'ospedale e la città]

    Mi dispiace, ma non pensiamo che le vostre condizioni permettano una dimissione, ora come ora. L'uscita di Diogenes dalla stanza dell'ospedale non era stata delle più durature, visto che uno dei medici lo aveva fermato dopo neanche una decina di passi nel corridoio, dicendogli che non aveva ancora il permesso di uscire. Inoltre non sappiamo chi sia il vostro compagno ancora privo di coscienza, ma la radiografia ha evidenziato alcune peculiarità nella sua struttura ossea che vorremo indagare più a fondo... Il medico aveva una strana divisa che comprendeva un cappello e dei paraorecchie, ed a giudicare dal portamento doveva avere qualche trascorso come militare o qualcosa del genere, inoltre non sembrava affatto intimorito nel guardare negli occhi il colosso di Oto.

    Medical-nin



    A parte questo, il Signor Haitani vorrebbe farle alcune domande. E' il responsabile della sicurezza di Kalma, e capirà bene che ogni possibile informazione sui briganti sarebbe vitale...se si sente abbastanza in forze per fare una passeggiata, potrei al più concederle di andare nella sala mensa dove potrà parlare in tutta tranquillità. Parole gentili non accompagnate da uno sguardo appropriato...diciamo pure che suonava chiaramente come un tentativo di intimidazione, specie quando aggiunse: Nel mentre avremo la massima cura del suo compagno, ovviamente.

    Nella porta dela camera, non molto lontano, il ritmico bip di un monitor raccontava il tragico stato del Mizukage di Kiri, considerato un semplice mercante moribondo con, forse, una malattia alle ossa. Se solo al suo Villaggio avessero saputo, probabilmente di Kalma non sarebbe rimasto che il ricordo in qualche vecchio archivio...ma ora Shiltar era solo un ferito in un letto, alla completa mercè di chiunque: persino un bambino avrebbe potuto recidere il debole filo che ancora manteneva in vita quel corpo. Cosa poteva fare in quel frangente il Mikawa? Quanti e quali rischi poteva correre? Era mai possibile che uno sputo di case in mezzo al deserto potesse metterlo davanti a una situazione così complicata?

    Se avesse acconsentito ad incontrare questo Signor Haitani, il cui ruolo era già di per sè molto opinabile ("responsabile della sicurezza" ma non "capo della polizia" o "sceriffo" nè altro...cosa poteva significare?), il medico lo avrebbe scortato fuori dal reparto, dove un lungo corridoio con diverse finestre su entrambi i lati (a quanto pare stavano al secondo o terzo piano di un edificio) li avrebbe infine condotti ad una sorta di sala d'attesa con diversi distributori di snack e bevande, un ascensore, delle scale e una porta che dava a un ambiente piuttosto ampio, forse di sessanta metri quadri, con numerosi tavoli e sedie: una tipica mensa. Appoggiato ad uno dei tavoli stava un uomo che quanto a stazza non aveva niente da invidiare al Mikawa, e lo stesso poteva dirsi del suo brutto ceffo.

    n55



    Aveva con sè almeno quattro persone vestite con abiti eleganti all'occidentali, che non avrebbero sfigurato in qualche carcere di massima sicurezza ed in generale l'aria nella stanza era decisamente pesante, tanto che il medico si ritrasse chiudendo la porta alle sue spalle, come se non volesse avere niente a che fare con quella faccenda. Io sono Seiichi Haitani, e controllo che la città sia in ordine. Disse il bestione con un tono brusco e minaccioso. E un mercante ben piazzato che arriva pieno di ferite non è ordine. Specialmente se ci sono banditi capaci di conciare per le feste uno come te. Incrociò le braccia. Ora mi racconterai cosa è successo, da dove sei partito e le origini di quella statua rotta che avevate con voi. Magari i criminali ve li siete portati dietro sin dalla partenza... Concluse, non senza una nota di sarcasmo mentre tutti gli occhi erano puntati su Gene. Non era difficile notare le armi pronte all'uso e le tasche pesanti di quei tipi, quasi sicuramente riempite di tirapugni o altri "ornamenti" di quel genere.

    La donnola sarebbe potuta andare con Diogenes o restare con Shiltar, nessuno avrebbe protestato.


    Se invece fosse riuscito a guadagnare l'uscita dall'ospedale in qualche modo, avrebbe scoperto che la cittadina era realmente molto piccola, anche se, in base alle poche informazioni della donnola, era uno dei primi avamposti della civiltà appena fuori dal Deserto Dipinto...in pratica una tappa obbligata verso i paesi più Occidentali, nello specifico il Paese del Fuoco. Lo stile delle case non era molto definito: si andava da costruzioni in pietra bianca simili a quelle sunesi a edifici più massicci e tondeggianti, vicini allo stile di Iwa...qualche casa invece era in legno, con quel senso di affollamento che trasmettevano le abitazioni di Konoha. In pratica si trovava in un minestrone di poche anime abituate a vivere di ciò che passava, ma non era il caso di lasciarsi ingannare: spesso in questi piccoli centri passava molto, moltissimo denaro, anche se concentrato nelle mani di poche persone. La gente per strada non avrebbe lesinato le occhiate verso il massiccio Mikawa, salvo travestimenti, ed il suo vero aspetto sembrava trarre un accenno di preoccupazione negli occhi dei passanti...più di quanta uno si sarebbe potuto aspettare.

    Avrebbe presto scoperto, anche se fosse stato in fuga, che i posti realmente importanti da visitare erano l'ospedale da cui era appena uscito, la stazione della polizia locale (un edificio basso e polveroso con una piccola stalla annessa e una guardia con una divisa di Iwa indossata in maniera quantomeno sciatta...roba da far impazzire un sergente istruttore), il Municipio (un edificio nello stile di Suna, molto spartano e dall'aria poco vissuta) e la Stazione di Passaggio (che fungeva anche da mercato ed era una sorta di enorme magazzino squadrato in cui tutte le carovane dovevano registrare il loro transito e versare le dovute imposte locali). Ma ciò che più di tutto attirava l'attenzione era una casa di grandi dimensioni con una cinta muraria alta, un aspetto estremamente raffinato ed in generale in grande odore di soldi. Un orecchio stilizzato troneggiava sopra il grande portone di ingresso, e chiunque avrebbe potuto dire a chi apparteneva quel posto: Minori Kiku, la proprietaria della Stazione di Passaggio e seconda figlia dell'attuale capo del Clan Kiku...un'organizzazione malavitosa che aveva la sua base nella Capitale di Iwa.

    Alla Stazione di Passaggio non ci sarebbe stata traccia della Statua di Hoshi e poco importava il numero di minacce o i tentativi di corruzione: sapevano solo che alcuni uomini erano venuti a prenderla e portarla via, ma dove fosse era assolutamente ignoto. Quanto alla polizia, casomai avesse voluto denunciare la cosa dopo un'attesa di quasi mezz'ora Diogenes si sarebbe ritrovato a compilare un modulo estremamente complesso di denuncia contro ignoti, con scarso interesse da parte degli sciatti ufficiali.
     
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    Che situazione di merda. Ero in un posto sperduto nel mondo, stavo perdendo due dei ninja più forti del continente e non ero nemmeno in forma per affrontare questa situazione. Fonti di informaizoni avrebbe detto Eiatsu...ed era vero, Shiltar e Hoshi erano dei veri e propri pozzo di petrolio e io non avrei dovuto permettere a nessuno di iniziare a scavare prima di me. Per giunta quel medico non mi faceva stare tranquillo; non era la prima volta che lavorava con dei ninja, lo si vedeva dalla pacatezza del suo sguardo quando incrociava il mio. La vita del Mizukage era appesa ad un filo sottilissimo; non avevo scelta, avrei dovuto lasciare Kaori con lui mentre io mi occupavo di questo Haitani. Non avevo motivo, forze e spirito per non assecondare la "politica" del posto; fossi stato da solo e al pieno delle forze non avrei impiegato più di un paio di secondi per radere al suolo quel posto e tornare ad Oto.

    " Qualcosa di solido lo mangio volentieri, grazie."

    Avrei seguito il medico passando per la stanza di Shiltar. Quando lo vido in quello stato, disteso sul letto tra quelle sudice lenzuola come un qualunque cittadino mi assalì una rabbia indescrivibile. Quello è il Mizukage! Avrei voluto urlare con tutte le mie forze...era stato il mio sensei, un prezioso alleato in missione e un rispettabile avversario nel mondo Ninja; ci saremmo dati battaglia per anni e nel farlo avremmo impiegato tutto noi stessi. Ci saremmo divertiti fino a che uno dei due si sarebbe trovato in questo stato...Ma non in questo modo! Non per mano di ninja stranieri o divinità mai sentite. I panni sporchi vanno lavati a casa propria.

    " Kaori tu rimani con lui. Io sarò di ritorno a breve."

    Il mio uomo spiccava tra gli altri per stazza e aura carismatica. Forse più intimidiatoria che altro; era chiaro che quella situazione non era nella norma. Le normali forze dell'ordine dove erano? Avrei concluso che potesse essere un brigante abbastanza intelligente da spiccare sugli altri e monopolizzare gli spostamenti di uomini, denaro ed informazioni di un punto di importanza geografica come questo. Dunque l'uomo prese a parlare animatamente ponendomi le esatte domande che mi sarei potuto aspettare, visto come erano andate le cose. Eravamo solo io e lui, forse avrei potuto mettere in chiaro le cose per vedere fin dove il "potere" di quell'uomo potesse arrivare; non avrei voluto lasciare tracce del nostro passaggio ma il danno ormai già era stato fatto: dopotutto quante persone vanno in giro con una donnola, una statua e un guerriero morente?In ultima analisi vi era anche la possibilità che Iwa avesse qualche aggancio con quel luogo; dovevo agire alla svelta, prima che possibili informazioni sul nostro conto arrivassero in città.

    " Senti, sono un Jonin Accademico e rientro da una missione pericolosa. L'altro ninja è un mio compagno. Ti propongo questo: stabilizza quel mezzo morto, riconsegnami la statua, tutto il nostro equipaggiamento e fammi sparire dalla città il prima possibile. Io non sono mai passato di qui. Una volta rientrato, ripagherò l'uomo che ha pagato le cure mediche e l'ingresso in città; inoltre darò anche una cospiqua somma di denaro a te, per la tua gentilezza e buon senso. Nessuno vuole mettere un piccolo villaggio come questo sotto il mirino dell'intera Accademia, giusto?"

    Comunicare con Oto e far arrivare i soldi avrebbe impiegato troppo tempo. Anche se fossi riuscito a recuperare con la forza la statua sarei dovuto fuggire dal villaggio con due pesi morti...tutto questo senza armi, informazioni sul livello delle difese e la minima idea di dove trovare Hoshi. No, avrei dovuto trovare una via diplomatica oppure quadagnare tempo per raccogliere informazioni, forze ed elaborare un piano più eleborato.

     
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    Se davvero sei un ninja, devi essere veramente disperato per arrivare a dire così tanto di te stesso. Si sollevò lentamente dalla sedia, avvicinandosi allo shinobi. Una delle poche persone che Diogenes poteva guardare negli occhi senza dover abbassare il capo. Potresti essere un ninja o potresti non esserlo. Ma la tua parola cosa conta per me? Mi chiedi di darti tutto l'aiuto possibile in cambio di cosa? Di una promessa di denaro? Piegò le labbra in un sorriso sprezzante. Potresti anche promettermi la luna, visto che ora non hai nulla in mano. Non sono uno stupido, e ti sconsiglio di sottovalutarmi. Avrebbe allungato la mano, dando una decisa spinta al petto del Mikawa. Mi hai appena rivelato che io ho in pugno sia il tuo compagno che quella statua...forse l'oggetto della missione o forse no, ma se la vuoi, allora è importante.

    Tuttavia quella statua ora è mia. E le tue velate minacce sulle ritorsioni Accademiche suonano terribilmente patetiche.


    Avrebbe fatto qualche passo indietro, portando un sigaro alla bocca, che venne rapidamente acceso da un solerte sottoposto. Vuoi andartene da qui con quello con cui sei arrivato? Allora fai un lavoro per me. Non dovrebbe essere difficile per un Ninja, sempre che tu lo sia davvero. Di spalle, aspirò una lenta boccata per poi soffiare una nuvola di fumo denso e scuro. Quindi si sarebbe voltato, puntando gli occhi in quelli del Mikawa. La mia adorata cugina ha di recente perso un oggetto di grande valore. Si chiama Midori Kiku, e credo tu abbia almeno sentito parlare di lei. Una cassa con dentro un manufatto molto antico, acquistato a caro prezzo e sparita dalla Stazione di Passaggio prima che i miei uomini potessero reclamarlo. Non ti serve sapere quale sia il manufatto nè devi recuperarlo. Vogliamo solo sapere chi è stato. Non siamo ninja e le nostre possibilità di movimento e ricerca sono limitate...ma sappiamo come difendere e riprendere ciò che è nostro.

    Trova il ladro, ed avrai campo libero, oltre al supporto del clan Kiku, per tornartene a casa.


    Soffiò nuovamente una nuvola di fumo, incamminandosi verso l'uscita. Non aveva altre informazioni da dare, eccetto le dimensioni e l'aspetto della cassa (non più grande di un mazzo di carte e con il sigillo dei Kiku sulla superficie), nè avrebbe risposto ad altre domande. Che senso aveva una missione del genere per uno che evidentemente controllava la città?

    CITAZIONE
    La descrizioni date nel precedente post riguardo la città sono sempre vallide. Agisci come meglio credi.
     
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    " Se solo tu sapessi da cosa siamo scampati capiresti il perchè ho deciso di sbottonarmi più del dovuto...in ogni caso, accetto la tua proposta, troverò l'uomo che cerchi. Mentre mi occuperò di questo lavoro, voglio che il mio compagno venga mantenuto in condizioni stabili e nulla più; lascerò la donnola a vegliare su di lui. Inizia ad impacchettare le nostre cose, in men che non si dica saremo fuori da questo posto...parola mia."

    Perchè avevo accettato? La risposta era semplice: tra una missione di recupero informazioni con rischio di "mancato pagamento" e una di evasione con scarsa condizione fisica e con due mezzi cadaveri da recuperare e trasportare non avevo poi molta scelta. Certo, il tutto era molto strano: quell'uomo sicuramente aveva i mezzi e le risorse per recuperare l'oggetto di un furto...se mai questo furto fosse realmente accaduto. Forse mi voleva semplicemente allontanare dai miei due "bottini", avendo intuito il loro effettivo valore o, magari, ero semplicemente troppo paranoico e avrei potuto realmente fidarmi della parola di un uomo di potere come Seiichi. Lo sguardo di quel medico, tuttavia, non mi faceva stare tranquillo...avrei dovuto sperare nuovamente nella indiscussa affidabilità di Kaori; se eravamo vivi era tutto merito suo. Poi mi ricordai di come eravamo fuggiti dai nostri nemici e del fatto che vi erano buone probabilità, qualora gli altri accademici avessero fallito, che quelli di Iwa erano sulle nostre tracce. Dovevo srigarmi a tornare ad Oto.

    Avrei quindi seguito il mio interlocutore per uscire fuori dalla struttura ospdaliera. Che me l'avessa indicata lui o avessi dovuto chiedere ad uno degli impauriti passanti del piccolo villaggio avrei ben presto scoperto dove poter incontrare Midori Kiku. Durante il cammino per raggiungere l'imponente abitazione, che sovrastava di gran lunga gli altri complessi, non potei non notare la polietnicità di quel posto, sinolo di molte culture ognuna delle quali rievocava nella mia mente intensi ricordi di tempi più o meno lontani. Realizzai anche come la forza di quella città di porto, a metà strada tra due mondi distinti, fosse esclusivamente nelle mani del clan Kiku e, arrivando difronte allo sfarzoso portone di ingresso alla villa, questi pensieri non poterono che trovare conferma.

    Bussai energicamente gridando:

    " Mi manda Seiichi Haitani! "

     
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    [Midori Kiku]

    Un ometto pelato sulla cinquantina venne ad aprire trafelato, e si agitò ancora di più nel trovarsi davanti un gigante dall'aria minacciosa come lo shinobi di Oto. Co-co...chi siete per andare a gridare nomi come quello come se non fosse niente? VOI NON POTETE... Si stava imporporando, come se il rossore potesse permettergli di intimidire anche solo in minima misura il suo interlocutore. Fortunatamente qualcuno interruppe quella ridicola esibizione: l'ometto si portò una mano all'orecchio (dove certamente aveva un qualche auricolare), cambiando espressione di colpo. Eh? Oh...ma signorina...oh. Daccordo. daccordo. Rosso, ma stavolta per l'imbarazzo, si fee da parte, offrendosi di scortare lo shinobi all'interno.

    Lo lasciò in un salottino. Una stanza elegante, nonostante la sobrietà generale dell'abitazione, con due poltroncine da conversazione, un basso tavolino da the in marmo e un tappeto al suolo. Niente quadri alle pareti, ma piuttosto alcuni tappeti riccamente lavorati, appesi come fossero arazzi. Non dovette aspettare più di qualche minuto, prima che la padrona di casa si mostrasse, entrando dalla stessa porta da cui era stato fatto accomodare. Sembrava che il vento muovesse in continuazione i capelli e le buffe frange del suo vestito.

    Un abito strano, quasi composto di stracci che rivelavano e coprivano al contempo, e tuttavia c'era una certa eleganza in quel tessuto apparentemente disordinato. Doveva essere un qualche abito d'alta moda, che tuttavia ben si adattava ai capelli dal colorito bizzarro, che scendevano in un cascata di ricci tanto intricati da sembrare muoversi di vita propria. E tutto questo incorniciava un volto tagliente, con lo sguardo di chi ha la piena consapevolezza di sè stessa e delle sue possibilità. Non salutò, non si presentò, ma bevve dal bicchiere che aveva in mano, lo poggiò su un tavolino e quindi cominciò a parlare, senza accomodarsi nè proporre al suo ospite di farlo. E quindi, cosa può volere lo straniero malconcio di cui tutti parlano in città? Ne parlavano davvero, o era lei ad avere l'udito fino? Di fronte a quello sguardo sicuro di sè era difficile esserne sicuri. (immagine di riferimento)

    Non parlare, voglio provare ad indovinare. Sai, adoro sentire il suono della mia stessa voce. Si rispose da sola, portando platealmente una mano al mento. Sei qui perchè vuoi andare via, ma non vorresti andare da solo. Sei qui perchè Haitani ti ha dato un fastidioso incarico per conto mio, e vuoi avere informazioni più precise, dato che quel buzzurro di mio cugino è decisamente poco abituato a spiegare. Fin lì ci aveva visto giusto, e si gratificò con una risata allegra. Cominciò a camminare intorno al ninja, mangiandoselo con gli occhi. Non sapevo fossi un ninja ma lo immaginavo, ho pagato io il conto dell'ospedale del tuo amico in coma. Perchè ho un problema che solo un ninja può risolvere. Gli si avvicinò, cercando di sfiorare la guancia di lui con la mano. Ho bisogno di un ninja per trovare un ninja.

    Arretrò, maliziosa mentre le vesti le danzavano intorno. Vedi, hanno trovato delle rovine nel deserto, a qualche giorno da qui. Rovine di un villaggio ninja molto più antico di Iwagakure, o forse dovremmo dire che è l'originale Iwagakure, mentre quella attuale è solo un'ombra remota. Il mio clan, secoli fa, risiedeva in quel luogo, anche se ormai sono passati decenni da quando le arti ninja sono state completamente dimenticate dai Kiku. La guerra non fa più per noi. Vero, secondo le voci, fornite al Mikawa nel breve briefing pre-missione, i Kiku ora erano uno dei tre grandi clan della malavita nella Capitale del Paese della Terra. Ma in quelle rovine c'era qualcosa che io volevo. Una reliquia del mio clan, quindi la ho acquistata dalla gente che si stava occupando di quel luogo.

    Non credo ti interessi sapere i dettagli, ma ti basti sapere che è un oggetto poco più grande di una penna a sfera, pieghevole, e che era dentro una scatola grande come un mazzo di carte. E' arrivato due giorni fa alla Stazione di Passaggio, ma è scomparso. Mio cugino non voleva che ti spiegassi di cosa si tratta, ritiene che voi ninja siate tutti avidi, ma credo di potermi fidare.
    O per meglio dire, sapeva come rimediare ad eventuali tradimenti. I miei uom...no, diciamo alcuni miei amici sono riusciti a vedere l'uomo che la trafugava, un tale di nome Aizen. La voce si fece tagliente. Un ninja di Iwa che viene spesso qui a Kalma. Cerca disperatamente di farmi la corte e conquistarmi, senza esito. Sospetto che abbia rubato la scatola destinata a me nel tentativo di farsi notare, ma quando Haitani è andato a casa sua con alcuni dei suoi compari ha capito di aver fatto un grosso errore ed è scappato.

    So che è ancora nel villaggio o nei dintorni. Lo conosco, non tradirà Iwa, ma se torna al suo villaggio verrà catturato da alcuni amici che ho tra gli shinobi. Quel povero sciocco sicuramente si starà spaccando la testa per cercare una soluzione, ma è bravo a nascondersi.
    Quindi puntò gli occhi su quelli del Mikawa. Trovalo per me, e te ne andrai con tutto l'aiuto e l'amicizia possibile. Suppongo che la fretta di andartene ti metterà le ali ai piedi, no? Certo...se tutto andrà bene potremmo anche ritardare la partenza, magari di una notte... Sussurrò appena, sensuale, mentre faceva per uscire da quel salottino.

    Diogenes avrebbe forse potuto fare qualche domanda, ma non c'era poi tanto altro da raccontare. Doveva ancora decidere come imbastire la sua investigazione.
     
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    L'affascinante donna si dimostrò più loquace del burbero cugino, eppure rimase sul vago sulla vera natura dell'oggetto rubato. In ogni caso, in città la mia presenza era l'argomento del giorno, quindi se il rapitore fosse stato ancora al suo interno avrei potuto giocare sulla mia notorietà. Feci come per non sentire la sua ultima provocazione, tornando a parlare della reliquia:


    " Sono un ninja appartenente ad un'antica e ricca famiglia; non sono interessato alle relique del vostro passato. Sapere cosa ha rubato potrebbe essere utili ai fini della ricerca; pensaci, è probabile che non tenga più l'oggetto nella stessa scatola nel quale era custodito no? Inoltre,la gente dalla quale hai comprato la reliqua è della Mishima-Zaibatsu?"

    Tentare era lecito; dopotutto in un'indagine più informazioni si avevano a disposizione maggiore erano le probabilità di successo. Quindi, qualunque fosse stata la risposta della donna, avrei continuato con altre due domande:

    " Penso che farò un salto all'abitazione di guesto Aizen, magari i miei occhi riescono a scovare indizi che voi non avete trovato; sai indicarmi il luogo esatto? Hai anche una mappa del villaggio? Mi servirà una sua foto. Ah, un'ultima cosa, vorrei parlare con le persone che hanno visto il ragazzo durante il furto. Capire come sia avvenuto lo scippo può essermi di grande aiuto."

    Ottenute le risposte, avrei abbandonato quella casa

    " Comunque, perchè no...magari tornerò qui per la cena."

    Un po azzardato, forse. Ma alla ragazza piaceva giocare col fuoco...

    :::

    Avrei iniziato le mie ricerche dalla casa del ragazzo. Volevo informazioni su chi fosse quel ninja, cosa sapeva fare e quali erano state le sue ultime mosse prima di lasciare l'abitazione. Dovevo capire se la storia era così come me l'aveva raccontata Midori o se vi era dell'altro dietro il furto di quell'oggetto. Avrei rapidamente messo a soqquadro la casa prestando molta attenzione anche ad odori o suoni sospetti (magari una botola sotto il pavimento o un'apertura nascosta nel muro). Avrei guardato nel cestino della cucina per vedere cosa mangiava di solito (magari avrei potuto controllare i locali che sevrivano quelle pietanze); nei suoi armadi per inquadrare il vestiario, ed eventualmente l'equipaggiamento da ninja, e strapparne un lembo di tessuto (in caso di complicazioni avrei potuto usufrure delle mie donnol ainseguitrici). Inoltre avrei controllato nel bagno se vi era una traccia del suo sangue...sangue, ma certo! Avrei finito quindi di analizzare l'appartamento per poi dirigermi nuovamente all'ospedale. Oltre che verificare le condizioni di shiltar e scambiare due parole con Kaori per accertarmi che tutto stesse filando liscio, avrei chiesto di poter parlare con un dottore del posto:

    " Sto eseguendo un'indagine per conto della famiglia Kiku. Vorrei sapere se avete informazioni o dati su un ninja di Iwa di nome Aizen. Qualunque informazione può essere utile; che sia la richiesta di un blando antidolorifico o il referto delle sue analisi del sangue. "

    Se veniva così spesso in questo villaggio allora vi erano buone probabilità che, almeno una volta, era transitato per l'ospedale. Finito li, avrei continuato le mie ricerche dirigendomi questa volta sul luogo del furto, la stazione di passaggio. Se la ragazza mi avesse concesso di parlare con gli uomini di Haitani avrei ispezionato il luogo incriminato, soffermandomi su ogni dettaglio. Fatto ciò avrei cercato di capire come funzionavano le cose in quel posto, come avveniva la registrazione delle carovane e avrei chiesto ai doganiere e ai mercanti se avevano sentito parlare dell'accaduto, facendo intendere che una cospiqua somma di denaro era pronta per loro in caso di informazioni utili.

    Girocagando per Kalma alla ricerca di ifnroamzioni (avrei fermato non molte persone, quelle giuste per istinto, facendo vedere la foto del ragazzo; dopottto era un ninja e la tecnica della trasformazione era un modo fin troppo facile per nascondersi tra quella gente) avrei anche potuto notare della presenza di una stazione di polizia: feci un salto anche li chiedendo alla scialba guardia:

    " Salve, volevo sapere se in questi due giorni sono stati riconsegnati degli oggetti smarriti. "

    Magari aveva riconsegnato l'oggetto per la troppa paura, provango anche vergogna nel riconsegnarlo di persona. Poi, dano uno sguardo più attento al retro, avrei visto la stalla e da li sarebbe sorta spontanea la domanda:

    " Non è che avete subito il forto di un cavallo recentemente ?"

    Magari il ninja aveva davvero abbandonato il villaggio e allora le ricerche si sarebbero spostate in tutt'altra direzione: la missione sarebbe risultata un vero e proprio inseguimento in quanto il villaggio era attorniato dal nulla e io ero discretamente abile a seguire le impronte. Fu proprio mentre uscii da li che pensai al fatto che il ragazzo avrebbe anche potuto rivendere l'oggetto per fare bei soldi (probabilmente sarebbe emerso dalla visita al mercato) e fuggire dalla città, avrei dovuto parlare anche con le guardie al portone di ingresso. Mi sarei quindi fiondato proprio li e avrei praticamente interrogato la vigilanza su chi fosse uscito dal villaggio in quei due giorni; avrei anche chiesto se le carovane mercantili venivano controllate una ad una e se vi erano politiche particoli sui ninja per il trasporto di equipaggiamento bellico.

    Il villaggio era piccolo, col mio passo avrei potuto percorrerlo tutto in poco tempo, ma alla fine, se il giovane era rimasto al suo interno, erano i pochi i locali dovrebbe avrebbe potuto alloggiare per la notte. Dunque avrei, infine, cercato di raccogliere informazioni sul numero e posizione di attività che offrivano questo servizio. Sfruttando sempre il nome dei Kiku avrei probabilmente avuto "vita facile" facile nelle indagini e, ad esempio (in caso di pernottamenti sospetti) avere la possibilitò di controllare proprio le stanze.

     
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    [Midori Kiku II]

    Come credo ti abbia spiegato Haitani, trovare l'oggetto è di relativa importanza. In fondo solo io, Haitani e una manciata di suoi sottoposti sanno della sua esistenza o del fatto che stiamo cercando Aizen per un furto. Abbiamo lasciato trapelare in giro che lo cerchiamo perchè ci ha fatto un torto con le sue azioni. Trovami il ninja, ed a ritrovare l'oggetto penserò da me. Il suo sorriso si fece pericoloso. Ho i miei metodi. Così come ho avuto i miei metodi per acquistarlo. Un modo elegante per suggerire al ninja di farsi i fatti propri, evidentemente. Non ha propriamente una casa, ma c'è una palazzina che affitta monolocali ai membri delle carovane ed in genere sta da quelle parti. Mi pare sia ad un centinaio di metri dalla Stazione di Passaggio. Mormorò con una mano sul mento, pensierosa. Ovviamente è stato già frugato e non c'erano tracce. Niente che i miei amici potessero vedere, perlomeno. Sembrava un pò infastidita da tutte quelle domande, evidentemente era abituata a ricevere risposte, più che a doverle fornire, ma c'era nel suo sguardo uno scintillìo allegro: come se quella situazione inconsueta la divertisse in qualche modo. Foto... parlare...vedere...Tutti i ninja parlano come i protagonisti dei romanzi? Ridacchio. Questo vorrebbe dire che ti serve una partner bella ed in gamba, no? Ancora maliziosa, ma avrebbe acconsentito a quelle richieste: uscendo dalla villa il maggiordomo avrebbe di malagrazia fornito una foto del ninja di Iwa. Meglio non sapere come se la fosse procurata.

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    Uno dei testimoni del furto invece avrebbe atteso alla Stazione di Passaggio.


    [L'investigazione - "Casa" di Aizen]

    Il monolocale che Aizen aveva affittato per qualche giorno era estremamente in disordine, anche se a detta degli uomini del clan kiku (uno era in attesa davanti alla porta) quando erano entrati tutto era in perfetto ordine, come se nessuno avesse dormito là dentro nemmeno una volta: niente effetti personali nel bagno o nell'armadio. Niente lenzuola. Quello non era nemmeno l'appartamento che era stato affittato dal ninja nelle visite precedenti: a quanto sembrava non aveva preferenze.
    Al momento però era tutto a soqquadro: gli uomini di Haitani non ci erano andati per nulla leggeri e ovunque stavano cassetti e frammenti di mobile. I muri erano pieni di crepe là dove erano stati presi a martellate in cerca di intercapedini o nascondigli, ed allo stesso modo il pavimento era conciato peggio di un campo di battaglia.
    Da una finestra si poteva osservare facilmente l'ingresso per le carovane della Stazione di Passaggio, un isolato più distante, e sicuramente quel monolocale forniva un ottimo punto di osservazione.
    Unico elemento che Diogenes potè trovare furono i resti di un pasto veloce nel cestino della cucina (un bento acquistabile in qualunque spaccio) ed una pallina grigiastra che stava sotto il letto, forse sfuggita ai malavitosi perchè apparentemente irrilevante, ma per un ninja nato a Suna quella era, inequivocabilmente, dell'argilla esplosiva. Inattiva, ma pur sempre argilla esplosiva.


    [L'investigazione - Ospedale]

    Le condizioni di Shiltar erano critiche, ma pur sempre stabili. Kaori non avrebbe riferito alcun movimento sospetto. Quando il Mikawa fece il nome del Clan Kiku, lo stesso medico con cui aveva parlato al momento della sua "dimissione" si sarebbe fatto avanti. Iwagakure è molto fiscale, tutti i dati riguardanti i ninja soccorsi vengono requisiti dal villaggio ninja, e non ci rimane nulla. Posso dirti che è almeno un anno che Aizen non si fa vedere all'ospedale, e quella volta si trattava di una intossicazione alimentare. Mai visto quel ragazzo con ferite o bruciature, a differenza di tanti altri shinobi che passano di qui di ritorno dalle loro missioni. Spiegò con la stessa aria calma ma intimidatoria che aveva sfoggiato al loro precedente incontro. In ogni caso non vedo come conoscere questi dati possa aiutarti nel trovare un ladro di scatole. Ora ho da fare, se permetti, anche per tenere in vita il tuo amico. Avrebbe tagliato corto, cercando di tornare al suo lavoro.


    [L'investigazione - La Stazione di Passaggio]

    Come promesso, un uomo dei Kiku era in attesa alla Stazione di Passaggio. Vestiva all'occidentale come Haitani, ma la sua presenza non era nemmeno paragonabile a quella del massiccio "capo della sicurezza". Aveva forse quarant'annni, era magro e coi capelli rasati quasi a zero. Mi chiamo Masaru. Ero qui a controllare che tutto si svolgesse come di norma, quando quell'idiota di Aizen arriva, solleva un gran polverone e poi sparisce nel nulla, portandosi dietro la merce della signorina Midori. Pensavo fosse uno smidollato ed un cascamorto, ma non avrei mai detto che era anche un ladro! Il disprezzo era pienamente evidente nelle sue parole.

    Spiegò come la Stazione (Un capannone rettangolare di dimensioni ragguardevoli, con grandi aperture su entrambi i lati corti, dalle quali rispettivamente entravano ed uscivano i carri delle carovane. All'interno erano stoccate decine e decine di casse nel largo pianterreno, mentre al primo piano stavano gli uffici di registrazione. A metà del lato lungo, che dava sulla strada principale, stava l'ingresso principale, da cui poteva passare agevolmente un carro) avesse una sorta di "circuito interno" in cui passavano i carri, registravano le merci e le scaricavano su nastri trasportatori, che poi le accumulavano in pile ordinate in base alla compagnia commerciale (anche se ultimamente erano quasi tutte della Mishima Zaibatsu, per via di un gruppo di banditi nella regione), quindi degli sportelli per i clienti distribuivano la merce. Dall'ingresso principale arrivavano i compratori o comunque le compagnie che avrebbero poi portato le merci ad oriente, verso i territori accademici. Tutto veniva controllato e spesso "testato" dal Clan Kiku prima che ci fosse l'autorizzazione a proseguire il viaggio verso le destinazioni finali.

    Poi spiegò l'incidente nei dettagli. Io stavo controllando un carico e sapevo che quella particolare carovana aveva la merce della signorina, ma non volevamo dare nell'occhio quindi stavamo aspettando che venisse tutto scaricato come di norma. Avevano appena messo la scatoletta sul nastro trasportatore quando ecco che entra Aizen, quel povero scemo, e comincia a chiacchierare qua e là, avvicinandosi allo sportello della Mishima. Non era la prima volta, spesso comprava oggetti dalla Capitale per offrirli alla signorina, nell'assurda speranza che lei lo considerasse. Ma stavolta ha fatto qualcosa di diverso: ha saltato la fila, con un salto ha scavalcato lo sportello ed è atterrato sul nasto trasportatore, quindi ha aperto le mani e fatto cadere delle palline bianche che sono esplose in una nuvola di fumo. C'è stata una gran confusione, quindi è scappato. Le tracce indicavano l'apertura da cui escono i carri... Spiegò indicando il lato destro del magazzino. Ormai sono sparite, e non siamo riusciti a stargli dietro...inoltre era come se ad un certo punto si interrompessero, quasi avesse preso il volo. Pensavamo fosse una ragazzata, per farsi notare dalla signorina, ma poi io e Haitani non siamo riusciti a trovare la scatola...doveva averla presa lui.

    Andando a cercare con estrema attenzione, a Diogenes non sarebbe sfuggito un pezzettino d'argilla simile a quello trovato nel monolocale. Era vicino ad un palo della recinzione utilizzata per creare la "pista" dei carri, ed a guardare ancora meglio un chiodo della staccionata sporgeva appena, ed aveva l'inconfondibile colore del sangue rappreso, con un piccolo frammento di tessuto. Da qui a dire che fosse di Aizen passava del tempo, ma un indizio era pur sempre meglio di niente.


    [L'investigazione - Altre notizie]

    Nessun cavallo era stato rubato e ben pochi avevano visto Aizen di recente, e certamente nessuno lo aveva incontrato dopo il furto. Sembrava che l'incidente alla Stazione fosse un pettegolezzo interessante, ma in fondo tutti pensavano che i ninja sono persone strane, e non ci si può fidare più di tanto dei loro comportamenti.
    Nessuno era uscito dal Villaggio, escluse due carovane che tornavano alla capitale, negli ultimi giorni. Ed apparentemente non c'erano stati episodi strani o che avessero in qualche modo attirato l'attenzione.


    [L'investigazione - Donnole Segugio]

    Se Diogenes avesse scelto di seguire l'indizio del tessuto e del sangue con l'olfatto dei suoi alleati, avrebbe avuto vita difficile: era troppo piccolo ed era passato troppo tempo per avere una traccia sicura, ma dopo circa due ore di ricerca avrebbero concluso che la pista, per quanto vaga, conduceva in una zona del villaggio in un raggio di forse trecento metri, con una decina di case in stile Sunese (due piani, squadrate, in terra e legno) e l'Ospedale, come unici punti di riferimento.
     
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    " La pista finisce qui capo "

    Dopo ore di indagini ero giunto in una zona della città in perfetto stile Sunese, che mancanza di oriniginalità per un cultore dell'arte come un manipolatore d'argilla. Conoscevo a fondo quella tecnica, il combattimento contro Hohenheim e le informazioni datemi da Amanimaru mi mettevamo in guardia nel venire a contatto con un ninja padrone di tale abilità. Inoltre se le guardie non mi avessero assicurato di non aver visto un enorme uccello prendere il volo e allontanarsi dalle mura non avrei nemmeno perso tempo a continuare nella ricerca...
    Avevo capito di avere a che fare con un ninja esperto: le modalità di furto descritte dagli uomini di Seiichi facevano pensare ad abilità da chunin (come minimo) e la scelta di un'ubicazione tattica per tenere sott'occhio la stazione di passaggio era sinonimo di una buona maturità operativa. Quindi vi erano buone, ottime probabilità che in quello stesso istante fossi tenuto sott'occhio da quello shinobi; in città si era sparsa la anotizia del mio arrivo e il ragazzo avrebbe potuto associare facilmente quell'evento all'arrivo del suo inseguitore.

    " Vai all'ospedale anche tu e aggiornami che la situazione sia sotto controllo. Controlla anche li la pista."

    " Vado "

    Potevo sembrare paranoico ma se ero stato osservato allora il sunese avrebbe potuto individuare il mio vero punto debole in quella situazione e sfruttarlo a suo vantaggio. Rafforzata la guardia su Shiltar, quindi, avrei iniziato a perlustrare la zona. Sapevo che la mia preda poteva essere "ferita"; probabilmente proprio a causa dell'utilizzo della sua abilità innata e in particolare delle fameliche bocche che quei ninja avevano sui palmi delle mani. Purtroppo l'ospedale non mi aveva fornito informazioni sul sangue del ragazzo ma, tramite le mie abilità avrei potuto scoprine la natura. Prima di giungere in quel luogo, infatti, avrei dedicato del tempo a riportare in forma liquida quel po di sangue trovato, ne avrei raddoppiato il campione e lo avrei analizzato per trovare informazioni utili. Se vi erano geni da manipolatore di argilla, li avrei individuati; ma avrei anche fatto attenzione ad individuare eventuali anomalie, oltre le informazioni generiche [Ematologo].
    In ogni caso, lì nascostotra quei vicoli o in quelel case, se aveva del sangue rappreso addosso, quello non sarebbe fuggito alla mia percezione. Avre quindi trovato una zona coperta, sicura da occhi indiscreti, e lì avrei creato una copia del mio corpo e attivato la tecnica dell'occultamento; due tecniche basilari ma che in quel momento potevano tornarmi utili. La copia, quindi, avrebbe raggiungi la vicina piazzetta e lì si sarebbe messa a terra, a gambe incrociate, fissando il vuoto. Acutendo i sensi, quindi, avrei iniziato ad ispezionare quei vicoli e quelle abitazioni focalizzandomi su eventuali anomalie. Le mie condizioni fisiche non erano ancora delle migliori quindi non avrei sprecato ulteriori energie per tecniche utili all'indagine...dovevo considerare anche la possibilità di uno scontro.



    Edited by DioGeNe - 2/5/2015, 15:05
     
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    [Nei pressi dell'Ospedale]

    Nessun volatile gigante era stato avvistato e non c'erano segni che indicassero una fuga del ladro. Tuttavia la traccia di sangue portò Diogenes nei pressi dell'ospedale. Una volta solo decise di fermarsi ed estendere le sue percezioni usando il suo unico indizio. Un confronto con ciò che sapeva del sangue di Hohenheim avrebbe mostrato delle somiglianze notevoli nel chakra che permeava il suo campione misterioso, anche se era troppo poco per desumere altri dettagli. In compenso cominciò la sua opera di ricerca, senza però particolari risultati: o il sangue era coperto, o qualcosa stava interferendo con le sue capacità...forse la presenza di altro sangue o altri materiali...o forse, più semplicemente, la ferita risaliva a diverso tempo prima, poteva essere già stata suturata.

    Oppure il suo bersaglio NON si trovava tra i vicoli o le abitazioni.


    [In Ospedale]

    La donnola aveva raggiunto la sua compagna nella stanza di Shiltar. Le condizioni del Mizukage erano invariate: pur essendo vivo, non dava alcun segno di un possibile risveglio e le terapie endovenose servivano a mantenere intatto quel labile filo che lo manteneva nel mondo dei vivi. Mentre i due animali cominicavano tra loro, ecco che appena pochi minuti dopo la porta che dava alla stanza del comatoso si aprì, lasciando che il medico già incontrato in precedenza entrasse, con estrema circospezione ed un'espressione terrorizzata. Alle sue spalle, visibile solo dopo qualche istante, stava un giovane dai capelli biondi, con indosso un completo da chunin e una mano poggiata sulle spalle del suo ostaggio. La gamba sinistra era fasciata ma le bende erano palesemente sporche di sangue e, per chi avesse avuto un olfatto particolarmente fine [Olfatto Perfetto] anche maleodoranti.

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    Fatevi vedere, e niente scherzi. Io non sono in vena di scherzare. Con una mano tesa in avanti, il palmo verso l'alto, il ragazzo mostrò una sorta di strano ragno stilizzato che si muoveva appena, come se avesse una parvenza di vita, pur essendo palesemente una statua. Sembrava una delle creazioni di argilla esplosiva di cui forse Diogenes aveva parlato loro, ma era completamente rossa e trasmetteva una strana sensazione. Il ragazzo sembrava parecchio agitato, con gli occhi sgranati e dei movimenti inconsulti della mano sinistra. La fronte, imperlata di sudore assieme ad una certa velatura nello sguardo tradivano una qualche febbre (forse la ferita alla gamba si era infettata). Lo so che mi date la caccia, non sono stupido. Ma devo tornare ad Iwa con la Verga dei Kiku, non ho altra scelta. Se solo Midori mi spiegasse come si usa...ma ha frainteso e ora mi vuole morto. Morto, capite? Io la amo e ho dovuto tradirla, ma mi serve il suo aiuto per avere successo. Lo Tsuchikage dice che è l'occasione per ribaltare le carte. L'occasione per liberarci dal giogo dell'Accademia!

    Quindi voi ed il vostro padrone dovete andarvene, altrimenti distruggerò questa persona a cui tenete così tanto. Andate subito a dirglielo. Via entrambi o la bomba esplode! Avete capito? VIA! Conterò fino a dieci! Dovete sparire dal villaggio, devo essere l'unico ninja qui! UNO...DUE...TRE...
    Intanto il medico non fiatava...anzi, a ben guardare era come se avesse qualcosa in bocca che glielo impediva, e poichè non gridava e la porta si era chiusa dopo il loro ingresso, era improbabile che qualcuno capisse che qualcosa non andava. Senza contare che interruzioni improvvise potevano essere pericolose, vista l'evidente instabilità del manipolatore d'argilla.

    Cosa avrebbero dovuto fare? Obbedire e tornare da Gene o tentare qualcosa, magari pensando che quello del giovane ninja di Iwa fosse un bluff? In ogni caso quello avrebbe continuato a contare, senza rispondere a tentativi di dialogo o minacce. E se fossero andati via, come poteva Diogenes gestire la situazione? Doveva andarsene e mollare tutto?

    L'ospedale era una struttura a due piani più uno sotterraneo. Non era un grande ospedale e l'interno aveva una pianta piuttosto semplice. Il piano interrato (accessibile dall'interno tramite una scala ed un ascensore, o dall'esterno tramite una rampa per i carri che dava ad una rimessa sotterranea) conteneva i laboratori d'analisi e le camere mortuarie. Il pianterreno aveva un'ampia reception rettangolare da cui partivano due corridoi paralleli: quello di destra portava fino agli ascensori ed aveva numerosi ambulatori sui due lati; quello di sinistra portava alle scale ed aveva la radiologia sul lato detro (tre stanze appena, due per gli strumenti e una per le refertazioni) e le sale prelievi su quell sinistro. Il primo piano aveva una pianta a ferro di cavallo ed ospitava il reparto di ricovero, con due corridoi speculari a quelli del piano sottostante, che tuttavia proseguivano incurvandosi fino a congiungersi. Le stanze dei pazienti avevano tutte almeno due finestre che davano all'esterno, alcune erano doppie, altre quadruple mentre quelle per i pazienti più gravi (come quella di shiltar) erano singole e si trovavano sul davanti, in corrispondenza dell'ingresso principale della struttura.
     
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    Accadde esattamente quello che più temevo...e mano a mano che minuti passavano, girovagando tra quelle vie, quella mia paura si faceva sempre più grande. Alla fine me ne sarei potuto accorgere in due modi: il contatto di una donnola o il rumore di un'esplosione provenire dall'ospedale. Mi fidavo ciecamente di quelle creature, mi avevano accompagnato in numerose e difficili missioni e sapevano quanto tenessi a Shiltar; avrebbero fatto la cosa giusta. Continuavo a ripetermelo ma fu proprio quando avevo realizzato che il mio obbiettivo aveva lasciato quelle case che la vidi...

    ::: Ospedale :::

    " Trovato il ragazzo ? "

    " Macchè, non si trova da nessuna parte. Il boss sta seguendo una pista che ho fiutato ma la vedo dura. Mi ha mandato qui a controllare Shiltar...senti, ma tu gli hai per caso chiesto cosa gli ha ridotti in questo stato? "

    " Sei matto? Non ne ho avuto il coraggio. Di una cosa sono certo però: gli esiti della missione da cui vengono cambieranno le sorti del mondo nin.. "

    " Fermo. C'è qualcosa che non va..."

    Se le abilità della donnola fossero state sufficienti, quella sarebbe sparita scavando nel pavimento del piano prima ancora che il medico fosse entrato [Inseguimenti Kama][Nervi a Fior di Pelle][Immersione Rapida]; il suo olfatto sopraffino avrebbe potuto riconoscere l'odore del suo bersaglio mentre il suo istinto a reagire al pericolo l'avrebbe fatta sparire in un batter d'occhio dalla scena: era stata addestrata così lei, il suo compito era trovare il bersaglio...poi toccava ai rinforzi.



    [Se la donnola riesce a fuggire prima dell'arrivo del ninja]

    Il compito di un inseguitore è trovare la sua preda ed essere pronto a rintracciarla qualora dovesse fuggire. Jukusei avrebbe preso una decisione importante lasciando da solo il suo compagno a vedersela con il manipolatore d'argilla. Ma la missione veniva prima di tutto: doveva contattare Diogene e doveva farsi trovare pronta. L'ospedale nel raggio di comunicazione chakrica (1 km), quindi come prima cosa avrebbe informato Aloysius dell'accaduto: parlare con il Mikawa [Arte della Comunicazione].

    " Gene lui è qui! Io sono riuscito a scappare, è nella stanza con Kaori! "

    Al Mikawa sarebbero arrivate poco dopo anche le parole dell'altra donnola. Infatti, intanto, nella stanza Kaori avrebbe cercato in tutti i modi di far ragionare il ninja e avrebbe attivato anche lei la comunicazione per far capire la situazione al suo evocatore; ovviamente senza farsi scoprire:

    " Aspetta, il nostro padrone conosce bene Midori ed è un ninja potente. Non ha interessi a mettersi contro di te, anche se la situazione ti è sfuggita di mano può proteggerti senza che nessuno si faccia ulteriormente male! Non so nulla della verga dei Kiku di cui tu parli ma so che l'Accademia non sta simpatica nemmeno al nostro evocatore, lo Tsuchikage può trovare in lui un valido alleato! Ragiona: sei ferito, non puoi lasciare il villaggio...se adesso fai esplodere la bomba verrai ben presto circondato...e anche se riuscissi a scamparla a loro ti assicuro che il mio padrone non ti farà uscire vivo dal villaggio. Ti prego, calmati."

    Forse erano parole buttate al vento ma almeno la donnola avrebbe fornito informazioni utili ad Aloysius e avrebbe preso un po di tempo, utile al Mikawa per arrivare. In ogni caso Kaori era pronto a proteggere Shiltar con il suo stesso corpo, frapponendosi tra l'esplosione e lui; il suo corpo era lungo più di tre metri, coda esclusa, e avrebbe potuto fare da schermo anche per le attrezzature che mantenevano il kiriano in vita. Certo, anche se a caro prezzo.

    " Jukusei non perderlo. Sto arrivando."



    [Se la donnola non riesce a fuggire prima dell'arrivo del ninja]

    Jukusei avrebbe si percepito il pericolo ma non sufficientemente in tempo per darsela a gambe. Quando il ragazzo biondo irruppe nella stanza e fece la sua "proposta" vi erano ben poche alternative per le due creature. Abbandonare la stanza e lasciare Shiltar nelle mani del ninja oppure provare a ribellarsi...peccato che nessuna delle due donnole fosse addestrata al combattimento. Kaori avrebbe provato con la dialettica ma a poco sarebbe servito; sapeva già che quelle sarebbero state vane. Era già pronta ad immolarsi per proteggere il corpo di Shiltar dall'esplosione quando, l'altra, gli fece cenno di andar via. Jukusei era più esperta e sapeva meglio gestire situazioni di questo tipo: non avevo scelta, dovevano assecondare il bombarolo e abbandonare la stanza.

    Se il ragazzo avesse mantenuto la parola non facendo detonare l'esplosivo e lasciando andar via le donnole, fu solo fuori pericolo che Kaori scoppiò contro la sua compagna:

    " Perchè lo abbiamo lasciato da solo con Shiltar! Potevamo proteggerlo...dovevamo farlo!"

    " Si e dopo che la bomba fosse esplosa chi ci assicurava che non ne avrebbe tirata fuori un'altra? E poi con quella ferita alla gamba non può andar lontano; ora ho una pista più valida e possiamo ritrovarlo con Diogene."

    " Si ma ora è con Shiltar. Potrebbe staccare la spina..."

    " Sarebbe stato peggio farlo sbroccare. E poi non mi sembra un ninja malvagio, ha perso il controllo della situazione...non farà del male al Mizukage."

    " Gene non la prenderà bene. "

    " Ho sentito tutto, avete fatto bene...ora andiamo a prendere quello stronzo. Kaori tu stai all'ingresso, Jukusei tu rientra da un'altra finestra nella struttura e monitora i suoi movimenti. Pochi secondi ed entrerò dalla finestra."

    Era ora di conoscere di persona quel ninja.



    Arte della Comunicazione
    L'utilizzatore può trasmettere la voce attraverso il chakra. Viene stabilita un contatto tra due ninja attraverso un filo fatto interamente di chakra che parte dalla bocca di entrambi gli shinobi e gli permette di comunicare entro un chilometro. A causa della sua incosistenza è impossibile tagliarlo senza il chakra, inoltre risulta invisibile. Può parlare soltanto chi possiede l'abilità in questione. Per trasmettere la voce è necessario emettere suoni.
    Mantenimento: ¼ Basso per ogni 250 metri
    Aiutante: Base
    Sottoposto: Base
    Boss: Superiore


    Immersione Rapida
    Le Donnole a seconda del loro livello di esperienza e forza sono in grado di muoversi sottoterra, anche scavando, come se fossero in superficie. La velocità di immersione di uscita vanta dei bonus dello scavare. Dalla Viola in su tale azione risulterà rapidissima persino agli occhi di un ninja molto esperto.

    Scavare
    Movimento: Il movimento sotterraneo risulta naturale alle donnole più del semplice muoversi sopra la superficie terrestre.

    Nervi a Fior di Pelle
    Fin tanto che l'utilizzatore resta nelle estreme vicinanze dell'evocatore, massimo entro un metro, questi non potrà essere preso alla sprovvista. Attacchi a sorpresa, alle spalle, agguati, trappole et simila perderanno della loro componente principale, ovvero l'effetto sorpresa. In quest questa capacità durerà al massimo 5 ore.
    Consumo: Basso / Mantenimento: Basso


    Inseguimenti Kama
    L'utilizzatore può seguire le tracce di un sospetto con una facilità naturale, al punto che può muoversi ad alta velocità senza perderle di vista, conducendo il suo gruppo con sicurezza. Premessa la possibilità di seguire una pista o delle tracce, l'utilizzatore può effettuare inseguimenti fino a 5 chilometri di distanza dagli inseguiti.
    Aiutante: +50 m/r
    Sottoposto: +100 m/r
    Boss: +150 m/r


    Edited by DioGeNe - 8/5/2015, 21:16
     
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    [Situazione Critica]

    Jukusei riuscì a comprendere il pericolo appena in tempo, rifugiandosi nel pavimento che, per quanto danneggiato dalla sua fuga, non attirò l'attenzione del ninja di Iwa, troppo concentrato su quell'azione di minaccia. Kaori però rimase da sola, e cercò una via diplomatica, anche se con scarsi risultati visto che il giovane Aizen smise di contare e, sgranando gli occhi come un invasato cominciò a strillarle addosso, mentre il medico arretrava, farfugliando qualcosa Ti prego...calmati, avevi detto...ti ho aiutato solo perchè... Ma quel blando approccio cadde nel vuoto mentre la follia e la furia prendevano il sopravvento.

    NON ME NE FREGA NIENTE DEL TUO PADRONE! IO DEVO PORTARE LA VERGA A IWA! ORMAI MI HA PRESO E NON HO SCELTA. NON MI IMPORTA DELL'ACCADEMIA, ORA DEVO SOLO CONTROLLARE IL DOLORE! DEVO! Scegliere di parlare non era stata la scelta più saggia in quelle particolari circostanze, ed il giovane, col volto distorto dall'ira e dalla disperazione, lanciò in avanti il ragno che aveva sul palmo della mano. La strana creatura rossa non arrivò a colpire colpire la donnola od il corpo di Shiltar. Non era quella la sua funzione. All'apice della sua traiettoria esplose, proprio mentre Kaori cercava di fare da scudo al malato, anche se non fu un'onda d'urto nè uno scoppio incandescente ad avvolgere lei, il ninja di Iwa od il medico, quanto piuttosto una strana polvere rossa spinta dalla deflagrazione quasi fosse un gas o qualcosa del genere. Non avrebbe tagliato le carni nè spezzato le ossa, ma i suoi effetti furono altrettanto devastanti al semplice contatto, inalazione od ingestione: un dolore atroce avrebbe attraversato le membra delle vittime, costringendo i muscoli a spasmi tremendi mentre tutte le terminazioni nervose gridavano come se il corpo avesse preso fuoco!

    Un simile dolore era capace di portare alla pazzia anche una mente disciplinata, e non sembrava affatto che Aizen ne fosse immune, dato che iniziò a tremare come un ossesso, con i lineamenti del volto trasfigurati ed i vasi tanto gonfi da sembrare sul punto di esplodere. Il medico era caduto a terra e si contorceva come un insetto raggiunto dal pesticida, incapace persino di urlare, ma perlomeno Shiltar sembrava essere stato risparmiato o più probabilmente quella strana tecnica non aveva effetto su chi era incosciente...certamente la donnola era tutt'altro che immune [Dolore Grave (DnT) + Semiparalisi + Intralcio Medio per 5 turni]

    Aizen stringeva i denti, trattenendosi dal gridare con una forza di volontà che non ci si sarebbe aspettata giudicandolo dal suo aspetto, anche se forse era più la forza della disperazione a parlare per lui. Il dolore...cresce. Cresce sempre di più. Ma se lo uso poi rallenta. Se lo uso. Devo...devo parlare con Midori e tu sei d'intralcio! Allungò le mani mentre dalle bocche extra due lunghi serpenti d'argilla [3 Unità ciascuno] prendevano il volo per cercare i loro bersagli. Il primo [Energia Rossa+3 tacche] avrebbe cercato di avvolgersi intorno alla donnola, approfittando degli effetti dell'esplosione, mentre il secondo [Energia Rossa] avrebbe cercato di avvolgersi intorno al corpo di Shiltar, aggirando la creatura evocata, che comunque avrebbe verosimilmente avuto già i suoi problemi. NON. DOVEVI. INTERFERIRE. Le mani tremanti erano puntate sulla donnola. Che il serpente avesse fallito o meno, comunque Aizen aveva un enorme vantaggio e poteva uccidere tutti senza troppi problemi.

    Diogenes stava a poco meno di un chilometro e si stava avvicinando...come avrebbe portato il suo intervento?
     
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    " Gene, di sopra non so bene cosa sta accadendo ma Kaori non resisterà a lungo. "

    " Guadagna tempo in ogni modo possibile, sfrutta delle infermiere e dagli un nuovo obiettivo sul quale sfogarsi. Io faccio prima che posso. "

    " Ricevuto. "

    La donnola non esitò e prese ad eseguire gli ordini del suo evocatore. Ormai si era abituata allo stile di Diogenes e alla sua completa indifferenza nell'utilizzare civili senza colpa per il raggiungimento dei suoi scopi. Avrebbe cercato di limitare i danni ma sapeva bene che Shiltar valeva più di una manciata di infermieri qualunque...più di lei stessa. Concetto che anche Kaori sapeva bene e che stava applicando alla lettera.

    La "non esplosione" del ragno-bomba provocò per un istante un sorriso alla donnola che si era completamente messa a copertura di Shiltar. Eppure quel sentimento in pochissimo tempo si trasformò in sofferenza e in urla. Il dolore era quasi insopportabile per l'evocazione che aveva fatto della resistenza alla fatica il suo punto forte ma per nulla adatta alle difficoltà di uno scontro. Ma strinse i denti e si sforzò di rimanere lucida a protezione del prezioso bottino del suo padrone. Quando partirono i due serpenti l'unica cosa che Kaori potè fare fu subire quello indirizzato a lui e, con un disperato sforzo, muovere l'enorme coda in direzione del secondo per diventarne nuovo bersaglio. Quindi con le poche forze concesse dagli arti stranamente paralizzati si gettò in direzione del ninja assalitore, adoperando tutta la quantità di chakra di cui era a disposizione, senza nemmeno fare troppo caso a dove stesse indirizzando di preciso i suoi artigli. L'attacco aveva in realtà il solo scopo di allontanare un'eventuale esplosione dal corpo di Shiltar e, se fortunati, coinvolgere anche lo shinobi.

    Proprio in quel momento un forte getto d'acqua avrebbe preso alle spalle il ninja. Era Jukusei-kama che intanto aveva dato l'allarme generale, pigiando su uno di quei pulsanti rossi protetti dal vetro, e aveva trovato un idrante sufficientemente vicino all'apertura della stanza. L' "attacco", se così si poteva chiamare, non poteva procurare danni ad un chunin addestrato, però poteva essere d'aiuto sia come mezzo di distrazione che per disperdere la polvere rossa che tanto stava facendo penare la sua compagna.
    Al contempo l'allarme antincendio avrebbe suscitato il panico con il consequenziale allontanamento dalla struttura. In questo modo non solo l'inseguitrice avrebbe messo in sicurezza i civili ma avrebbe anche indirettamente chiamato rinforzi (magari proprio gli uomini di Seiichi, se non la polizia del posto). O almeno questo era il piano che era riuscita ad escogitare in così poco tempo.

    Diogenes, che intanto aveva macinato quella distanza compiendo sicuramente un nuovo record assoluto, sarebbe apparso sul ciglio della finestra, adoperando opportunamente il chakra adesivo; aveva studiando attentamente la posizione della camera e l'attivazione della percezione sanguigna gli avrebbe fornito l'esatta posizione del suo rivale. Ancora prima della sua apparizione, Mumei si sarebbe trovata a viaggiare ad una velocità spropositata [900] a mezz'aria, prendendo di striscio anche Kaori, nel tentativo di trafiggere l'esatto punto da dove il sangue sgorgava.
    Il gioco a nascondino era finito.

    " Anf, sei fuori controllo. Fatti...'aiutare' ! "

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    [Situazione Critica II]

    La donnola riuscì a fermare entrambi i serpenti, ma le sue capacità erano ormai completamente sigillate dalla stretta dele creazioni di argilla e dal dolore inferto dall'esplosione di prima. Anche rimuovendo la polvere residua il dolore indotto avrebbe fatto il suo naturale corso

    Sei stata veloce ma è tutto inutile. Non puoi difenderti! Non puoi difenderlo! Non puoi fermare il dolore, solo Midori può! Tremava ancora, certo sotto gli effetti della tecnica dolorosa, e nonostante tutto da una tasca fece capolino un ragno d'argilla che, saltando ben alla larga dalla donnola andò a posizionarsi sulla testa di shiltar proprio mentre scoppiava il pandemonio! L'acqua improvvisa addosso ad Aizen lo confuse ancora di più! AAAAH! Perchè il rumore? E l'acqua! Che succede? CHE SUCCEDE? Nel panico, fortunatamente non pensò a far detonare gli esplosivi, mentre un'infermiera apriva la porta della stanza, evidentemente per seguire le procedure di evacuazione portando in salvo i pazienti. NOOOOO!!! NON DOVEVA FARSI MALE NESSUNO! Strillò il ninja di Iwa, estraendo un Kunai dalla sacca porta armi. Anche l'infermiera prese a urlare, così come molti nel piccolo ospedale. Era il caos, e la donna stava per essere trafitta dall'arma, quando improvvisamente il vetro alle spalle di Aizen si infranse. Mumei stava facendo il suo ingresso.

    La lama trapassò la gamba, ma il grido di Aizen fu più per la sorpresa che per il dolore: sembrava quasi che fosse insensibile, o che stesse già provando il massimo del dolore possibile. UUAAAAHH! Stava ancora urlando, pur senza contorcersi mentre, tremante, si voltava verso la finestra da cui era arrivata la spada. Aizen fissò Diogenes, forse a venticinque metri di distanza, più in basso di un piano, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata in un grido continuo, folle. Non si poteva ragionare con una persona in quello stato. AAAAAAAAAHHHHH!!!
    Tese di scatto la mano, ed un gigantesco passero d'argilla, rosso come il ragno di poco prima, prese il volo verso Diogenes [3 Unità, Energia Rossa +3 tacche]. Avrebbe cercato di seguire il massiccio Mikawa nei suoi movimenti, ma poco importava che riuscisse a raggiungerlo, perchè sarebbe esploso nella polvere rossa non appena a meno di tre metri, causando gli stessi effetti che ora accusava Kaori.
    NON TI AVVICINARE! SE TI AVVICINI QUI FACCIO SALTARE TUTTO! VOGLIO SOLO CHE TU TE NE VADA E NESSUNO SI FARA' MALE!

    Il Mikawa poteva essere potente. La sua spada poteva essere conficcata nella gamba del manipolatore d'argilla. Ma comunque era Aizen ad avere il controllo. O c'era un modo di rovesciare le cose? L'esplosione dei due serpenti avrebbe coinvolto inevitabilmente anche Shiltar.
     
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23 replies since 19/5/2013, 10:22   390 views
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