La rabbia di Sun Wukong

[giocata aperta a tutti]

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  1. Boreanz
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    L'uomo in nero parve soppesare le parole dell'Immortale, scrutando nel deserto per qualche momento come per trovare una risposta al bivio che gli si presentava davanti. Mentre questi rifletteva, uno shinobi del gruppo rivolse la parola a Jeral; era il ninja proveniente dal Suono, di nome Hisagi Mikawa, e voleva conoscere il suo passato e la sua motivazione. Si era anche inchinato, in segno di rispetto. Vuote formalità agli occhi dell'Avatar, che poteva avvertire il dubbio e la paura dell'inconosciuto nel cuore di quel mortale.

    « Curiosità. », rispose, scrutandolo negli occhi con i suoi pozzi viola che riflettevano dannazione eterna.

    Ignorò il resto. Inutile brutalizzare quel piccolo uomo, per se più alto di lui, per così poco. Tutta quella situazione l'aveva messo di buon umore. Tornò a guardare l'uomo in nero, che aveva rinunciato alla caccia dell'assassino, aggiungendo un avvertimento per non sentirsi dal lato che cede. L'Avatar aveva poca pazienza per gli sciocchi timori dei mortali e lasciò scivolare quelle parole sulla propria pelle come la sabbia del deserto sul suo cappuccio: senza curarsene. Quando poi l'uomo iniziò a correre verso le dune l'Immortale scattò a sua volta, aggiustando il proprio passo a quello del capogruppo in maniera da corrergli perfettamente a fianco, quasi a sottolineare quanto facile fosse [Velocità: Viola+3][Potere del Flagello][Inseguimenti:725 metri/round][Aumento Ronin].

    [...]

    Un'ultima impronta nella sabbia fine del deserto ed i due corridori giunsero a destinazione: una grossa oasi nel pieno delle dune, dove alberi e rocce scudavano la vegetazione e l'acqua interna dalla furia del deserto. Jeral socchiuse gli occhi per qualche momento, per nulla provato dalla corsa, ed ascoltò. La voce della natura era forte in quel luogo, come anche nel deserto: un ambiente dominato dagli elementi, che l'uomo era incapace di contrastare e dominare. Gli altri erano rimasti indietro, eccetto quello shinobi della Foglia, che arrivò qualche minuto dopo. Si chiese se l'assassino sarebbe stato in grado di seguirlo fino all'oasi, ora che aveva aumentato il ritmo di marcia. Aveva avuto una impressione positiva delle sue abilità predatorie, ivi comprese la caccia ed il pedinamento. Nel caso si fosse sbagliato, poco male. In fondo era una pedina spendibile: se il suo valore era modesto, tanto valeva sacrificarla subito. In caso contrario, gli sarebbe andato incontro. Ignorò l'uomo in nero quando questi chiese di cercare acqua e cibo ed approntare un campo base: aveva accettato di prestare il suo aiuto nell'impresa, ma di certo non si sarebbe scomodato per questi dettagli.

    Si lasciò alle spalle l'uomo in nero e lo shinobi della Foglia senza una parola, addentrandosi nell'oasi. Vagò senza meta per circa un'ora, osservando la vegetazione del deserto con le sue palme, arbusti e cacti. La natura si faceva guerra da sola in quel luogo e solo il più tenace resisteva. Una coppia di piccoli suricati si sollevò da dietro una roccia, avvertendo il rumore dei suoi passi. Si immobilizzarono, fissandolo intensamente con i loro occhi scuri, pronti a fuggire. Jeral non gliene diede loro il tempo; non ebbe nemmeno bisogno di ricorrere al fiume di energia che gli scorreva dentro tanto prestante era il suo corpo incarnato: scattò in un attimo, afferrando entrambe le creature saldamente per il collo prima che queste avessero tempo di percepire il suo movimento [Velocità: Viola+3][Potere del Flagello].

    Li guardò con calma, osservandoli mentre si agitavano impazziti nella sua stretta; scalciavano, graffiavano, tentavano persino di mordere, ma la sua cute d'acciaio non lasciava spazio ai denti di quei piccoli mammiferi del deserto. Un ultimo sguardo alle creature in preda al panico e le lasciò andare: allentò la presa ed i suricati si divincolarono fuori dalle sue mani, cadendo a terra e scappando rapidamente dalla figura dell'Immortale. Ma Jeral non era un uomo buono; li aveva lasciati andare solo per aumentare la loro sofferenza. Una volta che furono ad una decina di metri l'Avatar raccolse un paio di piccole pietre; mosse appena il polso e queste schizzarono in avanti, macchie indistinguibili nel vento che centrarono con precisione infallibile i piccoli crani delle creature, uccidendole sul colpo [Forza:Viola]. L'Immortale sapeva, grazie alle menti che aveva devastato, che non era saggio terrorizzare le proprie prede prima di ucciderle: l'adrenalina rilasciata rendeva dura la carne, alterandone anche il sapore. Ma a Jeral non importava. Raggiunse i corpi dei suricati, li raccolse ed utilizzò uno dei suoi coltelli per scuoiarli entrambi in tre precise mosse ciascuno. Quello che gli importava, considerò mentre osservava la carne cuocersi rapidamente tra le sue mani coperte di chakra dell'arte del fulmine, era gustare il terrore delle sue prede.
    I suoi canini affondarono nelle carni dei suricati, macchiando di sangue la sabbia dell'oasi.

    [...]

    Un'altra ora era trascorsa ed ormai anche l'altro gruppo doveva essere arrivato. Jeral aveva trovato una pozza d'acqua fresca nella quale aveva immerso il capo intero, bevendo avidamente. Piccole gocce d'acqua ancora cadevano dai suoi capelli bagnati all'interno del cappuccio, rinfrescando il suo corpo. I due mammiferi erano stati un passatempo divertente. Adesso, si disse osservando l'avvento della tempesta di sabbia attorno all'oasi, era tempo di verificare il valore dell'assassino. Creò una barriera di chakra attorno a sé, spargendone anche altro in tutto l'ambiente, mascherandosi così alle fastidiose capacità dell'uomo in nero [Passo Perfetto dell'Assassino]. Camminò fino alla punta estrema dell'oasi, più colpita dalla tempesta del resto ma ancora protetta da alcune grosse rocce. Nessuno sarebbe venuto lì senza un motivo particolare. Appoggiò una mano al suolo, lasciando che la sua energia vi scorresse dentro senza limiti, creando una rete circolare di chakra elettrico con un diametro pari a ben tre chilometri [Rete Elettrica]. Percepì la presenza del gruppo di otto all'interno dell'oasi, tutte più o meno unite anche se in movimento; percepì diversi altri piccoli animali di cui prima non aveva notato la presenza all'interno dell'oasi, evidentemente specialisti del camuffamento; ed infine percepì, al limite estremo della sua rete, e nel pieno della tempesta di sabbia, un'altra presenza umana. Inutile nascondere il chakra: quello che Jeral rilevava era la presenza fisica. L'assassino era lì. Pose fine alla tecnica, ghignando feroce. Così ce l'aveva fatta. Forse era una pedina almeno mediocre, dopotutto. Lo avrebbe aiutato a sopravvivere.



    Chiuse gli occhi per un attimo, entrando in sintonia con la voce della natura. Era così potente in quel luogo! Imbrigliò il potere del vento che ululava e delle sabbia che colpiva con incessante e violenta monotonia, ghermendo la loro forza [Attivazione Chakra Eretico III][Flagello Naturale: Terra & Vento].

    « PIEGATI AL FLAGELLO IMMORTALE! »« PIEGATI AL FLAGELLO IMMORTALE! »



    Ruggì. La vegetazione dell'oasi si contorse violentemente ed iniziò a morire ad un ritmo impressionante, piegata dalla morsa di Jeral. L'Avatar rimase ancora immobile ad occhi chiusi, pervaso dal potere e dall'estasi che quella distruzione gli regalava. Poi aprì gli occhi e senza esitazione si lanciò nella tempesta.

    [...]

    Procedere era facile. In un raggio di oltre trenta metri attorno a lui le raffiche di vento si placavano e la sabbia cadeva con delicatezza al suolo dopo pochi metri, per essere poi di nuovo catturata non appena Jeral si allontanava. Continuò a correre tra le dune, lesto e leggero, raggiungendo l'assassino in meno di un minuto [Velocità: Viola+3][Potere del Flagello]. Lo incontrò che camminava lentamente ed in maniera instancabile, passo dopo passo verso la sua meta, avvolto nel suo mantello. L'Immortale si avvicinò, facendolo entrare nell'area di corruzione della natura: una semisfera sicura in quella violenta tempesta.

    « Non allentare le tue difese. », gli intimò. Se l'uomo in nero lo aveva percepito, ma poi si era ricreduto, significava che l'assassino possedeva una capacità simile a quella dell'Avatar di celare la propria presenza. In quel frangente era necessario che la mantenesse attiva per non essere individuato. « C'è un oasi sicura alle mie spalle, dove trascorreranno tutti la notte. Ora seguimi. », ordinò, voltandosi e tornando a correre verso l'oasi. Mantenne una velocità accessibile all'assassino, scambiando qualche altra parola con lui. « Sono otto ninja accademici, raggruppati per ordine del Kazekage. Qualunque sia il motivo, voglio conoscerlo. Sei libero di fare come credi durante la notte, anche testare le loro capacità. », disse, lasciando intercorrere una pausa eloquente. « Io non ti fermerò. », aggiunse poco dopo, mostrando i canini. Non disse altro, né sulle sue intenzioni, né sul proprio potere. L'assassino era libero di fare le sue scelte, finché avesse rispettato l'ordine di tenersi a distanza nell'ombra fino a comando contrario.

    Una volta giunti al riparo dell'oasi l'Immortale ruppe il contatto con il mondo naturale, rilasciando la propria morsa. « La prossima volta saprai di più. », disse all'assassino senza voltarsi prima di sparire nella vegetazione dell'oasi. Solo una volta arrivato al centro dell'area protetta rilasciò anche l'aura di energia che aveva usato per impedire all'uomo in nero di percepirlo nella sua piccola sortita. La notte ormai stava calando, così l'Avatar si diresse verso il campo base dove aveva percepito le presenze con la rete elettrica. Gli shinobi erano riuniti attorno ad un fuoco, chi in maniera più convenzionale, chi meno. Jeral si sedette piuttosto distante dal fuoco e dagli altri, appoggiando la schiena ad un grosso masso.

    L'uomo in nero, tale Fumetsu, iniziò a spiegare quale fosse la missione assegnata agli accademici dal Kazekage. L'incarico, di vitale importanza per l'equilibrio dei villaggi, riguardava il Demone a quattro code, sottratto alla Sabbia da ignoti in condizioni misteriose. L'Immortale, seduto all'ombra, abbozzò un mezzo sorriso: aveva speso bene il suo tempo. Non gli importava nulla dei villaggi e degli scenari che si sarebbero potuto creare, ma aveva un forte interesse a scorgere con i suoi occhi divini ciò che i mortali chiamavano Demone, che fosse rinchiuso dentro una Forza Portante o meno. Anche se l'ultima ipotesi lo stuzzicava di più, considerò. L'altro sunese menzionò persino una fantomatica "arma segreta", di cui Jeral annotò l'esistenza. Aveva ben visto con Benkei quanto alcuni mortali potessero essere da non sottovalutare. Un pizzico di cautela nei suoi piani non avrebbe guastato, anche se quella linea di pensiero fu troncata di netto quando a rispondere alla menzione dell'arma fu uno dei ninja più insignificanti del gruppo. Fumetsu chiese poi ai presenti di rivelare le loro capacità, dopo aver ammesso egli stesso di essere un sensitivo in grado di manipolare sabbia e ferro ed esperto in sigilli. Jeral sollevò il capo, spostando una ciocca dei suoi capelli ramati, e lo osservò. Che anche Fumetsu fosse un mortale degno di nota? Lo avrebbe scoperto presto. Nel frattempo, considerò mentre il jonin della Foglia si presentava, mostrare della buona volontà verso i costumi di quei ninja non avrebbe fatto alcun male.

    « Potete chiamarmi Jeral. », iniziò come suo solito: quella che faceva loro era una concessione, non una informazione. Levò la mano destra, rilasciando dal palmo una forte scarica elettrica che illuminò la notte per un attimo. « L'arte del fulmine che padroneggio non è seconda ad alcuna. », si limitò ad aggiungere. Non v'era traccia di vanagloria nella sua voce, o di arroganza nel suo volto: in quel momento l'Avatar aveva l'aspetto di chi dichiara una semplice verità.

    Una volta terminate le laconiche presentazioni degli shinobi, sempre, notò, estremamente restii a condividere informazioni, Fumetsu congedò genin e chunin, chiamando a sé gli altri, ovvero l'esperto di illusioni del suo villaggio, tale Yorin, e l'inseguitore della Foglia. L'Immortale non era legato a quella ridicola gerarchia tra mortali - tutte formiche, con l'eccezione di pochi come il Bersaglio - ma si avvicinò lo stesso, poiché il suo potere era chiaramente in linea con il grado più alto che questi potessero concepire. Quando poi Fumetsu chiese che idee avessero, però, Jeral tacque. Non voleva privarsi della curiosità di sapere come un inseguitore ed un esperto di Demoni avrebbero potuto organizzare la missione di recupero.


    OFF GAME

    Finalmente ho potuto utilizzare la TS contro il mondo naturale *O*

    Non ho aggiunto i consumi di chakra perché ci troviamo in un momento di calma e durante la notte si recupera tutto, ma se dovesse succedere qualcosa sono pronto a segnare ogni cosa nel prossimo post :zxc:

     
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