La rabbia di Sun Wukong

[giocata aperta a tutti]

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    LA RABBIA DI SUN WUKONG



    Durante le presentazioni

    Fumetsu sorrise, non sembrava disturbato o intimorito dalla dimostrazione di Etsuko, solo divertito.

    Molto bene Etsuko-san. Terrò conto di questo se dovessimo dividerci.

    -.-.-.-




    Jeral

    Fumetsu aveva avvertito la presenza scomparire. Poteva essere che se ne fosse andata ma preferiva non rischiare. Sapeva che il Mikawa non sarebbe stato utile: era solo un genin e specializzato negli scontri a distanza ravvicinata: mandarlo in avanscoperta avrebbe significato solamente sacrificarlo per nulla. Shu aveva un ruolo che poteva essere importante nella missione pertanto non poteva inviarlo. E non poteva nemmeno assegnare al ninja di Konoha tale incarico: se l'avesse mandato assieme ai genin l'avrebbero solo rallentato, se lo avesse mandato da solo rischiava di essere in difficoltà se Jeral lo avesse attaccato, anche solo per proteggere i due ragazzi.

    L'unica soluzione era far finta di nulla, ma restando all'erta.

    Fortunatamente Jeral sembrava più incuriosito che molesto, pertanto Fumetsu lo mise alla prova:

    Se sei disposto a fare un patto, e se chiami qui il tuo amichetto che ti segue da distante accetto volentieri il tuo aiuto. Capirai bene che devo prendere delle precauzioni. Saprai meglio di me che spesso nel mondo ninja si maschera l'aiuto col tradimento.


    Deveraux

    Yorin si presentò ed informò l'otese della situazione attuale del villaggio (tralasciando sia il motivo per cui si trovavo li e ogni accenno al demone)

    Come preferisci, Deveraux. Puoi seguirci ed essere arruolato in una missione assegnataci dal Kazekage o puoi restare qui a morire nel caldo abbraccio del deserto.

    Detto questo se ne andò, facendo segno ai suoi compagni di seguirlo.
    Indipendentemente dalla scelta dello Yotsuki di seguire o meno Yorin e i suoi compagni, il gruppo proveniente da Suna si sarebbe diretto verso il luogo in cui si erano divisi da Fumetsu.



    OT
    CITAZIONE
    Possibilmente vorrei riunire i gruppi nel prossimo post, per cui Boreanz e Juuza mettetevi d'accordo che così possiamo proseguire.

    Roronoa: è possibile per te non unirti al gruppo di Yorin, ma pondera bene la situazione se decidi di farlo, ti voglio solo dire che è possibile.


    Xander: mi spiace ma hai avuto ben due giorni in più a causa dei miei problemi in real e le regole parlano chiaro: chi salta un giro senza avvisare è fuori dalla giocata. Verrai pngizzato ma ti garantisco che sopravviverai alla giocata.



    Per tutti: mi spiace della brevità del post ma alla fin fine stiamo dialogando XD


    Dato che dovete praticamente solo rispondermi avete fino a lunedì compreso per rispondere. Lo so che è meno tempo de solito ma si tratta di un giro breve. Se doveste avere problemi avvisatemi in privato, anche un mp va bene, altrimenti dovrò escludervi dalla giocata.
     
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    Quando l'uomo menzionò una presenza alle sue spalle Jeral si voltò, guardando tra le dune. Aveva visto giusto: quel tizio, o uno degli shinobi del gruppo, era in grado di percepire le presenze a distanza come quell'Uchiha della Foglia. Una abilità che gli sarebbe stata utile per localizzare l'ultimo Re ed il Bersaglio, ma che allo stesso tempo sarebbe potuta essere una notevole seccatura. Si voltò di nuovo, tornando a guardare il gruppo di tre che gli era venuto incontro. Non era importante che l'uomo avesse localizzato l'assassino: nonostante le sue parole non poteva sapere che fosse legato all'Immortale. Una trappola verbale di poco valore. Da sotto il cappuccio l'Immortale fissò i suoi occhi amaranto in quelli del capogruppo ninja. « Non ho idea di chi si nasconda tra quelle dune. », mentì. « Ma posso andare a reclutarlo o toglierlo di mezzo in un attimo. » Gli angoli della sua bocca erano piegati in un ghigno appena accennato. Si voltò appena, indicando la direzione da cui era venuto.



    « Fai strada, shinobi di Suna. »

    Non ci sarebbero stati problemi: l'assassino - formalmente - era ancora uno shinobi del Suono, legittimato quindi a partecipare ad una missione come gli altri non Sunesi presenti. Sarebbe bastato fingere di non conoscerlo. Il tizio in nero avrebbe potuto sospettare qualcosa, ma nulla di più: Jeral sarebbe stato nel pieno controllo. Aveva ignorato di proposito la parte del patto: desiderava vedere la reazione dell'uomo in nero. Uno del gruppo tossì. Jeral lo guardò appena. Era uno shinobi del Suono.

    « Heh. »


    Edited by Boreanz - 7/9/2014, 13:27
     
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  3. Roronoa™
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    Chapter III - In missione.



    Un Jonin di Suna insieme a un Uchiha e un Kiriano.
    Deveraux aveva incontrato nel suo cammino un team accademico, ma cosa ci facevano nel deserto? Avvertire i viandanti della tempesta? Per quello non servivano tre shinobi, due dei quali stranieri.
    Le parole del nebbioso non lo sfiorarono, era solo un dettaglio in quel palcoscenico, la sua attenzione si focalizzò sull'Uchiha e poi su Yorin il quale non ritardò a spiegare i motivi per cui il Genin doveva unirsi a loro.
    Il Kazekage aveva richiesto l'aiuto di ogni shinobi accademico presente nel villaggio per portare a termine una missione.
    Ecco spiegata la presenza del foglioso e del suo simpatico collega in nero, non avevano potuto ignorare la chiamata del primo shinobi della Sabbia.


    Da fiero sostenitore dell'Accademia, negli ultimi tempi Deveraux aveva sviluppato lo spirito patriottico che aveva reso temuti e rispettati i ninja di Oto.
    La fedeltà in quel caso fu un arma a doppio taglio, il ninja otese doveva rispondere alla chiamata del villaggio alleato. Se il Kazekage voleva le sue spade le avrebbe avute... macchiate di sangue.
    Il Genin che i tre avevano incontrato non era uno sciocco, non avendo letto missive recanti il sigillo di Suna ogni parola pronunciata dal giovane Jonin poteva rivelarsi una castroneria bella e buona, ma tre shinobi di tre villaggi diversi non potevano essere lì per caso, a poche centinaia di metri da Suna. Deveraux decise di fidarsi.

    Yorin non attese una risposta, dopo averlo invitato nel suo team fece cenno ai due di muoversi. Senza proferir parola il Genin si posizionò dietro ai tre. Si sarebbe atteso un briefing e qualche domanda sulle sue abilità.

    Più queste sarebbero tardate ad arrivare più il sospetto di Deveraux sarebbe cresciuto.
     
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  4. ¬Chris
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    La rabbia di Sun Wukong
    Post Attivo II

    Seguivo il profilo delle dune, non vedevo nulla che potesse presagire una minaccia, quindi guardai "Jeral" che invitò Fumetsu ad aprire la strada per raggiungere un secondo ninja che, a quanto pare, si stava celando a noi. Non capivo se avessi dovuto essere preoccupato o meno: si dia il caso, infatti, che se il ninja si fosse celato alla nostra presenza non si poteva non considerare quanto meno ostile. Ma, se non ci avesse seguito non ci sarebbero stati problemi, contrariamente se avesse avuto intenzioni nocive nei nostri confronti significava che o era molto forte per credere di avere la meglio sul gruppo, o era uno dei nukenin citato da Fumetsu - quando ci trovavamo alle mura - ma fu lui precedentemente a scartare questa opzione facendolo, invece, risalire a Jeral definendolo suo "amichetto".
    Questo infatti poteva far credere che tale ninja X fosse un compare di Jeral, portando quindi il gruppo a non potersi fidare completamente dello sconosciuto. Rimasi pensante, finché con voce tranquilla chiesi allo sconosciuto:

    Salve, sono Hisagi Diogene Mikawa, ninja del villaggio del Suono. - feci un leggero inchino con il capo, non perdendo però il contatto visivo con i suoi occhi - Permettimi di chiederti da dove arrivi e se appartieni ad un villaggio ninja accademico, non vedo un coprifronte che attesti ciò e allora mi chiedevo cosa ti ha spinto ad aggiungerti se non hai studiato le pratiche ninja.

    Fumetsu, infatti, aveva detto che si sarebbe potuto trattare di un jonin ma non vidi nessun coprifronte questo mi poneva qualche dubbio sulla sua figura; si sarebbe potuto trattare tranquillamente di un nukenin oppure un ronin. Per un attimo sperai la seconda, poi ci ripensai; non erano troppo affidabili, almeno quelli che avevo conosciuto io.
    Lo guardai negli occhi senza remore, sapevo che si trattava di uno shinobi potenzialmente molto pericoloso, per questo volevo chiarire la sua posizione riguardo l'Accademia e gli accademici, non che io mi definissi un accademico ero sostanzialmente indifferente a ciò però non credo che ad un potenziale nukenin questo possa interessargli, sopratutto nel mentre di una missione ufficiale di massima importanza.
     
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  5. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Mission Start – Team Upgrade~


    Non vi furono particolari discussioni, ne scambi di informazioni di alcun tipo. Yorin semplicemente diede all'Otese una semplice scelta: Seguirli in missione nel nome del Kazekage o crepare nel deserto in quella dannata tempesta di sabbia che si stava alzando.
    Non vi furono risposte, probabilmente anche perchè in effetti non vi era stato tempo per darne, tuttavia il team riprese la marcia e con relativo stupore Atasuke notò che il nuovo incontro si era silenziosamente unito al gruppo.


    °Buon per noi... Avere anche un ninja di Oto dalla nostra ci dovrebbe rendere la vita più facile, anche se non mi fido troppo di questo tizio... Odio avere a che fare con gli Otesi, mi danno sempre la sensazione di tradimento... Mah, sarò paranoico...°

    Pensava tra se mentre avanzava silenzioso nella cortina di sabbia alzata dal vento. Tuttavia, dopo alcuni passi voltò leggermente il capo come a rivolgersi al nuovo arrivato mostrandogli solo il mento e la punta del naso che sbucavano dal nero cappuccio.

    «Benvenuto Yotsuki... Spero che lavoreremo bene insieme»


    Osservando con attenzione Deveraux avrebbe notato una leggera inarcatura della bocca, segno lasciato dal sorriso di Atasuke, il quale si voltò nuovamente in avanti mentenendo il passo e concentrandosi nuovamente su ciò che gli stava dinnanzi.
     
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    LA RABBIA DI SUN WUKONG



    Fumetsu, come voleva la filosofia del clan Kurogane, diffidava di tutto e di tutti specialmente di personaggi enigmatici come Jeral. Tuttavia meglio averlo vicino: sapeva per esperienza che contro un demone ci voleva il massimo numero di forze disponibili. Dubitava che sarebbero state sufficienti lo stesso, ma una mano in più non faceva male. Chissà quanti sarebbero sopravvissuti fino alla fine.

    Fa come credi, Jeral, sappi che se crei problemi né io, né il nostro avversario né l'intero villaggio di Suna saranno clementi con te.

    I gruppi ben presto si riunirono e i due nuovi shinobi vennero introdotti al resto della compagnia che ora contava ben nove membri.

    Ora basta con le introduzioni, dobbiamo sbrigarci a raggiungere l'oasi di Shimazaki entro due ore. Poi resteremo li fino a domattina quando potremo ripartire. Non preoccupatevi per la missione, dubito che i nukenin si possano azzardare ad affrontare questa tempesta.

    In modo molto tranquillo Fumetsu iniziò quindi a correre, senza aspettare nessuno, dirigendosi verso nord, in mezzo al deserto. [Velocità Viola]

    Fortunatamente per loro Yorin avrebbe tenuto un ritmo più basso consentendo a tutti loro di non perdersi. [Velocità Rossa]

    Il primo gruppo sarebbe giunto all'oasi in circa tre quarti d'ora, dove Fumetsu li avrebbe "reclutati" per approntare un campo base e raccogliere qualche provvista e acqua potabile dall'oasi. Essendo quell'oasi lontana dalle principali rotte commerciali nessun insediamento era mai fiorito in essa per cui la vegetazione vergine e le acque limpide di tre pozze erano rimaste incontaminate. Approntato il campo base avrebbe chiesto a tutti di cercare nel resto dell'oasi (che comunque era molto grande, circa 1Km quadrato, frammentata da numerose palme, cespugli e vegetazione varia con qualche animale del deserto) qualche indizio che potesse indicare un recente insediamento. Ovviamente Fumetsu aveva setacciato la zona più vicina dell'oasi prima di iniziare i lavori del campo base.

    Una volta terminati i lavori e trovato del cibo sarebbe arrivato anche il secondo gruppo, che quindi avrebbe potuto aiutare nell'investigazione.

    [Chi riesce a giustificare in qualche modo il fatto che possa trovare delle tracce è libero di inserirle a piacere nel proprio post]

    Dalle possibili tracce sarebbe potuto emergere che il gruppo di nukenin era composto da 5 persone, una delle quali legata e trasportata a mo di sacco di patate e che erano stati nell'oasi circa una giornata prima.

    [Siete liberi di inserire qualche altro dettaglio, ma non spingetevi troppo oltre.]


    Ricevute eventuali Fumetsu ne sarebbe stato... contento? Se lo era non lo avrebbe mostrato avrebbe semplicemente annuito e ringraziato chi gli aveva fornito la traccia quasi meccanicamente.

    Dopo le due ore previste una gigantesca tempesta di sabbia avrebbe imperversato tutt'attorno all'oasi che sarebbe stata risparmiata anche grazie alle possenti rocce che la riparavano dai venti che soffiavano da ovest.

    [Nota per Juuza: se vuoi restare fuori dall'oasi sappi che devi descrivermi bene come sopravvivi alla tempesta di sabbia, se vuoi restare dentro l'oasi ma occultato puoi descrivere anche quello. Sei anche libero di unirti al gruppo se vuoi. In alcuni casi (diciamo il primo) potresti morire, sappilo.]

    Durante la notte, attorno al fuoco, Fumetsu spiegò loro lo scopo della loro missione.

    Siamo qui perché un gruppo di Nukenin ha rapito uno shinobi del villaggio di Suna. Questo ninja era colui con la maggiore compatibilità con uno dei demoni in controllo della sabbia, Sun Wukong, il gorilla a 4 code. Il demone, per motivi di sicurezza, era sigillato all'interno di un tempio a sud. Sappiamo per certo che i Nukenin sono penetrati nel tempio ma non abbiamo informazioni sulle loro capacità. Sicuramente sono molto pericolosi.

    Si fermò un attimo per far si che realizzassero la situazione in cui si erano cacciati.

    Non sappiamo se i Nukenin abbiano già legato l'essenza di Sun Wukong al ninja, creando un Jinchurikii. Se così fosse dobbiamo stare attenti in quanto data l'inesperienza il demone potrebbe essere liberato se non agiamo con cautela. E fidatevi affrontare una delle bestie codate non è semplice impresa.
    Io sono Fumetsu e sono un esperto nella caccia ai demoni. Anche se in questo campo "esperto" significa che sono sopravvissuto più di tutti gli altri.
    Se riusciamo ad impedire che il demone si risvegli è possibile che io riesca a portarvi tutti a casa sani e salvi. Se invece il demone si libera non posso più garantirlo.


    Altra pausa ad effetto.

    Ah, state tranquilli, Fumetsu-san si sottovaluta. Probabilmente riusciremo a sconfiggere i Nukenin prima che il demone si liberi, ed inoltre abbiamo la nostra "Arma Segreta".

    Il terzo ninja di Suna, un ragazzo dai capelli rossi e l'espressione crucciata, rispose alla chiamata.

    Il mio nome è Shu Akasuna. E non pensate che io abbia chissà quale capacità speciale. L'unico motivo per cui sono qui è che "la vittima" è mio cugino e quindi il mio compito sarà cercare di impedire che si arrabbi risvegliando il demone se per caso i Nukenin dovessero darvi dei problemi. Purtroppo non sono molto forte adesso... non penso di potervi essere di aiuto.

    Bene, direi che è tutto chiaro. Possiamo passare alle vostre presentazioni. Vi prego di dimostrarmi un minimo di fiducia e di dirmi le vostre capacità, devo conoscerle e conoscere voi per poter elaborare una strategia ottimale. Ovviamente gli altri jonin presenti potranno darmi una mano.

    Il primo a rispondere sarebbe stato uno dei ninja di Konoha: Ryu Hataken che si presentò come un jonin del villaggio della foglia. Disse che aveva discrete capacità di inseguitore, ma non si sarebbe esposto più di così.

    [inseritevi pure qui]

    Al termine del giro di presentazioni Yorin disse che lui era un esperto di genjutsu e che li avrebbe aiutati dalla distanza, debilitando i loro avversari. Non avrebbe detto altro. Non sarebbe stato chiaro se perché voleva essere riservato o se perché Fumetsu lo conosceva bene, sempre se lo conoscesse.

    [Se almeno 4 di voi rivelano onestamente le loro capacità]

    Fumetsu avrebbe detto il suo nome intero: Fumetsu Kurogane. Avrebbe inoltre rilevato che i poteri del suo clan gli consentivano di manipolare la sabbia ferrifera e l'elemento magnetico, inoltre era esperto nell'uso dei fuuinjutsu oltre ad essere un discreto sensitivo, tutti fattori che li avrebbero aiutati nella caccia a Sun Wukong.

    Terminato questo giro di presentazioni, con o senza le rivelazioni di Fumetsu, il jonin di Suna avrebbe proseguito a rivelare informazioni su Sun Wukong.

    Anche se spero che ciò non avvenga è giusto darvi informazioni su Sun Wukong e le sue capacità. Prepararsi al peggio è il motto del mio clan, e trovo che sia fondamentale quando si ha a che fare con i demoni.
    Inutile che vi racconti della sua storia, per quello esistono i libri e i racconti. La cosa importante da sapere è che il demone, come tutte le bestie codate, possiede una quantità di chakra virtualmente illimitata e una forza fisica impensabile. Inoltre è composto di chakra per cui spesso non avrà una vera e propria forma fisica, anzi è probabile che il Jinchurikii non sia in grado di conferirgli forma fisica per cui dovete prepararvi ad usare i ninjutsu più che tecniche fisiche.
    Inoltre questo demone è in grado di utilizzare il chakra fusione, composto dagli elementi fuoco e terra. Questo lo rende altamente resistente a questi elementi ma leggermente più vulnerabile ai jutsu di elemento fulmine. Inoltre le sue capacità gli permettono di sfruttare jutsu di lava, creare volcani oltre a potenti tecniche sia di fuoco che di terra.
    Ma la cosa più temibile è il calore. Se arrabbiato il demone genere un calore elevatissimo, in grado persino di fondere la sabbia sotto i nostri piedi in vetro. Quando lo vedete succedere state attenti, ed in generale siate attenti a dove mettete i piedi. Se finiste sotto la sabbia potrebbe intrappolarvi in una prigione di vetro fuso, e non avreste via di uscita.
    Fortunatamente questo calore ci consente anche di rintracciare i nostri nemici più facilmente, oltre a rallentarne i movimenti. Le mie supposizioni è che siano diretti verso Amegakure. Se il demone supera il confine non riusciremo più a prenderli per cui dovremo muoverci molto in fretta!

    Ora i chunin e i genin possono andare a dormire. Yorin, tu e gli altri seguitemi.


    [genin e chunin possono interagire tra loro e con Shu, se lo desiderano. Consideratelo come un vero e proprio pg con cui ruolare, sempre se volete farlo]


    Fumetsu e i Jonin si sarebbero ritrovati per elaborare qualche strategia, anche se l'efficacia sarebbe dipesa molto dalla fiducia reciproca che si erano dati prima.

    Idee?

    [Qui mi interrompo in quanto molto dipende dalle vostre scelte e da quelle di Juuza]

    CITAZIONE
    OT

    Juuza, sentiti libero di fare quello che vuoi. Puoi ruolare la tua unione al gruppo o restare nell'ombra. In base a come decidi di ruolarti il tutto deciderò del tuo destino XD

    Per gli altri: beh ci sono dei binarietti su cui lavorare, vedete voi che fare.

    Il tempo è sempre il solito, in base alle scelte di Juuza potrei fare un interpost.
     
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    L'uomo in nero parve soppesare le parole dell'Immortale, scrutando nel deserto per qualche momento come per trovare una risposta al bivio che gli si presentava davanti. Mentre questi rifletteva, uno shinobi del gruppo rivolse la parola a Jeral; era il ninja proveniente dal Suono, di nome Hisagi Mikawa, e voleva conoscere il suo passato e la sua motivazione. Si era anche inchinato, in segno di rispetto. Vuote formalità agli occhi dell'Avatar, che poteva avvertire il dubbio e la paura dell'inconosciuto nel cuore di quel mortale.

    « Curiosità. », rispose, scrutandolo negli occhi con i suoi pozzi viola che riflettevano dannazione eterna.

    Ignorò il resto. Inutile brutalizzare quel piccolo uomo, per se più alto di lui, per così poco. Tutta quella situazione l'aveva messo di buon umore. Tornò a guardare l'uomo in nero, che aveva rinunciato alla caccia dell'assassino, aggiungendo un avvertimento per non sentirsi dal lato che cede. L'Avatar aveva poca pazienza per gli sciocchi timori dei mortali e lasciò scivolare quelle parole sulla propria pelle come la sabbia del deserto sul suo cappuccio: senza curarsene. Quando poi l'uomo iniziò a correre verso le dune l'Immortale scattò a sua volta, aggiustando il proprio passo a quello del capogruppo in maniera da corrergli perfettamente a fianco, quasi a sottolineare quanto facile fosse [Velocità: Viola+3][Potere del Flagello][Inseguimenti:725 metri/round][Aumento Ronin].

    [...]

    Un'ultima impronta nella sabbia fine del deserto ed i due corridori giunsero a destinazione: una grossa oasi nel pieno delle dune, dove alberi e rocce scudavano la vegetazione e l'acqua interna dalla furia del deserto. Jeral socchiuse gli occhi per qualche momento, per nulla provato dalla corsa, ed ascoltò. La voce della natura era forte in quel luogo, come anche nel deserto: un ambiente dominato dagli elementi, che l'uomo era incapace di contrastare e dominare. Gli altri erano rimasti indietro, eccetto quello shinobi della Foglia, che arrivò qualche minuto dopo. Si chiese se l'assassino sarebbe stato in grado di seguirlo fino all'oasi, ora che aveva aumentato il ritmo di marcia. Aveva avuto una impressione positiva delle sue abilità predatorie, ivi comprese la caccia ed il pedinamento. Nel caso si fosse sbagliato, poco male. In fondo era una pedina spendibile: se il suo valore era modesto, tanto valeva sacrificarla subito. In caso contrario, gli sarebbe andato incontro. Ignorò l'uomo in nero quando questi chiese di cercare acqua e cibo ed approntare un campo base: aveva accettato di prestare il suo aiuto nell'impresa, ma di certo non si sarebbe scomodato per questi dettagli.

    Si lasciò alle spalle l'uomo in nero e lo shinobi della Foglia senza una parola, addentrandosi nell'oasi. Vagò senza meta per circa un'ora, osservando la vegetazione del deserto con le sue palme, arbusti e cacti. La natura si faceva guerra da sola in quel luogo e solo il più tenace resisteva. Una coppia di piccoli suricati si sollevò da dietro una roccia, avvertendo il rumore dei suoi passi. Si immobilizzarono, fissandolo intensamente con i loro occhi scuri, pronti a fuggire. Jeral non gliene diede loro il tempo; non ebbe nemmeno bisogno di ricorrere al fiume di energia che gli scorreva dentro tanto prestante era il suo corpo incarnato: scattò in un attimo, afferrando entrambe le creature saldamente per il collo prima che queste avessero tempo di percepire il suo movimento [Velocità: Viola+3][Potere del Flagello].

    Li guardò con calma, osservandoli mentre si agitavano impazziti nella sua stretta; scalciavano, graffiavano, tentavano persino di mordere, ma la sua cute d'acciaio non lasciava spazio ai denti di quei piccoli mammiferi del deserto. Un ultimo sguardo alle creature in preda al panico e le lasciò andare: allentò la presa ed i suricati si divincolarono fuori dalle sue mani, cadendo a terra e scappando rapidamente dalla figura dell'Immortale. Ma Jeral non era un uomo buono; li aveva lasciati andare solo per aumentare la loro sofferenza. Una volta che furono ad una decina di metri l'Avatar raccolse un paio di piccole pietre; mosse appena il polso e queste schizzarono in avanti, macchie indistinguibili nel vento che centrarono con precisione infallibile i piccoli crani delle creature, uccidendole sul colpo [Forza:Viola]. L'Immortale sapeva, grazie alle menti che aveva devastato, che non era saggio terrorizzare le proprie prede prima di ucciderle: l'adrenalina rilasciata rendeva dura la carne, alterandone anche il sapore. Ma a Jeral non importava. Raggiunse i corpi dei suricati, li raccolse ed utilizzò uno dei suoi coltelli per scuoiarli entrambi in tre precise mosse ciascuno. Quello che gli importava, considerò mentre osservava la carne cuocersi rapidamente tra le sue mani coperte di chakra dell'arte del fulmine, era gustare il terrore delle sue prede.
    I suoi canini affondarono nelle carni dei suricati, macchiando di sangue la sabbia dell'oasi.

    [...]

    Un'altra ora era trascorsa ed ormai anche l'altro gruppo doveva essere arrivato. Jeral aveva trovato una pozza d'acqua fresca nella quale aveva immerso il capo intero, bevendo avidamente. Piccole gocce d'acqua ancora cadevano dai suoi capelli bagnati all'interno del cappuccio, rinfrescando il suo corpo. I due mammiferi erano stati un passatempo divertente. Adesso, si disse osservando l'avvento della tempesta di sabbia attorno all'oasi, era tempo di verificare il valore dell'assassino. Creò una barriera di chakra attorno a sé, spargendone anche altro in tutto l'ambiente, mascherandosi così alle fastidiose capacità dell'uomo in nero [Passo Perfetto dell'Assassino]. Camminò fino alla punta estrema dell'oasi, più colpita dalla tempesta del resto ma ancora protetta da alcune grosse rocce. Nessuno sarebbe venuto lì senza un motivo particolare. Appoggiò una mano al suolo, lasciando che la sua energia vi scorresse dentro senza limiti, creando una rete circolare di chakra elettrico con un diametro pari a ben tre chilometri [Rete Elettrica]. Percepì la presenza del gruppo di otto all'interno dell'oasi, tutte più o meno unite anche se in movimento; percepì diversi altri piccoli animali di cui prima non aveva notato la presenza all'interno dell'oasi, evidentemente specialisti del camuffamento; ed infine percepì, al limite estremo della sua rete, e nel pieno della tempesta di sabbia, un'altra presenza umana. Inutile nascondere il chakra: quello che Jeral rilevava era la presenza fisica. L'assassino era lì. Pose fine alla tecnica, ghignando feroce. Così ce l'aveva fatta. Forse era una pedina almeno mediocre, dopotutto. Lo avrebbe aiutato a sopravvivere.



    Chiuse gli occhi per un attimo, entrando in sintonia con la voce della natura. Era così potente in quel luogo! Imbrigliò il potere del vento che ululava e delle sabbia che colpiva con incessante e violenta monotonia, ghermendo la loro forza [Attivazione Chakra Eretico III][Flagello Naturale: Terra & Vento].

    « PIEGATI AL FLAGELLO IMMORTALE! »« PIEGATI AL FLAGELLO IMMORTALE! »



    Ruggì. La vegetazione dell'oasi si contorse violentemente ed iniziò a morire ad un ritmo impressionante, piegata dalla morsa di Jeral. L'Avatar rimase ancora immobile ad occhi chiusi, pervaso dal potere e dall'estasi che quella distruzione gli regalava. Poi aprì gli occhi e senza esitazione si lanciò nella tempesta.

    [...]

    Procedere era facile. In un raggio di oltre trenta metri attorno a lui le raffiche di vento si placavano e la sabbia cadeva con delicatezza al suolo dopo pochi metri, per essere poi di nuovo catturata non appena Jeral si allontanava. Continuò a correre tra le dune, lesto e leggero, raggiungendo l'assassino in meno di un minuto [Velocità: Viola+3][Potere del Flagello]. Lo incontrò che camminava lentamente ed in maniera instancabile, passo dopo passo verso la sua meta, avvolto nel suo mantello. L'Immortale si avvicinò, facendolo entrare nell'area di corruzione della natura: una semisfera sicura in quella violenta tempesta.

    « Non allentare le tue difese. », gli intimò. Se l'uomo in nero lo aveva percepito, ma poi si era ricreduto, significava che l'assassino possedeva una capacità simile a quella dell'Avatar di celare la propria presenza. In quel frangente era necessario che la mantenesse attiva per non essere individuato. « C'è un oasi sicura alle mie spalle, dove trascorreranno tutti la notte. Ora seguimi. », ordinò, voltandosi e tornando a correre verso l'oasi. Mantenne una velocità accessibile all'assassino, scambiando qualche altra parola con lui. « Sono otto ninja accademici, raggruppati per ordine del Kazekage. Qualunque sia il motivo, voglio conoscerlo. Sei libero di fare come credi durante la notte, anche testare le loro capacità. », disse, lasciando intercorrere una pausa eloquente. « Io non ti fermerò. », aggiunse poco dopo, mostrando i canini. Non disse altro, né sulle sue intenzioni, né sul proprio potere. L'assassino era libero di fare le sue scelte, finché avesse rispettato l'ordine di tenersi a distanza nell'ombra fino a comando contrario.

    Una volta giunti al riparo dell'oasi l'Immortale ruppe il contatto con il mondo naturale, rilasciando la propria morsa. « La prossima volta saprai di più. », disse all'assassino senza voltarsi prima di sparire nella vegetazione dell'oasi. Solo una volta arrivato al centro dell'area protetta rilasciò anche l'aura di energia che aveva usato per impedire all'uomo in nero di percepirlo nella sua piccola sortita. La notte ormai stava calando, così l'Avatar si diresse verso il campo base dove aveva percepito le presenze con la rete elettrica. Gli shinobi erano riuniti attorno ad un fuoco, chi in maniera più convenzionale, chi meno. Jeral si sedette piuttosto distante dal fuoco e dagli altri, appoggiando la schiena ad un grosso masso.

    L'uomo in nero, tale Fumetsu, iniziò a spiegare quale fosse la missione assegnata agli accademici dal Kazekage. L'incarico, di vitale importanza per l'equilibrio dei villaggi, riguardava il Demone a quattro code, sottratto alla Sabbia da ignoti in condizioni misteriose. L'Immortale, seduto all'ombra, abbozzò un mezzo sorriso: aveva speso bene il suo tempo. Non gli importava nulla dei villaggi e degli scenari che si sarebbero potuto creare, ma aveva un forte interesse a scorgere con i suoi occhi divini ciò che i mortali chiamavano Demone, che fosse rinchiuso dentro una Forza Portante o meno. Anche se l'ultima ipotesi lo stuzzicava di più, considerò. L'altro sunese menzionò persino una fantomatica "arma segreta", di cui Jeral annotò l'esistenza. Aveva ben visto con Benkei quanto alcuni mortali potessero essere da non sottovalutare. Un pizzico di cautela nei suoi piani non avrebbe guastato, anche se quella linea di pensiero fu troncata di netto quando a rispondere alla menzione dell'arma fu uno dei ninja più insignificanti del gruppo. Fumetsu chiese poi ai presenti di rivelare le loro capacità, dopo aver ammesso egli stesso di essere un sensitivo in grado di manipolare sabbia e ferro ed esperto in sigilli. Jeral sollevò il capo, spostando una ciocca dei suoi capelli ramati, e lo osservò. Che anche Fumetsu fosse un mortale degno di nota? Lo avrebbe scoperto presto. Nel frattempo, considerò mentre il jonin della Foglia si presentava, mostrare della buona volontà verso i costumi di quei ninja non avrebbe fatto alcun male.

    « Potete chiamarmi Jeral. », iniziò come suo solito: quella che faceva loro era una concessione, non una informazione. Levò la mano destra, rilasciando dal palmo una forte scarica elettrica che illuminò la notte per un attimo. « L'arte del fulmine che padroneggio non è seconda ad alcuna. », si limitò ad aggiungere. Non v'era traccia di vanagloria nella sua voce, o di arroganza nel suo volto: in quel momento l'Avatar aveva l'aspetto di chi dichiara una semplice verità.

    Una volta terminate le laconiche presentazioni degli shinobi, sempre, notò, estremamente restii a condividere informazioni, Fumetsu congedò genin e chunin, chiamando a sé gli altri, ovvero l'esperto di illusioni del suo villaggio, tale Yorin, e l'inseguitore della Foglia. L'Immortale non era legato a quella ridicola gerarchia tra mortali - tutte formiche, con l'eccezione di pochi come il Bersaglio - ma si avvicinò lo stesso, poiché il suo potere era chiaramente in linea con il grado più alto che questi potessero concepire. Quando poi Fumetsu chiese che idee avessero, però, Jeral tacque. Non voleva privarsi della curiosità di sapere come un inseguitore ed un esperto di Demoni avrebbero potuto organizzare la missione di recupero.


    OFF GAME

    Finalmente ho potuto utilizzare la TS contro il mondo naturale *O*

    Non ho aggiunto i consumi di chakra perché ci troviamo in un momento di calma e durante la notte si recupera tutto, ma se dovesse succedere qualcosa sono pronto a segnare ogni cosa nel prossimo post :zxc:

     
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  8. Roronoa™
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    Chapter IV - Dopo il Nekomata, l'ombra dello Yonbi.



    Attese delle domande che non giunsero.
    Non interessava a quel Jonin conoscere i suoi punti di forza?

    Mentre pensava a cosa egli stava andando incontro, Deveraux vide l'Uchiha voltarsi verso di lui. Riusciva ad intravedere con perfezione solo il suo mento, il resto era inghiottito dall'oscurità del suo cappuccio .
    Rispose al foglioso con gentilezza, nascondendo attraverso un sorriso il sospetto che stava nutrendo verso di loro.

    - Lo spero anch'io Uchiha - Non aveva mai incontrato un appartenente al clan Uchiha prima di quel giorno.
    Non esagerava se affermava che era il clan più discusso dei cinque paesi ninja, non c'era un solo cantastorie che non conoscesse qualcosa sul loro potere così ambito e temuto.

    La sua mente rientrò nella tormenta del deserto sunese, dove i quattro stavano proseguendo il loro cammino senza meta.
    In mancanza d' informazioni stranamente il Genin decise di rimanere in silenzio, attendendo lo sviluppo degli eventi.
    Ora che si era unito al team aveva tutto il diritto di sapere i dettagli della missione.
    Tra la sabbia in sospensione i suoi occhi scrutarono ben presto dei puntini neri all'orizzonte.

    Dejavu pensò.
    Impossibile che Yorin non avesse notato ciò che Deveraux aveva intravisto da secondi. Il suo silenzio era strano.
    Man mano che il team macinava sabbia bollente sotto i loro piedi, i puntini acquisivano dei profili sempre più nitidi e il Genin diventava più perplesso circa il comportamento del team.
    Erano uomini, si muovevano alla loro stessa velocità e i suoi compagni, più di nome che di fatto, erano calmissimi.
    Rimase in silenzio solo per rispetto verso un ninja di grado superiore.
    Yorin era un Jonin, i suoi sensi sviluppati gli permettevano di osservare dettagli che sfuggivano agli occhi del ragazzo.

    png
    I dubbi furono chiariti quando il team incontrò ciò che aveva destato nel Genin tanta agitazione.
    Un secondo team accademico.
    Deveraux notò all'istante come gli sguardi dei presenti erano caduti sulla sua bianca figura.
    Forse si stavano domandando il motivo per cui egli indossava un abito bianco, oppure, più probabile, erano curiosi riguardo al simbolo posto sul suo mantello.


    Nove uomini chiamati a raccolta dal Kazekage... non si scherza.

    I suoi occhi scivolarono rapidamente su ogni uomo del secondo team.
    La sua attenzione fu catturata da un individuo senza coprifronte.
    Lo fissò per alcuni secondi: i suoi lineamenti, la sua postura e la sua serietà gli erano molto familiari.
    Sebbene avesse la certezza di aver incontrato quel ninja in altri luoghi il suo volto rimase senza nome.


    Appena avrò un momento dovrò parlarci.

    C'era ben altro a cui pensare in quel momento, un uomo vestito di nero posizionato frontalmente all'otese prese parola:

    CITAZIONE
    Ora basta con le introduzioni, dobbiamo sbrigarci a raggiungere l'oasi di Shimazaki entro due ore. Poi resteremo li fino a domattina quando potremo ripartire. Non preoccupatevi per la missione, dubito che i nukenin si possano azzardare ad affrontare questa tempesta.

    Nukenin, in poche parole "traditori".
    Se in quel maxi team erano rappresentati tutti i villaggi accademici, c'era un'alta probabilità di incontrare non solo Nukenin di Suna.
    La missione si fece interessante per Deveraux, il sospetto che aveva nutrito fino a quel momento era sparito all'istante.
    Sperava con tutto il suo cuore di incontrare qualche voltagabbana di Oto: avrebbe frantumato il loro viso senza pietà e se li sarebbe portati a Oto come trofeo.

    Il team partii.
    Il divario tra Jonin e Genin era mostruoso, la velocità con cui tre degli otto ninja presenti riuscivano a muoversi nel deserto era spaventosa.
    Non ne rimase impressionato, qualche anno prima avrebbe sbavato di fronte a quelle capacità, ora sapeva che i suoi occhi stavano osservando il traguardo che egli lottava per raggiungere.
    Aveva incontrato shinobi ben più rapidi e Febh era uno di questi.
    Giusto per non scomodare il Mikawa.

    Con il morale a mille si limitò a seguire Yorin, nel suo team composto da semplici Genin.
    Non ne fu infastidito nè provò vergogna, i suoi compagni erano quasi tutti al suo livello e lo testimoniò l'andamento che furono in grado di mantenere per tutto il viaggio.
    Nessuno rimase indietro, nessuno intimò Yorin di rallentare.

    Dovevano recarsi in un oasi, luogo in cui avrebbero trascorso la notte.
    Sarebbe stato un buon momento per conoscere qualcuno; essere circondato da sconosciuti - alcuni dei quali o ti prendevano in giro o ti guardavano male - non era il massimo.
    Non cercava amicizie, Deveraux era interessato a trovare la semplice intesa tra colleghi.
    Oltre a ciò, si sarebbe sicuramente discusso in maniera approfondita della missione.
    Chi erano quei Nukenin?
    Molti furono i pensieri e le domande che tennero concentrata la mente del ragazzo durante il viaggio.

    L'oasi a cui giunsero era un vero e proprio paradiso terrestre.
    Tra le rocce che spuntavano dalla sabbia, fornendo un riparo gratis dal vento, c'erano moltissime palme e una vegetazione rigogliosa che si estendeva per centinaia di metri.
    Sotto i loro piedi non scorreva un semplice ruscello.
    I Jonin che erano giunti in largo anticipo avevano iniziato a montare l'accampamento.
    L'uomo nero li accolse con freddezza, ordinando a ciascun ninja di raccogliere ogni informazione possibile riguardante il passaggio di Nukenin in quell'eden.

    Senza proferir parola Deveraux penetrò nella foresta.

    Camminò senza sosta per circa un' ora, incontrando solo rami, cespugli, qualche pianta grassa e un simpatico camaleonte marrone, appoggiato su un ramo a circa sette metri d'altezza, che salutò con un espressione da dodicenne.
    Era curioso come l'otese riuscisse a ritornare bambino nei momenti meno opportuni.
    Ridendo e scherzando, notò con sorpresa come una buona parte delle palme lì presenti fossero di colore scuro, come prossime a seccarsi.
    Era strano.
    Deveraux si limitò a tastarne la superficie. Poteva essere una traccia? La corteccia non era bruciata.
    Le sue conoscenze mediche di base non furono utili, non era un biologo, era solo un rude ninja capace di far saltare in aria denti e ossa.

    Quando ormai il sole stava calando ad ovest, permettendo alle tenebre di avanzare all'interno della foresta, il Genin fece ritorno al campo base.
    Purtroppo non era riuscito a trovare nessuna traccia utile.
    Non si demoralizzò, poteva essere d'aiuto al team in altri modi.
    Al centro dell'accampamento era stato acceso un falò.
    Aveva iniziato a sentir freddo quando era ancora immerso nella vegetazione incontaminata, così, senza proferir parola si avvicinò alla fonte di calore, con lo sguardo puntato verso la legna destinata a tornare polvere.
    Bevve due sorsi d'acqua dalla sua borraccia ancora piena, mettendo sotto i denti la carne abbrustolita che si era portato per il viaggio. Ne aveva in quantità.
    Le fiamme erano furiose, lingue di fuoco si agitavano nell'aria come se comandate da una volontà intelligente.
    All'esterno il vento aveva aumentato la sua forza, che stesse cercando di spazzare via le rocce che li teneva a riparo?

    Non si domandò se ci fosse altra legna per mantenere viva la fiamma, dopo una lunga marcia nel deserto sunese Deveraux voleva solamente rilassarsi e godere del calore emanato dal falò.
    Con la mente sgombra da pensieri, il ragazzo rimase in assoluto silenzio, i suoi occhi si sarebbero alzati da terra solo quando avrebbe udito un ninja avvicinarsi verso di lui.

    Quando ormai tutti furono in cerchio di fronte al fuoco, il capo della spedizione prese parola.
    Questa volta l'uomo si decise ad entrare nei dettagli, rivelando finalmente il vero motivo per cui quel team contava ben nove uomini, compreso lui.
    Dei Nukenin avevano rapito un possibile candidato per diventare il Jinchuuriki della Sabbia e lo stavano portando con loro per utilizzarlo come strumento per ottenere lo Yonbi, il demone a quattro code.
    Sentii le gambe iniziare a tremare, la schiena fu percorsa da un forte brivido di paura.
    Il ricordo dello scontro con il Due Code, non completo, era ancora vivo nella sua mente.
    Salvato grazie all'intervento di Febh, Deveraux aveva vissuto notti terribili dopo quella missione.
    La voce del demone lo aveva tenuto sveglio per giorni.
    Non era il Nekomata a torturarlo bensì il ricordo della sua voce, del suo aspetto non definito.
    Non osava pensare alla potenza del quattro code.
    Certo, le situazioni erano differenti, ora faceva parte di un team composto da otto uomini, quasi tutti di rango elevato e con un esperto cacciatore di demoni, mentre contro il Bicoda si era ritrovato ad avere come spalla un Genin appena promosso.

    L'uomo invitò ogni ninja a porre in lui un minimo di fiducia, per il bene della missione.
    Deveraux rispose annuendo, attendendo il suo turno per presentarsi, ma prima che esso giunse, l'uomo che aveva catturato la sua attenzione qualche ora prima, di nome Jeral, pensò bene di dare una dimostrazione della sua abilità nel padroneggiare l'elemento fulmine.
    Sebbene il tatto di Deveraux percepì con precisione quanta potenza fosse racchiusa in quel semplice fulmine, il ragazzo prese quella dichiarazione come un atto di sfida, una provocazione.
    Il sangue bollì all'istante, non poteva tollerare tale affermazione in sua presenza.
    Era uno Yotsuki di Oto per diamine! Con lui presente, nessuno poteva vantarsi di saper piegare il fulmine al proprio volere meglio di chiunque altro. Non importava se fosse stato vero, era sbagliato e intollerabile per principio.

    gif
    Con un moto d'ira scattò in piedi, i suoi piccoli occhi verdi cercarono quelli di Jeral.
    Non avrebbe distolto il suo sguardo da quello sbruffone, era in gioco il suo onore.
    Riuscii a trattenere l'ira, ma non la rabbia, essa era ben visibile sul suo volto.


    - Risparmiati le sceneggiate. - Con una quantità irrisoria di chakra Deveraux era in grado di scatenare una vera e propria tempesta di fulmini intorno alla sua figura.
    Attivare la sua innata sarebbe stata una mossa sciocca e Deveraux lo sapeva, non poteva rischiare di scatenare una rissa.


    Tempo al tempo bastardo.

    Indipendentemente dal comportamento degli altri shinobi il Genin si sarebbe accomodato, non prima di aver lanciato una seconda frecciata allo shinobi.
    -Se troveremo Nukenin originari di Kumo con quei fulmini puoi solo farli ridere!-
    Visto che ormai il danno era stato fatto, Deveraux si presentò, rivelando il suo cognome affinchè tutti capissero il motivo di quella reazione cosi avventata.
    - Sono Deveraux Yotsuki, Genin di Oto - Pronunciare la parola Genin gli fece storcere il naso.
    Dopo quella reazione i ninja lì presenti si sarebbero attesi certamente un rango più elevato, minimo il Chunin.
    Andò avanti.

    - Sono specializzato nel combattimento corpo a corpo- Le sue capacità erano esigue, presocchè inutili per affrontare un demone.
    Avvicinarsi per colpire l'entità codata sarebbe stato un suicidio.

    Quando il giro ufficiale di presentazioni fu terminato l'uomo continuò il suo briefing, dando informazioni più dettagliate su Sun Wukong.
    Molte di quelle nozioni Deveraux le aveva vissute sulla propria pelle.
    I Bjuu, oltre ad essere demoni, erano entità dall'esperienza infinita; nessun attacco riusciva a sorprenderli.
    Il quattro code doveva essere veramente spaventoso da come lo stava descrivendo l'uomo in nero, rispetto al Nekomata aveva numerose armi a disposizione.
    Uno degli elementi a cui il demone era vulnerabile era il fulmine, questo dettaglio fece sorridere il ragazzo.
    Come un bimbo viziato cercò Jeral con lo sguardo.
    Mai il capo della spedizione avrebbe mandato un Genin a ostacolare lo Yonbi se ci fosse stato bisogno, Jeral sarebbe stata la persona giusta...giusta per morire.
    Voleva ridere di gusto, ma rinviò il divertimento a quando avrebbe visto la testa del ninja staccarsi di netto dal resto del corpo.

    Conclusa la riunione Deveraux si congedò insieme ai Chunin e ai suoi parigrado.
    Non aveva voglia di parlare dopo la sua sceneggiata, giusta secondo il suo pensiero.

    In quella notte fredda trascorsa nel deserto, il suo vero compagno sarebbe stato il coltello. Quel Jeral lo avrebbe cercato, o magari lo shinobi che lo aveva preso in giro durante l'incontro con l'esperto di Genjutsu.
    E così, ecco un altra notte insonne ad aspettarlo.















    Edited by Roronoa™ - 15/9/2014, 23:38
     
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  9. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Mission Start – First Camp~


    I due gruppi vennero quindi riuniti, presentando i due "nuovi membri" della squadra. L'Otese del clan Yotsuki ed un'altro elemento, apparentemente un ronin il cui nome pareva essere Jeral.
    Alla fine il gruppo contava ben nove shinobi. Molti più di quanti Atasuke si potesse aspettare, specie valutando il numero di forze non appartenenti al villaggio della sabbia.

    [...]


    Il loro primo obbiettivo era raggiungere l'oasi di Shimazaki, dove evidentemente avrebbero posizionato il primo campo base da cui proseguire con la missione il mattino successivo, sperabilmente anche con una situazione meteorologica più favorevole.
    Per primo partì Fumetsu che si lanciò di gran carriera attraverso la cortina di sabbia levata dal vento. Atasuke ebbe subito l'istinto di scattare a sua volta, tuttavia valutò la velocità del compagno e decise di non arrischiarsi inutilmente in una corsa sfrenata. Certo era difficile che qualcuno tentasse un assalto ad un team di quelle dimensioni, tuttavia sarebbe stato poco saggio affaticarsi prima ancora dell'inizio della missione al solo scopo di tenere il passo di un jonin.
    Decise quindi di trattenersi e si unì al secondo gruppo, guidato da Yorin, mantenendo una posizione avanzata nel gruppo, leggermente spostato sulla destra.
    Il viaggio fu tranquillo, senza particolari eventi degni di nota lungo il tragitto. Tuttavia era chiaro che la strada che andavano percorrendo era estremamente lunga e sicuramente avevano ancora molta altra strada da percorrere per riuscire a raggiungere i loro bersagli.

    [...]


    Raggiunta l'oasi, Atasuke si compiacque nel vedere che il campo base era già stato approntato ed alcune provviste erano state recuperate. In fondo quella corsa era tornata utile a tutti.
    Appena pochi istanti per guardarsi attorno ed Atasuke, come gli altri, ricevette ordini in merito alla ricerca di tracce.

    «Ricevuto, mi dirigerò verso nord in cerca di informazioni utili... Tuttavia, sappiamo qualcosa di ciò che stiamo cercando?»


    Chiese prima di incamminarsi sperando di ricevere qualche indizio in più per riconoscere eventuali informazioni utili. Tuttavia, nessuno seppe (o volle) dirgli nulla, quindi dopo alcuni istanti d'attesa della risposta che non giunse, si mise in marcia.

    °Ed io che contavo di avere vita facile in questa ricerca...°


    Pensava tra se mentre si dirigeva verso nord a caccia di informazioni.
    Si inoltrò nella piccola "foresta" formata dalle palme e dai lunghi steli dell'erba che rigogliosa cresceva in quel piccolo angolo di paradiso circondato dall'inferno.
    Avanzò facendosi largo senza lasciarsi troppe tracce alle spalle. In fondo stava investigando ed ogni traccia che lasciava a sua volta avrebbe inquinato l'ambiente rischiando di cancellare le informazioni utili. Gli venne quasi da ridere nel pensare come questi ragionamenti da guardiano delle mura gli stavano tornando utili in un ambiente tanto lontano quanto differente da quello che lo circondava ogni giorno nelle sue ronde.
    Mentre avanzava tuttavia si imbattè in un piccolo slargo, il quale attirò la sua attenzione. Sembrava quasi che in quel luogo fosse accaduto qualcosa, come se vi si fosse stabilito un team. Certo, era impossibile per lui definire il numero di persone e la direzione verso cui erano diretti, tuttavia era chiaro che in quel punto un team si era fermato.
    Cercò con attenzione ogni traccia, ogni segno di trappole o del semplice passaggio dell'uomo.
    Dopo alcuni minuti trovò alcune piccole trappole, troppo piccole per esseri umani, ma sufficenti per catturare qualche piccola preda, segno che qualcuno poteva aver cacciato o aver cercato del cibo in quell'oasi.
    [Abilità]

    °Tutto ciò è alquanto strano... certo si potrebbe dire una cosa comune trovare nelle foreste di konoha delle trappole per animali, ma qui... Non sono un esperto di sopravvivenza nel deserto, ma a giudicare dalla qualità delle trappole, non mi sembra un qualcosa di improvvisato da qualche superstite del deserto, quanto piuttosto qualcosa di premeditato... Potrebbero essere semplicemente di qualche bracconiere, oppure potrebbero essere di qualche team troppo occupato per caciare e troppo di fretta per smontare le trappole... Credo che farò rapporto su queste, senza contare che ci sono i segni di un ingente team di passaggio... Chissà perchè tutto ciò mi fa pensare al gruppo che stiamo cercando...°


    Si rimise quindi in marcia, dirigendosi nuovamente al campo per fare rapporto su quanto aveva trovato. Nonappena riuscì ad incrociare sia Yorin che Fumetsu fece il suo dettagliato rapporto, mostrando anche la carta su cui aveva impresso schematicamente la posizione delle trappole che aveva trovato e la posizione del presunto campo. [Abilità]

    «Perdonate l'interruzione, ma durante la mia breve perlustrazione ho trovato delle tracce che trovo sospette... Come potete vedere in questo punto ho trovato le tracce di un piccolo accampamento, o meglio un'area in cui sembra vi sia stata una sosta prolungata da parte di un team... se posso azzardare dovrebbero essere passate diverse ore dalla loro partenza, anche se non saprei quantificarle. In questi altri punti invece ho trovato delle trappole. Troppo ben fatte per essere state fatte da qualche sopravvissuto del deserto, ma soprattutto mi ha fatto insospettire il fatto che quelle trappole per animali siano state abbandonate cariche... Chiunque le ha lasciate li, o è un bracconiere, oppure aveva troppa fretta di andarsene per recuperarle... Non so quanto ciò possa essere utile, ma se fossero collegate tra loro ed alle persone che stiamo cercando, a giudicare dal numero di trappole e dalla dimensione del "campo", probabilmente si tratta di un buon gruppo di persone...»


    Attese altri eventuali ordini, poi si congedò dirigendosi nel campo per dare una mano nell'organizzare il tutto prima dell'arrivo del forte della tempesta.

    [...]


    Giunse infine la notte. Atasuke dal canto suo scrutava l'orizzonte come a cercare di carpirne qualche oscuro segreto o chissà quale informazione. Quando vennero radunati, egli si sedette senza troppa agitazione e senza dare segno alcuno.
    Ascoltò attentamente i dettagli della missione che si appresatavano a compiere. In breve dovevano dare la caccia a dei nukenin ed al demone che avevano sottratto, nella speranza che questi non avessero già legato detto demone ad un portatore, il quale era cugino dedl tale Shu, il quale era stato portato in quella missione solo per cercare di far leva sul cugino nel caso fosse in preda al demone.

    °Certo che questi ninja di Suna sono ben fuori di testa... Non so perchè ma questo piano mi sembra più un massacro che una vera e propria missione studiata nel dettaglio... Specialmente per questo Shu... Spero per lui che sia in grado di cavarsela°


    Finita la "presentazione della missione" Giunse il loro tempo di presentarsi nuovamente, questa volta a tutto il team nella speranza di elaborare sulla base di quei dati una strategia più raffinata. Il primo a presentarsi fu un jonin di Konoha, del quale stranamente Atasuke non aveva ancora mai sentito parlare. Lo seguì Jeral, il quale mostrò un'arroganza decisamente poco piacevole e professionale. Atasuke non sapeva delle sue capacità e di certo non poteva confermarkle o smentirle, tuttavia non apprezzò il modo in cui si pose al resto del gruppo. Men che meno parve apprezzare lo Yotsuki, il quale scattò come una molla, quasi come se avesse ricevuto una sorta di provocazione.
    A quel punto, Atasuke, prese a sua volta la parola presentandosi.

    «Io sono Atasuke Uchiha, Genin di Konoha. Sono specializzato nel combattimento a media e breve distanza. La mia specialità, come già anticiperebbe il mio clan, è il fuoco. Per quanto limitate a causa del mio grado, possiedo buone conoscenze in campo investigativo e conosco i rudimenti della medicina e del primo soccorso...»


    Si prese una breve pausa puntando lo sguardo su llo Yotsuki e sul Ronin, squadrandoli entrambi più volte con sguardo deciso.

    «Inoltre non sopporto gli sbruffoni e chi crea problemi nel team. Spero che questa vostra rivalità non arrivi al punto tale da mettere a rischio questa missione.»


    Le sue parole erano dure, quasi ad essere un rimprovero. Sapeva di non essere lui il responsabile di quel team e sapeva che non era compito suo mettere in riga i compagni. Tuttavia, la sua indole da maestro ancora una volta aveva prevalso, portandolo a porre un breve insegnamento.
    Rimase quindi in ascolto delle altre presentazioni e delle ulteriori informazioni in merito alla missione. Quando vennero congedati, Atasuke si diresse prima da Jeral, cercando di comunicare con lui prima che si dirigesse alla riunione con gli altri di grado superiore.

    «Stammi a sentire... Posso comprendere il livello delle tue abilità e lo rispetto, ma questo non ti autorizza a metterti in mostra davanti agli altri con tanta supponenza. Medita su questo, perchè odierei vedere ancora una volta un team fallire a causa di elementi come te»


    Il suo tono era schietto, anche se le sue parole erano appena sussurrate. Non attese eventuali risposte dal Ronin e si diresse verso l'altro esperto di fulmini per disquisire similmente con lui.

    «Deveraux, perdona il disturbo... Perdona se prima mi sono lasciato trasportare, tuttavia ciò che ho etto è ciò che penso. Non lasciarti turbare da quel Jeral e fai quello che sai fare meglio. Noi non ci conosciamo, è vero, tuttavia dovremo cooperare ed onestamente spero che questa diatriba tra voi due finisca qui. Se poi vorrete ammazzarvi per decidere chi di voi due ha il fulmine più figo fatelo pure, ma quando questa missione sarà portata a termine.»


    Anche in questo caso mantenne un tono duro e serio, seppur meno minaccioso e leggermente più amichevole. In fondo non aveva particolare apprezzamento verso l'Otese, ma di certo aveva molto meno disprezzo rispetto al Ronin.

    [...]


    Lungo la notte Atasuke si prese la libertà di fare un primo turno di guardia, tenendo d'occhio quello che circondava l'accampamento. Per quanto a loro difesa vi fosse la tempesta di sabbia, nulla vietava che qualche pazzo, sufficentemente esperto da sopravvivere non li attaccasse nella notte.
    Vide quindi Shu, il giovane ed inesperto ninja della sabbia che sembrava vagare con lo sguardo verso il cielo.

    «Che ci fai ancora sveglio? Un novizio come te dovrebbe già essere a letto da tempo, non trovi?»


    Se il genin gli avesse chiesto la medesima cosa, Atasuke avrebbe semplicemente deviato il discorso accennando ad un turno di guardia che si era autoimposto.

    «Sei preoccupato per questa missione? Ammetto che non mi sentirei tranquillo ad essere gettato in una missione di tale entità come "cavia" per cercare di controllare a parole un mio parente posseduto da un demone...»


    Ironizzò Atasuke avvicinandosi al giovane sunese...


    OT - Per questo giro ho bypassato la tabella, in ogni qual modo, in caso di imprevisti dal prossimo la piazzo tenendo conto del 1/2 basso speso per la carta ninja XD - /OT
     
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    Come gli era stato ordinato il chunin di Oto continuò l'inseguimento mantenendosi a distanza.
    Ora era immobile, i suoi occhi da rettile scrutavano l'orizzonte nella direzione intrapresa dal gruppo, inspirò due volte dal naso come per fiutarne la presenza, da vedero predatore, poi con cura portò la parte bassa del turbante che gli fasciava il collo fino a coprire la metà inferiore del viso, lasciando scoperto solo lo sguardo.
    Una folata di vento andò a spazzare la sabbia attorno a lui avvolgendolo nella polvere.
    Quando la sabbia e il vento si abbassarono la sua figura era svanita, ripartita all'inseguimento, lasciando solo una scia appena accennata sulla sabbia formata dal susseguirsi di tante "S".
    Grazie ai suoi geni da ofide il ninja aveva ripreso a muoversi strisciando sul terreno, allungando il suo corpo e vantando un agilità fuori dal comune viaggiava con il classico movimento a fisarmonica trasversale delle serpi.
    In questo modo rimaneva ben acquattato al terreno scivolando quasi dentro la sabbia e sfruttando la sabbia e le dune per rimanere celato da occhi indiscreti anche se la distanza di sicurezza che teneva dal gruppo era così ampia da essere di per se sufficiente a non essere scoperto.
    La prudenza non era mai troppa: temeva comunque il rischio di incontrare altri shinobi slegati dal gruppo che seguiva anche perchè si trovava alla porte di Sunagakure che avrebbero potuto rallentarlo e intralciarlo.

    [...]

    Grazie a Jeral penetrò nell'oasi illeso.
    Mantenne sempre attivo il jutsu per neutralizzare i sensitivi, come aveva immaginato un gruppo così numero ne vantava di certo qualcuno e l'avatar gli e ne aveva data la conferma.
    Quello che invece non riusciva a spiegarsi era come Jeral lo avesse localizzato.
    I suoi movimenti erano troppo perfetti per essere scovati con i normali sensi, con il chakra non poteva rivelarlo e quindi come ci era riuscito ?
    Forse aveva riutilizzato lo stesso jutsu con cui lo aveva individuato nel loro primo scontro, ma che portata aveva ?
    Molto interessante. Pensò tra se e se, raccogliendo e archiviando informazioni utili, anche relativamente a come aveva neutralizzato la tempesta di sabbia.
    La sua figura rimase impassibile, dopo tutto nulla riusciva ad impressionarlo.

    Quando Jeral scomparve nella vegetazione, Gouken fece lo stesso scomparendo tra le fronde in una zona molto rigogliosa dove si nascose e iniziò a riflettere.
    Jeral lo aveva condotto fino alle porte di Suna, li aveva incontrato un gruppo di 8 ninja accademici e li aveva seguiti entrando a far parte del loro gruppo senza saperne il motivo e questo gli e lo aveva appena comunicato, anzi era li proprio per scoprirlo.
    Si stavano quindi muovendo a caso ? Quali erano i suoi obiettivi ? Quando ne avrebbe ricavato qualcosa ?
    Rimase nell'ombra a meditare, al prossimo incontro gli erano state promesse delle spiegazioni.



    Post un po' scarno, avrei voluto avere più tempo, ma fino al 24 settembre ho l'acqua alla gola per impegni real di importanza direi vitale.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Troppa gente, pochi cervelli
    “ La Marcia “

    Alla fine almeno aveva mostrato un po’ di buon senso, unendosi al gruppo si sarebbe sicuramente risparmiato la vita e cosa ancor più grave tutte le noiosissime trafile burocratiche e accuse per il rifiuto di una missione accademica…
    Chissà se era stata una buona idea passare da una missione in incognito per Kiri ad una che più ufficiale non poteva essere.
    Squadrò il Genin Etsuko e di certo il suo sguardo non sarebbe risultato affatto rassicurante, non era colpa sua, semplicemente non gli piacevano i cittadini del suono, non erano capaci nemmeno di rizzargli l’arnese che aveva nelle mutande, seppure non si poteva dire che fosse un brutto tipetto ne che sino a quel momento il kiriano avesse avuto esperienze che potessero certificare le sue affermazioni… chissà forse sarebbe potuto accadere qualcosa nel corso di quella missione. Fantasticò un po’, fino a che il gruppo non fu nuovamente riunito.
    9 ninja, in totale, gli sembrò un buon numero, avrebbe potuto porgere più bandierine del previsto sulla sua personalissima mappa del piacere, forse anche più di qualcuna contemporaneamente, si disse fra se, prima di tornare a pensare alle cose più importanti. Purchè ci fossero state cose più importanti del sesso.

    … L’oasi …

    Presero a correre come dannati avrebbe potuto farlo pure lui, sicuramente non avrebbe retto il passo dei jonin, ma quello di Yorin sarebbe risultato troppo lento… non si sarebbe perso, no di certo, era pur sempre un sensitivo, ma che senso aveva esporsi a qualsiasi pericolo, nel bel mezzo di una imminente tempesta di sabbia? avrebbe così rallentato aspettando il secondo gruppo e viaggiando con esso, scrutando i suoi compagni, si imparavano tante cose osservando gli alleati, soprattutto perché “non è detto che lo sarebbero stati ancora a lungo”, in tal caso… meglio essere sempre preparati… Attivò l’innata e i suoi occhi si tinsero di rosso, pulsanti del sangue che li irrorava, donandogli una sensazione di estasi, pari forse solo agli orgasmi di cui ultimamente non si era sicuramente privato.
    Si sarebbe gustato le loro energie vitali, i loro colori, avrebbe potuto riconoscerle tra migliaia adesso, il legame era creato, poteva sentire una sensazione di intimità che ad essere sinceri non gli dispiaceva affatto.

    Arrivarono così quando il campo era già apprestato, dovevano cercare qualcosa nella boscaglia, ma l’oasi offriva dei ripari così invitanti e un così bel panorama che Etsuko avrebbe offeso sicuramente madre natura se non si fosse fermato almeno un po’ a contemplarla… sicuro che nessuno lo vedesse avrebbe attivato la sua innata, per capire cosa stessero facendo gli altri…
    Poteva vedere Jeral, il tipo strano che si era unito successivamente al gruppo, enigmatico, potente e accattivante… c’era Atasuke, che più di tutti aveva attirato la sua attenzione, non particolarmente per il suo aspetto… ma per il suo cognome, i piani futuri forse gli avrebbe fatti rincontrare in circostanze differenti e forse non troppo piacevoli per il ragazzo o per i suoi occhi… chissà… in questo il colosso gli era debitore di un favore…

    Sorrise maliziosamente

    Il Genin di Oto invece, si faceva un giro per la boscaglia, chissà forse in cerca di qualche scoiattolo da addomesticare… tenero il cucciolo… quanto sarebbe durato in quella missione? Erano aperte le scommesse.
    Agli altri per ora dedicò poca importanza tenendoli sempre d’occhio…
    Poi fu il momento di mettersi tutti intorno al fuoco e così fece pure Etsuko, aveva fame.

    … La Missione …

    Bene, bene…

    ° che strani tipi gli abitanti della sabbia, non sono in grado neppure di difendere l’unica arma che hanno a disposizione, dando nelle mani di ninja traditori non solo l’arma ma persino il metodo per usarla…
    Avrebbero fatto prima a radere al suolo il villaggi stesso,
    per intenderci prima che potesse farlo il demone °


    fatto sta che Etsuko doveva salvarsi la pellaccia per portare a casa quelle succulente informazioni e metterle a disposizione dell’amministrazione e dell’amministratore gatto, avevano ancora parecchie cose da fare.
    Il siparietto che si creò subito dopo fu abbastanza divertente per il Kiriano, Jeral dette sfoggio della sua forza e l’unico che rimase impressionato o forse colpito nell’orgoglio fu proprio il Genin di Oto…

    ° cazzo ma allora vuole davvero farsi uccidere…°

    Vuoi diventare la sua cena?

    La domanda appena sussurrata, chissà se qualcuno l’avrebbe udita, era stata pronunciata senza pretesa

    Sono Etsuko Akuma…
    Primario di Kiri, ninja sensitivo e esperto di Genjutsu,
    le mie illusioni potrebbero allietare le vostre notti miei giovani guerrieri o perché no, renderle parecchio spiacevoli…
    ma non avete nulla da temere, abbiamo un demone da addomesticare e concentrerò tutte le mie forze nell’adempiere questa missione.


    Dopo che si presentarono tutti, Etsuko si allontano di pochi passi dal fuoco, poggiandosi ad un tronco, dovette anche assistere alla patetica scena di Atasuke, che faceva da balia al giovane di Oto e pretendeva di mettere in riga l’animo selvaggio di Jeral… conosceva la fonte animalesca del suo potere Etsuko, la trasudava Jeral e sicuramente non era qualcosa di facilmente addomesticabile.

    Perse lo sguardo oltre le ampie rocce, scrutando nel vuoto, facendosi cullare dal rumore folle della tempesta che imperversava.

     
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  12. ¬Chris
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    La rabbia di Sun Wukong
    Post Attivo III

    Quindi eravamo in nove, con una carrellata da destra a sinistra studiai i volti dei miei compagni di squadra; qualcuno aveva un viso noto ma la nebbia dei ricordi non mi permetteva di afferrare il suo volto, il suo nome. Lasciai vagare gli occhi nell'immensità di quel luogo, sentivo la sabbia scottare ai miei piedi e in un lieve fruscio la sabbia si spostò e in gruppo partimmo, il primo gruppo teneva un ritmo più alto e in poco tempo scomparve lasciandomi solo con qualche altro ninja che probabilmente non poteva reggere il ritmo dettato dai primi.
    Dopo qualche ora ci fermammo in un'oasi piuttosto grande, vedere la natura così lussureggiante nel mezzo del deserto mi donava un profondo senso di venerazione alla potenza e capacità di adattamento della natura a sé stessa.
    Quando arrivammo il primo gruppo aveva già procurato il pasto per la cena e prima di imbastire il campo base ci dividemmo cercando delle tracce, seguii gli altri fino ad un certo punto e poi mi dividei seguendo più l'intuito che altro. Vagai per circa mezz'ora senza trovare nulla di rilevante, quel luogo era abbandonato sebbene dei segni confermassero il passaggio di un gruppo nutrito di persone.
    Ci trovammo intorno al fuoco quando Fumetsu ci introdusse all'interno della missione dandoci più cognizione di causa rispetto alla situazione in cui ci eravamo infilati; sebbene stessi perdendo tempo per quanto riguardava la ricerca di Shinji e Toro, non ne fui seccato ed era una bella avventura a cui sottopormi. Una nuova possibilità per dimostrare il mio onore, la mia forza e mettermi nuovamente in discussione per poter ambire a superare i miei limiti.
    Scacciai i pensieri con un leggero brivido imposto dall'arietta fresca della sera che, lentamente, si alzava portando con sé piccole folate di sabbia.
    La pelle si accapponò quando pensai alla potenza che avremmo dovuto affrontare se, nei peggiori dei casi, il demone venisse liberato, certamente le possibilità di sopravvivenza si sarebbe ridotte a percentuali ad una sola cifra. Fissai il fuoco con decisione, non c'avrei rimesso le penne, non potevo morire lasciando i miei ex-compagni in mano di quei malati. Sorrisi nuovamente alzando finalmente lo sguardo a quel cielo. Quel cielo, così chiaro e splendente, la luce fredda continuava a farci compagnia mentre le presentazioni continuavano passando poi al genin del villaggio della sabbia. Quando venni interpellato mi alzai in piedi e dopo aver fatto scorrere lo sguardo su ognuno di loro parlai, chi in quel momento mi avesse guardato illuminato dal fuoco avrebbe potuto facilmente accostarmi al Colosso di Oto, Alosyus Diogene Mikawa. Come egli infatti toccavo i due metri abbondanti, a differenza di lui i capelli corti sfidavano la gravità sottolineando le profonde cicatrici all'occhio destro che presentava le iridi violacee a differenza della bendana che copre l'occhio del capo clan. Il mio viso era meno segnato dalle intemperie sebbene quando parlai sentii le cicatrici tirarsi e divenire bianche:

    Come avevo già accennato, sono Hisagi Mikawa, genin del villaggio del suono. - feci una pausa nella quale mi misi più alla luce del fuoco in modo che ognuno potesse vedermi in volto, la mia espressione era tranquilla. Anzi, forse è più corretto dire che non presentava nessuna emozione, l'agitazione veniva controllata da un'espressione ferma - dunque sono un ninja specializzato nel combattimento ravvicinato, sono decisamente inutile in tutti gli altri campi. Sono un lottatore.

    Fu inevitabile e il sorriso venne a galla quando pensai all'euforia che mi comportava veder scorrere del sangue, mio o meglio ancora di un avversario. Repressi gli istinti che i geni dei Mikawa mi inducevano e mi sedetti, assistetti piacevolemente alla scenetta messa in atto da Jeral e il genin di Oto. Se non sbaglio la diatriba nasceva dal fatto che uno credeva di averlo più lungo dell'altro riguardo alla manipolazione dell'elettricità, sorrisi pensando a quanto, alcune persone, avessero bisogno di dimostrare il proprio potere. Alcuni di questi personaggi però si rivelavano meno capaci di quello che ciarlvano, altri letali.
    Quindi i chunin e i jonin furono invitati a studiare un piano di azione, io passai quel tempo ad osservare il fuoco in continuo movimento finché non si divisero e potei raggiungere Jeral che aveva attirato la mia attenzione e il fatto che avesse ignorato la mia domanda precedente mi aveva infastidito. Per questo, proprio quando una leggera nuvola coprì la luna, mi avvicinai a lui al limitare del campo e gli chiesi:

    Ognuno ha diritto di possedere e tenere il proprio passato per sé. Ma credo che dovresti rispondere alla mia domanda precedente, altrimenti sarà difficile per me fidarmi di te. E in una situazione di crisi potrebbe fare la differenza fra vita e morte.

    Accennai un sorriso piegando le labbra in quella che poi si rivelò una smorfia e attesi una sua risposta.
    Poi mi sarei reso disponibile per fare la guardia al fuoco o dormire a seconda se ci fosse qualcosa da fare o meno.
     
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    Jeral osservò con espressione neutra la reazione emotiva del genin di Oto dal mantello bianco come il suo crine. Non comprendeva il motivo per cui quello Yotsuki si fosse sentito insultato o provocato dalle sue parole ; la cosa lo interessava poco, ma non resistette alla tentazione di umiliare il piccolo genin di fronte a tutti. Lo guardò con i suoi pozzi viola, mostrando un'espressione di sufficienza.



    « Minacciare con la forza di altri dà misura della tua pochezza, piccolo Otese. »

    L'Immortale lo studiò ancora un attimo, soppesando la sua insignificanza. Una cosa gli dava noia: quando aveva scorto il volto dello Yotsuki per la prima volta, aveva avuto come un lampo di riconoscimento naturale, subito perduto nei meandri della sua coscienza oscura. Concluse tra sé che almeno per il momento non era interessato a indagarne l'origine. Distolse lo sguardo, poco interessato. Abbozzò poi un ghigno, udendo la domanda retorica sussurrata dal Kiriano guercio [Udito Perfetto]. Rimase in ascolto fino al termine delle presentazioni, fissando pigramente il fuoco mentre ignorava gli sguardi dello Yotsuki e lo sciocco commento dell'Uchiha. Ah, se solo la curiosità nei confronti del genere non fosse stata così bruciante, pensò godendosi la voce naturale del falò, avrebbe già fatto una carneficina da parecchio tempo.

    Quando poi fece per alzarsi per discutere con i tre jonin, vide il genin della Foglia dirigersi verso di lui con un'espressione seria e dura dipinta in volto. Dato l'intervento di quello poco fa, poteva immaginarsi piuttosto chiaramente le sue intenzioni. Quando l'altro iniziò il suo delirio, Jeral notò di non esserci andato troppo lontano.

    « Sparisci, insetto. », mormorò in risposta, allontanandosi senza neanche guardarlo.

    [...]

    L'Avatar era seduto su una roccia al limite dell'oasi, ben lontano dal campo e dagli altri. Preferiva la solitudine e la ricercava lasciandosi cullare dalle urla del vento, che lo temeva e lo odiava. L'indomani avrebbero ingaggiato la preda e recuperato il demone. Frantumò una pietra che aveva in mano, sbriciolandola. L'indomani avrebbe potuto confrontarsi con qualcosa di interessante. Non aveva desiderio di possederlo, o di riportarlo alla Sabbia. L'Immortale desiderava solamente saziare la sua curiosità e scoprire così di più su di sé. L'unica cosa che sapeva con certezza era che l'indomani molte vite sarebbero dipese da un suo capriccio. Chissà da che parte sarebbe peso l'ago del suo egoistico desiderio.

    Era perso nella melodia delle voci ululanti, quando avvertì una presenza alle sue spalle. Il passo pesante gli rivelò, ancor prima della voce, che si trattava dell'alto genin dei Mikawa. Quegli insetti non volevano lasciarlo in pace, brontolò tra sé, infastidito. Avrebbe dovuto dar loro una lezione sul significato del concetto di "divino." Non si voltò per accogliere il nuovo arrivato. Invece ruotò leggermente il capo, squadrandolo per qualche attimo, per poi voltarsi di nuovo verso il deserto che imperversava. Le urla del vento riempivano il vuoto della notte. Ascoltò con pazienza le parole dell'altro, che - tolte le formule vuote per imbonire - gli parve in cerca di un riconoscimento da parte sua. Quasi gli costò trattenersi dal ridere fragorosamente, tale era la semplicità di leggere le sue intenzioni.

    « Sei tenace, figlio di Oto.. », iniziò, continuando a dargli le spalle. « o forse solo molto sciocco. » Il chakra esplose nelle sue gambe, propellendolo a velocità folle verso il gigante di Oto [I Slot Azione][VEL:Viola+6][Salto Chakrico Superiore]. Durante il volo effettuò una rapida torsione del busto che lo portò ad atterrare alla destra del genin, mentre con la stessa mano - sfruttando anche l'inerzia del salto - tentava di chiudere il collo dello sfortunato interlocutore del Suono in una presa d'acciaio [II Slot Azione][VEL:Viola+6][FOR:Viola+7][Potere del Flagello]. In caso di successo, l'Immortale sollevò l'intero corpo del colosso Otese senza alcuno sforzo, tenendolo in maniera tale da far sì che i suoi piedi non toccassero terra [III Slot Azione][FOR:Viola+7][Potere del Flagello].

    « Rispondi a questo, Mikawa. », gli disse, con voce profonda e terribile come la tempesta che li circondava. « Che valore credi possa mai avere la tua fiducia per me? » La morsa si strinse e l'Immortale avvertì rumori poco rassicuranti per l'Otese giungere dal suo collo. « Scegli le tue parole con attenzione, perché questa è una di quelle situazioni di vita o di morte di cui blateravi. » L'Immortale non scherzava: l'avrebbe ucciso davvero. Un corpo in più per le sabbie del deserto, sempre affamate di carne e morte.. a meno che l'Otese non gli facesse cambiare idea in qualche modo.


    OFF GAME

    Interpost di free (o quasi) con gli altri PG, così manteniamo l'attenzione sul GDR :zxc:

    Naturalmente, se Shu dovesse postare prima di subito, potrei cancellare il post e incollarlo all'inizio di quello vero e proprio di Quest che mi spetterà nel prossimo turno. Vediamo come va. Per ora pensa a postare, caro Legendoso che leggi :guru:

    P.S. Chris, sono serio :diego: Purtroppo per te il tuo PG è incappato nel brutto carattere di Jeral prima - e anche a causa - degli altri due genin che lo hanno irritato. Inventati qualcosa o Hisagi è fritto :asd:

     
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  14. ¬Chris
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    La rabbia di Sun Wukong
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    Un lieve sorriso si allungò sulle mie labbra, mentre sentivo il terreno mancarmi sotto i piedi. Non avevo paura forse perché non lo ritenevo così stupido da provare ad uccidermi a qualche metro di distanza dal resto del gruppo al cui interno vi erano due sensitivi dichiarati, oppure perché da quando avevo attivato i miei geni di Mikawa la mia visione del mondo era molto diversa. Non mi restava che sorridere di fronte ad una situazione del genere, il mio sguardo cercava il suo senza farsi piegare dal timore; sono il riflesso di ciò che è ed è stato Aloysius per cui quello non poteva certo piegare la mia volontà di ferro con così poco.

    Perché necessiti di mostrarmi la tua forza? Forse dovresti avere più fiducia nelle tue capacità senza, così, essere costretto a mostrarle ogni dieci minuti.

    Sorrisi nuovamente e sentii la sua presa stringersi intorno al mio collo e, con quello che fu un movimento piuttosto naturale dovuto all'aumento della pressione, cercai anche semplicemente di toccare il braccio destro nemico che mi teneva sospeso di qualche centimetro. Se gli avessi toccato il braccio avrei attivato un genjutsu, [Atrofia Muscolare] Jeral avrebbe sentito il suo braccio essere sempre più fiacco e inevitabilmente non sarebbe più riuscito a reggermi, se l'avesse guardato avrebbe visto i muscoli lentamente raggrinzirsi e atrofizzarsi fino al punto che non sarebbe più riuscito a muoverlo, o quasi, e difficilmente avrebbe potuto imprimergli forza.

    Sei veloce e forte, ma non come Aloysius. Ti manca ancora molto per poterlo raggiungere e lui è l'unico, che io sappia, che sia riuscito a sconfiggere un demone con un pugno di uomini in suo aiuto. Ora, anche lui necessitò di qualcuno di cui fidarsi. Tu, Jeral, che sei meno potente di lui ne necessiterai sicuramente. Quindi vi sono due possibilità:o mi ammazzi ora, con il rischio però di attirare l'attenzione di quei due fastidiosissimi ninja di kiri e suna, senza considerare tutto il resto della compagnia. Oppure provare a fidarti del sottoscritto e alla fine di questa bella scampagnata valutare se ha senso aver la possibilità di poter porre fiducia su di me e, se la risposta fosse negativa, eliminarmi.
    Direi piuttosto regolare la situazione...

    Rimasi immobile mentre nuovamente un sorriso si dipinse sul mio volto, la tecnica l'avevo sciolta praticamente subito dopo esser stato liberato ed ora avrebbe avuto nuovamente la possibilità di muovere il braccio, non avevo intenzione di fuggire e le mie motivazioni l'avrebbero potuto scalfire. Respirai a pieni polmoni l'aria del deserto, sebbene non fosse veloce come diogene era sicuramente molto più veloce di me e se mi avesse voluto eliminare l'avrebbe fatto senza troppe difficoltà. Per questo cercai di assaporare la leggera frescura e le luci delle stelle prima di riabbassare lo sguardo su di lui. Infondo era un bel luogo dove morire.



    CITAZIONE
    Atrofia Muscolare
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Tocco (Veloce)
    L'illusione si attiva se un arto della vittima viene toccato dall'utilizzatore. Percepirà un improvvisa debolezza nell'arto toccato, che vedrà atrofizzarsi rapidamente, come se risucchiata tutta l'energia vitale. Non potrà utilizzare l'arto, come se questo fosse soggetto a Paralisi, anche se utilizzando uno slot azione aggiuntivo è possibile sfruttare un arto superiore per comporre delle posizioni magiche con notevole lentezza. L'efficacia è pari a 40.
    Tipo: Genjutsu
    (Livello: 4 / Consumo: Medio - Mantenimento: Mediobasso)
    [Da genin in su]
     
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    Quanta noia. Quanta noia. Non uno di quegli insetti che riuscisse a camminare da solo, senza farsi scudo della potenza di altri. I tapini non sembravano avere chiaro come dal basso sia difficile stimare l'altezza di qualcuno. Per quanto avesse percepito sulle sue carni la forza che alcuni mortali potevano avere, grazie a Benkei, l'Avatar sapeva che ogni altro essere presto o tardi era condannato alla morte. Ma lui no.

    « Risposta sbagliata. »

    Stava per dire, ponendo fine alla sua vita. L'altro però provò a reagire; Jeral abbozzò un ghigno scorgendo il proprio arto deperire velocemente: conosceva meglio di chiunque altro la gioia del devastare e sottomettere, la goduria del massacro, la corruzione eretica del mondo naturale. Quella tecnica non era che una rozza imitazione di ciò che l'Immortale stesso poteva compiere. Indugiò nel piacere di osservare la carne avvizzire solo per un attimo, poi con l'unghia del pollice sinistro si tagliò appena il palmo della mancina, stabilizzando il suo chakra [Slot Tecnica Base][POT Rilascio: 45][Taglio Lieve]. La sua stretta rimase ferrea attorno al collo del Mikawa, mentre un'espressione gelida incorniciava il suo sguardo oceanico.



    « ... »

    Ad una tale distanza dal campo, al limite estremo dell'oasi dove si trovavano, ucciderlo senza che nessuno se ne accorgesse sarebbe stato fin troppo facile. Non credeva che le capacità percettive di quei sensitivi fossero attive anche nel sonno o comunque senza concentrazione. E la tempesta ululante a poche decine di metri di distanza rendeva ogni suono impossibile da captare oltre una distanza di dialogo. Jeral considerò brevemente di dare in pasto il genin dei Mikawa alla serpe. Di sicuro l'assassino avrebbe apprezzato un simile dono da parte del suo signore. Ma, in fondo, perché renderla così facile all'Otese?

    « Sei come un bambino, Mikawa. »

    No, avrebbe vissuto. E avrebbe imparato.

    « Così come credevi di potermi legare con quella ridicola illusione, allo stesso modo la tua comprensione di questo mondo è fallace e ingenua. »

    Lasciò la presa, permettendo all'ossigeno di entrare nuovamente nei polmoni del genin. Rapido come il pensiero, Jeral caricò il destro e tentò di assestare un tremendo pugno alla bocca degli addominali dell'Otese quando questi era ancora in aria [VEL:Viola+4][FOR:Viola+7][Potere del Flagello]. L'obiettivo era spezzargli il fiato e spedirlo a sbattere con violenza contro le rocce a pochi metri dalla sua schiena. Naturalmente se l'altro in un tentativo di difesa si fosse mosso il colpo non sarebbe atterrato sugli addominali, ma sulle costole, molto probabilmente frantumandole in briciole all'impatto.

    « Vuoi la mia attenzione? Portami la testa di quell'Uchiha o del tuo compagno Otese entro la fine di questa ridicola missione di voi ninja, o impara a correre più veloce. », sentenziò, tornando a dargli le spalle.

    « Ora sparisci. »


    Edited by Boreanz - 27/9/2014, 19:21
     
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55 replies since 17/8/2014, 17:14   1570 views
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