[Evento Dinamico] La Nave Straniera

Aperto a tutti i giocatori. Scadenza 22/08/13

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  1. Naruto Legend Staff
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    [Una notte di Nebbia]

    Otafuku non è la città più pulita del paese del Fuoco. Certo, si affaccia sul mare ed è spesso battuta dai venti dell'oceano...perdipiù è una città ricca grazie al porto e al fluente commercio. Tutto questo farebbe pensare a una ridente cittadina con viste mozzafiato ed il canto dei gabbiani ma anche i bambini sanno che non c'è nulla di tutto questo nella città portuale di Otafuku. Il traffico di navi e gli scarichi hanno tinto l'acqua di un gradevole color melma in cui il più lurido mostro marino non oserebbe ficcare una scaglia, mentre delicati effluvi di carburante e rifiuti frammisti a sudore umano ammorbano l'aria per tutte le narici non abituate (il comitato cittadino per l'igiene ha dichiarato che un naso nella media impiega tre ore e quarantasette minuti ad abituarsi), mentre le strade, proprio a causa del fluente commercio sono abitate dal lato oscuro di ogni successo commerciale: contrabbando, furti, prostituzione e miseria....il tutto nelle mani di potenti organizzazioni criminali che bramano per il controllo completo.

    Ed come se non bastasse a causa della conformazione del territorio, quasi a conca, non appena giunge una giornata senza vento l'umidità ed il ristagno dell'aria generano una nebbia fitta e maleodorante che i più anziani abitanti del posto salutano come una vecchia amica antipatica con cui non vogliono più avere a che fare, mentre i nuovi perlopiù ricorrono ad epiteti che tirano in ballo alcune madri lavoratrici. Nel mezzo di una di quelle sere di nebbia fitta, una luce all'orizzonte si sarebbe via via avvicinata alla banchina numero sette, sollevando sguardi interrogativi da parte degli operatori portuali: non erano attese navi per quella sera...

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    E poi ecco che fendendo la nebbia il veliero si rese pian piano più visibile: con vele stracciate ed un pessimo aspetto, tanto che qualcuno gridò immediatamente alla nave fantasma facendo degli scongiuri che in un posto per bene non verrebbero affatto visti di buon occhio. Qualcuno dalla vista più avuta però avrebbe scorto un uomo sulla cima dell'albero maestro dove brillava un fuoco fatuo: quelle fiamme erano controllate da qualcuno..e quel qualcuno stava facendo dei segnali per chiedere aiuto: dovevano avere anche le comunicazioni fuori uso!

    Con non poche difficoltà la nave riuscì infine ad attraccare...veniva da Kumo ed era registrata come nave mercantile...l'equipaggio era composto perlopiù da marinai privi di segni particolari, ma certamente il capitano sfuggiva a questa definizione, così come il primo ed il secondo ufficiale. Il capitano era solo un ragazzo che non poteva avere più di quindici anni, mentre il primo ufficiale era una donna con una strana acconciatura e gli occhi spiritati e per finire il secondo ufficiale, sempre donna, aveva il volto seminascosto da strane targhette di carta ricoperte di sigilli.

    La spiegazione che diedero fu molto sbrigativa: erano diretti al Paese del The e provenivano da Kumo, ma una tempesta li aveva ridotti in quello stato obbligandoli a deviare dalla rotta per rifugiarsi a Otafuku. Avevano bisogno di riparazioni ed avrebbero pagato per l'affitto della banchina e per i maestri d'ascia per tutto il tempo necessario.

    jyfb



    E tuttavia non era stata avvistata alcuna tempesta dalle altre navi negli ultimi tre giorni, e la nave sembrava malridotta, ma non tanto da non poter navigare...inoltre non era comune avere un capitano così giovane...o un membro dell'equipaggio capace di generare una fiamma come quella sull'albero maestro. Qualcosa non quadrava...e certamente i rapporti per Konoha non mancarono di partire immediatamente, mentre qualche altro informatore avrebbe avvertito solertemente gli altri tre villaggi.

    Nel giro di nemmeno una notte l'arrivo della nave fantasma e del suo equipaggio fu sulla bocca di tutti.

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    [Una mattina movimentata - Per le Strade]

    Era la via del mercato, ricostruita di recente dopo un terribile incendio ed ora affollata di bancarelle che vendevano ogni cosa, dalla carne ai falsi vasi d'epoca, passando per alimenti, giocattoli ed unguenti miracolosi. In mezzo a quela bolgia di persone che parlavano (o meglio, sbraitavano) compravano, vendevano e, in piccola parte, rubacchiavano con agilità, stava un ragazzino di quindici anni coi capelli rossi vestito in maniera un pò strana e che si guardava attorno con l'aria di chi non sopporta più il baccano! Stava inutilmente cercando di comprare un bracciale da una bancarella ma veniva spintonato ed interrotto di continuo...ma come facevano a capirsi gli abitanti di quella stupida città??

    Alla fine prese una decisione lampo: dato che nessuno voleva venderglielo, decise di prendersi il braccialetto, mollare un paio di Ryo al suo posto e darsela a gambe prima che il venditore potesse controllare se i soldi bastavano o meno. Poco gli importava di quel che sarebbe successo: lo avevano provocato! Peccato che il suo gesto venne scoperto immediatamente (non era mai stato un granchè quanto a manualità) ed il ragazzo si trovò inseguito da due guardie e dall'agguerrito mercante che, ribaltata la bancarella, aveva imbracciato una grossa clava ed ora lo inseguiva fendendo la folla!!!

    MALEDIZIONE IO SONO UN CAPITANO! LASCIATEMI IN PACE!!! Non poteva voltarsi e combattere o avrebbe rischiato di attirare troppo l'attenzione di persone indesiderate...anche se la sua fuga probabilmente stava già attirando parecchi sguardi dalla folla...qualcuno si sarebbe fatto avanti per intervenire?

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    [Una mattina movimentata - La Taverna]

    Contemporaneamente, in una delle taverne più rinomate della città, una giovane donna avvenente ma con gli occhi inquietanti stava seduta al tavolo, ordinando decisamente più birra di quanto uno avrebbe potuto pensare e scolandosela tutta senza mostrare il minimo segno di cedimento. Era mattina e l'idea di ubriacarsi non era esattamente la più allettante, ma la donna istigava tutti i presenti, sfidandoli a batterla in una gara di bevute....e già tre uomini erano a terra boccheggianti sull'orlo del coma etilico!

    Avaaanti! Nessun altro vuole provare a battermi? Lei era allegra e su di giri, ma la sua presa era ferma e non ondeggiava nemmeno. Ci sarebbe voluto qualcosa di eccezionale per sconfiggerla, quasi sicuramente. Andiamoooo..ho passato quattro giorno su una stupida barca piena di gente noiosa e ora voglio DIIIIvertirmi! YEEHH!! Tracannò l'ennesimo boccale. Aveva detto quattro giorni? Ma Kumo non stava a più di una settimana di navigazione?

    Chi avrebbe osato avvicinarsi alla donna?

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    [Una mattina movimentata - Al Porto]

    Sempre in contemporanea, la donna con le targhette avvolte intorno alla testa stava supervisionando i lavori alla sua nave. Era mattina e non ne poteva già più. Desiderosa di una pausa si sarebbe seduta su uno degli ormeggi, stiracchiandosi e guardando il mare (ma vedeva qualcosa attraverso quella roba che aveva in faccia?)

    Intorno a lei i lavori proseguivano fra martellate, verniciature e carico-scarico di merci, mentre lei sbadigliava sempre più forte. Dopo un pò si alzò nuovamente, iniziando a passeggiare per le banchine. Detestava quel genere di lavori ed ancora di più detestava quella stupida città ed il suo odore pungente che certamente avrebbe avuto bisogno di una decina di bagni per essere lavato via. A volte non vorrei avere un naso come il mio... Mormorava seccata risistemandosi il vestito, apparentemente senza accorgersi dei tre loschi figuri che la stavano seguendo.

    Passeggiando, la sua attenzione venne attirata da un cane poco lontano, intento a rosicchiare un osso la cui natura è meglio non approfondire. Si trattava di un bastardello che probabilmente annoverava anche qualche alieno nel suo retaggio viste le chiazze multicolore, ma per qualche motivo scatenò un irrefrenabile desiderio di coccole nella donna, che gettò un gridolino eccitato ed accelerò il passo per raggiungerlo Oh ma che cariiiiino!!! Come prevedibile il cane scappò, infilandosi in un vicolo, con la donna subito alle calcagna e lo stesso poteva dirsi dei suoi tre inseguitori!

    Non passarono che pochi secondi e si udì un grido terrorizzato da parte della donna AAAAAAAAAAHHHHH!!!!!!!
    Ci sarebbe stato qualcuno per sentirla? E sarebbe accorso...solo per trovarla di spalle, coi tre inseguitori fatti letteralmente a pezzi e sparsi per tutto il vicolo?

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    Agganci Narrativi
    Questo è il primo Evento Dinamico che viene aperto. Come potete vedere nel Regolamento si tratta di un evento di breve durata che ha impatto sulla trama generale del forum. A differenza dello standard citato nel link del regolamento però, in questo evento estivo CHIUNQUE può partecipare ed in qualche modo influenzare l'andamento dell'azione. Tuttavia se nessuno posterà entro la scadenza, la giocata verrà chiusa e la trama generale si evolverà in maniera autonoma, in genere negativa.

    Non è necessario avere un grado elevato nè una scheda pronta nè altro per partecipare, questo non è un Evento mirato al combattimento (certo, se voi per primi scatenaste una rissa potrebbe anche esserci da combattere, ma non è necessario) e sono graditi tutti, dagli studenti agli uberjonin. Inoltre si tratta di una giocata abbastanza semplice, per cui non serviranno certo dei megapost impegnativi.

    Quelli che seguono sono alcuni motivi per giustificare la presenza del personaggio ad Otafuku durante questo evento, casomai servissero. Ricordate che quelle che seguono sono giustificazioni "pronte all'uso" se non aveste altri motivi per partecipare.

  2. Ninja di Oto: Oto e Kumo sono ai ferri corti, per non dire sul piede di guerra, ed anche se c'è un divieto di attaccare le navi mercantili del paese vicino, nulla vieta di curiosare per scoprire come mai una nave così grande ed equipaggiata è arrivata a Otafuku, quindi il villaggio, saputo dell'arrivo dei mercanti di Kumo, non può che promuovere una "gita innocente" al porto del Paese del Fuoco, incoraggiando anche gli studenti e i genin, giuto per "dare un'occhiata"
  3. Ninja di Konoha: Per motivi simili a quelli Otesi, Konoha non può certo soprassedere alle strane circostanze dell'arrivo della nave al suo porto principale. Temendo che Kumo possa avere contatti con le organizzazioni criminali del paese del fuoco (il Loto e l'Edera) l'amministrazione ha incoraggiato i suoi ninja, di qualunque grado, a farsi un giro a Otafuku giusto per essere sicuri che non ci siano troppi problemi o affari troppo sporchi. Non è una vera missione, ma un caldo incoraggiamento che potrebbe fruttare qualche ryo in caso di informazioni utili raccolte.
  4. Ninja di Suna: recentemente una nave che doveva portare rifornimenti per il villaggio (che quanto a risorse versa in cattive acque) è andata dispersa. Ma dalle informazioni raccolte la misteriosa nave di Kumo che è arrivata a Otafuku ha seguito una rotta molto similare a quella dispersa (sempre che le informazioni siano vere) quindi l'amministrazione ritiene che un'indagine discreta, senza particolare dispiegamento di forze, possa essere interessante
  5. Ninja di Kiri: Otafuku è uno dei principali porti a cui fa capo il commercio del Paese dell'Acqua, ma l'arrivo di una nave di Kumo non piaciuto ai mercanti abituali. A causa del conflitto con il paese del fulmine ben poche navi di Kumo commerciano attivamente con Otafuku, e Kiri gradisce che la situazione rimanga com'è. Nuove navi possono voler dire meno guadagni, quindi se "per caso" qualche ninja di Kiri passasse per Otafuku e complicasse un poco la vita a quei mercanti il villaggio potrebbe essere "casualmente" riconoscente.
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  7. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    Problemi al Porto di Otafuku


    ~Il solito pattugliamento ad Otafuku~


    Una giornata come le altre, ecco che cosa doveva essere quel giorno per Atasuke, un semplice giorno come molti altri prima di quello e come molti altri invece nel prossimo futuro. Infatti anche quel giorno si era presentato al lavoro alle mura come tutte le mattine al sorgere del sole, e come tutte le altre volte aveva ascoltato i suoi ordini con attenzione e senza lamentele si era diretto sul luogo della sua "missione giornaliera".
    Fin qui tutto appariva normale se solo non fosse che in questo caso gli erano stati dati dei dettagli anormali: primo tra tutti che avrebbe fatto parte di un team di ricognizione anzichè fare la normale ronda in coppia con un collega; poi che erano accaduti strani eventi la sera prima al porto, in particolare legati ad una nave "fantasma" arrivata da kumo e svariati commenti sui tre che erano sbarcati, apparentemente il comandante ed i suoi, o meglio, le sue due sottoufficiali. La cosa era certamente sospetta, tuttavia neppure tanto più sospetta della solita vecchia Otafuku, anche se le precauzioni prese erano certamente maggiori rispetto al solito.

    [...]


    Era giunto sul luogo con i suoi tre compari ormai da diversi minuti. Dividendosi a coppie avevano pattugliato le strade ed osservato, in particolare, la via del mercato da poco rimessa in sesto, stando però bene attenti a non mescolarsi nella folla che già ghermiva le poche bancarelle aperte e quelle che andavano aprendo. Rimasero quindi sui tetti a scrutare dall'alto senza attirare troppo l'attenzione, facendo in fondo ciò per cui erano addestrati. Non trovando nulla di particolarmente insolito proseguirono raggiungendo quindi la zona del porto dove la famigerata nave fantasma era attraccata.

    °E dunque questa è la famosa "nave fantasma da kumo"... Nulla di così inquietante a dire il vero... anche se effettivamente le vele mi paiono particolarmente malridotte... cosa normale dato che sembra abbiano incontrato tempesta lungo il viaggio... Comunque è meglio investigare dato che questo è il nostro compito...°


    Raggiunse quindi un vecchio seduto poco distante su di un barile probabilmente contenente pesce dato il fetore di pescato non troppo fresco.

    «Mi perdoni... Sono Atasuke Uchiha dei guardiani e sono qui in veste ufficiale dal villaggio... sa dirmi se questa è la nave attraccata la scorsa notte proveniente da Kumo?»


    Il vecchio parve non averlo udito, anche se molto più probabilmente stava fingendo di ignorarlo. Tuttavia quando quasi perse le speranze di una risposta il vecchio si mise a parlare a sua volta.

    "Si giovanotto... Questa è la nave che stavate cercando... Anche perchè credo la steste cercando o mi sbaglio?"

    «Si, in un certo senso la stavamo cercando... la ringrazio dell'informazione»


    E con un semplice sorriso ed un breve inchino Atasuke si allontanò dall'uomo per ricongiungersi con i suoi compagni riferendo l'informazione.

    «Bene, questa sembra essere la nave di cui ci avevano parlato... dato che siamo qui per informazioni direi di dividerci in cerca di informazioni da parte di chi sta lavorando alle riparazioni, ma soprattutto da parte dell'equipaggio. Per evitare casini eviterei di imbarcarci senza l'autorizzazione del capitano o dei suoi ufficiali, quindi credo sia meglio interrogare per ora solo gli uomini a terra ed il personale delle riparazioni, poi appena becchiamo uno dei tre che ci hanno segnalato possiamo proseguire anche con la perquisizione a bordo... Qualcosa in contrario?»


    Nessuno parve avere obbiezioni e così il team si divise in quattro parti ed Atasuke proseguì cercando direttamente uno dei tre ufficiali cercando informazioni in giro e chiedendo a chi incontrava lungo quel molo.
    La ricerca durò a lungo dato che subito nessuno sembrava sapere nulla di dove fossero i tre, finchè un lavoratore non senza sforzo gli disse che fino a pochi minuti prima una dei tre, forse una sottoufficiale era li a supervisionare i lavori si era allontanata inseguendo un cane. A quell'informazione atasuke si sentì quasi interdetto, tuttavia non lo diede a vedere lasciando sul proprio volto quella maschera di rigore che sempre indossava quando eseguiva compiti ufficiali.
    Seguì quindi la direzione indicata dal lavoratore nella speranza di riuscire in breve a rintracciare la donna, sempre che quella fosse effettivamente la persona che stava cercando.
    Tutto d'un tratto però udì un grido, un urlo dal timbro femminile, un urlo disperato che pareva provenire da un vicolo poco distante.

    °Dannazione, che sta succedendo? Meglio intervenire... Trovare uno dei tre a questo punto passa in secondo piano°


    Pensò Scattando rapido in direzione dell'urlo in modo da cercare di arrivare in tempo per salvare la ragazza o per evitare che accadessero possibili spiacevoli conseguenze di quell'urlo, non immaginando ovviamente ciò che avrebbe visto di li a poco.

    [...]


    Giunto sul posto quasi non credette ai suoi occhi. In effetti una ragazza sembrava esserci e probabilmente era stata lei ad urlare, tuttavia non riusciva a trovare un diretto nesso con la carneficina che lo circondava.

    °Per gli dei... ma che è successo qui? Che razza di demone è quello che ha fatto questo macello?°

    «Hey tu!... Chi sei? E che cosa ci fai in questo vicolo? Ma soprattutto che cosa è successo qui intorno?»


    Ella era di spalle e per questo non potè vedere che si trattava in effetti della persona che stava cercando, particolarmente riconoscibile per quei foglietti estremamemnte simili a carte-bomba che le cingevano il volto. Un dettaglio estremamente facile da notare e da ricordare, anche per i lavoratori che la avevano a malapena vista di sfuggita.
    Attese comunque una risposta dalla ragazza prima di iniziare ad avvicinarsi cautamente cercando di evitare ad ogni passo le pozze di sangue o i pezzi di cadavere sparsi ovunque.

    °Dannazione... Qui si tratta di una cosa grossa, anzi... Dannatamente grossa anche per otafuku... per quanto qui gli omicidi siano all'ordine del giorno è assolutamente anomalo trovare un tale macello...°


    Raggiunta la ragazza le avrebbe parlato e se questa fosse rimasta voltata le avrebbe cautamente poggiato la mano sinistra sulla spalla destra per poi imprimere una lieve trazione per cercare di farla voltare in modo da poterla "vedere in volto".

    «Tutto a posto? Chi o cosa è stato a fare questo macello? Tranquilla, a me puoi dirlo, sono un guardiano di Konoha, quindi puoi fidarti... Raccontami tutto quello che sai...»


    Ed a quel punto non gli rimase che attendere ed ascoltare ciò che lei poteva dirgli mentre la sua mano destra sotto al mantello era lentamente scivolata verso l'impugnatura di una delle due wakizashi, più per precauzione che altro.


    OT - Ok, diamo il via a questa prima giocata dinamica. Auguro una buona giocata al QM ed a tutti i partecipanti! :riot: - /OT
     
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    Otafuku

    Investigazione x Salvataggio x Destino

    I


    Tamashii
    Narrato Parlato Pensato Linguaggio natio



    Antefatto
    Suna, Uffici amministrativi...


    La giornata del giovane nomade non era iniziata sotto il migliore degli auspici.
    Alle prime luci dell'alba un ragazzino che, dall'aspetto poteva avere all'incirca la sua età, si era materializzato davanti la porta della sua abitazione con una richiesta di convocazione negli Uffici dell'Amministrazione. La missiva portava il sigillo di Satoru Shinjuiro, il facente funzione di amministratore, un tipo apparentemente blando, dalla parlata pedante e dall'entusiasmo di un bradipo.
    Era trascorsa ormai un'ora da quando era stato ricevuto da Satoru in uno degli archivi amministrativi. Si trovava in piedi a pochi passi da una scrivania sommersa da pratiche burocratiche, rotoli di pergamena e un set di timbri. Il silenzio che era calato dopo i saluti di rito era diventato fin troppo opprimente.
    Di tanto in tanto il ragazzino volgeva lo sguardo verso gli scaffali stipati di documenti, alcuni dall'aria consunta, altri protetti da teche di vetro con un'espressione di puro interesse.

    Tamashii kun, vi pregherei di focalizzare la vostra attenzione sul motivo della vostra presenza in questa sede. esordì Saturu senza distogliere lo sguardo dal fascicolo che stava visionando Dal rapporto che ho ricevuto sembra che il vostro entusiasmo abbia arrecato danni alla biancheria di Miyuri san stesa ad asciugare lungo i fili che correvano da un'abitazione all'altra lungo la via degli artigiani, al raro bonsai di Aloe dichotoma presente sul balcone della villa di Saishiro dono, all'intonaco di alcuni edifici nella parte antica di Suna... E come se non bastasse siete riuscito ad allertare le guardie presenti lungo le mura perimetrali, andandovi a schiantare sul carro del più facoltoso mercante della carovana che stava varcando le mura.

    Il ragazzino avrebbe voluto obiettare che si erano trattati di incidenti di percorso, che non era colpa sua se l'Aloe come si chiama si trovava pericolosamente in bilico sul bordo del balcone e lui l'aveva accidentalmente sfiorata con un lembo del suo abito, che con un clima che preannunciava una tempesta di sabbia era da incauti stendere i panni ad asciugare lungo la traiettoria che aveva precedentemente studiato per il suo esperimento e che la carovana aveva avuto un forte ritardo sulla tabella di marcia ora era a causa sua? Se non si fossero attardati lui non avrebbe rischiato di rompersi l'osso del collo finendo dritto contro l'intelaiatura di quel carro.
    Ma ebbe la saggezza di tenersi tutto dentro per non aggravare ulteriormente i guai in cui sembrava trovarsi.

    Se dovessi stabilire un risarcimento dovreste lavorare gratis per il villaggio fino alla vostra maggiore età... la nostra maggiore età... si corresse ricordano che il ragazzino davanti a lui era considerando già un adulto secondo la tradizione del Popolo del Vento. Non è compiendo simili prodezze che riuscirete ad ottenere la certificazione di artificiere. Il progetto di un aliante costituito una tavola di legno, con una vela fissata su assi flessibili che può essere posizionata come una sorta di ala e un'elica che in linea di principio dovrebbe essere attivata con l'energia eolica è un progetto che merita più attenzione da parte vostra. Non siete ancora in grado di padroneggiare l'arte del vostro clan e visti i risultati ancora non siete in grado di sfruttare al meglio il vostro chakra. Tamashii fece per prendere la parola, ma l'altro lo zittì con il flusso delle sue considerazioni. D'altra parte per questa volta potrei passare sopra all'accaduto se compirete una piccola missione per mio conto. esordì fissando con aria seria il giovane nomade Si tratta di indagare sulla scomparsa di una nave che doveva portare dei rifornimenti al villaggio. La carovana, su cui vi siete schiantato con il vostro aliante, avrebbe dovuto trasportare le mercanzie scaricate dalla nave dal porto di Mizuru, la città portuale tra le più vicine a Suna dove era previsto l'attracco, fino da noi. Purtroppo non è mai arrivata a destinazione. Se accettaste di scoprire che fine abbia fatto cercando di avere informazioni nei luoghi dove avrebbe dovuto fare calo, potrei revocare gli arresti domiciliari e considerare chiusa la questione risarcimento danni. In fondo chi non ha mai fatto una bravata del genere durante la sua adolescenza? Soprattutto tra i Chikuma, un'aggiunta che non arrivò alle orecchie del ragazzino.

    Voi, Satoru san , ma furono pensieri che rimasero tali per il quieto vivere.

    Se accetterò la missione, mi promettete quindi che non ci saranno conseguenze ne' per me ne' per il mio clan?

    Lo sguardo del jonin valeva più di mille parole. Non più di quelle che ci son o state finora. Un incidente del genere non si può cancellare come se non fosse mai accaduto, ma non ci saranno altre ripercussioni. rispose, mentre porgeva al ragazzino gli incartamenti inerenti alla missione, un fascicolo che si era materializzato tra le sue mani come per magia.
    Tamashii fece qualche passo avanti per prendere l'intera documentazione, restando in silenzio.
    Non aveva molte scelte al riguardo e l'ultima cosa che voleva era di recare danno a Hoshi sama.

    All'interno troverete un salvacondotto che vi permetterà di viaggiare senza preoccuparvi delle spese. Tutte le informazioni sono racchiuse in quei fogli, compresa la rotta che avrebbe dovuto percorrere la nave, l'equipaggio e il presunto carico.

    Ed era tutto?

    Potete andare. concluse con lo sguardo fisso su un foglio di pergamena, che aveva srotolato nel frattempo.

    Si, era tutto! Nessun'altra parola da aggiungere al riguardo.

    Con permesso, Saturu sama. si congedò il ragazzino con un accenno di inchino.

    Una volta richiusa la porta alle sue spalle, il Coelurosauravus uscì dal suo nascondiglio entro lo zainetto del giovane nomade.

    Poteva andare peggio, non è vero? commentò nella sua lingua natia in direzione di Koryukaze, che si era librata in volo.


    Otafuku,
    Per le Strade...


    La ricerca di informazioni riguardante la nave scomparsa si rivelò più ardua del previsto. Seguendo le tappe a ritroso non trovò alcun accenno di avvistamento, come se fosse scomparsa nel nulla.
    Raggiunse Otafuku dall'entroterra, ignaro della presenza della nave mercantile proveniente da Kumo che stava facendo parlare di sé, ignaro che quella stessa nave aveva percorso fino a quel momento una rotta simile alla nave scomparsa.
    Si era incamminato tra le vie del luogo con Koryukaze arrotolata sopra lo zaino, diretto a passo spedito verso la capitaneria di porto, una volta chieste le indicazioni ad uno dei mercanti di una bancarella che vendeva dango.
    Mentre stava mangiucchiando l'ultimo dango, cercando di svicolare dalle vie affollate di ogni merce in vendita su banconi o tappeti improvvisati a "negozi", la sua attenzione fu richiamata da una serie di grida dal tono sempre più crescente.
    Incuriosito il giovane nomade si fece strada per ritrovarsi davanti un ragazzo dai capelli rossi all'incirca suo coetaneo, forse più grande di un paio d'anni, dai vestiti che rivaleggiavano con i suoi in quanto a esoticità, che stava correndo inseguito da tre persone, da due guardie e un mercante armato di clava, con un'espressione stampata sul volto che non prometteva nulla di buono.
    Avvenne tutto all'improvviso.
    Senza stare lì a pensare se fosse giusto o meno Tamashii sfrecciò al suo fianco, svicolando tra la folla, distanziandolo di qualche passo.
    Sempre in corsa il ragazzino estrasse da una delle sacchette che portava alla cintura una manciata di biglie di metallo e senza troppi rimorsi le lanciò dietro allo sconosciuto dai capelli rossi con l'intenzione di rallentare gli inseguitori.

    Posso farti uscire da questa situazione, ma devi fidarti di me! esclamò in direzione del giovane capitano, di cui il nomade ignorava l'identità.
    Se si fosse fidato avrebbe cercato di mettere più distanza possibile tra loro due e gli inseguitori per teletrasportali via al sicuro. Avrebbe pensato ad un secondo tempo alle conseguenze del gesto. Per il momento si stava fidando del suo istinto.
    Stava al capitano decidere ora se fidarsi o meno del ragazzino dagli abiti esotici che non sembrava indossare alcun segno distintivo che lo identificasse come uno shinobi di Suna.


    Biglie Metallo: 1/1
     
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  9. Shuh
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    La Nave Straniera

    { Post Primo
    Paese del Fuoco
    Otafuku }


    OT

    La prima parte è un excursus sul mio pg, se non vi interessa vi consiglio di saltarla

    /OT


    La nave fantasma di Otafuku stava attirando molte attenzioni nella comunità ninja, per via di svariate stranezze legate al suo viaggio e ai suoi marinai. Ogni villaggio aveva diversi motivi per interessarsene. Il che rendeva quasi incredibile il fatto che il ninja di Suna fosse giunto, casualmente, ad Otafuku durante uno dei suoi numerosi viaggi (fra missioni e viaggi di piacere passava più tempo fuori dal villaggio che dentro, il che non stupiva visto che non sentiva il minimo attaccamento per Suna) e fosse giunto, casualmente, la mattina prima dell'arrivo della nave fantasma. Certe volte le coincidenze potevano dar adito a delle strane soluzioni. O ad enormi problemi, a seconda di come si volesse considerare Kensuke Kasumi, smemorato, praticante di arti marziali e disastro ambulante (anche se questo aspetto era dovuto alla sua incapacità in qualunque cosa che fosse diversa dal colpire una qualche faccia con il suo pugno).
    Comunque aveva riposato alla taverna di Otafuku la sera dell'arrivo della nave e si era svegliato solo il mattino seguente. Non sapeva nulla né dell'arrivo della nave, né della composizione del suo strano equipaggio, né del fatto che la donna che si trovava al piano di sotto era un membro dell'equipaggio stesso. Se l'avesse saputo, e se avesse saputo degli interessi che il villaggio poteva avere in certe informazioni che quella donna poteva possedere avrebbe cercato di evitarla. Era si un ninja, ma non lavorava mai fuori dal proprio orario, e non cercava di eseguire missioni nel suo tempo libero per il bene del villaggio o per raccimolare qualche soldo in più, che sicuramente sarebbe finito in qualcosa da bere/fumare o in dolce compagnia a pagamento.
    La consapevolezza che la propria fisionomia cerebrale poteva causargli la perdita di tutta la sua memoria e coscienza in un qualunque momento e senza una causa aveva causato gradualmente in lui una strana forma di indolenza e di edonismo. Dopotutto se non poteva lavorare per migliorare il proprio futuro, tanto valeva godersi la vita fino a quanto la sua coscienza non fosse stata cancellata no?



    [Una mattina movimentata - La Taverna]

    Kensuke si svegliò un po' più tardi del suo solito, totalmente ignorante degli eventi della notte prima e della misteriosa nave che era approdata ad Otafuku, e scese subito, sbadigliando vistosamente. Un paio di persone lo salutarono, se c'era una cosa che sapeva fare era attirare l'attenzione e farsi sempre nuovi amici o nemici. Aveva un carattere e degli atteggiamenti un po' estremi a volte, o lo si amava o lo si odiava, lui era quel tipo di uomo.

    Giunto alla sala comune, vestito con dei comuni vestiti occidentali un pantalone lungo, delle scarpe sportive ed una maglietta che metteva in risalto il suo fisico estremamente muscoloso il giovane dai capelli biondi si sedette al bancone, chiedendo un caffé doppio e qualcosa di salato da mangiare. Si accorse solo allora che, come suo solito, si era scordato il coprifronte a Suna. Come faceva sempre quando viaggiava per conto suo. Mentre attendeva la colazione sentiva delle voci possenti da un tavolo che si trovava dietro di lui, dove a quanto pare si stava svolgendo una gara di bevute. Toshi, il locandiere, giunse con un paio di tramezzini e il suo caffé e Kensuke gli chiese se avesse dormito lui troppo o se veramente c'era qualcuno disposto ad ubriacarsi alla mattina presto.
    L'oste gli confermò che lui era stato abbastanza mattiniero, certo non quanto i pescatori e i commerciali del luogo, ma di sicuro più dei rarissimi turisti che per via di una tempesta od altro si trovavano loro malgrado bloccati li.
    Il giovane sunese sorrise, e ci mise qualche minuto a finire di saziarsi, giusto il tempo per permettere alla donna di distruggere il suo terzo sfidante. Si, si trattava di una donna, Kensuke ne era sicuro, anche se a giudicare dalla parlata doveva aver frequentato un ambiente tipicamente maschile e di basso rango, un po' come un porto, anche se dagli sguardi e dai commenti degli avventori aveva capito che non si trattava di una scena abituale quella, quindi quella donna doveva essere giunta in paese da poco.
    Un piccolo mistero su cui indagare, giusto per divertirsi un po'. Senza contare che quel giorno non aveva molto di meglio da fare che prendersi una bella sbornia. Fece un cenno ad una cameriera, forse la figlia dell'oste a giudicare da qualche vaga somiglianza, e si fece portare due boccali di birra schiumante. Quella sospirò, probabilmente abituata ai perditempo che non avevano di meglio da fare che ubriacarsi tutto il tempo, ma non disse nulla. Dopotutto quei beoni erano i loro migliori clienti e loro avevano bisogno di soldi. Senza contare che gli ubriachi lasciavano sempre più mancia di quello che si rendevano conto, volenti o nolenti.

    Avaaanti! Nessun altro vuole provare a battermi?

    L'ennesima provocazione della donna venne lanciata proprio mentre Kensuke riceveva il gustoso nettare ambrato. Che in realtà, essendo birra servita in una bettola come quella, non aveva nessuna di quelle tre qualità. Sembrava più acqua sporca (tutti sospettavano che Toshi la allungasse con dell'acqua) ma se anche Kensuke se ne fosse accorto non ne fece cenno. Si diresse, con il più meraviglioso e falso sorriso possibile, verso la donna, si sedette al suo tavolo e posò con violenza i due boccali sul tavolo, senza romperli ma facendo uscire due piccoli schizzi di birra che ripulirono il tavolo appicicaticcio.

    - Beh bellezza, che ne dici di divertirti un po' con me? Ti prometto che non sarò noioso come le mezzeseghe a cui sei abituata. -



    e, senza aspettarla, iniziò a scolarsi il suo boccale.

    Non sapeva ancora che quell'incontro apparentemente casuale poteva fargli partecipare a degli eventi strani e misteriosi, o inserirlo all'interno della missione di qualche altro shinobi. Le possibilità potevano essere infinite, ma lui era solo un uomo che voleva divertirsi. E che probabilmente sarebbe finito in eventi più grandi rispetto a quelli che lui si figurava nella sua mente che in quel momento pensava solamente all'oblio alcolico e al calore del corpo di una donna.

     
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  10. Shisui Uchiha.
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    Una sera come tante a casa di Shisui. Il ragazzo stava aiutando la madre a preparare la cena, quando suo fratello Riuji irruppe in cucina come un tornado facendo subito scatenare le ire della donna. Ma poco dopo, una volta che l'adolescente prese a parlare in maniera comprensibile anche al resto della famiglia, tutto fu chiaro e le reazioni furono le più disparate. Innanzitutto, la notizia riguardava il ventenne stesso che, doveva ammetterlo, fu a dir poco sorpreso; e poi la madre, che nonostante non si aspettasse una notizia simile, fu sorpresa e piuttosto rilassata. Ma perchè una novella doveva suscitare tante reazioni differenti? Semplice: Riuji era appena stato congedato dall'Hokage da era andato a fare rapporto per una missione che aveva svolto con dei suoi amici e per averne un'altra. Nel mentre, però, il saggio del villaggio ne approfittò per dargli due incarichi: il primo era comunicare a Shisui che era stata trovata una missione che andava bene anche per lui, e che il fratellino lo avrebbe accompagnato fino alla meta, la città di Otafuku, per poi proseguire ai confini del Paese del Fuoco, verso il Paese del The.
    Ebbene sì fratellone! Disse Riuji. Andremo in missione insieme. Pare che sia arrivata una strana nave a Otafuku e hanno bisogno di qualcuno che vada a dare un'occhiata. Io ti potrò solo accompagnare fino a là, perchè poi avrò altro da fare. Ma alla fine credo che sarà nulla di chè, però hanno detto che comunque, anche se sei studente, sei comunque adulto. Puoi passare tranquillamente per un turista o un mercante. Ovvio, alle brutte ti conviene filare, ma comunque su ai piani alti non pensano che sia così pericoloso.
    Se l'Hokage pensa che Shisui sia in grado di poter fare una cosa del genere, allora non credo che si corra il rischio di finire in brutti guai.
    Grazie mamma.
    Oh, non essere suscettibile. Sei comunque uno studente, non ti possono dare missioni troppo rischiose.
    Ahaha, Shisui, non dirmi che starai per andare a recuperare gattini spaventati....
    Sfotti pure, Riuji. E dimmi, tu come mai non sei stato scelto? Non sarai mica passato a dare la caccia ai canarini fuggiaschi!
    No, io devo andare al confine con il Paese del The.
    Assaggiatore di un nuovo infuso?
    Ah-Ah. Fottiti Shisui.
    Ehi! Ragazzi!
    La questione si chiuse poco dopo aver deciso i dettagli. Partenza subito dopo cena. Se avessero avuto il vento a favore, con due pause corte e una terza per dormire, sarebbero arrivati per metà mattina.

    [...]



    Fu così infatti. Il gruppetto di ninja giunse nella cittadina portuale quando ormai si era nel vivo della routine quotidiana. Era la prima volta che Shisui andava così lontano da casa, e la cosa lo disorientava un pochino. Per quanto potesse essere in gamba, si sentiva comunque un po' spaesato, e certo il fetore che girava per quel posto non aiutava affatto. Come prima esperienza, doveva ammetterlo, la sentiva già disastrosa. Ma alla fine sì, come disse sua madre la sera prima e come ripeterono i compagni di viaggio mentre si muovevano, se in questa missione venivano coinvolti studenti, sicuramente non c'era nulla da temere. O almeno, questo era il pensiero comune.
    Allora, Shisui. Ora dovrai camminare da solo. Qual è il tuo piano?
    Con l'espressione lievemente nauseata, il ragazzo si stava pentendo di aver fatto colazione.
    Trovare una maschera e una riserva di ossigeno. Mioddio, ma questo posto è....è...
    Oh, smettila di fare la prima donna. Sei in missione. Sii serio e comincia da qualcosa, no? Idee? Spremiti!
    Smettila di pressare Riuji. Comunque, l'obbiettivo è raccogliere informazioni su una nave e il suo equipaggio, no? Direi di andare in porto a trovare la nave. E' più grossa di una persona, e sicuramente ci sarà almeno un mozzo da poter ascoltare.
    Il fratellino lo ascoltò, soppesandone la logica e cercandone una conferma dai suoi compagni.
    Sì, ok. Hai abbastanza cervello da essere lasciato da solo.
    Sentenziò il giovane.
    Ah, un' ultima cosa. Fai attenzione alle tasche: qui il furto e lo scippo sono una tradizione. Sicuramente troverai altri shinobi della Foglia. Prova a sentire anche loro. Magari uno più esperto può esserti utile.
    Gli fece l'occhiolino e partì.
    Ci si vede!
    Anche Shisui li salutò ringraziandoli per la scorta e le informazioni, incamminandosi poi verso il mare. Come aveva detto: doveva trovare il porto. Non fu molto difficile. Il difficile fu il rimanere naturali e tranquilli, all'inizio. Non essendo abituato, lo studente si comportava come tale: continuando a guardarsi intorno e toccandosi continuamente le tasche e lo zaino sulle spalle temendo di essere rimasto in mutande senza accorgersene. Ci mise un'ora prima di rilassarsi un attimo e comportarsi come tutti. Intanto aveva trovato il porto, e chiedendo in giro, si sorprese nello scoprire che praticamente chiunque sapeva di questa nave.
    "Allora non è poi così segreta come missione...."
    Pensò l'Uchiha congedandosi con un sorriso da un vecchio carpentiere in pensione. Fu allora che un altrettanto vecchio lupo di mare si intromise fermando il ragazzo.
    Sei un ninja?
    Eh, chi? Come prego?
    Io ho naso per queste cose ragazzo! Stai lontano da quella nave, è maledetta! Io lo so. Lo sento! Il loro equipaggio è molto, molto strano. Non vedevo cose simili dai tempi in cui navigavo per mari lontani.
    "Ottimo, mi ci mancava il vecchio nostalgico con la sbronza mattutina."
    Però forse poteva essere utile. Il difficile stava nello scindere verità e spacconate nelle sue parole.
    Pare siano sopravvissuti ad una tempesta, ma a me non la daranno a bere, quei furfanti! Il loro capitano è un ragazzino! E i suoi ufficiali sono demoni!
    Ok, no, sarebbe stata una cavolata!
    Nessun ragazzino può gestire un trasporto così grande. E poi c'è quella ragazza con i sigilli in viso. Sicuramente lei è una....
    Ma qualcosa distrasse Shisui dal racconto del vecchio: un urlo quasi disumano.
    Il demone, IL DEMONEEEEEE!!
    E sparì urlando. Il vent'enne, però, non poteva ignorare la cosa. Poteva essere una pista come poteva essere una perdita di tempo, ma per capirlo, bisognava investirci il tempo necessario. Non fu difficilissimo individuare il luogo esatto. Era nei pressi del molo, non molto lontano dalla nave delle dicerie che imperversavano lungo le strade. Ma una volta che il ninja di Konoha riuscì a farsi spazio trai curiosi accorsi per vedere, a quel punto sì, che si il giovane Uchiha si sentì poco bene. Quel che vide....l'odore insopportabile era niente, se paragonato a quello spettacolo. Sangue, sangue ovunque, e pezzì di cadavere altrettanto. Shisui iniziò a sbiancare. Non era previsto. Insomma, non doveva essere una cosa tranquilla? Una semplice raccolta di informazioni? Ok, che i metodì diretti potevano dimostrarsi utili per abituarsi a certe cose, ma così era veramente uno schianto contro il muro. Un uomo, apparentemente sembrava anche lui un abitante del villaggio della Foglia, si avvicinò alla donna. Shisui all'iniziò non realizzò, troppo impressionato dalla scena, che la ragazza che era stata trovata lì in mezzo e che aveva gridato, altri non era che....:

    E poi c'è quella ragazza con i sigilli in viso

    Era lei. Ma ancora lo studente non se n'era accorto.
     
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  11. newlord
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    In quei giorni non c'era niente di interessante da fare, mi limitavo a dormire la maggior parte del giorno e a escogitare un qualche stratagemma per nascondere i miei nuovi quattro arti extra che ormai, dall'incontro con Jouka, erano diventati parte integrale del mio corpo.
    Non mi piaceva l'idea di essere visto come un mostro e mi ero ripromesso di mostrare le mie nuove "particolarità" solo in caso di pericolo ed estremo bisogno.
    Per quanto riguardava l'occhio in più, chiudendolo, riuscivo a dare l'impressione di non averlo.
    In quel momento sentìì bussare alla porta.

    -Merda! Mi vedrà gli arti extra!-

    Mi avvolsi il corpo attorno ad una coperta e aprendo la porta, un ambu, con un rapido gesto, mi porse una lettera e come era apparso svanì.
    Tornato in casa, lessi il contenuto della lettera, sfuggendomi un sorriso.

    -Queste sì che sono missioni piacevoli!-

    Nessuna minaccia, nessun problema in particolare: solo una capatina ad Otafuku, nei pressi di Konoha, per raccimulare informazioni riguardo ad una nave di Kumo approdata in quella zona.

    -Eh va bene...non credo ci metterò molto...-

    Ottimista come al solito, mi apprestai all'imminente partenza.

    [Otafuku | Al Porto]

    Il viaggio fino ad Otafuku si rivelò tranquillo, riuscendo a raggiungere la mia destinazione nel minor tempo possibile.
    Ero soddisfatto anche perchè avevo trovato un modo di indossare gli abiti celando le quattro braccia in più lasciando appena sotto le ascelle "originali" dei fori che avrebbero contribuito a far uscire in maniera rapida le braccia extra in modo da non incepparmi nei movimenti e durante la loro "estrazione" per combattere al meglio.
    Ma tornando alla missione: per prima cosa decisi di ispezionare il porto.
    Questo emanava un fetore a dir poco pungente e mi ci vollero parecchie ore prima che l'olfatto si abituasse a quell' odore stagnante.

    -Bleah! Comunque da quanto ho sentito, la nave in questione ha davvero fatto scalpore da queste parti! Forza! Mettiamoci al lavoro!-

    Il coprifronte legato al collo come sempre.

    Mi sembrava fin troppo scontato dover cominciare da lì le mie ricerche: se la nave era davvero sospetta come dicevano, non ci avrei messo molto a identificarla, chiedere informazioni alla gente lì attorno e magari anche ispezionarla.
    Da sopra un tetto, con un gran sospiro, mi guardai attorno in modo da avere una buona panoramica dell'ambiente circostante.
    E fu in quell'istante che udìì un urlo femminile provenire da pochi metri da me.
    Il sangue mi si raggelò e mi voltai verso l'urlo.

    -C-che diavolo succede!?!? Cavolo, devo andare a vedere!-

    Dai...non potevo certo lasciare una donna in una situazione che sembrava alquanto pericolosa: dovevo per forza intervenire.

    Spostandomi da un edificio all' altro usando le mie ragnatele, in pochi istanti mi ritrovai sopra al vicolo dove si era manifestato il terrorizzato urlo.
    Appostato su uno dei due tetti, mi affacciai appena appena col volto per assistere alla scena in piena tranquillità e per poter eventualmente intervenire.
    Da lì riuscìì a distinguere una donna, probabilmente la tizia che aveva appena urlato: aveva il capo interamente ricoperto da carte con rappresentati dei sigilli mentre dietro di lei, invece...

    -GULP!!!-

    Gli occhi mi spalancarono alla vista di resti di cadaveri sparsi per il vicolo. Che diamine aveva combinato?
    Una goccia di sudore iniziò a scendere dalla tempia... che avrei dovuto fare?
    In quel momento da dietro l'angolo spuntò una mia vecchia conoscenza: Atasuke Uchiha.
    Come me, restò in un primo impatto senza parole, ma poi sembrò riuscisse a prendere la situazione sottocontrollo, dimostrando ancora una volta il suo sangue freddo, provando addirittura a comunicare con la donna.
    Speravo solo di non dover intervenire in modo offensivo: per quanto riguardava l'Uchiha sapevo che era un abile shinobi, mentre non avevo informazioni sulle intenzioni e la forza della misteriosa donna.
    Al momento era meglio non rischiare rimanendo al sicuro e in allerta sopra quel tetto ad osservare l'evolversi della situazione.
     
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  12. ¬Chris
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    Nave Fantasma
    c'hansemprelamanoinpasta

    Ci avevo messo qualche giorno ad abituarmi nuovamente a vedere da entrambi gli occhi. Ero andato a Suna ed ero da poco tornato, la pelle aveva acquistato un colore leggermente più scuro risaltando ,così, le tre cicatrici profonde che mi deturpavano l'occhio partendo da sopra al sopraciglio e che scendevano fino a quasi la mascella.
    Dicevo, appunto, che ero stato a Suna per farmi operare, infatti, dopo una missione piuttosto complicata in cui ci avevo rimesso un occhio, fui costretto ad andare in trasferta per potermi operare e riprendere la vista dall'occhio destro. Fu un giovane ninja di Suna che io scambiai per donna ad operarmi, fu un'operazione pulita che non richiese troppo tempo sebbene fosse una zona delicata.
    Torniamo a cose più serie: mi ero così messo un paio di baffi finti, degli occhiali scuri e un cappello da pesca, i vestiti erano invece molto semplici piuttosto larghi e con dei colori spenti potei così celare il mio equipaggiamento fra le loro pieghe senza destare troppi sospetti.
    Ero giunto ad Otafuku da circa due ore, Konoha mi aveva intimato a controllare il paesino portuale perché pareva che una nave molto particolare fosse attraccata la storia vuole che si dica che siano di Kumo e, ora, dato che i rapporti con l'accademia e con ogni singolo villaggio sono piuttosto complicati la cosa era abbastanza sospetta; ma, non trattandosi di una missione accademica ognuno era stato mandato singolarmente a raccogliere informazioni.
    Ma non era certo per questo che mi ero travestito: avevo avuto qualche problema con l'Edera, mafia di konoha, per questo non dovevo essere riconosciuto; chissà se la mafia c'entrava qualcosa...
    Decisi così da andare un vecchio mio informatore, era un barbone sui 50 anni con i capelli lunghi grigi, anzi, brizzolati, perennemente sporchi; una barba poco curata nascondeva un mento promimente e un sorriso maligno. Thoir era un barbone che, a tempo perso, faceva da informatore, raramente succedeva qualcosa che lui non avesse previsto o di cui non fosse consapevole; decisi così di trovarlo, facendo un giro per i quartieri da lui di solito frequentati. (ero infatti passato dalla sua "dimora" ma non l'avevo trovato)
    Lui avrebbe sicuramente saputo qualcosa a riguardo, la mafia non avrebbe mai lasciato una nave mercantile senza riscuotere una tassa ma sopratutto dovevano sapere qualcosa in più, infondo - malgrado Otafuku fosse sotto la responsabilità di Konoha - in quel luogo c'erano solo due padroni e si stavano spartendo la città senza temere inutili spargimenti di sangue.
    Se l'avessi trovato mi sarei spacciato per un ninja di konoha che, chiudendo un occhio riguardo ai suoi traffici loschi, l'avrebbe lasciato libero a patto che gli dicesse tutto ciò che sapeva riguardo alla nave appena arrivata e se e come c'entravano le mafie di konoha...
     
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  13. Kyushize_
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    Dannatissima vecchiaccia!


    Post 1°

    Narrato/ -Parlato-/Pensato



    -Yuiku, piantala!- sbottò la ragazzina – Appena finiremo le commissioni di Yatato ti comprerò qualcosa da sgranocchiare, ma adesso piantala con le lamentele!-
    Kyushize era mostruosamente nervosa. In quell’istante, tutto ciò che la circondava era oltremodo irritante: dall’olezzo fetido di salsedine mista a carburante, gas di scarico e, Kyu sperò che fosse solo una sua impressione, un vago sentore di fogna, che si spandeva per le via della cittadina, rendendo l’aria densa ed umida.
    O forse, ad infastidirla era il pesante carico che si portava con un solo braccio, dato che con la destra dava la mano al fratellino, ovvero una scatola immensa di vasi, vasetti, ampolle, pinze, strani mortai di piccole dimensioni e attrezzi dalle più svariate funzioni e i più inquietanti aspetti.
    Oppure, a farla letteralmente imbufalire era quella dannata vecchiaccia di Yatato, quella sottospecie di farmacista che l’aveva mandata in quel luogo così lontano da casa solo per comprare dei nuovi utensili.
    Perché comprare i normalissimi aggeggi da farmacista comodamente disponibili nel mercato sunense?! Piuttosto andiamo a cercare degli attrezzi assolutamente introvabili nel Paese del Fuoco, portandoci dietro una ragazzina ed un lamentoso bambino?
    Inoltre la maledetta nonnina non si era neppure data la pena di accompagnarli fino alla meta: si era infatti fermata a Konoha , a trovare, come aveva detto lei, dei vecchi amici.
    Così si ritrovavano lì, ad Otafuku, con uno scatolone di robaccia da vendere, il doppio di roba da comprare, spintonati ed ignorati dalla gente che affollava il mercato e, soprattutto, affamati.
    Maledisse mentalmente Yatato appellandola con ogni epiteto poco galante che le veniva in mente. Ma quella donna di solito, per quanto miseramente, la ricompensava per il servigi che le rendeva. Ed essendo una dei pochi al villaggio a non evitare la ragazza, Kyushize aveva ben poca scelta, almeno finché non fosse diventata una genin e, allora, sarebbero arrivati i primi guadagni dalle missioni.
    Il suo cammino le sembrava ancora così lungo, come una strada tutta in salita, così in pendenza da non scorgere nemmeno ciò che vi è in cima.
    Ed effettivamente il suo percorso sarebbe stato tortuoso, in fondo, chi aveva mai detto che sarebbe stato facile?
    Cominciò a giocherellare con la stecca da ghiacciolo che spuntava dalla sua bocca. Il legno aveva ormai quasi perso sapore. La aggiunse alla lista delle cose che non andavano in quella giornata

    Se avesse dovuto descrivere il mercato di Otafuku in una sola parola be’, il vocabolo sarebbe stato di certo: tumultuoso.
    Un tumulto di colori, di merci variopinte, vecchie e nuove, utili e superflue, belle ed inquietanti. Lì c’era davvero di tutto e chiunque vi avrebbe potuto trovare qualsiasi cosa cercasse, armato di molta, molta pazienza.
    Ma il punto era quello: lei era effettivamente fornita della pazienza che necessitava la sua ricerca?
    In quel frangente sentiva che la risposta non poteva essere altro che negativa.
    Le sembrava di stare affrontando un percorso ad ostacoli: tra la gente che avanzava imperterrita senza neppure notarla, il tentativo, per approfittare dell’ombra, di passare vicino a tutti i banchetti dotati di coperture e l’evitare i resti di frutta marcia, strani liquidi (sperò fossero pozzanghere) e cumuli di lerciume di vario genere.
    Il vociare continuo, intenso e a tratti incomprensibile degli abitanti iniziava a farla impazzire: era un continuo botta e risposta tra commerciante e compratore per le trattative sui prezzi, tra negoziante e negoziante in una sorta di sfida a chi attirava più clienti, nonostante i contendenti vendessero le merci più diverse. Tutto ciò riprodotto ad un volume disumano.
    Io la ammazzo. Io la ammazzo. Se non mi paga almeno il triplo del solito la trucido.
    Ma fu riscossa dai suoi inquietanti piani pe ammazzare nella maniere più violente Yatato, quando si rese conto di non riuscire più ad avanzare.
    Sbuffò, quando il piccolo Yuiku si fermo trattenendola con tutte le sue forze da torello per una mano.
    -Yuiuku…- cominciò appena a dire.
    - Sono stanco! Voglio tornare a casa, ti prego, ti prego Kyu!- squittì il bambino.
    Kyushize sbuffo nuovamente, come se si fosse rassegnata al fatto che il bimbo non avrebbe MAI smesso di lamentarsi. Adagiò lo scatolone a terra, poi si inginocchiò su una gamba, tenendo l’altra ad angolo rettò.
    Faccia a faccio col fratellino, ne scompigliò i rossi capelli.
    -Ahh.. dai, ce la puoi fare, lo sai.- disse con un tono di voce morbido, rendendo si conto di essere stata, fino a quel momento, molto sgarbata col fratellino – Neanch’io vorrei essere qui. Ma dobbiamo resistere. Ti prometto che tornati a casa…- non completò la frase.
    Fu un momento.
    Poi vide, chissà come e perché, due individui correre nella loro direzione, in tutta fretta, seguiti da tre bufali imbestialiti. Non ebbe neppure modo di parlare.
    Perché SE i ragazzi non avessero deviato la loro corso o spiccato un bel balzo, sarebbero di certo inciampati nel grosso scatolone da lei poggiato a terra.




    CITAZIONE
    //Off Topic
    Essendo il mio primo post vi sarei grata nel caso in cui, leggendolo, notiate qualcosa che non va. Critiche e consigli via MP sono ben accetti, grazie.
     
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    Otafuku:
    missione fattorino

    Ichirou Kanzaki
    file QE-001-01
    Otafuku/Paese del Fuoco





    Si trovava ad Otafuku già da qualche giorno, in attesa di una nave carica di rifornimenti per Suna. Aspettava una cassa di materie prime rare per l'attività di famiglia, non era lì in veste di ninja di Suna (vesti che doveva ancora vestire ufficialmente per la prima volta comunque) nonostante sapesse che la nave mercantile trasportasse anche delle risorse per il villaggio della Sabbia.

    -Poco male, al massimo farò il viaggio di ritorno con qualche nuovo collega shinobi...magari delle kunoichi.- pensò Ichirou, mentre faceva l'ennesima passeggiata per Otafuku, infastidito per il forte ritardo della nave che lo costringeva a sostare ancora in quella città. Non era la sua prima volta nella cittadina del Paese del Fuoco, ma questo non faceva che aumentare il suo fastidio: Otafuku era un luogo che non lo faceva dormire, vuoi per il carattere malsano dell'aria, vuoi per il carattere malsano del sottobosco dei suoi residenti, non esattamente dei tipi raccomandabili. Era vestito abbastanza normalmente, con una maglietta semi aderente di colore nero e dei pantaloni leggeri, per cercare di sfuggire almeno all'afa. Portava uno zaino monospalla con dentro il suo equipaggiamento, nascosto perchè nessuno potesse pensare che fosse uno shinobi già dal primo sguardo.

    Mentre camminava, ascoltò diverse voci che parlavano di una nave proveniente da Kumo, ma non diede loro troppo peso. Proseguì ancora per qualche minuto a camminare, tenendosi intorno ai quartieri meno malfamati, fino ad arrivare ad una taverna che sapeva essere meno "pericolosa" delle altre. Aprì la porta e gettò uno sguardo dentro, avanzando verso il bancone, quando notò un piccolo assembramento di persone davanti ad un tavolo. Indeciso se pensare ai propri affari oppure cercare un'alternativa all'ennesima giornata di attesa, si avvicinò, gettando lo sguardo sull'oggetto dell'interesse di quegli uomini.

    Una ragazza (che Ichirou valutò con un 7-, ovvero "carina ma con un difetto fisico abbastanza evidente" nella sua scala di valutazioni femminili) stava sfidando ad una gara di bevute uomini che sembravano ben più avvezzi di lei all'alcool. Ma la cosa più strana era che stava vincendo con una facilità disarmante. Il capannello di uomini vociferava, stavano, com'era naturale in quei luoghi, scommettendo sugli esiti delle particolari sfide.

    -Avaaanti! Nessun altro vuole provare a battermi?- esclamò la ragazza, non paga dei tre uomini che aveva ridotto alla peggiore sbronza della loro vita. -Andiamoooo..ho passato quattro giorno su una stupida barca piena di gente noiosa e ora voglio DIIIIvertirmi! YEEHH!!- Ichirou fu tentato di partecipare, dimentico della sua resistenza all'alcool non propriamente fenomenale, ma venne anticipato da un tipo che si sedette di fronte alla donna. Notò che era decisamente muscoloso, al suo pari se non ancora più gonfio, e che doveva avere almeno sei o sette anni più di lui.

    Decise quindi di entrare anch'esso nel vivo della competizione, ma quella d'azzardo. Si spostò in prima fila, accanto all'uomo che evidentemente raccoglieva le scommesse. Non sembrava uno dei soliti malviventi, quindi decise che poteva puntare qualcosa. Si rivolse a questi: -Ehi, punto 100 ryo sulla vittoria del biondo- pochi istanti prima che il suddetto cominciasse a tracannare un boccale di birra.

    Incrociò le braccia osservando la sfida, praticamente certo di aver piazzato una scommessa vincente. -Ci sarà da divertirsi a quanto pare...


    Legenda
    Narrato
    -Parlato-
    -Pensieri-


     
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  15. Roronoa™
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    Chapter 0 - Nave da Kumo



    Otafuku, il più importante porto e centro di commercio dell'intero Paese del Fuoco.
    Ero lì da sei ore per un' importante missione.
    La mia ""spiccata"" capacità investigativa aveva fatto breccia nell'amministrazione otese, allarmata dall'arrivo di una nave nemica nel porto di Konoha.
    La lettera che un chunin mi aveva consegnato parlava chiaro: dovevo raggiungere il porto d'approdo immediatamente, soggiornarci e raccogliere più informazioni possibili sulle intenzioni della ciurma.

    La tensione tra Oto e Kumo aveva raggiunto il massimo storico.
    Ai confini si respirava aria di guerra.
    Consapevole dell'importanza della missione ero determinato a far bene.
    Tra i Genin di Oto dovevo spiccare come una stella in una notte piena di nuvole.
    Solo così forse, in futuro, qualcuno d'importante mi avrebbe promosso a guardiano dell'East Gate di Oto.


    L'arrivo in città fu tragico.
    In prossimità di Otafuku l'aria era diventata irrespirabile.
    Ero entrato in una cappa di umidità dall'odore pungente.
    Un mix di tutto: carburante scaricato in mare, pesce avariato, sudore... qualsiasi cosa fosse una tortura per l'olfatto.
    Alla mia destra si scorgeva un mare doppio colore: all'orizzonte il blu dell'acqua s'abbracciava con il cielo mentre sulla riva l'acqua era marrone, simile alla melma dal punto di vista della consistenza.
    Avevo camminato per le vie del villaggio con una mano davanti al naso, come se questo mi avrebbe dato sollievo.

    La degradazione del centro abitato mi aveva fatto pensare di aver sbagliato strada.
    Ero in una colonia di Oto.
    Ai lati delle strade, accasciati a terra, le persone sconfitte dalla vita, armate di coltello per difendere l'unica cosa di loro possesso: la vita.
    Al centro della strada erano state allestite numerose bancarelle ignorate dai visitatori, strapiene di oggetti usati.
    Solo gli abitanti di Otafuku acquistavano quei prodotti, instaurando cosi un circolo di povertà senza fine.
    La ricchezza donata dal porto sembrava saltare direttamente il villaggio per raggiungere Konoha o altri luoghi limitrofi.
    Quello strano fenomeno economico era ben descritto dalla lieve nebbia presente sul villaggio, che a detta di qualcuno che avevo udito alle mie spalle era solitamente più fitta e maleodorante.


    Ritornando alla missione, stavo camminando tra le bancarelle con le mani in tasca, pensando a quanto avevo scoperto riguardo la ciurma di Kumo.
    Avevo fatto qualche domanda a un vecchio marinaio che aveva descritto il porto come la sua unica dimora.
    Erano due ragazze e un ragazzo capitano dai capelli rossi come il fuoco.
    Avevo anche dato uno sguardo alla famosa nave.
    Era stata danneggiata seriamente da quella che la ciurma aveva definito come una tempesta. (sempre secondo il vecchio)
    Non ero un esperto di navi, ma avevo visto imbarcazioni più grandi e minacciose di quella.
    Con gli occhi semi aperti ero intento a ragionare sulle prossime mosse.
    Avevo lasciato a casa coprifronte e mantello per un semplice motivo: ero partito da Oto con l'intenzione di avvicinarmi alla ciurma di Kumo anche per un semplice motivo personale.
    Se avessero notato la mia provenienza, tramite il coprifronte, per me sarebbe stato impossibile avvicinarmi a loro.
    Anzi, probabilmente mi avrebbero ucciso seduta stante.


    Nonostante la prima raccolta d'informazioni, la mia strategia era rimasta la stessa.
    Individuare un membro della ciurma e dialogare con lui/lei a quattr'occhi, come un semplice uomo.
    Più facile a dirsi che a farsi.
    La prima cosa che avevo notato ad Otafuku, esclusa la condizione politica-economica del luogo, era la numerosa presenza di guardie e ninja.
    Non solo shinobi di Konoha.
    Quell'evento aveva allertato mezzo mondo.
    Con quella massiccia presenza di nemici, difficilmente l'equipaggio di Kumo si sarebbe fatto notare.
    Mentre pensavo, i miei occhi erano alla ricerca di un ninja di Oto, a cui chiedere informazioni e collaborazione.

    jpg
    Quando finalmente decisi di indossare i panni di un semplice uomo desideroso di far affari con l'equipaggio di Kumo... ecco che la dea bendata sembrò abbracciarmi.
    Ero davanti all'entrata di una taverna.
    Decisi di entrare.
    Non c'è miglior posto di un bar per trovare informazioni.
    Varcata la soglia mi ritrovai davanti ad un bizzarro spettacolo : tre uomini privi di sensi e ricoperti di birra erano a terra ai piedi di un tavolo accerchiato da numerosi individui.
    Nessuno dei presenti si stava picchiando nè tanto meno imprecavano uno contro l'altro.
    Dove avrei pensato di trovarci un enorme montagna di muscoli vidi una semplice ragazza con in mano un boccale di birra.

    - Strana Otafuku -

    Mi accomodai al primo tavolo libero a portata di mano, vicino l'entrata.
    Dovevo trovare informazioni, non fare il morto di ... con una ragazza di cui non mi importava nulla.

    CITAZIONE
    Andiamoooo..ho passato quattro giorno su una stupida barca piena di gente noiosa e ora voglio DIIIIvertirmi! YEEHH!!

    Non giunsi a una conclusione affrettata come ero solito fare, ma decisi comunque di cambiare tavolo.
    Per precauzione.
    Tutti i posti che mi avrebbero assicurato il contatto visivo perfetto con la giovane erano stati occupati.
    Nessuna paura; avevo la faccia tosta di sedermi di fronte ad un tizio senza chiedergli permesso, e così feci tranquillamente, alzandomi e sedendomi sul tavolo occupato da un gracile ragazzo dai capelli argentati.
    L'avevo scelto tra dieci persone per alcuni motivi: nessun coprifronte, nessun'arma visibile e il suo sguardo angelico, tipico di chi non ha mai compiuto risse o omicidi nei casi peggiori.
    Un classico cittadino... ma avrei potuto sbagliarmi.
    Prima che potesse obiettare riguardo la mia decisione ci raggiunse la donna delle ordinazioni.

    - Cosa desiderate?!-

    - Ah si... io prendo una birra doppio malto..te invece amico?! Forza! Come si dice?! ah si, chi non beve in compagnia è un ladro o una spia! ahahah - La mia voce era diversa dal solito, risultava più bassa e profonda.
    [Recitazione] Scherzai col giovanotto per allentare la tensione che forse si sarebbe creata con il mio precedente gesto.


    - Conosci quella tipa?!- Avrei domandato onde evitare l'inizio di un altro argomento.
    Comunque, indipendentemente dalla risposta alla mia domanda, decisi di muovermi come se quella fanciulla fosse il mio vero obiettivo.
    Era troppo snella per aver resistito a una battaglia di bevute con quei bevitori abituali.

    Dopo i tre uomini schiantati al suolo, un ragazzo biondo e piuttosto muscoloso si era piazzato davanti alla gracile figura dagli occhi spiritati.
    Ero abbastanza vicino da udire la conversazione tra i due.

    Feci un piccolo e lento sorso dal mio boccale, appena consegnato dalla stessa cameriera che aveva preso le nostre ordinazioni.

    Sfidare la donna era un opzione da scartare, oltre a perdere la sfida sarei ritornato ad Oto rotolando.

    Per ora mi sarei limitato ad osservare con attenzione la ragazza, ricorrendo a tutte le nozioni imparate sulla raccolta d'informazioni.
    Magari avrei potuto chiedere qualcosa in più al giovane di fronte a me, ma non lo avrei fatto se non dopo qualche sua domanda.
    Era giovane, quindi desideroso di far conoscenza, e se aveva deciso di sedersi su quel tavolo allora forse era interessato anche lui alla ragazza.











     
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  16. Naruto Legend Staff
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    Una nota per tutti: NON esiste un ordine di posting. Postate nell'ordine che preferite, e badate che io stesso potrei postare una risposta a qualcuno con un mini-post anche prima del mio "turno" effettivo.

    [Una mattina movimentata - Per le Strade]

    Disgraziato, pagherai fino all'ultimo! Le mani ti faccio tagliare, le MANI! E ora sta un pò fermo, così ti prendo!! Il pingue mercante ansimava tra una parola e l'altra mentre sotto il peso della sua clava inseguiva in giovane dai capelli rossi che perse appena un secondo per rispondere: IO SONO UN CAPITANO, IDIOTA! E TI HO LASCIATO I SOLDI LA' SUL BANCON... Ma voltandosi notò come i pochi ryo fossero già spariti nel nulla...certo erano meno della metà del dovuto ma si trattava pur sempre di un pagamento! BEH COMUNQUE SAREI STUPIDO A FERMARMI!!!

    Ora spendiamo due parole per descrivere il mercante che, in abiti sudati e clava minacciosa fendeva la folla con relativa facilità. Non era mai stato un brav'uomo, ed anzi nella vita aveva più volte abbracciato la filosofia del "dopotutto se uno è stupido e si fa fregare la colpa è sua", ma fortunatamente per gran parte del mondo si trattava anche di un pavido, che difficilmente sarebbe mai uscito dal suo piccolo orticello per mettere in atto la sua filosofia. Per inciso, i ryo lasciati dal capitano erano scivolati elegantemente nelle sue tasche nel momento in cui l'inseguimento aveva inizio, ma questo piccolo dettaglio è solo una nota di colore, dato che comunque non erano abbastanza.

    Un'altra cosa da dire sul mercante, il cui nome in effetti non è tra le cose più interessanti, era il suo odio profondo ed atroce verso i ladri (ecluso sè stesso, ma la sua era un'arte mercantile, o così si raccontava): già tre volte aveva subito dei furti dalla bancarella (e chissà quante altre volte non se ne era accorto, dannata la sua cataratta) e in tutte quelle occasioni i ladri avevano subito una punizione a dir poco esemplare, basti dire che il piccolo Nuitaro, dodici anni di età, era stato brutalmente malmenato e poi schiaffatoo in riformatorio per aver rubato una mela...ed ora quel dannato ragazzino coi capelli rossi, certamente un'altro di quei ridicoli mendicanti arrivati come clandestini dall'estero (visti gli abiti strani), aveva osato sfidare la sorte. LA PAGHERAI CARA! La clava oscillava, fendendo la folla con la sua sola minaccia, mentre il giovane in fuga aveva sempre più difficoltà a superare quel muro di indifferenza chiamato "gente per strada", che a quanto sembrava non aveva alcuna intenzione di spostarsi e far strada, spintonando in risposta alle spinte e gorgheggianto insulti di ogni foggia dalle sue mille e più bocche.

    Maledizione, maledizione, maledizione! Il capitano era veloce, e probabilmente sarebbe stato un buon combattente, ma non poteva mettersi a scatenare una rissa in mezzo alla gente o la sua nave avrebbe potuto andare incontro a qualche guaio...la legge è legge dopotutto. Non posso nemmeno saltare... Sibilò tra i denti, conscio che sarebbe potuto balzare su un tetto se lo avesse voluto, ma a quel punto non sarebbero state delle guardie ed un grassone ad inseguirlo, ma piuttosto delle forze scelte: un salto da terra fino a un tetto è una cosa da Ninja, non da capitano di una nave...e vai poi a spiegare tutta la faccenda...

    Il fato però venne incontro al ragazzo, quando improvvisamente il mercante scivolò su alcune biglie, ritrovandosi a stretto contatto con la sua clava. Sulla fronte. Non stiamo a descrivere le dettagliate e convolute imprecazioni che accompagneranno il suo risveglio, pensiamo solo che per il momento era fuori gioco. Sarebbe tornato? Forse. Intanto il ragazzo dai capelli rossi aveva trovato un alleato improvvisato. Tu...tu chi sei? Perchèè lo aveva aiutato? Sembrava uno straniero, dopotutto, magari era stato solo colto da un moto di simpatia...o voleva qualcosa. Nello sguardo del capitano scivolò un istante di sospetto, ma era anche una persona capace di giudicare gli altri e decie, in quel momento, di fidarsi.

    Forse sarebbe stato meglio non farlo, non tanto per ciò che sarebbe venuto in seguito, ma piuttosto per il fatto che guardare e rispondere al nomade sunese implicava necessariamente distogliere lo sguardo per un istante. E non si deve MAI distogliere lo sguardo mentre si corre a perdifiato in mezzo alla folla in un ambiente poco conosciuto, perche un secondo può bastare a toglierti il favore del fato, che ripaga il favore delle biglie infilando, magari, una scatola piena di alambicchi e strane altre cose proprio sul tuo cammino. Il capitano rosso travolse in pieno la scatola finendo proiettato in avanti in mezzo ad un rumore di vetri infranti degno del migliore dei film d'azione ... M.a.a.a... per una frazione di secondo tutto gli sembrò andare al rallentatore ...C.o.o.o.o.s.s.s.s.a.a.a.a... Vide il volto di una ragazza, probabilmente la proprietaria della scatola, ed in quel tempo dilatato pensò persino che fosse carina ...S.u.u.u.c.c.c.c.c.e.e.e.e.d.d.d.e.e.e.e? Notò anche il suo inaspettato alleato che allungava una mano, pronto ad usare la sua tecnica di teletrasporto (anche se questo il capitano non lo sapeva) e, per il gran trambusto, senza accorgersene il nomade di Suna toccò il fratellino della suddetta ragazza trasportandolo lontano assieme a sè in una nuvoletta di fumo.

    Intanto il tempo riprese a scorrere come di norma, mentre il capitano si sfracellava al suolo assieme ai vetri, rotolando due o tre volte e ritrovandosi infine supino, con un taglio sulla fronte che gli dipingeva addosso una maschera di sangue ed un gran numero di lividi assortiti. Perlomeno sembrava respirasse...il guaio era che le guardie si stavano avvicinando sempre più, e la grande fuga aveva già provocato due vittime: un mercante ciccione ed uno scatolone innocente. Per non parlare del ragazzino petulante preso in ostaggio da un sunese di passaggio...

    Forse, e dico "forse" le cose stavano iniziando a complicarsi un tantino...


    ________________________________



    [Una mattina movimentata - La Taverna]

    Aomitsu non era abituata a bere. O meglio, non era abituata a bere piscio annacquato come quello che le stavano servendo in quella bettola: lei aveva solcato i mari più lontani e scolato botti intere dei più pesanti superalcolici inventati dalla mente perversa dell'uomo, quindi stare in quella taverna a buttar giù quell'acqua colorata la stava annoiando sempre di più...e quando lei si annoiava sapeva come diventare molto, mooolto pericolosa, come avevano potuto scoprire alcuni sventurati di cui al momento è bene non parlare.

    Ad ogni modo, tutto questo giro di parole voleva spiegare che per lei non c'era poi tanta differenza tra bere quella birra e respirare e probabilmente avrebbe potuto continuare per ore senza perdere realmente il controllo, ma dato che si stava annoiando, aveva deciso di comportarsi come se fosse un pò brilla, così, per ridere...e le veniva dannatamente bene (aveva un bel pò di esperienza in materia, questo è da dire). Aveva steso facilmente un paio di poveri idioti che speravano di farle girare la testa e magari sollevare la gonna...quasi li compativa. Ma ecco che arrivò LUI.

    Alto, biondo, ben piazzato, e con due boccali di birra in mano. Era carino. Sarebbe stato un passatempo divertente mentre aspettava che quel Toshi si decidesse a tirar fuori un pò di artiglieria pesante. E ci stiamo riferendo ai superalcolici, ovviamente, qui non si fanno allusioni di nessun genere al magazzino segreto che Toshi NON ha in cantina e che NON usa per commerciare illegalmente in cartabombe, passando una piccola mazzetta alla polizia e con la protezione del Loto. Ok, non divaghiamo, anche se questo piccolo dettaglio potrebbe risultare rilevante più avanti.

    L'uomo dei suoi sogni (per i cinque minuti a venire) le si era piazzato davanti con un cipiglio fiero e gioco, quasi quanto quello di lei, che rispose a tono. Ehi carino, attento alle boiate che spari. Si sporse in avanti, mettendo in maggiore evidenza la scollatura e ciò che rivelava. Io mi annoio molto, MOLTO facilmente, dovrai impegnarti. E con un sorriso sghembo afferrò uno dei boccali, tracannandolo in tre sorsate. Avrebbe potuto farlo in una, ma voleva dargli una possibilità. EHI TOSHI! Gridò subito dopo, lanciando il bicchiere vuoto addosso all'oste che riuscì ad afferrarlo per puro miracolo prima che qualcosa finisse in frantumi. Inizia a preparare altri sei boccali di questo piscio che qualche marinaio di terza classe potrebbe chiamare birra. Si accomodò sulla sedia incrociando le braccia e poi guardando Kensuke con aria di sfida. Che dici, faccio preparare sei boccali anche a te?

    Lui finì il primo, quello che si era portato dietro, e quasi in segno di approvazione lei disse: Puoi chiamarmi Aomitsu...tu invece chi sei, carino? Va detto che lei avrebbe bevuto tutti e sei i boccali senza dare il minimo cenno di cedimento, anche se un buon osservatore avrebbe notato, alla fine del sesto, una minima incertezza nei movimenti delle dita di lei. Era voluta o meno? Ma lui in che condizioni si sarebbe trovato dopo tutto quel piscio...pardon, alcool?

    In tutto ciò la folla, numerosa nonostante l'orario (e forse attirata dalle voci sulla donna-spugna) stava bene a distanza, ciarlando, scommettendo e ridendo dei loro amici crollati contro una donna in una gara di bevute...ma ovviamente nessuno osava alzarsi a sfidarla perchè "sarebbe troppo facile" dicevano "lei ha già bevuto tanto, ora è brilla e fa la spaccona". Sono curiosi i metodi che la gente usa per nascondere la paura, no? Ad ogni modo il broker accolse senza batter ciglio la scommessa di Ichirou. Lo do tre a uno...la ragazza ha bevuto già tanto, non reggerà ancora. Strana gente questi di Kumo, no? Donne marinaio che bevono come uomini... Stava commentando, dopo aver intascato i soldi e dato un pezzo di carta scarabocchiata come "ricevuta". Scommetto che là sotto è più dotata di te! Replicò una voce dal fondo, ma quando l'uomo si voltò nessuno osò ridere. Non si rideva mai di chi gestiva la scommessa...potevi finire male.

    Pare sia arrivata qui dopo una tempesta, e ora stanno risistemando la loro nave. Disse un'altro in mezzo alla folla, non troppo lontano da Deveraux. L'uomo al tavolo con lui rispose: Io non so nulla di nessuna tempesta, e dire che seguivo più o meno quella rotta col mio rimorchiatore per cercare la nave di Suna scomparsa. Ed un terzo. Tu non troveresti nemmeno il cesso di casa tua, lo sanno tutti che non sai leggere le mappe! Scoppiò una breve rissa, subito sedata da amici e avventori, mentre la sfida alcoolica proseguiva. L'uomo coi capelli argentati davanti all'otese intanto non sembrava troppo contento di avere compagnia al tavolo. Ma che ne so io? Lasciami in pace...

    Va detto che il poveretto era stato lasciato la sera prima dalla moglie E dall'amante (che per inciso erano poi andate a vivere assieme come una coppia) ed era alla taverna sin dalle quattro del mattino, tracannando lentamente un bicchiere dopo l'altro mentre decideva il modo migliore per ammazzarsi. Tutte uguali le donne...mai mischiare mare e donne...fai solo casino. Mugugnò. Quella là beve e parla come un uomo ma non sa nulla di mare, io lo so...Kumo non sta a quattro giorni di nave...no...una volta ci ero andato con Sadako...e un'altra con Kayano...maledette donne... L'espressione da funerale rendeva evidente come nella sua testa si stessero combattendo i vari propositi di suicidio, con il coma etilico come favorito, al momento.


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    [Una mattina movimentata - Al Porto]

    Il grido aveva attirato un pò di curiosi prima che Atauke potesse fare qualunque cosa. Non erano molti, una mezza dozzina al massimo, e di questi solo due sembravano abbastanza sobri da costituire un problema. Non avrebbe potuto fare a meno di notare una presenza sul tetto poco distante, che sembrava osservare la scena con interesse [La Percezione di Atasuke batte la Furtività di Igoru], ma si trattava di un'informazione periferica, dato che la sua intera attenzione era incentrata sulla ragazza singhiozzante a pochi metri da lui. Non sembrava essersi accorta della sua presenza, almeno fino a quando lui non sbottò, chiedendole cosa fosse successo!

    Lei sussultò improvvisamente, sopresa dalla sua presenza e istintivamente arretrò di qualche passe, guardandosi attorno come per cercare una via di fuga mentre brividi di puro terrore le scuotevano il corpo. Io...io...mi dispiace...non volevo...non pensavo succedesse di nuovo...io... Non oppose resistenza quando lui la toccò, ed anzi sembrò aggrapparsi ferocemente a quel contatto umano, come se la mano calda sulla spalla fosse la cosa più importante in quel momento Atasuke avrebbe potuto notare che oltre lo strano copricapo la ragazza aveva il volto completamente coperto di bende dal naso in su. Come riuscisse a vedere era un mistero, ma i movimenti del volto indicavano che stava proprio fissando Atasuke. Tu...mi puoi aiutare? Sollevò la mano tremante per sfiorare quella di lui. Quegli uomini mi hanno attaccato...e poi Shiromitsu è uscita e...e ha fatto questo. Lo ha fatto...di nuovo...è successo di nuovo... la sua stretta si sarebbe fatta più forte. Ti prego, non so cosa fare..la voce era rotta dal pianto anche se non si poteva scorgere alcuna lacrima oltre i bendaggi.

    Junjun1
    (ignorate la donna in piccolo sulla sinistra nell'immagine)



    Shiromitsu...non può essere fermata... ora dorme ma se mi succede qualcosa potrebbe svegliarsi di nuovo...se arrivano le guardie sarà un disastro...aiutami, ti prego! Afferrò la mano di lui con entrambe le proprie...ma cosa gli stava chiedendo? Di insabbiare tutto? E come avrebbero fatto coi sei testimoni (Shisui incluso)? Devo..devo far sparire tutto o arriveranno le guardie e Shiromitsu attaccherebbe pure loro! Non posso permetterlo, lo capisci? Aiutami ti prego! E come se non bastasse si mise di mezzo l'imprevisto, quel caro vecchio diavolo che si divertiva ad annodare i fili delle storie in maniera inutilmente complicata: ad uno degli uomini che stavano là a fissare sbalorditi il massacro cadde l'occhio su ciò che restava di uno dei malcapitati, nello specifico sul tatuaggio che portava sul polso. EHI! Io conosco quel tatuaggio! A parlare era stato un marinaio rissaiolo senza famiglia nè ambizione, ma che bazzicava i porti in attesa di essere imbarcato con qualche incarico temporaneo...alle porte dei quarantanni era ormai un esperto del porto e di tutte le sue stranezze, nel bene e nel male, e sapeva benissimo con chi era meglio non avere a che fare. Nel caso di Otafuku, uno senza protezione non si doveva mai azzardare a piantar grane a chi portava quel tatuaggio!

    Fuuta il Mangiaratti! Questa cagna ha ammazzato il Mangiaratti! Disse a voce più alta facendo pochi passi avanti mentre gli altri curiosi mormoravano con eccitazione crescente. Va detto che il Mangiaratti non era esattamente uno sconosciuto, tanto che a Konoha erano persino arrivati alcuni rapporti su di lui e su come aggredisse la gente nel porto per derubarla (questo per tacere di ciò che accadeva alle ragazze che gli capitavano a tiro). Un pesce piccolo ma fastidioso (per non parlare del suo odore), che tuttavia non si faceva controllare da nessuno, nemmeno dal Loto o dall'Edera, e si limitava a qualche gola tagliata assieme alla sua piccola banda. Un galantuomo insomma, di cui non sentiremo parlare più dato che era stato letteralmente fatto a pezzi, ma l'eco della sua morte avrbebe potuto correre per il sottobosco di Otafuku, con conseguenze ancora non prevedibili!

    Io dico di prendere la cagna e portarla alla Polizia! Ma quale Polizia, io dico di darle un premio! AHAHAHAHA!!! Mezzi ubriachi, i curiosi facevano baccano, e questo unito alle grida di prima avrebbe attirato molto presto l'attenzione. Cosa? No...io non ho fatto niente! E' stata Shiromitsu, non io! Lasciò Atasuke, arretrando ancora fino a toccare il muro, inzaccherandosi l'abito e continuando a tremare. Io non ho fatto niente...niente... Singhiozzava, anche se ancora una volta non c'erano lacrime, forse bloccate dal bendaggio (o magari la poverina non aveva più gli occhi)

    Pochi minuti ancora e le guardie sarebbero arrivate sul posto...e a quel punto le cose sarebbero potute peggiorare ulteriormente!


    [Una via parallela - Edera e Loto]

    Il barbone non avrebbe dato informazioni di particolare rilievo: la nave era arrivata come dicevano le voci e stava pian piano riparando i danni della tempesta. Per qualche motivo Edera e Loto erano rimasti in disparte ad osservare, senza che nessuno dei due si facesse avanti. Questo, secondo l'informatore, poteva significare che la nave era GIA' sotto la protezione dell'una o dell'altra organizzazione...o magari di nessuna ma, a causa del suo arrivo imprevisto, aveva lasciato i due gruppi sul bordo di un impasse in cui si limitavano ad osservare, pronti ad agire al primo segno di cedimento dell'altro.

    O magari la faccenda era ancora più sinistra...purtroppo nessuno ne sapeva niente, nonostante la nave fosse sulla bocca di tutti.

    Edited by Febh - 1/8/2013, 00:32
     
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  17. Kyushize_
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    Dannatissima vecchiaccia!


    Post 2°

    Narrato/ -Parlato-/Pensato



    Giusto un paio di secondi. Non ci era voluto niente.
    Appena un attimo per scorgere il volto di un ragazzino biondo apparentemente familiare, per incrociare lo sguardo del rosso che le stava venendo addosso.
    -Attenta..- cominciò il bambino.
    Non era stata una bella sensazione. Non avere in mano il controllo della situazione, esserne invece succube.
    Giusto qualche secondo.
    Intorno a lei si era alza una nuvoletta di polvere sabbiosa. Ai suoi piedi si erano sparsi tutti gli attrezzi nello scatolone, alcuni mancavano all’appello.
    Gli sguardi sbalorditi della gente intorno a lei, il mercante assatanato bloccato ed esterrefatto. Tutto era immobile, ad eccezione della sabbia e del vento che la muoveva.
    Non poteva essere accaduto sul serio. Doveva necessariamente esserselo immaginato, doveva essere successo tutto nella sua testa, si era presa solo un colpo di sole, tutto qui.
    Altrimenti sarebbe stata una vera pe propria catastrofe. Un guaio madornale accaduto proprio davanti ai suoi occhi inevitabilmente ed inesorabilmente.
    -Oddio.- bisbigliò.
    Una goccia di sudore le scese da una tempia, poi giù fino allo zigomo, per arrivare, infine al mento e cadere, in un minuscola sfera raccolte, nella sabbia della via.
    Fu immediatamente seguita da qualcos’altro. La stecca da ghiacciolo finì a terra, in mezzo alla polvere, mentre la bocca di Kyushize si spalancava per lo stupore.
    Scattò in piedi.
    -Si.. si sono fottuti mio fratello? Mio.. mio fratello? – la sua voce appariva poco più di un flebile sussurro. -Yuiku! Maledizione! Yuiku!- adesso urlava, anche se sapeva che ciò era del tutto invano. Era, sicuramente, doveva esserlo, una tecnica di teletrasporto, quella usata dal ragazzo.
    E suo fratello era sparito. Che se ne facevano di un bambino petulante? Che fosse stato solo un incidente?
    Ma Kyu non volle più sentir ragioni. In filò una mano nel saccoccia che teneva appesa alla cintura. La sua attrezzatura ninja c’era ancora tutta.
    Cominciò a correre. Verso dove, poi?
    Alla ricerca di un posto alto da cui godere di una buona vista. Probabilmente ciò non l’avrebbe aiutata, ma era pur sempre un primo passo.
    Mentre si lanciava in strada ringhiò
    -Se non me lo restituiscono subito gli faccio la pelle a quelli.-




    Attenta… aveva appena detto. Sperò che i due tipi in corsa colpissero lo scatolone e non sua sorella. Solo che lo scatolone non c’era più.
    Eppure era lì, fino ad un secondo prima! Ci aveva visto inciampare il ragazzo dai capelli rossi, eppure, inspiegabilmente non c’era più.
    Sentì un bruciore alle ginocchia e alle mani. Si trovava carponi, le gambette inspiegabilmente scorticate, come le mani. Intorno a lui non c’era più la folla del mercato, o le bancarelle colorate che vendevano quei buonissimi meloni. Avrebbe voluto chiederne uno alla sorella.
    Vide i due ragazzi che correvano, uno dei due adesso, il rosso, disteso a terra.
    Loro c’erano, ma lei no.
    Kyushize non era lì.
    -Kyushize!- urlò.
    Era stato molto, troppo veloce. Per un attimo non aveva sentito il peso del suo corpo.
    E poi si era ritrovato lì.
    Scattò in piedi, cercando di non pensare al male dei graffi. Fece una smorfia, non aveva mai avuto una soglia del dolore molto alta.
    Afferrò un pezzo di vetro che si trovava lì a terra. E lo puntò davanti a sé mettendosi a un o due metri di distanza dai rapitori.
    Perché solo quello potevano essere, pensò. Ma che aveva fatto di male perché ce l’avessero con lui?
    Era solo un bambino!
    -Chi siete e cosa volete da me?- raccolse tutto il suo coraggio nel parlare, cercando di apparire come un indomito leone.
    Peccato che apparisse come un cucciolo spaventato: un giorno sarebbe forse diventato una minaccia, ma in quel momento non era assolutamente niente, era innocuo e alla mercé dei due ragazzi, come un bignè in un buffet.
    Tremante e sull'orlo del pianto, un cucciolo di leone che poteva solo sperare che mamma leonessa arrivasse presto.

    Edited by Kyushize_ - 6/8/2013, 19:51
     
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  18. Shisui Uchiha.
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    Vent'anni ed essere ridotti così. C'erano ragazzini di 13 anni che vedevano scenari del genere tutti i giorni e non battevano ciglio, mentre Shisui... Nel giro di qualche interminabile secondo, iniziò a vomitare. No, lui non era come uno di quei ragazzini. Era la sua prima "strage", e certo la malsana aria locale non era d'aiuto; soprattutto quando le sue percezioni olfattive furono colpite da un forte odore di sangue, così intenso che sembrava di sentirne anche il sapore in bocca. Fu allora che il suo stomaco non ha retto il colpo, facendogli riassaporare la colazione al contrario. In compenso sarebbe passato facilmente per un ubriacone che ha preso male la sbornia.
    "Accidenti che situazione..."
    Pensava mentre cercava di pulirsi la bocca col dorso della mano mentre faceva cadere l'occhio sul suo capolavoro che forse poteva essere meglio dell'altro poco più in là. Non fu proprio una mossa astuta, visto che gli provocò un altro conato senza però conseguenze spiacevoli. Intanto, però, la ragazza stava giustificando quella carneficina con il ninja della Foglia, e l'Uchiha non riuscì a cogliere tutto di quella conversazione. Però dovette ammettere che quel vecchio lupo di mare incontrato poco prima dell'urlo non sembrava aver fantasticato a caso. Fortuna?
    Qualche secondo dopo, anche il capannello di curiosi iniziò a scaldarsi.

    EHI! Io conosco quel tatuaggio!

    Iniziò un uomo che di certo non aveva una delle migliori arie rassicuranti, ma certo aveva quella di uno che ha parecchie informazioni su chiunque.

    Fuuta il Mangiaratti! Questa cagna ha ammazzato il Mangiaratti!

    Lo studente aveva sentito anche lui quel nome. Suo fratello era stato inviato ad Otafuku in missione con il suo team per indagare su alcuni avvenimenti poco piacevoli e capire se fosse una cosa organizzata o se fosse stato solo un evento che non avesse niente a che fare con il Loto o l'Edera. Shisui comunque non sapeva granchè su quell'uomo se non che non era per nulla un santo.

    Io dico di prendere la cagna e portarla alla Polizia!

    Continuava quell'uomo sconosciuto. E gli altri a ruota che rispondevano urlando con voce strascicata dall'alcol

    Ma quale Polizia, io dico di darle un premio!

    E tutti a ridere provocando sia delle reazioni nella ragazza, sia nella gente attorno che iniziava ad essere attirata da quel conciliabolo.
    "Questo è un problema. Se questi continuano così, qui succederà veramente una strage. Se è stata davvero lei a fare questo, se minacciata dalle guardie....saprà fare distinzioni? Che situazione di merda..."
    Effettivamente, Shisui doveva pensare a qualcosa. Non avevano nessuna conferma che fosse stata consciamente lei a fare quello e che quindi adesso stesse recitando per salvarsi, e non avevano certezze che quel che diceva fosse effettivamente vero. A questo punto bisognava rischiare: o lasciare alle autorità di Otafuku e aspettare di vedere se mentiva o meno, oppure farla portare via e sbrigarsela per conto loro. Doveva ammetterlo, il ragazzo non sapeva che pesci prendere e cercava di analizzare la situazioni da più prospettive nel minor tempo possibile ed elaborare una strategia.
    "Se aspettassimo le guardie, potrebbe ripetersi la stessa cosa che è accaduta effettivamente a quei...quel Mangiaratti, e noi potremmo capire effettivamente se mente o meno. Ma quel ninja che le sta parlando riuscirà a non essere coinvolto? Se invece provassi a distrarre queste persone, darei la possibilità a quei due di sparire, e quando se ne renderanno conto, sparirò pure io. Il problema, però, rimane sempre: capirà che dovrà cogliere l'occasione? E io riuscirò a togliermi di mezzo? Forse la ragazza potrebbe dare problemi, ma non credo sia così sciocca da non cogliere una possibilità di fuga...Tentiamo la seconda. Se proprio fallisce...bè, arriveranno le guardie."
    Fu così che, facendosi forza e riprendendosi, Shisui, con calma e disinvoltura, mosse qualche passo all'indietro cercando di non attirare troppo su di sè l'attenzione, per mettersi in una posizione che avrebbe costretto i presenti a voltarsi e far uscire dal loro campo visivo lo shinobi e la ragazza. Solo quando avrebbe completato il primo punto del suo piano, avrebbe iniziato a dire la sua.
    Perchè coinvolgere inutilmente le autorità? Questa è la legge di Otafuku. Sopravvive il più forte. E' questa la vita criminale, no? Come un ninja che muore in missione. Non si consegna alla polizia chi lo ha ucciso. Sono i rischi del mestiere!
    Lo avrebbe detto a gran voce, proprio con l'intento di far voltare tutti i curiosi verso di lui e lasciare spazio e tempo agli altri di sparire. Ci sarebbe riuscito? Di sicuro, una volta che qualcuno si fosse accorto che la donna era riuscita a fuggire, anche lui avrebbe alzato i tacchi, cercando poi di ritrovare i due "fuggiaschi".
     
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  19. Nifo
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    Narrato
    Pensato
    Parlato

    Primo post Nagato (Konoha)



    Era tardi, tardissimo, e come d'abitudine si svegliò di soprassalto finendo col ruzzolare clamorosamente per terra sbattendo la zucca.
    Non male come inizio giornata. Non male nemmeno come sveglia. Bastò quel colpo a ricordargli che il motivo del suo ritardo era dovuto ad un evento avvenuto in un vicino porto del paese del fuoco, dove si invitavano i ninja di qualsiasi rango, qualora fossero disponibili, di perlustrare la zona.
    Ancora per terra, incrociò le gambe e le braccia appoggiandosi al bordo del letto per pensarci su.



    Secondo le informazioni una nave proveniente da Kumo è arrivata al porto, ammaccata e semidistrutta....l'equipaggio attribuisce la colpa alle condizioni meterologiche, però stando ad altre imbarcazioni che sono state nello stesso tratto di mare tra Kumo e il porto nello stesso periodo, non riferiscono di queste condizioni avverse....



    Più spremeva le meningi più gli passava l'intorpidimento mattutino. Decise di darsi una mossa, e in tutta fretta si vestì, uscendo come una furia dal suo appartamento.

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    La luce era talmente accecante che quando uscì dovette fermarsi e tenere lo sguardo basso per diversi secondi, dando il tempo ad i suoi occhi di abituarsi alla luce del mattino.

    Cazzo.
    Esclamò sbuffando. Il sole così alto era per lui come un monito, un monito di negligenza che gli diceva:
    Ehi pirla, saranno tutti già partiti da un pezzo, e tu sei ancora qui a fare il barbagianni.
    Preso un bel respiro fino a gonfiare tutto il petto...AAAAAANNNNFFFF.......VVVVIAAAAAAAAAAA!!!!
    esclamò per darsi coraggio mentre sfreggiava come una scheggia verso il porto, lasciando dietro di sè solo una folte scia di fumo.
    ________________________________


    Arrivati al Porto


    Non appena ci si avvicina di un centinaio di metri al porto, si comincia a percepire il fetore e il tanfo che proviene da quel luogo, e man mano che ci si addentra diventa sempre più "palpabile". Arrivata la ventata di olezzo in faccia al povero ragazzo, contrasse il viso in una smorfia disgustata. Probabilmente gli abitanti non vi fanno caso perchè vivendoci ne sono abituati, fino al non sentirne più la puzza. E beati loro.
    Addentrandosi nel porto dovette rallentare progressivamente la sua corsa, la gente era sempre più stipata per le strade, un via vai di gente caotico che rasentava l'anarchia ad i suoi occhi.
    Ben presto capì che le spallate e gli spintoni erano la normalità in mezzo a tutta quella gente, ma lo irritava. Tutto intorno un continuo urlare, spingere....non era abituato a simili ingorghi urbani.



    In mezzo a questo casino....come faccio a concentrarmi?
    si chiese sospirando....Ravanò nella borsa per tirare fuori il comunicato della foglia sulla missione...sapeva che doveva trovare o i due ufficiali o il capitano. Alla peggio si sarebbe unito a qualche altro ninja del suo villaggio per essere informato su quanto scoperto.

    __________________________________
    Zona del capitano

    Camminando per il centro del porto assistette ad una scena alla quale non era decisamente abituato, un "furto". Nagato stava guardandosi attorno quando la sua attenzione venne catturata dal trambusto di un giovane coi capelli rossi che correva inseguito da due ragazze e delle guardie. Era in procinto di seguire la scena per capire cosa stesse succedendo quando la sua attenzione venne catturata da un urlo di una donna.

    Cavolo, ma in questo posto mai un attimo tranquillo?!

    fece un balzo su una bancarella a padiglione per avere una visuale un pò migliore, e capire la strada da prendere per rintracciare l'urlo...nel frattempo il commerciante comincò a sbraitare e ad inveire contro di lui per farlo scendere. Scorse in lontananza nella direzione dove la donna urlò, un progressivo assembramento di gente...era sicuramente lì!

    Al ragazzo che correva penserò in un altro momento.
    rimuginò, per poi correre dalla donna.


    ___________________________________________
    Zona del Massacro

    Una volta giunto nel luogo dove ebbe udito il grido, si fece largo a spallate e spintoni tra la folla, finchè non ebbe una visuale dell'accaduto. Lo spettacolo atroce che si ritrovò davanti lo fece sobbalzare, facendogli portare la mano alla bocca per trattenere il vomito. Certo questo fa anche parte del mestiere di un ninja, ma anche tra di essi è difficile riuscire a ridursi così. Membra ovunque, organi e interiore spiattellate per terra e sul muro del vicolo, l'aria era talmente intrisa di sangue che se si fosse fatto sventolare un fazzoletto bianco, sarebbe potuto tingersi anch'esso di sangue.
    Davanti al vicolo, vi era una strana donna, corrispondente ai tracciati fisici di uno dei due ufficiali della nave, e due giovani ninja. Uno era di konoha, lo riconobbe dal coprifronte, l'altro gli dava le spalle. La folla aveva cominciato a scaldarsi.

    Fuuta il Mangiaratti! Questa cagna ha ammazzato il Mangiaratti!
    e ancora
    Io dico di prendere la cagna e portarla alla Polizia!
    La situazione stava degenerando, e il giovane di konoha tentava di placare la folla
    Perchè coinvolgere inutilmente le autorità? Questa è la legge di Otafuku. Sopravvive il più forte. E' questa la vita criminale, no? Come un ninja che muore in missione. Non si consegna alla polizia chi lo ha ucciso. Sono i rischi del mestiere!

    Niente da fare. pensò tra sè e sè Nagato, non era fiducioso che una simile folla di gente si lasciasse abbindolare da un ragazzino, si girasse e continuasse la giornata come se nulla fosse.
    si tolse il coprifronte per rimanere "anonimo" anche per la folla stessa, poi lo mise controluce per attirare l'attenzione del compagno della foglia.
    Voleva fargli capire che non era da solo, i rinforzi erano arrivati, era lì, nessuno lo aveva notato, all'occorrenza avrebbe potuto distrare la folla o proteggerlo da essa per portare in un luogo piu tranquillo la ragazza.
    Urgevano risposte, e finchè non uscivano da quel casino, non sarebbero arrivate.
    Guardami......Guardami cazzo....!!!
    Borbottava mentre puntava il coprifronte negli occhi del giovane.


     
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  20. Roronoa™
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    Chapter I - Primi tasselli raccolti.




    [La Taverna]

    La domanda sulla ragazza diede vita a una conversione piacevole e fruttuosa.
    Il primo a parlare fu uno strambo uomo, seduto tra la folla per assistere alla battaglia di bevute.
    Era basso, robusto, con dei capelli lunghi fino a metà schiena.
    I suoi vestiti da quattro soldi, alcuni strappati, stonavano con la lucentezza della sua capigliatura nera.

    Egli confermò la mia ipotesi: avevo trovato un membro dell'equipaggio.

    Le informazioni più succulente furono fornite da un secondo uomo.
    Una nave di Suna era scomparsa nelle stesse acque percorse dall'imbarcazione di Kumo, e coloro che avevano avuto il compito di individuare e recuperare il relitto non si erano imbattuti in nessuna tempesta.

    Immerso nella conversazione fui in grado di udire la ragazza chiamare l'oste per nome.
    Rimasi calmo. A quel dettaglio avrei pensato dopo, ora dovevo lasciarmi trasportare dalla conversazione.

    Non partecipai alla rissa generata dal commento fuoriluogo di un presente, ma avrei esortato tutti a ritrovare la calma, alzandomi se necessario.
    - Ehy calmatevi per la miseria! - Non era facile per il sottoscritto vestire i panni di un semplice cittadino.

    Quando la situazione tornò alla normalità, socchiusi gli occhi portando il boccale tra le labbra.
    Avevo scelto un compagno di tavolo abbastanza riservato, anche se poi per qualche strano motivo lo vidi sciogliersi, fornendomi un altro particolare molto interessante: Kumo non distava quattro giorni dal porto di Otafuku.
    La ragazza aveva mentito sulla durata del loro viaggio.

    Gettai un occhiata alla fanciulla.
    Non avrei posto altre domande in quel tavolo, per evitare sospetti verso la mia figura.
    Nessuno mi assicurava l'assenza di nemici nei paraggi.
    Ero quasi sicuro invece di essere circondato da shinobi accademici sotto false spoglie, infatti, l'arrivo di una nave nemica era un evento che non interessava solo Oto, ma Kiri Suna e non ultima Konoha.
    Mi guardai intorno muovendo solo gli occhi, pensando al motivo per cui quella ragazza avesse deciso di sfidare i vecchi marinai di Otafuku in una gara di bevute.

    Nessuno mi stava fissando.

    Decisi di cambiare aria.
    - Finita questa birra ti lascerò bere da solo - Mi rivolsi all'uomo dai capelli argentati, accennando un falso sorriso.
    La mia vera voce era sempre mascherata dalla mia abilità, ma questa volta avevo quasi urlato per via del baccano.
    La sfida tra i due bevitori era iniziata. Il loro tavolo era scomparso sotto un infinità di boccali.

    Avrei terminato la mia birra con la stessa calma con cui avevo bevuto fino a quel momento.
    Nel mentre, avrei unito i primi tasselli raccolti sul campo.
    Non ci misi molto a trovare la strategia da adottare.

    Kumo... villaggio "in conflitto" con quasi tutti i paesi accademici.
    I tre ragazzi si sarebbero attesi una sorveglianza speciale, ma allora perchè quel membro della ciurma stava attirando l'attenzione in quel modo?!

    Ripetuta cento volte, questa volta la mia domanda ebbe una probabile risposta: spostare l'attenzione dalle zone calde.
    Non erano venuti solo per riparare la nave, ne ero sicuro! Altrimenti perché mentire?! Erano stati loro ad affondare la nave di Suna?
    Le ipotesi erano ancora milioni, forse miliardi, ma avevo una pista.

    - Qualsiasi cosa abbiano in mente ... se ne andranno di corsa appena possibile!
    Questo significa che probabilmente hanno contatti con gli addetti alla riparazione della nave! La loro imbarcazione sarà pronta nel momento esatto in cui raggiungeranno l'obiettivo prefissato. Non prima e non dopo!
    Troppo rischioso interrogarli direttamente, inoltre passeranno sempre il loro tempo qui per fregarci! -


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    Conclusa la birra, come promesso, abbandonai il tavolo:

    - Nessuna donna e mare insieme, farò tesoro del suo consiglio - Mi allontanai, salutandolo con una leggera pacca sulla spalla sinistra, sperando di non scatenare una seconda rissa.




    Dovevo sapere chi stava lavorando sulla nave di Kumo.
    Mi sarei avvicinato al bancone, puntando il mio sguardo sulle delizie della ragazza.
    Un po' per mascherare la mia attività, un po' per la normale indole maschile. Ero un ninja, ma anche un uomo!

    Mi sedetti in una zona del bancone poco affollata, lontano dalla bevitrice.
    Ordinai una seconda birra, che pagai porgendo i Ryo al primo dipendente del locale.
    Attesi che l'oste si avvicinasse, sorseggiando lentamente.
    Mi guardavo intorno, per scoprire chiunque mi stesse fissando con interesse, e al tempo stesso lanciavo rapide occhiate ai due bevitori in sfida.

    Quando Toshi si sarebbe avvicinato al bancone avrei catturato la sua attenzione chiamandolo per nome. Lo avrei invitato ad avvicinarsi ulteriormente con un cenno della mano.

    - Conosce per caso chi sta lavorando alla loro nave? - Domandai a bassa voce, mostrando un interessamento a metà tra l'essere un ninja poliziotto e un semplice curioso.
    - Spero se ne vadano subito. Porteranno molti guai. - Conclusi dopo qualche secondo dalla domanda, per cercare di avere informazioni sulla durata delle riparazioni.
    Mi concentrai non tanto nell'udire la risposta ( il mio udito funzionava alla perfezione ) , ma nell'individuare ogni suo comportamento o gesto sospetto.
    Mi avrebbe guardato dritto negli occhi? O avrebbe spostato lo sguardo verso una persona in particolare presente nel locale?


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    Non erano ammessi balbettii o semplici "non lo so".

    In tal caso avrei esercitato un po' di pressione psicologica.
    - E' sicuro sicuro di non saperlo? - Cercai di essere un po' più minaccioso, ma senza esagerare. Non avevo nessun sospetto su quel signore, se non la presenza della fanciulla nel suo locale e il fatto che lei fosse a conoscenza del suo nome.
    Il mio scopo era mettere a disagio il proprietario per un semplice motivo: non sapere con chi avere a che fare.
    Sicuramente non un semplice curioso...ma allora con un ninja della foglia? Di alto rango? Un criminale? Quanto pericoloso? O un semplice straniero in cerca di rogne?
















     
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29 replies since 21/7/2013, 21:33   962 views
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