Un Bolero nel Deserto

[QdE per Daipasu]

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    [Al buio, in un posto imprecisato]

    Il mio cuore. Lui potrebbe riprenderlo per me. Ma non sarà facile convincerlo, non ha molte cose di cui gli importi. Un uomo era seduto su una poltrona mezza sfondata, con le molle che fuoriuscivano, arrugginite, dalla federa lisa e strappata.

    Non potremmo semplicemente andarcelo a riprendere? Era una voce ossequiosa, quasi strisciante quella dell'uomo longlineo dalla buffa capigliatura a scodella che stava a mani giunte sul terreno, proprio di fronte a lui.

    No, il Kaguya non lo permetterebbe mai. Non a noi, nemmeno coi travestimenti più elaborati. E non siamo pronti ad abbattere le mura di quel posto. L'uomo liquidò l'ipotesi con un gesto scocciato della mano. Si, ma perchè mai dovrebbe permetterlo a Lui? Di certo avrebbe più possibilità di me. Resta il problema di come convincerlo...onestamente non capisco nemmeno i suoi movimenti, ultimamente. Beh, io ho intuito qualcosa, mio signore. Nello specifico credo che stia cercando una delle poche cose che gli interessano. O per meglio dire...una delle poche Persone che gli interessano. Ed al momento si sta dirigendo verso uno dei nostri...diciamo...contatti.

    Penso di sapere a chi ti stai riferendo...ma non mi sembra una buona idea. Non è tipo da piegarsi ai ricatti. Anzi, ricattarlo potrebbe essere controproducente, fingerebbe di stare al gioco per distruggerci tutti al momento più opportuno. Distruggerci? Non credo sia così potente, mio signore. No. Non lo è. Ma sa colpire dove fa male. Io comunque, mio signore, avrei un piano che non coinvolge il ricatto.

    L'uomo sulla poltrona tacque alcuni minuti mentre l'altro si spiegava. Ed infine emise il suo giudizio. Ottimo. Puoi portare con te due della squadra principale: sarai il comandante della missione. Prendi anche una manciata di inesperti. Vi ringrazio per la fiducia mio signore! Posso chiedervi quale sarà il nome di questa operazione?

    L'altro sorrise nel buio.

    Chiamiamola Ragno in Trappola.

    [La storia dell'Uomo a Due Teste]

    L'uomo misterioso nel Covo non aveva risposto a nessuna delle domande dei due fratelli, limitandosi a fumare il sigaro fissando il vuoto, ignorando completamente la presenza dei due qualunque cosa facessero. Al più avrebbe schivato (senza nesun problema) i suoi eventuali attacchi frustrati, riuscendo ad eludere anche le strategie più elaborate od incassando gli assalti più furiosi. Chi diavolo era, e come ci riusciva? Ed ancora, che rapporto poteva avere con Daipasu, al punto da mandarlo a Suna senza che questi facesse storie? Tutte risposte che sarebbero rimaste inascoltate, abbandonando i due ninja siamesi all'unica informazione quell'uomo aveva elargito: Suna.

    Un pò vago considerando che il Paese del Vento era estremamente ampio e difficilmente Daipasu sarebbe stato nel centro di una piazza cantando a squarciagola. Più probabile che stesse arrancando in qualche deserto alla ricerca di un covo nascosto, o che si muovesse furtivo tra i vicoli di quallche cittadina periferica dall'aria malfamata, magari annusando un bordello qua e là mentre cercava il suo bersaglio. Che poi: che razza di bersaglio poteva essere?

    Ad ogni modo le mura del Villaggio Segreto di Suna sarebbero state il primo ostacolo da affrontare. Alte e precedute da una stretta gola scavata nella roccia, quelle pareti nascondevano alla vista la cittadella degli Shinobi dove forse sarebbe stato possibile trovare una pista o una traccia. Putroppo senza niente in mano non si poteva che sperare nella fortuna e in una buona capacità di estorcere informazioni ai passanti.

    Sunagakure_VIllage




    [La storia dell'Uomo a Sei Braccia]

    Incidentalmente, o forse per una qualche spietata ironia della sorte, Daipasu era REALMENTE nel centro di una piazza in un paese al limitare del deserto, a un centinaio di chilometri dal Villaggio Segreto di Suna, ed aveva accanto un vecchio vestito da saltimbanco che lo esortava, con un sorriso sghembo a cui mancavano parecchi denti giallastri, a cantare e ballare per il piccolo pubblico che stava ammirando lo spettacolo nel corso di quella fiera paesana. Avanti, balla! Balla! E cantami "la locandiera zozza" ahahahahah! E ballando attorno al ninja avrebbe sussurrato. Reggimi lo spettacolo e avrai le informazioni che cerchi, hai capito? Io non accetto la carità e le estorsioni, se vuoi qualcosa da me devi lavorare. AAAALLORA SIGNORI, ECCO IL MIO NON PIU' GIOVANE APPRENDISTA CHE SI FARA' IN QUATTRO PER FARVI DIVERTIRE! AHAHAHAHAH!!

    Una situazione poco gradevole, ma non c'era altra scelta: quell'uomo, un vecchio artista di strada itinerante, era l'unico a sapere dove si trovava il bottino. Nel mezzo del deserto Daipasu aveva dovuto affrontare una missione assieme a un manipolatore dell'argilla, e per quanto fosse andato tutto per il meglio, gran parte delle ricchezze che avrebbero dovuto far parte del bottino erano introvabili: il loro nemico aveva un nascondiglio segreto da qualche parte, ma il paese del Vento era grande e non sarebbe stato facile trovarlo.

    Tuttavia una buona dose di tortura e investigazione avevano trovato qualcuno che sui nascondigli la sapeva lunga: un vecchio senza nome che faceva l'artista itinerante e che aveva un assato da ninja, molti amici e un paio di orecchie a sventola che la dicevano lunga sulla sua capacità di carpire informazioni. Orecchie che lo avevano aiutato ad anticipare ed eludere ogni tentativo da parte di Daipasu di anticiparlo, mostrando capacità assolutamente incredibili quanto a sopravvivenza. Alla fine era stato necessario un confronto diretto e schietto, che aveva portato a quella sciocca pantimima: lavorare per avere la soluzione.



    Ad ogni modo a fine spettacolo il vecchio sarebbe stato di parola. Il bottino? Facile, amico mio. Il paese del Vento è povero, ma uno dei luoghi più ricchi al suo interno, che costituisce una cassaforte naturale, non può che essere la sede del bottino. Ne convieni? Nello specifico, parlo di Sunagakure, ovviamente. Avrebbe fornito un foglietto con scritte le indicazioni per trovare il nascondigio. E da quel che mi si dice c'è anche qualcuno con cui potresti avere avuto a che fare da quelle parti. Il vecchio offrì un pessimo bicchiere di rum al suo apprendista prima di congedarsi.

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    Solo un appunto, giovanotto. Tralasciamo le effettive età, perchè puntualizzarle sarebbe quantomeno noioso. Guardati le spalle se vai da quelle parti. In giro si dice che qualcuno ti cerca. E anche coi migliori travestimenti potresti avere difficoltà a farla franca. Sembra che sia una tua vecchia conoscenza, ma dovresti diffidare: è cambiato. E parecchio...con molti uomini al suo seguito. Diffida da tutto e tutti, a cominciare da me. Non so cosa vogliano, ma stai in guardia, o non potrai offrire un bis al pubblico nel nostro prossimo spettacolo. Qualcuno che lo cercava? Vecchie conoscenze? Purtroppo il vecchio non aveva altro da offrire: anche le sue informazioni avevano dei limiti.

    Ora il punto fondamentale era valutare come arrivare a Suna alla luce di questa notizia sui misteriosi inseguitori.
     
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    Suna's Graffiti


    Il Paese del Vento era immenso. Immenso e faceva un caldo del cazzo. L'umore di Sakon non poteva essere peggiore. Ukon non faceva che lamentarsi, anche più del solito. Il ninja dalle due testa stava vagando nel deserto. Poco più avanti, in lontananza, si stagliava monumentale il Villaggio della Sabbia, incastonato nella sua culla di roccia. Ci siamo. mormorò cupo Sakon, la gioia di essere giunti a Suna era mitigata dalla stanchezza del viaggio. Un viaggio interminabile, durato una settimana e mezzo. Il primo tratto era stato rapido, i boschi del Paese del Fuoco non avevano segreti per uno shinobi navigato come Sakon. Dopo una breve sosta ai Fiumi, i gemelli avevano iniziato la traversata dello sconfinato deserto del Vento. Lì erano iniziati i dolori. Il sole battente non dava alcuna tregua, se non nelle zone più battute dal vento, dove imperversavano terribili tempeste di sabbia. I due si erano persi numerose volte, la tensione era altissima. Giunto dinnanzi l'ingresso di Suna, Sakon si sarebbe spacciato per un semplice Chunin di Kiri, con tanto di Coprifronte e permesso dell'Accademia contraffatto alla perfezione. Avrebbe anche consegnato le poche armi in suo possesso, per lo più Kunai e Shuriken, tentando di nascondere la seconda testa fra zaino e cappuccio. Il suo aspetto sarebbe stato quello di un qualsiasi uomo di mezza età, con capelli e barba in gran parte grigi e diverse rughe qua e là. Se tutto fosse filato liscio, i gemelli avrebbero avuto libero accesso al Villaggio della Sabbia. In caso contrario, si sarebbero allontanati rapidamente dall'Ingresso per costeggiare le Mura per un terzo della loro lunghezza, utilizzando la Henge no Jutsu per trasformarsi in un falco e sorvolare indisturbati la cinta. Una volta all'interno di Suna, il primo passo era raccogliere più informazioni possibili. Sakon e Ukon si scissero in un vicolo deserto, cambiarono identità grazie al contenuto della sacca da viaggio, e si confusero con la gente di Suna che vagava per il Villaggio in quella mattina calda e arida come tutte le altre.

    Lo stesso sole torrido tormentava un piccolo paesino non troppo lontano da Suna, la cui piazza centrale era allietata da due giullari. Entrambi avanti con l'età, il primo vestito da saltimbanco e il secondo con un ridicolissimo paio di boxer a pois. Avanti, balla! Balla! E cantami "la locandiera zozza" ahahahahah! fu l'incitamento del vecchio guitto all'altro. Reggimi lo spettacolo e avrai le informazioni che cerchi, hai capito? Io non accetto la carità e le estorsioni, se vuoi qualcosa da me devi lavorare. AAAALLORA SIGNORI, ECCO IL MIO NON PIU' GIOVANE APPRENDISTA CHE SI FARA' IN QUATTRO PER FARVI DIVERTIRE! AHAHAHAHAH!! continuò quello apparentemente più anziano, assestando anche una leggere spinta al termine delle parole. Al povero malcapitato non restò che obbedire, esibendosi in una buffa danza con le sue sei braccia e cantando con vocione profondo le disavventure della locandiera birichina. Disavventure non troppo dissimili da quelle di Dapaisu, invero. Quella stessa mattina lo sfortunato Ronin era stato scoperto a concedersi un po' troppe libertà con la moglie di qualcun altro e, per evitare un putiferio, si era dato alla fuga, incappando per un fortuito caso del destino nell'uomo che stava cercando. Il vecchio giullare era infatti l'obiettivo delle ricerche dello Shinobi-Kumo in quel piccolo villaggio e avrebbe dovuto avere le informazioni a lui tanto care. Mettersi in ridicolo, dunque, era il prezzo da pagare.
    Una mezz'oretta dopo i due si trovavano all'interno di un bar che pareva cadere a pezzi, l'anziano saltimbanco sempre addobbato coi medesimi vestiti colorati e Dapaisu che aveva avuto la decenza di coprirsi con una voluminosa giacca color sabbia. Seduti al banco deserto, fissavano la dispensa di bottiglie di alcolici. Il bottino? Facile, amico mio. Il paese del Vento è povero, ma uno dei luoghi più ricchi al suo interno, che costituisce una cassaforte naturale, non può che essere la sede del bottino. Ne convieni? Il Ronin fece un cenno del capo, senza spostare lo sguardo da una bottiglia di liquore. La barba era lunga fino al petto, come soleva portarla anni prima, anche se oramai era quasi del tutto bianca. I capelli, come al solito, erano legati in uno chignon. Nello specifico, parlo di Sunagakure, ovviamente. gli allungò un foglietto con alcune indicazioni per trovare il famigerato nascondiglio. E da quel che mi si dice c'è anche qualcuno con cui potresti avere avuto a che fare da quelle parti. Gli occhi dorati di Dapaisu si posarono su quelli del vecchio. Interessante. Il giullare riempì due bicchieri di rum, prima di riprendere. Solo un appunto, giovanotto. Guardati le spalle se vai da quelle parti. In giro si dice che qualcuno ti cerca. E anche coi migliori travestimenti potresti avere difficoltà a farla franca. Sembra che sia una tua vecchia conoscenza, ma dovresti diffidare: è cambiato. E parecchio...con molti uomini al suo seguito. Diffida da tutto e tutti, a cominciare da me. Non so cosa vogliano, ma stai in guardia, o non potrai offrire un bis al pubblico nel nostro prossimo spettacolo. e se ne andò lasciando Dapaisu da solo con il suo rum, a rimuginare su quelle parole. Qualche vecchio nemico? Il Ronin si era fatto un sacco di amici in giro per il mondo, negli anni. I nemici, senza dubbio, erano anche di più.

    Era pomeriggio inoltrato e il sole stava calando ad ovest, oltre le dune di sabbia. I gemelli si rincontrarono nel medesimo vicolo in cui, diverse ore prima, si erano divisi. Erano entrambi a pezzi, visibilmente esausti. Una Scissione così lunga aveva prosciugato fino all'ultima goccia della loro energia. Non appena si furono ricongiunti, Sakon si sedette a terra con un sospiro, appoggiandosi con la spalla sinistra al muro di una casa. Dammi una cazzo di sigaretta. brontolò seccato Ukon, che non aveva nemmeno la forza di far fuoriuscire un proprio braccio e arrangiarsi. Fottiti. replicò l'altro, gelido, mentre estraeva un consunto pacchetto di sigarette e ne sfilava due. Come è andata la caccia? continuò, portandosi alla bocca una delle cicche e, dopo averla accesa rumorosamente, cedendo la seconda al fratello. Grazie, cazzo. espirò veementemente il fumo, prima di riprendere. Penso di avere scoperto qualcosina. Quel pazzo al Nido di Ragno non ha detto cazzate. Pare esserci un bel fermento qui a Suna. fece una lunga pausa, per godersi la sigaretta. Di Dapaisu, però, non ho sentito niente. Se è in città è sicuramente sotto mentite spoglie. E i suoi travestimenti, lo sai, sono ben altra cosa rispetto ai nostri. Un ghigno increspò le labbra di Sakon, che mormorò: Già, lo so. E' per questo che ho lasciato una "pista". Pausa teatrale e tiro di sigaretta. Sarà lui a trovare noi.

    Quello stesso pomeriggio, una piccola carovana avrebbe raggiunto le porte di Suna poco prima del tramonto. Era composta da una decina di individui, le loro cavalcature caricate all'inverosimile e un paio di carri. Erano tutti tuareg del deserto, a giudicare dall'abbigliamento tipico e dallo strano accento. Era abbastanza comune, per un villaggio grande e importante come Suna, fare affari con i popoli nomadi della zona. Questa carovana, nello specifico, proveniva da sud-ovest e trasportava erbe medicinali e una gran scorta di vettovaglie. Al controllo di un Sensitivo, nessuno degli uomini sarebbe risultato essere un ninja. Per contro, ciascuno di essi era in possesso di diverse armi tipiche, come Takouba e Tellak, che avrebbero consegnato con qualche remora alle guardie. Un'attenta perquisizione non avrebbe rilevato nulla di sospetto. Una volta all'interno del Villaggio, la carovana si sarebbe divisa in gruppetti di due o tre persone - ciascuno col suo dromedario a mano e qualcuno con un carro - per poter vendere liberamente le proprie merci. Due di questi si diressero a passo lento al Mercato, iniziando a girovagare fra le bancarelle. Il più alto dei due si era sfilato il lembo inferiore della tagelmust, rivelando una lunga barba riccioluta color carbone. Dopo un'ora abbondante, il Mercato incominciò a svuotarsi, dato che era quasi orario di chiusura e l'oscurità era quasi totale. I due nomadi avevano piazzato la quasi totalità della loro mercanzia, oltre ad essere venuti a conoscenza di una notizia strabiliante. Diversi delinquenti “noti” erano stati giustiziati senza pietà nel corso della giornata, i loro cadaveri ritrovati in vie poche trafficate, con il collo rotto e uno strano marchio a fuoco sulla fronte. Alcuni corpi si trovavano ancora sulle scene del crimine e, perciò, i due raminghi incuriositi si diressero nella zona segnalata loro da un commerciante, dove si sarebbe dovuta trovare una delle vittime più recenti. Una volta giunti, trovarono un campanello di curiosi, tenuti a qualche metro di distanza dal cadavere da un membro dei Sand Scorpion e da alcuni funzionari del Villaggio. Ireyawen e Kel-Tamat - questi erano i nomi dei due tuareg - riuscirono ad avvicinarsi al corpo abbastanza da riuscire a vedere chiaramente il marchio impresso sulla carne bruciata. Era composto da due strani ghirigori simili a delle note musicali, o forse alle lettere "q" e "b" dell'alfabeto latino in stampatello minuscolo, o ancora al numero arabo 96.

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    I due nomadi lo fissarono per diversi secondi, si scambiarono un'intensa occhiata d'intesa e uno dei due infilò la mano in una delle tasche interne della veste, prendendo un piccolo oggetto. Poi osservarono nuovamente il simbolo sulla fronte del malcapitato criminale, prima di posare lo sguardo sul manufatto nel palmo di Kel-Tamat. Le loro espressioni impassibili nascondevano una sorpresa senza pari.

    La sera era oramai calata su Sunagakure, mentre Sakon & Ukon camminavano per le vie del Villaggio, parlando fra loro con sussurri appena udibili. Sei un fottuto genio, cazzo! rumoreggiò la seconda testa nascosta sotto un cappuccio. Devo ammettere che hai avuto una buona idea, una volta tanto. Sakon, che tanto per cambiare stava fumando, se ne uscì con un sospiro. Una volta tanto? Non farmi ridere! Sai benissimo chi è quello astuto fra noi due. fece un tiro di sigaretta, pronto a ricevere la stoccata del fratello, che non tardò ad arrivare: So benissimo chi è quello cervellotico, vorrai dire. Se qualche volta lasciassi condurre me, ci divertiremmo moolto di più. Ukon era notoriamente meno paziente del fratello, più incline a facili nervosismi e frenesie; Sakon d'altro canto era più posato e condiscendente. Entrambi avevano comunque una buona dose di crudeltà innata, con qualche rarissimo sprazzo di altruismo. Come no. Speriamo che Dapaisu colga l'indizio, chissà che il suo acume non sia peggiorato con gli anni! mormorò cupo il più anziano, posando lo sguardo sull'anello che portava al dito indice.

    L'acume di Dapaisu, effettivamente, era peggiorato con gli anni. L'età non più florida e il lungo periodo di "letargo" trascorso a Genosha non avevano certo giovato all'intuito insito nel Ronin di Iwa. L'indizio marchiato a fuoco, tuttavia, aveva suggerito immediatamente a Dapaisu/Kel-Tamat chi ne fosse l'autore, senza possibilità d'errore alcuna. Ecco spiegate, almeno in parte, le parole del saltimbanco di quella mattina. E così anche loro sono a Suna. i due nomadi si scambiarono un altro sguardo d'intesa, come se comunicassero telepaticamente. Ora resta da capire chi altro mi stia cercando. Questa potrebbe anche essere una sua trappola. Il gioco valeva comunque la candela, quindi Dapaisu decise innanzitutto di cercare di scoprire il messaggio contenuto nel marchio a fuoco. Ci deve essere altro, oltre a farmi sapere della loro presenza a Suna. Ma cosa? Ireyawen e Kel-Tamat lasciarono la piccola folla, prendendo una delle tante strette vie che passavano fra le case di pietra del Villaggio. Il più basso dei due si era intanto infilato al dito l'anello che fino a poco prima reggeva nel palmo di una mano. Era fatto di un metallo chiaro, simile all'argento, e recava due grossi simboli, uno affianco all'altro, in una perfetta e quasi sinistra simmetria. Ruotando di centottanta gradi il monile, infatti, l'effigie incisa rimaneva esattamente la stessa.

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    [Nella penombra di un appartamento Sunese, illuminato da una candela sopra un tavolo]
    Abbiamo trovato l'esca. Sussurrò l'uomo seduto davanti allo specchio, mentre era impegnato a truccare il viso con il cerone ed i colori vivaci della sua professione. L'unico problema è che sono abbastanza sfuggenti, anche con un corpo solo.

    L'altro uomo stava affacciato alla piccola finestra senza infissi del palazzo in pietra grezza. Si era levato gli occhiali e fissava il cielo. Non importa, dobbiamo solo convincerlo. Si voltò, con un sorriso infido sul volto. Con le buone o con le cattive, dobbiamo convincerlo.

    Ho capito...Shoichiro, prendi la tua sciocca mazza e poi... L'uomo che si truccava si fermò di colpo, guardandosi intorno. Un attimo...dove è andato Shoichiro? Non ne ho idea. Sussurrò con un brivido di preoccupazione l'altro uomo.

    Entrambi immaginarono cosa sarebbe potuto succedere con il loro compagno libero di agire in solitaria

    Erano guai...

    [La storia dell'uomo a due teste - Capitolo II]

    Sakon e Ukon attendevano in un luogo appartato, come possono essercente tanti in un villaggio sabbioso e popolato come Suna. Basta un groviglio di vicoli, un gazebo in una piazza assolata o anche uno dei tanti tetti in pietra grezza per avere quella privacy necessaria ai cospiratori. Che poi non fosse esattamente un cospiratore importava poco, e poi aveva fatto fuori solo dei malfattori quindi l'opinione pubblica non poteva che gradire.

    Certo, a giudicare da quanto si udiva poco lontano, il dinamico duo siamese aveva gettato una moda, o forse la aveva inconsapevolmente seguita, dato che sembrava ci fosse qualcun altro a caccia di piccoli criminali.

    Ti prego, ti prego non la stavo vendendo ai ragazzini lo giur..lo giur...GHAK..Ti..Prego..Las...lascia..

    Ma non erano tanto le grida morenti di uno spacciatore strangolato ad essere interessanti. O almeno non lo erano quanto le parole del misterioso assalitore che ripuliva le strade. Non me ne frega un cazzo di quella roba. Era una voce irritante, nasale e piuttosto squillante. Quello che voglio sapere è se hai visto un idiota con sei braccia in giro. Dappaqualcosa, non ricordo il nome. Poi si udì il suono di un corpo che impattava contro una parete, forse con qualche osso rotto. Tieni gli occhi aperti. O almeno l'occhio ancora buono. E quando ti svegli spargi la voce.

    Se si fosse affacciato od avvicinato, il duo siamese si sarebbe ritrovato di fronte un ragazzino poco più alto di un metro e mezzo, con un berretto all'occidentale, un maglione e un grosso sacco insanguinato dietro le spalle...e tutto intorno a lui almeno quattro persone con le braccia e le gambe piegate in modo strano. Solo due respiravano ancora. (immagine di riferimento, ma senza mazza e pattini)

    Era il caso di avvicinarsi o di seguire quello strano individuo? Certamente se uno dei due gemelli fosse arrivato a meno di dodici metri dal ragazzo, questi si sarebbe voltato, puntando un dito nella direzione in cui l'inseguitore di nascondeva e chiedendo. E tu che cazzo vuoi? Hai deciso di morire con le braccia infilate nel naso?
    Se invece fosse riuscito a seguirlo senza mai dare nell'occhio, il ragazzino lo avrebbe condotto fino ad una zona malfamata, per poi entrare in un palazzo e salire le scale con calma, senza fretta, fino ad una botola che dava sul tetto. Tuttavia, una volta raggiunto il tetto (anche dall'esterno) non ci sarebbe stato più nessun ragazzino! Una trappola? O forse un passaggio segreto ben nascosto?


    [La storia dell'uomo a sei braccia - Capitolo II]

    Le ricerche di Sakon e Ukon, almeno nell'immediato, si dimostrarono piuttosto infruttuose. Probabilmente era un pò migliorato negli ultimi ani...oppure si trattava semplicemente di sfiga. Perlomeno le informazioni del vecchio saltimbanco si erano rivelare corrette: c'era effettivamente un magazzino sotterraneo con un ricco bottino vicino a uno dei pozzi dell'acqua nella zona più malfamata di Suna. Premendo una delle pietre del pozzo si prosciugava l'acqua e una volta calatisi all'interno si poteva intravedere un'apertura che dava a una camera sotteranea.

    Fin qui tutto corretto, peccato che la suddetta camera fosse completamente vuota. Giusto una manciata di Ryo giacevano a terra, probabilmente dimenticati mentre si sgombrava la stanza. Ma poco importava che ci fossero cinque o dieci monetine a terra, il problema di fondo era che era stato spazzolato tutto prima del tempo! E a questo si aggiungevano due dettagli poco incoraggianti: un corpo col collo spezzatoo appoggiato al muro ed il suo sangue che impiastricciava il muro, scrivendo con grafia rozza una frase tanto chiara quanto foriera di misteriose implicazioni.

    IL CORAGGIO DI HAYATE E' STATO QUI

    Addosso al morto stavano pochi documenti non rilevanti, una mezza dozzina di kunai ed i segni di una violenza a dir poco brutale. Il suo nome era stato Hari Sabaku, un genin di poco conto, sulla trentina e col viso ormai irriconoscibile, se comparato alla carta di identità. C'era anche il suo indirizzo: un palazzo poco distante e nulla di più.

    Incidentalmente, non appena uscito dal pozzo, Daipasu avrebbe potuto scorgere un ragazzino con un grosso sacco sporco di sangue che entrava in un palazzo in un viottolo poco distante (se il ragazzo non fosse stato fermato da Sakon/Ukon). Possibile che fosse una coincidenza?
     
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    Suna's Stories


    I due fratelli si trovavano sul tetto di un edifico anonimo, entrambi alle prese con una sigaretta. Le urla disperate di un qualche poveretto attirarono la loro attenzione, senza però convincerli ad intervenire. Le parole di quello che doveva essere l'aggressore, però, fecero drizzare loro per bene le orecchie. I due si avvicinarono silenziosi al punto del tetto più vicino alla voce e sporsero le due teste. Nel vicolo sottostante vi era un ragazzino in mezzo a quattro persone stese a terra, due delle quali sicuramente morte. Anche quel giovane era sulla tracce di Dapaisu. Era fondamentale seguirlo. Utilizzarono la Kage Bunshin, in modo da poter pedinare quel tipo senza abbandonare il proprio presidio. Il clone avrebbe quindi seguito a debita distanza l'obiettivo, muovendosi sui tetti. I battibecchi, come al solito, non mancarono. Siamo troppo lontani, così finiremo per perderlo. Datti una mossa, cazzo! sibilò la seconda testa, impaziente come sempre. Se mi avvicino troppo ci potrebbe scoprire. rispose con un pacato sussurro Sakon. Questo perché hai la grazia di un fottuto elefante! Troppo arrabbiato per continuare in quella disputa verbale, Ukon si mise a dormire. Il ragazzo condusse i fratelli in una zona poco raccomandabile, nella periferia di Suna, fino a che non entrò in un palazzo. Prontamente Sakon lo seguì all'interno del palazzo, sempre tenendosi a debita distanza, fino a che non si trovò sul tetto, deserto. Ukon, sveglia! chiamò sottovoce il fratello, che si svegliò di soprassalto. Che cazzo c'è? L'hai perso? chiese l'altro tagliente come una lama. O si è accorto che lo seguivamo e in qualche modo è riuscito a fuggire, oppure ... Sakon si guardò intorno, come in cerca di qualcosa. ... oppure deve esserci una dannata porta segreta. I gemelli si sarebbero perciò scissi, mettendosi alla disperato ricerca di un qualsiasi indizio di un passaggio segreto. Quel ragazzo sembrava essere una buona pista per trovare Dapaisu, era fondamentale evitare di perderlo.

    Le stelle, quella sera, non facevano il tifo per il Ronin. Con due Sakon/Ukon in giro per la città le probabilità di incontrarsi, per i vecchi amici, avrebbero dovuto essere quanto meno discrete. E invece nisba. Ireyawen e Kel-Tamat stavano vagando a vuoto per Suna da un bel pezzo, quando decisero di abbandonare, per il momento, quella pista. Fecero invece affidamento sulle parole che il saltimbanco gli aveva rivelato quella mattina e raggiunsero senza troppi intoppi il pozzo che avrebbe portato al magazzino sotterraneo. Una volta nel sottosuolo, i due tuareg si trovarono in una stanza vuota, nessuna traccia del fantomatico tesoro. Si scambiarono uno sguardo incerto, prima di notare un cadavere col collo spezzato e una scritta color sangue sul muro. Il coraggio di Hayate è stato qui? lessero all'unisono i due, le loro voci leggermente discordanti. L'unico Hayate che il Ronin conosceva apparteneva al lontano passato, prima della sua morte e rinascita a Genosha. Un'analisi degli effetti personali del morto non avrebbe rilevato nulla di rilevante, se non qualche informazione personale come nome, grado ninja ed indirizzo. Tentar non avrebbe di certo nociuto e perciò i due tuareg decisero di fare un sopralluogo nell'abitazione del deceduto, che casualmente si trovava poco lontano. Non appena emersero dal pozzo, una scena li lasciò sconcertati: un ragazzo appena adolescente entrò furtivo in un palazzo, trasportando su di una spalla un sacco macchiato da quello che sembrava sangue. Segni del destino, evidentemente. Ireyawen e Kel-Tamat raggiunsero il tetto dell'edificio dall'altra parte della strada, curiosi di scoprire gli sviluppi di quella strana serie di circostanze.
     
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    [La storia dell'uomo a due teste - Capitolo Finale]

    L'ingresso del palazzo era stretto, buio e polveroso, con una stretta rampa di scale senza corrimano che saliva, con gradini molto ripidi, per tre piani fino al tetto. Apparentemente il tizio col sacco era già alla seconda rampa di scale quando i gemelli si affacciarono cautamente oltre l'uscio della porta. Non sembrava averli notati...e quel sacco insanguinato doveva contenere qualcosa di metallico visto il suono che rintoccava ad ogni passo dell'inseguito.

    Eppure si trovò davanti la botola aperta e ne uscì senza però trovare nessuno. Su quel tetto vuoto, mentre pensava alla trappola, avrebbe realizzato solo con qualche istante di ritardo che in realtà non era poi tanto solo come pensava...alle sue spalle infatti...


    [La storia dell'uomo a sei braccia - Capitolo Finale]

    I due tuareg raggiunsero il tetto senza alcun ostacolo apparente, anche se non poterono fare a meno di notare che qualcun altro stava entrando nel palazzo, forse all'inseguimento del tizio col sacco. Non riuscirono a scorgere il suo volto a casua degli abiti, ma perlomeno presero nota della sua presenza quando raggiunsero il tetto. C'era una botola che si sarebbe aperta nel giro di una manciata di secondi...ma non fu il ragazzo con la sacca di sangue ad uscire, quanto piuttosto l'altro uomo che era entrato nell'edificio!

    Visto l'orientamento delle scale e della botola, lo sconosciuto non aveva i due tuareg nel suo campo visivo, ma sarebbe stata una questione di istanti prima che si voltasse e li incontrasse. O forse dovremmo dire ri-incontrasse, dato che in realtà si conoscevano molto bene, e da molto tempo...


    L'uomo a sei braccia aveva così incontrato l'uomo a due teste.


    [La storia dei due Ronin - Capitolo I]

    I due si erano incontrati, ma quanto ci sarebbe voluto prima che i veli della diffidenza cadessero e che il pensiero di una trappola si allontanasse dalle loro menti? Quante potevano essere le possibilità che si incontrassero su quel tetto anonimo in mezzo al Villaggio di Suna? Qualcuno doveva averli certamente guidati contro la loro volontà, non poteva essere una semplice coincidenza! Eppure non accadeva niente. Niente agguati improvvisi. Niente trappole nascoste. Niente coltelli nel buio di un vicolo.

    Ma in tutto ciò dove era finito il tizio violento con il metallo? Se tornassimo un pò indietro potremmo vederlo mentre sale la scala fischiettando, raggiunge la botola e la attraversa, senza però arrivare su quello stesso tetto del fatidico incontro, quanto piuttosto in un appartamento su di un palazzo giusto accanto a quello in cui si trovava, in una stanza male arredata dove si aspettava di trovare i suoi compagni, ma senza particolari risultati. Uh? E dove sono tutti? Li cercò senza particolare successo nel monolocale, salvo poi stufarsi, gettare il bottino per terra ed appoggiarsi al muro per fumare una sigaretta...decisamente poco salutare per uno che sembrava appena tredicenne, ma pochi erano sopravvissuti all'avergli detto di smettere.

    Solo in quel momento guardò fuori dalla finestra, notando gli uomini sul tetto del palazzo con l'ingresso segreto Ahn? E quelli chi sono? Se lui li vedeva era possibile che loro vedessero lui, se si fossero messi a scrutare i dintorni, ma perchè preoccuparsi di tre deficienti vestiti da cretini? Si limitò a continuare a fumare...magari si sarebbero picchiati o chissà cos'altro: poteva anche essere divertente.
     
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    Suna's Surprise


    I due fratelli si erano scissi da qualche minuto quando uno scalpiccio appena udibile attirò la loro attenzione. Proviene dalle scale. sussurrò Sakon, interrompendo di colpo la ricerca di indizi. E' vicinissimo, cazzo! Nascondiamoci! si agitò Ukon, mentre la botola che conduceva dalle scale al tetto si apriva cigolando. I gemelli non ebbero il tempo di fare niente, se non tirarsi il cappuccio sulla testa e assumere una postura difensiva. I due tuareg apparvero quindi sul tetto, fermandosi di botto quando videro i fratelli siamesi. I quattro rimasero a fissarsi per un periodo quasi interminabile, mentre il vento caldo muoveva le loro vesti come nei peggiori racconti western. E voi chi diamine sareste? Sakon ruppe finalmente il lungo silenzio pieno di tensione. Uh? fece di rimando Kel-Tamat, giochicchiando con la barba con fare pensieroso. Rispondete, cazzo! rincalzò esasperato Ukon. Uhm? fu il commento di Ireyawen. I gemelli partirono allora all'attacco, kunai in mano, ma furono bloccati da una parata fulminea di entrambi i tuareg. Nello scatto i cappucci erano caduti, rivelando le fattezze del duo di Oto. Ireyawen e Kel-Tamat, da parte loro, avevano effettuato entrambi il blocco con il braccio sinistro, sulle cui mani spiccavano i due identici anelli d'argento con le lettere "d" ed "s". I quattro shinobi, nuovamente, rimasero a fissarsi per diversi attimi. Sakon?! Tu?! Ukon?! Dapaisu-san? esclamarono praticamente all'unisono, in un frastuono quasi incomprensibile. Deponete le armi, sono io. tentò di mettere ordine Dapaisu/Kel-Tamat. Questo è un clone, che mi è servito per entrare in città. fece un cenno a Ireyawen, che prese parola. Ho dovuto utilizzare un travestimento più complesso del solito, qualcuno mi sta cercando. Comunque ... Il Ronin sputò a terra un ragno stilizzato di inconfondibile Kumo Nenkin, a riprova della propria identità. Ora tocca a voi. Tornate in un corpo solo. I fratelli si scambiarono uno sguardo, come a voler discutere telepaticamente sull'autenticità delle parole dei tuareg. D'accordo. disse poco dopo Sakon, che sembrava essere convinto. Ukon, rientra. Pff, fanculo. protestò vibratamente il gemello più giovane, prima di porre fine alla Scissione. Che cosa ci fai a Suna? E che cazzo di fine avevi fatto? mormorò lo shinobi dai capelli bianchi, mentre si portava una sigaretta alla bocca. Potrei farvi la stessa domanda. E' una lunga storia, non parliamo qui però. rispose Dapaisu, facendo un cenno del capo in direzione della botola. Stavate inseguendo anche voi un nanerottolo a dir poco inquietante? continuò il Ronin, una volta che il trio si fu chiuso la botola alle spalle. E così i due amici che non si vedevano da troppo tempo si aggiornarono l'uno con l'altro, in maniera sommaria e frettolosa a causa delle circostanze.

    [...]

    Non mi piace. mormorò Ireyawen/Dapaisu facendo un lungo tiro di sigaro. Questa maldetta situazione non mi piace per niente. Che intendi dire? chiese Sakon, anche lui - come il fratello - all'ennesima sigaretta. Il vecchio che mi ha mandato qui a Suna mi aveva messo in guardia da una mia vecchia conoscenza, cambiata assai e con parecchi uomini al seguito. Kel-Tamat/Dapaisu si grattò il mento ispido, nuovamente pensieroso. Però perlomeno ora siamo insieme, dovrebbe essere più facile affrontare eventuali nemici e neutralizzare le loro trappole. disse poco dopo, facendo alcuni cenni d'assenso. Ehm ... c'è un problema. lo interruppe Sakon, all'improvviso. Noi siamo soltanto una copia.
     
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    [La storia dei due Ronin - Capitolo II]

    Erano quattro ed erano diventati tre...e poi se ne erano andati come se nulla fosse. La cosa non piaceva affatto al ragazzino col berretto e la sigaretta. Non gli piaceva per niente. Ma come, già finito? Mmmh...ma perchè erano su quel tetto? PROPRIO quel tetto, di tutta Suna...non mi pare proprio un centro per scambisti o gente di "quel genere". Eppure non si era accorto di essere stato seguito...figuriamoci da QUATTRO persone! Almeno non sapevano del fuuinjuutsu di trasporto o me li sarei ritrovati qua dentro. Non gli piaceva l'idea che qualcuno lo seguisse...era una cosa che lo rendeva furioso!

    Io sono il Coraggio di Hayate Tamasizu! Non possono pensare di potersi prendere gioco di me così facilmente! Inesperti! Da tre scomparti segreti del soffitto fuoriuscirono alcuni ninja vestiti con delle tute nere. Sul coprifronte non c'era alcun simbolo, solo un nome: Hayate. Ci sono tre tizi che mi irritano. Seguiteli ed attaccateli. Non so se sono più forti di voi o meno, non è importante. Basta che sappiano che c'è qualcuno sulle loro tracce. La preda spaventata è molto, moolto più soddisfacente! Tornò a fumare la sua sigaretta. Ne avrebbe fumate altre due, per dare un vantaggio ai suoi nuovi giocattoli, e poi si sarebbe dedicato alla caccia.

    Chissà che nel mentre non mi capiti a tiro quel bastardo con sei braccia. E soffiò una nuvola di fumo terribilmente somigliante ad un teschio.

    [...]

    Daipasu, il clone ed i Gemelli erano usciti in strada, senza che ci fossero tracce dello strano tipo che avevano inseguito. Sarebbe stato solo dopo alcuni minuti che avrebbero realizzato la presenza di alcune persone che li seguivano, saltando sui tetti intorno a loro. Erano bravini, ma decisamente non al loro livello. Cinque persone [Energia Rossa, se percepiti con Sesto Senso] abbastanza sveglie da nascondersi agli sguardi ed avvicinarsi al contempo...in poco tempo (un turno) avrebbero raggiunto il duo di Ronin, probabilmente cercando di trovare la giusta posizione per un agguato, dato che difficilmente avrebbero cercato un attacco a cielo aperto.

    La zona era simile a quelle visitate precedentemente: il suolo in terra battuta, le case squadrate, bianche e dal tetto piatto, con vicoletti un pò ovunque ed alcuni fili per stendere i panni (alcuni carichi) stesi tra gli edifici adiacenti o direttamente attraverso la strada principale, che pure era larga appena quattro metri. A stento sarebbe passato un carro per di là, ma in fondo si trattava di un villaggio ninja dove i movimenti non sono limitati a due sole direzioni. Alcuni passanti, non più di una mezza dozzina, erano nel raggio di cento metri, ognuno facendosi i fatti propri, fondamentalmente.

    Se non avessero preso contromisure, il duo di Ronin (più clone) sarebbe stato aggredito in maniera subdola, anche se abbastanza elementare: coi nemici piazzati sui tetti intorno a loro, uno sarebbe atterrato proprio sulla loro strada, per fermare la loro avanzata e, idealmente, soprenderlo, mentre gli altri quattro gettavano abbastanza fumogeni da oscurare tutta l'area. Quindi avrebbero lanciato numerosi Kunai, cercando idealmente di colpire i tre accerchiati [Tre lanci di due Kunai contro ciascuno] mentre il ninja che si era calato precedentemente sfruttava il fumo per usare un jutsu abbastanza infido [Acqua Caramellosa] per modificare il terreno ed imprigionare gli arti inferiori dei tre. Solo in seguito avrebbe lanciato due Shuriken Giganti con traiettorie ad arco, sufficienti per minacciare tutte e tre le vittime [Rossa+4 tacche], uno all'altezza del cuore e l'altro all'altezza dell'ombelico

    Acqua Caramellosa - Mizuame Nabara
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Ariete, Tigre ( 2 )
    L'utilizzatore emette un getto d'acqua vischiosa dalla bocca che ricoprirà un'area di 9 metri di raggio centrata nel punto di impatto, entro 15 metri. La velocità del liquido è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore incrementata di 3 tacche. Chiunque calpesti questa zona rimarrà invischiato e non potrà muovere gli arti inferiori fino allo scioglimento della tecnica; è possibile muoversi con Intralcio Medio tramite un consumo di chakra pari ad Mediobasso ogni round. L'utilizzatore può muoversi senza limitazioni. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica avanzato.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton (Emissione)
    (Livello: 4 / Consumo: Medio - Mantenimento: Basso )


    CITAZIONE
    Da ora in avanti Sakon/Ukon è sotto il tuo totale controllo. A te decidere quanto può volerti riferire o meno. Hai un turno per organizzare la tua reazione agli inseguitori, ricorda che le azioni da me descritte sono quelle che si verificano SE tu non fai nulla per scombinare i loro piani. Se prepari trappole o altro la loro offensiva potrebbe variare, anche se in linea di massima resterà su questo stesso genere.
     
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    Suna's Assault


    Il bislacco trio decise di lasciare le scale per tornare all'aria aperta, in strada. Ireyawen/Dapaisu trasse un tiro dal sigaro, mentre osservava astratto la cima dell'edificio da cui erano appena usciti; Kel-Tamat/Dapaisu, invece, fissava i gemelli. Allora? sbottò all'improvviso Sakon, facendo saettare lo sguardo fra i due Ronin. Allora rispose pacato Ireyawen Stiamo pensando il da farsi. Il tuareg tirò assorto una boccata dal sigaro, senza distogliere gli occhi dal tetto. Abbiamo due vie. e spiegò brevemente il piano.
    D'accordo, partiamo! borbottò poco dopo Sakon. Il trio prese a correre sulla facciata di un edificio vicino e da lì incominciò a saltare di tetto in tetto. Non avevano percorso neanche un miglio quando Ukon [Percezione: 8] gracchiò: Eccoli! Ci seguono! Perfetto. Ci penso io, voi attenetevi al piano. sussurrò Kel-Tamat. Approfittando di un qualsiasi edificio alto abbastanza da concedergli occultamento ambientale parziale/totale,
    il tuareg avrebbe eseguito una delle sue Tecniche più care [Slot Tecnica Base][Consumo Alto].
    CITAZIONE
    Tecnica del Mimetismo – Meisaigakure no Jutsu
    Villaggio: Iwa
    Posizioni Magiche: Tigre
    L'utilizzatore potrà rendersi completamente impercettibile per le due invisibilità sviluppate: se mimesi ambientale sarà invisibile, se movimenti silenziosi non produrrà rumori, se spostamenti discreti non produrrà vibrazioni, se inodore non produrrà odori. Sarà possibile occultare contemporaneamente solamente due sensi; durante l'utilizzo di questa tecnica non è possibile ottenere i benefici di altre tecniche avanzate o speciali attive.
    Se l'utilizzatore si avvicina entro 2 metri una cospicua concentrazione di chakra, come un essere vivente, evocazione o tecnica dal consumo di chakra superiore a medio, la tecnica si disattiverà automaticamente. Tale limitazione decade dal grado Jonin D e se posseduti le relative abilità "Avanzate".

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo: Alto - Mantenimento: Mediobasso)
    [Richiede 2 abilità tra Movimenti Inodore/Silenziosi/Discreti/Mimesi]
    [Da chunin in su]

    Mimetismo Migliorato
    Abilità: L'utilizzatore è in grado di occultare, tramite Tecnica del Mimetismo, un senso in più ogni Grado Jonin. Se mimesi visiva risulterà perfettamente invisibile, se uditiva non produrrà alcun rumore, se olfattiva non produrrà alcun odore o profumo, se tattile non lascerà traccia del suo passaggio. Con l'Abilità "Seguire le Tracce" sarà possibile individuare le orme, perdendo però il bonus dato in velocità.
    [Primo Slot]

    Mimetismo Dinamico
    Abilità: Data l'Abilità "Tecniche Rapide" che converte lo slot tecnica avanzato della Tecnica del Mimetismo in slot tecnica base, l'utilizzatore è in grado di utilizzare tale jutsu e al contempo di utilizzare Tecniche Avanzate e Tecnica Speciale; il Consumo di tali tecniche bonus sarà però raddoppiato.
    [Secondo Slot]

    Si sarebbe così reso del tutto invisibile, inodore e impercettibile. Armato di Coltelli da Lancio avrebbe atteso che gli inseguitori lo sorpassassero. Fulmineo, avrebbe scagliato in contemporanea cinque diverse serie di armi, utilizzando anche le braccia extra. Ciascuna serie era composta da quattro pugnali indirizzati agli arti e diretta verso uno dei nemici [5 Slot Azione][Forza: 675; Precisione: 675][Potenza: 10; Durezza 3]. Se l'offensiva non avesse neutralizzato sul colpo gli avversari, Kel-Tamat avrebbe cambiato prontamente posizione, per evitare contrattacchi di sorta [Slot Gratuito], mentre eseguiva un ulteriore lancio di altri quattro Coltelli per sbarazzarsi dei fortunati superstiti [Slot Tecnica Avanzata][Consumo Medio].
    CITAZIONE
    Brezza Feroce – Keikaze
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore è in grado di sferrare un attacco a distanza in più rispetto al massimo concesso dal suo grado, premesso che debba sfruttare almeno la metà degli slot normalmente posseduti per attacchi a distanza. I colpi saranno leggermente più veloci di +2 tacche e più forti di +1 tacca. Ripetere questa combinazione vari volte nello stesso combattimento la rende prevedibile, e quindi facilmente contrastabile.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Medio)
    [Da studente in su]


    Se tutto fosse andato come previsto, gli inseguitori sarebbero stati sbaragliati, chi più chi meno feriti mortalmente. Solo allora sarebbero ricomparsi l'altro Dapaisu e i due gemelli, pronti a trasportare in un luogo più sicuro i sopravvissuti e ad interrogarli a dovere.






    - Slot Azione -Lancio 4 Coltelli
    Lancio 4 Coltelli
    Lancio 4 Coltelli
    Lancio 4 Coltelli
    Lancio 4 Coltelli
    - Slot Difesa-
    <span>Parata
    - Slot Tecnica-Tecnica del Mimetismo
    Brezza Feroce (Ipotetica)



    - Note-Considero il Chakra dei due Dappa tutt'uno, spero che non sia un problema :ghu:






    - Slot Azione -
    - Slot Difesa-
    - Slot Tecnica-



    - Note-Febhculo :coccosi:



    Edited by Dapaisu - 26/9/2013, 12:29
     
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    [La storia dei due Ronin - Capitolo III]

    Anche se numerosi, nessuno degli inseguitori aveva la possibilità di vedere oltre il mimetismo di cui Daipasu era maestro, quindi non c'è da sorprendersi nel vedere come la salva di coltelli da lancio fosse riuscita ad abbattere al primo colpo uno degli inseguitori, trapassando la debole protezione del corpetto che indossavano. Nel tempo necessario a realizzare la causa delle grida di dolore del loro compagno un secondo inseguitore già cadeva, con un coltello che gli trapassava il collo mentre gli altri frugavano allegramente la sua spalla destra...se non si fosse mosso probabilmente il colpo non sarebbe stato letale.

    Gli altri, appena più avanzati dei primi due, ebbero quasi il tempo di tentare una difesa, ma nessuno dei tre fu capace di completare la composizione di neppure un singolo sigillo, ritrovandosi chi con le spalle lesionate e chi con le gambe fuori uso. Caddero tutti, come mosche, al suolo, anche se due riuscirono ad atterrare sulle loro gambe, solo per ritrovarsi bersagliati da un nuovo lancio, fin troppo rapido per le loro possibilità...magari con entrambe le braccia a posto avrebbero fatto in tempo a difendersi con un qualche jutsu difensivo, ma non era questo il caso. La potenza di Daipasu era troppo soverchiante ed uno dei due si ritrovò con il torace pieno di coltelli.

    Uno dei tre era morto a causa del coltello, un'altro, colpito alle gambe, era caduto battendo la nuca e salutando così questo mondo crudele. Un terzo invece, quello raggiunto alla schiena, sanguinava tanto copiosamente da lasciare poche speranze sulle sue possibilità di ripresa. I due rimanenti avevano il viso scoperto ma decisamente nessun tratto somatico rilevante. Uno, quell abbattuto dall'ultima salva di coltelli, era stato precedentemente colpito al braccio sinistro, mentre l'altro, unico ancora in vita, ne aveva uno su entrambe le spalle, rendendo gli arti superiori inservibili.

    Sembrava disperato e pronto a tutto.

    No...no..nononono....noi abbiamo una sacra missione. Noi non possiamo cadere contro il nemico. Stava ad almeno una decina di metri di distanza dal gruppo di Ronin che avanzava ed aveva ormai compreso che non sarebbe mai riuscito a fuggire con le sue capacità. L'unica strada per continuare la sua sacra missione era di impedire al nemico di raggiungere un vantaggio. Ed aveva un solo modo per metterla in atto: spalancò la bocca, protrudendo la lingua dalle labbra, pronta ad essere falciata da due file di denti affilati! Il suicidio avrebbe messo fine alla sua vita, od almeno alla sua capacità di parlare...Daipasu e Sakon/Ukon avevano solo una manciata di istanti per cercare di impedirlo! [Slot azione]

    [Se avesse impedito il suicidio, dopo circa un'ora]

    Non si poteva dire che il prigioniero fosse un individuo testardo...dato che aveva risposto a tutte le domande dopo appena un briciolo di tortura "soft" (qualche sberla e un pò di pressione sulle ferite)...il vero problema era che, chiunque fosse, gli avevano fatto un lavaggio del cervello niente male, visto che aveva una sola risposta per tutto...e sembrava esserne fermamente convinto.

    0or4



    Chi sei? Hayate.

    A quale gruppo appartieni? Hayate.

    Quale è la tua missione? Vivere per Hayate. Vivere come Hayate. Morire per Hayate.

    Chi è il tuo superiore? Il Coraggio di Hayate. La Magnificenza di Hayate. La Liberalità di Hayate.

    Dove si trova il tuo covo? Hayate possiede l'edificio. Voi ci siete entrati.

    Ci sono passaggi segreti? Solo Hayate può utilizzarli.

    Una monotonìa di risposte che avrebbe stufato anche i più accaniti interrogatori.

    Nel mentre era passata circa un'ora, e non c'erano state novità nè il gruppo aveva percepito presenze sospette. Nessuno li stava cercando, anche se avevano sentito un pò di cagnara nel punto in cui avevano lasciato i corpi dei nemici abbattuti, dato che avevano deciso di portarsi dietro solo il sopravvissuto, senza coprire le loro tracce. Non che importase, erano stati cauti nel raggiungere il luogo dell'interrogatorio e certamente nessuno avrebbe attribuito il ritrovamento dei corpi ai nomadi del deserto da poco arrivati. Sarebbe stato solo l'ennesimo omicidio irrisolto, sempre che i misteriosi "hayate" non avessero messo tutto a tacere, sempre che ne fossero in grado.

    A parte le poche risposte che avevano ottenuto, i Ronin (a vedere se il vero Sakon si fosse riunito al gruppo) avevano la possibilità di frugare i possedimenti del loro prigioniero, che nascondeva alcune particolarità: oltre ad un armamentario ninja di shuriken, kunai ed un paio di Katar, il tizio portava con sè un tonico di recupero, una boccetta contenente uno strano liquido verdastro ed infine una piccola sfera di vetro al cui interno era intrappolata una farfalla, con appena due piccoli buchi per l'aria. Di cosa poteva trattarsi? Era sicuro tenerla là o sarebbe stato meglio distruggerla? E se per caso fosse stata semplicemente un componente di un Jutsu?

    A parte questo, un'ispezione di quel tizio dai tratti somatici così privi di particolarità avrebbe rivelato alcune cicatrici ben nascoste dietro l'orecchio e in mezzo al cuoio capelluto...cosa potevano significare? E quali altre domande avrebbero potuto fare?


    [Se non avesse impedito il suicidio]

    Avevano perso il prigionero ed ucciso tutti gli assalitori. Avevano guadagnato tempo, anche se non sapevano ancora rispetto a che cosa si stessero muovendo...di certo qualcuno li aveva osservati su quel tetto (o magari prima?) ed ora li stava seguendo, li aveva nel mirino. Quell'attacco non poteva che essere solo il primo di una lunga serie...dovevano necessariamente riunirsi con il Sakon originale e decidere il da farsi.

    Frugando i cadaveri avrebbero trovato su ciascuno di loro la sferetta con la farfalla e il liquido verdastro nella boccetta, per non parlare delle cicatrici, ma a parte questo non c'erano altri indizi da estrarre da quei corpi.

    Parlando in gergo scacchistico, ora la mossa stava ai due Ronin...
     
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    Suna's Riddle


    L'offensiva "mimetizzata" del Ronin diede i suoi frutti. Solo uno dei cinque inseguitori sopravvisse alle letali armi da lancio. Aveva entrambi gli arti superiori inutilizzabili e sembrava aver realizzato di non aver alcuna via di fuga. No...no..nononono....noi abbiamo una sacra missione. Noi non possiamo cadere contro il nemico. blaterò, in evidente stato di panico. Come al rallentatore, spalancò la bocca e sfoderò la molle lingua in una grottesca smorfia. Merda protestò Sakon ma per fortuna Ireyawen/Dapaisu fu più rapido. Il tuareg, che era più vicino di qualche metro, concentrò fulmineo il Chakra nella gola e sputò un gomitolo di Ragnatela Adesiva [1 Slot Dim][Slot Tecnica Base][Consumo ½ Basso][Velocità = Forza + Alto: 975] che avrebbe dovuto impedire al prigioniero di mozzarsi la lingua.

    [...]

    L'interrogatorio si stava rivelando del tutto vano. Nel frattempo, il clone corporeo di Sakon e Ukon si era dissolto per portare all'originale le informazioni sul luogo del terzo grado in atto e i gemelli vi si stavano dirigendo, assicurandosi di non essere seguiti o dare nell'occhio.
    Le risposte date dal prigioniero, invece, sembravano condurre ad un vicolo cieco. Hayate, Hayate, Hayate. Anche i suoi effetti personali non sembravano dare molti indizi: qualche arma comune, un tonico, una boccetta di liquido ignoto e infine una curiosa sfera di vetro con una farfalla viva. Una farfalla? Non riesco a ricordare nessun collegamento con Hayate. Chissà a cosa servirà. Avrebbe chiesto al prigioniero l'utilità dell'oggetto, senza sperare in nulla di diverso dalle solite risposte. Il Ronin deciso quindi di sigillare la sfera in un rotolo. Quando finalmente arrivarono anche Sakon e Ukon incominciò la seconda parte dell'interrogatorio: avrebbero tirato in ballo l'unico Hayate che conoscevano, Ronin di Kiri e vecchio portatore del Sanbi.

    Sulla soglia della porta apparve infatti Sakon che spingeva una figura incappucciata e con le mani legate dietro alla schiena. Il nuovo prigioniero sarebbe stato fatto inginocchiare esattamente davanti all'altro, e una volta rimosso il cappio si sarebbe rivelato essere un Hayate Tamasizu pesto e consunto. L'abbiamo trovato qui vicino. sentenziò uno dei due Dapaisu/tuareg, pronti a cogliere una qualsiasi smorfia nel prigioniero che potesse confermare le loro ipotesi.
     
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    [La storia dei due Ronin - Intermezzo]

    Il prigioniero non battè ciglio quando una figura incappucciata gli venne piazzata davanti. Era evidente lo stato di alienazione mentale in cui versava, con gli occhi sgranati che saettavano qua e là mentre le labbra secche e peste si muovevano di continuo, come in preghiera. Alla rimozione del cappuccio non ci fu una reazione immediata, ed anzi fu solo dopo qualche secondo che iniziò a fissare il volto contuso del sedicente Hayate...lo fissò a lungo, come se avesse difficoltà a riconoscerlo. Lui... sussurrò appena, illuminandosi poi per un secondo. Gli somiglia. Ma non è Hayate. E' diverso.

    Subito dopo aprì la bocca in un sorriso sdentato. Non si può catturare Hayate. Lui non è Hayate. Lui somiglia ad Hayate. E quindi iniziò a ridacchiare e canticchiare.

    Non respira, non respira.
    Se non respira non odora.
    Se non odora lui lo saprà.
    Lui lo saprà.
    La Magnificenza di Hayate vi ucciderà!

    Ahahahahahahahha!
     
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    Suna, we have a Problem


    Anche se solo parzialmente, l'espediente escogitato da Dapaisu diede i suoi frutti. Il prigioniero aveva riconosciuto l'Hayate Tamasizu così come lo ricordavano i Ronin, quello di quasi un lustro fa. "Gli somiglia. Ma non è Hayate. E' diverso." Uhmm, la cosa non mi piace. Per niente. constatò lo Shinobi-Kumo originale, mentre si portava un sigaro alla bocca. "Non respira, non respira. Se non respira non odora. Se non odora lui lo saprà. Lui lo saprà." fece per trarre una boccata, senza accorgersi di non averlo ancora acceso. "Hayate possiede l'edificio. Voi ci siete entrati. Solo Hayate può utilizzare i passaggi segreti." Sakon, intanto, era uscito con Hayate Tamasizu prigioniero - che in realtà era un nuovo clone sotto Henge no Jutsu. Il Dapaisu copia teneva sotto stretto controllo il prigioniero, pronto ad evitare che tentasse nuovamente di mozzarsi la lingua o chissà che altro. Hayate solo può utilizzare i passaggi segreti. Tu sei Hayate. Tu puoi utilizzare i passaggi segreti. mormorò a mezza voce il Ronin, come se stesse ancora parlando a sé stesso. Beh, tentare non nuoce. e con una velocità disarmante colpì in pieno stomaco il prigioniero, mettendolo K.O.

    Si sarebbe risvegliato sul pianerottolo delle scale dell'edificio sul cui tetto Dapaisu e Sakon/Ukon si era rincontrati dopo anni. Era completamente solo e aveva di nuovo con sé tutti i suoi oggetti. Le sue ferite, seppur presenti, erano state medicate in maniera impeccabile.
     
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    [La storia dei due Ronin - Capitolo IV]

    L'uomo era stato sconfitto, torturato e infine tramortito. Al risveglio si guardò intorno senza capire cosa stava accadendo. Perchè era vivo? Chi tradisce la sacra missione deve morire...e tuttavia uno di quegli uomini era l'uomo a due teste che andavano cercando. Io devo morire...ma ho trovato l'uomo a due teste. Io devo morire, ma devo concludere la missione... Spiritato, quasi folle, si guardava intorno...era lo stesso ambiente dove era stato torturato, ma al momento non aveva ferite aperte. I suoi aguzzini lo avevano curato? E per quale folle motivo? Io sono un fallimento...io devo morire!!! E si afferrò le braccia con mani, conficando le unghie tanto a fondo nella carne da sanguinare...quindi, quasi sbavando, prese la rincorsa per dare una testata al muro, procurandosi una nuova ferita! Morire! Morire! Devo morire! Ma ecco che si ferma, tentennando. No. La missione. La Sacra missione è più importante della mia vita. Hayate lo richiede...Hayate. Hayate...Hayate... Ed incespicando guadagna nuovamente la strada.

    Il Coraggio. Si! Il Coraggio di Hayate deve saperlo. E poi mi ucciderà per il fallimento. E' perfetto. Perfetto! Gli occhi di un folle aperti sul mondo, ed il ninja prende la via del ritorno. La Magnificenza di Hayate se ne sarà accorto. Nulla può essergli nascosto. Nulla. Lui li ucciderà, ma non può trovarli. Lo hanno nascosto. Nascosto il suo dono. Non può trovarli. Ma li Ucciderà. Anche se l'uomo a due teste serve per trovare quello a sei braccia. Forse lui morirà dopo. Tutto questo borbotta, ripetendolo in continuazione tra le labbra gonfie, mentre barcolla tra le strade di Suna, diretto al suo nascondiglio.

    Le percezioni dell'uomo non sono certo adeguate a comprendere se qualcuno lo stia seguendo o meno, ma nei pressi del nascondiglio di Hayate ci sono altri Inesperti appostati, capaci di cogliere la presenza di eventuali inseguitori [Percezione: 6]. Il ferito, comunque, una volta raggiunto quello stesso edificio nel quale Dapaisu ed il clone di Sakon/Ukon avevano perso le tracce del ragazzo dai modi crudeli, si sarebbe avventurato altre l'ingresso, sfiorando appena la maniglia della porta del custode, prima di raggiungere le scale e cominciare a salire. Un fuuinjutsu, attivato da quel breve contatto con la mano, avrebbe poi proiettato l'individuo in un appartamento nell'edificio accanto non appena calpestato l'ultimo scalino della prima rampa. Hayate è qui. Hayate deve riferire... Questo mormorò non appena sul posto, inginocchiandosi ed aspettando di essere ucciso e liberato dal fardello della sua colpa.
    Ad attenderlo era il ragazzino con cappellino e pattini. Una sigaretta in bocca al quel viso da tredicenne ed una mazza da baseball in metallo, tutta piegata, completavano il quadro di quell'essere che tanto crudelmente stava pestando degli uomini in uno dei vicoli di Iwa, e che stava cercando "l'uomo a sei braccia". Torni da solo? Come osi? E quelle ferite? Perchè sei ancora vivo? L'ira è palpabile mentre impugna la sua arma, avvicinandosi al morituro, che pur con un sorriso confessa Speravo mi uccideste, ma prima devo dirvi: ho visto l'uomo a due teste. Era uno di quelli che inseguivamo. Ci hanno bersagliati con molti coltelli, uccidendo quasi tutti...ed aveva due teste. L'altro era strano, vestito da beduino. Ha preso il dono della Magnificenza e lo ha nascosto...la Magnificenza lo saprà presto.

    Il ragazzino tacque qualche istante, aspirando avidamente una boccata di fumo. Tutto qui? Cretino! Ed un colpo netto con la mazza avrebbe, salvo imprevisti, fatto letteralmente esplodere la testa del sottoposto (con sua somma gioia, va detto). L'uomo a sei braccia ha fatto qualcosa alla farfallina, eh? Idiota di un Aburame... Non sembrava curarsi del cadavere, dopotutto qualche sottoposto lo avrebbe fatto sparire in poco tempo.


    CITAZIONE
    [Altrove, in giro per Suna, circa un'ora prima]

    Una delle mie peccaminose amiche è scomparsa...ed altre hanno percepito odore di morte. L'uomo ben vestito si accigliò, fermandosi di colpo e guardando distante. Maledizione, spero che non sia stato Shoichiro col suo ennesimo attacco di nervi!

    Oh, non credo. Ha imparato che te ne accorgi quando uccidi qualcuno che porta le farfalle e quindi prima gliele toglie. L'altro uomo risponde con allegria, seduto ad un tavolino con una mano posata tra le cosce di una ragazza dall'aria un pò narcotizzata. Magari questi Sunesi hanno trovato un gruppetto di Inesperti particolarmente stupido, no?

    Tu dici? Sarebbe pessimo. Dobbiamo cercare di mantenere l'anonimato... E sospira ...quanto vorrei essere me stesso invece che indossare questa stupida maschera! Ad ogni modo, andiamo nel punto in cui è scomparsa!

    Oh, un secondo, ti prego. La mia amica qui potrebbe sapere qualcosa di interessante sul Kazekage...ed ha quasi finito di dirmi tutto, sai? Dammi cinque minuti...

    [...]


    Edited by Febh - 24/10/2014, 19:45
     
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    Il prigioniero liberato si sarebbe subito trovato in balia dei dilemmi "morali": togliersi la vita per l'onta del fallimento ma permettere che le preziose informazioni andassero perse o vivere quel che gli restava nella vergogna ma tentare di rimediare ai propri sbagli? Per schiarirsi un po' le idee prese a testate un muro. alla fin fine, l'adempimento della Missione ebbe la meglio. Mentre correva affrettato per le strade di Suna si lasciò sfuggire qualche curioso borbottio.

    Alla fine raggiunse barcollante l'alto edificio con la botola "magica" e tramite il Fuuinjutsu ivi nascosto fu catapultato in quello che doveva essere il covo segreto di quei strani nemici che in qualche modo erano legati al Ronin Hayate. Lì si trovava anche il ragazzino con lo stravagante cappello; tanto per cambiare stava fumando e, cosa che non prometteva di certo bene, impugnava una mazza in ferro che pareva essere stata usata a dovere. Torni da solo? Come osi? E quelle ferite? Perché sei ancora vivo? domandò il nanerottolo, che era stato più volte soprannominato il Coraggio di Hayate. Speravo mi uccideste, ma prima devo dirvi: ho visto l'uomo a due teste. Era uno di quelli che inseguivamo. Ci hanno bersagliati con molti coltelli, uccidendo quasi tutti...ed aveva due teste. L'altro era strano, vestito da beduino. Ha preso il dono della Magnificenza e lo ha nascosto...la Magnificenza lo saprà presto. Alle parole dell'Inesperto il ragazzino si limitò a fare un tiro di sigaretta. Mentre esternava tutto il suo disprezzo per l'uomo Tutto qui? Cretino! questi si accasciò improvvisamente a terra, svenuto o forse addirittura morto. Dal corpo, all'altezza del petto, emerse una stravagante sporgenza che piano piano prese le sembianze di una testa umana. E così saresti tu la merda che s'è attaccata al nostro stivale? Poco più in alto, sopra la faccia del cadavere, prese forma una seconda testa, identica all'altra: Hai già deciso come morire?.

    CITAZIONE
    Renbodou
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Tocco
    L'utilizzatore può scomporre le proprie cellule per infiltrarsi molecolarmente all'interno di un obiettivo, occultandosi completamente. La fusione sarà totale e scindibile solo su volontà dell'utilizzatore. Ogni danno inferto alla vittima verrà percepito con la stessa intensità dall'utilizzatore. Il processo di rigenerazione dell'utilizzatore sarà disattivato. L'obiettivo, ogni round, perderà 3 leggere di vitalità; se azzerata la vitalità, l'obiettivo morirà. Alcune conoscenze potrebbero interrompere o rallentare l'azione omicida.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Alto )
    [Richiede Manipolazione del Corpo III]

    [Da jonin in su]

    Il corpo di Sakon prese a crescere e in pochi attimi fu completo, con tanto di testa del fratello gemello sulla schiena. Penso proprio che ti caverò tutti i denti, uno per uno. Così forse la smetterai di fregiarti del nome del nostro amico Hayate. Le due teste schioccarono il collo con tanto di movimenti speculari, nel macabro preludio di quella che sarebbe stata una danza certamente mortale.

    Il resto della comitiva, nel frattempo, era poco lontana. Dopo aver messo KO il prigioniero, infatti, lo avevano seguito a debita distanza. Non appena l'Inesperto fosse entrato nell'edifico, il trio - o meglio quartetto - si sarebbe appostato sul tetto di un palazzo non troppo distante. Cazzo, allora!? sbottò all'improvviso la testa di dietro, voltandosi irascibile all'indirizzo di uno dei due tuareg. Ukon ha ragione. Ci devi un bel po' di spiegazioni, Dapaisu-san. fece eco il fratello più vecchio, incrociando le braccia. Ireyawen dava loro le spalle ed era intento a tenere d'occhio la via limitrofa e il palazzo in cui era entrato il prigioniero, come in trance. Kel-Tamat era seduto a terra, apparentemente sfinito. Uhmpff fece questi, alzando il capo e sbuffando Inquieti come sempre, vedo. continuò mentre faceva apparire un sigaro da una qualche tasca interna. Oh be', d'accordo. accese il sigaro con uno schiocco fra le dita Vi racconterò della mia resurrezione..

     
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    [Il Coraggio di Hayate ed il Mostro a due Teste]

    Tks! Il ragazzo con la sigaretta sbuffò, distogliendo lo sguardo e facendo per spostarsi verso la finestra, quando l'improvvisa "mutazione" in quel corpo attirò la sua attenzione. Uh? Ma che razza di... Prima una testa, poi una seconda, quindi un paio di spalle, ed un corpo. Il volto del ragazzino si fece inquieto, aggrottando le sopracciglia mentre la sigaretta gli cadde di bocca: quella creatura mostruosa che emergeva dal cadavere lo stava insultando! Merda? Serra la mano sul manico della mazza da baseball. Morire?....IO?

    IO???



    Digrignò i denti fin quasi a farli crepare mentre scattava in avanti per aggredire l'uomo a due teste. Nessuno degli Inesperti intervenne. Non con una battaglia del loro capo. Ci tenevano alla pelle, entro certi limiti. ORA TI FACCIO VEDERE IO CHI MUORE, STUPIDA MERDA A DUE TESTE! Con buona pace della missione originaria :"catturare l'uomo a due teste". Il tappo bruciò la breve distanza con una velocità mostruosa, cercando di abbattere la sua mazza contro il fianco sinistro del ronin. Subito dopo, comunque andasse, avrebbe cercato un colpo verticale dall'alto verso il basso sul suo cranio, avvicinandosi se necessario. Una potenza simile avrebbe facilmente spezzato le ossa di un uomo robusto! [Forza e Velocità Viola+2 tacche - Potenza 70]

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    Se per caso i gemelli fossero sopravvissuti, il ragazzino avrebbe proseguito le sue minacce . Il tuo AMICO Hayate? Un verme come te non dovrebbe nemmeno osare pronunciare il suo nome con quelle labbra luride. Al più puoi sussurare il mio mentre chiedi pietà col tuo ultimo respiro! Quel viso contratto dall'ira non ha niente di fanciullesco, ed anzi ricordava più il volto di un anziano pieno di rughe di espressione. IO sono il CORAGGIO DI HAYATE! RICORDALO MENTRE VOLI PER L'ALTRO MONDO! E nel dirlo sbattè la mazza da baseball per terra, generando una violenta onda d'urto che, estendendosi come un cono in direzione dei gemeli, avrebbe al contempo devastato l'appartamento e fatto esplodere il muro [Cono di 9 metri, 4,5 alla base - Potenza 50 - Spinge indietro di 6 metri].

    Probabilmente, in un modo o nell'altro, avrebbero visto l'esplosione del palazzo anche dall'esterno...e questo valeva sia per i Sunesi innocenti, sia per i due ronin accampati poco lontano. Per non parlare di eventuali altri membri di Hayate in avvicinamento....
     
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