Un nuovo nukenin per Kiri?

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    Continua da qui

    ~Seconda tappa: Palazzo del Mizukage~


    Le parole della guardia furono tutto fuorchè tranquillanti. Evidentemente Kiri era potenzialmente considerabile sull'orlo del baratro su tutta la linea.
    Già sapeva dell'attentato accaduto parecchio tempo prima di cui gli aveva parlato il suo amico Kakita, tuttavia non poteva immaginare che perfino il Mizukage fosse sparito senza lasciare traccia alcuna.

    "Molla le armi e va pure. Sei dove andare o ai bisogno di qualcuno che ti accompagni?"

    «Finora non ho ancora mai avuto l'occasione di andare al palazzo del Mizukage, ma credo di poter trovare la strada anche da solo... In fondo non dovrebbe essere troppo distante dagli uffici amministrativi, no?»


    Squadrò ancora una volta la guardia come ad avere una sorta di risposta alla sua semplice domanda, tuttavia, la guardia, chiaramente svogliata, si accontentò di prendere le armi e di fare un cenno ad una ragazzina, segno palese che gli aveva assegnato la stessa come guida.

    «Bene, grazie per l'aiuto e buon lavoro»


    Salutò la guardia per poi seguire la ragazzina fino al palazzo del Mizukage.
    Ci vollero solo alcuni minuti, ma giunti davanti alla lugubre struttura, la ragazzina indicò il palazzo come il luogo che stava andando a cercare ed Atasuke ne rimase spiacevolmente stupefatto.
    In mezzo alla foschia di kiri, un'enorme palazzo pesantemente decorato con ossa in ogni dove si stagliava come una sorta di lugubre cattedrale, più simile ad un cimitero che ad una dimora.
    Ai suoi occhi, a nulla valevano i verdi prati curati, le fontane ed il rigagnolo. In quella sorta di lugubre quadro sembravano quasi dei dettagli secondari.

    °Certo che a Kiri non se la passano granchè bene a livello di gusti stilistici°


    Pensò tra se varcando la soglia del giardino ed iniziando ad incamminarsi verso la porta della magione dove sperabilmente avrebbe incontrato qualcuno o qualcosa disposto ad indicargli la via per incontrare qualche amministratore o qualcuno con una qualsiasi carica atta a risolvere quella sorta di casino...
     
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    A Dragon on the Roof



    Atasuke, avvicinandosi al palazzo, avrebbe notato qualcosa di inquietante fino a quel momento nascosta dalla nebbia. Una coda squamosa scendere dal tetto sinuosa ai lati dell'ingresso. Alzando lo sguardo avrebbe potuto notare come, appollaiata comodamente sul tetto, c'era un'enorme drago di colore rosso. Non aveva ali e dormiva pacato e quando Atasuke si avvicinò il drago aprì una palpebra, squadrandolo dall'alto.
    Fa un altro passo e ti mangio vivo disse l'animale. La voce era imperiosa, ma femminile. Era Yogan. Se avesse detto i motivi della visita la dragonessa si sarebbe accomodata nuovamente sulle tegole, incredibilmente leggera per essere così massiccia. Suona, Ayame è la moglie di Itai, vedrà lei se parlarti o meno.



    Atasuke non aveva chiaro il motivo di quella sparizione, dunque non poteva capire, ma in realtà Itai era lontano da casa. Un viaggio guaritore per l'anima ed il corpo dopo la dura prigionia, così da poter tornare a Kiri e dalla sua famiglia migliore di quanto non fosse mai stato. Una volta bussato alla porta avrebbe atteso qualche istante poi avrebbe aperto una bambina. Non poteva avere più di cinque anni ed aveva i capelli neri e gli occhi chiari, di un gradevole grigioverde.
    Chi è alla porta amore? chiese poi una voce proveniente dal corridoio, seguida da frettolosi passi.
    Un signore! disse la bambina e la madre comparve immediatamente alle spalle della bambina.
    Sì...? Posso fare qualcosa per lei? domandò Ayame. Era una giovane donna con i capelli tagliati corti e gli occhi grigi. L'aspetto era gradevole e la figura snella, ma aveva un'ombra di sofferenza che le oscurava il viso: due occhiaie troppo marcate, due occhi troppo rossi ed un'aria troppo triste. Cosa stava accadendo a Kiri?

     
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    ~Palazzo del Mizukage, Incontri interessanti~


    Dalla nebbia comparvero a poco a poco delle rosse strutture, simili quasi a delle squame. Certo era una decorazione interessante visto lo stile della struttura, anche se quella nota di colore quasi stonava con tutto quel bell'ambiente tetro e lugubre.

    "Fa un altro passo e ti mangio vivo"


    Disse la creatura proprietaria di quel corpo e di quelle squame con un tono non propriamente amichevole, ma allo stesso modo neppure palesemente minaccioso.

    «Ammirevole... Non avevo mai avuto occasione di incontrare dei draghi nella mia vita... Tuttavia sembra che questo viaggio a Kiri porti anche delle belle sorprese...»


    Osservò qausi divertito la creatura, scoccandole una rapida occhiata prima di riprendere con il suo breve monologo.

    «Tuttavia, temo che mi sia necessario il permesso di proseguire. Devo fare rapporto in merito ad un Kiriano che ha pensato bene di tradire attaccando il suo stesso team durante una missione importante a Suna... Non so come vengano gestite le cose qui a Kiri, ma a Konoha mi hanno insegnato a fare rapporto direttamente all'amministrazione ed al momento mi hanno spedito qui»


    Forse non pienamente convinta, la creatura ritornò ad accomodarsi sulle tegole dove precedentemente riposava, lasciandogli libero il passaggio ma senza concedergli nulla di più.

    "Suona, Ayame è la moglie di Itai, vedrà lei se parlarti o meno."

    «Grazie della comprensione»


    Ringraziò Atasuke con un breve cenno del capo prima di riprendere la breve marcia sino alla porta dove si ferò esitando un'attimo prima di bussare.
    Con enorme sorpresa alla porta non si presentò una donna adulta, quanto piuttosto una ragazzina, anzi, una bambina che al massimo poteva avere 5 anni.

    "Chi è alla porta amore?"

    °Questa deve essere la figlia di Itai... Anche perchè spero che qui a Kiri non siano pure diventati pedofili°

    "Un signore!"


    Attese sull'ingresso sorridendo alla bambina tanto gentile ed attendendo che Ayame fecesse effettivamente la sua comparsa nella scena.

    "Sì...? Posso fare qualcosa per lei?"

    «Immagino che lei sia l'Ayame di cui parlava il drago... Io sono Atasuke Uchiha, di Konoha e sono qui per parlare con l'amministrazione di Kiri. Al gate mi hanno già allertato dell'assenza del vostro Kage e dei consiglieri, tuttavia, mi hanno detto di presentarmi qui per portare le informazioni in merito a quanto accaduto a causa di uno dei vostri shinobi a Suna... Voi siete una degli amministratori?»


    Atasuke preferì non svelare alla donna tutte le carte, anche perchè non sapeva se e quanto questa fosse legata con l'amministrazione di Kiri, ne quanto fosse nelle sue possibilità decidere sulle ingiuriose informazioni che aveva sul compaesano Etsuko.
     
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    A Dragon (maybe) in the Sky



    Ayame accarezzò i capelli della bambina, quindi si rivolse prima a lei Va dentro tesoro disse semplicemente e la piccola obbedì, correndo dentro, lasciando sola la madre con Atasuke. A quel punto rispose. Certe cose, dopotutto, era meglio dirle senza che le figlie potessero sentirle, a cinque anni erano innocenti e parlare di cose del genere non era salutare per loro.
    No, io sono solo la moglie del... fece una pausa Quarto Mizukage, Itai Nara. Ed al momento sono l'unica con quella dragonessa a sapere dov'è. Mio marito ha bisogno di restare da solo, quindi lascia a me il compito di decidere se vale la pena o meno disturbarlo.



    In realtà Itai non era il Mizukage. Non ancora almeno. Ma l'apparenza era importante e Kiri non poteva essere lasciata formalmente senza una guida. Quella cosa però non la sapevano in molti ed Ayame non aveva intenzione di divulgare il segreto più del necessario. Inoltre era anche ora che suo marito tornasse a casa e sentiva che in qualche modo, mancava poco. Vieni, entra, posso offrirti qualcosa?





    Erano in una stanza abbastanza ampia e luminosa. C'erano una grossa scrivania, ma la sedia dietro di essa era vuota. Ayame si sedette su una delle due sedie dinanzi lo scrittoio, lasciando l'altra ad Atasuke. Se avesse accettato l'offerta di Ayame avrebbe avuto il suo bicchiere tra le dita.
    Non ti chiedo più di quanto tu sia disposto a rivelarmi, ma se hai avuto pena di venire fino a Kiri evidentemente deve essere qualcosa di grave. Sii pure breve nel racconto, ma vorrei sapere cosa è accaduto e chi è il ninja coinvolto se possibile.

     
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    ~Palazzo del Mizukage, Il primo Colloquio~


    Con una carezza ai capelli della bambina Ayame la mandò via, valutando che giustamente non era ancora nell'età per mischiarsi con quel nebbioso mondo di shinobi.
    Quando poi la bambina fu andata, Ayame rispose alle domande di Atasuke.

    "No, io sono solo la moglie del... Quarto Mizukage, Itai Nara. Ed al momento sono l'unica con quella dragonessa a sapere dov'è. Mio marito ha bisogno di restare da solo, quindi lascia a me il compito di decidere se vale la pena o meno disturbarlo."


    Atasuke in risposta fece un breve inchino di saluto, riconoscendole in effetti il grado sociale che la donna aveva dichiarato di avere.

    «Comprendo... Immagino quindi che abba impegni particolarmente importanti, tuttavia temo comunque che ciò che ho da riferire lo interessi dato che riguarda anche un nukenin ex Kiriano...»


    Ella con gentilezza lo invitò ad entrare ed Atasuke non se lo fece ripetere due volte, accettando di buon grado l'invito.

    «Grazie dell'ospitalità... In effetti se non è di troppo disturbo accetterei volentieri una tazza di the»


    Sorrise. In fondo, per quanto fosse li per motivi di lavoro, non poteva dimenticare che si trovava in casa altrui, quindi, missione o meno, doveva rispettare le buone regole di etichetta che gli erano state insegnate. Inoltre, ora che si trovava all'interno di Kiri ed all'interno del palazzo del Mizukage, poteva rilassarsi un'attimo dato che ormai l'obbiettivo principale era raggiunto e non aveva più da correre per cercare di non essere intercettato da uno dei due fratelli kiriani.
    Giunsero infine in una stanza, probabilmente uno studio, in cui Ayame prese posto su una delle due sedie di fronte al bancone e lasciando ad Atasuke l'altra. Intanto era palese il fatto che quell'ufficio venisse probabilmente sfruttato dai kage, cosa resa palese soprattutto dalla poltrona dietro alla svricania rimasta a lungo inutilizzata.

    "Non ti chiedo più di quanto tu sia disposto a rivelarmi, ma se hai avuto pena di venire fino a Kiri evidentemente deve essere qualcosa di grave. Sii pure breve nel racconto, ma vorrei sapere cosa è accaduto e chi è il ninja coinvolto se possibile."

    «Diciamo che a questo punto sono più al sicuro di quanto non lo fossi prima, quindi credo di potermi tranquillamente permettere un breve sunto dettagliato... Probabilmente non siete ancora informati del fatto che a Suna sono successe cose spiacevoli... Un gruppo di nukenin ha trafugato uno dei demoni della sabbia ed è stato allestito in loco un team d'emergenza, composto da pochi shinobi scelti della sabbia ed alcuni tra cui il sottoscritto appartenenti ad altri villaggi che per motivi personali ci trovavamo all'interno del villaggio quando è scattato l'allarme...»


    Si prese una brevissima pausa sorseggiando un po della sua bevanda prima di riprendere il discorso.

    «Detto questo si arriva al punto cruciale. Raggiunto il gruppo di nukenin, un vostro shinobi, Etsuko Akuma, ha riconosciuto tra gli avversari suo fratello e dopo un breve scambio di offerte, non solo ha piantato in asso il team non prendendo parte allo sontro, cosa che fin qui avrei anche compreso in virtù di un legame con il fratello... Ma ha addirittura pensato di tradirci assalendoci ed alleandosi con il fratello. Ora probabilmente i due sono assieme mentre curano le ustioni di Etsuko...»


    Sorseggiò un'altro po dal suo bicchiere prima di chiudere il resoconto sintetico e ridando la parola ad Ayame.

    «Comprendo che possa essere difficile credere alle parole ingiuriose di un ninja della foglia su un proprio compaesano, per questo motivo, sono disposto anche a testimoniare sottoponendomi ad un'interrogazione mentale per confermare la mia tesi... Tuttavia, ho anche il fondato timore che questo palese tradimento possa avere anche delle ripercussioni nei rapporti tra Suna e Kiri dato che alla fine Suna ha perso una delle sue forze portanti. Ed è per questo motivo che ho personalmente deciso di venire fin qui di persona per cercare di mettere anche voi a conoscenza dell'accaduto in modo, forse, da limitare o arginare eventuali crisi»


    Lasciò quindi il discorso alla moglie del quarto mizukage, nella speranza che volesse accettare di distrurbare il marito dal suo addestramento privato.
     
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    La maledizione degli Akuma



    Ayame ascoltò silenziosamente il resoconto, senza lasciar trasparire nulla di ciò che pensava. Alla fine però fece un sospiro lungo e triste, quasi come se quell'ennesimo fatto non fosse altro che un colpo inferto sul cadavere ormai morente del villaggio. Ma quel ragazzo, se diceva il vero, recava notizie gravi delle quali Itai doveva essere informato.
    Quel Nukenin... non hai detto il suo nome, ma penso di aver capito di chi parli. Hai fatto bene, Atasuke, ma non sono io a dover decidere qualcosa. Saresti disposto ad andare da Itai e confermargli di persona tutto ciò che hai visto? domandò Ayame.



    Se avesse accettato allora la donna si sarebbe alzata dalla sedia facendo cenno ad Atasuke di seguirla Non so esattamente dov'è, ma Yogan, la dragonessa che hai incontrato lo sa. Può condurti da lui in mezza giornata di volo. Sono coinvolti gli Akuma, sono coinvolte le Forze Portanti, sono tutte cose che susciterebbero l'interesse di Itai E forse lo convincerebbero a tornare a casa. ma questo lei non poteva dirlo. Itai era stato chiaro: doveva recuperare le forze e buona parte della sua salute mentale prima di tornare a Kiri ad occuparsi del villaggio e della famiglia. Era meglio Kiri senza una Kage che con un Kage reso pazzo dalla prigionia, meglio due figlie senza un padre che un padre ridotto a pezzi nel fisico e nella mente.



    Usciti fuori Ayame si rivolse a Yogan Yogan, potresti portare Atasuke da Itai per favore? Si tratta di questioni veramente importanti. la dragonessa alzò il muso e sinuosa scese dal tetto, posandosi sull'ampio giardino E sia, Ayame. Devo dirgli qualcosa da parte vostra? in quel momento la porta si aprì e la bambina di prima seguita dalla sua copia identica vestita solo diversamente si avvicinarono alla dragonessa. Jukyu, che era la bambina che aveva aperto ad Atasuke, stringeva tra le dita un foglio chiuso. Dallo a papà, ho sentito che ci vai da lui! disse ad Atasuke. Ayame bloccò la figlia, sospirando.
    Jukyu! Il signore è venuto per dire cose importanti a tuo padre, non per farti da postino. la rimproverò, anche se tutto sommato bonariamente Perdonala, Atasuke.

     
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    ~Palazzo del Mizukage, Partenza verso il Kage~


    Era evidente che le notizie che portava sembravano quasi essere l'ennesima sventura che coinvolgeva Kiri. Il lungo sospiro della donna ne fu solo l'ennesima prova, ma tutto di Kiri da quando era accaduto l'attentato sembrava disegnare una sorta di sofferenza ed Atasuke negli ultimi tempi aveva iniziato a percepire una situazione simile anche nell'assolata Konoha dilaniata nell'ombra dalla mafia.

    "Quel Nukenin... non hai detto il suo nome, ma penso di aver capito di chi parli. Hai fatto bene, Atasuke, ma non sono io a dover decidere qualcosa. Saresti disposto ad andare da Itai e confermargli di persona tutto ciò che hai visto?"


    Atasuke terminò il suo bicchiere prima di rispondere alle parole della donna, poggiando poi il bicchiere con attenzione quasi rituale sul ripiano della scrivania.

    «In effetti non ho potuto dirlo poichè il suo nome mi è sconosciuto, tuttavia per tutto il tempo i due si sono appellati con il titolo di "fratelli" ed anche lui mostrava gli occhi rossi che se non erro sono uno dei segni distintivi degli Akuma come per noi uchiha il rosso dello sharingan con le sue tomoe...»


    Il suo tono era calmo e sicuro. Non voleva far pesare oltre la sua presenza alla donna e da un certo punto di vista voleva cercare di essere anche un minimo di aiuto psicologico.

    «Ma tornando alla domanda, sono qui per questo, quindi se voleste indicarmi la via sarò più che disposto ad incamminarmi»


    Sorrise proferendosi in un breve inchino prima di seguirla nuovamente verso l'esterno verso il drago che poco prima lo aveva fermato.
    Vi fu un breve scambio di parole tra Ayame ed il drago che ora rispondeva al nome di Yogan, ma prima che potessero in qualche modo chiudere il discorso avviandosi verso la destinazione finale, fece nuovamente comparsa la bambina di poco prima, la quale questa volta stringeva in mano un foglietto piegato, probabilmente un messaggio per il padre

    "Dallo a papà, ho sentito che ci vai da lui!"

    °Certo che deve essere da parecchio che non lo vedono°


    Pensò tra se mentre la madre fermava con delicatezza l'irrequieta ragazzina, scusansodi per "l'inopportuna richiesta".
    Atasuke in risposta rimase fermo, quasi di ghiaccio per alcuni istanti, prima di riacquisire la solita cordialità. Si rivolse dapprima ad Ayame rispondendo alle sue parole.

    «E di cosa dovrei personarla? Non ha fatto nulla che non vada... In fondo consegnare un messaggio triste non è molto diverso da consegnare due messaggi no? Anzi... Credo che ad Itai farà piacere ricevere anche notizie da casa, no?»


    Sorrise alla donna per poi abbassarsi all'altezza della bambina tendendole la mano e sorridendole come mai aveva fatto fino a quel momento.

    «Quindi tu sei Jukyu, lieto di fare la tua conoscenza... Io sono Atasuke Uchiha di Konoha e sarà per me un piacere portare la tua letterina a tuo padre... Ma in cambio promettimi che una volta o l'altra passerete a trovarmi a Konoha»


    Fece ancora un sorriso mentre attendeva che la bambina gli consegnasse il messaggio che prontamente avrebbe infilato sotto al mantello in una delle sue tasche battendo poi al di sopra dei vestiti per mostrare alla bambina che aveva messo il suo prezioso messaggio al sicuro.

    «Ayame, Jukyu porterò anche i vostri saluti ad Itai, intanto spero che tutto si risolva nel migliore dei modi. Vi ringrazio per l'ospitalità e la gentilezza che avete avuto nei miei confronti. Spero che un giorno potrò rendervi la stessa gentilezza a Konoha»


    Con un utlimo inchino salutò le due kiriane e balzò in groppa al drago.

    «Yogan, ti ringrazio per l'aiuto»


    Ringraziò il drago mentre questo spiccava il volo verso quella misteriosa meta in cui Itai era nascosto in solitudine.
     
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