La rabbia di Sun Wukong

[giocata aperta a tutti]

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    Pacco fragile

    Maneggiare con cura







    Non appena la bestia venne uccisa il suo evocatore si arrestò paralizzato, seguito da tutti gli altri che badarono esclusivamente a difendersi alla meno peggio.
    Etsuko contro il konohaniano riuscì ad evitare di ferirsi in zone vitali, e anziché lasciare la propria vita nel deserto vi lasciò solamente un po’ della sua bellezza di cui andava tanto fiero [leggera al volto e media al petto, sanguinamento medio ] cicatrici che senza l’ausilio di un bravo medico sarebbero rimaste vive per sempre ed in grado di metterne in pericolo la vita.
    Gli attacchi dello Yotsuki invece furono più efficaci, forti di una grande velocità andarono a segno, tuttavia il ragazzo mal calcolò l’efficacia della presa, infatti il Kakita, pur non avendo piena liberà di movimento poteva sacrificare una fuga che sarebbe stata inefficace per ledere l’otese [S&M stat. rossa, vel +3].
    L’avambraccio dell’umidiccio traditore avrebbe ruotato di novanta gradi, sfruttando la torsione permessa dalla sua stessa pelle e puntando la katana verso la gamba avversaria, cercando di ledere i ricchi vasi sanguigni li presenti, in cui avrebbe cercato di conficcarsi senza alcuna remora o preoccupazione per l’attacco in arrivo, l’avrebbe comunque subito dopotutto, non era in grado di liberarsi del tutto dalla presa, ma poteva ancora uccidere il suo avversario.


    Nel mentre Jeral portava avanti le sue sconsiderate azioni, in quel trambusto nessuno pareva ricordare l’instabilità del carico con cui avevano a che fare: un jinchuriki allo stremo delle forze che poco prima era stato sballottato da una parte all’altra, ingerito e ora veniva malamente appeso per il collo.
    Qualcosa dentro all’uomo riuscì a sbloccarsi, forse era istinto di sopravvivenza, forse era la sfortuna dell’immortale… forse era la bestia.

    Sciocco pulcino senza senno.

    Sciocco pulcino senza senno.



    Era possibile sentire addosso al proprio corpo la pesantezza di uno sguardo, di un essenza?
    Probabilmente nessuno avrebbe mai potuto rispondere tranne Jeral, era la Rabbia di Sun Wukong ad essere focalizzata su di lui e per un momento, un rapido istante i due chakra sarebbero entrati in sintonia per far vedere al sedicente immortale cosa realmente stesse sfidando.
    Sokou ora lo fissava, era dinnanzi a lui seduto come sedevano i grandi re della foresta, grandi occhi incandescenti le cui pupille non erano altro che un fuoco ancor più intenso.
    Ma fu soltanto un attimo, quasi un illusione che terminò con un ruggito così terribile da spaccare la terra di quell’illusione e farne sprizzare fiamme liquide. La realtà riprese il suo corso esattamente dove si era interrotta qualche istante prima.
    La pelle del jinchuriki iniziò presto a ribollire di un calore del tutto innaturale, fenomeno al quale si susseguì rapidamente un emissione di chakra demoniaco così imponente da lasciare ben pochi dubbi su ciò che stava per accadere: se il portatore aveva ancora un barlume di conoscenza il suo istinto di sopravvivenza aveva dato campo libero al demone, se era incosciente era il demone ad esserselo preso.
    Il colpo di Jeral andò a segno, ma a quel punto aveva solo spalancato una porta aperta.
    Da quel momento tutto sarebbe stato fin troppo veloce persino per l’immortale, il corpo del ragazzo rapidamente iniziò a cuocere per quel calore che ormai, non contenuto dal sigillo stretto alla sua anima, non riusciva a contenere facendo fuoriuscire un gigantesco arto di chakra che, inconsistente fino a qualche istante prima, si sarebbe mosso verso Jeral ad una velocità ridicola [vel: 900 for: 900] mirando ad investire il corpicino dell’immortale con tutta la sua massa [la mano è contenuta in un cerchio di 4 metri]

    Pretendi di AIUTARMI uccidendomi?!?

    Pretendi di AIUTARMI uccidendomi?!?



    Porta la tua viscida arroganza lontana da me!

    Porta la tua viscida arroganza lontana da me!



    Un urlo che aveva poco di bestiale e molto di intelletto umano, era evidente che le parole di Jeral non avevano sortito l’effetto sperato, non con quel genere di gesto che di fatto mirava ad uccidere.


    Ora il demone era libero, difficile non sentirne la presenza per il gruppo di ninja oltre la duna.
    Tuttavia esaurito lo sfogo con l’immortale la bestia non avrebbe continuato a cercare vendetta contro gli altri shinobi, arrestandosi ed ignorandoli mentre si guardava intorno, sempre che l’immortale non avesse avuto rimostranze, in quel caso sarebbe riuscito a mettere a dura prova la veridicità dell'aggettivo col quale amava più spesso definirsi.
    Sapeva dove era, conosceva quel luogo, ma non voleva stare li, e quando voltò le spalle agli shinobi era evidente che non voleva avere nulla a che spartire con loro, voleva essere libero? Tranquillo?
    Oppure semplicemente non percependo alcuna entità degna di nota aveva decretato che non correva pericoli?
    Non l’avrebbero mai saputo, a meno di tentare la follia e cercare di sigillarlo nuovamente, ma un gruppo così sparuto di shinobi feriti era davvero in grado di riuscire nell’impresa di fronteggiare e sigillare un demone?
    Il sunese esperto in sigilli pareva già aver abbandonato, o almeno questo era ciò che diceva il suo volto, demoralizzato ed in una certa misura preoccupato, dopotutto il villaggio stava perdendo qualcosa di estremamente importante.
    Tuttavia pareva non avesse perso l’ultima speranza, creando una grossa tavola somigliante in tutto e per tutto ad una comune tavola da surf si sarebbe diretto scivolando sulla sabbia ad una velocità non indifferente verso il demone. Si sarebbe arrestato a poco meno di trenta metri di distanza dal Re delle scimmie creando un arpione grande due metri che manipolava e gestiva mimandone i movimenti con le mani.
    L’arpione venne scagliato verso il demone, colpendolo ad una spalla, colpo di cui la bestia si preoccupò a stento, viste le scarse possibilità che l’arma aveva di ferirlo, ma era anche vero che l’intento primario dell’uomo non era ferire, bensì marchiare il demone, e mettergli sotto pelle una piccola quantità del suo metallo permetteva comunque a Suna di uscirne parzialmente vincitrice.

     
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