Kurohai

La fiamma della conoscenza

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Kurohai

    Le fiamme dell'innocenza



    La cruda verità era che, per quanto mi sforzassi di essere sicuro, non sapevo assolutamente nulla sui Ryukishi. Questo - in condizioni normali - avrebbe certamente acuito l'incertezza sul mio operato e minato le fondamenta delle mie convinzioni. Ma non erano condizioni normali: il fiume di parole di Yukari mi colpì duramente e mi sentii dispiaciuto. Il mio legame con Yogan non era un mero legame di sangue e chakra: profondo ed indistruttibile, che andava ben oltre la normale comprensione e così il suo dolore ed i suoi dispiaceri divenivano i miei. Ed il dispiacere per il sacrificio della madre mi invase con una tristezza incommensurabile ed il dolore per il sacrificio compiuto da Hibachi, costretto a bruciare la sua compagna per il bene dei draghi.
    In condizioni normali un altro meno determinato di me avrebbe demorso ed si sarebbe arreso dinanzi all'evidenza di essere impotente, ma non erano condizioni normali come già detto. Perché il legame con un drago ti cambia alla radice al punto da sfidare l'irrazionalità e la certezza che potessi fare ciò che Yukari avrebbe dovuto mi invase.
    Io ero il Ryukishi di Yogan. Ero il Cavaliere della Fiamma Immacolata ed ero intimamente convinto di poter assolvere al compito per il quale i genitori di Yogan avevano sacrificato vita ed affetti. Ma non c'era solo follia a guidare il flusso initerrotto di pensieri. C'era la sensazione che ciò che diceva Yukari, ciò che egli stesso faceva, andasse contro il concetto stesso di Fiamma Immacolata.
    Stava facendo agire Yogan al pari di un Drago Rosso in preda alla Furia del Sangue. Il Villaggio non aveva colpe se non quello di esistere, costruito da gente approdata lì ignara dell'antichità e del significato di quell'isola e mai Yogan l'avrebbe attaccato. Se era vero che lo scopo della sua esistenza era cancellare la maledizione, perché farla agire come se stesse agendo come tale? La risposta era quasi immediata: Yukari non era adatto allo scopo prefisso. Forse aveva vissuto troppo a stretto contratto con Jigoku e la sua maledizione.
    Come mai Jigoku allora non strappava le carne di Yukari con un soffio? Se Yukari stava mettendo in pericolo l'innocenza della Fiamma Immacolata perché Jigoku non interveniva? Era suo interesse eliminare la maledizione, a meno che semplicemente non fosse così interessato a farlo.
    Dopotutto perché Raizen avrebbe dovuto sostenere la Furia del Ryukishi della Fiamma Immacolata? Stando a quanto detto da Yukari lera candida e pura. Un foglio bianco sul quale chiunque avrebbe potuto scrivere la sua storia. E la sua mente immatura avrebbe potuto essere facilmente corrotta da chicchessia.
    Hibachi-san, trovo che il trattamento che ti ha riservato Jigoku prima sia a dir poco discustoso. Dissi, quando Yukari terminò di parlare Da padre, posso capire ciò che hai provato allora e ciò che provi ancora ora. E farti maltrattare da un verme che vuole preservare la maledizione per la quale la tua compagna si è sacrificata, inquinando la mente di tua figlia, non è per niente giusto.
    Ma non era un rimprovero, bensì una constatazione. Jigoku era troppo potente per essere sfidato apertamente da Hibachi, ma più ci pensavo, più mi rendevo conto che il comportamento di Yukari contraddiceva le sue parole ed era in accorto con il voler scatenare la mia furia. Aveva distrutto il villaggio, forse fatto male ai miei fratelli.
    Distrutto il villaggio.
    Ferito i miei fratelli.

    Mikoto mi tornò in mente e quasi immediatamente fui trasportato nella dimensione di Chomei.

    Strani parallelismi, vero? Chiesi al Demone. Chomei annuì, anche se non troppo convinto.
    Le dimensioni delle catastrofi erano ben differenti. E dubito che Jigoku sappia di Mikoto. Disse il Bijuu. Anche io, ma ripensando a questa situazione è facile pensare che un Jinchuuriki cadrebbe in preda all'ira cercando di distruggere. Jigoku e forse Yukari sanno del nostro legame ed intendono sfruttarlo in tal senso. Forse non sanno ciò che ha fatto Hbachi però. Mi guardai una mano, richiamando alla mente le fiamme dorate.
    Le fiamme. Mh? Io e Yogan abbiamo una cosa in comune, Chomei. Le fiamme dorate. Lei è nata da un rogo in quelle fiamme ed anche io sono stato colpito. Le fiamme hanno purificato me ed hanno purificato lei alla sua nascita, per questo Yukari non può essere il suo Ryukishi.
    Chomei agitò le ali appena ed il vento parve fermarsi nella dimensione. Pensi che Ryujin l'avesse previsto? Annuii, improvvisamente certo che i pezzi del puzzle di quella situazione assurda si stessero mettendo al loro posto.
    È logico pensare e supporre che Ryujin potesse sapere che prima o poi avrei dovuto fare i conti col mio odio e la mia rabbia per legarmi a te e che con ogni probabilità un altro Jinchuuriki vicino ai Draghi dell'Ovest avrebbe prodotto come risultato un altro falò con le fiamme dorate prima o poi. Lui ha ritenuto Yukari immaturo, per una ragione. E non è cambiato nulla da allora! Ryujin mi ha scelto perché ha creduto che potessi ripulire il mio odio per riuscire a capire fino in fondo te e solo allora avrei potuto sincronizzarmi perfettamente con Yogan e farle compiere il suo destino. Su una cosa Yukari ha ragione: la vita di Yogan esiste per il bene dei draghi, solo che io non lo sapevo. Ma se questo è il suo destino, come ci arriverà non sarà quell'essere a deciderlo. E nemmeno io.


    Non appena Yukari si portò il flauto alla bocca allungai una mano verso Raizen La spada! esclamai e questa mi giunse nuovamente rimontata e mi fu riconscenata. Così iniziava la battaglia contro Yukari, per la quale non avevo alcun interesse. Dovevo salvare Yogan dalla furia, e con essa salvare tutti i draghi. La questione aveva smesso di essere personale dopo le parole di Yukari, che mi avevano fatto comprendere - per sua sfortuna - il mio ruolo in quella storia.
    Yukari iniziò cercando di intrappolarci nel fango, ma non mi lasciai sorprendere. Immediatamente raccolsi a me il chakra di Chomei e con una rapidità sovraumana saltai di lato di sei metri, evitando il fiume di fango [Slot Difesa] mentre Sojobo sbattè le ali per portarsi in volo ed evitare quella melma [Slot Difesa]. Yukari poi lanciò contro me, Razien e Sojobo dei proiettili.
    Seccato strinsi Garyuka tra le dita, e menai un unico rapidissimo e feroce fendente contro i due proiettili di modeste dimensioni, distruggendoli all'impatto [Slot Difesa].Sojobo invece non riuscì a schivare il primo, molto rapido per lui venendo colpito in pieno petto [Ferita Leggera] ma con un rapido attacco della sua Katana fermò il successivo, facendolo frantumare contro il metallo [Slot Difesa].

    Poi venne Yogan. La osservai ergersi maestosa e furente contro il cielo per poi cadere come un'agile saetta infuocata mirando a me. Sospirai e strinsi Garyuka con maggior forza. La spada, simbolo del nostro legame, mi avrebbe aiutato a farle tornare la ragione ed il nuovo me mi avrebbe aiutato a ricongiungermi a lei per completare il suo scopo. Senza furia.
    Non avrei inquinato la purezza di Yogan con una battaglia furiosa contro Yukari, non l'avrei colpito fino a ridurlo ad un mucchietto di ossa e sangue, poiché nel momento stesso in cui avrei fatto qualcosa del genere sarei divenuto come Yukari stesso, la Fiamma Immacolata sarebbe andata perduta ed il piano di Jigoku avrebbe avuto pieno successo.
    Yogan si avventò verso di me come una furia, con le sue fauci spalancate, pronta a dilaniarmi. Vederla ridotta ad un manichino privo di volontà mi faceva soffrire enormemente. Lei era rapida, più rapida del solito, ma non abbastanza per me. Schivai quell'attacco all'ultimo tramite un agile balzo laterale, lasciando che la dragonessa mordesse l'aria [Slot Difesa] per poi abbassarmi rapidamente mentre lei cercava di travolgere la mia testa con la sua coda [Slot Difesa].

    Sojobo nel mentre si sarebbe visto piovere addosso una certa quantità di detriti ad elevata velocità, ma il Tengu era ben più resistente di quanto sembrasse. Con un rapido movimento si rannicchiò e mise le ali a protezione del corpo, le quali si indurirono, divenendo dure come l'acciaio e quei detriti non riuscirono a scalfirlo. [Slot Difesa Extra]Collaborazione [2]
    Speciale: L'utilizzatore guadagna 1 slot azione extra o 1 slot tecnica extra da cedere agli alleati Evocazioni. Può essere utilizzato 1 volta ogni 3 round.



    Ali di Acciaio
    L'utilizzatore può indurire le sue ali aumentando le loro capacità difensive. Le ali avranno un miglioramento della potenza difensiva pari a 30 per una singola difesa.
    (Consumo: ½ Basso ogni attacco)
    [ Attacco di Razza - Richiede Slot Azione ]
    [Da Jonin in su]
    . Teppista da quattro soldi. Gracchiò il tengu, sbattendo le ali per scuotersi di dosso la polvere dei detriti. Il vecchio Sojobo aveva affrontato battaglie ben più paurose di quelle nella sua lunghissima vita.

    Ma tornando a me, non appena schivai il colpo della coda della dragonessa feci scattare la mano ed il chakra. ORA! Urlai, sperando che Razien riuscisse a darmi una mano col rilascio. Perché quello era il mio scopo: da un lato, spezzare la probabile illusione che teneva legata Yogan. Ma non solo: il rilascio non era altro che un'iniezione di chakra, del mio chakra, che Yogan riconosceva come quello del suo Ryukishi. E con esso sarebbero giunte tutte le certezze su ciò che era successo grazie alle fiamme dorate ed il mio cambiamento e quello di Chomei. [2 Slot Tecnica]Rilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l’efficacia del rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficacia, a status Medio di 30, status Gravi di 60. Si possono rilasciare solo illusioni con efficacia inferiore quella del rilascio. Può eliminare più genjutsu solo se la somma delle efficacia di ogni genjutsu è inferiore all'efficacia del rilascio. È possibile usarla su un'altra persona. È possibile sommare l’Efficacia con un’altra persona se utilizzata insieme. È possibile utilizzarla senza sigilli, riducendo di 10 l'Efficacia.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo:½ Basso ogni 5 d'efficacia )
    [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]
    . La mano sarebbe scattata rapida, più rapida di quanto Yogan poteva essere nel tentativo di toccarla. Contemporaneamente a quello però avrei portato anche la mano destra armata di Garyuka verso il corpo di Yogan. Non dovevo di certo ferirla! Ma Garyuka era la spada ed era il simbolo del nostro legame e le sue fiamme, insieme al mio chakra, forse avrebbero risvegliato qualcosa in Yogan. Così contemporaneamente alla mano destra scattò la sinistra armata, alla stessa velocità e col piatto della lama, dopo aver dato fuoco a Garyuka, cercai di fondere le mie fiamme con le sue e tornare ad essere un tutt'uno.
    Perché noi potevamo esserlo. Perché io, a differenza di Yukari, avevo assaggiato le Fiamme Dorate di Hibachi. Le stesse Fiamme che l'avevano purificata. Nessuno al mondo, ora, poteva comprenderlo. Ryujin, nella sua lungimiranza, l'aveva potuto prevedere. Jigoku invece, voleva la furia. Mi aveva chiesto furia e sangue.
    Ma non l'avrei accontentato. Il mio scopo era salvare Yogan, Kurohai ed i Draghi Rossi. Ed ero certo che, a quelle condizioni, solo io potevo riuscirci. Solo io potevo evitare di inquinare Yogan con la furia e rendere inutile il sacrificio di sua madre. Non avrei mai permesso che ciò accadesse, anche solo per l'affetto che provavo verso quella mia straordinaria, fiera e potente compagna di mille battaglie.

     
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    Battaglie soft








    Raizen non schiodò gli occhi di dosso a Yukari neanche un istante mentre parlava.

    Duecento anni e non sentirli.
    E pare che nel suo sonno fosse anche in grado di apprendere.
    Oh no no, Yukari, tu non hai appreso, qualcuno ti ha insegnato e ti ha tenuto in vita per un unico scopo, quello di trasformare la fiamma immacolata in un pozzo di distruzione e fiamme attraverso quello stupido piffero.
    Ma purtroppo non possiamo cacciartelo in gola o faremmo il tuo stesso gioco.


    Triste storia Hibachi.

    Avrebbe ammesso facendo eco ad Itai, ma non seppe aggiungere altro, purtroppo i due avevano caratteri decisamente differenti e Raizen non era tipo da simili sviolinate, e credeva che dare una pacca sulla spalla del drago gli sarebbe probabilmente costato l’intero arto visto che recuperarlo dalla cenere non sarebbe stato facile.

    Riguardo a te, feticista dei veri Ryukishi, parli di orgoglio?

    Disse mentre lanciava la spada ad Itai.

    Sei la marionetta di Jigoku, per quanto questo possa essere onorevole per te, e fai la paternale a noi?
    Povero stronzo.
    Neanche ti accorgi di essere a stento una batteria.


    Ma il tempo per parlare era ormai agli sgoccioli, il tornado di rabbia era arrivato, ed era rosso e così caldo da riuscire a fare arrosto dei due.
    Fortunatamente tra il fiammeggiante duo e Raizen c’era sufficiente spazio da permettere a questo di reagire alla fiammeggiata spostandosi dal suo raggio, schivandola[mediobasso rif + 4].
    In quel momento il terreno divenne liquido, scorrendo come se fosse un ondata di piena, lui era già fuori portata grazie alla precedente schivata ma uno dei suoi cloni ne venne totalmente travolto, scomparendo seppur non visto a causa del fango.
    I proiettili invece riuscirono a mordere il petto del Colosso che pur con la cotta di maglia riuscì a sentirne l'impatto7[leggera pettorale destro] sulla carne mentre il secondo, più lento ma incandescente venne intercettato da Garyu, che essendo riposta sulle spalle dovette essere aiutata da un movimento di roteazione da parte del Colosso per adempiere al suo compito.
    La pioggia di attacchi si concluse con un detrito poco più grande di lui, una massa senza dubbio difficile da contrastare, ma non se indossava i suoi guanti da combattimento.
    Oppose al detrito il suo pugno opponendo la sua massa a quella del calcinaccio mentre si puntellava col piede, una montagna di muscoli inamovibile che riuscì a bloccare il detrito, spezzandolo.
    Mentre Raizen si occupava dell’ultimo attacco il clone era già andato a supportare Itai aiutato dalla mole di Yogan riuscì a trovare un contatto con lei, attivando a sua volta il rilascio[6 bassi pot. 60] alla massima potenza se il drago era controllato da un genjutsu quello sarebbe stato di certo un bello schiaffo da parte della realtà.
    Raizen intanto avrebbe mosso verso Yukari, anche se pareva l’unico a volersi occupare del vero nemico, era consapevole di non poterlo fracassare di cazzotti, e un clone gli sarebbe stato d’aiuto, ma purtroppo quella sudicia tecnica utile a nullificare i trucchetti da teatro degli illusionisti lo deconcentrava per qualche secondo, impedendogli di attivare altre tecniche e il clone di riserva era stato spazzato via.
    Saltò quindi verso Yukari e mentre ancora non era atterrato tirò indietro il pugno come se volesse scagliarglielo sulla faccia con l’intero peso del suo corpo prolungando la finta[slot gratuito] fino a portarla a qualche centimetro dal viso dello Spodestato, anche se alla fine fu il piede a scattare[Basso vel. +3, cercando di colpire con un calcio la mano che impugnava il flauto in modo da fargli perdere la presa sul fastidioso oggetto.
    Colpita o meno la mano che aveva effettuato la finta si sarebbe abbassata scorrendo tra mento e collo fino a che l’avambraccio non fosse stato in corrispondenza della trachea, in quel preciso istante la gamba si sarebbe posta ad ostacolo dell’eventuale retromarcia mentre con una spinta Raizen cercava di atterrare l’uomo.
    Se fosse riuscita la presa Yukari si sarebbe sbilanciato venendo seguito dal Colosso che durante la caduta avrebbe mantenuto il contatto con la gola fino a far svenire l’uomo a causa della mancanza di ossigeno.
    In caso contrario con uno sbuffo avrebbe cambiato approccio.

    Eh vabè, non siamo mica qui a pettinare draghi dopotutto.

    E la destrorsa stretta in un pugno d’acciaio si scagliò verso le tempie avversarie cercando un duro contatto che probabilmente avrebbe pesantemente stordito[guanti da combattimento pot. 40 vel + 6] il Reietto. Un pugno semplice, ma difficile da schivare considerata la vicinanza con l’avversario e l’intensità di attacchi, era praticamente una pioggia di mani, complesso dire quale delle tante che l’avevano sfiorato, strattonato e sbilanciato l’avrebbe colpito.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    [Ciò che nacque dalle Fiamme Dorate]

    Non è distruzione! E' il risveglio di ciò che è la compagna di un Ryukishi! Voi siete ciechi, non potrete mai capire nulla di ciò che mi lega a Yogan! Yukari sbottò in risposta a Raizen. Non sapete nulla di me o del sonno di pietra. Niente. Io sono il futuro dei Ryukishi. Colui che salverà tutto, Jigoku-sama ha visto le mie potenzialità e mi ha dato la possibilità di metterle in atto, non sono la sua marionetta: sono il suo CAMPIONE! E ora pagherete per la vostra ottusità! Non c'era modo di ragionare: il giovane era completamente succube del suo stesso ideale, incapace di vedere e comprendere ciò che stava realmente mettendo in atto. Cieco e sordo, forse ad opera del suo sedicente "salvatore", alla luce della ragione che i due ninja in quel momento stavano incarnando.

    Hibachi, turbato dal racconto appena ripescato dalla memoria,, sembrava più freddo e distante...e non aveva guardato Yogan nemmeno una volta da quando era arrivato. Alla vaga offerta di conforto da parte di Raizen abbozzò un mezzo sorriso, quasi stesse ricordando qualcosa di triste ma che ormai non fa più tanto male. Puoi dirlo, bestione, puoi dirlo forte. Ironico se detto da uno alto almeno quanto il ninja di Konoha, che celava l'aspetto mastodontico di un drago. Poi si voltò verso Itai, replicando con tono duro alle sue parole: Non pensare di potermi capire solo perchè sei padre o per via del legame con mia figlia. Ogni drago è un mondo a sè stante, ed i rapporti genitoriali tra noi non sono stretti come per voi umani dalla vita breve: un drago necessita di essere accudito solo per poche settimane dopo la nascita, poi è indipendente. L'affetto che può esserci tra un padre ed una figlia ha una dimensione completamente diversa dalla vostra. Quanto alla mia compagna...è stata una decisione sofferta, ma in quel momento eravamo liberi dalla Furia. La abbiamo scelta con la ragione. E morire illuminati dalla Ragione, quando il tuo mondo è furia e violenza senza una causa, è la morte migliore che si possa scegliere.

    Una morte che vogliono rendere vana! Dovresti aiutare la mia causa invece che stare a guardare. Anche Jigoku-sama approverebbe e... Jigoku ha taciuto la tua esistenza e si è comportato...in maniera strana. Hibachi incrociò le braccia. Io resto a guardare. Yukari strinse le labbra, preso alla sprovvista da quella risposta, quindi tornò a fronteggiare i ninja. E sia allora. Assisterai alla nascita di un Ryukishi. Del VERO Ryukishi.

    [...]

    La battaglia infuriava, con la dragonessa che si rivoltava contro il suo precedente compagno ed i bombardamenti dei Jutsu di Yukari, sufficienti a ferire leggermente i ninja ed il Tengu ma senza ottenere nulla di più. Lo Pseudo-Ryukishi era potente, ma non aveva grande esperienza nelle battaglie, questo era certo, vista la semplicità con cui aveva portato la sua offensiva, tuttavia avrebbe riservato qualche sorpresa a Raizen, che affrontò senza battere ciglio mentre continuava a suonare: il calcio violentissimo del Jinchuuriki infatti mancò clamorosamente il bersaglio! Pochi istanti prima dell'impatto il terreno ai piedi del ninja di Konoha infatti scartò all'indietro, trascinandolo fuori portata e vanificando la presa successiva. Yukari probabilmente aveva pieno controllo sui movimenti del suolo, non stava affatto imitando una tecnica della Foglia. Ho appreso più di quanto tu immagini nel Sonno di Pietra. Sussurrò, riportando l'attenzione su Yogan e sul suo ex-compagno, che aveva appena schivato agilmente l'attacco. Coraggio Yogan, mia dragonessa. Liberati del giogo che ti ha imposto quell'avvelenatore di menti! Riprendi in mano il tuo destino!

    Ma in quell'istante Itai, assieme al clone di Raizen, si gettarono avanti per cercare di afferrarla. Vuoi liberarla dalla musica? Sei uno stupido, io sto solo lasciando che sia il suo cuore a controllare le sue azioni, non la sua mente avvelenata. Lei è libera di essere la mia compagna, non c'è nulla da liberare! AHAHAHAHAHAHA!!! Ne era convinto, convinto al punto da non avere il minimo dubbio. Una fede cieca che faceva quasi male al cuore, nel pensare a quanto male stesse facendo alla dragonessa con il suo distorto affetto. Yogan, dal canto suo, aveva gli occhi come due pozze di magma fuso, impossibile distinguere dove stesse guardando o se effettivamente fosse cosciente di ciò che aveva intoro: sicuramente per lei il contatto improvviso con le mani del ninja e del clone era solo un fastidio momentaneo, da scacciare rapidamente. Però quel contatto c'era stato, ed il chakra dei due shinobi attraversò violentemente il corpo e la mente della dragonessa, veloce e caotico come la corrente di un fiume in prossimità della cascata.

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    L'immagine del chakra era quasi visibile, tanto era intensa, nelle menti dei due Shinobi, ma il Rilascio non stava dando i risultati sperati: la dragonessa cominciò a contorcersi per liberarsi del contatto e pareva ancora assolutamente priva di controllo. Almeno fino a quandoGaryuka non si accese di una fugace luce dorata.
    Era stato appena un istante, ma quella scintilla divenne una fiamma ardente e brillante che divampò attraverso tutto il chakra che i due avevano donato a Yogan. Il corpo di lei si accese di quella stessa luce dorata che aveva consumato Itai poco tempo prima, e tutti e tre furono avvolti dal fuoco purificatore: la mente della Dragonessa si aprì ad entrambi come una stella che esplode a pochi passi, e poterono vedere che più lontano, quasi nell'ombra, stavano tante minuscole stelle ancora spente, probabilmente le anime delle uova che riposavano prive di vita nelle profondità del vulcano.

    Nel caos dorato di quel sole avvolto dal chakra, i due ninja poterono sentire le eco appena sussurrate delle stelle lontane, che cercavano invano di richiamare l'attenzione della loro Guardiana, ma senza riuscire. Poi il fuoco dorato collegò il sole ad Itai, e quell'immagine sparì, lasciando solo un vuoto senza fine. Il silenzio più totale...in cui dopo un tempo infinito risuonarono poche parole:

    ....

    Piccolo mio?



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    Il corpo di Yogan si accese di una luce abbagliante, tanto che Yukari smise di suonare e si portò una mano davanti agli occhi. CHE STATE FACENDO? COSA LE STATE FACENDO? YOGAAAAN! Un ruggito spezzò ogni suono mentre Yogan smetteva di divincolarsi e fremere, riconquistando quelle sue movenze tanto eleganti da lasciare incantato qualunque essere umano. Si avvolse in numerose spire, fluttuando a mezz'aria e sostenendo i due ninja che la avevano appena svegliata. Le fiamme dorate circondavano la dragonessa, colma di un'energia vitale senza limite: il legame col suo Ryukishi, il VERO Ryukishi era completo...ed ora poteva restituire la vita alle uova dimenticate nel magma. La luce dorata sarebbe svanita una volta compiuto il suo compito, e lei come tutti i draghi sarebbe stata finalmente completa. Cosa...COSA HAI FATTO? VUOI CHE BRUCI NELLE FIAMME DORATE COME SUA MADRE? SEI UN ASSASSINO! ASSASSINO DI DRAGHI! STAI UCCIDENDO IL SUO FUTURO! STAI... Non finì la frase perchè Raizen nel mentre si era avvicinato e gli aveva sferrato un violento cartone alla tempia...e non era stato solo perchè anche Hibachi lo aveva raggiunto, unendosi all'attacco in un duplice pugno dagli effetti devastanti: Yukari volò via, perdendo il flauto ed atterrando parecchi metri più indietro. E piantala di rompere! Sbottò il drago, con un sorriso feroce sul volto, mentre ammirava la Fiamma Immacolata nel suo pieno splendore.

    E' fatta. Ora tutto andrà a posto...finalmente siamo liberi!



    [L'Imperatore Rosso]

    NO. QUESTO NON DOVEVA ACCADERE.



    La voce profonda come un tuono arrivò dal cielo, dove nuvole nere si stavano raccogliendo sempre più numerose. Ci furono lampi di luce e folgori che saettavano per l'aria, mentre Yukari si sollevava a fatica, entusiasta. Jigoku-sama...siete venuto ad aiutarmi! Hanno...hanno rapito Yogan. La hanno... TACI INETTO! I mastodontici occhi del drago si stagliarono su quel cielo nero, ardenti di furia ed odio, mentre Yukari perdeva i sensi, forse travolto dall'istinto omicida della creatura, che subito si rivolse a Itai. NON HAI FATTO CIO' CHE TI AVEVO CHIESTO, RYUKISHI. NESSUNO DEI DUE LO HA FATTO. AVETE LASCIATO CHE L'ASSURDO PIANO DI SEIKA VENISSE MESSO IN ATTO, E SONO CERTO CHE QUEL MALEDETTO DI RYUJIN HA AVUTO PIU' DI UNA MANO IN TUTTO QUESTO. Che stai dicendo, fratello? Ruggì di rimando Hibachi. Yogan ci libererà dalla maledizione! Siamo liberi, il piano è stato un successo! PIANO? MALEDIZIONE? SEI UNO STOLTO HIBACHI, UNO STUPIDO INCAPACE DI VEDERE LA REALTA' DELLE COSE: ERI TROPPO GIOVANE QUANDO I DRAGHI VERDI CI FECERO IL DONO DELLA FURIA DEL SANGUE, MA IO RICORDO BENE COSA ACCADDE. IO RICORDO COSA SI PROVAVA AD ABBANDONARSI AL VERO POTERE. AL POTERE PIU' PURO E SELVAGGIO! IO RICORDO COSA SIGNIFICA ESSERE DAVVERO UNO DI NOI E BAGNARSI NELLA PIOGGIA DI SANGUE DELLE CREATURE INFERIORI!

    Il corpo di Jigoku, forse ancor più imponente di quanto non fosse sembrato sopra il vulcano, si affacciò oltre le nuvole, minacciando l'intera città. Tu...sei impazzito? Come puoi anche solo pensare che la Furia del Sangue sia qualcosa di buono? Quanti di noi sono morti facendosi a pezzi a vicenda per colpa di questa maledizione? Che cosa...? INUTILE, DEBOLE DRAGO. AVREI DOVUTO UCCIDERTI NEL SONNO DI PIETRA COME HO FATTO CON GLI ALTRI CAPACI DI USARE LE FIAMME DORATE. SAPEVO CHE ERANO PERICOLOSE MA PENSAVO CHE AVESSI PERSO OGNI DESIDERIO DI USARLE DOPO SEIKA! Uccidere? Uccidere i nostri fratelli e sorelle? ERANO DEBOLI. DEBOLI E COLMI DI FURIA. HO DIVORATO LA FURIA CHE VIVEVA IN LORO, ACCUMULANDOLA NEL MIO CORPO...MI MANCA POCO, VERAMENTE POCO PER POTERMI DI NUOVO ABBANDONARE AL POTERE ASSOLUTO. AL DONO CHE CI E' STATO FATTO. Follia...sei folle. FOLLE! Non sei più il mio signore, non sei mio fratello! Sei solo un pazzo che ha ceduto alla Furia del Sangue. Quelli come te vanno abbattuti come CANI! Il corpo di Hibachi si accese come una torcia mentre la sua forma umana cominciava a farsi indistinta: stava per assumere il suo altro aspetto quando improvvisamente dal cielo gli precipitò una colonna di fuoco addosso, scaraventandolo al suolo, ancora umanoide, quasi tramortito.

    pillaroffire



    LA FURIA DEL SANGUE E' QUASI AL SUO APICE. LA STO ASSORBENDO DA TUTTI I DRAGHI ANCORA ADDORMENTATI E ANCHE DA TE. SENZA DI ESSA ORA NON HAI ALCUN POTERE FUORI DA CIO' CHE RESTA DEL FARO. Intendeva il Vulcano, ovviamente. NON PUOI OPPORTI A ME, E NON CREDO AFFATTO CHE POTRAI TROVARE ALTROVE L'ENERGIA PER MANIFESTARE LA TUA VERA NATURA. ORA OSSERVA MENTRE DISTRUGGO QUESTI UMANI, QUESTO VILLAGGIO E QUELLA PATETICA IMITAZIONE DI UN DRAGO ROSSO INCAPACE DI ABBANDONARSI ALLA FURIA. Hibachi non riusciva nemmeno a muoversi, contorcendosi al suolo come se provasse un enorme dolore ed al contempo fosse ubriaco. L'unica parte del suo corpo ancora accesa di fiamme era il braccio destro, che stava puntando verso Raizen, che fissava intensamente...non sembrava poter fare altro che fissarlo e tendere l'indice esteso, quasi stesse cercando di scrivere qualcosa a mezz'aria con quel fuoco...indicava sè stesso e poi ripeteva il gesto, mostrando quindi il dorso della mano. Tutto intorno altri pilastri di fuoco cominciavano a cadere su tutto il villaggio, e ad ogni fiamma, Yogan capiva di non potersi allontanare da quello scontro: era come se il capo dei draghi la stesse sigillando in quel luogo. Jigoku poi si voltò verso Raizen. UMANO. UCCIDI YOGAN ED AVRAI IL PREMIO CHE DESIDERI: UN CONTRATTO COL DRAGO ROSSO PIU' POTENTE CHE ESISTA, COLUI CHE RACCHIUDE IN SE' TUTTA LA FURIA DEL SANGUE. AVRAI UN'ALLEANZA CON JIGOKU, AKA NO TEN'NOU! L'IMPERATORE ROSSO!

    Se si fosse alleato con Jigoku, avrebbe dovuto combattere contro Itai, Sojobo e la sua Dragonessa, senza contare le proteste della Volpe, che pure avrebbe fatto il possibile per non farsi notare dal drago.


    Se avesse rifiutato, allora Jigoku avrebbe deciso di agire personalmente. SIA COSI' ALLORA! TUTTI VOI VERRETE SACRIFICATI SULL'ALTARE DELLA MIA ASCENSIONE. IO SARO' L'INCARNAZIONE DELLA FURIA. TUTTI VOI PERIRETE SOTTO L'IMPERATORE ROSSO! Il drago si trovava a forse cinquanta metri d'altezza, ma le sue dimensioni e la sua potenza, ora che si stava nutrendo della Furia del Sangue, erano oltre ogni immaginazione [Grande 90 Unità - Energia Divina - Protezione Naturale 20]

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    Immediatamente dal cielo piovvero decine di sfere infuocate, ognuna ben più grande di un'uomo, che avrebbero cercato di fare piazza pulita degli shinobi e dei loro alleati. Hibachi non era stato bersagliato, ma degli edifici sarebbe rimasto ben poco. C'erano tanti di quei proiettili che ogni ninja sarebbe stato bersagliato almeno due volte, anche se avesse schivato la prima bordata. [Aka no Ame (Pioggia Rossa)]Ogni proiettile ha Potenza 80 - Concentrazione Divina ed è grande 5 Unità . Quindi spalancò la bocca, dimostrando che quando parlava di "ascensione" non andava poi tanto lontano dalla realtà, dato che quella cascata di fuoco dal cielo non poteva essere definita in altro modo che "divina" [Soffio di Fuoco]Cono di 60 metri, diametro di 45 metri alla base
    Potenza 180.
    L'ampio raggio garantiva che tutti i nemici di Jigoku fossero in grave pericolo, questo era certo.

    Comunque andasse, stava per effettuare un secondo soffio quando improvvisamente diverse esplosioni gli fecero deviare il capo. Danni minimi, ma sufficienti a distrarlo, mentre con gli occhi ardenti si voltava per scoprire la causa di quell'attacco: gli abitanti di Kurohai erano tornati, capeggiati dai fratelli di Itai. Noncuranti del pericolo, erano più che decisi a combattere per la loro terra, anche contro un mostro come Jigoku. Stavano forse a una cinquantina di metri da Yogan e dai due shinobi, e sembravano aver ben chiaro che il loro nemico non era certo la dragonessa. ALTRI VERMI. ALTRI SACRIFICI PER LA MIA FURIA SENZA FINE. IO INCENDIERO OGNI COSA AL DI SOTTO DEL CIELO! IO SONO L'IMPERATORE ROSSO!

    CITAZIONE
    Dopo il risveglio di Yogan, questa passa sotto il controllo di Itai, che può liberamente gestirne pensieri, parole ed affini. C'è il tempo di qualche interazione prima dell'intervento di Jigoku.
     
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    Il Dio Drago







    Il piano andò come previsto, Yogan grazie all’ondata di chakra riuscì a liberarsi, anche se il processo non mancò di stranezze, fortunatamente il Colosso era stato raramente vittima di genjutsu e quella tecnica l’aveva appresa più per sicurezza che altro, tuttavia in quelle rare volte non gli era mai capitato di vedere oltre il suo gesto, oltre la tecnica.
    Questa volta qualcosa era mutato, forse a causa della quantità del chakra, forse l’interazione stessa con il drago, non lo sapeva, tuttavia riuscì a visualizzare cosa Yogan fosse in realtà, e pareva che la leggenda, a malapena storia per i draghi, non fosse affatto un mito.
    Mentre Raizen doveva sorbirsi le farneticazioni di quella specie di prete integralista a cui veniva mostrata l’infondatezza della sua religione il clone capì che ad aver innescato il tutto erano più fattori, la musica, il loro chakra e la lama stessa di Itai, che pareva non aspettasse altro che fornire un altro pizzico di calore per avviare la giusta combustione di Yogan che in pochi istanti brillò delle stesse fiamme dorate che l’avevano data alla luce.
    Raizen capì poco di quelle parole, non sapeva se fossero dirette a lui, ma dato che era praticamente la prima volta che aveva a che fare con i draghi rossi era abbastanza improbabile, che fosse Itai il piccolo in questione?
    Dopotutto non c’erano altri piccoli li.

    NON HAI IMPARATO A CUCIRTI QUEL BUCO DI CULO VOMITA MERDA?!?

    Inveì il Colosso sovrastando la voce di Yukari come solo il cupo rimbombo della sua cassa toracica poteva permettere di fare mentre a lui si aggiungeva Hibachi per aiutare il reietto in quel compito che pareva riuscirgli tanto difficile.
    Una botta parecchio dura, ma di cui non tutti parvero essere felici la tensione ebbe solo qualche istante per scemare, a malapena il tempo di permettere ad Hibachi di constatarlo che il cielo si coprì di nuvole nere abbastanza innaturali da insospettire il piccolo gruppetto li riunito.
    Il rombo di tuono articolato in parole confermò solamente i loro sospetti.

    Oh, guarda chi c’è.
    Perché qui dentro non c’è un pubblico ad applaudire?!?
    Perché non batti le mani!
    Avevo ragione!


    All’esterno tuttavia non riusciva ad essere così spavaldo, Jigoku aveva raggiunto uno stadio che loro non potevano nemmeno quantificare, non potevano che stare sotto ad una simile creatura, iniziava ad importargli poco di cosa fosse, di cosa avesse fatto e di cosa rappresentasse.
    Era una divinità, e non erano soltanto gli occhi a dirlo, poteva sentirlo dentro al petto come quella spiacevole sensazione di oppressione che aveva sentito dinnanzi alla Volpe più di una volta.

    Oh, ti nascondi proprio ora?
    Daaaaaaai, eri l’asso nella manica!
    Non ci sono tanti aspirapolveri di rabbia giù in città sai?


    Questione di istanti e la situazione precipitò insieme ad una colonna di fuoco che quasi tramortì Hibachi, probabilmente l’unica cosa che gli permise di resistere era la sua natura di drago, quella colonna era qualcosa di incalcolabile, quanti metri aveva percorso senza perdere densità? E quanta potenza poteva avere per ridurre il drago in quello stato?
    Non sapeva, ma fu costretto a ripararsi dal calore quando la colonna si abbatté al suolo insieme al drago.
    Doveva fermarsi ed osservare rapidamente, Jigoku era ebbro del suo stesso potere, ma non pareva esserlo a sufficienza da venirne annebbiato, per quanto le manifestazioni del suo potere parevano essere eccessive probabilmente erano semplicemente legate alla quantità di potere di cui il drago disponeva: troppo.
    Quantomeno nei suoi artigli.
    Quando venne interpellato la schiena gli si irrigidì: un contratto con il più forte.
    Ma si potevano davvero mettere le briglie a quel potere?
    Si poteva contrattare con quell’essere?
    Tra se e se rise, dandosi come risposta la più totale delle negazioni.

    Un contratto… con te?

    Gli fece eco il clone che insieme ad Itai stava sul fiammeggiante dorso di Yogan, impossibile per Jigoku stabilire se fosse l’originale o il clone.
    Nascosto dalla posizione che vedeva la testa della dragonessa ed Itai alle proprie spalle sorrise malvagio, accettando senza ulteriori segnali la proposta del drago divino, era possibile recitare una parte in maniera così fedele?
    No, probabilmente nel profondo qualcosa voleva accettare.
    Fu un attimo, il clone portò la mano su Garyuka e scattò estraendola mentre il chakra la illuminava della luce della morte, basica manipolazione del chakra che avrebbe reso la zambato capace di tranciare persino Yogan in un solo fendente, la velocità era modesta [vel. Nera] Itai avrebbe sicuramente saputo reagire, e la vicinanza l’avrebbe facilitato.
    Non occorreva chiedere di reggere il gioco, avrebbe solamente leso alla recita, il clone dopotutto poteva tranquillamente rischiare la vita.
    Avrebbe portato un primo tondo verso Itai per non concedergli di distrarsi troppo, il secondo attacco sarebbe stato un proseguo del primo in quanto la lama avrebbe continuato a muoversi levandosi al cielo e calando verso il dorso del drago senza il minimo pensiero.
    Intanto il Rizen originale, si accostò ad Hibachi azzerando le distanze.

    Il rettile, quello buono, ha bisogno.
    Pensi di mostrare la tua faccia o pensi di fare lo struzzo per molto?
    Dal mio punto di vista sarebbe la vendetta migliore, gliela piazzi nel culo e manco sa da dove gli arriva.


    Una nuova offerta, questa volta più allettante della fusione delle coscienze, voleva avere una certezza in più per le mani, anche se probabilmente ciò di cui Hibachi necessitava era solamente il legame con lui, il medesimo che rendeva Itai e Yogan così forti.

    Steccalo.
    Hai a disposizione la batteria più grossa in circolazione.
    E non sperare che usi lo spinotto.
    E stai attento, dopotutto non gli si possono dare tutte le colpe, è assuefatto dalla maledizione, non vorrei doverti consolare se ci pensi dopo.


    Mostrò la mano insanguinata, l’effetto del taglio apportato sfregando la mano su uno dei kunai che aveva in tasca, un gesto rapido che alle sue abili mani era costato meno di un battito di ciglia, e con essa afferrò quella infuocata del drago.
    Non sapeva se il contatto con Hibachi potesse rivelare la presenza della volpe, ma alimentare le fiamme dorate del drago con un po’ dell’odio del biju sarebbe stato uno spettacolo da guardare muniti di bevande e libagioni.
    Se l’attacco apportato a Yogan non avesse fornito abbastanza copertura da nascondere le reali intenzioni di Raizen questo nell’afferrare la mano di Hibachi si sarebbe immerso nella terra utilizzando in contemporanea la tecnica della sostituzione con il suo stesso clone, sparendo senza lasciare traccia ne di se stesso ne del clone che sarebbe andato distrutto nell’attacco, mentre lui sarebbe stato sufficientemente in fondo da non essere danneggiato da quelle tecniche mostruose, al sicuro per ora.

    Ultima changes bella smorfiosa.
    Se va male con Hibachi devo tirarti fuori da qui dentro e dare una mano ad Itai, quella roba è troppo… semplicemente troppo.


    Parlava poggiato alle sbarre, con aria grave, rifletteva li dentro come all’esterno, pensando al modo migliore di sfruttare la sua posizione.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    [Intermezzo]

    La volpe non sembrava minimamente intenzionata a dare segno di sè, soprattutto non vicino a Jigoku, vulnerabile come era nel corpo di un Jinchuuriki imperfetto. BRAVO, SCHIAVO. COMBATTI PER ME! L'azione del clone aveva convinto il drago divino, almeno temporaneamente, e questo diede a Raizen il tempo di afferrare il braccio di Hibachi, lasciando che il sangue facesse da tramite tra i due. Lo scenario cambiò in un istante.

    Kyuubi

    Raizen era in piedi davanti alle sbarre del sigillo, ed accanto a lui stava Hibachi, incolume ed in piedi...anche se la sua forma umana era in qualche modo più effimera. Era come se lo vedesse contemporaneamente come umano e come maestoso dragone dalle scaglie color rubino, con ciuffi di pelo dorato ed occhi accesi come pozze di lava. Le due immagini si sovrapponevano, senza escludersi, ma era impossibile per la mente umana capire cosa ci fosse effettivamente in quel luogo: la cosa migliore era accettare la cosa così come era, senza farsi troppe domande.

    LO HAI PORTATO QUI? HAI PERMESSO AD UN DRAGO DI ENTRARE QUI? COME HAI OSATO? NON SAI CHE POSSIEDE LE FIAMME DORATE? HAI FINALMENTE MOSTRATO LA TUA VERA NATURA, LURIDO UMANO! VUOI SOLO CHE IO SCOMPAIA, TENENDOTI IL POTERE PER TE! MALEDETTO! MALEDETTO E TRE VOLTE MALEDETTO! La volpe era in preda alla furia, scagliandosi a più riprese contro le sbarre, con la bava alla bocca e gli artigli che stridevano violentemente contro l'acciaio che la imprigionava. In tutto ciò Hibachi sembrava piacevolmente sorpreso dalla situazione. Ma tu guarda...mi sembrava di sentire puzza di cane bagnato. Si avvicinò alle sbarre, mentre il Bijuu gettava delle grida furiose ed incomprensibili...nonostante questo il drago era perfettamente udibile. Io volevo solo che tu scrivessi il nome sul mio braccio per potermi poi evocare...in questo modo non sarei dipeso da Jigoku e dal faro...ma devo dire che anche questa idea non è male. Diede un colpetto all'acciaio con le "nocche". Tieni il tuo cucciolo in un posto sicuro, complimenti. Mi sembrava che ci fosse qualcosa di familiare in te.

    Si voltò quindi verso il ninja della foglia. Ma veniamo alle cose serie: Jigoku è impazzito...e per quanto mi sembri assurdo, tu sei l'unico su cui posso contare ora, anche con quelle stronzate che sputi sul portare equilibrio tra i draghi. Tks! Fece un gesto disgustato. Ma non ho altra scelta. Tese una mano...o spalancò le fauci...od entrambi, forse. Il fuoco dorato che ne emerse (alla cui sola comparsa la volpe arretrò con un lampo di vero terrore sul volto) cominciò a concentrarsi fino a creare un rotolo da richiamo, sospeso a mezz'aria. Firma..."Guardiano dell'Equilibio". Lo sbeffeggiò quell'immagine mentale di Hibachi. Così possiamo andare a spaccare il culo a quel traditore di Jigoku.

    jpg



    Poco prima che quel contatto si interrompesse, il drago generò una nuova sfera di fiamme d'oro, lasciandola crescere ed avvicinarsi alle sbarre. Non mi pare che tu sia in buoni rapporti col tuo coinquilino. Se vuoi posso calmarlo definitivamente. Dovrai solo sopportare qualche minuto di urla, ma poi ti abitui, o così mi aveva raccontato Jigoku quando ancora era sano di mente. Se vuoi il pieno accesso al potere di questa creatura, devi solo chiedermelo. Ora come ora non può certo opporsi.

    La volpe lo fissava, trasudante odio, dalle ombre della sua cella.


    Intanto Jigoku aveva scorto il contatto con Hibachi, forse percependo la firma del contratto o banalmente i flussi di chakra, e gridando qualcosa sul punire chiunque osasse ingannarlo, diede inizio al suo violentissimo attacco...
     
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    Promesse







    Soddisfatto della reazione di Jigoku si sarebbe mostrato sorridente della sua tipica arroganza ad Hibachi nel suo mondo interiore.
    Ma non tutti parevano essere soddisfatti della sua scelta.

    Tre volte maledetto?
    Ti dai alle filastrocche ora?
    Rilassati non è qui per ciò che pensi, e di certo non è come Jigoku.


    Parlò inutilmente alla volpe che pareva terrorizzata oltre ogni modo da quella visione.
    Raizen ne fu deluso, accettava le conseguenze del suo odioso carattere, ma quella sfiducia iniziava realmente ad essere mal riposta, e fastidiosa oltre ogni limite.

    Tu guarda, peggio di quella volta che sbagliai a cogliere funghi.
    Ma da ciò che vedo sei una mezza cartuccia rispetto a Jigoku, spero ti impegnerai un po’ li fuori.
    Riguardo il cane bagnato no, era puzza di pisciasotto.
    Ma bullizzare un demone al momento mi sembra inopportuno.


    Stabilizzò il suo sguardo sugli occhi di Hibachi, dato che fino a quel momento aveva cercato di comprenderne le forme.

    Peccato, non dev’essere un piacere scoprire una cosa simile.
    Ma purtroppo lui è solo l’ostacolo prima della cima, e fino a che mi permetterete di prendere a cazzotti simili divinità imbratterò col mio sangue tutti i vostri rotoli.
    Se scrivo il mio nome qui dentro vale doppio?
    Voglio dire, il mio nome, il mio sangue, dentro me stesso.


    Morse il dito e scrisse il suo nome quasi a caratteri cubitali, con una certa soddisfazione

    No, in effetti preferirei non dover condividere quel foglio, Guardiano dell’equilibrio è un nome che va mantenuto al singolare, senti com’è altisonante.

    Lo borbottò qualche altra volta prima che i suoi occhi fossero in grado di focalizzarsi sull’enorme palla di fiamme dorate che il drago stava creando.
    Respirò affondo mentre guardava la volpe.

    No, stai fermo, una checca è più che sufficiente.
    Non sfrutterò quelle fiamme, l’ho promesso.
    Farò capire le mie ragioni a questo stronzo a suon di cazzotti.
    In futuro magari apprenderò io stesso la tua tecnica se è possibile per un uomo, ma non la userò come te.
    Al momento c’è bisogno di qualcosa di più fisico, e sarà necessario risolverlo faccia a faccia.
    D E F I N I T I V A M E N T E.


    Scandì l’ultima parola mentre richiudeva nuovamente quella breve parentesi senza permettere al drago di ledere minimamente il Biju: aveva fatto una scelta, quella di chiedere alla volpe se potesse accettare quel compromesso, aveva rifiutato ed avrebbe rispettato quella decisione.
     
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    Il Fotone della Foglia







    Quando giunse l’inferno Raizen era appena tornato alla realtà dopo aver stretto il contratto con Hibachi, e si rese conto che la parola data alla volpe questa volta forse era troppo ingombrante.
    Si sarebbe preso qualche attimo per sfogarsi con il demone, ma si limitò a stringere i denti mentre il suo odio aumentava e paradossalmente non poteva nemmeno utilizzare il contratto appena stretto con Hibachi, evocarlo sotto al girone infernale che Jigoku gli stava scagliando contro avrebbe significato morte, anche per un drago con la sua esperienza.
    Alla comparsa delle palle di fuoco il Colosso sapeva di dover correre per avere salva la vita, e senza interrompere il contatto con il braccio di Hibachi si lanciò verso Itai, stringendolo per portarselo dietro mentre il chakra metteva il fuoco alle sue gambe per scartare ed evitare[Impasto MedioAlto Rif. + 8] la prima palla di fuoco con un doppio passo che gli permise di arrestare la corsa e ridirezionarla in pochi attimi aggirò la palla senza venirne scalpito, i metri percorsi per arrivare al suolo erano stati un sufficiente preavviso per effettuare una schivata eccellente, la seconda sfera invece giunta quasi a ridosso della prima era quasi imprevista e Raizen fu costretto a portare fuori traiettoria Hibachi con uno slancio[Impasto MedioBasso For. + 4] per poi usarlo come contrappeso. Un gesto atletico che gli permise, anche se strattonando lievemente la creatura, di far evitare ad entrambi la sfera, Raizen però riuscì solo parzialmente ad evitare la palla che sfiorando a malapena il corpo riuscì ad incendiarlo, causando una dolorosa bruciatura[Media diffusa al fianco sinistro] che non riuscì a fare a meno di sfogare con un grido serrato tra i denti mentre pensava che sacrificarsi per il prossimo non era proprio per lui.
    Si considerò salvo quando al termine della corsa giunse nei pressi di Yogan e Itai, riuscendo a nascondersi dietro la rinata dragonessa.
    Ma non riuscì a non sgranare gli occhi dinnanzi alla cascata di fuoco che veniva giù dal cielo.

    Santi dei.

    Mormorò allibito mentre la mano destra si muoveva istintivamente verso la spada, come se questa avesse potuto salvarlo.
    Più di una volta la presa si fece salda e poi debole cercando di comprendere se fosse stato utile o meno impugnare una spada quando l’inferno ti piombava addosso.
    Tuttavia nel frattempo il suo cervello prese a girare come una dinamo sviluppando sempre più idee trasportato da quella follia.

    Creami un apertura in queste fiamme e ti assicuro che quella serpe troppo cresciuta rimarrà solo una fastidiosa carcassa.
    Se riusciamo a spaccare il flusso sparandogli addosso qualcosa possiamo nasconderci tra le sue stesse fiamme e guadagnare metri preziosi prima che possa notarci.
    A quel punto, itai, userai la il tuo magico nuovo potere e ci farai vedere cosa significa demone incazzato.
    Attirerai la sua attenzione verso l’alto, ma sarà Yogan ad attaccare per prima dal basso muovendosi insieme a te, dovrai cercare di fargli quanto più male possibile Yogan, ma le tue nuove fiamme dorate dovrebbero già intimidirlo.
    A quel punto Itai il mio clone si piazzerà al di sotto di una delle tue mani, dovrai scagliarlo con quanta più forza possibile verso jigoku sesei abbastanza lucido usa pure il chakra repulsivo [pianificazione + 2 tacche]
    A quel punto saremmo io e il clone a gestire lo stronzo.


    Itai e Yogan non si fecero pregare, attivandosi in pochi istanti per respingere l’ondata di fuoco furono efficienti quanto bastava da permettere a Raizen ed al clone di ripararsi dietro di loro per organizzare al meglio l’attacco.
    Fu in quel momento che Raizen attivò la tecnica dell’occultamento, e quando si alzarono in volo soltanto un Raizen era presente.
    Itai da demone non era piacevole da vedere, se possibile Raizen era lievemente schizzinoso verso quel gigantesco insetto, ma nonostante tutto non si tirò indietro dall’applicare la strategia.
    Il clone poggiò mani e piedi sul palmo della zampa, preparandosi al momento fatidico, sulle sue spalle Raizen, occultato si teneva aderente mediante il chakra adesivo.
    Contemporaneamente alla spinta di Itai il clone avrebbe impiegato[MedioAlto Vel. + 8] quanto più chakra possibile e Raizen stesso aveva caricato le sue gambe con la medesima quantità di chakra[MedioAlto velocità + 8] in modo da sommare la sua accelerazione a quelle precedenti.
    Cosa avrebbe potuto vedere a quel punto il gigantesco drago?
    Forse ben poco, Raizen aveva avuto cura di sfruttare un sottile difetto anatomico dei draghi: le creature avevano gli occhi posti ai lati del cranio, ciò voleva dire che il raggio visivo per un tratto abbastanza ampio aveva un cono d’ombra in cui il Clone aveva cercato di scagliarsi.
    Se i suoi riflessi fossero stati abbastanza rapidi da poter percepire il risultato di quei movimenti finemente coordinati comunque avrebbe visto il clone voltarsi a mezz’aria dopo la spinta avvicinandosi a folle velocità mentre impugnava la zambato. Il vero problema era che il Raizen originale lo precedeva ancor più veloce ed ancor più pericoloso. Sarebbe comparso solamente quando abbastanza vicino al drago da risultare impossibile da schivare, pur senza tardare troppo in tale rivelazione in quanto l’attivazione della tecnica prescelta per quell’attacco l’avrebbe reso per forza visibile.
    In quel momento, era riduttivo chiamare Raizen Fulmine, era ben più veloce e pericoloso di una semplice folgore, una volta visibile la zambato sarebbe stata avvolta da una catastrofica potenza elettrica[
    Hinto
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Bue, Coniglio, Tigre, Bue. (4)
    L'utilizzatore può rivestire una mano o un'arma di chakra elettrico dalle alte capacità penetranti. Distrugge qualsiasi protezione con durezza pari o inferiore a 4. La potenza è pari a 90. Necessita di uno slot azione di caricamento in cui la mano o l’arma non può essere adoperata.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Livello: 3 / Consumo: Elevato )
    [Da jonin in su]


    + impronta raiton + nin inarrestabili totale 110 + zambato 50]
    .
    Nonostante la deduzione riguardo il punto cieco del rettile il Colosso non attaccò esattamente in mezzo agli occhi, in quel caso infatti avrebbe trapassato solamente il setto nasale del drago, avrebbe spostato il punto di impatto più in alto in modo da essere sicuro di trapassare la scatola cranica e il cervello di Jigoku.
    Probabilmente tutta la forza sviluppata nel lancio non si sarebbe esaurita dopo il primo ostacolo, ma per quanto macabro potesse apparire era l’unico modo che gli era balzato alla mente per eliminare l’ostacolo rapidamente: trapassarlo con tutto il suo corpo da parte a parte.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Kurohai

    Il Demone ed il Drago



    La spada era il centro di tutto. Essa era simbolo e catalizzatore del mio legame con lei e le fiamme della spada alimentate dal mio chakra erano le mie fiamme. E quando esse toccarono Yogan qualcosa di incredibile avvenne. Le urla disperate di Yukari divennero un mormorio indistinto fino a scomparire nel rumore roboante del fuoco che ardeva ma non feriva e che crebbe d'intensità a livelli tali da divenire una luce radiante. E con essa compresi che il destino di Yogan era compiuto e che io avevo fatto sì che fosse così. Mi avvicinai alla dragonessa, avvolti entrambi in un incredibile guscio di fiamme dorate che non potevano nuocerci: io le avevo sconfitte sottraendo loro il carburante essenziale che le alimentava, Yogan invece era nata da esse e dal sacrificio di molti draghi tra cui la sua stessa madre ed ella non era che il fuoco delle fiamme dorate fatta carne in grado di bruciare la maledizione stessa dalle fondamenta.
    Quando toccai l'ispido muso della dragonessa mi sentii enormemente tranquillo, sollevato, come se tutto fosse tornato al suo posto. Yogan si avvicinò e mi sfiorò il viso col suo, dure scaglie contro morbida pelle. Scaglie ardenti, di chi è Fuoco.
    Sei libera. Dissi alla dragonessa la quale parve felice. Potevo sentire quasi le sue sensazioni e la sua gioia derivante da quella nuova libertà. Il legami con Yukari è spezzato.
    Non è mai stato un vero legame, Itai. Mi disse lei, superandomi per poi avvolgersi attorno a me con molte spire come un sinuoso serpente rosso di enormi dimensioni. Toccai le scaglie della dragonessa, ancora avvolti in quel bozzolo di fiamme dorate. Era solo un'imitazione. Una grottesca imitazione. Lo so, Yogan, potevo sentirlo.
    Mi dispiace per il villaggio.
    Lo ricostruiremo, Yogan. Non è stata colpa tua. Ora Yukari non ha possibilità contro di noi, ma non è lui il pericolo principale. Se le supposizioni mie e di Raizen sono vere Jigoku non è altro che asservito alla sua stessa furia, il che vuol dire che avrà tutte le intenzioni di ucciderti. Dissi, rabbioso al pensiero. Jigoku sarebbe potuto essere un avversario a dir poco formidabile, ma a quel punto dubitavo che sarebbe potuto rimanere a guardare. Avevo evitato che la mia furia inquinasse Yogan e dunque rendesse vano il sacrificio di Seika e delle uova dunque non avevo agito come Jigoku aveva voluto. Presto o tardi tutto ciò avrebbe avuto ripercussioni su di noi.
    Sei diverso, sai? Mi sembri così... calmo. Sorrisi. Lo sono.




    Le fiamme svanirono. Yogan era di nuovo dalla mia parte, eppure non avemmo il tempo di dire due parole con Raizen che la voce di Jigoku giunse come un tuono imperioso. Alzai lo sguardo al cielo e lo vidi, il più grande traditore di tutti i Draghi dell'Ovest. Una disgrazia nominata come l'Inferno che pareva intenzionato a prendersela con noi per le nostre azioni.
    Hibachi non rimase a guardare. Sebbene prima non avesse forse colto il significato delle mie parole poté probabilmente rivalutarle alla luce della confessione di Jigoku stesso
    E si arrabbiò. Si arrabbiò al punto che stava per assumere nuovamente la sua forma draconica quando all'improvviso, veloce come un fulmine, una colonna di fuoco cadde su di lui intrappolandolo. E Jigoku infuriato fece una proposta che mi fece gelare il sangue nelle vene. Proporre a Raizen di uccidere Yogan e dunque stringere un contratto con lui.

    Ero grato a Raizen per l'aiuto che mi aveva dato, ma certo non al punto da permettergli di sacrificare Yogan per ottenere potere. Solo che non conoscevo Raizen abbastanza bene da poter dire quali potessero essere le sue intenzioni e quando lo vidi voltarsi verso me con quel sorriso crudele dipinto in viso evvi timore che l'offerta fosse fin troppo allettante per essere rifiutata. Il Jonin della Foglia spostò una mano sull'elsa della sua spada in un movimento troppo lento.
    Scattai con la velocità del vento muovendo Garyuka ad una velocità impensata, frapponendola tra Raizen e Garyuka [Difesa], per poi bloccare il secondo attacco allo stesso modo [Difesa].

    Quella non era la forza di un Jinchuuriki. Qualsiasi cosa stesse facendo Raizen non ci stava mettendo il benché minimo impegno per perseguire il proprio scopo. Qualsiasi ninja del mio livello avrebbe potuto facilmente reagire a due attacchi così banali il che mi fece sorgere in mente un dubbio: perché attaccare in maniera così ridicola quando la posta in palio era così tanto alta? Non aveva senso un comportamento nel genere a meno che non fosse visto sotto la giusta ottica: Raizen non voleva uccidere Yogan. Decisi di reggere il gioco, almeno per capire se avevo intuito bene, sperando di avere ragione.
    L'ultima cosa che volevo era dover combattere contro di lui e Jigoku. Che cazzo fai, idiota. Dissi gelido.

    Non avvertii quanto Raizen stava facendo con Hibachi. Avvertii soltanto la furia di Jigoku e vidi solamente la sua rabbia abbattersi su di noi, su tutti noi, Raizen compreso, come una pioggia di fuoco. Yogan!
    Pensa a te stesso e non preoccuparti, io ce la farò! Sojobo, va via di qui! Urlai al Tengu il quale annuì e scomparve comprendendo che probabilmente sarebbe potuto essere soltanto d'intralcio.

    Vidi cadere verso di me una sfera a folle velocità, ma grazie al cielo anche io ero in grado di raggiungere facilmente tali livelli. Con un salto incredibilmente rapido riuscii a spostarmi di circa tre metri all'indietro lasciando che la sfera di fuoco che mi bersagliava cadesse a mezzo metro di me, sul terreno [Difesa]. Subito una seconda tentò ancora di colpirmi, ma la dinamica fu ancora la stessa: saltai in avanti nuovamente di tre metri, lasciandomela alle spalle giusto in tempo per evitare gravissime ustioni su tutto il corpo [Difesa].

    Yogan, dal canto suo, non aveva certo i miei stessi riflessi ma con una poderosa quantità di chakra era certamente in grado di riuscire a sopravvivere a quella folle offensiva. Il suo corpo era grande ma agile e sinuoso e dapprima spostò solo la parte centrale creando lo spazio per farci cadere una sfera [Difesa], dunque ripeté l'operazione con altrettanta rapidità muovendo la coda che era bersagliata da una seconda sfera di fuoco [Difesa].

    Ma quello era solo l'inizio.

    Ciò che accadde dopo, fu qualcosa di incredibile. Il più grande, poderoso e potente muro di fuoco che avessi mai visto in vita mia.

    C'è solo un modo per farcela. La voce di Chomei mi raggiunse al profondo del mio essere.
    E così sia, Chomei. Iniziai a richiamare una enorme quantità di chakra del bijuu Proteggerò tutti.


    Udii il piano di Raizen ed annuii, ma Yogan non sembrava esattamente convinta della cosa. Non preoccuparti, starò bene. Non era certo dell'attacco che si preoccupava lei, quanto più della difesa che dovevo imbastire! Sapeva tutto delle mie capacità... ma non era ancora a conoscenza degli ultimi sviluppi tra me e Chomei. Non fare cilecca Raizen, ti spedirò più forte che potrò e ti assicuro che non sarà poco.

    Proteggere tutti.
    Con quel pensiero fisso iniziai a mutare la mia forma, ingrandendomi a livelli tali da essere grande circa la metà di Jigoku. Un avversario degno per metà, insomma. E finalmente, per la prima volta mi trasformai nella vera forma di Chomei [Tecnica]
    Demone
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può ricoprirsi con la struttura del demone, incrementando le proprie dimensioni a 40 Unità. L'utilizzatore ha un miglioramento del colpo senz'armi e della difesa naturale fino a 10 per livello dispari della tecnica speciale più 5 per ogni coda dispari. Può utilizzare le code come arti aggiuntivi per attaccare o difendersi, ogni coda è lunga 15 Unità. La potenza massima del colpo senz'armi è pari a 20 per livello della tecnica speciale. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica avanzato. Se attivato al IV livello, si attiva automaticamente la Furia del Demone.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 2 / Consumo: ½ Basso ogni 5 di potenza - Mantenimento: Metà dell'attivazione)
    [Richiede Chakra del Demone IV]

    [Da jonin in su]
    . Spiegai le ali, udendo la voce di Yogan alle mie spalle urlare il proprio disappunto.
    Ti farai uccidere!
    Rimanete tutti dietro di me! Raizen, va su una delle ali. Urlai con la voce amplificata da quella forma colossale.

    Avrei protetto tutti. Mi scagliai verso le fiamme caricando un accumulo immane di chakra davanti alla mia bocca, per poi spararlo contro il muro enorme di fiamme. [Tecnica]
    Bijuudama
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Se attivata la tecnica speciale, l'utilizzatore può accumulare una grossa quantità di chakra compresso e rotante di colore scuro di forma sferica di raggio pari a 1,5 metri, emettendolo subito dopo. Il costrutto esplode a contatto. La gittata è pari a 30 metri, ha velocità pari ad una statistica a scelta dell'utilizzatore. La potenza è pari a 50 e può causare Dolore Grave; entro un ha raggio di 9 metri, l'esplosione causerà un di potenza 20 e può causare Dolore Medio. Se attivata tecnica 'Demone' è possibile incrementare la potenza diretta e dell'esplosione di 30 con un consumo Medio extra.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo: Alto )
    [Richiede Chakra del Demone III]

    [Da chunin in su]


    Ninjutsu Inarrestabile [2]
    Speciale: L'utilizzatore può migliorare la potenza delle proprie ninjutsu: se potenziate con una qualsiasi abilità 'Talento', la potenza aumenta di 10.



    Bijuudama
    Talento: L'utilizzatore, se trasformato in Mezzo-Demone o Demone, può utilizzare la "Bijuudama" utilizzando uno slot tecnica anziché uno slot tecnica avanzato. Utilizzabile 1 volta ogni 2 round. Non è possibile utilizzare altre abilità "talento" in combinazione.
    [Da Demone III in su]
    [Da Chunin in su]



    La Bijuudama non era abbastanza forte per impattare e fermare le fiamme, ma l'esplosione ne deflesse abbastanza da ridurne la potenza in maniera tale da renderla controllabile. Avvolto nella mia struttura di demone richiamai tutto il chakra che potevo per resistere all'inferno che mi si stava scagliando contro. le fiamme mi raggiunsero e mi bruciarono, sentii dolore ma quando passarono ero ancora vivo. [Difesa - Ferita Mediograve Diffusa].
    Le fiamme raggiunsero anche Yogan, la quale protetta da me subì solo danni abbastanza marginali per non avere una protezione come quella che la trasformazione mi concedeva [Ferita Mediograve diffusa].

    Jigoku poté vedere chiaramente che alla fine del suo grande attacco eravamo ancora vivi. E toccava a noi rispondere al fuoco. Le fiamme non si erano ancora del tutto estinte quando tirai indietro l'ala caricando un lancio a dir poco poderoso, impiegando non solo tutto il chakra che potevo mettere ma spingendomi oltre al punto da superare il mio limite massimo [Attacco] VAI! urlai spingendo il Jinchuuriki della volpe più forte che potevo verso Jigoku con la mia coda (o ala che dir si voglia), mandandolo a volare ad una folle velocitù verso il bersaglio proprio quando le fiamme si erano abbassate al punto da essere innocue.

    Nel frattempo Yogan si era mossa subito dopo l'esplosione della mia Bijuudama, dirigendosi ancor prima del lancio verso Jigoku ruggendo carica di furia per caricare dal basso il nemico. Ma qualcos'altro stava per succede.





    Hanako e Maku guidavano i cittadini di Kurohai, molti dei quali terrorizzati dalla stazza del drago ma nessuno di loro pronto a farsi indietro. Quando videro all'improvviso Itai trasformarsi in un enorme insetto Maku spalancò gli occhi decisamente stupito. Hanako, di buona grazia, si lasciò sfuggire una risatina nervosa.
    Quello sarebbe nii-chan? dopotutto lei era rimasta alla versione della Lince. Direi di sì. Hanako, idee?
    Hanako aveva sempre idee. Lei, al contrario mio, era davvero una Nara.
    Sì. Non possiamo sapere cosa stanno facendo, per cui dovremo supportarli Strategia [ 2 ]
    Abile: L'utilizzatore può modificare liberamente gli slot agli elementi del proprio team; è possibile assegnare a un PG quanti slot tolti a un altro PG. È possibile assegnare a un PG fino a 1 slot azione extra e 1 slot tecnica extra; non c'è limite nella riduzione.
    [Da chunin in su]

    Sinergia [ 2 ]
    Speciale: L'utilizzatore guadagna 1 slot azione extra o 1 slot tecnica extra da cedere agli alleati PG o Gregari. Può essere utilizzato 1 volta ogni 3 round.
    [Da chunin in su]

    dalla distanza osservando che succede. Io non ho tecniche a distanza utili in questo frangente. Ecco, Yogan si sta muovendo! Attacchiamolo al lato così da distrarlo dall'attacco di lei! Due ondate, la prima adesso la seconda dopo il suo attacco nel caso ce ne sia un secondo!

    I cittadini di Kurohai, molti dei quali erano ninja appartenenti un tempo alla banda di Itai Kizu ormai dismessa, caricarono una grande varietà di tecniche di ogni tipo: fuoco, acqua, aria, terra ed elettricità, proiettili grandi piccoli. Un vero e proprio muro di tecniche di grande potenza che giungevano anche a velocità diverse per via della difformità e gran numero di gente che stava lanciando dal basso.
    Così quella prima ondata di Jutsu risalì verso l'altro mirando al lato scoperto di Jigoku che quello opposto rispetto a dove Yogan si stava dirigendo.





    Yogan correva ad una velocità pazzesca, cercando di bruciare rapidamente la distanza che la separava di Jigoku [Azione]. Ben presto fu sotto di lui e la sua reazione fu quella smisurata di chi ha sofferto fin troppo per mano sua.
    Quella specie di lurido pifferaio l'aveva fatta danzare come un topo! Poteva ancora sentire l'amaro puzzo che quell'uomo le aveva lasciato sulle scaglie. Con uno scatto repentino cercò di mordere Jigoku in gola, rimanendo lì nel caso l'avesse preso, con la bocca aperta ed i denti infilati nella sua carne cercando di tenerlo fermo mentre la temperatura di tutto il suo corpo assumeva livelli insostenibili [Azione]
    Pelle Ardente
    Speciale: L'utilizzatore può aumentare la propria temperatura del corpo, aumentando la potenza del colpo senz'armi di 10. Causa Ustione (DnT Medio) una volta a round. Non può essere usato in difesa.
    (Consumo: ½ Basso ogni attacco)
    [Richiede Slot Azione]

    [Da Chunin in su]
    .
    Una volta portata quell'offensiva Yogan avrebbe reagito immediatamente indipendentemente dalla riuscita dell'attacco. Vide i cittadini lanciare ancora tecniche e pregò che nessuno di loro morisse contro un avversario di quel calibro. La dragonessa aprì le fauci (o no, casomai le avesse già aperta a causa del morso che continuava a dare a Jigoku) e sparò dalla bocca una bordata di cenere proprio sul muso del drago sicché da coprirgli totalmente la visuale della sua morte imminente che giungeva sottoforma della spada di Raizen Ikigami. [Tecnica Extra]
    Haikiri no Jutsu
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nesusno
    L'utilizzatore può ricoprire una vasta area da una fitta coltre di ceneri vulcaniche. Chiunque all'interno della coltre sarà considerato "occultato" e potrà essere visto solo entro 1,5 metri. Tecniche con un potenza superiore a 40 dissolvono la nebbia nell'area colpita. La tecnica viene annullata da forti correnti di vento nell'area in cui sovrapposta.

    Tipo: Ninjutsu - Katon
    (Livello: 4 / Consumo: Basso ogni 9 metri - Mantenimento: ¼ Basso ogni 9 metri)
    Raggio Massimo: 9 metri a grado

    [Da Genin in su]
    .
    Muori traditore. Sibilò Yogan dopo aver tentato di togliere la vista a Jigoku.

    Perché altro non era che uno sporco traditore del proprio sangue, insozzato fino nel profondo dalla Furia che aveva deciso di amare piuttosto che di ripudiare e non meno importante, senza alcun rispetto per l'enorme sacrificio fatto da Seika. Yogan non aveva mai conosciuto sua madre e ne aveva sempre ignorato il motivo. Eppure adesso che lo conosceva non se ne rammaricava. Anzi! Era felice di avere una madre sì tanto coraggiosa da andare incontro alla morte pur di fare la cosa giusta.
    Per quel motivo non avrebbe mai perdonato Jigoku. Perché non poteva rendere vano il sacrificio ed il desiderio della sua stessa madre.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    [L'Imperatore Rosso II]

    RIDICOLA. IL TUO MORSO NON E' NIENTE PIU' CHE LA CAREZZA DI UN BAMBINO, FIAMMA IMMACOLATA. Il possente drago aveva lasciato che Yogan lo azzannasse senza nemmeno disturbarsi, il danno era pressochè nullo e anche le fiamme di lei non erano nemmeno paragonabili al calore al quale era abituato. Mentre lei si contorceva inutilmente per cercare di superare la spessa pelle dell'esemplare più anziano, una salva di Jutsu arrivò contro le sue spire, distraendolo giusto una frazione di secondo, quella necessaria perchè le dragonessa gli gettasse contro la sua nube di ceneri ardenti. FUMO? DI FRONTE A ME, IN UNO SCONTRO TRA DRAGHI RINUNCI AL TUO FUOCO. DISONORI TE STESSA E LA TUA STIRPE! PAGHERAI PER QUESTO AFFRONTO E... In quell'istante la coltre di nubi si squarciò, mentre Raizen Ikigami, come una lancia scagliata dagli dei, si avventava a piena potenza sulla fronte del drago, troppo rapido perchè potesse anche solo capire cosa stava accadendo: fu solo un lampo, e poi un terribile dolore al centro esatto della testa, al quale l'Imperatore Rosso gettò un grido di dolore acutissimo, niente che la mente umana potesse anche solo tollerare, tanto che chiunque si trovasse vicino ne avrebbe sentito appieno gli effetti. [Raggio 50 m. Potenza 20, Assorda per 3 round]

    Il ninja della foglia non era riuscito ad andare troppo a fondo, complici le quasi infrangibili ossa del drago, ma certamente aveva raggiunto e danneggiato il cervello della bestia, compromettendone la sopravvivenza. Mentre l'urlo ancora non cessava, il corpo di Jigoku avvampò in fiamme rosse tanto dense da sembrare quasi nere...non c'era alcuna luce un quel fuoco: ma solo pura distruzione! Il calore esplose in tutte le direzioni, spazzando via le nuvole e mostrando il corpo del re dei draghi rossi che si contorceva orribilmente, consumandosi della sua stessa fiamma fino a ridursi di dimensioni: il contatto prolungato avrebbe causato danni pesanti al Jinchuuriki della Volpe, se non si fosse difeso in qualche modo [Ustione (DnT Grave) Potenza 40] ma al contempo nella sua mente si sarebbero affacciate delle immagini truculente di morte e distruzione: la Furia del Sangue, così come i ricordi di Jigoku, stavano penetrando in lui, forse cercando di prender eil controllo del suo corpo...forse...

    CITAZIONE
    Il Faro brillava della meravigliosa luce del tramonto mentre i draghi, che brillavano di ogni colore, danzavano nel cielo sorvegliando l'equilibrio tra le forze della natura: il loro ancestrale incarico. Era un giorno importante per Jigoku, figlio maggiore di Kazan, grande Leader dei Draghi d'Occidente, perchè quel giorno sarebbe giunto al Faro il nuovo custode, scortato da uno dei Draghi d'Oriente. Un umano dal grande potere spirituale, che avrebbe sostituito l'ormai anziano Batsumaru, ormai alla soglia dei cento anni di età. Il nuovo Custode avrebbe nominato i draghi della sua Guardia d'Onore, e con la sua stazza ed incredibile forza, Jigoku era certo di venir scelto. Certamente non avrebbero potuto prendere quello sciocco di Hibachi, il suo fratello non ancora centenario, che passava il tempo a giocare con il suo secondo aspetto, mescolandosi coi giovani umani. Il Custode non era un uomo come gli altri, era superiore, pari ai Draghi se non persino meglio: essere scelti era un immenso onore!

    La cerimonia si concluse in pompa magna, e come c'era da aspettarsi, Jigoku fu scelto per l'incarico assiema ad altri due, ma era l'unico che era stato chiamato personalmente, e non con un semplice gesto, come a sottolineare la sua indiscussa superiorità come Guardia d'Onore. Certo, il Custode aveva tenuto addosso il cappuccio della tunica per tutto il tempo e non era riuscito a vederlo in volto, ma gli umani sono così strani che non valeva la pena perderci troppo tempo, ora doveva pensare ad adempiere al suo incarico e salvaguardare il faro alla meglio, dando l'esempio ai suoi fratelli meno abili. Fu solo dopo tre notti che venne convocato dal Custode sulla cima del faro, nella sala circondata da aperture dove i Draghi potevano affacciarsi con la parte superiore del corpo.



    Il Custode era là, col cappuccio abbassato, mostrando un aspetto assai più giovanile di quanto la sua voce non lasciasse inizialmente intendere. E non era da solo: intorno a lui fluttuava il giovane drago d'Oriente, non più lungo di cinque o sei metri, che lo aveva scortato come voleva la tradizione. Entrambi stavano chini su una strana fonte in oro tempestata di gemme prezione, scrutando qualcosa di strano al suo interno. Fratello d'Oriente...come mai sei ancora qui? Non dovresti entrare nel faro di un altro punto cardinale, sai che potrebbe turbare l'equilibrio. Probabilmente, anzi sicuramente era una prova a cui il Custode voleva sottoporlo, ma non si sarebbe lasciato cogliere in fallo: lui era della Guardia d'Onore, doveva essere fermo e dare l'esempio. Il drago Orientale si voltò con una strana luce negli occhi, ma non disse niente, mentre l'umano si voltava e rispondeva per entrambi.

    Perdonaci, Jigoku-sama. Gli riservava un onorifico! Doveva aver superato la prova appieno. Io e Dokusenki stavamo giusto congedandoci. Sei stato puntuale nel tuo compito, e mi scuso per la mia inesperienza come custode. Si inchinò. Spero tu possa aiutarmi in futuro come in questo momento. Soddisfatto, il giovane Jigoku si appoggiò al pavimento, annuendo mentre, con la modestia necessaria, rispondeva: Non devi scusarti...Custode, stavo solo svolgendo il compito che mi hai assegnato. E...chiedo perdono, ma non ricordo il tuo nome...so che non è necessario per il Custode averne uno, ma mi chiedevo se non preferissi un modo più colloquiale per comunicare con me...e con gli altri della Guardia d'Onore. Il nome che mi hanno dato alla nascita non conta più di tanto per me, che ho il dono di scrutare il futuro. Ma so che incontrerò un uomo, fra molti anni, che mi concederà di portare il suo nome per qualche tempo. In suo onore, se vuoi tu puoi chiamarmi Hayate, Jigoku-sama. Se fosse stato umano, Jigoku avrebbe sorriso trionfante, ma era un drago e dunque non trapelò nulla dell'entusiasmo per questo affiatamento che stava nascendo con il nuovo Custode.

    E dimmi, Hayate-sama...cos'è quella fonte? Un talismano che hai portato dal Tempio Centrale? Meglio, Jigoku-sama. E' un dono di incommensurabile potere...la perfetta contromisura contro i pericoli che l'Equilibrio corre in queste terre Occidentali. Jigoku scattò come un predatore a quella notizia. Pericoli? Non so nulla...di cosa parli, Hayate-sama? Il Custode sospirò ed attese a lungo prima di parlare, con una profonda tristezza nel tono della voce. Gli umani di queste terre sono stati corrotti da un Male che non sono ancora riuscito a localizzare...è qualcosa di oscuro, strisciante. Distruggerà l'equilibrio se non stiamo attenti. Posò una mano sulla fonte. Ma con questo manufatto posso trasmettere a tutti voi Draghi d'Occidente il potere necessario per fermare il pericolo. Basterà una goccia del tuo sangue, e poi io e te assieme compiremo grandi azioni in nome dell'equilibrio! Gli occhi di Jigoku avvampavano per l'emozione. Qualunque cosa per l'Equilibrio. Anche Hayate sorrise. Si. Qualunque cosa per l'Equilibrio.

    E poi fu solo Sangue e Furia.

    Draghi che si sbranavano a vicenda nei cieli, tingendosi del loro stesso sangue. Kazan cadde per primo proprio per mano del figlio, che ne assunse il diritto divino ed il potere, ma questo non fermò la sua sanguinaria battaglia contro ogni cosa che si muovesse. Umani che venivano sollevati in cielo dai mostruosi rettili, per poi venire afferrati a mezz'aria e strappati a brandelli da un drago rivale, finendo poi per precipitare al suolo mentre le creature iniziavano a lottare tra loro. Case in fiamme, persone che scappavano solo per venire squarciate da artigli e zanne incandescenti, insensibili ad ogni supplica. La Furia parlava per Jigoku, incitando i draghi contro gli umani e contro i deboli, in una guerra che non prevedeva nè vincitori nè vinti. E lui ne era felice. Gloriandosi del potere che gli permetteva di dare libero sfogo alla sua superiorità. Alla sua forza. Quel potere che lo aveva messo al posto che meritava, sulla cima! E mentre il faro perdeva la sua luce, le scaglie dei rettili diventavano rosse per il resto dell'eternità. Ed in tutto questo, il Custode ed il Drago d'Oriente ammiravano il lavoro svolto, preparandosi ad andarsene.

    Il Sangue e la Furia sparirono dopo un tempo imprecisato, quando un Jinchuuriki fece il miracolo e creò i Ryukishi...ma quelle immagini di distruzione continuavano a succedersi nella mente di Raizen, tenuto adeso al corpo dei Jigoku nonostante il calore ed i violentissimi spasmi della sua vittima. Raizen non poteva controllare minimamente sè stesso, perchè c'era troppo Sangue. Troppa violenza. Troppa furia. Troppo rosso. Troppo tutto.
    Si sarebbe visto come prigioniero al centro di un lago di sangue, incapace di andare a fondo perchè pochi centimetri sotto la superficie stavano decine e decine di corpi, alcuni ancora agonizzanti. Nelle nebbie tutto attorno le immagini si susseguivano senza limiti, e non poteva chiudere gli occhi o tapparsi le orecchie, non poteva fare niente se non subire quella follia sanguinaria. Davanti a lui la nebbia incandescente avrebbe cominciato a prendere forma fino a mostrare uno spettro di ciò che era la Furia di Jigoku, di ciò che era il suo vero io: un drago divorato dall'interno, fiamme senza nutrimento che lo avevano lasciato smunto e pallido, anche se animato dalle peggiori intenzioni.



    HAI UCCISO SOLO IL MIO CORPO, UMANO, MA NON PUOI FERMARE LA MIA FURIA SANGUINARIA. E' PIU' FORTE DI QUANTO TU POTRAI MAI ESSERE, E DIVORERA' IL TUO CORPO DALL'INTERNO, DONANDOMI NUOVA VITA. INTANTO CIO' CHE RESTA DI ME DISTRUGGERA' I TUOI COMPAGNI E LA FIAMMA IMMACOLATA. NESSUNO PUO' FERMARE JIGOKU, L'IMPERATORE ROSSO! NESSUNO! E con queste parole, lo spettro si avventò su Raizen, cercando di cancellare quel poco che restava di lui. Era inarrestabile: anche la forza di volontà più tenace sarebbe crollata inevitabilmente sotto quell'attacco...ma fu proprio mentre le fauci del drago si stavano per serrare contro la sua gola, che improvvisamente un lampo arancione guizzò in avanti, colpendo lo spettro come una frusta e scaraventandolo indietro in mezzo al sangue. Raizen avrebbe visto quell'oggetto avvolgerglisi intorno e realizzando che si trattava di una coda dal pelo arancione. Emerse dal sangue, seguendo quella coda, come un maestoso leviatano, ponendosi poi sopra il Jinchuuriki, quasi a difenderlo.

    IMPERATORE ROSSO?



    La massiccia creatura si stabilizzò sulle quattro zampe in quel mondo mentale.

    FURIA INARRESTABILE?
    VUOI VEDERE LA VERA FURIA INARRESTABILE, JIGOKU?



    Ed il Bijuu ruggì con tutta la forza che aveva in corpo, sollevando ondate di sangue e spazzando via la nebbia...lo spettro di Jigoku venne travolto dall'onda d'urto, con gran parte delle sue fiamme che si spegnevano.



    TU NON SAI COSA SIA LA FURIA, JIGOKU. SEI SOLO UNA TENUE FIAMMELLA CHE PERSINO QUESTO MIO PORTATORE E' RIUSCITO A SPEGNERE.
    SENZA LA MINACCIA DELLE FIAMME DORATE TU NON SEI ALTRO CHE UN PASTO DI BASSO RANGO PER ME!



    Il sangue, il mondo intorno alla volpe ed al suo Jinchuuriki cominciò a ritrarsi, quasi risucchiato dalla creatura mentre negli occhi spettrali del Drago cominciava ad apparire un'ombra di puro terrore. L'occhio del Bijuu si voltò verso Raizen. Non hai lasciato che le fiamme dorate mi divorassero. Io non lascerò che lui divori te. Ora non ti devo niente, piccolo umano, siamo intesi? Il mondo interiore era cambiato completamente...ora erano nella solita caverna con le sbarre. Raizen da una parte. La volpe dall'altra. Tutti i ricordi della violenza erano come ovattati, lontani. Non potevano nuocere all'umano perchè la volpe li aveva sbranati. E Jigoku era dallo stesso lato delle sbarre del Jinchuuriki. NO...NO, COME PUO' ESSERE...LA VOLPE...QUI? Sei colmo di odio e violenza. Non puoi più usare le fiamme dorate che avevate creato in un momento di lucidità. Hai scelto il potere dato dalla Furia, pensando di diventare un dio. Non hai pensato che ti avebbe tolto l'unica cosa che mi impediva di vendicarmi di te.

    E ORA MI DIVERTIRO' A LUNGO, JIGOKU.






    Le grida di quel che restava del drago furono anche più terribili di quell'urlo in punto di morte, ma non importava, perchè il ninja della foglia finalmente si staccò dalla sua vittima, avvolto del chakra della volpe che aveva guarito le bruciature nate da quel contatto, di cui tuttavia restava il dolore. Il potere della volpe era attivo, ma senza la furia ad esso collegato, forse per la breve tregua concessa al Jinchuuriki, fatto sta che sarebbe potuto atterrare senza subire danni, od agire come meglio credeva.

    Ma non era finita: pur avendo riversato gran parte di sè stesso in Raizen, Jigoku anche nella morte era un avversario terribile: mosso dal dolore e dalla furia, il suo corpo privo di mente si contorceva, riducendosi di dimensioni e cominciando a ruotare su sè stesso fino a diventare un vero e proprio tornado di fiamme mosse da una brama selvaggia per le carni di ogni essere vivente. Nel suo volo sconnesso, quell'immenso Tornado di Fiamme[Cilindro lungo 50 metri, largo 4 - Velocità Divina +3 tacche - Potenza 140] avrebbe cercato di travolgere Yogan per poi dirigersi verso il Jinchuuriki trasformato e passarlo da parte a parte, quindi si sarebbe rivolto verso la gente di Kurohai, zigzagando per il cielo prima di cercare di abbattersi su di loro ed esplodere al contatto col suolo.[Potenza 90 - Raggio di 24 metri dall'impatto] Una fine meschina per un individuo meschino, ma che fino all'ultimo avrebbe costituito un pericolo...e tuttavia, chi fra tutti i presenti poteva in qualche modo spegnere la furia che alimentava il cadavere? Yogan aveva nelle sue fiamme dorate il potere di restituire la vita alle uova di drago, ma non era certo abile nell'usarle, Hibachi era a terra ancora incapace di reagire, ed Itai anche con tutta la sua potenza costituiva solo un bersaglio per quel violento attacco...e anche se lo avesse bloccato, come poteva lasciare che la gente di Kurohai venisse poi travolta? Il tornado era solo un corpo mosso dalla Furia...danneggiarlo non lo avrebbe fermato!


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    Edited by Febh - 6/7/2015, 01:00
     
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    Quello che gli successe attorno non riuscì nemmeno a metabolizzarlo, era troppo veloce anche solo per riuscire a distinguere qualcosa tra le lacrime che cercavano di umettargli gli occhi.
    Quando l’impatto arrivò fu devastante, sentì Garyu mordere il cranio di Jigoku che pur non spaccandosi come aveva predetto si incrinò pesantemente permettendogli di ledere il cervello, potè udire quelle orride vibrazioni risalirgli gli arti veicolate dalla zambato.
    Ma dopotutto era uno dei ninja più forti dell’accademia, era già pronto ad infliggere il colpo di grazia non appena constatata la tenacia del cranio quando l’urlo straziante del drago gli lacerò i timpani, in un crescendo di sofferenza il suo viso si trasformò in una maschera di dolore mentre il suo grido, debole come il ronzare di una mosca rispetto a quello di Jigoku ma non riuscì a rilasciare l’elsa della spada, incuneata nel cranio del drago con forza a sufficienza da renderla inamovibile.
    Fu durante l’assordante fischio prodotto dai suoi timpani danneggiati che qualcosa iniziò a fluire dal drago a lui, come se grazie alla pesante ferita inflitta alla creatura avesse aperto un varco nei suoi stessi ricordi.
    Vi sprofondò dentro oppure fu lui a venirne invaso, senza possibilità di ritrarsi tutti i muscoli si tesero in un unico prolungato spasmo mentre stringeva l’elsa della spada e piantandosi ulteriormente sulle scaglie del drago come conseguenza di quella contrazione. Gli occhi, spalancati nel vuoto, erano porte di luce in un pozzo indistinguibile di fiamme liquide e furia millenaria.
    Non riuscì a sentire nemmeno il dolore della sofferenza infuocata di Jigoku quando lo colpì inevitabilmente in pieno, disintegrando perfino il suo clone, la connessione era avviata ed il dolore lontano.

    Questa volta non era come per la Volpe, quel flusso non era un qualcosa che veniva condiviso, era qualcosa che cercava di innestarsi nella sua mente, poteva sentire ogni sensazione, quasi i profumi e il calore di quel tramonto di un epoca così lontana. Addirittura i pensieri propri del re dei draghi rossi potevano essere chiaramente uditi, come se ricordasse di aver commentato quella cerimonia con quelli che erano i pensieri di una vita da drago.
    Conobbe il Custode ed in quel momento riuscì ad emergere dai pensieri di Jigoku solo grazie ad un sentimento che poteva appartenere a lui: furia. Una cosa che il grande drago non avrebbe mai potuto provare per quell’uomo, ma durò poco, parve che anche quella venne assorbita dal flusso in costante movimento. Era poca, ma probabilmente quella furia si era unita a quella del Guardiano.
    Qualcosa in quel gigantesco drago, nel suo animo divorato dal potere, gli aveva fatto distorcere il naso, ed ora era dinnanzi a lui: Hayate, e non era la prima volta che sentiva quel lurido nome.
    Emerse nuovamente, questa volta a fatica, ma anche se avesse potuto quelli erano solamente ricordi, passato inciso nella pietra che non poteva essere modificato.
    Provò compassione per Jigoku, vittima della sua stessa ingenuità, per quanto drago, per quanto essere superiore aveva agito senza il minimo sospetto verso l’uomo che lo stava condannando a morte.
    Era destino?
    Si poteva chiamare destino un unico uomo in possesso di tutto quel potere?
    Probabilmente si, ma se Jigoku doveva aiutarli in qualche modo adesso era certo che non poteva più farlo.
    Avrebbe gridato, inveito ucciso… ma non poteva, era nuovamente solo uno spettatore di quelle tiepide ed orribili giornate.
    Orribili certo, ma non quanto quello che stava per arrivare, un concentrato di cosa?
    Ore? Giorni? Mesi? ANNI?
    Qualsiasi cosa fosse era troppo, troppo sangue, troppa rabbia, troppo dolore, e per quanto odiasse la Volpe quando gli diceva che non era che un esserino si rese conto di essere proprio questo: piccolo.
    Infinitamente piccolo per quel torrente di violenza, squame, spire, morsi, denti, corpi mutilati… uniti in un unico vortice senza fine, ma con un inizio ben preciso, un inizio che i suoi occhi iniettati di sangue e rabbia potevano ancora distinguere vividamente in quei ricordi: il viscido essere di nome Hayate.
    Si riscoprì rannicchiato, in posizione fetale, il Colosso. Chiunque per tutte le terre ninja l’avesse conosciuto poteva dire che una simile reazione non era possibile, che non poteva accadere, era sicuro di gridare con la sua stessa anima, ed era altrettanto sicuro di essere in piedi, per quanto immobile, impassibile, pietrificato in un espressione che poco aveva di essere vivente e senziente.
    La statua di un guerriero indistruttibile con le mani sanguinanti per la potenza con cui stringeva l’unico appiglio che aveva con la sua stessa coscienza le mascelle contratte suggerivano che ancora qualcosa dentro quel corpo carbonizzato era presente.
    Non rispose quando lo spirito del Signore Rosso inveì contro di lui, era ancora raccolto su se stesso, le mani che avevano spento più vite di quante ne avevano realmente conosciuto erano inermi, coprivano le orecchie nel disperato tentativo di mettere a tacere QUEL suono.
    Quelle voci, quelle urla i rombi sommessi dei draghi che cadevano sbranati al suolo, l’orrido sciabordio del sangue denso e tiepido che gli impregnava le vesti tingendolo dello stesso colore dell’ovest.
    Fu un guizzo arancione a sbarrare quel male cremisi, e il suo respiro lentamente tornò normale, regolare. I suoi occhi prima spettrali si rilassarono mentre i ricordi di Jigoku, mentre la sua furia si allontanava.
    Nonostante il dolore però doveva tenerne con se una parte, doveva sapere chi cercare.
    Si rialzò lentamente, il fischio che l’aveva assordato fino a quel momento svanì mentre la volpe riprendeva il controllo di quel luogo che per metà gli apparteneva.

    Non sei la creatura più antica che io conosca, Jigoku, ma in proporzione ai tuoi anni sei la più sciocca.
    Non avrai miglior “maestro” del Kyuubi per comprendere i tuoi errori, pensa, credevo addirittura che potessi essere salvato, che senza maledizione saresti rinsavito, invece la tua bramosia ti ha corrotto fino al midollo.
    Non ho mai voluto consumarti, provavo solo a darti la pace.
    Ma l’importante è sapere che almeno il fondo della ragione per cui l’ho fatto in un modo o nell’altro sia passato, o quantomeno sia sotto la luce giusta.
    Tienilo qui in eterno, ricorderà ad entrambi la fine che aspetta gli ingordi.


    Strinse le labbra nel suo più alto segno di gratitudine.

    Penso di avere un lavoro da concludere.

    Sparì, soddisfatto del poco che era riuscito ad ottenere con la Volpe, se non altro che avesse compreso in che modo il Colosso ragionava.
    All’esterno, nonostante la “pace” raggiunta dallo spirito del drago ormai sigillato dentro Raizen, la situazione non evolveva per il meglio.

    Si accorse che le guance gli ardevano per via delle lacrime scorse chissà quando, ma riuscì ad avere controllo di se, seppur indolenzito dalle ferite ormai curate dal chakra della volpe che tutt’ora lo circondava [considero l’innata attiva al mio attuale livello il III].
    Le sue mani erano ancora insanguinate, le aprì osservandole qualche istante mentre precipitava: era giunta l’ora di servire la seconda vendetta, in quel circolo di furia e sangue dove tutti la meritavano.
    Compose i pochi rapidi sigilli necessari, il sangue già era presente nelle mani: Hibachi aveva ora nuove energie, ed era curioso come il sangue necessario a risvegliarlo fosse stato generato dalla sua stessa storia. Non sapeva se poteva in qualche modo contaminarlo col chakra che in quel momento fluiva in lui, ma era certo che il contratto era definitivamente stato attivato, Raizen provò solamente a dare al drago un piccolo surplus impastando nella tecnica più chakra del necessario, se era una batteria da ricaricare era improbabile che arrivasse scarica.
    Atterrò sul dorso del drago, attivando il chakra adesivo senza preoccuparsi di cambiare minimamente la sua posizione che li vedeva schiena contro dorso, doveva recuperare un minimo di forze.

    Quel folle turbine di fiamme è Jigoku, io ho fatto il grosso spaccandogli la testa in due, la mia spada è ancora li penso stia sguazzando nel suo cervello
    Il resto lo lascio a te.


    Diede due pacche a quella che era la vera forma di Hibachi, aspettando che muovesse contro il nemico.

    Se, e dico se, tu hai finito con i tuoi giochetti erotici possiamo pensare a cosa fare qui fuori.
    Abbiamo assorbito parzialmente Jigoku, o meglio, l’hai fatto.
    Hibachi ora la fuori è solo, io sono praticamente inutile.
    Ammenochè non mi insegni ad usare quella palla che ha appena usato Itai, è roba da Biju, ed è l’unica cosa a lungo raggio che abbiamo.
    Oppure, afferro di nuovo la lama ed assorbirai l’ultima parte di Jigoku se credi questo non comporti rischi.
    Altrimenti posso lasciarti un po’ il controllo e poresti collaborare a pieno con Hibachi, come sai però usa ancora le fiamme dorate, l’unico modo per spegnere definitivamente quel tornado impazzito.
    Visto che al momento non c’è più modo di toccarlo.
    Almeno per me.
    Insieme potreste letteralmente soffocarlo, oppure potrei portartelo qui, lui non è come Jigoku, per lui la furia non è che combustibile.
    Dipende di chi vuoi fidarti e quanto. Ma ripeto, Hibachi è come suo fratello, a lui non importa dominare.


    All’esterno Hibachi puntava su Jigoku, guadagnando tempo mentre scaricava la sua furia tra Itai e Yogan.

    Hibachi, la lama che gli ho ficcato in testa è riuscita ad essere un tramite, è riuscito a viaggiare da lei al mio mondo interiore, potrebbe funzionare anche al contrario per le tue fiamme dorate, sparargliele dritte nel cervello non sarebbe male.
    A breve potrebbe arrivare la volpe a darti una mano, o potrei portarti di nuovo con me per qualche piccolo aggiornamento diciamo.


    Qualcosa sarebbe arrivato a contrastare quel siluro di fuoco, bisognava aspettare qualche istante perché la volpe decidesse cosa avrebbe aiutato le fiamme del drago dorato ad esplodere.
     
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    Kurohai

    La morte del Dio Rosso



    E Jigoku cadde.
    Gli sforzi congiunti di me, Raizen e Yogan non furono affatto vani. Jigoku, nella sua furia senza fine non aveva valutato alcuni aspetti dell'animo umano che altrimenti avrebbe tenuto di gran conto prima di buttarsi in uno stupido attacco frontale contro i due ninja più potenti dell'Accademia ed un drago arrabbiato come pochi.
    Tipo l'inarrestabile voglia di sopravvivenza propria di ogni essere umano, che spingeva a superare i propri limiti dinanzi alla morte così come la capacità di mettere davanti la vita altrui rispetto alla propria. La linea sottile che separa l'incoscienza dal sacrificio, che mi aveva spinto a mettere il mio corpo tra Yogan e Raizen e le fiamme dell'imperatore, le stesse fiamme che ci avevano coperti e che avevano nascosto Raizen quando, come un fulmine, aveva perforato la testa di Jigoku con un ultimo portentoso attacco.

    Quando Raizen colpì Jigoku Yogan con uno slancio arretrò, distanziandosi di una trentina di metri dalla bestia così come me - tornato normale - che decisi di sfruttare l'occasione per mettermi a metà strada tra la mia posizione precedente ed i cittadini di Kurohai. Ciò che vidi poi fu raccapricciante: Jigoku iniziò a bruciare e rimpicciolirsi e disgustato da quella visione con la voglia di farla finita il più presto possibile composi un unico sigillo. Il sigillo del Drago.
    I Draghi avevano influenzato profondamente il mio stile di combattimento in maniera così profonda da influenzare persino le mie tecniche. E quella che sfoderai in quel momento era la mia tecnica più potente in assoluto. [Tecnica]
    Fuuton - Dai Fūryū
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Drago (1)
    L'utilizzatore può emettere dalla bocca fino a 3 dragoni di vento, di raggio pari a 3 metri. Hanno gittata pari a 30 metri e traiettoria lineare. La Velocità è pari la Concentrazione dell'utilizzatore. Ha potenza pari a 50 e può causare Sanguinamento (DnT Media). Possono ignorare difese e strutture naturali non rivestite di chakra, oltrepassandole. Se scagliato verso il nuvoloso, può disperdere le nubi.
    Tipo: Ninjutsu - Fuuton
    (Livello: 3 / Consumo: Alto ogni Drago )
    [Da jonin in su]



    Tecnica Focalizzata [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata con un bonus di 3 tacche ad una statistica secondaria scelta all'acquisizione dell'abilità; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.




    Ninjutsu Inarrestabile [2]
    Speciale: L'utilizzatore può migliorare la potenza delle proprie ninjutsu: se potenziate con una qualsiasi abilità 'Talento', la potenza aumenta di 10.




    Ninjutsu Perfette [0]
    Speciale: L'utilizzatore può utilizzare 2 abilità 'Talento' applicandole alla stessa ninjutsu, 1 volta ogni 2 round.




    Impronta di Chakra [2]
    Talento: L'utilizzatore ottiene un'impronta di chakra a scelta tra: Fuoco (katon), Acqua (suiton), Terra (doton), Elettricità (raiton), Vento (fuuton), Luce (genjutsu), Oscurità (tecniche derivate) o impronte concesse dalle TS; l'impronta Oscurità non si può sommare o sostituire alle altre categorie. È possibile acquisire fino a 3 volte questa abilità, scegliendo un elemento differente. L'impronta concede un potenziamento alla potenza o efficacia di una tecnica avanzata che sfrutta l'elemento; il bonus è doppio se fronteggia o è combinata ad una tecnica con un elemento debole a quello selezionato. Luce e Oscurità non hanno elementi deboli. Il potenziamento è pari a +10. Non è possibile sfruttare le altre abilità 'Talento' in combinazione.
    (Vento)

    [Scala di Forza: Fuoco> Vento> Elettricità> Terra> Acqua> Fuoco]



    jpg



    E feci bene. Perché il drago divenne un tornado di fiamme che puntò verso Yogan ad una velocità spaventosa. Ma i tre dragoni di vento si interposero tra lei ed il tornando di fuoco che era stato Jigoku, in un'esplosione colossale che speravo aiutasse a far spegnere Jigoku una volta per tutte. Servì solo a far comprendere al drago di aver colpito qualcosa, dopodiché alla stessa colossale velocità si diresse verso di me.
    Il potere di Chomei permeava ancora il mio corpo, ma le fiamme si muovevano ad una velocità a dir poco colossale. Non ebbi nemmeno il tempo per preoccuparmi di Hanako, Maku e tutti i cittadini di Kuorhai che le fiamme mi furono addosso. Richiamai a me tutto il chakra che potevo, spinsi il mio corpo oltre il limite possibile ed immaginabile. Le gambe andarono in fiamme, sapevo che presto ne avrei pagato lo scotto, ma non potevo lasciare che quella cosa mi colpisse. Saltai rapido come il vento di lato, riuscendo ad avvicinarmi il più possibile a quella mostruosa velocità [Difesa]. Merda. Dissi in uno slancio di furia mentre guardavo le fiamme superarmi per andare ad abbattersi verso i cittadini di Kurohai.

    jpg



    Fortunatamente Jigoku mi aveva attaccato da una certa distanza, l'attacco aveva un raggio molto piccolo ed io ero riuscito a superare i miei limiti. Il braccio era malmesso, segno che ciò che avevo fatto prima mentre ero trasformato si era ripercosso sul mio corpo [Semiparalisi - Round 1] e presto anche le gambe sarebbero state nella stessa situazione.
    Vidi Raizen, aveva evocato Hibachi e con lui, anche le sue fiamme dorate. Quell'immenso circolo di fiamme furenti che uccidevano - giacché controllate dall'infinita smania sanguinea di Jigoku - erano forse il bersaglio ideale per Hibachi! Ma forse lui non sarebbe stato abbastanza, forse aveva bisogno che le sue fiamme fossero aiutate. Yogan si era avvicinata a me proprio mentre Jigoku mi attaccava ed io rapidamente le lanciai un tonico in bocca [Azione]
    Tonico di Recupero Superiore [Tonico]
    Ingerendo questo farmaco il ninja recupera una quantità di chakra pari ad un consumo Alto.
    Dose Massima: 2 al giorno

    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 90)
    mentre urlavo ad Hibachi e Raizen.
    COLPIAMOLO TUTTI INSIEME!
    I miei draghi di vento.
    Le fiamme di Yogan.
    Qualsiasi cosa che avesse potuto usare Raizen.
    I cittadini di Kuorhai.
    Tutto a supporto delle fiamme dorate di Hibachi.
    Tutti insieme avremmo dato a Jigoku il meritato colpo di grazia, lasciandolo bruciare nel suo stesso infinito odio.


    Lascio l'azione in sospeso non sapendo cosa può fare Hibachi :zxc:
     
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    È colpa tua. Ratty

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    [Il Sole Dorato]



    Hibachi era svanito nel nulla quando Raizen, facendo appello al Contratto, lo richiamò usando grandi quantità di chakra. Quello che compare non fu quell'aspetto umanoide che li aveva accompagnati fino a quel momento, quanto piuttosto un maestoso dragone rosso con occhi che ardevano di luce dorata. Non era grande quanto Jigoku...a dire il vero probabilmente non era grande nemmeno la metà, e forse era appena più massiccio di Yogan, ma aveva un portamento ed una presenza che avrebbero ammutolito qualunque essere umano. Non era il Drago Rosso più potente, ma restava comunque un avversario da temere, specialmente in presenza di fuoco o calore, dato che era in grado di assorbirlo per potenziare sè stesso quasi senz alcun limite.

    Ce ne hai messo di tempo a evocarmi! Cominciavo a pensare che ti piacesse l'idea di bruciare vivo! Replicò mentre il suo evocatore prendeva posto. E ho visto tutto...sei completamente pazzo a lanciarti contro un Drago come se fossi una freccetta da bar. Sbuffò una piccola vampa dorata. Ma la cosa mi piace...ora fermiamolo! Accelerò l'andatura, all'inseguimento delle vestigia di Jigoku. Che Hiachi lo realizzasse o meno, Raizen era impegnato in un'altra conversazione al contempo, in una sorta di schizofrenia che tuttavia durava solo una frazione di secondo.

    Kyuubi

    Che tu sia inutile è una cosa che sapevo già. La Volpe sedeva oltre le sbarre, tenendo i resti di Jigoku schiacciati sotto la sua zampa anteriore, con un artiglio conficcato nella gola di quello spettro di fiamme. Dentro quella "cosa" non rimane abbastanza di questo verme, anche se lo toccassi non credo che riusciresti ad assorbire granchè, è solo Furia senza volontà. Non c'è Odio che io possa aggredire. Non spegnerebbe il fuoco. Poi sbattè con violenza una delle code contro le sbarre, mentre gli occhi brillavano di violenza. Ora che il drago era stato eliminato aveva ritrovato parte del suo pessimo atteggiamento, ma restava sempre Hibachi. Non collaborerò con l'ultimo drago capace di usare le Fiamme Dorate. Non permetterò che il mio chakra entri in contatto con il suo. Non dentro il tuo corpo. Ringhiò piano, conficcando l'artiglio più a fondo nella sua preda, strappandole un grido di dolore. Però quell'esplosione potrebbe crearmi dei problemi...E sia. Al momento opportuno useremo la Bijuu-dama. La "palla", come hai voluto chiamarla. Dopo averla sperimentata una volta probabilmente Raizen sarebbe stato capace di utilizzarla di sua volontà, in seguito. Avvisami quando vuoi che attacchi. Gli concesse poi, tagliando ogni comunicazione.


    Nel frattempo Itai aveva salvato la sua dragonessa con un trucco, per quanto dispendioso in termini di chakra, ed aveva schivato per un soffio l'attacco nei suoi confronti...solo per realizzare che adesso era la gente ad essere in difficoltà. Al suo grido Yogan spalancò le fauci, generando una violenta bordata di fuoco che venne subito alimentata da uno dei jutsu di vento di Itai, incrementando notevolmente la sua potenza. Umano, spero tu sia pronto a stringere un pò i denti: avremo bisogno di tutta la forza disponibile! Hibachi avvisò il suo evocatore, gettandosi a capofitto nel fuoco generato dalla figlia. Spiacente figliola, questo serve a me! Gli occhi brillarono ancora più intensamente mentre le fiamme venivano come risucchiate dal suo corpo, diventando dorate al contatto con le sue scaglie: la sua velocità incrementò notevolmente, tanto da correre quasi parallelo agli altri draghi di vento di Itai...ma pur sempre troppo indietro rispetto al Tornado che un tempo era Jigoku!

    Se la tua volpe non ci aiuta non credo che lo raggiungeremo in tempo...e se colpisse il suolo potrebbe danneggiare anche il vulcano e gli altri Draghi Rossi! Forse lo aveva sentito, o forse semplicemente aveva deciso che si trattava del momento adatto, perchè il Kyuubi inondò di chakra il corpo di Raizen, pur lasciandogli il controllo ed intimandogli mentalmente di mirare, che al resto avrebbe pensato lui. Proprio come per Itai, la leggendaria creatura avrebbe generato tante piccole sfere di energia, condensandole poi in un costrutto più concentrato tra le mani del ninja...una goccia di pura distruzione pronta ad esplodere! Oh, questo è anche meglio di quello che pensavo! Commentò Hibachi. Spero solo che tu sappia incassare perchè adesso sentirai un pò caldo! Le fiamme dorate si trasmisero improvvisamente dal corpo di Hibachi a quello di Raizen, avvolgendolo completamente, quasi danzando, per poi riversarsi nel buco nero che era la Bijuu-dama. Il calore insopportabile avrebbe certo danneggiato lo Shinobi, ma perlomeno il fuoco non toccò la sua mente nè quella della Volpe, permettendo un precario, per quanto doloroso, equilibrio. [Ferita Mediograve Diffusa]. E ORA VAI!

    La Bijuudama avvampò come un piccolo sole, partendo poi dalle mani tese del Ninja accompagnata da una vampata di Hibachi, quindi impattò contro i due draghi di vento di Itai, che si trasformarono in una specie di scia incandescente che aumentava ulteriormente il calore di quella temibile tecnica combinata simile ad una cometa dorata. Avendo ceduto tutta la sua potenza extra, oltre a quella delle sue fiamme dorate, il Drago Rosso rallentò vistosamente, ma ormai il colpo era partito e certamente il cadavere di Jigoku non avrebbe perso tempo a schivare. E' finita. Si azzardò a dire il drago prima ancora che avvenisse l'impatto.

    E poi avvenne. Una luce abbagliante illuminò l'intera isola, spazzando via quel poco di nubi che restavano ed inglobando completamente il Tornado, arrestandone la corsa. Poi quella sfera esplose come un piccolo sole al cui interno ardeva tutta la furia che Jigoku aveva accumulato negli anni, a volte strappandola persino agli altri Draghi ed uccidendoli...ma era un combustibile che presto si sarebbe esaurito sotto l'implacabile azione delle Fiamme Dorate, ad opera di colui che aveva partecipato alla nascita della Fiamma Immacolata. Questo era il primo passo per eliminare per sempre la Maledizione della Furia Sanguinaria. Un Sole che ardeva in alto nel cielo, a metà strada tra il villaggio umano ed il vulcano che era stato un tempo il Faro dei Draghi.

    Un sole rosso e dorato, che avrebbe continuato a bruciare per ore ed ore, estinguendosi a poco a poco fino a scomparire del tutto solo dopo tre giorni, lasciando solo l'acciaio danneggiato della spada di Raizen al suolo. Era un sole caldo, ma che non avrebbe bruciato nessuno nè danneggiato i campi. Nonostante tutto, almeno nella morte Jigoku era stato utile alle persone che dipendevano dai Draghi Rossi.

    yellow-sun



    CITAZIONE
    A voi la conclusione e grazie per aver contribuito a questa lunghissima giocata!

    Siete liberi di descrivere il risveglio dei Draghi Rossi, o anche la rinascita delle Uova, ormai entrambi purificati dalla Furia (che era stata assorbita quasi tutta da Jigoku, ed ora basta l'intervento di Yogan per spezzare la maledizione)
     
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    Kurohai

    La Rinascita



    Hibachi era maestoso nella sua forma draconica. Non più grande di Yogan, ma emanava un'aria di maturità ed antichità che la dragonessa non aveva. Solo mettendoli a confronto si poteva comprendere la differenza tra i due. Quando comparve la sua capacità di utilizzare le fiamme dorate e quella di assorbire il calore altrui divennero vitali per ciò che accadde in seguito. Ed i miei draghi resero quella magnificenza ancor più esagerata. La Bijuudama di Raizen, le fiamme di Hibachi potenziate dal calore di Yogan ed i miei draghi si unirono in un concerto di magnificenza esplosiva che esplose in cielo inglobando per sempre e definitivamente ciò che era Jigoku.
    Un nuovo sole sorse su Kurohai. Le nubi del vulcano furono spazzate via e la sera brillava di luce dorata. Un urlo di tripudio si alzò alle mie spalle quando i cittadini urlarono felici per la vittoria ottenuta. Io, esausto mi inginocchiai per terra, tornando a respirare dopo che Jigoku mi aveva tenuto in apnea. Sentii rapidi passi avvicinarsi a me, dunque una figura più bassa e minuta si lanciò, abbracciandomi.
    Perché ogni volta che ti avvicini a Kurohai il villaggio viene distrutto? Non era un tono accusatorio. Del resto Jigoku non era certo un problema avulso dalle genti di Kurohai: prima o poi si sarebbe risvegliato e se non l'avessi fatto io l'avrebbe fatto da solo ed allora chi l'avrebbe potuto fermare? Piano Hanako. Dissi rialzandomi in piedi, esausto. Guardai mia sorella in viso per un lungo istante, pensando che erano due anni che non la vedevo.
    Diavolo, sono esausto. Dovrai raccontarci un po' di cose. Non ti sei fatto vedere troppo al villaggio ultimamente.
    Il clone evidentemente doveva aver preferito rimanere a Kiri molto più a lungo di me. Mi spiace, diciamo pure che sono stato... impegnato. Ora però rimarrò qui, ho bisogno di riposare e riprendermi. Dissi con il tono stanco mentre tutta la fatica della liberazione, del viaggio e degli ultimi accadimenti mi si riversava addosso.
    Perché? Cos'è successo? Molte cose Hanako. Moltissime.

    Yogan ruggì in cielo felice. Aveva temuto il legame con Yukari e il dolore di essere controllata era stato soverchiante, ma era libera, libera e felice! La maledizione aveva avuto fine, i suoi fratelli erano liberi da essa. I Draghi dell'Ovest sarebbero rinati eppure le loro scaglie forse mai più sarebbero tornare verdi a riprova che il sangue versato non sarebbe mai lavato del tutto. La dragonessa saettò attorno al sole, godendosi quel pacifico caldo per alcuni minuti. Dunque, individuato suo padre, saettò verso di lui.
    Padre! Era felice. Un enorme, mastodontico animale felice come poteva esserlo una ragazzina. È finita. Il sacrificio di mia madre non sarà vano! Tutto è compiuto, tutto!
    Lei in quel momento aveva realizzato molte cose. Il perché era sempre stata considerata speciale da Ryujin. Il perché era sola ed aveva compiuto il suo destino. Cosa poteva essere, se non felice?
    Dunque, come una scheggia rossa impazzita si fondò verso di me, avvolgendo me, Hanako e Maku in un largo abbraccio di scaglie.

    Ci hai fatto prendere un colpo, Yogan-chan disse Hanako posando una mano sul corpo della dragonessa. Sono dispiaciuta per il villaggio. Aiuterò a ricostruirlo, potete giurarci.
    Grazie, Yogan-chan. Avremo proprio bisogno di te. Rispose Hanako. Dunque Yogan si rivolse a me. Posai una mano sul muso, tra le sue enormi narici. Sentii il fiato rovente della dragonessa sulla pelle, provando una calda sensazione di sicurezza.
    Cosa faremo ora? Dopotutto, i Ryukishi non hanno più senso di esistere, no? Yogan rise appena, una risata che pareva il rombo di un tuono.
    Esisteranno, Itai. Rispose lei. Il legame con gli umani non ci ha danneggiati quando la furia ci ha colpiti. Ormai esistono, e finché ci saranno draghi disposti a divenirlo continueranno ad esistere Ryukishi. Il loro scopo sarà cambiato, me sarà protezione reciproca, protezione dell'equilibrio, protezione del mondo.
    Da quando in qua sei così saggia? Scherzai io. Yogan si alzò in volo e ricadde in picchiata.
    Solo che, mentre lo faceva, qualcosa nel suo corpo prese a cambiare. Iniziò a rimpicciolirsi, le zampe divennero braccia, nacquero gambe e le scaglie divennero un vestito. Una folta e lunga chioma rossa comparve in testa e due occhi rossi come rubini. Yogan atterrò dinanzi a me. Era alta un metro e mezzo ed aveva la forma di una bambina tredicenne.

    png


    Eh?
    Ora so farlo anche io! Mise le mani suoi fianchi in una posizione di trionfo.
    Ma... sei... Sì? Avvicinò il viso al mio, rimanendo comunque lontana circa venti centimetri viste le differenze di altezza. ... Piccola!
    Le diedi un colpetto in testa. Lei divenne rossa in viso. SONO PICCOLA MALEDETTO IDIOTA, HO QUATTRO ANNI!

    Avevo lasciato Raizen solo a meditare sull'accaduto con Hibachi. Il loro legame era nuovo, forse dovevano parlare. O, conoscendo i due tipi, ubriacarsi al primo bar fino ad esaurire le scorte di sakè, commentando con battutine sconce il didietro di tutte le donne di Kurohai. Tornai da lui, con Yogan che camminava alle mie spalle.
    Questa è una battaglia che si definisce epica, non trovi? Dissi al ninja di Konoha. Credo che sia doveroso fare una visita al vulcano.
    Faro! Quello è il faro!
    Non mi perdonerai mai per averti detto che sei bassa? ribattei, divertito. In tutta risposta lei assunse nuovamente la sua forma draconica. Saltai sulla sua testa ed attesi Raizen ed Hibachi. Era ora che i Draghi dell'Ovest tornassero alla vita, purificata dalla furia. Yogan volò verso il vulcano ruggendo la sua gioia e mentre sorvolava il cratere prese a volare in circolo, ruggendo e muovendosi in una spettacolare danza arcana. Dunque spalancò le fauci ed un fiume di fiamme dorate nacque, cadendo verso il basse, unendosi alle fiamme del vulcano in basso. Il magma assunse la stessa sfumatura d'oro delle fiamme di Yogan ed avvenne il miracolo: la Fiamma Immacolata risvegliò i draghi nella pietra e sopratutto le uova che erano pietra.
    Dal ventre di Yogan fiammelle dorate guizzarono spargendosi per l'aria: le anime dei draghi che lei aveva purificato nell'atto della sua nascita. Caddero in basso confondendosi alle fiamme e qui e lì comuni sassi, più o meno grandi, si trasformarono in dure e pietrose uova di drago: una nuova fiorente generazione pronta a rinascere dalla pietra.
    Poi ecco che giunsero i giganti addormentati. Draghi sopiti ruppero i loro sarcofagi pietrosi e ripresero a volare, in un concerto che lasciò stupiti tutti quanti.


    Siamo liberi! Siamo liberi! Il Destino della Honō Masshiro si è compiuto!



    Sorrisi. Un paio di ali appena visibili spuntarono dalla mia schiena e mi diressi verso Raizen, a bordo di Hibachi in volo. Adesso potevo volare da me, grazie al potere di Chomei. Feci scomparire le ali immediatamente, dunque mi rivolsi al Jinchuuriki della Volpe.
    Ho molte cose per cui ringraziarti, Raizen. Sono in debito con te, sia per la mia liberazione che per aver protetto alla fine gli abitanti di Kurohai. Hai deciso di aiutarmi contro Jigoku, piuttosto che allearti con lui... ma immagino che a questo punto il tuo scopo si possa intravedere e Jigoku non doveva far parte dei tuoi piani. Se avrai bisogno del mio aiuto, un giorno, puoi contare su di me. Ma nel frattempo, lascia che ti dia una mano col Kyuubi. Se avesse acconsentito avrei messo una mano sulla sua, tracciandovi un piccolo sigillo. Che scomparve ed andò ad integrarsi col sigillo - più grande e complesso - che teneva chiusa la volpe. [Tecnica]
    Sigillo della Manifestazione Interiore
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (7)
    L'utilizzatore può imporre una modifica al sigillo di un Jinchuuriki tramite tocco sul corpo dello stesso o nel Mondo Interiore. Se verificatesi determinate cause decide all'applicazione del sigillo una manifestazione senziente dell'utilizzatore comparirà all'interno del Mondo Interiore. La manifestazione ha durata massima pari a 3 ore, dopodiché scomparirà.
    La manifestazione può interagire con il Bijuu o il Jinchuuriki come se fosse l'utilizzatore.

    Tipo: Fuuinjutsu
    (Livello: 3 | Consumo: Medioalto)
    [Da Chakra del Demone III in su]
    [Da chunin in su]


    Quel sigillo mi permetterà di manifestarmi qualora tu avessi bisogno di me, informazioni che ho, oppure un aiuto col Kyuubi. Non è un granché, si attiverà qualora il sigillo dovesse rompersi da se o se bé... mi chiami, che ti devo dire. Vedi tu quando e come sfruttarlo, se sfruttarlo. Non era qualcosa di estremamente potente, ma poteva certo essere utile qualora ne avesse avuto bisogno. Dunque, a presto. Sempre se non vuoi venire a festeggiare, sospetto che il locandiere tenesse gran parte delle sue scorte di alcolici nel seminterrato di pietra, ben al riparo dalle fiamme di Jigoku. Hibachi-san, grazie ancora di tutto. Il tuo aiuto è stato inestimabile, devo più di un favore anche a te.
    Intravidi la dragonessa sotto e saltai da Hibachi atterrando sulla stessa. Ci dirigemmo al villaggio dove, come previsto, alcune botti erano state tratte in salvo. La meritata dose di alcool dopo una furiosa battaglia non poteva essere negata da nessuno. Nemmeno da draghi troppo gonfi della loro stessa ira.





    Yogan era tornata in forma umana. Camminammo per le macerie finché non trovammo chi cercavamo. Yukari, svenuto, con due evidenti ematomi sulle due tempie ma ancora vivo. Svegliati, pifferaio. Lo scossi energicamente con una mano finché non riaprì gli occhi, confuso.
    Che... Abbiamo ammazzato Jigoku, salvato la gente dell'isola, cancellato la Furia del Sangue, risvegliato i Draghi dell'Ovest e ridato vita alle uova. Il tutto mentre tu dormivi. Quel tono canzonatorio era la giusta ricompensa.
    Che c'è, mi prendi in giro prima di uccidermi? Calde lacrime presero a scendergli dagli occhi. Si voltò verso il Faro, dove tutti i draghi danzavano in cielo felici come non lo erano da diversi secoli.
    Non ho intenzione di ucciderti Yukari. Mi hai creato un sacco di problemi, ma non è certo stata colpa tua. Il colpevole ha pagato. Mi sedetti difianco a lui, Yogan invece rimasi in piedi dinanzi a quello che sarebbe dovuto essere il suo Ryukishi. Lo fissava arrabbiata.
    Pensavi che controllandomi avrei dimenticato Itai?
    Jigoku... mi aveva detto...
    Jigoku era un verme, ed ha fatto la fine che meritava. Tu però a chi eri fedele? A Jigoku, oppure ai Draghi dell'Ovest? Domandò Yogan, muovendo un passo verso Yukari. Porsi Garyuka alla dragonessa, la quale la strinse tra le minuscole dita. Le fiamme arderono, furiose.
    Avevi detto che non mi avresti ucciso. Mi sise Yukari con calma, quasi pronto a compiere il suo destino.
    Io non ti ucciderò. Non ho parlato anche per conto di Yogan.
    Aspetto una risposta. Yogan tremava, visibilmente scossa. La distruzione del villaggio causata da Yukari usando proprio lei come arma era imperdonabile!
    Ero fedele a Jigoku, perché non sapevo fosse un traditore. Egli era la nostra guida e la mia fedeltà gli era dovuta. Ma adesso non è più così. Jigoku è morto, mi ha ingannato. Tutta la mia esistenza è una enorme bugia, non ho più nulla per cui vivere. Per cui uccidimi Yogan, se non altro è giusto che alla fine sia tu a porre fine alla vita di chi ha vissuto per te.
    La spada si spense. Yogan sorrise e me la rese, arretrando e sedendosi di fianco a me. Yukari parve confuso.
    Il tuo destino potrebbe essere stato travisato. Hai molte conoscenze sul mondo dei draghi, Yukari. Alcune distorte, altre meno. Yogan ha detto che i Ryukishi continueranno a vivere e forse tu eri destinato a diventarlo. Ci sono diverse uova al Faro, quando sarai pronto domanda il permesso per tornare e compiere il tuo destino Hai fatto molti danni oggi, ma nessuno di questi in cattiva fede. Sei soltanto un'altra vittima di questa storia... ma attento. Una luce di speranza parve nascere sul fondo degli occhi di Yukari, spenta dal mio avvertimento. Dimentica tutto ciò che ti ha detto Jigoku. Tutto. Qualora dovessi scoprire che hai applicato un suo insegnamento ed hai fatto fare qualcosa simile ad oggi ad un altro drago ti ammazzo. Ti sto dando una seconda possibilità, non sprecarla, Yukari il suonatore.
    Yukari sorrise felice. Chiuse gli occhi ed annuì.

    L'avresti ammazzato fino a qualche tempo fa. La voce di Chomei invase la mia mente.
    Lo so. Ma bisogna saper seppellire l'odio indiscriminato persino per chi ci fa soffrire, e comprendere che forse a volte, perdonando, si può creare qualcosa di migliore.
    Sentii l'approvazione del Bijuu. Stai comprendendo allora. Finalmente, Itai.
    Sto comprendendo, Chomei. Sto comprendendo molte cose.
    E tutte esse non erano conseguenza ma causa del mio nuovo stato e del ritrovamento della vera antica orma di Chomei.

     
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    Ai commenti di Hibachi Raizen sorrise.

    In un primo momento in realtà progettavo di mandare tutti a quel paese e nascondermi sotto terra, è stato il muro di fuoco che mi ha fatto incazzare veramente.
    Itai non ha la mia stessa indole per queste cose.


    Ed ormai giunti alle stoccate finali si rese conto di quanto loro due, come jinchuriki, e probabilmente anche come persone, fossero agli opposti della stessa realtà.
    Differivano in modi ed ideali, un approccio troppo fisico quello che Colosso era abituato ad utilizzare in ogni frangente, e quando così non era l’abitudine a prendere strade fin troppo anticonvenzionali lo facevano persino apparire ciò che non era: un uomo gretto privo delle più umane sfumature il cui beneficio veniva dato invece al resto del mondo.
    Nel suo mondo interiore la volpe pareva essersi divertita a sufficienza, e ciò che Raizen vi trovò non riuscì a trovarlo troppo piacevole, troppo fresche ancora le immagini della distruzione nella sua mente.

    E piantala di fare quelle cose, per oggi sono saturo di carcasse di rettili!
    Non lo uccidere, non ancora, conciato com’è ho un posto parecchio migliore in cui rinchiuderlo.


    Sorrise lievemente, nascondendo momentaneamente le sue idee.

    Per il resto va bene, conto di trovarti pronta.

    All’esterno Hibachi pareva aver trovato il modo migliore di agire, muovendo verso il punto di impatto di Jigoku.

    Già, stringere i denti, mi hanno solo arrostito un paio di volte oggi, solo un paio, al prossimo girò sarò croccante!
    E COMUNQUE JIGOKU E’ DIVENTATA LA MIA NUOVA BESTEMMIA!


    Urlò mentre si rimetteva in piedi accusando la fatica, dovette infatti usare le braccia per puntellarsi e poi distendere bene le gambe usufruendo del chakra adesivo per sostare sul dorso di Hibachi.

    Non pensare alla Volpe, fai ciò che devi.

    Più tardi forse avrebbe ammesso che quell’attacco non era proprio stato il massimo della genialità, quantomeno dal suo punto di vista. Le sensazioni provenienti dai due chakra erano profondamente contrastanti, la volpe forniva qualcosa di oscuro ma nonostante tutto innocuo, mentre Hibachi lo inondava letteralmente di un chakra puro e purificante che tuttavia lo ustionava.
    Doloroso, ma stringendo i denti riuscì a trattenere l’ennesimo turpiloquio immaginando cosa gli altri potevano vedere in quel momento: un Gigante consumato dalla lotta che sul dorso di un drago riusciva a sopportarne il potere per accendere un piccolo sole tra le proprie mani.
    Sorrise qualche istante prima di scagliare la tecnica verso il drago, oh, in quel momento si che l’avrebbero visto, era abbastanza luminoso da poter sostituire il tanto rimpianto faro dell’ovest.
    Fu così che Raizen ascese per qualche istante a creatura in grado di porre fine alla vita di un Dio. Che questo fosse dovuto all’aiuto del più forte dei demoni codati e di una creatura leggendaria non lo pensò, erano dettagli che non riuscivano a prendersi alcuna importanza in quell’angolo di visioni egomaniacali.
    Al momento dell’impatto la luce si intensificò ulteriormente, diventando abbagliante mentre la massa della piccola stella assimilava il bozzolo di furia nutrendo con essa le fiamme di cui era composta.
    La luce sarebbe durata per tre giorni, sospesa sul villaggio come un baluardo a memoria di quella gloriosa battaglia.
    Al vederla Raizen sorrise, non era cosa di tutti i giorni vedere il risultato dei propri sforzi concretizzarsi in qualcosa di simile.
    Hibachi toccò terra poco dopo che la sfera finì di fare il suo dovere, permettendo all’esaurito Colosso di toccare il suolo con i propri piedi, barcollante per qualche secondo, e più incline a cadere ginocchioni che tenersi in piedi.
    Fu nel momento di maggior esitazione che la spalla di un Hibachi nuovamente umano gli puntellò il petto.

    Goditi il momento, non vorrai cadere proprio ora?

    Non sapeva se sfruttare la sua nuova bestemmia o sorridere, tuttavia il piede sinistro si spostò in avanti durante un lungo sospiro che parve rinvigorirlo, anche se la tensione iniziava a scemare, sgonfiandolo e drenando le sue forze. Fortunatamente non aveva utilizzato ancora alcun tonico, ne calò due, il dosaggio massimo, ed in quelle condizioni fu come una manna dal cielo.
    Le sue gambe acquisirono sicurezza in poco tempo e nuovamente fu dritto e maestoso come solo un uomo della sua stazza.
    Ma fu la trasformazione di Yogan a fargli riprendere pieno possesso delle sue capacità.

    MA CINQUE SECONDI FA ERI UNA BESTIA DI PIU’ DI TRENTA METRI ED ORA UNA SCORREGGIA DI UN METRO E MEZZO?!?
    E QUELL'ALTRA LI TI CHIAMA -CHAN?!?


    Guardò quella che ormai era una bambina con gli occhi sbarrati e le braccia penzolanti.

    Quella è tua figlia, ti rendi conto che quel dragofilo la gonfia di steroidi per farla grossa?!?

    Gesticolava con le mani in avanti con qualche mezzo sorriso, difficile immaginare che prima o poi sarebbe anche arrivato a “bullizzare” un jinchuriki e un drago in un colpo solo.

    Ma bando alle ciance, qui, c’è qualcuno ch…

    No, in realtà Hibachi aveva preceduto il suo evocatore ed aveva guadagnato qualche metro verso il vulcano riprendendo durante i suoi passi la forma draconica, un processo sempre affascinante da vedere che pareva incendiasse delle grosse micce nel corpo umano che andando a fuoco bruciava il suo involucro per rinascere rettile.
    Ma quell’impercettibile inclinazione della testa, il Colosso lo sapeva bene, era propria di coloro che fanno qualcosa di giusto, ma controvoglia.

    Oh, non fare quella faccia lustra tavolette, vedrai che il tuo nuovo compito infiammerà quei tuoi stupidi baffetti come cerini.

    Venne guardato in cagnesco, come se quella pronunciata dal Colosso fosse l’ultima delle bugie.

    Non parlo con i gratta cessi, e stammi dieci passi indietro che mi appesti l’aria.

    Pft, si, certo e la tua manina chi la regge mentre vai all’altare?

    Il piccolo gruppo si diresse al vulcano, lasciandosi precedere dal Yogan per il rito di risveglio, quasi una seconda fecondazione delle uova, anche se di fatto era solo la restituzione delle anime di cui la dragonessa era diventata guardiana a sua insaputa, ma nonostante quello potesse essere uno spettacolo magnifico quella giornata aveva da riservare altre sorprese.
    Il risveglio dalla pietra degli antichi draghi sopravvissuti fu incredibile, era la terra stessa che liberava nuovamente i suoi guardiani, rinati puri e liberi dalla maledizione, quella che poteva chiamarsi danza a Raizen sembrava quasi un rito, le creature sentivano che qualcosa era cambiato nell’aria, e questa ora vibrava di un misto di emozioni, felicità ma anche attesa.
    Al faro dell’Ovest mancava un guardiano, qualcuno che prendesse il posto del folle ma divino Jigoku.
    I draghi presero a muoversi in circolo attorno al cratere, prima salendo e poi scendendo, dando vita ad un gomitolo di spire cremisi in perpetuo movimento un movimento che costrinse l’aria in uno spazio ristretto facendo aumentare la temperatura dell’area.
    Fu in quel momento che Hibachi fece il suo ingresso dalla sommità del cilindro di draghi per posarsi sul cratere, non occorreva parlare, se era giunto a terra dalla sommità voleva dire che tutti lo accettavano e tutti lo rispettavano.
    Erano vivi grazie a lui prima che a Yogan stessa, e persino Ryujin accettandone le azioni lo aveva benedetto con il suo benestare, probabilmente l’apice di una scala gerarchica gli stava stretto, ma il destino voleva che il focolare della fiamma immacolata governasse sui draghi rossi dell’ovest e i draghi dell’ovest necessitavano di un leader che fosse in grado di purificarli senza usarli come batterie.
    Quando Hibachi toccò le placche di lava presenti sul cratere i draghi più in alto si arrestarono, le loro teste orientate verso uno dei loro più antichi consanguinei, creavano un particolare effetto che costrinse anche il Colosso a orientarsi verso di lui per osservare cosa accadesse.
    Il drago aveva ripreso qualche metro di quota e guardava in alto mentre il suo corpo longilineo si gonfiava dell’aria necessaria a spandere la sua voce fino al suo consanguineo più distante.

    Datemi la vostra ultima furia, datemi le vostre fiamme!
    CHE IL FARO DELL’OVEST RISORGA!


    Non furono i draghi a rispondere, fu l’aria stessa a vibrare del loro ruggito baritono, quasi schiacciando Raizen. Hibachi non era probabilmente il comandante potente e sanguinario che era Jigoku, era un leader che necessitava dei suoi sottoposti per poter sperare di eguagliare la potenza del fratello maggiore nei suoi ultimi istanti di vita, ma nelle giuste condizioni ben pochi erano i limiti alla sua forza.
    Dal cielo arrivò una tempesta di fuoco, ma non erano solo fiamme, erano frammenti di anima, corpi e ricordi, tutto il passato che andava dimenticato era all’interno di quel fuoco che non avrebbe arso vivo Hibachi ma l’avrebbe reso nuovamente luminoso di una potenza che si ritrovava a gestire per la prima volta in tutta la sua lunga vita, pareva avesse nuovamente attivato il suo potere visto che le fiamme e persino il cratere emettevano un calore quasi sopportabile anche senza l’utilizzo del chakra repulsivo.
    Non era un sole, non era una cometa, era una sinuosa ferita luminosa nell’aria che raccoglieva in se le ultime gocce di furia dei draghi dell’ovest, il rancore verso l’ormai scomparso Jigoku probabilmente e i ricordi del massacro avvenuto secoli prima.
    Fu in quel momento che Hibachi divenne tra i suoi simili Kogane no Hibachi, il Dorato.
    Sotto ai piedi di Raizen la lava raffreddata dal nuovo re dei draghi pareva voler rispondere a quel rito, a quella rinata armonia, a quella resurrezione attesa da secoli.
    In quegli istanti irripetibili Raizen capì cosa voleva dire essere un leader, e che Jigoku divino o meno che fosse, non sarebbe mai potuto esserlo quanto lo era il suo fratello minore.
    Il nuovo Re inspirò per l’ultima volta assoggettando persino il vulcano e mitigando il clima prima del grande inferno.
    Il suo respiro era fiamma liquida e intensa, bianca a causa dell’estremo calore, sotto a quel richiamo incandescente la terra rispose ed il vulcano, tremando di potenza repressa, gli fece eco mentre colonne di lava alte svariati metri davano a quella giornata i fuochi d’artificio che meritava.
    Durante il processo Raizen fu costretto a indietreggiare mentre la lava in risalita portava con se l’antico faro dell’ovest che emerse dal liquido rovente come se questo non riuscisse nemmeno ad aderirvi, respinto dalle antiche mura in rovina.
    Il cielo tacque nuovamente mentre i giorni più felici e tristi del clan venivano riportati a galla insieme alla struttura ormai parzialmente emersa seppur tristemente diroccata, si poteva percepire tutt’intorno un misto di triste arrendevolezza sopprimere la gioia della rinascita, fu in quel momento che Hibachi parlò nuovamente, perdendo parte della sua spavalderia.

    Fratelli!
    Il FARO!


    Annunciò come un mago soddisfatto dopo il suo numero riuscito alla perfezione.

    Ed è qui per una sola ragione, ricordarci chi eravamo e permetterci di andare avanti, non possiamo ignorare chi siamo e perché siamo qui, oggi non sarà semplicemente un altro passo dopo una lunga pausa, sarà il primo passo dopo un nuovo inizio.
    Ma gli errori non vanno dimenticati, o si corre il rischio di compierli nuovamente.
    E SE CI CASCATE NUOVAMENTE SARò IO IN PERSONA AD ANNICHILIRVI I RIMASUGLI DI GUSCI CHE CHIAMATE SCAGLIE CON LE FIAMME DORATE!


    Il muso di un drago non era troppo adatto a sorridere ma i loro corpi sapevano chinarsi, ed Hibachi stesso sapeva farlo.

    Non ci sarà più furia nell’ovest finchè avrò fiato per arderla.

    I draghi ruppero la loro immobilità gettandosi sul cratere, un ruggito scomposto li accompagnava, mentre si correvano incontro per poi sfiorarsi a coppie, come se si accarezzassero l’un l’altro utilizzando tutto il loro corpo longilineo abbandonandosi poi con un guizzo di coda infuocato mentre puntavano ad un secondo.
    Quella danza sarebbe andata avanti per chissà quanto, non era un rito che Raizen conosceva e non sapeva quanto poteva durare, ma quelle piccole esplosioni erano allegre ed il faro, annerito da un fuoco crudele e dal sangue carbonizzato pareva scuotersi di dosso la sua crudele storia ad ogni detonazione.

    Immagino sia difficile scegliere se essere tristi o felici quando per raggiungere il lieto fine devi perdere una compagna e un fratello.

    Disse ad Hibachi mentre questo si scostava dalla folla.

    Spero tu debba soltanto immaginarlo, perché da come tenevi quella spada sopra a Jigoku penso che non riusciresti a stringere allo stesso modo le chiappe.

    Attento che per te mi basta un kunai per farti finire allo stesso modo

    Chiunque li stesse ascoltando li avrebbe sentiti parlottare con gli stessi toni mentre riscendevano al villaggio ad occuparsi di tutte le botti contenenti alcool ancora incustodite.
    Vennero interrotti solamente da Itai.

    Ah, va bene, certo.

    Disse inizialmente disorientato mentre guardava il sigillo scomparire.

    Ma spero di non doverlo usare per via della volpe, in quel caso armati per bene perché vorrebbe dire che più di un sistema di sicurezza è andato infranto.
    Comunque ci stavamo già dirigendo al villaggio.


    Si avviarono insieme discendendo rapidamente il costone della montagna.
    Fu quando Raizen si trovò preda di qualche venatura di alcool che ritrovarono Yukari tra le macerie, e pareva che Itai intendesse perdonarlo, lasciando del tutto allibito Raizen.

    Momento. Momento. Momento. Momento. Momento.
    Momento.
    M o m e n t o.
    Questo stira palle potrebbe anche essere stato un tuo problema, ma il fatto che tu l’abbia risolto e perdonato non ti permette di ammetterlo e permettergli di nuovo di far danni.
    Quel pifferetto -magari ci si fosse impiccato- lo voglio fuori dal faro.


    Squadrò Yukari, sempre più incerto sulla piega che la situazione potesse prendere.

    Potrà aggirarsi tra i draghi se questo lo aggrada, perfino dentro il cratere, ma mai e poi mai potrà entrare dentro il faro.
    E non transigo.


    Chi poteva opporsi ad un uomo di quella stazza alticcio più di quanto questa gli permettesse di essere?

    Ovviamente, se dopo tutto questo i draghi lo accetteranno ancora.

    Guardò severo il reietto, dando nuovamente riprova di quanto lui e Itai fossero differenti.
    Fu solamente a tarda notte che riuscì a trovare un giaciglio, (perché la cosa morbida, grande più o meno quanto lui, che gli stava sotto, non era riuscito ad identificarla con maggior precisione) su cui riposarsi nonostante la luce emanata dalla furia divorata dalle fiamme dorate.
    L’indomani con qualche capogiro di troppo sarebbe finalmente riuscito a metabolizzare meglio la situazione, ricordandosi che dentro a quella palla di fiamme stava ancora qualcosa che gli apparteneva e che non intendeva certo lasciare li: Garyu. Solamente al terzo giorno riuscì a recuperare la spada con un ghino, era quasi irriconoscibile, il calore era riuscito quasi a fonderla stirandola e ammorbidendola a sufficienza da farle perdere la rigidità, afflosciandola come se fosse fatta di plastica, eppure ora più che mai era pericolosa: era in grado di sentire al suo interno una sottile e tediosa coscienza.
    Ghignò mentre ne impugnava nuovamente l’elsa distorta.
    Nel suo mondo interiore la Volpe gli aveva dato ascolto, tenendo Jigoku ancora in vita.

    Ricordi la storia della punizione?

    Parla, occupi parte del mio prezioso tempo.

    Hai visto cosa ho raccolto?
    Non hai sentito niente provenire da essa?


    Disse indicando un punto imprecisato alle sue spalle.

    Beh, vorrei sigillarcelo dentro.
    Niente più che un oggetto, per l’eternità, costretto a servirci senza potersi opporre.
    Vittima e preda per l’eternità
    Spettatore e complice di un dominio di cui non potrà MAI beneficiare.


    La volpe per un momento parve ritrarsi, indecisa.

    A volte voi umani siete abominevoli.

    Alla volpe bastò desiderarlo e quando rilasciò la gola del rettile lentamente Jigoku divenne chakra, rosso e lucente come solo la furia poteva essere. Aveva sbagliato a farsi nemico il Colosso, ma avrebbe avuto l’eternità per rimuginare sui suoi errori.
    All’esterno Garyu brillava a causa del calore prodotto da quel nuovo innesto.


    Hey, Hibachi, hai presente quello spiedino da checca di Itai che chiama spada del ryukishi?

    Alzò Garyu no Jigoku mostrandola con la faccia di chi aveva vinto la battaglia su ogni fronte immaginabile, ottenendo da Hibachi solamente un sorriso appena accennato e un piccolo movimento laterale del capo ripetuto.
    Pareva non fosse convintissimo, ma sarebbe stato disposto a prestargli le sue fiamme dorate per domare la spada e riportarla ad una forma degna della sua potenza.
     
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