Una faccia carina nasconde sempre qualcosa

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    Una faccia carina nasconde sempre qualcosa


    ~Convocazione~


    Kirigakure. Quella era la meta di Atasuke per il resto della giornata. Dal rapporto che aveva ricevuto una giovane genin del villaggio della nebbia aveva "punzonato a tradimento" la bocca di un'altro allievo accademico, nello specifico un Akimichi, il quale, apparentemente aveva tentato una violenza sulla ragazza. In poche parole, gli avevano rifilato un casino.
    Data l'apparente gravità della situazione, l'accademia, congiuntamente al villaggio della foglia lo aveva spedito quindi in missione direttamente a casa della ragazza, con lo scopo di tirarle fuori tutta la verità e chiudere quella faccenda sull'orlo tra l'assurdo e il tragico, portandolo quindi alla situazione attuale. Lui, in viaggio verso kiri accompagnato da quello che meno avrebbe voluto come accompagnatore. Okita Sougo, un collega guardiano alle mura dalle inquetanti abitudini.

    [...]


    Giunse quindi a quella che gli era stata indicata come la casa della ragazza e con forza iniziò a bussare sulla porta attendendo risposte.
    Avrebbe ripetuto la scena ad intervalli regolari di circa 15 secondi l'una dall'altra, aumentando sempre di intensità finchè non avesse ricevuto risposta.

    «Uriko Nonomura C'è un messaggio per te da parte dell'accademia!»


    Alla quinta ripetizione della medesima solfa, Sougo fece la sua mossa, evidentemente stufo di non vedere reazione alcuna.

    «Hei Atasuke... Fatti da parte, lascia provare me»


    Lo sguardo di Sougo era tranquillo, troppo tranquillo. A tratti si poteva quasi definire angelico e questo stava turbando non poco Atasuke.

    °Che diavolo avrà intenzione di fare? Non vorrà mica...°


    Non ebbe tempo di terminare. Una sonora esplosione provocata dalla cartabomba fece sparire la porta che prima li divideva dall'interno della casa.

    «Atasuke... Mi deludi... Ti pare questo il modo di fare nei villaggi altrui?»

    «Ma che cazzo vai dicendo, deficente! Ti ho visto benissimo! Ammettilo, tu volevo farmi fuori, ammettilo! Speravi che rimanessi invischiato nell'esplosione eh!?»

    «Suvvia, non esagerare, altrimenti potresti prenderti un infarto...»

    «E tu ci spereresti... Bastardo»


    L'ultima frase di Atasuke venne a malapena sussurrata, quasi come a celare una minaccia verso il suo sempre simpatico collega, che per l'ennesima volta aveva cercato di ammazzarlo cercando di far passare tutto come un'incidente.
    Come avrebbe reagito la ragazza vedendo la propria porta di casa completamente divelta?



    OT - Ok, diamo il via a questa assurdità!
    NOTA: Da questa giocata inizio ad inserire un PNG che ho intenzione di sfruttare in futuro, magari come seguace e/o 2° PG Dipende da se e come si svilupperà la cosa XD
    NOTA2: Preoccupati :zxc:
    NOTA3: Preoccupati moooolto :zxc:
    - /OT
     
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    Avanti, è aperto!

    Non c'è bisogno di bussare così forte...

    Il bello di abitare in una casa posizionata direttamente sulla spiaggia era la possibilità di uscire senza scarpe: aprivi la porta ed eri lì, pronta per una rilassante passeggiata, la sabbia calda sotto i piedi, il dolce lambire delle onde sul bagnasciuga che ogni tanto ti accarezzava lievemente le caviglie.
    Avevo preso l'abitudine a farlo spesso, nei rari momenti in cui riuscivo a ritagliarmi un po' di tempo tutto per me: camminare mi aiutava a mantenere la pace interiore, a raccogliere le idee e metterle da parte lasciando che la mente si ricaricasse.
    Fu proprio durante il ritorno da una di queste passeggiate scacciapensieri, che i pensieri stessi si fecero di nuovo prepotentemente strada nella mia vita, assumendo la forma di due shinobi del Villaggio della Foglia che bussavano alla porta di casa mia.
    Avevo notato i due figuri da lontano, mentre la mia testa vagava assorta su quale gusto di gelato fosse meglio comprare quella sera, ma naturalmente non vi avevo dato abbastanza peso: i due si stavano avvicinando a casa, ma non riuscivo a distinguere nessun dettaglio se non le loro silhouette soffuse nella tipica nebbia pallida di Kiri. Li avevo visti raggiungere la porta e raccogliersi davanti ad essa. Mentre anch'io, passo dopo passo, tornavo verso casa, avevo visto uno dei due alzare un braccio e iniziare a battere alla porta.

    - Uriko Nonomura C'è un messaggio per te da parte dell'accademia!

    La voce, aiutata dal vento che soffiava verso di me, arrivò nitida alle mie orecchie. Un messaggio? Accademia? Cosa potevano volere adesso, per venirmi a cercare addirittura a casa? Di solito, le comunicazioni di routine avvenivano tramite lettera. La cosa non mi piaceva molto, ma a dirla tutta mi incuriosiva. Affrettai quindi il passo, iniziando a distinguere che effettivamente i due erano shinobi.
    Uno dei due continuava a bussare, senza ottenere risposta. Immaginavo che mamma fosse fuori con la barca a pescare, mentre Alice... Beh, mia sorella passava la maggior parte del tempo a casa dell'"amico-che-forse-è-qualcosa-più-di-un-amico" a... Ehm... A divertirsi. Nessuno quindi avrebbe risposto alla chiamata dei due accademici, a meno che io non fossi tornata in tempo.
    Dopo alcuni tentativi, il tizio davanti alla porta parve farsi da parte, mentre si avvicinava l'altro. Io avevo affrettato il passo, ed ero quasi a portata di voce.

    - Scusatemi, stavate cerc...

    BOOOOM.

    Mi fermai, fissando attonita la nuvola di fumo che si levava dalla porta di casa mia. Non potevano avere fatto quello che invece sembra avessero fatto. Semplicemente non potevano. E questo come l'avrei spiegato a mamma?

    "Sai, sono arrivati questi tizi ma non c'era nessuno in casa, quindi hanno fatto esplodere la porta..."

    Non mi avrebbe creduto nemmeno davanti ad una confessione ricca di dettagli estorta ad uno dei due, ed Alice aveva un perfetto sessualibi per dimostrare di non essere in casa al momento del fattaccio. Daaaai, perché negare una punizione esemplare alla piccola dannosa Uriko?

    - EEEEEEEEEEEHI! MA CHE STATE FACENDO!

    Il pensiero che non fossero ninja accademici ma figure ostili non mi aveva minimamente sfiorato. Va bene essere impulsivi, ma forse avrei potuto almeno evitare di ululare come una sirena di ambulanza...
    Mi riscossi dal mio stato di catatonico stupore e cominciai a correre più veloce che potevo, fino a coprire la manciata di metri che mi separavano dalla mia casa, adesso fornita di una nuova luminosissima finestra senza vetri.

    - Adesso dico io, cosa pensate che voglia dire se nessuno vi apre la porta? Difficile arrivare alla conclusione che non c'è nessuno in casa, e che non avrebbe senso entrare con la forza? Ma ancora più importante, MA COSA CAZZO VI E' SALTATO IN MENTE?!

    Fissai i due, furibonda. Parevano entrambi abbastanza giovani, uno in particolare aveva anche un visino angelico, ma ero troppo arrabbiata per soffermarmi sui loro volti, se non per studiare bene il punto dove colpire con un pugno ben assestato per fare più male possibile. Ah, se solo fossi stata un po' meno deboluccia...

     
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    ~Il Buono, La Bella ed il Sadico~


    Atasuke ebbe appena il tempo di udire l'inizio di una frase, pronunciata nella nebbia da una voce chiaramente femminile, prima di udire e vedere l'esplosione. Sfortunatamente ormai il tutto era già accaduto e non c'era modo di recuperare.

    "EEEEEEEEEEEHI! MA CHE STATE FACENDO!"

    °Dannazione, ora c'è pure una testimone... Giuro che questa volta lo obbligo a fare seppuku°

    "Adesso dico io, cosa pensate che voglia dire se nessuno vi apre la porta? Difficile arrivare alla conclusione che non c'è nessuno in casa, e che non avrebbe senso entrare con la forza? Ma ancora più importante, MA COSA CAZZO VI E' SALTATO IN MENTE?!"

    °A questo punto potrei pure scommetterci che è lei Uriko Nomura...°


    «Ragazzina... Levati dai piedi, queste sono questioni ufficiali... Piuttosto, tu chi saresti eh?»


    Sougo aveva una voce tranquilla, quasi annoiata, come se tutto ciò che lo stava circondando in realtà fosse normale e la sola cosa "anormale e fastidiosa" fosse la giovane kiriana che si era intromessa nella sua normalità.
    Si mise poi ad avanzare lentamente un passo alla volta verso la giovane, iniziando ad estrarre la lama della wakizashi dal fodero sul fianco destro.
    Ella avrebbe tranquillamente notato il luccichio della lama attraverso la densa nebbia di Kiri. Ma se avesse guardato con attenzione avrebbe anche visto qualcosa di diverso negli occhi di quel viso angelico. Qualcosa di inquietante, diabolico.
    Sougo arrivò fino ad un passo dalla ragazza quando venne a sua volta raggiunto da un possente pugno in testa da parte di Atasuke, il quale rabbiosamente lo aveva colpito con un pugno discendente dalla notevole forza e velocità.
    [Pugno]

    «Che diavolo hai intenzione di fare Sougo! Hai già fatto abbastanza danni, vedi di lasciar stare la ragazza con cui dobbiamo parlare, idiota!»

    «Mi hai fatto male! Lo sai che a me piace scherzare... Ti pare che le avrei mai fatto qualcosa?»


    Atasuke non rispose e si limitò a guardare il suo compare con sguardo truce e severo.
    Si voltò poi verso la ragazza, addolcendo lo sguardo nella speranza di evitare altri problemi.

    «Perdona il mio compare. Io sono Atasuke Uchiha e questo mentecatto...»


    Indicò quindi Sougo con un cenno della mano.

    «è Sougo Okita. Siamo ninja della Foglia e siamo qui per discutere dell'incidente in accademia...
    Immagino tu sia Uriko Nomura, o sbaglio?»


    Sorrise, cercando di non apparire sciocco in una tale situazione.

    «Non ti preoccupare per il danno, penserò personalmente a rimborsarti la cifra»

    °Facendola detrarre dallo stipendio di Sougo°


    Attese una risposta dalla giovane, nella speranza che a questo punto fosse ancora possibile una via di comunicazione pacifica...


    OT - Ecco il secondo post. Scusa per il ritardo, ma son stato un po preso e scarno di ispirazione XD - /OT
     
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    Siamo qui per parlare dell'incidente

    Non avevo bevuto nemmeno un goccetto, lo giuro!



    - Ragazzina... Levati dai piedi, queste sono questioni ufficiali... Piuttosto, tu chi saresti eh?

    Ufficiale. D'accordo, quindi farmi saltare la porta di casa era una questione ufficiale.
    Ogni giorno che passava diventavo più consapevole di quanto la mia "nuova" vita da kunoichi mi avesse catapultato in una lucida, splendente gabbia di matti. Non solo ogni persona che incontravo pareva avere qualche rotella fuori posto, ma ognuno di loro riusciva a darmi sui nervi in modi sempre nuovi.
    Fissai negli occhi il tizio che aveva parlato, il biondino. Sguardo annoiato, voce da 'chi-è-che-osa-scocciarmi'. Soppesai le parole un attimo, prima di rispondere alla sua domanda.

    - Hai presente quella?

    Indicai quello che oramai rimaneva della povera porta di casa mia, qualche scheggia di legno laccato era schizzata dentro il salotto e si era piantata nel parquet, simile ad una salva di minuscole frecce.

    - Casa mia. Uriko.

    Portai il dito ad indicare il mio viso, sillabando le parole, come se avessi a che fare con un povero stupido che non capiva la mia lingua. Io Tarzan, tu Jane.
    Dio, certo che sapevo essere veramente odiosa... Ma stavo tenendo quell'atteggiamento giusto per non arrabbiarmi come una iena. Non si addiceva ad una signorina come la sottoscritta!
    Il biondino rimase impassibile, almeno nei lineamenti del volto, ma cominciò ad avvicinarsi a me a passi lenti. Con una punta di terrore, vidi un luccichio sinistro provenire dal suo fianco destro, lì dove aveva appena portato le mani. Cosa diav...?
    Lo ammetto, in quel momento anche il velo di indignazione che mi ricopriva cadde senza esitazione, lasciando solo una Uriko sufficientemente impietrita da non riuscire a muoversi. A mente fredda, sapendo che si trattava di ninja accademici, sarei arrivata alla conclusione che non avrebbe mai potuto farmi del male; ma in quel momento la mente fredda era andata a farsi benedire, inchiodata dal brillare della wakizashi del tizio nella nebbia e da un'inquietante sfumatura di pura cattiveria nel suo sguardo.
    Stavo per morire?

    Beh, morire faceva un suono strano, come di un pugno che sbatteva contro qualcosa di duro. E aveva una voce colma di rimprovero...

    - Che diavolo hai intenzione di fare Sougo! Hai già fatto abbastanza danni, vedi di lasciar stare la ragazza con cui dobbiamo parlare, idiota!

    Aprii gli occhi, giusto per rendermi conto che li avevo chiusi d'istinto aspettando il peggio. Il biondino si massaggiava la testa, mentre l'altro tizio pareva essere intervenuto in mia difesa. Ossignore, un faro di speranza nella natura umana in quest'oceano di follia!

    - Mi hai fatto male! Lo sai che a me piace scherzare... Ti pare che le avrei mai fatto qualcosa?

    - Alla faccia dello scherzo - mormorai, probabilmente a voce abbastanza alta da essere udibile dai due. La voce del mio "salvatore" attirò nuovamente la mia attenzione.

    - Perdona il mio compare. Io sono Atasuke Uchiha e questo mentecatto è Sougo Okita. Siamo ninja della Foglia e siamo qui per discutere dell'incidente in accademia...
    Immagino tu sia Uriko Nomura, o sbaglio?
    Non ti preoccupare per il danno, penserò personalmente a rimborsarti la cifra.

    Ok, innanzitutto una buona notizia. Forse mamma non mi avrebbe ucciso... Forse.
    Un attimo, per cosa erano venuti?! Pensai un attimo a cosa poteva riferirsi. Incidente... Incidente in Accademia... Non mi pareva di aver fatto nulla di male. A cosa si riferiva?

    - Mi pare il minimo che mi ripaghiate, voi non sapete in che guaio mi avete cacciato - ok, forse un po' esagerata, ma magari li avrei fatti sentire un po' in colpa. Anche se il biondo non mi aveva dato l'idea del tizio che abbia mai anche solo letto la parola "colpa" su un dizionario...

    - Comunque sì, state cercando me. Vi aprirei la porta per farvi entrare, ma vedo che avete scelto il self service. -

    Passai in mezzo ai due, diretta verso l'ingresso, soppesando ogni passo per evitare che anche una sola subdola, perfida scheggia di legno mi procurasse un bel buchetto nel piede. Cosa avevo detto a proposito dell'uscire di casa senza scarpe?

    - Potete entrare se volete.

    Mi incamminai verso la cucina. Almeno lì non avrei dovuto sopportare la vista della porta divelta, e la giornata avrebbe di nuovo assunto una maschera di normalità.
    Presi un bicchiere e mi versai un po' di latte, premurandomi di non offrire loro nulla. Va bene essere cortesi ed invitarli ad entrare, ma mi avevano appena distrutto una parte di casa. Bevvi un lungo sorso, poi mi rivolsi di nuovo verso il tizio "normale".

    - Comunque, io non so di che incidente stiate parlando, né perché ci sia bisogno di presentarvi a casa della gente. Non bastava una lettera o una convocazione come sempre?

     
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    ~Memoria breve o finta tonta?~


    Per fortuna non vi furono particolar ripercussioni da parte della ragazza, ad eccezione di una leggera sviolinata prima di concedere loro di entrare in casa. Atasuke dal canto suo seguì la ragazza entrando per primo e lanciando qualche occhiataccia al suo compare, giusto per evitare che si lasciasse nuovamente prendere la mano. Di contro, Sougo, continuò imperterrito a mostrare il suo visetto angelico, anche se nella sua mente malata andavano a tessersi trame ed orditi dall'innominabile sadismo. Per farla breve: Aveva sete di sangue e non necessariamente Kiriano.
    I due avanzarono lentamente all'interno della dimora fino alla cucina, dove la ragazza si versò un bicchiere di latte, stando evidentemente bene attenta a non essere troppo cortese nei loro confronti.

    "Comunque, io non so di che incidente stiate parlando, né perché ci sia bisogno di presentarvi a casa della gente. Non bastava una lettera o una convocazione come sempre?"

    °Non sa di che stiamo parlando? É chiaro che sta mentendo, oppure qui a kiri è normale sparare chiodi in bocca alla gente?°

    «Atasuke, la ragazza ci sta prendendo in giro, è inutile perdere altro tempo, eliminiamola subito e chiudiamo la questione»


    Di nuovo gli occhi di Sougo brillarono in maniera inquietante.

    «Piantala Sougo. Prima dobbiamo procedere da manuale, inoltre non c'è ancora la pena capitale per aver graffettato con una sparachiodi uno studente accademico...»


    Lo sguardo serio di Atasuke passò quindi da Sougo alla ragazza. Non era la prima volta che rivolgeva quello sguardo accusatorio, ma di certo era la prima volta che lo mostrava alla ragazza.

    «Detto questo, credo ricorderai un tale "Akira Akimichi"... Bene, la sua famiglia non ha voluto lasciare correre, ed è per questo che siamo stati inviati qui da parte dell'accademia e da parte del villaggio della foglia.»


    Si rimise ad osservare la ragazza, con il chiaro intento di leggere le sue espressioni per riuscire ad intuire se effettivamente non ricordava o se in qualche modo stava cercando di discolparsi da quanto accaduto.
    Dopo quella brevissima pausa riprese con il discorso.

    «Detto questo, ora abbiamo la dichiarazione dell'Akimichi, successivamente, se sarà necessario, interrogheremo anche Shu Akasuna della sabbia. Intanto sarei curioso di sapere quale sia la tua posizione in tutto questo»

    «E vedi di non provare a fare la furba con noi»


    Ancora una volta lo sguardo di Sougo era diventato particolarmente pericoloso ed omicida, tuttavia in questo caso Atasuke preferì non intervenire. In effetti, se c'era una cosa che risultava estremamente bene a Sougo, erano gli interrogatori...
     
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    Incidente diplomatico

    Aaah, il cicciobomba è corso a frignare dalla mamma!


    Un sorso di latte quasi mi andò di traverso, quando l'inquietante ed angelico tizio parlò di nuovo.

    - Atasuke, la ragazza ci sta prendendo in giro, è inutile perdere altro tempo, eliminiamola subito e chiudiamo la questione.

    - Ma veram... mente... - protestai, rischiando di strozzarmi. Non avevo veramente la minima idea di cosa stessero parlando! Eliminarmi?! Qui si stava delirando.
    Mi ripresi, deglutendo sonoramente, e feci per aprire bocca, ma fui preceduta dallo shinobi più "normale".

    - Piantala Sougo. Prima dobbiamo procedere da manuale, inoltre non c'è ancora la pena capitale per aver graffettato con una sparachiodi uno studente accademico...

    Alla parola "sparachiodi", una lampadina mi si accese in testa. Non avrei mai definito ciò che era successo in Accademia un incidente, dato che ritenevo di aver agito solo per difesa personale, ma evidentemente i due tizi erano arrivati per discutere di quando avevo graffettato il labbro ad un ciccione che aveva provato a baciarmi. Ok, almeno adesso capivo cosa stesse succedendo.

    - Detto questo, credo ricorderai un tale "Akira Akimichi"... Bene, la sua famiglia non ha voluto lasciare correre, ed è per questo che siamo stati inviati qui da parte dell'accademia e da parte del villaggio della foglia. Detto questo, ora abbiamo la dichiarazione dell'Akimichi, successivamente, se sarà necessario, interrogheremo anche Shu Akasuna della sabbia. Intanto sarei curioso di sapere quale sia la tua posizione in tutto questo.

    Aprii la bocca per parlare, quando fui nuovamente interrotta da visino d'angelo.

    - E vedi di non provare a fare la furba con noi.

    Gli scoccai un'occhiata, cercando di apparire il più irritata possibile senza dargli a vedere che mi inquietava da morire. C'era qualcosa di malsano, di malato nel suo sguardo. Fortuna che non avevo intenzione di fare la furba con loro: dal mio punto di vista avevo perfettamente, perfettamente ragione.

    - Quindi il ciccione è andato a piangere dalla mamma... - esordii, poggiando il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e sedendomi. Esitai un attimo, rapita dai giochi di luce prodotti dal vetro convesso del bicchiere, poi ripresi a parlare.
    - Non avevo capito che steste parlando di quello, comunque sì, non nego che sia successo. E' successo che il tizio mi ha colpita con violenza e fatta cadere, e una volta rialzata ha cercato di abusare di me. -
    Ok, un po' esagerata forse, ma meglio aggravare un tantino la posizione di palladilardo.
    - E' successo che l'unica cosa che potessi fare in una situazione del genere fosse difendermi con la sparachiodi... E quindi sono io l'accusata? Cosa dovevo fare, lasciarmi fare quello che voleva? O forse il civile Villaggio della Foglia sarebbe contento di trovarsi Kiri alle porte perché una sua kunoichi è stata stuprata da ninja di Konoha? -
    D'accordo, mi stavo infervorando: forse un tantino troppo, considerando che eravamo in una casa sulla spiaggia, senza nessun'altra anima viva nel raggio di qualche decina di metri, ma effettivamente mi pareva ridicolo di trovarmi in quella situazione per essermi difesa.
    Probabilmente la versione razionale di Uriko avrebbe taciuto adesso, conscia di aver già oltrepassato il limite ed anche di un bel pezzo, ma ultimamente la Uriko impulsiva riusciva sempre a metterla all'angolo per poi prendere il sopravvento.
    - Fra l'altro, voi siete piombati in casa mia millantando di essere stati mandati da Konoha e Accademia, ma io non credo proprio che l'amministrazione della Nebbia abbia accettato che veniste ad interrogarmi e distruggermi casa... Almeno, non senza mandare un garante a sincerarsi che io non corressi rischi.
    Kiri non è al corrente di questa vostra sortita in casa mia, vero? E se qualcuno li mettesse al corrente?

     
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    ~Sfida di Potere - Inception~


    La ragazza scoccava sguardi indispettiti verso Sougo, anche se era probabile che quella forma di irritazione potesse in qualche modo coprire qualcos'altro. Cercava di apparire forte, o forse credeva sul serio di esserlo, tuttavia, qualunque fosse la verità, la cosa non giocava affatto a suo favore.
    Entrambi stettero a sentirla con dedizione, cercando di trovare eventuali falle nella sua deposizione o qualunque elemento sufficentemente utile per avanzare nella questione.

    "Non avevo capito che steste parlando di quello, comunque sì, non nego che sia successo. E' successo che il tizio mi ha colpita con violenza e fatta cadere, e una volta rialzata ha cercato di abusare di me."

    °Abusare? Addirittura a sua volta accusa l'akimichi di presunto abuso... Queste sono parole dure°

    "E' successo che l'unica cosa che potessi fare in una situazione del genere fosse difendermi con la sparachiodi... E quindi sono io l'accusata? Cosa dovevo fare, lasciarmi fare quello che voleva? O forse il civile Villaggio della Foglia sarebbe contento di trovarsi Kiri alle porte perché una sua kunoichi è stata stuprata da ninja di Konoha?"

    °Interessante teoria, ma temo per cosa potrebbe ronzare nella testa di Sougo... Quel sadico mi inquieta, specialmente valutando che in meno di 15 minuti mi ha già procurato almeno 3 ore di stesura del verbale in più... Dannazione
    °


    Come temeva, lo sguardo di Sougo era ulteriormente peggiorato. Non era chiaro che cosa ronzasse in quella sua mente malata, tuttavia, era chiaro che a poco a poco sembrava come prenderci gusto. Come se nel confronto con quella ragazza ne acquisisse sadico piacere, o forse molto semplicemente pregustava il suo turno di interrogatorio...

    «Vedi di darti una calmata Sougo... O devo ricordarti che hai già fatto abbastanza danni per oggi?»


    Sussurrò Atasuke con un tono appena udibile alle orecchie del compare.

    "Fra l'altro, voi siete piombati in casa mia millantando di essere stati mandati da Konoha e Accademia, ma io non credo proprio che l'amministrazione della Nebbia abbia accettato che veniste ad interrogarmi e distruggermi casa... Almeno, non senza mandare un garante a sincerarsi che io non corressi rischi.
    Kiri non è al corrente di questa vostra sortita in casa mia, vero? E se qualcuno li mettesse al corrente?"


    Un semplice sorriso si dipinse sul volto di Atasuke, mentre imperterrito l'animo di Sougo si dannava per avere il sangue della ragazza in un calice da cui poterlo sorseggiare.

    «Interessante punto, tuttavia sciocco da parte tua tentare di imbastire una simile minaccia, perchè passami il termine... Ma è di questo che si tratta.»


    Armeggiò un istante sotto il nero mantello e da questi ne estrasse tre documenti, con tanto di timbri ufficiali e li porse alla ragazza, in modo che potesse leggerli mentre rispondeva a quella sorta di presa di posizione.

    «Come puoi vedere, il primo è il documento con il timbro accademico che ci autorizza ad essere qui in questo momento per fare chiarezza su questa questione. Il secondo è il mandato timbrato dall'amministrazione di Konoha e dal clan Akimichi con tanto di denuncia di aggressione allegata, e l'ultimo è il visto rilasciato dall'ufficio di Kiri competente per le indagini accademiche... Certo non nego che non fossero informati della demolizione della porta di casa tua, ma per qanto riguarda il resto, eventuale interrogatorio compreso, sono del tutto legali ed autorizzati...»


    Il suo tono era calmo e pacato, anche se lasciava trasparire la lieve tensione che si era creata a causa del trambusto causato dal compare, oltre che dalla sensazione di inquietudine che il suo collega gli creava.

    «Detto questo: Comprendo il tuo attuale stato d'animo e l'irritabilità dovuta alla stupida irruenza del mio compare, motivo per cui avrei preferito gestire la cosa da solo, tuttavia, ti chiederei di evitare inutili frecciatine come quella verso il "ciccione", che d'ora in avanti chiameremo "Akimichi" per semplicità.»



    Atasuke si voltò leggermente puntando una sedia nelle vicinanze e senza attendere inviti (che probabilmente non sarebbero mai giunti) vi si sedette riportando poi lo sguardo sulla ragazza.

    «Temo che la cosa sarà lunga, spero non ti dispiaccia se mi siedo un'attimo... Trovo alquanto scortese e decisamente poco raffinato discutere di questi argomenti restanto in piedi, non trovi?»



    Le rivolse nuovamente un sorriso, anche se in questo caso era chiaramente un sorriso di compiacenza, nella speranza che Uriko si addolcisse un minimo per permettere una linea di dialogo pacifica.

    «Tornando a noi... Allora, se non ho capito male, dal tuo punto di vista, avresti subito delle percosse da parte dell'Akimichi con a seguire un tentativo di violenza nel pieno corridoio accademico, ma non solo, sottolinei che se non ti fossi difesa, questi avrebbe successivamente proseguito arrivando ad una violenza sessuale... certamente deve essere stata una situazione alquanto stressante per te... Non oso immaginare cosa possa significare essere vittima di un tentato stupro»



    Atasuke in quel momento stava fissando con attenzione lo sguardo in quello della giovane. Ella non avrebbe visto nulla di minaccioso in quello sguardo, anzi, vi avrebbe probabilmente trovato compassione. Che Atasuke le credesse? Forse, ma di certo quello sguardo celava molto di più. [Abilità] [Slot tecnica] Infatti egli la stava interrogando, senza che ella potesse in qualche modo saperlo. Infatti, mentre la sua voce poneva quella domanda, i suoi occhi avevano aperto un canale invisibile agli occhi attraverso il quale si stava insinuando nella psiche della ragazza per cercare di cavarne eventuali segni di una violenza o di un trauma riferito all'accaduto. Per farlo, si munì della voce della ragazza stessa, in modo da evitarle di comprendere l'attivazione di quel jutsu e le pose delle semplici domande mentali. "Come sono andate le cose? Com'era avvenuto tutto?"
    Ella non poteva mentire e se ci fosse stato un reale trauma, Atasuke lo avrebbe visto con gli occhi della ragazza.
    Certo era che se invece non avesse trovato nulla negli inconsci ricordi della giovane, sarebbe stato un guaio... Per lei.


    OT- Mi scusino l'inserimnto della tabellina, ma è solo per avere l'inscatolamento delle skillz usate essendo personali XD -/OT

    Chakra: 55 Bassi
    Vitalità: 16 Leggere
    En.Vitale: 35 Leggere


    Metri Slot free: 9+(1,5)

    Forza: 500
    Velocità: 500
    Riflessi: 575
    Resistenza: 500

    Agilità: 500
    Precisione: 500
    Senjutsu: 500
    Concentrazione: 500

    Tempistica e Altri Consumi


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti e Consumi

    1° Slot Difesa: Difesa
    2° Slot Difesa: Difesa
    3° Slot Difesa: Difesa

    1° Slot Azione: Azione
    2° Slot Azione: Azione
    3° Slot Azione: Azione

    Slot Tecnica Base: Tecnica
    Slot Tecnica Avanzata: Tecnica

    Azioni Free: Non utilizzato
    Riepilogo impasti: Altri impasti

    Appunti


    Protezioni indossate: Guanti Rinforzati, Corpetto di cuoio e Mantello
    AaD: 6/6 Kunai
    ADCC: Tanto (nascosto nella manica DX), Wakizashi sulla schiena sotto il mantello.
    Bombe: 2/2 Cartabomba I, 2/2 Cartabomba Deflagrante
    Varie: 2/2 10m Filo Nylon
    Varie: 1/1 10m Filo nylon Rinforzato
    Varie: 1/1 Accendino
    Varie: 1/1 Respiratore
    Rotolo 1: 1/1 Kit primo soccorso, 1/1 Kit Meccanismi per trappole
    Rotolo 2: 2/2 Tonico di Ripristino Minore
    Rotolo 3: 6/6 Shuriken

    Conoscenze Utilizzate



    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica. L'utilizzatore possiede alcune conoscenze di recitazione. Questa conoscenza presuppone comunque un margine di errore, di mal'interpretazione.

    Non c'è Emozione, c'è Pace
    Ricorda sempre... Dalla tua concentrazione deriva la tua realtà
    Villaggio: Konoha (Personale)
    Posizioni Magiche: Nessuna (1)
    L'illusione si attiva se presente il contatto visivo tra la vittima e l'utilizzatore. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla mentalmente, cercando di estorcerle le informazioni riguardo un trauma o episodio fortemente condizionante dalla propria psiche; sarà impossibile mentire. Per resistere all'aggressione è necessario spendere un consumo di chakra pari a Medio ad ognuna di esse. L'efficacia è pari a 30. Non è possibile utilizzarla durante uno scontro.
    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    (Livello: 4 / Consumo: Medio)
    [Da Genin in su]

    Non c'è Contrasto, c'è Condivisione
    La Paura conduce all'ira, l'ira all'odio, l'odio... Conduce alla sofferenza... Io sento in te molta paura
    Arte: L'utilizzatore può incrementare la difficoltà di opposizione a "Non c'è emozione".
    Ogni Basso aggiuntivo incrementa di Basso la richiesta di chakra per resistere all'aggressione.
    È possibile impastare un Basso extra per ogni slot competenza posseduto.

    [Da Genin in su]

     
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    C o n s e g u e n z e

    Post quarto

    Non possono leggermi nella mente...

    ...e io non dirò loro che ho esagerato.


    Sgranai gli occhi, quando il tizio sparse i documenti sul tavolo. Erano autentici, senza ombra di dubbio. Kiri aveva davvero acconsentito al mio interrogatorio, senza preoccuparsi di mandare un garante che vegliasse sulla mia incolumità?

    - Detto questo: Comprendo il tuo attuale stato d'animo e l'irritabilità dovuta alla stupida irruenza del mio compare, motivo per cui avrei preferito gestire la cosa da solo, tuttavia, ti chiederei di evitare inutili frecciatine come quella verso il "ciccione", che d'ora in avanti chiameremo "Akimichi" per semplicità.

    - Io parlerei di dato di fatto più che di frecciatine, ma pazienza... - mormorai, più rivolta a me stessa che ai due intrusori.
    Il tizio che aveva parlato fino a quel momento - l'altro era diventato un'inquietante presenza silenziosa in un angolo - si avvicinò alla sedia accanto alla mia.

    -Temo che la cosa sarà lunga, spero non ti dispiaccia se mi siedo un attimo... Trovo alquanto scortese e decisamente poco raffinato discutere di questi argomenti restanto in piedi, non trovi?

    - Prego - risposi con voce atona, per poi alzarmi in piedi ed appoggiarmi alla credenza lì vicina. Non avevo intenzione di lasciare che quella conversazione assumesse i contorni di un civile convivio attorno ad un tavolo, al costo di dover stare in piedi per tutta la durata dell'interrogatorio.

    - Tornando a noi... Allora, se non ho capito male, dal tuo punto di vista, avresti subito delle percosse da parte dell'Akimichi con a seguire un tentativo di violenza nel pieno corridoio accademico, ma non solo, sottolinei che se non ti fossi difesa, questi avrebbe successivamente proseguito arrivando ad una violenza sessuale... certamente deve essere stata una situazione alquanto stressante per te... Non oso immaginare cosa possa significare essere vittima di un tentato stupro.

    - Non ho detto che sarebbe certamente arrivato ad una violenza sessuale, ma sicuramente i presupposti c'erano. Ha esplicitamente detto che era attratto da me, e ha cercato di avere da me cose che io non gli avrei mai e poi mai dato.

    Mentre fissavo, piccata, il tizio negli occhi, mi trovai a ripensare a ciò che era successo. Dapprima il sunese, Shu, aveva tentato quello scherzo cretino, poi il ciccione - nella mia mente potevo ancora chiamarlo "ciccione", ha! - era intervenuto credendo che Shu mi stesse importunando. Nell'entrare in scena, mi aveva urtata con violenza e fatta cadere a terra... Magari non volontariamente, ma mi aveva fatto male. Dopo un breve alterco con il sunese, l'Akimichi mi aveva restituito la sparachiodi (caduta a terra durante il mio simpatico volo), facendomi capire che voleva un bacio in cambio e avvicinandosi a labbra protese come per non offrirmi scelta.
    Era stato lì che, irritata per quello che stava facendo e per il colpo che avevo subito poco prima, gli avevo semplicemente graffettato il labbro.
    D'accordo, parlare di tentata violenza sessuale magari era un pochino oltre, ma io continuavo a vedere la mia azione come l'unica via di uscita dalla situazione in cui mi ero ritrovata. Non mi ero pentita, affatto. E speravo di non doverlo fare una volta finito l'interrogatorio... Sembrava che i tizi fossero decisamente convinti dell'innocenza dell'Akimiciccia.

     
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Il Demone~


    La ragazza, alla fine della fiera, aveva semplicemente mentito. Certo, c'era interesse da parte dell'Akimichi e lei dal canto suo era evidentemente convinta di non aver fatto nulla di male. Tuttavia, non vi era stato alcun presupposto per arrivare alla definizione di tentato stupro, ed ancora meno vi erano le condizioni per una tale risposta, arrivando a ferire deliberatamente un'altro studente, seppure con un'arma impropria.
    Atasuke chiuse per una frazione di secondo gli occhi, interrompendo il contatto e l'interrogatorio, assumendo nello stesso istante un'espressione triste, quasi sconfortata.
    Con voce debole, tuttavia ferma e decisa si rivolse nuovamente alla ragazza.

    «Sai... Mi dispiace... Mi dispiace davvero molto...»


    Alzò nuovamente lo sguardo verso la ragazza, fissando il suo sguardo negli occhi di lei, in modo che ella potesse a sua volta leggere in lui quel reale sentimento simile al risentimento. In effetti Atasuke quasi si sentiva in colpa per ciò che sarebbe arrivato poco dopo.

    «Credimi, avrei di gran lunga preferito non arrivare a tanto, ma evidentemente hai la testa troppo dura ed un orgoglio troppo grande per poter ammettere fin da subito quello che è accaduto, ed ora... Ora mi tocca formulare contro di te un'accusa ufficiale, verrai portata dinnanzi al tribunale accademico e sconterai la dovuta pena...»

    «Sempre se sopravviverà all'interrogatorio, s'intende»


    Si intromise Sougo con uno sguardo tutto fuorchè rassicurante.
    Aveva una luce strana negli occhi, come una sorta di malefico alone viola, una scintilla di malvagità, accentuata dal malefico sorriso, che con noncuranza mostrava i canini, i quali risultarono alla vista partiolarmente lunghi, quasi come gli affilati canini di un vampiro. O di un Demone.

    °No! Non così Presto! Sapevo che Sougo prima o poi avrebbe sciolto le briglie, ma speravo che resistesse più a lungo! Devo riuscire a farla parlare! Devo riuscire a farla confessare prima che tutto cada nelle sue mani!°


    Atasuke trattenne a stento l'istinto di balzare in piedi, tuttavia portò la sinistra sotto al mantello, pronto nell'eventualità di dover estrarre l'arma per proteggere la ragazza dal demone che si stava risvegliando nel suo "collega".
    La tensione nell'aria era palese, ed anche la ragazza avrebbe potuto notare lo scambio di sguardi decisamente poco amichevole tra i due shinobi della foglia.

    «Atasuke... è giunto il momento... Lei ha deciso di seguire la via più difficile... Devi lasciare fare a me da qui in poi...»


    La voce di Sougo aveva qualcosa di sinistro, che fece incupire anche Atasuke.

    «Ti prego, confessa ora, so che quello tra te e l'Akimichi è stato solo un equivoco, ammetti la tua colpa prima che sia lui a fartelo ammettere!»


    Gridò Atasuke alla ragazza balzando in piedi, quasi a prepararsi ad un imminente scontro.
    Ora stava alla ragazza decidere se fidarsi più di Atasuke o del suo demoniaco compare, ammettendo le sue colpe o se avesse preferito continuare a negare nonostante le (quasi) palesi verità...

     
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    C o n s e g u e n z e

    Post quinto

    Centrale, ci hanno scoperti

    Stavolta voglio farlo io il poliziotto cattivo!



    - Sai... Mi dispiace... Mi dispiace davvero molto...

    Oh, santa pazienza. Ancora non era soddisfatto. Dovevo sopportare tutto questo per una graffetta, una piccola, maledetta graffetta. Gli avevo detto com'era andata, enfatizzando un pochetto le cose, ma avevo praticamente ammesso le mie colpe.

    - Credimi, avrei di gran lunga preferito non arrivare a tanto, ma evidentemente hai la testa troppo dura ed un orgoglio troppo grande per poter ammettere fin da subito quello che è accaduto, ed ora... Ora mi tocca formulare contro di te un'accusa ufficiale, verrai portata dinnanzi al tribunale accademico e sconterai la dovuta pena...

    No, sul serio. Nel mondo c'erano criminali di altissimo rango, minacce costanti alla pace e alla vita normale delle persone, e l'Accademia si perdeva nel "formulare un'accusa ufficiale contro di me", portarmi "dinnanzi al tribunale accademico" e "scontare la dovuta pena". Io, una poco più che matricola che aveva graffettato un labbro a un tizio.
    Credo proprio che qualcuno avesse un disperato bisogno di ridefinire le proprie priorità.
    Dall'angolino alle mie spalle si levò la voce del tizio inquietante, che mi scorse gelida lungo la schiena. L'ho già detto che il tizio mi dava i brividi?

    - Sempre se sopravviverà all'interrogatorio, s'intende.

    Non mi voltai nemmeno per guardarlo, ma notai come il primo figuro gli avesse rivolto uno sguardo a metà fra l'esasperato e il preoccupato; la faccenda iniziava a farsi grottesca.

    - Atasuke... è giunto il momento... Lei ha deciso di seguire la via più difficile... Devi lasciare fare a me da qui in poi...

    - Ma la via più difficile cosa - sbottai, girandomi di scatto. Feci per aprire la bocca e rincarare la dose, quando la mia voce fu sovrastata dall'altro tizio.

    - Ti prego, confessa ora, so che quello tra te e l'Akimichi è stato solo un equivoco, ammetti la tua colpa prima che sia lui a fartelo ammettere!

    - Ma cosa diamine devo confessare di più?! Ho ammesso di averlo fatto per difendermi da una situazione spiacevole, vi ho spiegato com'è andata... Questo tizio continua a fare il poliziotto cattivo, ma non ho capito, quale maledetta confessione state cercando di estorcermi?! -

     
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9 replies since 4/9/2014, 20:31   136 views
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