Il Fuoco Interiore

Controllo del Sangue I per Kenzaru

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    [Da qualche parte, dopo un lungo sonno]

    Al tuo risveglio sei in un ambiente completamente diverso rispetto allo squallore della sala operatoria di fortuna in cui hai rischiato la vita contro il mostruoso assistente di Tsuri Kurutsu: le pareti ed il pavimento sono in legno, con un fuoco poco distante che irradia un piacevole tepore in tutta la stanza, mentre un vago odore metallico permea l'aria, accompagnato da una ritmica vibrazione che ha origine da una stanza poco distante...un suono pesante e carico di forza. Il suono di un martello che picchia il metallo rovente.

    Quella deve essere la casa di un fabbro o qualcosa del genere. Ma in quale paese? Dove ti trovi in realtà?

    Solo in quel momento realizzi che non senti alcun dolore al collo nè in altre parti del corpo, ed anche la stanchezza che si era impadronita di te alla fine dello scontro si è dissolta completamente. Hai un bendaggio stretto intorno al collo, ma è pulito, senza una sola goccia di sangue, ed in qualche modo "sai" di non essere ferito, anche se non riusciresti mai a metterlo in parole. Fuori è mattina...ma quanto tempo può essere passato dalla notte alla Corte?

    Il battere del metallo ha termine, e nel giro di una manciata di secondi ecco che una figura imponente varca la soglia della piccola stanza in cui ti trovi. E' un gigante alto almeno due metri, con un fisico robusto e le braccia lievemente asimmetriche, con la destra nettamente più sviluppa della sinistra, che pure è degna di un culturista. Era ora che ti riprendessi. La sua voce è profonda, con un certo tono canzonatorio, come se l'uomo fosse abituato a celare una vena di ironia tra le sue parole. Sono già tre giorni che quello sciocco Yakushi ti ha portato da me... Sbuffò. Onestamente vorrei capire come mai non ha consultato Diogenes per te...io non sono un insegnante. Incrocia le braccia, con un buffo effetto ottico dovuto al diverso diametro e nel mentre avanza fino al tuo letto, dove inizia a fissarti con attenzione. Levati quelle bende. Un Mikawa non ne ha mai bisogno. Dice con tono seccato.

    Lo Yakushi era convinto che ti servissero e lo ho lasciato fare, ma onestamente non sa proprio con chi ha a che fare. Dopo aver sbuffato ti tende la mano, quella col braccio gigante, aspettandosi una tua stretta di rimando. La sua è terribile, come se fosse fatta di acciaio, ma sta a te vedere se riesci a tollerarla. Io sono Livon Mikawa, e non sono più un combattente da molto...ma purtroppo lo Yakushi ha scoperto che esisto per colpa di uno sciocco ninja di Konoha e ora mi ha messo in mezzo. Sono solo un fabbro, ma sono anche un Mikawa. Come lo sei tu.

    Estrae qualcosa dalla tasca e te lo getta. Ed al momento i Mikawa che non vivono alla Rosa sono necessariamente dei Ninja di Oto. Come lo sei tu, ora. Quell'oggetto che ti ha lanciato è una targa metallica con sopra la nota musicale di Oto...è il tuo nuovo coprifronte! Quello di Konoha, rigato, si trova sul comodino alla tua sinistra. A quanto sembra Febh Yakushi ha già deciso il tuo destino.

    Lui ti ha salvato ed ora la tua vita gli appartiene...o una cosa del genere. Mi ha detto che se non accetti il coprifronte lui lo saprà e ti verrà a cercare. Nulla di più. Quindi che mi dici...lo accetti?


    In caso di assenso, il fabbro ti avrebbe preparato qualcosa da mangiare (semplice pane e formaggio, niente di eccessivamente ricercato, ma almeno era gustoso) con un pò d'acqua da bere...di certo non ci teneva a trattarti da principe. Ora che sei un ninja di Oto, e che è saltato fuori che sei un mikawa, diventa importante il tuo addestramento...so che in qualche modo hai istintivamente attivato i tuoi geni per salvarti la vita, ma una cosa simile è una sciocchezza... Sta seduto al tavolo nella stanza accanto a quella in cui riposavi, sempre con le braccia conserte ed un'espressione severa. Devi imparare ad usare il sangue con la tua piena volontà. L'istinto verrà dopo. La base di tutto è il chakra, come sempre. Tu sai dove viene prodotto il tuo sangue, giusto? Il segreto sta tutto là...inizia con imparare ad impastare il chakra in quella zona e poi lascialo scorrere assieme al sangue in tutto il corpo...solo così avrai una vera attivazione delle tue doti.

    Ti getta un coltello.

    Ora tagliati da qualche parti e fammi vedere se ci riesci. Devi solo controllare il flusso in modo da impedire al sangue di uscire. Niente di più...le forme di manipolazione più avanzate richiedono l'uso di altri organi quindi è presto per metterle in pratica. Bisogna sempre imparare per gradi....

    CITAZIONE
    Primo post attivo (la presentazione era nel post precedente) in cui devi riuscire ad attivare volontariamente la tua tecnica speciale. Livon ti ha spiegato come fare, più o meno, ma il resto sta a te. Sei libero di fare domande ed approfondire la storia dei Mikawa, di Livon o la tua in qualsiasi modo, ovviamente :zxc:
     
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  2. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    I Post

    Avevo aperto gli occhi da qualche minuto quando capii che il profondo martellare che mi rimbombava in testa non era frutto della mia stanchezza. Le immagini, da prima sfuocate, ora avevano dei margini più nitidi e così i colori; il calore del fuoco fu come un balsamo per le mie membra intorpidite. Chissà da quanto ero stato sdraiato su questo letto... Ero stato medicato, una fasciatura salda copriva il collo che mi era stato azzannato da quella bestia. Un brivido profondo mi scosse e mi spinse a mettermi seduto, la testa mi girava leggermente ma tutta la stanchezza che avevo in corpo non era altro che un ricordo lontano, avevo ripreso le forze e, in quel momento, mi venne una fame vorace.
    Il ritmico martellare cessò e una figura colossale entrò nella stanza, si dovette piegare per superare la porta e poi si distese in tutta la sua struttura: i muscoli erano ben definiti e il grembiule in cuoio copriva un petto molto villoso, un braccio era più sviluppato dell'altro. Sorrisi leggermente tra me e me quando pensai che Toro avrebbe commentato quella sproporzione facendomi notare che, probabilmente, erano anni che non possedeva una donna e quello non era altro che il frutto di un'assidua masturbazione.
    Incrociò le braccia sottolineando ancora di più, per quanto possa sembrare impossibile, la differenza fra il braccio destro e il sinistro.
    Da prima sembrò canzonarmi, poi - dopo avermi informato che avevo passato tre giorni addormentato sul letto - iniziò a blaterare qualcosa che feci fatica a capire... Poi mi invitò a togliermi le bende dicendomi che un Mikawa non ha bisogno di bende, corrugai le sopracciglia e, lentamente, esegui il suo ordine (non avevo nessuna intenzione di contraddirlo, era troppo grosso e io troppo debole)
    Ci dedicai molta cura ma, quando la benda candida cadde a terra, la mia mano tremante trovò la ferita cicatrizzata perfettamente. Sorrisi e lo guardai stupefatto, era una cosa incredibile, non potevamo lasciarmi trasportare dalle emozioni ma tutto ciò era veramente incredibile.
    Significa, quindi, che lo scienziato non mi aveva raccontato una palla, o tutto ciò che mi disse quindi non era una bugia. Che nel mio sangue scorresse il sangue Mikawa era fuori dubbio a quel punto, ma ero veramente il Duplicante di Aloysius? Non mi era ancora dato saperlo e forse non era il caso di parlarne direttamente con quell'uomo.
    Che, nel frattempo, mi stava allungando la mano. Mi alzai nei miei quasi due metri di altezza e, a mia volta, gli allungai la mano fino a stringerla, la sua stretta era poderosa e non riuscii a nascondere una lieve smorfia di dolore.
    Soppesai con lo sguardo prima il coprifronte del villaggio del Suono e successivamente quello del villaggio della Foglia, non c'era assolutamente nulla che mi tratteneva nel villaggio del paese del Fuoco, non avevo amici - non più quanto meno - non avevo una famiglia e non dovevo nulla al villaggio...
    Ma malgrado tutto lasciai passare qualche minuto prima di intascarmi il vecchio coprifronte della foglia e stringere al braccio quello del suono, quindi - mi aveva invitato a sedermi - parlai con voce ferma:

    Scusami se ti interrompo ma vorrei chiederti un paio di informazioni: dove siamo? Febh dov'è? Io dovrei consegnare una lettera all'amministratore del villaggio del suono, dove posso trovarlo e come si chiama?

    Qualcosa era cambiato in me: se prima ero un ragazzo timido e silenzioso, ora avevo acquisito maggior sicurezza; non avevo paura di parlare a quell'uomo e per questo ma la mia voce era risultata piuttosto ferma.
    Mentre aspettavo le risposte da quell'uomo mi misi a mangiare, di certo non mi aspettavo qualcosa di più sofisticato, ma fui molto soddisfatto dal gusto di quel formaggio molto stagionato con dei piccoli chicchi di pepe a renderlo più saporito.
    Ci eravamo spostati nella stanza affianco a quella in cui riposava e mentre io mangiavo lui mi spiegava come iniziare a controllare il sangue, certo era stata la situazione critica che mi aveva permesso di salvarmi. Ora, in una situazione calma, probabilmente non sarei riuscito a rifare quello che là mi venne, con discreta, facilità.
    Impugnai il coltello che lui stesso mi passò, avrei dovuto tagliarmi ed evitare che il sangue fuoriuscisse dalla ferita. Mi incisi il polso e appoggiai il braccio sul tavolo, strinsi i denti e lasciai vagare lo sguardo per qualche secondo nel colore rubino del sangue che lentamente si allargava su tutto il tavolo.
    Chiusi gli occhi e, come la prima volta, iniziai a controllare la respirazione finché non riuscii a calmarmi e rallentare il battito cardiaco.
    Il sangue si crea all'interno del midollo osseo, quindi avrei dovuto impastare il chakra all'interno delle ossa, nello specifico nelle ossa del braccio sinistro a cui avevo inciso le vene.
    La manipolazione del chakra mi risultò piuttosto complessa e le cellule presenti nel midollo osseo non rispondevano al 100%, non riuscivo ad essere abbastanza preciso e l'impasto risultò piuttosto grezzo e grossolano. Dovetti concentrarmi di più, dovetti lasciar scivolare fuori il chakra e riniziare tutto da capo.
    Rifiatai, richiusi gli occhi.
    Mi concentrai sulla respirazione e velocemente il respiro divenne regolare e tranquillo. Questa volta non cercai di concentrare tutto il chakra all'interno del midollo osseo ma solo una piccola parte, avevo notato in precedenza, infatti, che ne avevo messo troppo e le cellule non rispondevano perfettamente, quindi decisi di non voler stra fare e come se possedessi un contagocce impastai il chakra nel braccio.
    Questa volta sentii il corpo rispondere bene, mi resi conto di avere il controllo sulla produzione del sangue potevo aumentarne o diminuirne; era un ottimo inizio. Aumentai la produzione e avevo un grezzo controllo sul sangue prodotto, lo misi quindi a bloccare la ferita.
    Ora avevo maggior coscienza sul sangue sul tavolo, lo sentivo ricettivo al mio chakra, sentivo che mi apparteneva.
    Ma dovevo fare un passo alla volta, aprii gli occhi e con un panno pulii la ferita; se tutto fosse andato come volevo non sarebbe uscito più sangue.




    CITAZIONE
    Come sempre preferisco non dire mai se riesco o non riesco a superare la prova così che tu possa farmi capire se i miei post vanno bene o meno.
    Grazie mille e buona giocata, bro! :riot:
     
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    [Una casa nei pressi di Oto]

    Ma che dici? Il grosso fabbro inarca un sopracciglio, come se la tua fosse la domanda più stupida che gli abbiano mai fatto. Febh ti ha lasciato qui e poi è tornato ad Oto, che non è molto distante. Ma se avevi un messaggio per l'amministratore di Oto perchè non glielo hai dato direttamente? Inclina il capo, sempre a braccia conserte. Non vorrai dirmi che non sapevi che Febh Yakushi è l'Amministratore del Suono, nonchè uno dei ninja più potenti dell'accademia? Non ha molto altro da dire e per il momento si limita a guardarti mangiare, osservando ogni tuo infimo movimento.

    Inizia quindi la sua spiegazione sulle tecniche di sangue dei Mikawa, gettandoti il coltello e lasciandoti fare. Il taglio che ti sei autoinflitto non è particolarmente profondo ma certo sanguinerà per un bel pezzo senza un benadaggio o affini...o senza usare il chakra in maniera efficace. Dopo pochi tentativi riesci a cogliere il principio di funzionamento, o almeno così ti pare, ed l'emorragia rallenta fino ad arrestarsi quasi del tutto, con le gocce di sangue che imperlano la ferita quasi fossero un bracciale scarlatto. Una prova discreta. Le prime parole del fabbro arrivano dopo qualche secondo, ma non sono portatrici di biasimo nè di plauso, allunga quindi la mano, serrandoti l'avambraccio e stringendo appena, evocandoti tuttavia un dolore atroce, come se indossasse un guanto di rovi incandescenti!

    Tuttavia hai commesso un errore, certamente dettato dall'ignoranza. Per controllare il sangue hai impastato il chakra nelle ossa, ma ti sei limitato ad una sola parte del corpo. Ti lascia andare. Il sangue non si trova solo in una parte. Il sangue si trova in tutto il corpo, è come un fiume...un oceano che si trova dentro di te! Col tempo imparerai ad attingere sempre di più a questo oceano, ma prima devi comprendere esattamente quanto e grande, e quanto sia necessario considerarlo nel suo insieme. Indica quindi il tuo braccio ancora indolenzito. Il midollo osseo è la chiave del nostro potere. Ma il midollo si trova in molte altre ossa, ed anzi, in alcune è molto più presente che in altre. Devi impastare contemporaneamente il chakra in tutte queste ossa per controllare realmente il sangue...usarne solo una causa solo danni, come hai potuto constatare.

    E ora, prima di proseguire, voglio che tu abbia un'idea di ciò che si può fare con il sangue.
    Riprende il coltello, incidendo appena il suo indice e lasciando che il sangue fluisca, sollevandosi come animato di vita propria e poi condensandosi in una sfera perfetta nel suo palmo. Una sfera, ma può esssere benissimo una lama, uno scudo, una lancia, o una bestia feroce. Servono tecniche apposite per generare forme complesse, ma per qualcosa di grossolano è sufficiente la nostra capacità di base.

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    Getta quindi il coltello a mezz'aria e quindi la sfera prende il volo contro di esso, frantumando il metallo come se nulla fosse per poi disfarsi e rientrare nel corpo di Livon, chiudendo la piccola ferita al suo passaggio. Questo per darti un assaggio della potenza che potresti arrivare a brandire! Poggia entrambe le mani sul tavolo. Fra poco passeremo al resto del tuo addestramento ma prima voglio essere sicuro che tu sia pronto.

    Dimmi, sulla base di quello che hai provato mentre usavi la tecnica per la prima volta...come definiresti il potere che stai cercando. Dimmi come funziona, per quela che è stata la tua esperienza...dimmi quale forza riesci a percepire in esso, quali vantaggi porterebbe...
    quindi si china quel tanto che basta per portare i vostri occhi allo stesso livello. E quali terribili svantaggi e rischi credi che comporti? Quali sono le debolezze del controllo del sangue, secondo te?
     
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  4. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    II Post

    Sebbene rimanessi in silenzio guardando, con occhi stralunati, Livon sorrisi tra me e me pensando alla situazione comica. Avevo avuto tutto il tempo per consegnargliela, forse il Pagliaccio sapeva che Febh era l'amministratore di Oto, forse no...
    Scrollai le spalle, quindi erano passati tre giorni e mi trovavo poco distante da Oto. Un brivido mi percosse pensando a Febh: avevo avuto l'onore di partecipare ad una missione con uno dei ninja più forte dell'Accademia, forse il più forte. E ora la mia vita gli apparteneva e la cosa mi spaventò a morte.
    Considerò il mio controllo "discreto" e io ne fui soddisfatto ma, con il senno di poi, avrei dovuto evitare di sorridere guardandolo poiché mi fece abbassare la cresta spiegandomi in modo più approfondito come richiamare il sangue e aumentarne la produzione. Abbassai il volto e ascoltai curioso, abbracciando il chakra per poi rilasciarlo quando Livon creò una sfera perfetta nel palmo della sua mano.
    Mi diede una dimostrazione delle sue capacità, il sangue plasmato a forma di sfera frantumò il coltello in ferro che prima avevo usato per ferirmi, mi trovai costretto a chiudere la bocca mentre il sangue rientrava nella ferita da lui autoprodotta che si rimarginò in un attimo quando tutto il sangue ne fu rientrato.
    Poi mi chiese cosa provavo quando sfruttavo il sangue, cosa sentivo, cosa pensavo potessero esserne i vantaggi e quali svantaggi poteva comportare l'uso di questa arte.
    Un profondo brivido partì dalla base della spina dorsale e mi scosse portandomi in una posizione eretta sulla sedia pensando alla sensazione che avevo provato quando avevo preso il controllo del sangue.

    Non penso che riuscirò a descrivere con semplici parole la sensazione che mi attanagliò lo stomaco, avevo la percezione alterata: ero in fin di vita e nessuno avrebbe potuto aiutarmi.
    In me sentivo l'agitazione e la forza della tempesta, delle onde che si infrangono sugli scogli e contemporaneamente mi sentivo calmo e concentrato come il gabbiano immobile con le ali gonfie di vento.
    Mi sentivo potente, sentivo di poter sopravvivere, di poter salvarmi. Mai, prima di allora, mi sentii così vivo.
    -Lasciai che il silenzio dividesse quel pensiero così profondo e, contemporaneamente, così contraddittorio. Alzai lo sguardo e abbandonai la sedia avvicinandomi ad una finestra che mostrò il buio più totale. Socchiusi gli occhi e scrutai nelle tenebre finché non identificai la foresta illuminata dalla luna piena.
    Come mi hai appena mostrato il sangue è un'arma dai poteri e dagli utilizzi molteplici. Può essere sia un'arma offensiva che uno scudo da contrapporre agli attacchi nemici. Finito il combattimento potrei rimettere in circolo il sangue precedentemente usato per altri costrutti e recuperare energia... Recuperare energia... L'uso del sangue ha un costo, l'ho percepito fin da subito, e non si tratta di semplice consumo di chakra ma privandomi di sangue divento più fiacco e rischierei, se perdessi il controllo, di non avere più energie per continuare gli scontri.
    Questi sono i vantaggi e gli svantaggi che penso di aver percepito, spero di non essere stato troppo superficiale nel mio resoconto

    Quindi mi girai nuovamente verso il bosco dopo che avevo concluso il discorso cercando lo sguardo del fabbro, la malinconia del momento inondò i miei occhi: dove si trovavano Toro e Shinji? I miei più cari amici, i miei unici amici...
    Sospirai e chiesi a Livon:

    Signor Livon... Scusi se mi permetto una domanda... Ma quanto bisogna essere disposti a sacrificare per raggiungere l'obiettivo di una missione? Si è mai trovato nelle condizioni di dover scegliere se salvare il proprio team o concludere la missione assegnata dall'accademia? E cosa scelse, se posso chiederglielo? Non avevo il coraggio di guardarlo, un leggero colpo di tosse per rompere il silenzio imbarazzante che si venne a creare, poi con voce rocca chiesi qualcosa di alcolico, qualcosa di forte.


     
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    [Le Lezioni del Fabbro]

    Livon ti ascolta attentamente...le tue risposte, le tue domande, senza mai commentare od interromperti. Non vedo cosa centrino le missioni con questo. Batte una mano, quella più piccola, sul tavolo, facendolo quasi spaccare. Sei qui per apprendere le arti Mikawa. Se lasci che questi pensieri inutili spezzino la tua concentrazione sta pure pronto ad andartene. La sua voce è lenta, in un crescendo di irritazione che somiglia ad un temporale in avvicinamento. Io sono un fabbro. Non so niente di missioni e non mi interessa. Sono qui per te, ora. E tu sei qui perchè sei un Mikawa...non so quando o in che modo tu sia venuto al mondo senza che nessuno lo sapesse, ma sei un Mikawa e devi essere addestrato. Se rifiuti l'addestramento sarò ben felice di strapparti dal corpo ogni goccia di sangue e rimpiazzarla con sangue di estranei, sigillando il tuo potere per sempre. Posso farlo.

    E' questo che vuoi?


    Lascia che la domanda risuoni per qualche istante nel silenzio della stanza. Hai il nostro potere ma ti è piovuto addosso per miracolo. Non sei un ancora un vero Mikawa...e voglio che ti sia chiaro che sei qui per essere istruito...ma anche giudicato. Il nostro clan ha origini antichissime e tradizioni solide come l'acciaio. Dovrai imparare molto...e non solo a muovere il tuo sangue. E se per caso non ti dimostrerai degno...allora perderai tutto per mano mia. Si alza, facendo alcuni passi per la stanza. Capisco però che tutto questo è molto improvviso per te. Un respiro profondo mentre aggrotta la fronte, quindi si avvicina ad un mobile, prendendo un rotolo da un cassetto. Qui ci sono alcune informazioni sul nostro clan [LINK - Puoi leggere tutto tranne le Curiosità e le informazioni su Diogenes]. Niente di segreto. Te lo lancia. Leggilo, riflettici una notte, e poi domani mi darai nuovamente una risposta alle domande che ti ho fatto prima. Pensaci attentamente.

    Si sposta verso la porta, intenzionato a lasciarti solo. Dopo aver risposto, domani, dovrai attivare i poteri del sangue e cercare di mantenere il sangue sospeso qualche centimetro sopra la ferita. Non deludermi.

    E se ne va.
     
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  6. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    III Post

    Lasciai che mi minacciasse e che le sue parole entrassero come lame incandescenti nel mio corpo inerme, indifeso. Non battei ciglio e rimasi ad ascoltarlo, maledicendomi di avergli fatto quella domanda; abbassai leggermente il capo ma poi i miei occhi incontrarono il suo sguardo mentre afferravo il rotolo che mi porgeva. Poi se ne andò e io rimasi solo in piedi nella stanza, il silenzio cadde e fece un frastuono assordante.
    Nella mano tenevo il piccolo rotolo che, dopo essermi seduto su una sedia lì poco distante ed aver acceso una candela, iniziai a leggere. Il freddo si era fatto più pungente e mi lasciai avvolgere da una coperta che trovai vicino ad una stufa, spenta.
    Scoprii, così, che il Clan Mikawa derivava dal paese della Rosa e che fu Ru-Yamaneko a creare il primo contatto tra i villaggi.
    Potei, inoltre, capire la gerarchia ferrea presente all'interno del clan, il ruolo del capoclan e del Gran Consiglio o il compito deI 10. Inoltre erano molto dediti ad una religione politeista che prevedeva l'esistenza di tre dei, ovviamente dediti a: morte, distruzione, sangue, piaceri immorali, etc.
    Ebbi modo, inoltre, di leggere quelle che vennero definite le leggende all'interno del clan, non c'era nulla di certo ma era innegabile che, leggendo la storia del clan, furono i primogeniti a scriverne la storia e a raggiungere i massimi controlli del Sangue.
    Lasciai il rotolo sul tavolo e iniziai a camminare intorno al tavolo, con estrema lentezza e nel modo più silenzioso; pensavo a tutto ciò che mi era successo, alle scoperte che avevo fatto. Non ero un uomo, non frutto dell'amore, ma dalla provetta di qualche laboratorio, tenuto e cresciuto per chissà quanto tempo poi ero stato dato alla mafia della foglia (o mi avevano comprato? o rapito? o trovato?) Ah... Quanti i dubbi che mi stavano assalendo.
    La notte era calata ormai da tempo e qualche gufo stava volando nel bosco che, come mi aveva riferito Livon, non era molto distante da Oto stessa. Per quale motivo Febh aveva deciso di affidarmi alle cure di questo fabbro e non a quelle del clan, temeva forse che potessero eliminarmi in quanto elemento pericoloso per i loro segreti? Forse, se avessi imparato l'arte e quindi fossi entrato ufficialmente a far parte del clan, si sarebbero fatti qualche scrupolo in più. Forse voleva semplicemente difendermi.
    Scossi la testa e ripresi a camminare, una testa quadra come quella non poteva aver fatto questo ragionamento...
    Lasciai che i pensieri mi attraversassero mentre con sguardo critico vidi le nuvole muoversi e mostrare la luna piena, estremamente luminosa, vidi i contorni degli alberi e della foresta.

    L'alba arrivò camminando in punta di piedi: il cielo divenne sempre più chiaro passando da nero a blu scuro quindi ciano e infine azzurro, le nuvole toccavano sfumature di rosa e bianco. Livon si sarebbe alzato e non mi avrebbe più trovato all'interno dell'abitazione, se fosse uscito mi avrebbe trovato in piedi in mezzo alla piccola radura in cui era situata la sua dimora. Avevo il fiatone e il torso nudo mentre dei pantaloni scuri si chiudevano ad altezza delle caviglie, il sudore mi bagnava il torace e grosse gocce scendevano dalla fronte infrangendosi sulle sopraciglie.
    Avevo passato tutta la notte ad addestrarmi, mi ero inciso le vene sulle braccia per far confluire più sangue all'esterno e prima senza alcun risultato e poi sempre più velocemente riuscivo a prenderne il controllo e richiamare il sangue all'interno della ferita richiudendola, riempivo di chakra il midollo osseo di tutte le ossa, come mi aveva insegnato Livon qualche ora fa. Così con il passare del tempo avevo imparato a richiamare il sangue dall'esterno all'interno richiudendo le ferite che mi infliggevo, ma il problema più grosso era mantenerne il controllo, o meglio, era riuscire a mantenerlo fermo sopra alla ferita. Sapevo come muoverlo ma non significa per questo che riuscissi a tenerlo fermo e plasmarlo come mi aveva mostrato il fabbro la sera precedente.
    Avevo preso più consapevolezza del mio sangue e delle mie capacità su di esso durante la notte, ero esausto e congelato: durante la notte non mi ero fermato un secondo continuando a tagliarmi, richiamare il chakra, cercare di prendere il controllo sul sangue e infine rifarlo entrare nella vena. Quest'ultimo passaggio, stranamente, era il più semplice e naturale.
    Con l'arrivo del sole sarebbe giunto anche Livon e, come ho detto in precedenza, mi avrebbe trovato nella radura, gli rivolgevo la schiena lucida dal sudore e contratta dalla fatica. Il respiro era affannoso, mi ero inciso nuovamente per far fuoriuscire il sangue e prepararmi a prenderne il controllo, sorrisi leggermente e senza girarmi verso Livon iniziai a parlare con lentezza, una nota di pazzia era percettibile nella mia voce profonda.

    Anf... anf... Buongiorno Livon... Con il controllo sul sangue posso fare quello che voglio, posso usarlo per difendermi e attaccare, per ferire e per guarirmi. Anf... Anf... Usarlo troppo provoca stanchezza, perché utilizzo contemporaneamente sia il chakra che il sangue e quindi la mia lucidità si abbassa. Eheheh... Ma il potere che può darmi...
    Con esso posso creare delle armi e, senza impugnarle, cercare di attaccare i miei nemici attaccandoli io stesso, può darmi superiorità numerica in fase offensiva e difensiva.


    Quindi, lentamente, mi sarei girato verso di lui tenendo teso in avanti il braccio mostrando una sfera perfetta fluttuare sopra alla ferita, avevo capito che non dovevo pensare a come manipolare il sangue, non dovevo pensare a come, meccanicamente, fare. Bastava pensare cosa volevo, per questo motivo infatti, all'inizio, mi risultava facile far rientrare il sangue all'interno della ferita: non pensavo come farlo entrare, a cercare con precisione la ferita, etc. Pensavo semplicemente di voler far rientrare il sangue nel mio sistema circolatorio. Allo stesso modo, non pensai a come fare una sfera, ma la feci. Consumai una buona dose di chakra per mantenerla sospesa e poi la feci rientrare nella ferita che si chiuse in poco meno di un secondo.
    Continuai ad avere il fiatone, ma guardai Livon con aria di sfida e poi caddi in ginocchio stremato da quella notte d'addestramento.
     
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    [I Segreti più Avanzati]

    Livon ti trova fuori dalla sua casa, mentre riesci a condensare il sangue in una sfera proprio come ti ha chiesto, ma non sembra affatto soddisfatto. Impari in fretta dal punto di vista pratico ma sei lento a comprendere. Esaltato dal tuo stesso potere fino al punto da non capire quali sono i suoi limiti. Hai pensato a cosa accadrebbe se sfidassi un ninja capace di creare delle illusioni o molteplici costrutti di chakra? Hai pensato a cosa accadrebbe contro un nemico che non cerca di trafiggerti o tagliarti? Per usare il tuo potere finiresti per doverti causare danni aggiuntivi oltre a quelli che lui stesso ti sta provocando...

    E poi non hai pensato a quello che invece è un enorme vantaggio. Finora ti sei concentrato su cosa fare col sangue che sta nelle tue ferite...ma non hai nemmeno accennato a cosa potresti fare con le ferite di un'altro. Con un singolo movimento si pratica un taglio sull'avambraccio, quello più sottile. Guarda qua...una ferita aperta e sanguinante. Prova a immaginare cosa accadrebbe se un pò del sangue che TU controlli entrasse nel MIO sistema circolatorio. Creeresti parecchi guai, no? Si avvicina fino a portarsi a tre metri circa, sempre col braccio teso.

    o2mi



    Portare il sangue nel corpo di un'altro e comunque mantenerne il controllo una tecnica avanzata, che richiede una manipolazione di sangue nettamente più raffinata del semplice creare forme. Non stai interagendo col tuo corpo ma con quello di un'altra persona, e per farlo rinunci al sangue che stai immettendo, tienilo a mente. Non puoi semplicemente farlo abbattere sulla ferita nemica e sperare che funzioni...devi avere una fine percezione per comprendere dove si trova il varco nella pelle nemica anche se non lo vedi...devi controllo preciso per immettere il sangue senza far scoppiare le vene del nemico..sono elastiche ma fragili e troppa pressione renderebbe la tecnica del tutto inutile...e per concludere devi concentrare abbastanza chakra da riuscire a controllare il sangue, almeno vagamente, anche se si trova immerso nel chakra altrui.

    Queste sono le tre difficoltà della tecnica.
    Spiega con calma, contandole con le dita della mano più massiccia.

    Trova un modo per superarle ed avrai compreso l'essenza del Sanguinamento Esplosivo, una delle tecniche segrete dei Mikawa. Ora prova, almeno fino a quando non riesci. Poi increspa le labbra, come a voler scherzare. E non temere di potermi fare del male...ti ci vorranno molti anni prima di riuscire anche solo a sfiorarmi.


    CITAZIONE
    La prova è dare una spiegazione razionale del metodo con cui metti in atto la tecnica. Cerca di trovare delle soluzioni pseudologiche su come devi manipolare il chakra, il sangue, e in quale modo. Più sei preciso e più sarà considerata positivamente la prova. Le tre domande a cui devi trovare risposta sono

    -Come fai a trovare esattamente la ferita nemica anche se non la vedi bene?
    -Come fai ad inserire il sangue senza far scoppiare la vena nel punto di inoculazione?
    -Come usi il chakra per controllare il sangue anche dentro un corpo diverso dal tuo?

    Sanguinamento Esplosivo
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna
    Richiede: Manipolazione del Sangue I
    Previo contatto di uno slot dimensionale di sangue con una ferita leggera sanguinante, l'utilizzatore può manipolare il flusso sanguigno avversario, rendendo spossato. La Resistenza dell'obiettivo calerà di 2 tacche e il sanguinamento sarà aggravato di 1 grado. Eventuali ferite curate fino ad un giorno prima si riapriranno. Richiede la Manipolazione 1 slot dimensionale di sangue. Il malus alle statistiche rimarrà attivo per massimo 3 round. Tipo: Ninjutsu - Chiiton
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso )
    [Da genin in su]


    Fino a questo momento le tue risposte non sono state molto accurate, hai risposto due volte allo stesso modo! Continuando di questo passo potresti non ricevere stemmi per la giocata.
     
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  8. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    IV Post

    Effettivamente, non avevo pensato a cosa avrei potuto fare se il mio sangue fosse entrato in contatto con il sistema circolatorio avversario. Rimasi in silenzio passando la mano sul mento, meditando a quanto - ora che ci pensavo - avrei potuto fare danni introducendo anche una modesta quantità nel mio sangue in quello avversario, che stupido che ero stato ad non averci pensato prima.
    Lo guardai mentre si feriva il braccio e lasciava cadere il suo sangue sul terreno umido della piccola radura persa nel bosco, il muschio assorbì il liquido color rubino che, passando attraverso un raggio di sole, assunse tonalità sgargianti. Così Livon, tenendo il braccio teso, mi spiegò i problemi che comportava provare ad inserire il mio sangue nel sistema vascolare nemico; compii dei respiri profondi e chiusi gli occhi lasciandomi assordare dal silenzio e dal ticchettare, regolare, del sangue sul terreno.
    Il primo problema era poter individuare la ferita nemica, senza poter sapere dove essa fosse esattamente collocata sarebbe stato impossibile poter immettere il mio sangue nel corpo avversario. Certamente uno shinobi con un alta conoscenza di questa innata avrebbe potuto essere in grado di rintracciare, tramite conoscenze più approfondite, le ferite avversarie tramite tecniche o abilità apposite. Purtroppo, essendo io alle prime armi, avrei dovuto fare affidamento unicamente su una buona vista tramite la quale poter individuare tessuti bagnati dal sangue e, contemporaneamente, tenere impresso nella mente dove era stato colpito l'avversario; l'unione di queste due cose avrebbe potuto darmi l'idea precisa di dove era presente la ferita avversaria...
    shusei_hisagi_inch

    Certo questa avrebbe potuto risolvere il primo problema ma, a quel punto, si sarebbe presentato un secondo problema la cui importanza non era certo minore: come inserire il sangue senza far esplodere la vena?
    Le mie conoscenze mediche mi permettono di sapere che le arterie hanno un tessuto più elastico rispetto alle vene e, in maniera abbastanza precisa, saprei identificare dove esse siano collocate ma rimane il fatto che gettare secchiate di sangue su una ferita avversaria non comporterebbe, in maniera logica, una penetrazione del mio sangue nell'arteria avversaria. Ma se avessi la capacità di poter compiere un controllo più accurato del sangue, probabilmente potendo diminuire la grandezza del flusso permettendo una penetrazione a cuneo all'interno del corpo nemico sarei riuscito a non provocare danni immediati all'avversario non facendogli esplodere l'arteria o la vena.
    Poi avrei dovuto controllare il sangue a questo quesito mi risposi quasi immediatamente, giacché si trattava semplicemente di dover muovere il proprio sangue all'interno del corpo avversario e ciò non differiva di molto rispetto a quello che avevo appena imparato a fare, sarebbe bastato quindi irrorare di chakra il sangue e mantenerlo anche quando avveniva il contatto potendo spostarlo all'interno del suo corpo. Questo sarebbe stato possibile unicamente tramite la mia conoscenza base dell'anatomia dell'uomo, avrei dovuto assottigliare il flusso del sangue di molto e ciò comportava un maggior capacità di plasmare il mio sangue.
    Iniziai così ad impastare chakra nel sangue e a muovere, sospesi in aria, costrutti di sangue; li plasmavo cercando di creare forme e figure sempre più strane, dovevo imparare ad avere un controllo meno grossolano ed essere più elegante e preciso possibile. Così mi impegnai a creare flussi di sangue il cui diametro diminuissi sempre più, fino a raggiungere un misura a me congeniale. Muovevo intorno a me numerosi costrutti, cercando di applicarmi al meglio così che potessi imparare a mantenere il controllo su più costrutti e a farli muovere in direzioni diverse contemporaneamente oltre che a velocità diverse, ovviamente.
    Trascorse diverso tempo finché non potei ritenermi soddisfatto, avevo un ottimo controllo sul sangue e riuscivo a creare costrutti più elaborati rispetto ai precedenti. Questo mi mise sicurezza e volli provare ad applicare la tecnica che poc'anzi mi aveva spiegato Livon.
    Mi posi a qualche passo da lui, lungo le braccia mi scendeva un rivolo di sangue che ad un tratto si ingrossò e, quasi per magia, si staccò dal mio corpo e contro le leggi della gravità iniziò a fluttuare intorno a me.
    Rimasi immobile, mentre sempre più sangue si agglomerava in un unico costrutto che iniziò a vorticare intorno a me, lo plasmavo mentre riaprii gli occhi e iniziai a studiare la ferita avversaria dal flusso che ne fuoriusciva dedussi che era arterioso, ciò lo capii studiandone il colore di un rosso più vivo perché ricco di ossigeno e dal modo con cui fuoriusciva. Questo mi semplificava le cose, o almeno fui così stupido da pensarlo, poiché sebbene ebbi il tempo di ripassarmi mentalmente tutti i passaggi logici qualcosa andò storto. Danneggiai infatti l'arteria di Livon il quale mi fermò dicendomi che qualcosa era andato storto e di riprovare.
    Decisi che era stata solo sfortuna e nuovamente provai inutilmente, devo aver tralasciato qualcosa perché anche la terza volta fallii.
    Non mi accorsi che passarono diversi minuti nei quali rimasi fermo a pensare mentre il sangue mi vorticava intorno, all'inizio lento e progressivamente sempre più veloce. Finché non giunsi alla conclusione: non avevo considerato la velocità di immissione del sangue. Non potevo far penetrare il sangue alla massima velocità, in quell'attimo in cui il sangue entrava nella ferita avversaria esso doveva avere una velocità ridotta quasi al minimo.
    Ripresi posizione e quindi ci riprovai, il costrutto assunse la forma di una lancia e lo scagliai a tutta velocità contro Livon, poco prima dell'impatto con la ferita nemica rallentai il sangue per poi riprendere la velocità quando esso si sarebbe trovato all'interno dell'arteria. Se questa volta fossi riuscito avrei avuto il controllo del sangue all'interno della sua vena, ebbi qualche difficoltà a comprendere al meglio come si doveva controllare senza rompere l'arteria avversaria, Livon mi avrebbe lasciato il tempo per ambientarmi e capire al meglio la situazione e le dinamiche ad essa collegate.
    Poi concentrai ancora più chakra e cercai di prendere il controllo del flusso sanguineo avversario rallentandolo e abbassandone la pressione al fine di renderlo più spossato e stanco.





    Tendo a non mettere il risultato delle prove, quindi decidi tu se e come riesco. Grazie mille ancora per la disponibilità e buon game :riot:
     
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    " Quattro tentativi...bhè, direi che mi hai stupito ragazzo. Sei uno di poche parole ma il cambiamento dell'ultimo tentativo è palese. Certo, forse hai rallentato troppo la velocità del costrutto ma è solo questione di allenamento. Al mio livello il rallentamento non è percepibile ad occhio nudo...a quello di un Garth il flusso di sangue cambia di portata e velocità nel momento stesso in cui penetra nella ferita rivale. Per quanto riguarda gli effetti, bhè, è chiaro che eri più concentrato sull'immissione del sangue che non sui malus da infierirmi. Sento solo un leggero formicolio alla mano..."

    Il sanguinamento si arresta istantaneamente mentre, a passi lenti, il mastodontico fabbro si avvicina a te.

    " Le tecniche dei Mikawa in genere richiedono pochi o nessun sigillo. Sai perché? Convinzione. Lo sconto di destrezza manuale lo paghiamo nella forza di volontà. E su queste tecniche iniziali ciò è ancora più palese. Se vuoi che io stia male allora devi desiderarlo e poi, attraverso il chakra, devi trasmettere al sangue il tuo volere. Addestra il tuo sangue ad impregnarsi di questi intenti e le tue tecniche risulteranno notevolmente potenziate."

    La mancina si muove rapida verso di te; il pugno è serrato e pronto a fracassarti la mascella [vel Blu]. Che tu riesca a reagire o meno poco importa perché in realtà in pungo si sarebbe fermato a pochi centimetri dal tuo volto...
    Poi lo sguardo nei suoi occhi cambia d'improvviso: sembra fuori di se per la rabbia. Forse non saresti riuscito nemmeno a vederlo poiché impegnato nella difesa del primo colpo ma il sangue riprende ad uscire dalla precedente ferita per creare un enorme martello che, impugnato saldamente, viene mosso contro di te in direzione del costato. Schivarlo? Impossibile [vel Nera, for Rossa, potenza 40].



    CITAZIONE
    Circolazione Bestiale
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna
    Richiede: Manipolazione del Sangue I
    L'utilizzatore può incrementerà le proprie statistiche fisiche accelerando il flusso sanguigno. L'utilizzatore guadagna 2 tacche a 2 statistiche primarie a scelta.
    Tipo: Ninjutsu - Chiiton
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso - Mantenimento: ½ Basso a colpo)
    [Da genin in su]

    " Non ti ho detto di esercitarti sulle forme...la creazione di costrutti è un passo successivo. Avrai tutta questa notte per divertirti."

    La voce è pacata e lo sguardo è tornato nella norma.

    " Io sono un fabbro ma le mie creazioni non sono comuni pezzi di metallo. Un Mikawa combatte con i suoi costrutti perchè quando si tratta del proprio sangue entra in uno stato di trance in cui è molto più rapido e letale del normale. Devi imparare ad autoindurti un impeto nel petto quando combatti e al contempo devi controllarlo. I geni Mikawa sono bastardi: ci trasformano naturalmente in bestie. Il vero potere consiste nel saper bilanciare il controllo con la furia."

    Ti avrebbe dato tempo per riprenderti dal furioso attacco; tre minuti e poi avrebbe ripreso con il medesimo tono pacato:

    " Più aumenta la nostra forza più il nostro sangue è veloce. Questa è una certezza che nessuno potrà mai levarti; ogni grammo che aggiungi al bilanciare si traduce il rapidità del tuoi colpi e questo è un vantaggio che poche abilità innate concedono. E ti dirò di più, un vero Mikawa è in grado di potenziarsi nei suoi punti forti e colmare eventuali lacune in termini di preparazione fisica, ad esempio poi incrementare la tua resistenza alla fatica o la tempestività delle due difese. Sai dirmi come è possibile?"

    Ti avrebbe dato tempo per rispondere ma indipendentemente dalla tua risposta avrebbe semplicemente aggiunto:

    " Testa, muscoli e cuore...metti queste tre cose in ogni tecnica del Sangue e pochi rivali potranno contrastarle."

    Ora spazio ai fatti.



    CITAZIONE
    Fai capire a Livon di avere forza di volontà ed equilibrio; inoltre motiva anche razionalmente il perché dei benefici della nuova tecnica.
     
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  10. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    V Post

    La qarta volta feci centro, rimasi in silenzio mentre i lineamenti del volto si rilassarono leggermente allungandosi le labbra in un sorriso lieve. Fu soddisfatto, anzi si definì stupito, dai miei progressi; per questo passò immediatamente ha consigliarmi di velocizzare il passaggio, rincuorandomi del fatto che mi sarebbe venuto più naturale con l'esperienza.
    Poi mi fece notare che la maggior parte delle tecniche dei Mikawa non avevano bisogno di seals per impastare il chakra; questo significava una maggior difficoltà a concentrare il chakra e, per poter portare degli attacchi potenti, bisognava imporre la propria volontà e desiderare fermamente il dolore nemico. O almeno questo era quello che avevo capito.
    Si avvicinò e, non riuscii a vederlo partire, cercò di colpirmi al volto con un mancino che - ringraziando gli dei - si fermò a pochi centimetri dalla mascella. Non capii perché l'aveva fatto, ma non ebbi il tempo ne di reagire a questa sua dimostrazione di potenza ne di insultarlo che, improvvisamente, dalla ferita che si era precedentemente inferto, un agglomerato di sangue prese la forma di un martello e poi non ebbi il tempo di capire. Una fitta al torace e caddi a terra [Res 425 Pro 30 | For 400 pot 40 | 2 lievi al torace]. Venni scagliato a due metri di distanza da Livion, il respiro spezzato e annaspavo assetato di ossigeno, mentre appoggiando le mani prima sul muschio poi su un albero cercai di alzarmi. Sebbene il colpo non mi avesse procurato troppi danni, sopratutto grazie alla cotta di maglia posta sotto le vesti, il contraccolpo che ricevetti sbattendo sull'albero mi tolse il fiato e rimasi boccheggiante qualche minuto finché non mi alzai riportando la respirazione ad un livello normale, stavo per iniziare a parlare, ad insultarlo che lui riprese a parlare in maniera pacata.
    Feci difficoltà ad ascoltarlo, mi erano rimasti impressi i suoi occhi mentre mi colpiva, non sembravano occhi umani, non sembrava lui. Avevo ormai smesso di ansimare ma il ricordo di quello sguardo mi lasciava dentro un profondo senso di inquietudine; quindi, spiegò, che bisognava lasciarsi accecare dalla furia senza perdere, però, la calma. Era un dannato controsenso! Avrei dovuto imparare a controllare la furia, questo non mi sembrava così impossibile fin da giovane soffrivo di eccessi di ira e imparai a limitarmi con il tempo. Ora si spiegavano molte cose, i miei moti di rabbia derivavano dalla mia natura di Mikawa, semplicemente...
    Rimasi in silenzio cercando di ricordarmi la sensazione che provavo in quei momenti: quando la capra di Toro mi mangiò le orchidee o quando Shinji mi ruppe le tazze in ceramica da the. Mi ricordo che perdevo il controllo, sentivo il cuore accelerare e le vene gonfiarsi, sentivo un urlo ruggire nel petto... Ma certo! "Più aumenta la nostra forza più il nostro sangue è veloce" di conseguenza più il sangue fosse stato veloce più si sarebbe diventati forti, se fossi riuscito a impastare il chakra e a controllare il sangue velocizzandolo all'interno delle vene avrei potuto avere dei vantaggi fisici non indifferenti.
    Il caricamento senza seals non comportava un problema per me, infatti tutte le tecniche - meno una - a mia conoscenza non prevedevano nessun sigillo per essere attivata; quindi non ebbi difficoltà a trovare la concentrazione adatta per attivare la tecnica. Poi avrei dovuto impastare il chakra nel sangue e prima ancora nel cuore, lo stavo - infatti - per sottoporre ad una prova non indifferente dovevo quindi supportarlo con una modesta quantità di chakra, inoltre, avrei dovuto aumentare i battiti al minuto sensibilmente.
    Ma qualcosa non andava come speravo, sebbene riuscissi ad aumentare la velocità di circolazione del sangue all'interno dell'apparato, non riuscivo ad aumentare le mie capacità fisiche. Rimasi in silenzio, mentre con il dito facevo vorticare una goccia di sangue ammirandola, proprio non capivo; certo il modo con cui attivare una tecnica simile era sicuramente quello, ma mancava qualcosa.
    Mancava una spinta, una spinta viscerale... Forse era proprio di quella che parlava Livon quando disse "Il vero potere consiste nel saper bilanciare il controllo con la furia." stranamente, questa volta, non stavo lasciando spazio alla furia. Infatti, tecnicamente la tecnica sarebbe funzionata ma, senza la Bestia di Sangue assetata di dolore e morte, non aveva nemmeno senza provarci.
    La mia Bestia sarebbe stata la Vendetta, avrei piegato per sempre Gli Eretici Illuminati di Oto avrei trovato i miei amici, ucciso ogni scienziato e liberato ogni loro esperimento. Un moto di rabbia mi smosse e, senza accorgermene, impastai del chakra attivando la tecnica (?)



    Come sempre lascio in sospeso, sebbene l'ultima proposizione sia affermativa, ho lasciato il punto di domanda apposta :guru:
    Il mio pg è piuttosto silenzioso, mi dispiace non interagire verbalmente con Livon ma è fatto così e non c'ho cose da dì!
     
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    " Uff che ragazzino complicato; se non mi tiri un pugno per farmi capire se sta funzionando mi costringi a riempirti di botte per vedere se stai migliorando, no?"

    Si avvicina a te ma questa volta non per colpirti. Il suo sangue si muove lentamente in direzione della ferita che ti eri precedentemente inflitto. Livon avrebbe chiuso gli occhi e corrugato la fronte.

    " Lasciami entrare e sta fermo, non sono molto esperto in queste cose. Usa altro chakra per mantenere attiva la tecnica...sempre che tu ci sia riuscito. "

    Non che potessi fare molta resistenza contro un Mikawa di quel livello. Infatti in ogni caso il sangue sarebbe entrato in circolo e Livon avrebbe fatto in modo che la sua linfa fosse trasportata dalla tua circolazione senza però perderne mai il controllo. Tu non puoi sentirlo, non ancora, ma se ci fossi arrivato con l'intelletto avresti semplicemente realizzato fin dove può arrivare il potere di un Mikawa. E non è tutto.
    Dopo attimi di silenzio Livon avrebbe ripreso a parlare mantenendo gli occhi serrati:

    " Sento i battiti del tuo cuore e sono riuscito a stimare la velocità del sangue. No, non va affatto bene. Hai capito qual'è il trucco ma...ma...è chiaro che manchi di convinzione. "
    E spalancando gli occhi " FORSE QUESTO TI AIUTERA'! "

    La velocità del sangue sarebbe aumentata istantraneamente aggravando la ferita dalla quale stava entrando [medioleggera]. La tecnica ti avrebbe invaso senza che tu potessi neanche accorgertene. Il passaggio dalla perdita del controllo alla disfatta si consuma in brevissimo tempo...ancora non lo hai realizzato ma la gamba destra è fuori gioco e stai per rovinare a terra.

    " A breve toccherà agli altri arti ed infine al torace con conseguente disfunzione dell'attività circolatoria. Io, Aloysius e Oto non ce ne facciamo nulla di un Mikawa senza spina dorsale come te! Non basta pensare ad un nefasto ricordo o ricordarsi di avere degli obbiettivi, CREDI CHE STIAMO GIOCANDO? Caccia le palle e fammi vedere quanto tieni a questo clan. "

    E' un bluff ma tu non puoi saperlo. Quindi si gira e si incammina verso l'apertura che conduce alla fucina. Poco prima di varcare la porta si ferma ma solo il tempo per aggiungere:

    " E se non a lui...fammi vedere quanto tieni alla tua vita. La tecnica si scioglierà solo se saprai superare e poi controllare i limiti del cuore e della mente. Io vado a completare un paio di guanti, tu vedi di non morire."

    Forse Livon sta esagerando, forse il ricordo del suo allenamento gli ha fatto calcare la mano; ma la via del Sangue è diversa da tutte le altre e devi capirlo al più presto. Bhè, certamente una cosa l'hai intuita: un Mikawa è un essere dicotomico e senza senso, l'eterno contrasto tra la furia del cuore e la calma della mente.

    Dopo pochi minuti la seconda gamba si sarebbe arresa alla tecnica; in ginocchio forse avresti trovato maggiore inspirazione.



    CITAZIONE
    Fammi vedere chi è Kenzaru. Usa Flashback e quant'altro per rievocare in lui la bestia controllata che Livon gli chiede di essere. Voglio pathos! Ho usato la Necrosi così facciamo vedere a piccolino cosa si può fare a livelli alti :guru:
     
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  12. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    VI Post

    Non mi abituerò mai al sapore della terra. La bava cadeva dalle labbra socchiuse, il mio corpo non rispondeva più agli stimoli. Prima la gamba destra, poi la sinistra poi arrivò il braccio destro e infine il sinistro. Stavo per morire in mezzo ad un bosco, ucciso da un fabbro. Non avevo paura, anzi, ero quasi in attesa aspettavo il momento propizio per mandare l'ultimo fanculo al mondo. Infondo era una bella giornata per morire, la luce tenue filtrava fra gli alberi colorandosi di verde e il muschio era più comodo del giaciglio in cui mi ero svegliato diverse ore fa, respirai a pieni polmoni mentre gli occhi rimanevano fissi verso il bosco che lentamente chiudeva ogni spazio di uscita. Il cielo, le nuvole, gli uccellini, i miei sensi stavano lentamente accecandosi finché non fu il buio a dominare.
    Il ticchettio della perdita di qualche tubo rimbombava in tutto il corridoio, la luce soffusa di qualche torcia illuminava la strada lasciando tante, troppe, zone oscure; camminavo da prima lentamente, quell'unico corriodoio, a volte, si ramificava in corridoi angusti, scuri e desolati tanto quanto quello principale. C'era come una presenza, sentivo qualcosa che mi attirava e una seconda da cui dovevo scappare. I miei passi da lenti che erano, iniziarono a velocizzarsi finché non mi ritrovai a correre senza guardarmi addietro terrorizzato.
    Il corridoio, improvvisamente, si aprì in una sala enorme, non riuscii a vedere il soffitto sebbene fossero presenti molte più fiamme, aveva una base cilindrica, al centro di essa con un diametro di 10 metri stava un'isolotto circondato da acqua - o almeno credevo che fosse acqua, era scura e sembrava molto più densa ma non aveva alcun odore da me percettibile.
    Rimasi fermo qualche secondo guardando i disegni tribali che si intravedevano lungo i muri, illuminati dalle flebili fiamme delle torce.

    Poi notai l'uomo.
    Era alto, qualche centimetro in più di me, non molti; era un colosso, retto e spavaldo. I capelli neri erano lunghi e vivevano di vita propria, il viso truce era rilassato e segnato da una cicatrice che gli attraversava l'occhio sinistro, mentre il destro era coperto da una bandana nera. Le spalle larghe erano ricoperti da muscoli che si intravedevano anche dal kimono strappato che indossava, il kimono era scuro mentre una sorta di gillet bianco lo copriva in parte. Praticamente in ogni pezzo di pelle che si vedeva vi erano delle profonde cicatrici che testimoniavo il suo spirito guerriero.
    Ma questa fu una semplice occhiata superficiale perché mi fermai agli occhi e non riuscii a togliere lo sguardo, sembravano spiritati; temevo che le pupille potessero dilatarsi e inghiottire tutto facendomi sprofondare nel suo mondo, mi rispecchiai nei suoi occhi e vidi come se la fievole luce delle fiaccole venisse risucchiata dalle pupille da cui non distolsi l'attenzione, non per velleità o coraggio, ma per mistica paura. Non ce la facevo a togliergli gli occhi di dosso, sentivo lo stomaco attanagliato e la paura, come un fiume in piena, mi travolse.
    Credo che la sua voce si potesse comparare alla sensazione che si avrebbe se si strofinasse del miele su cartavetrata, le labbra sottili si muovevano lentamente e le parole erano ben scandite.

    "Finalmente ci vediamo, cucciolo di lupo. E' da un po' che ti osservo, sei in ritardo - non ebbi il tempo di chiedere per cos'ero in ritardo che riprese a parlare, muovendo qualche passo verso di me, mantenendosi ad una certa distanza. Misurava le parole come un sarto esperto, velocemente trovando le parole giuste dandogli la giusta intonazione - Sono Aloysius Diogene Mikawa, pensavo che ci avresti impiegato meno a scoprirmi. Sì, io sono la persona dalla quale hanno rubato il DNA. Una sorta di padre, o fratello vedila come vuoi...
    Sono sempre stato con te, ora sono qui perché non puoi morire. Devi rialzarti, lasciami il controllo, lascia che i geni innati dei Mikawa ti sorreggano; che possa condurti verso battaglie trionfanti e scontri epici. "
    - si avvicinò a me lentamente, mentre sentivo una presenza da dietro; un ringhio leggerò attirò la mia attenzione ma non riuscii a girarmi, rimasi a guardarlo negli occhi. Dunque mise la mano sulla mia testa, il palmo tenuto sulla fronte e continuò - Devi vedere, devi capire cosa significa essere un Mikawa.

    Inizio così una lenta litania, da quello che prima sembravano parole senza senso ora potevo riconoscere qualche parola e ricondurre ad un dialetto antico quelle che non capivo. Lentamente prese sempre più forza e iniziai a sentire la sua mano scaldarsi e mano a mano che alzava il volume della voce la mano si scaldava. Cercai, inutilmente, di staccarmi. Le fiamme alle pareti si ingrandirono mostrando mosaici alle pareti raffiguranti shinobi, il lupo iniziò ad ululare e si mischiò alla voce di Aloysius.
    Poi le visioni iniziarono ad essere concrete, vedevo uomini combattere fra di loro, utilizzare il sangue. Scontri e morti, non vi era molto di più di questo. Poi la visione più chiara e definita riguardava una coppia di ninja che crebbero il proprio figlio a Suna finché egli non divenne genin, poi se ne andò a Oto (riconobbi Oto proprio perché passarono da questa radura, da quella casa in cui stavo anche io fino a qualche... effettivamente quanto tempo fa?) lo vidi allenarsi, diventare chunin e guadagnarsi il sigillo del Lupo, che fino a qualche minuto fa non conoscevo mentre ora sapevo perfettamente di cosa si trattasse. E fu un susseguirsi di avvenimenti, alcuni non li capivo altri mi erano chiari fin da subito, mentre il dolore alla testa diventava insopportabile e l'ululato sembrava potesse rompermi i timpani.

    "Ora sai cosa significa essere un Mikawa, questa è stata la mia storia prima che prendessero la traccia di DNA, il resto a me mi è ignoto e forse non sono neanche più vivo. Sei stato contagiato dalla Febbre di Sangue, dovrai imparare a gestire la tua sete che diventerà insopportabile se non soddisfatta.
    Io rimarrò qua, osserverò ogni tua mossa e ti sorveglierò. Buona fortuna Hisagi Diogene Mikawa, non è ancora arrivata la tua ora; svegliati."


    Aprii gli occhi e sentii che la temperatura del mio corpo si era alzata, sentivo quell'ululato in testa assordarmi, rivedetti la storia di Aloysius, i sorrisi di Toro e Shinji, lo sguardo dello scienziato e del suo mostro, Nikujin. Pensai che sarei potuto essere io "quel mostro", una cavia, un esperimento. Null'altro.
    Impastai una grande quantità di chakra nel sangue, sentivo il cuore pulsarmi potentemente ed iniziò ad accelerare sempre di più e così sentii l'ululato sempre più vicino finché non esplosi a mia volta in un urlo quando il sangue prese a circolare ad una velocità fuori dal comune e tentai di alzarmi.
     
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    " Si! Si! E' questo che intendo quando parlo di volontà! "

    La tecnica si era sciolta e Livon era tornato accanto al ragazzo.

    " La senti questa foga? Questo calore che divampa dal tuo petto? Ricordati di questa forza...ricordati di questo momento ogni volta che attivi i tuoi geni. E se imparerai anche a non farti accecare da essa, allora sarai un vero Mikawa e potrai presentarti ad Aloysius."

    Detto ciò ti avrebbe fornito il suo braccio per alzarti. Intanto avrebbe mosso il suo sangue per creare una sedia e, invitandoti a sedertici, avrebbe continuato:

    " Ti manca un ultimo step per apprendere le prime nozioni basilari del clan e devi compierlo ora che il tuo animo è scosso e le tue membra stanche. Un Mikawa, come ti ho già detto, combatte con i suoi costrutti; è' perciò di fondamentale importanza riuscire a manipolare la propria linfa vitale fino a fargli assumere le forme più bizzarre, cambiarne la durezza istantaneamente e continuare a muovere i propri costrutti alla consona velocità che ci compete. "

    Mosse ancora il suo sangue per creare una fenice grossa quanto una persona adulta; nemmeno il tempo di ammirare i dettagli della creazione (le piume color rubino erano fantastiche) che questa prese le sembianze di un elefante...e poi di una nave, di un dragone, di una ragazzina. Indossava un abitino a mezza gamba e i suoi capelli fluttuavano in aria mistriosamente. Per rapidità di realizzazione e attenzione ai dettagli quelle creazioni erano a dir poco incredibili.
    Livon quindi avrebbe trapassato con la mano la ragazzina bucandole il petto; era liquida ma nessuna goccia di sangue si posò sull'arto del fabbro quando lo ritirò indietro. Subito dopo l'omone diede un forte colpo alla sua creazione nello stesso punto dove prima era passato con facilità. Ora il sangue era dura come il ferro!

    " Tu hai una sedia...ora realizza una corona e uno scettro di fattura reale. Concentrati, immagina, manipola e realizza. Oguna di queste fasi necessità di minuziose differenze a livello chakrico e mentale. Alcuni Mikawa della Rosa si definiscono artisti, altri, come me, armaioli...indipendentemente da come tu voglia impiegare questo potere devi capire che non ci sono limiti a quello che possiamo fare con il nostro sangue. E ora stupiscimi!"

     
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  14. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    VII Post

    Il sorriso dipinto sul mio viso era il frutto di quella sensazione di onnipotenza e, contemporaneamente, di profonda insicurezza. Sentivo un fuoco brillare dentro in me ma il mio timore era di venirne bruciato. Rimasi così a guardare ed ascoltare Livon, mentre, dopo essersi complimentato, mi invitò a sedermi su una sedia fatta di sangue. La guardai piuttosto perplesso e osservai sedersi prima Livon e, dopo aver assaggiato la durezza dei braccioli, mi sedetti a mia volta.
    Poi diede inizio allo spettacolo, mi mostrò cosa fosse possibile fare con il sangue e una sua accurata manipolazione: una fenice cremisi venne plasmata con un movimento della mano e il chakra subito mutò nuovamente, prima in un elefante, poi nave e drago poi una ragazzina. Il vestitino, sempre cremisi, veniva mosso dal vento così come i lunghi capelli di lei, quindi Livon si alzò e le si avvicinò. Le passò un braccio da parte a parte, bucando quella scultura perfetta ma non sporcandosi di sangue, tentò nuovamente colpendola duramente ma questa volta il sangue non si plasmò e rimase duro come il ferro.
    Rimasi sbalordito non solo dalla capacità di Livon nel creare quelle sculture pazzesche, ma più che altro dalla possibilità di riuscire ad aumentare la densità del costrutto aumentandone la durezza.
    Ascoltai quindi le sue istruzioni, avrei dovuto creare uno scettro e una corona con il mio sangue.

    Concentrati, Immagina, Manipola, Realizza.

    Mi accomodai meglio sul trono, tenevo la schiena ben ritta e chiusi gli occhi alla radura che lentamente si lasciava abbracciare dalla sera. Iniziai così a tranquillizzarmi, avrei dovuto far assopire la rabbia che prima mi era esplosa per lasciare spazio alla tranquillità e serenità, decisi così di fare profondi respiri finché non mi sentii più tranquillo, quando il battito cardiaco riprese la sua andatura normale abbracciai il silenzio della radura scordandomi del resto.
    Tenevo quindi gli occhi chiusi e pensai ad uno scettro ed a una corona, decisi che sarebbe stato il mio primo pensiero di corona e scettro quello che avrei provato a riprodurre. La corona era a forma circolare e la sommità era aperta, diverse gemme avrebbe impreziosito il metallo dorato se non si fosse trattato semplicemente del mio sangue. Le estremità si acuminavano portandosi verso l'alto e terminando in una perla perfettamente circolare, la base della corona invece era sottolineata da una striscia di pietre che la ricopriva; alternandosi con pietre di fatture e misure diverse.
    Lo scettro assomigliava di più ad un morningstar, piuttosto che ad un vero scettro da re. Infatti, sebbene fosse una mazza chiodata lunga circa quaranta centimetri culminante con una sfera - che avrà avuto un diametro di 10 centimetri - e ricoperta da spuncioni, era impreziosita dagli intagli che era possibile vedere sul legno/sangue e all'estremità, subito dopo il manico, una grande gemma.
    Ora che avevo ben chiaro cosa modellare, impastai del chakra e lasciai uscire dalla ferita che mi ero provocato in precedenza una discreta quantità di sangue con la quale iniziai a creare la corona. Ebbi qualche difficoltà ma alla fine, colto come liquefare o indurire il sangue, fu abbastanza semplice; dedicai molta attenzione ai particolari, le "gemme" le modellai dando loro una forma il più veritiera possibile. Sorrisi guardando soddisfatto la mia creazione, la sollevai e la l'appoggiai su un bracciolo del trono senza muovere un dito controllandolo con il chakra.
    Era quindi giunto il momento dello scettro, feci uscire altro sangue dalla ferita. Rimasi per un attimo affascinato dal movimento controllato del sangue che iniziava a prendere una forma oblunga e lentamente veniva limato nei particolari, partii dal manico ricreando una forma che avrebbe ricordato una striscia di cuoio arrotolata.
    Guardai le punte che, lentamente, si formavano e per un attimo pensai ai capelli di Toro per somiglianza, sorrisi e tutto andò in fumo. Persi la concentrazione, la corona ritornò liquida ed il sangue cadde a terra mentre riuscii a mantenere lo scettro quasi intatto. Mi era bastato una piccola distrazione per perdere la concentrazione e scordarmi della corona, mandai una maledizione e ripresi il lavoro. Fortunatamente lo scettro non aveva subito molte modifiche, qualche gemma si era liquefatta e dovetti rimetterla in sesto e così per le punte della testa del morning star.
    Questa volta impastai una quantità maggiore di chakra all'interno dello scettro per poterlo tenere allo stato solido mentre dava una forma alla corona, ebbi meno difficoltà a manipolare il sangue. La difficoltà era mantenere contemporaneamente lo scettro così come l'avevo fatto e modellare la corona, si trattava infatti di un diverso utilizzo del chakra e questo rallentava la modellazione del sangue.
    Quando ritenni di avere finito mi alzai e guardai Livon, sospesa in aria tenevo la corona a circa l'altezza del mio torace mentre con la sinistra impugnavo il morning star/scettro, sperai che il mio duro lavoro gli sarebbe andato a genio. Nascosi la fatica con un leggero sorriso e prima di parlare asciugai il sudore che mi imperlava la fronte:

    Ecco quello che mi hai chiesto, spero possa essere di tuo gradimento..


     
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    " Bene...ora si che sei un vero re! Perchè non rimani così per un po mentre io sbrigo certe faccende? Diciamo...5 ore?"

    Ti fissò dritto negli occhi con sguardo divertito; tuttavia non stava scherzando.

    " Una volta che hai fatto puoi tornare nella casetta."

    Potevi sostenere la spesa di chakra e la concetrazione necessaria a mentere i costrutti per tutto quel tempo? Probabilmente no...Ma il bello doveva ancora venire.

    " Ovviamente non a riposarti: io ti consiglierei di ripassare tutte le tecniche che hai visto oggi e affinare il controllo sul sangue...guarda, una gemma si è staccata"

    Disse indicando la corona. Poi si incamminò verso la casetta dal cui comignolo sarebbe preso ad uscirte del fumo poco dopo. Quel dannato stava per preparare un bell'arrosto! Ovviamente la scelta se seguire le direttive imposte dal fabbro spettava solo a te; dopotutto in quel frangente nessuno ti controllava e la tua mente e il tuo corpo erano stati già messi a dura prova dagli sforzi precedenti...

    In ogni caso, se e quando avessi varcato la soglia della casetta, sul tavolo in legno massiccio avresti trovato un piatto con due pezzettini di carna bruciacchiata, un bicchiere d'acqua e un messaggio su cui c'era scritto:


    Sono andato via. Quello che avevo da insegnarti ritienilo concluso...ora ci vuole solo tanto allenamento. Come una Katana ha bisogno di 100000 battute di martello per essere plagiata, per diventare un vero Mikawa hai bisogno di altrettante ore di duro lavoro. Ricorda, è tutta una questione di equilibrio. Sentiti libero di andartene solo quando pensi di aver raggiunto un buon livello. Ah, per fortuna mi sono ricordato di lasciarti un po di carne; forse nella dispensa c'è un po di formaggio ammuffito...se intendi rimanere per più giorni dovrai cacciare, il bosco è pieno di animali.
    Penso che ci rivedremo più in là, quando il nome Mikawa che ti porti appresso sarà sorretto da solide spalle.



    Da dove era uscito?! La brace era ancora tiepida. Ma soprattutto, quante erano 100000 ore di allenamento? Quasi dieci anni, se avessi fatto solo quello dalla mattina alla sera.
    Ora eri solo e avevi tutta la notte difronte a te per allenarti, o magari per dormire beatamente.

    ::: 4 di Notte :::

    Stava piovendo. Se fossi stato sveglio magari ti saresti affacciato dalla finestra e se fossi stato abbastanza lucido da realizzarlo avresti notato che tutto era immerso da una coltre rossastra. Se invece stessi dormanedo, probabilmente sarebbe stato l'olfatto a costringerti a svegliarti. Un acre odore ferroso era nell'aria, come se ti trovassi in una officina a pieno regime...o magari come se stesse piovendo sangue.

    Ed infatti era proprio così.

    In cielo le nubi erano rossastre, gonfie per quanto cariche di sangue, e stavano scaricando al suolo una enorme quantità del liquido vitale; a terra si erano formate enormi pozze di sangue; anzi, se fossi corso di fuori ad accertarsi della cosa, avresti scoperto che la casetta ne era praticamente circondata. Del sangue era perfino entrato dalle fessure della porta e aveva allagato gran parte del pavimento.

    Sul tetto della casa era appolatao un ninja e ti guardava con uno sguardo inquietante a tal punto da poter suscitare paura anche ad un combattente esperto. Il mantello che portava sulle spalle era completamente zuppo di sangue e anche i suoi lunghi capelli erano tinti di rosso.
    Ti fissava, immobile e con un occhio spalancato.

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