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Sasori Uchiha.
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Casa & Relax
Quella mattina il sole era già alto da un pezzo. Ma il ragazzo si stava riposando dopo la nottata non certo tranquilla. Quella sera aveva deciso di allenarsi in notturna. Stava ancora riposando con il "gattone" che dormiva acciambellato ai suoi piedi del letto. La stanza era in una penombra con delle fessure delle tapparelle appena socchiuse che illuminavano debolmente la stanza che era messa in un disordine estremo. Se Hokusai avrebbe visto il disordine che regnava dentro quella stanza, non l'avrebbe fatta passare liscia. Non quella volta però, per fortuna di Sasori era fuori per una missione e non sarebbe tornato se non dopo qualche settimana. Quindi anche per quel motivo, Sasori si stava riposando. In fondo non avrebbe fatto male un po' di riposo, dopo quello che gli era accaduto durante la prigionia.
Era cambiato forse non in meglio, forse non in peggio. Aveva trovato forse la sua dimensione, aveva capito che nella sua vita ed in generale nella vita serve un equilibrio. Non c'era una forma di bene o male assoluto, ma dipendeva dal contesto e da quello che per quel preciso momento era giusto da fare. Forse aveva trovato sè stesso, la sua via. Ma erano discorsi forse troppo generalizzati, troppo distaccati, da quello che poteva apparire Sasori. In fondo al villaggio nessuno apparentemente si era accorto della differenza, del cambiamento. Ma se ne sarebbero resi conto. Era maturato in un certo senso. Quella prigionia gli aveva aperto la mente ed era diventato proprio lui: Sasori Uchiha.
Si girò lentamente nel letto cercando di trovare la giusta posizione, per riprendere sonno, ma il solo risultato fu quello di far cadere il povero "gattone" dai piedi del letto, dove stava beatamente riposando. Quest'ultimo, per protesta, saltò nuovamente sul letto e con la sua zampa,cercava di svegliare il ragazzo. Sasori cercava con la mano di allontanare il felino, ma non riuscendoci per l'eccessiva stanchezza, alla fine il "gattone" ebbe la vinta sul suo padrone.Ma perchè non torna a dormire !?
Alla fine, stressato ed anche un po' seccato, Sasori si alzò e guardò la sveglia sul comodino del suo letto indicava le undici e mezza. Sgranò gli occhi, per capire se stesse ancora dormendo. Ma l'ora non cambiò. Era dannatamente tardi, quindi prese il necessario dall'armadio e andò velocemente al bagno per lavarsi. Una bella doccia era quello che ci voleva per iniziare la giornata.
[...]
Quando Sasori uscì dal bagno per andare a vestirsi, sentì come dei colpi sordi provenire dal piano di sotto. Eppure non c'era nessuno a parte il "gattone" che lo guardava incuriosito. Cercando di fare meno rumore possibile, avrebbe indossato un comodo vestito che usava quando non doveva uscire di casa. Ultimamente sembrava che il destino avesse riservato per lui soltanto seccature. Da quando era passato di grado ed era tornato dalla prigionia, non aveva altro che ricevuto pacchi e pile di carte, obblighi e doveri, non che la cosa non gli piacesse, sia chiaro, soltanto che la burocrazia l'aveva assorbito in un circolo apparentemente senza fine.
Giuro che se anche questa volta è quel maledetto messaggero, lo farò rimpiangere di non essersi fermato alla porta
Quindi sarebbe sceso, con tutta calma scortato dal gattone al suo fianco. Vestito con la solita tenuta da casa,però quando iniziò a scendere le scale, vide un mandarino sul pianerottolo più in basso, seguito da un secondo, per terra.
Che diavolo !?
C'era qualcosa di insolito. Probabilmente non era il solito messaggero mandato dall'Amministrazione. Questa volta era diverso. Di solito quel testone, non era solito lanciare mandarini per casa, era troppo rispettoso delle regole, etichette e quant'altro. Chiunque c'era di sotto, perchè doveva lanciare mandarini. Era molto meglio mangiarli. A parte questi dettagli, la curiosità di sapere chi c'era nel salone era troppo forte. Quindi scese le scale rimanenti con il gattone al suo fianco fino ad arrivare nel salone. Aveva un'espressione contrariata, ma seria, non disse nulla, fino a quando non si fermò ad un metro da dove si era posizionata l'ospite, poi esordì urlando:
E tu chi diavolo saresti ? Non ti hanno insegnato l'educazione ?
Qualsiasi cosa avesse detto la sua interlocutrice avesse scosso la testa:
Vedo che non hai afferrato il punto
Quindi continuò il discorso ma parlando in maniera rilassata e tranquilla:
Che diavolo sei venuta a fare? Non aspetto visite oggi, nè tanto meno domani. L'ufficio è chiuso. Sai almeno in che guaio ti sei cacciata ?
Non appena avrebbe iniziato a pronunciare la domanda, il nero cupo dei suoi occhi avrebbe lasciato il posto allo sharingan. Era pronto a tutto, chiaramente la sua reazione dipendeva da cosa avrebbe risposto quella ragazza.
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Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]Tanto per cambiare, Altre Grane
~Un'altra giornata di problemi~
Quella sembrava essere un'altra delle solite giornate invernali in cui il gelido vento soffiava per le vie di Konoha mentre il cielo limpido, interrotto di tanto in tanto da una sfuggente macchia bianca simile ad una nuvola, permetteva al sole di riscaldare appena ciò che riusciva ad irradiare, finchè una nuova folata di vento ne spazzava il labile tepore.
A volte quelle potevano considerarsi giornate bellissime, da passare a casa o nella casa da the ad osservare il cielo sorseggiando magari una calda tazza di the o una sana bottiglia di sakè caldo, ma alla fine per Atasuke si era solo trasformata nell'ennesima ronda all'interno delle mura per controllare eventuali movimenti sospetti.
A causa di quanto accaduto non troppo tempo addietro con l'incidente del Gobi, infatti, il corpo di guardia delle mura aveva ricevuto ordini straordinari occupandosi anche delle ronde di pattuglia all'interno del villaggio in supporto al sempre più sguarnito corpo di polizia.°Odio queste giornate gelide di ronda... Ed odio ancora di più il fatto che ci sia anche quell'idiota di Sougo... Spero che almeno questa volta il bastardo non combini qualcos'altro di spiacevole°
Lanciò rapido un'occhiata alle spalle cercando con lo sguardo il biondino che doveva essere il suo supporto in caso di combattimenti giusto per vederlo, nuovamente, intento a manipolare la giovane mente di un bambino per convincerlo a picchiare il suo amichetto per un lecca-lecca.
Una vena parve iniziare a pulsare sulla fronte di Atasuke che senza una parola si avvicinò di soppiatto al compare mollandogli un sonoro cazzotto sulla testa.«Sougo... Ti ricordo che siamo in servizio, quindi piantala di importunare i bambini con le tue idee sadiche da pazzo omicida e vedi di concentrarti sul lavoro»
"Atasuke, mi hai fatto parecchio male... Io stavo solo raccogliendo informazioni dai miei informatori... e da quello che so sei tu quello che non sta facendo il suo dovere facendosi i fatti suoi per le vie di Konoha"
A stento Atasuke trattenne un'altro colpo dato il tono quasi canzonatorio del collega. Ancora una volta si chiedeva come fosse possibile che quel tizio avesse passato l'esame Genin era un mistero, ma ancora più misterioso era come fosse mai stato possibile che quel sadico fosse diventato un guardiano.
Con voce decisa e ben poco amichevole Atasuke replicò un'ultima volta prima di afferrare con violenza l'orecchio del biondino trascinandolo via.«Vedi di fare la persona seria e riprendi il tuo giro di ronda prima che decida di staccarti quest'orecchio una buona volta... anche se per quel che le usi non ne sentiresti certo la mancanza...»
Poi si voltò con un'ampio sorriso e con un tono completamente diverso e particolarmente premuroso si rivolse al ragazzino che era rimasto giustamente sbigottito dalla assurda scena grottesca.«E tu... Impara a non ascoltare le parole di quest'uomo o quando sarai grande rischierai di diventare una cattiva persona»
Con un ultimo sorriso si voltò salutando poi distrattamente il ragazzino con la mano destra non occupata a trascinare il dolorante Sougo.
Quando i due ebbero finalmente svoltato l'angolo Atasuke avrebbe quindi mollato il suo compare riacquisendo uno sguardo decisamente serio.«Ed ora... Seriamente, che avevi in mente Sougo?»
"Nulla, mi stavo solo divertend..."
«Sougo!»
Tuonò senza lasciare spazio alcuno al "sottoposto" di schivare ulteriormente il discorso."Uff... E va bene Ho visto una ragazza sospetta che si dirigeva verso il quartiere Uchiha ma non volevo stare a perdere tempo per una semplice ragazza sospetta"
«Devo forse ricordarti come è andata a finire con l'ultima "Semplice ragazza sospetta"!?»
"N-no... Hai ragione..."
Quella forse era la prima volta che vedeva Sougo realmente dispiaciuto per ciò che aveva combinato. Forse a poco a poco stava riuscendo a dare un senso a quel ragazzo o forse quella non era altro che l'ennesima farsa del biondo sadico torturatore che era Sougo Okita.«Allora dirigiamoci al quartiere Uchiha... Tu resta di supporto, io mi preoccuperò di ingaggiare»
"Va bene..."
Il tono di Atasuke era tornato calmo, quasi amichevole, anche se manteneva la precisione militare dell'ordine. La risposta di Sougo invece aveva come una sorta di sibilo sinistro, quasi come se fosse stato un serpente a fare quella falsa promessa aspettando invece l'occasione buona per colpire alle spalle la sua preda.[...]
Atasuke era partito estremamente deciso alla volta del suo quartiere natale cercando di trovare l'elemento sospetto che Sougo aveva intercettato pochi istanti prima. Per sua fortuna, tuttavia, anche se la kunoichi non aveva lasciato tracce del suo passaggio, non ebbe molto da cercare vedendola aggirarsi nei pressi della casa che ormai aveva imparato a conoscere.
Con un gesto della mano segnalò al compare di fermarsi e di nascondersi in attesa di ulteriori ordini mentre Atasuke stesso si era accovacciato per osservare meglio la scena.°Perchè questa casa... Possibile che ci sia un collegamento? Ma soprattutto... che sta facendo quella ragazza? Che stia verificando la presenza di trappole?°
Un'istante dopo ne ebbe la conferma vedendo che la ragazza stava ormai avanzando pronta ad infilarsi di soppiatto nella casa.°Devo seguirla e capire le sue intenzioni!°
Rapido e silenzioso si mosse a sua volta arrivando fino al limitare della casa ma senza entrarvi all'interno spiando appena ciò che accadeva da uno spiraglio della porta appena socchiusa.
Ciò che vide aveva dell'incredibile. La ragazza continuava a lanciare mandarini, pronunciando discorsi dissennati con una voce che gli era familiare, ma che per qualche motivo ancora non era stato in grado di ricollegare ad un volto noto.
Dalla sua posizione sfortunatamente continuava a non poter vedere il volto della ragazza ma solo i suoi capelli castani e l'abito, cosa che comunque non era sufficente a riconoscere chicchessia.
Decise quindi di rimanere in posizione, pronto ad intervenire in caso di una reale situazione di rischio per il suo compare.
Poco dopo anche Sasori fece la sua comparsa all'interno della stanza e con evidente e giustificato nervosismo, in fondo una sconosciuta gli era appena piombata in casa.
Appena udì quelle parole Atasuke scattò aprendo d'un colpo la porta che scorrendò andò a sbattere violentemente contro il fine corsa e con il medesimo impeto estrasse una delle due wakizashi che portava alla vita.«Ferma dove sei! In nome dei Guardiani di Konoha! Non hai possibilità di fuga!»
Proruppe prima di vedere effettivamente con chi aveva a che fare.
Quando vide infatti il volto della ragazza raggelò per un'istante.«S-Shizuka? Che diavolo ci fai qui? Ma soprattutto perchè ti sei intrufolata in casa altrui? Dannazione... Hai forse intenzione di mettermi di nuovo nei casini con il Clan, l'amministrazione o il villaggio intero?»
Con quelle parole rinfoderò l'arma, ma rimase comunque all'erta. Sapeva infatti che se Shizuka era da quelle parti al 90% delle probabilità anche Ristuko era da qualche parte e probabilmente gli sarebbe saltata addosso da un momento all'altro ed in effetti non poteva dirsi pienamente rassicurato dalla presenza di Sougo.«Sasori, non ti preoccuparo per lei, non è qui per farti del male... Quindi non c'è la necessità di usare lo sharingan... Senza contare che qui dentro abbiamo tutti e tre la medesima abilità...»
Si lascò "sfuggire" cercando di appianare le acque con quella confessione di parità di capacità in quella sorta di assurda situazione in cui tutto poteva esserci tranne che un normale e pacifico convivio.
Memore di ciò che Shizuka aveva combinato fino a quel giorno e conscio delle pessime abitudini sociali della principessa Atasuke rimase in attesa di una risposta da parte dell'una, ma anche da parte dell'altro nella speranza che tutto non andasse a sfociare in una sorta di poco piacevole rissa di gruppo. Se c'era una cosa che odiava era battersi con dei compaesani, figurarsi quando tutti e due appartenevano in un certo senso anche al suo clan...
Edited by Asgharel - 31/1/2015, 11:57. -
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Sasori Uchiha.
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La Stanchezza
Rimase totalmente indifferente alle parole della ragazza. Non aveva predisposto alcuna trappola o sistema di allarme in caso di intrusioni, per il semplice fatto che non credeva importasse realmente introdursi in casa sua. In fondo era una casa come tante altre nel quartiere. Inoltre non c'era niente di prezioso. Poi improvvisamente fece la sua comparsa anche Atasuke,che cercava di rassicurare il ragazzo sulla presenza della ragazza, che non era da considerare ostile.
Se la conosce Atasuke, per me è a posto
Disattivò lo sharigan. Di Atasuke sapeva che poteva fidarsi, almeno a fino ad oggi. Aveva un ottimo rapporto con quel ragazzo. Shizuka e Atasuke si conoscevano, eccome se si conoscevano. Si stava godendo la discussione tra i due. Onestamente a Sasori non che importasse molto il fatto che si fosse intrufolata in casa sua. In fondo, era da tempo che non riceva visite, escludendo quelle periodiche di suo padre tra una missione e l'altra. Quindi un po' di gente nuova non era affatto male. Quindi sorrise compiaciuto della discussione tra i due. Soprattutto quando rifece il verso a Sasori, conosceva bene quelle parole, le aveva usate come presentazione. In fondo, si era intrufolata in casa sua, senza bussare, senza un invito. Inoltre non si può combattere dentro casa, aveva appena rinnovato le tinte alle pareti. Sarebbe stato un peccato mortale distruggere tutto quanto. In ogni caso si limitò soltanto ad una occhiata di traverso nei confronti della ragazza. Erano pochi minuti che si conoscevano e per il momento a parte il sarcasmo, non si stava troppo divertendo.
[...]
Quando cercò di ingraziarsi Sasori, iniziò a ridere poi brevemente aggiunse:
Simpatico tuo zio, lo conosco ?
Effettivamente le parole di Shizuka, sembravano confermare quanto detto da Atasuke. Quindi era tranquillo e rilassato. Certo era molto meglio bussare per entrare comodamente in casa. Magari le avrebbe preparato un thè oppure qualcos'altro. Ma non di troppo impegnativo. Soltanto per farla accomodare, come le tradizioni di casa vogliono. In effetti la ragazza sembrava proprio bacchettare Sasori a riguardo.
Se non fossi entrata come una ladra, oppure un'assassina, un thè con dei biscotti te li avrei anche offerti sai !? Te che dici ?
Si mise una mano davanti al volto ed iniziò a scuoterla in segno di disapprovazione. Non appena vide i biscotti che la ragazza aveva portato, rimase leggermente interdetto. Non capiva a questo punto, il motivo di quella strana visita. Se era entrata di soppiatto e non dalla porta principale un motivo c'era o almeno qualcosa non quadrava. Ma tant'è, decise di rimanere al gioco per cercare di capire quale era il punto.
Beh a questo punto, vado a fare il thè. I biscotti senza thè non possono esistere. Torno subito
A quel punto andò in cucina, si mise a rovistare nella credenza, dove c'erano tutte le pentole ed il necessario per cucinare, tirò fuori una teiera, prendendo anche il miglior thè che aveva in casa. Era buonissimo con quel tipo di biscotti ed era anche di pregio. Si può dire quasi che il thè costava più della cucina. Non appena pronto lo mise velocemente nelle tazze e lo portò di là in salotto dove c'è Shizuka e Atasuke. Poi tornato di là avrebbe detto a tutti e due:
Ecco a voi del bel thè ! Spero vi piaccia
Sorrise, poi aggiunse rapidamente:
Atasuke accomodati pure,scusami ma ero leggermente disorientato in tutto questo trambusto
Sasori aveva molto gradito quei biscotti, gli aveva molto piacere che la ragazza glieli avesse gentilmente offerti. Stava per prendere un altro biscotto, ma non riuscì ad addentarlo. Cosa diavolo stava succedendo. Una idea il ragazzo ce l'aveva. Forse era stato un ingenuo, oppure questa volta gli avevano preparato una trappola. Delle idee gli si affollarono nella testa. Ma nessuna sembrava essere attendibile. Venne il momento delle presentazioni, in un momento diciamo non proprio ottimale, ma meglio tardi che mai. Era allieva di Raizen. Quel ragazzo gli stava davvero simpatico.
Per fortuna non sono ancora diventato psicopatico. Ma un pò di aiuto non guasta mai, non sto neanche messo così male come credono
In quel frangente conveniva comunque seguirla e prendere quel fottuto antidoto. Quindi annuì con la testa un po' titubante prese l'antidoto. Aveva davvero un saporaccio. Non voleva assolutamente sapere come l'aveva realizzato quella ragazza. Non appena i sintomi erano passati, si estraniò dalla discussione. Aveva altre idee per la testa. Quindi assecondò senza battere ciglio, la proposta della ragazza e con una henge si trasformò nel suo compagno di tante battaglie: Atasuke. Non sapeva dove sarebbero andati, non sapeva quanto tempo sarebbero stati via, prima di muoversi prese un foglietto di carta, dietro la cesta con i mandarini che si trovava, scrisse brevemente a suo padre che non sarebbe tornato a breve e si raccomandava di dare da mangiare al gattone. Rimise il foglietto sotto la cesta per evitare che volasse, ma che fosse visibile a suo padre. Era successo tutto così in fretta che non aveva ancora deciso che cosa avrebbe fatto, era come frastornato.
Edited by Sasori Uchiha - 4/2/2015, 22:50. -
Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~La goccia che fece traboccare il vaso~
Inutile dire che alla fine della fiera Shizuka come suo solito sembrava divertita nello sfottere Atasuke, come d'altronde aveva ormai la pessima abitudine di fare un po con tutti, scordando spesso che le sue azioni avevano anche un'effetto su ciò e chi la circondava.
Quasi a stento si trattenne nell'ascoltare le buffonate della ragazza in risposta alle sue domande rinfoderando l'arma."Beh?! E a lui l'educazione chi gliel'ha insegnata?! Quindi se irrompo dal portone principale va bene, ma se sono più discreta e pudica e ti entro dalla cucina no? Guarda che oggi Sasori non aspetta visite, e neanche domani. L'ufficio è chiuso, e adesso io e te ci siamo cacciati in un bel guaio... li vedi gli occhietti con le rotelle?"
°Sempre la solita... Evidentemente non ha imparato nulla in questi ultimi mesi in cui non ci siamo più visti°
Atasuke sbuffò fingendo di abbozzare una risata, cercando di celare il fastidio che iniziava a provare nel sentirla ancora comportarsi come una bambina viziata.«Forse. se TU non avessi violato l'altrui proprietà neppure io avrei dovuto irrompere in casa di Sasori... Ci hai mai pensato? Se solo per una volta ti comportassi come una persona civile eviteresti a me e a tutti gli altri tonnellate di casini»
Lo sguardo di Atasuke dal solito sorridente era diventato serio, quasi duro. Già in quel momento Shizuka avrebbe dovuto capire che non poteva più scherzare a lungo, tuttavia sembrava che quello non fosse effettivamente il suo desiderio."Invece di seguirmi come un topo avresti dovuto fermarmi e chiedermi cosa pensavo di fare, sei così tremendamente teatrale... mi viene voglia di ammazzarti, certe volte, davvero."
°Credimi, oggi il desiderio è reciproco°
Pensò tra se continuando a lanciare occhiate all'amica cercando con attenzione le parole con cui risponderle nella speranza che per una volta gli desse ascolto.«Shizuka... Cara Shizuka... Devo forse ricordarti quanto accaduto al villaggio poche settimane orsono? Quando una stronza Yamanaka ha pensato bene di provare a liberare il Gobi per distruggere il villaggio? Lo sai meglio di me che che tuo zio è a corto di uomini e che la polizia ha affibbiato a noi guardiani dei turni di ronda aggiuntivi per coprire la carenza di personale... Credo che facendo girare quella mezza rotella sana che ti è rimasta potresti addirittura arrivare a capire perchè ho preferito seguire una figura sospetta che si addentrava dentro una casa... E scusa se dopo mesi che non ti fai vedere mi son permesso di non riconoscerti»
Il tono di Atasuke si manteneva serio. Era chiaro che non stava scherzando e che non era assolutamente in vena di continuare con le buffonate o i giri di parole.
Per quanto Shizuka non stesse, apparentemente, facendo nulla di illegale, Atasuke sembrava non poterle concedere oltre di comportarsi come una bambina viziata che ostinatamente voleva continuare a giocare con tutto ciò che la circondava fregandosene di ciò che poteva provocare.
Ignorò poi la velata minaccia nella proposta di preparare il the e si avvicinò osservandola mentre con nonchalance iniziava a smaltarsi le unghie. Non sapeva il perchè ma sentiva qualcosa che non gli piaceva nell'odore di quello smalto. Certo, era il solito odore di smalto già sentito parecchie volte a casa della sua vicina quando di tanto in tanto si facevano compagnia nel tempo libero, tuttavia percepiva una nota strana.
Tralasciò poi le parole di Shizuka sui suoi biscotti continuando ad avere un pessimo sospetto, sospetto che poco dopo iniziò a confermarsi essere la realtà.
Iniziò infati a sentire una sorta di formicolio alle dita ed un pizzicorio ai muscoli e gli venne in mente solo una cosa: Veleno.°Dannazione! Ecco che aveva quello smalto! Un veleno paralizzante! Questa volta giuro che non la passa liscia!°
Non potè fare altro che pensare. Il veleno aveva ormai iniziato a fare effetto ed Atasuke non aveva modo di muoversi dalla sedia su cui si era seduto, anche se con lo sguardo torvo continuava a puntare Shizuka che nella sua teatralità iniziò ad esporre i dettagli del suo veleno e del motivo per cui si trovava in quel posto. Circumnavigò il tavolo avvicinandosi a Sasori facendo partire un'enorme sproloquio sul perchè era li e su tutta quell'ondata di fesserie in merito alla follia di Sasori legata alla lunga prigionia.
Certo era che per Sasori quella non era stata una passeggiata al parco, tuttavia Atauke non poteva sopportare oltre la teatrale stupidità con cui Shizuka continuava a muoversi.
Giunse quindi quella sorta di folle monologo in merito all'animo candido di Atasuke e della sua "venerazione" per il capoclan. Venerazione che non c'era mai stata e che mai Atasuke avrebbe avuto intenzione di intraprendere. Era evidente che ancora una volta Shizuka aveva sbagliato alla grande le sue valutazioni.
Quando poi lei ed il falso Atasuke uscirono dall'edificio, con enorme sforzo cercò di ingurditare qella specie di pastiglietta ed attese i rapidi effetti dell'antidoto.°Questa volta Shizuka l'hai fatta troppo grossa... Prega solo che riesca ad arrivare a te in tempo per fermare Sougo...°
Intanto, fuori dalla casa Sougo osservava la scena ben nascosto e pronto ad intervenire.
Fin dai primi momenti quel sadico immaginò che in quella scena c'era qualcosa che non andava. Non solo Atasuke era a spasso con la presuna terrorista, ma soprattutto non aveva ancora dato alcun segnale. Un inquietante sorriso di dipinse sul volto del biondino, il quale non stava godendo propriamente della possibilità che Atasuke fosse fuori gioco, quanto probabilmente del fatto che quella poteva essere per lui un'occasione di farlo fuori "legalmente". Anche se prima, nel suo sadismo aveva in insano desiderio di aprire in due la ragazza con cui stava passeggiando.
Silenzioso come un topo scivolò nell'e ombre pronto a scattare addosso alla ragazza che cercò di prendere alle spalle puntandole la lama del tanto alla gola."Heilà puttanella... Ti va se facciamo quattro passi in un vicoletto buio? Non ti preoccupare, ti proteggo io..."
Inutile dire che in caso di reazione violente Sougo avrebbe mollato la pressa arretrando con un balzo leccandosi le labbra con gusto. Ormai era nel pieno del suo sadismo."Uhhh Sembra che la puttanella abbia le unghie... Sarà divertente"
Sibilò con il suo sguardo omicida direttamente puntato sulla ragazza.
In quel momento, Atasuke, che si era perfettamente ripreso arrivò lanciato di gran carriera puntando direttamente su Shizuka, la quale, a quel punto se lo sarebbe visto arrivare davanti mentre caricava una potente sberla diretta al pieno del volto della ragazza.
Se ella avesse deciso di intercettarla o di evitarla in qualche modo, l'altra mano di Atasuke, la sinistra, sarebbe immediatamente scesa all'impugnatura della seconda wakizashi posta al fianco destro portando un rapidissimo colpo con l'impugnatura dell'arma, diretto all'addome della ragazza per spezzarle il fiato.
Se ancora avesse puntato a parare, allora una testata sarebbe piombata sul viso della ragazza, ormai impegnata ancora a tenere ferme le mani di Atasuke.
Mentre nell'eventualità che ancora la ragazza avesse tentato di evitare i suoi colpi, una feroce vampata sarebbe partita dalla bocca di lui, puntando direttamente al volto di Shizuka, noncurante delle ustioni che poteva provocare.«Sougo! Vedi di darci subito un taglio o giuro che questa volta ti riporto al comando a tocchettini!»
"Ma... Atasuke, Io..."
«Taci!»
Un solo sguardo verso il compagno. Uno sguardo carico d'ira. Non di odio, solo semplice e pura ira, sufficente a costringere il biondino ad abbassare lo sguardo.
Poi lo sguardo si portò su Shizuka. Semmai la ragazza avesse deciso di guardarlo negli occhi avrebbe visto in lui qualcosa di diverso. Uno sguardo ben lungi dall'essere simile a quelli che le aveva sempre riservato. Uno sguardo che tuttavia non conteneva odio puro nella sua irosa forma, bensì una sorta di amore, simile a quello di un genitore che bruscamente rimprovera un figlio.«Venendo a te Shizuka... Quando pensi di finirla di fare la cretina eh!?»
Tuonò zittendo bruscamente ogni eventuale tentativo della ragazza di ribadire o di esprimersi da li sino alla fine del suo discorso.«Non solo hai pensato bene di intrufolarti in casa altrui, non solo stai cercando di rapire un ninja di Konoha... Ma hai la faccia tosta di provare anche a dirmi che non ti posso capire? Che "forse" lo stai facendo per un bene superiore? Che stai cercando di difenderlo dal clan?»
Inspirò rabbioso con il naso prima di riprendere ancora una volta la sonora ramanzina.«Piantala con queste STRONZATE e vedi di crescere una buona volta! Cosa ti fa credere che io stesso avrei permesso una cosa del genere eh!? Cosa ti fa pensare che agire così spudoratamente ti avrebbe permesso di uscirne indenne? Quando cazzo lo capirai che non posso continuare a proteggerti se continui così ardentemente a cercare di distruggerti e di distruggere tutto ciò che hai intorno a te!?»
Atasuke scosse la testa, quasi come a non voler credere a ciò che stava dicendo ed a ciò che stava per dire, mentre il suo tono iroso andava, poco alla volta, a svanire.«Quando capirai che le tue azioni hanno delle ripercussioni sulle persone e su ciò che ti circonda? Quando comprenderai che con questa tua condotta assurda ed ingiustificata finirai solo con il farti ammazzare? Tu vorresti difendere il villaggio e chi ti è caro e questo lo capisco... Ma non pensi che se continui con questi stupidi e teatrali colpi di scena non puoi fare altro che attirare altre sventure su di te? Hai mai provato a pensare quanto tu mi abbia rovinato la vita con le tue azioni da quando ci siamo conosciuti? Ci hai mai pensato?»
I suoi occhi smisero di essere irosi, mentre rimase quell'alone di amore, forse paterno, forse platonico o forse di altra natura, mentre il tono si era ormai raddolcito.«Se vorrai aiutare Sasori io sono ben disposto ad aiutare entrambi, a patto che sia fatto come si deve. Ne lui ne io abbiamo motivo di continuare con questa stupida messa in scena, quindi, se davvero vuoi aiutarlo, fallo come farebbe un'amico. Lui non ha vincoli che gli impediscono di uscire dal villaggio»
Ed a quel punto tacque.
Non aveva altro da aggiungere, mentre Shizuka aveva molto da aggiungere ed Atasuke non avrebbe accettato nessuno scherzo, nessuna battutina ne comportamenti stupidi da bambina viziata. Voleva farla ragionare ed evidentemente quello era l'ultimo modo che poteva tentare per dare una raddrizzata a quella ragazza.
Se ci fosse riuscito, avrebbe proseguito a sua volta con i due, andando fino in fondo a quanto stava per accadere, altrimenti, se lei avesse proseguito con le sue azioni stupide, si sarebbe diretto a fare rapporto direttamente all'amministrazione del villaggio. Come aveva lui stesso ribadito, non poteva più continuare a proteggerla nella sua ostinata serie di azioni autolesioniste.. -
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Asgharel.
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«Parlato»
"Parlato" (altri)
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Errori e Perdono~
Quella volta Atasuke forse aveva sbagliato. Forse era stato fin troppo duro con Shizuka o forse aveva solo fatto quello che andava fatto da tempo. In ogni modo non si sentiva bene. Vedendo come la ragazza rimase titubante, con le lacrime agli occhi, seppur cercasse in ogni modo di sforzarsi di mascherarlo, non poteva ignorare il nodo alla gola che si sentiva stringere. Forse aveva esagerato seppur facendo la cosa giusta.
Ascoltò con attenzione le sue parole e rimase in silenzio. Ad ogni parola che scorreva portata nel vento il suo sguardo duro si affievoliva, riempiendosi forse di tenerezza, forse di commozione."Quanto in alto ti credi di essere?"
°Abbastanza da poter camminare a testa alta°
Avrebbe voluto dirle quelle parole, ma quel nodo che sentiva alla gola non gli permetteva di esprimersi. Tacque. Non disse nulla e rimase in religioso silenzio ad udire lo sfogo di Shizuka."Ho sbagliato a venire qui."
°Non hai sbagliato, sai che sei la benvenuta...°
"Non avrei mai dovuto accettare questo incarico ed intrufolarmi al quartiere per la salvezza di un volgare Uchiha."
«S-Shizuka»
Lo sguardo di Atasuke era ormai completamente svuotato dall'ira che provava fino a pochi istanti prima. Ora, inspiegabilmente nei suoi occhi c'era solo più posto per la compassione, mentre la sua voce tremolate iniziava appena a riaffiorare con grande sforzo."Il ragazzo ha bisogno di un aiuto, ma a ben pensarci dubito di essere la persona più indicata per darglielo. Un tipo candido come te saprà sicuramente indirizzarlo meglio."
«Shizuka... sai anche tu che non è vero»
Chiunque avrebbe trovato a dir poco beffardo il destino. Era incredibile come in un lampo la follia della ragazza divenne tristezza mentre la furia di Atasuke si tramutò in compassione. Se qualcuno avesse osservato la scena dall'esterno certamente si sarebbe come minimo aspettato uno scontro mortale dopo quello strano susseguirsi di azioni, eppure... Eppure tutto era diverso, ma per chi conosceva bene quei due, nulla era più normale di quanto già non stesse accadendo."Con permesso."
«Shizuka!»
Ella iniziò ad andarsene prima con passo lento, poi accellerando sempre di più.
Atasuke rimase impietrito a fissarla, quasi come se non sapesse che cosa fare, come se non avesse la più pallida idea di che cosa avrebbe dovuto fare."Oh. Puoi anche smetterla di seguirmi, ora."
°Stupida°
Non potè pensare ad altro nell'udire quelle parole. E senza pensare ad altro, si ritrovò a correrle silenziosamente dietro, con un passo decisamente più rapido. Non sapeva perchè lo stesse facendo, ne aveva idea di che cosa avrebbe fatto una volta raggiunta. Sapeva solo che lo stava facendo e non poteva fare a meno di farlo.
Si lasciò alle spalle tutto. Sasori, Sugo, l'avvelenamento, la discussione, la rabbia, tutto. In quel momento non gli importava più di nulla. Solo lei era al centro dei suoi pensieri.
Caso strano. Era già la seconda volta che si ritrovava a pensare a lei piuttosto che a ciò che lo circondava, ma in fondo... Neppure quello lo interessava.
Una volta raggiunta la prese per la spalla destra, strattonandola dolcemente ma con decisione per farla fermare e per cingerla a se con il braccio destro che la teneva attorno alla vita con delicatezza.
Avvicinò le sue labba all'orecchio di lei iniziando a sussurrarle parole con un tono dolce e delicato.«Shizuka... Hai ragione, non... Non mi hai mai chiesto di proteggerti, tuttavia, non posso fare a meno di farlo... Non posso fare a meno di volerti proteggere, non posso fare a meno di pensare a te... Perfino contro Sinji Akuma nel deserto dell'Anauroch non ho potuto non pensare a te e non posso fare a meno di te, di tutte le tue buone intenzioni, della tua irriverenza dei tuoi pregi e dei tuoi difetti»
La sua voce tremava, per quanto cercasse di darsi un contegno era al limite e non potè trattenere una calda lacrima che correva lungo il viso rigandogli la guancia.
Delicatamente la mano lasciò la presa dalla spalla di lei, portandosi al mento di Shizuka mentre con l'indice le voltava teneramente il viso per poterla guardare negli occhi. Era quasi incredibile quanto i volti dei due in quel momento fossero vicini. Atasuke poteva percepirne il fiato caldo ad ogni singolo respiro ed anche lei poteva sentire il suo respiro calmo.«Shizuka... Se solo me lo permettessi, insieme, noi potremmo... ecco noi...»
Non riusciva a terminare la frase, in parte perchè non sapeva esattamente nemmeno lui che cosa stesse cercando di dire, ma soprattutto perchè il suo corpo aveva smesso di agire secondo logica. A stento tratteneva le mani dal tremare mentre il suo cuore sembrava essere andato troppo su di giri per accettare un qualsivoglia comando.
La spinse leggermente con il braccio per farla voltare completamente verso di lui mentre con la sinistra continuava a carezzarle il viso mentre il suo capo si chinava leggermente avvicinandosi ulteriormente arrivando ormai a pochissimi centimentri. Poteva specchiarsi negli occhi di lei ed a stento ricordava di averli mai trovati tanto belli.«Shizuka...»
Se ella non lo avesse fermato o lo avesse assecondato, Atasuke non si sarebbe più fermato dando (finalmente?) sfogo alle sue emozioni inclinando appena il capo e poggiando delicatamentele sue labbra su quelle di lei, concendendosi un bacio che da troppo tempo stava trattenendo mentre la mano scivolava dolcemente dietro alla nuca di lei tenendola stretta a se.
Solo dopo alcuni istanti, quando fu in grado di staccarsi da lei, quasi tremolante riprese a parlare.«Vieni con me, affrontiamo questa sfida insieme»
Concluse sorridendo ed accennando palesemente a Sasori che forse li stava ancora raggiungendo o forse li aveva già raggiunti da tempo. In fondo, ad Atasuke non importava più di null'altro.
Se invece lo avesse fermato Atasuke si sarebbe bloccato, irrigidendosi per poi lasciare la presa sulla ragazza ed indietreggiare di alcuni passi.«E-Ecco, io... Volevo solo dirti che... Voglio aiutarti e voglio che insieme affrontiamo questa sfida, non per me, non per te, non per Raizen, Non per il clan, non per il Kage, i suoi amministratoti o per il villaggio, ma per Sasori»
Omise volontariamente il cognome per sottolineare che era Sasori al centro della questione non un Uchiha o Sasori l'Uchiha. Solo Sasori.. -
Sasori Uchiha.
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La Colazione Prima di Tutto
Stava osservando la situazione dall'esterno. Da come si stavano comportando i due, lo scontro era oramai imminente. Ma con suo grande stupore, l'ira di Atasuke improvvisamente cessò, mentre Shizuka improvvisamente divenne triste, da folle scriteriata qual' era. Non ci stava capendo molto. Era tutto alquanto strano. Atasuke in realtà non lo conosceva da molto tempo, ma ci si trovava bene in sua compagnia. Della ragazza non sapeva assolutamente nulla a parte la visita improvvisa. Ma i due evidentemente dovevano conoscersi molto bene e di certo non ci voleva un genio per capirlo.
Se la mettete così non ho altra scelta
Atasuke iniziò a rincorrere la ragazza che stava iniziando a fuggire. Sasori rimase lì a godersi la scena. Per fortuna del ragazzo la riuscì a raggiungere. Non c'era più alcun dubbio, c'era del tenero tra i due e questo anche un orbo poteva vederlo. Sasori oggettivamente si sentì di troppo. Era contento per Atasuke, evidentemente avevano un bel passato a vedere il rapporto che c'era tra loro due. Non intendeva di certo rovinare quel quadretto. Quindi indipendentemente da come fosse andata la situazione tra i due avrebbe soltanto detto ai due:
Mi sono dimenticato di fare colazione, poi non posso andare in giro vestito così ! Ci vediamo tra una decina di minuti al massimo !
Non avrebbe sentito alcuna risposta, si sarebbe soltanto voltato e avrebbe poi iniziato a correre al massimo della sua velocità in direzione di casa sua, trangugiò i mochi rimanenti e si lavò di nuovo i denti e si cambiò d'abito. Si vestì come al solito, quando non era impegnato in missioni accademiche e sinceramente quel look era davvero spettacolare. Dopo di che Scese le scale, non tralasciò di lasciare da mangiare al gattone visto che di suo padre non si fidava poi molto, almeno per quel semplice ma essenziale compito da svolgere. Adesso poteva tornare dai due. Era curioso di sapere come sarebbe andata a finire. Quindi si avvicinò ai due dicendo:
Eccomi sono di ritorno ! Scusate il ritardo ma avevo fame !In ogni caso non sono pazzo ! Voglio soltanto togliermi alcune soddisfazioni la prigionia mi ha consentito di aprire gli occhi su tanti errori che feci in passato. Non sono affatto pericoloso. Vi sembro pericoloso per caso ?
Una volta che aveva chiarito, la propria situazione,si guardò ingenuamente attorno fermandosi prima su Atasuke e poi su Shizuka, dopo di che con aria innocente disse:
Ed adesso che si fa?
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Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Processo?~
Splendido. Quello forse poteva essere un'aggettivo degno del momento che Atasuke potè finalmente vivere, anche se forse "splendido" non era sufficente a descrivere quel turbinio di emozioni in cui si sentì persino il chakra ribollire mentre vorticoso ruotava nel suo corpo. Se avesse dovuto narrare quel momento non sapeva se fosse durato un'istante o addirittura un secolo. Tuttavia, tutte le cose belle, sfortunatamente devono finire. E quella terminò forse nel peggiore dei modi, o comunque alla presenza delle peggiori persone.
Udì come una scatola che cadeva a terra poco prima di sentirsi spingere via da Shizuka che in un'attimo gli spolverò l'abito come a cercare di dissimulare ciò che era accaduto.°Ma che...°
Fu l'unico pensiero che riuscì ad avere, prima di cogliere, a malincuore, ciò che stava accadendo. Ritsuko li aveva visti e come al solito stava facendo una delle sue tante scenate.
Inutile dire che alla sua occhiataccia piena d'odio Atasuke rispose con uno sguardo che era l'esatto opposto. Uno sguardo di indifferenza, dato che in effetti nulla gli importava dell'opinione di quella squilibrata.
A rovinare ulteriormente la situazione, ci pensò Sasori che con sciocca innocenza si degnò di raggiungerli dopo essersi dato una sistemata."Eccomi sono di ritorno ! Scusate il ritardo ma avevo fame !In ogni caso non sono pazzo ! Voglio soltanto togliermi alcune soddisfazioni la prigionia mi ha consentito di aprire gli occhi su tanti errori che feci in passato. Non sono affatto pericoloso. Vi sembro pericoloso per caso ?"
A quelle parole, Atasuke non potè evitare di voltarsi verso Sasori. Il suo sguardo era cristallino ed eloquente. Se c'era una pessima entrata in scena in un pessimo momento con una pessima esclamazione, ebbene, questo era il caso."Ed adesso che si fa?"
°Se non migliori le tue uscite... Qui si fa una brutta fine°
Pensò sconsolato facendo spallucce e riportando lo sguardo su Ritsuko che come al solito stava esagerando su tutta la linea, anche se in questo caso probabilmente aveva esagerato anche troppo."...Addirittura due?!"
°Per una volta nella vita pensare prima di giudicare mai eh?°
«Ritsuko, vedo che come al solito stai travisando»
Non ebbe il tempo di aggiungere altro ed ecco che Ritsuko come suo solito partì in un'inutile valangata di insulti, come se insultando tutti i presenti potesse in qualche modo cambiare ciò che era accaduto."E tu... sudicio e volgare uomo privo di intelletto e pudore. Sei nato cento vite in anticipo perché tu possa permetterti anche solo di rivolgere la parola alla nobile e famosa Principessa del ricco Clan Kobayashi senza strisciare al suolo mangiando terra! Non hai lignaggio né nobiltà per poterti permettere nemmeno di guardarla da lontano... e tu hai osato, hai osat-... osat-... Hai toccato il fondo dell'inferno, ragazzino. "
A stento Atasuke trattenne una risata che comunque riuscì ad uscire sottoforma di ghigno in faccia a Ritsuko.«Ricchan... E non ti azzardare a dirmi come devo chiamarti, ringrazia che abbia almeno la decenza di chiamarti per nome e non con l'appellativo che meriteresti dopo una tale sgraziata serie di insulti gratuiti...»
Il suo sguardo non era furente, tuttavia era serio e determinato. Non avrebbe permesso in alcun modo a Ritsuko di mettergli i piedi in testa.«Prima che tu possa anche solo pensare di potermi insultare, beh, dovresti come minimo campare altre duecento vite e dovresti lavarti la bocca con il sapone... Inoltre, mia cara... Tu non hai la minima idea di che cosa sia l'inferno»
Aveva quasi uno sguardo di sfida. Ignorava il livello di abilità di Ritsuko nel combattimento, tuttavia era pienamente certo delle proprie capacità, ma soprattutto sapeva il ruolo che in quel momento, volente o nolente, ricopriva e sapeva che la folle anche volendo non avrebbe potuto alzare un dito su di lei. Seppur Genin, Atasuke era invischiato in cose fin troppo grosse, anche per il clan Kobayashi.
Egli riuscì a vedere il repentino movimento del braccio della sottoposta, tuttavia decise comunque di rimanere fermo, impassibile, lasciandosi colpire, come se in qualche modo così facendo avrebbe lasciato che Ritsuko potesse sbollire la sua furia.
Nello stesso tempo però vide anche Sougo che sbucava alle spalle della stessa, evidentemente intenzionato a partecipare anche lui a quella discussione."“La Principessa e i lupi” è una storia che non mi piace... meritereste la pena di morte entrambi per aver tentato di approcciare Shizuka Hime-sama in questo modo...e non è detto che non accada, perché adesso andremo tutti a Magione Kobayashi e sarà Toshiro-dono a decidere della vostra vita e della vostra morte. "
"Oi, Atasuke-kun... Quando pensa di stare zitta questa cagna? Son due ore che continua a vomitare stronzate... Come fai a sopportarla ancora?"
Con completa nonchalance Sougo si era rivelato, spada alla mano, ed atteggiandosi come al solito e rendendosi non meno odioso di Ritsuko.«Ben arrivato Sougo... Fortuna che ti avevo detto di tornartene a lavorare»
Rise facendo un passo avanti, portandosi dinnanzi a shizuka, quasi come per volerla proteggere. Egli aveva compreso che la situazione non era delle più rosee e sapeva che come lui aveva provocato quel casino lui doveva risolverlo, ma senza mai piegare la sua anima. Lanciò quindi una prima occhiata di rassicurazione alle sue spalle verso Shizuka e poi un'altra occhiata, decidamente dura a Ritsuko togliendosi la monetina dalla fronte ed iniziando a giocarci facendosela saltellae tra le dita.«Immagino che dovrei ringraziarti per questa... Cos'è? Una sorta di "guanto di sfida"? Oppure pensi che io possa essere comprato solo da questa moneta? Mh? In entrambi i casi... Mi spiace, ma non mi interessa...»
Si lasciò scorrere la moneta tra le dita per poi lanciarla con il pollice proprio ai piedi di Ritsuko.«Tienila... Considerala un regalo da parte mia... Potresti comprartici un po di buone maniere»
La derise senza mai distogliere lo sguardo ne cedendo il suo tono calmo e sicuro di se. Non sarebbe fuggito, anche a costo di venire sbranato, lui non si sarebbe mosso di li. Avrebbe poi voluto ignorare le parole di Shizuka che pareva quasi implorare Ristuko di avere pietà nei loro confronti, tuttavia non potè farlo. Che forse quel tal Kobayashi avesse tanto potere? Difficile a dirlo, tuttavia, Atasuke non aveva intenzione di cedere e non avrebbe ceduto neppure dinnanzi ai quattro Kage riuniti.
Tuttavia, un'altra voce comparve alle loro spalle, una voce che non ricordava chiaramente, tuttavia ua voce che sembrava quasi saperla lunga su tutta la questione.
Tralaciando lo stupore che colse Atasuke nel vedere quell'uomo intento a comportarsi in maniera particolarmente strana ed il velato fastidio che provò nel sentirsi tirare via, Atasuke però non potè reggere oltre quando anche quest'ultimo sparò l'ennesima boiata delle giornata."devo fare rapporto a Isamu-dono spiegandogli che hai saltato la tua pratica per amoreggiare con ben due uomini!"
°Quando la finiranno questi idioti di parlare prima di pensare?°
«Norio-sama... Perdonatemi, ma devo correggervi... Tutto questo continua ad essere un'equivoco, anche se nessuno sembra abbastanza intenzionato a guardarsi intorno per vederlo...»
lanciò un'altra occhiata a Ritsuko, che a quel punto si poteva dire che era letteralmente ad un passo dall'esplodere.«Detto questo, Ne Shizuka ne Sasori sono colpevoli di nulla. Se c'è stato qualcuno che ha "amoreggiato" con qualcun'altro, quello sono io... Quindi lasciate pure stare Sasori che è solo rimasto coinvolto per caso e non ne può nulla. Allo stesso modo neppure Shizuka è colpevole di nulla. Se proprio dovete trovare un "colpevole" ebbene quello sono io»
Tuttavia sembrò quasi che non avesse aperto bocca. Tutto ciò che disse parve venire ampiamente ignorato, o almeno da quel tal Norio, il quale, beffardamente si fece strada senza aspettare nulla o nessuno."Sarà divertente, dai... andiamo tutti a prendere il tè a magione Kobayashi! Avrete l'onore e il piacere di conoscere il più potente Clan non Shinobi delle Terre del Fuoco!!"
A quelle parole Atasuke quasi non credette. Possibile finire in una situazione tanto strana? Ora capiva in parte come mai Shizuka fosse tanto particolare nei suoi modi.
Prima di partire, tuttavia, rimase un'attimo fermo, rivolgendosi ancora una volta a Shizuka che con tenerezza trattenne per la mano.«Shizuka... Non ti preoccupare, non è accaduto nulla di male»
La sua era calda e rassicurante mentre la sua stretta era forte e sicura ma sempre delicata.«Qualunque cosa accada, io sarò sempre li, al tuo fianco, pronto a proteggerti»
Non aggiunse altro, ad eccezione di una lieve carezza sulla sua guancia, poi, si incamminò verso il suo e probabilmente il loro destino, facendo cenno a Sougo di seguirli.
Non sapeva come mai, ma dopo quell'istante fugace, dopo quello sfiorarsi delle labbra, Atasuke sentiva in se una forza che non aveva ancora sentito. Una sicurezza che lo faceva avanzare ancora più eretto di quanto già non lo fosse abitualmente.. -
Sasori Uchiha.
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A pancia piena
Evidentemente aveva interrotto qualcosa. Non era nelle sue intenzioni, ma il danno era stato fatto quindi con aria imbarazzata, rimase a suo posto abbastanza immobile. Non capì però chi fosse l'altra persona presente. Un certo Ritsuko. Non sapeva chi fosse. In generale non avrebbe rivolto la parola a nessuno in quei frangenti cercando di capire qualcosa sulla situazione. Osservando la scena dall'esterno sembrava che ci fosse dell'attrito tra Ritsuko e Atasuke. Mentre stava facendo tutti quei ragionamenti, Sasori venne chiamato in causa proprio da quel Ritsuko. Non si poteva mai stare tranquilli a quanto pare. Non conoscendolo, forse la migliore cosa sarebbe stata di mantenere una certa neutralità e rispetto:
Ci deve essere un equivoco, ma vedo che non le interessa, quindi non ho nient'altro da dire
La situazione non era delle migliori. Forse quella mattina sarebbe stato meglio rimanere a casa sotto il piumone e non uscire almeno fino alle dieci. Una vera seccatura quando si viene chiamati in causa senza una ragione plausibile. Inoltre non conosceva quel Ritsuko e non sapeva inoltre cosa diavolo fosse successo in sua assenza. Quindi rimase abbastanza infastidito della situazione ma in silenzio. Avrebbe osservato cosa sarebbe successo.
[...]
Si arrivò quindi ad una sorta di scontro, se così si può chiamare con la comparsa di un altra persona, un certo Sougo. Sasori non capì assolutamente nulla, ma vista la situazione abbastanza delicata preferì tacere, per poi chiedere il necessario per capire chi erano quelle due persone e cosa diavolo volevano e se fossero collegati ad Atasuke e Shizuka in qualche modo. Ma era nettamente infastidito e annoiato. Questo Sougo a differenza di quell'altro si presentò a spada sguainata.
Bel biglietto da visita complimenti !
La situazione era nettamente degenerata. Sasori era davvero annoiato, sempre le solite storie. Sempre i soliti atteggiamenti da bulli. Ma quando cambierà mai la gente ? Che bisogno c'è di tutta questa ira, quando basterebbe chiarire in maniera civile, ma questo era il mondo degli shinobi. Ma si rese conto che come in tutte le faccende, l'equilibrio era la risposta ad ogni cosa.
Era molto meglio stare a casa, decisamente
Una voce si aggiunse alla conversazione, ma a quel punto Sasori abbastanza infastidito di tutto quanto era accaduto in precedenza disse:
Non vorrei essere maleducato, ma vorrei sapere chi siete, visto che non vi conosco e non vi ho mai visto.Vorrei precisare che in questa storia, non c'entro nulla. Quindi a questo punto, mi presento, sono Sasori Uchiha ed ho il piacere di parlare con ?Aspettava una risposta da parte di tutta la congrega dei senzanome. Sì perchè se una cosa gli dava fastidio era non sapere chi diavolo fossero. Successivamente Atasuke cercò di spiegare quanto accaduto. Al solito anche quella dichiarazione sembrò cadere nel nulla in quanto nessuno sembrò realmente interessato. Norio o come si chiamava propose di andare a prendere il thè alla magione Kobayashi. Non gli piaceva affatto il discorso, ma oramai era in ballo, quindi quello che poteva fare era andare insieme ad Atasuke e Shizuka. Oggettivamente sembrava che nessuno si interessasse a lui per sua fortuna. In questo modo poteva valutare bene la situazione durante il viaggio.
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Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Arrivo a Villa Kobayashi~
Come quasi c'era da aspettarsi, alla fine Shizuka esplose inveendo u po verso tutti, anche se, in vero, Atasuke si sentì colpito solo dalle parole che ricevette direttamente. Possibile che il suo modo di comportarsi la infastidisse? Possibile che avesse esagerato? Certo non ci era propriamente andato con i piedi di piombo in quell'occasione, tuttavia sapeva di non poterci fare nulla. Quella era la sua natura e difficilmente poteva diventare diverso, salvo forse indossando una maschera. Una sorta di maschera con un'altra personalità, una maschera che ne celasse il vero io. Rimuginando su questo ed ascoltando le irose parole che volavano, Atasuke decise però di rimanere fedele alla propria natura. In fondo quella non era un'occasione valida per svelare la propria maschera. Quella era solo un piccolo dono per i suoi nemici.«Come al solito non hai capito nulla... Ma se è questo che vuoi... Ebbene ti accontenterò»
Uno dei suoi soliti sorrisi si dipinse sul suo volto, quasi come a schernire tutta quella serie di insulti che aveva lanciato a vuoto, anche se la sua voce tradiva un filo di amarezza. Certo era innegabile che Shizuka gli piacesse, ma non era il suo corpo ciò che Atasuke voleva, ma evidentemente la ragazza era troppo cieca per capirlo.
Osservò in silenzio tutto il resto della discussione. In fondo sapeva che era inutile cercare di calmare le acque. Il dado era tratto e l'unico modo per uscirne era seguire la corrente. Quella strana corrente che Atasuke seguiva in ogni missione, in ogni combattimento. Un flusso che finora non lo aveva mai tradito.
Nel trambusto scatenatosi arretrò di alcuni passi facendo segno a Sougo di raggiungerlo. Ordine che il biondino non esitò ad eseguire rinfoderando la sua lama.«Sougo, fai rientro immediato al punto di controllo delta. Prepara i moduli che oggi dovrò stilare un lungo rapporto»
"Ma... Atasuke mi pareva di aver capito..."
«Mi pare evidente che hai capito male»
"Non posso lasciarti andare là dentro da solo!"
Rimase quasi stupito della risposta. In effetti mai si sarebbe aspettato tanta carineria da parte di Sougo, il quale forse, più di ogni altro voleva vederlo morto. O almeno questo era il pensiero che gli balenava nella testa ogni volta che lo sentiva contare i suoi cadaveri per addormentarsi. Ebbe un tremito a quel pensiero e si diede da fare nello scacciarlo rapidamente dalla sua mente.«Sougo, non temere, non corro rischi a villa Kobayashi, inoltre, considera la mia richiesta come l'ordine ufficiale che è. Siamo intesi? Là dentro non mi serviresti a nulla e semmai qualcuno fosse così idiota da provare a farmi fuori, là dentro tu creperesti solo qualche istante dopo. Fuori, invece, saresti la chiave per incastrarli tutti. Rientra immediatamente!»
Non dovette aggiungere altro. Sougo, seppure con una smorfia, fece un cenno di assenso con il capo e partì abbandonando il gruppo. C'era da sperare che almeno quella volta avrebbe eseguito gli ordini anzichè fare di testa sua.
A quel punto Atasuke riportò la sua concentrazione sul marasma che si era formato.«Bene... Vogliamo andare allora? O pensiamo di rimanere qui per tutta la giornata?»
°E vediamo di chiudere questo malinteso una volta per tutte°
Domandò in tono quasi colloquiale, anche se non mancò di lanciare un piccolo sguardo di sfida prima a Ritsuko e poi uno d'intesa s Shizuka lasciando chiaramente intendere i suoi pensieri ed il suo obbiettivo.
Lasciò avanzare prima le padrone di casa e Norio, trattenendo appena Sasori in modo da potergli parlare con la dovuta calma e riservatezza.«Preparati, perchè di qui in poi temo sarà anche peggio...»
Aprì il discorso in tono scherzoso concedendosi una pacca sulla spalla del compagno.«Comunque non ti preoccupare, can che abbaia non morde e per quanto conosco Shizuka possiamo stare tranquilli che non ci darà problemi... Sappi solo che è un pelo isterica, specialmente quando è sotto pressione. Tuttavia, fidati di me, per qualunque cosa fidati che so come uscirne senza troppi casini. Cerca solo di stare attento ad ogni tua mossa, ma specialmente a cosa dici... Predila un po come una missione diplomatica... Tipo quella a Kumo, solo che non abbiamo Genma in mezzo alle palle»
Scherzò con il compare prima di strizzargli l'occhio e balzando davanti a lui per raggiungere rapidamente l'ingresso della villa. In quella posizione Sasori avrebbe avuto modo di notare che Atasuke non portava, come suo solito, lo stemma Uchiha su quell'abito, bensì una ricamatura dorata che rappresentava le tre tomoe dello sharingan. Che fosse un'altro segno dei suoi cambiamenti?[...]
Una volta varcati i cancelli della villa Atasuke si gardò intorno, quasi estasiato. Doveva ammettere che quello era un signor giardino, anche se, nel suo piccolo, preferiva quello di casa sua, certamente molto meno ampio e meno curato a causa del poco tempo a disposizione, ma nel suo piccolo poteva apprezzarne tutti i minimi dettagli, mentre già sapeva che di quell'immensità poteva solo perdersi una tonnellata di quei dettagli di cui solitamente si beava.
Rimase altrettanto stupito dall'opulenza che quella casa nella sua maestosità e nei suoi servigi si mostrava, tuttavia non ne rimase piacevolmente colpito. In un certo senso sapeva che una qualsiasi persona sarebbe stata estremamente lieta nel ricevere tane attenzioni. Lui invece si sentiva quasi a disagio, fuori luogo. Ormai era chiaro: Preferiva di gran lunga i posti decisamente più rustici e meno sfarzosi.
Rimase adirittura stupefatto quando vide che una serva gli si avvicinava con il chiaro intento di aiutarlo a rimuovere gli stivali. Certo non aveva problemi in quell'usanza, tuttavia percepì come una forma di fastidio nel ricevere quelle attenzioni quasi asfissianti.°Non capisco come mai tutto questo servilismo mi dia così fastidio... Che sia per questo che Shizuka non riesce a sopportare i miei modi?°
Si chiese mentre si slacciava le cinghie che tenevano chiusi i suoi stivali rimuovendoli per poi consegnarli alla serva che li rispose.
Ad un tratto il suo orecchio captò una frase, detta da una delle serve in risposta alla perfida Ritsuko, la quale certamente puntava ancora a fregarli tutti con qualche trabocchetto dei suoi."Si, Ritsuko-san, la Signora si trova presso la Sala dei Ricevimenti dell'Ala Nord in compagnia di Isamu Uchiha-sama che è giunto questa mattina per incontrare il capoclan, non sapendo della sua dipartita di ieri notte."
°Dunque Isamu-dono è già qui... Forse allora c'è una buona possibilità di uscirne°
A stento Atasuke trattenne un'altro sorriso nel pensare alla sua possibilità di fuga e sottovoce rivelò parte del suo piano a Sasori stando bene attento a non farsi sentire da altre orecchie indiscrete, come quelle di Norio.«Ottimo, se Isamu Uchiha è qui possiamo uscirne senza grossi problemi... Tu evita solo in ogni modo di rivelare quanto accaduto stamattina, d'accordo?»
Fece poi un cenno al compare con sguardo serio. Da quell'informazione sarebbe dipeso gran parte del loro futuro in quella villa e Sasori non doveva infrangerlo in alcun modo.
Vide poi la cura e l'amorevolezza di Shizuka che si riversava su una delle serve, evidentemente nuova, ed Atasuke non potè non sorridere. Ancora una volta ella gli stava dimostrando che c'era una luce di bontà in lei, per quanto non volesse ammetterlo.
Inutile dire che quando udì il messaggio da parte della madre di Shizuka, Atasuke non potè evitare di sorridere ancora uan volta al pensiero di come quella donna assomigliasse nei modi alla figlia.«Certo che se queste sono le premesse, non vedo come potremmo non accettare l'"invito", vero Shizuka-hime?»
Le disse per cercare di stemperare i toni, anche se effettivamente si rese conto poco dopo che a nulla erano servite le sue parole. Shizuka era estremamente sudata e la voce tremante poteva significare solo due cose: Un'enorme febbre da cavallo o un'enorme paura di ciò che li attendeva.
Atasuke però immaginando che non si trattasse di un problema "medico" si convinse della seconda opzione e le lanciò uno sguardo rassicurante, come a cercare di dirle di non preoccuparsi. Sapeva bene che dopo la sfuriata di poco prima probabilmente non sarebbe servito a nulla, tuttavia, era nella sua natura cercare di rincuorare le persone a lui care e non poteva resistere a quell'impulso naturale."Sono sicura che mia madre sarà lieta di avere degli ospiti! S-se volete seguirmi!"
A quelle parole Atasuke rispose con un'inchino ed un sorriso. Si poteva quasi dire che si divertisse a vivere quell'assurda situazione in cui si erano cacciati.
Con altrettanto divertimento vide Ritsuko passargli dinnanzi lanciando occhiate di sadica gioia. A quello sguardo Atasuke non seppe resistere e rispose con un brevissimo flash dando appena il tempo a Ritsuko di notare i suoi occhi cremisi solcati dalle nere tomoe. Se esisteva un segno di sfida universale, quello di certo era uno dei più inequivocabili.
Poi, richiuse nuovamente gli occhi e quando li riaprì le sue iridi erano tornate nere come gli abiti che indossava.[...]
Inutile dire che quando entrarono nella stanza si scatenò una sorta di assurdo putiferio avviato da quella che era evidentemente la madre di Shizuka in compagnia di Norio Uchiha.
Per un'attimo si poteva dire che quella scena fù assurda e strana allo stesso tempo. Da un lato riconobbe la bellezza della madre di Shizuka e si perse nei suoi pensieri notando i piccoli dettagli che Shizuka aveva ereditato. Dall'altro non poteva togliersi dalla testa di aver già visto quel volto, come se già la conoscesse, forse anche solo per fama."Atasuke!"
Quando udì il proprio nome si riebbe, rendendosi conto del putiferio che si stava scatenando tutt'attorno a loro. Come d'istinto portò la mano verso l'elsa della sua Katana vedendo un kunai partire da dietro ad una cassettiera sfrecciando a pochi centimetri dal suo volto in direzione verso la testa di Sasori.°Certo che qui dentro accadono cose assai strane°
Pensò tra se riconoscendo Tatsuya, il figlio di Norio che evidentemente aveva iniziato anche lui a praticare l'arte ninja, anche se i metodi e l'irruenza andavano parecchio rivisti.
Alla fine addirittura la donna parve intervenire, schiantando con violenza un pugno sulla parete alle loro spalle. Segno che anche la pazienza doveva essere un tratto genetico ereditato dalla madre.°Ottimo, non abbiamo neppure cominciato e già la situazione è tragica...°
Pensò tra se mentre vedeva che tutto pareva andare a rotoli. Da una parte shizuka pareva venir monopolizzata dal cuginetto, dall'altra parte Norio sembrava pienamente intenzionato a rovinare la giornata a tutti. Nel dubbio, Atasuke decise di intervenire, anche se la cosa sembrò nuovamente svanire nel nulla.«Norio-sama, la smetta di ripetere questa menzogna, direi che non è un'argomento su cui scherzare questo!»
Era serio nel tono, tuttavia la sua serietà probabilmente non era sufficiente a porre una fine a quella specie di marasma incontrollato.
Di li a poco però fece la sua comparsa un'altro attore, quello che forse era tra i più pericolosi in quella scena o forse quello che poteva in qualche modo diventare la loro salvezza.
Il padre di Shizuka era entrato in campo e lo aveva fatto in uno dei peggiori momenti possibili.. -
Sasori Uchiha.
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Residenza Kobayashi
La ragazza si era alterata. Ma di certo non era affatto intimorito o spaventato da quella reazione. In fondo nella sua vita, ne aveva vista di gente alterata sicuramente più pericolosa di quella ragazza. E poi andiamo, era appena uscito da una situazione complessa, difficile come quella di essere stato catturato in una missione, non sarebbero bastate quattro urla a farlo rabbrividire. Nella sana incoscienza della gioventù, non si curò minimamente di quella ragazza, chi fosse, quanto fosse pericolosa, chi fossero i suoi legami, le sue radici. Si sarebbe lasciato alle spalle quella serie di domande che ogni dannata volta riecheggiavano nella sua testa prima di compiere qualsiasi azione. Già, perchè quando venne liberato da quel buco nero, da quello stato di calma assoluto da quell'oblio, non aveva desiderato altro che pagare con la stessa moneta e a tempo debito, tutti i suoi detrattori. Non voleva di certo diventare padrone del mondo, signore della guerra oppure un pazzo psicopatico. Voleva essere semplicemente considerato pericoloso al pari di ogni altro shinobi che si aggirava in quelle terre. Non gli andava a genio il fatto di essere ogni volta ignorato, solo perchè poco appariscente, un po' solista ed un po' folle. Era la volta di far vedere cosa significava per lui quella seconda opportunità. Era troppo ghiotta come occasione e di certo non poteva lasciarsela scappare, proprio adesso che era a portata di mano, proprio ora che aveva modo di dimostrare al mondo la sua presenza, come shinobi completo o quanto meno consapevole dei suoi mezzi della sua forza. Questa volta al contrario di tante altre non avrebbe esitato e non avrebbe dato alcun cenno a retrocedere, si sarebbe comportato in modo spietato, sconsiderato spavaldo e strafottente, perchè in realtà questa era la sua vera natura, che ogni volta doveva essere ritrattata per una più semplice ma anche piacevole invisibilità. Perchè doveva svelare a tutti, chi è e cosa è capace di fare quando in realtà basterebbe talmente poco per plasmare la realtà a proprio pacimento?
Era una domanda su cui si basava l'essenza di uno shinobi e per lui era necessario almeno per questa volta di esser capace di dimostrare che lui era lì e di gridare al mondo intero la sua esistenza. Perchè adesso si sentiva pronto a mostrare le sue carte, a mostrare che anche lui era in grado di non farsi problemi di fronte alle avversità e alle difficoltà che anche un semplice colloquio comportava. Si era stufato di ogni singola etichetta, di ogni singolo giudizio. Questa volta avrebbe mostrato la sua essenza, la sua verità ai suoi compagni. Era questo, quello che la folle della sua compagna voleva, giusto ? A richiesta, si risponde, ma la sua risposta sarà a suo modo. Non gli sarebbe importato nulla riguardo alle conseguenze, non si sarebbe di certo curato se quella ragazza per lo shock si sarebbe messa ad urlare piangere e dimenarsi. Normalmente non si sarebbe neanche mai sognato di reagire, ma dal momento che ad essere buoni, si paga sempre dazio, beh, oggi per lui era giorno di paga, era il giorno del riscatto era il giorno di poter riscuotere gli interessi. è chiaro che non possiamo piacere a tutti, altrimenti avremmo una esistenza molto serena, tranquilla, quasi senza ostacoli, senza barriere, senza confini. Allora dove sarebbe il divertimento ? Questa volta si sarebbe divertito lui e non a causa degli altri ma a causa di ciò che era realmente in grado di fare. Con la dialettica si cerca sempre di cercare di evitare qualcosa che possa generare astio, abiguità oppure anche solo una ostilità a prescindere dal contenuto del pensiero. Ma questa volta non avrebbe fatto altro che agire, senza dialogo. Perchè in precedenza aveva parlato, in precedenza aveva espresso il suo punto di vista, ma era come gettare al vento le parole. Quindi il momento delle parole è finito. La sua pazienza di solito sufficiente a rispettare ogni accordo, ogni legge, ogni patto di civile convivenza di civile cooperazione, ma questa volta era diverso era seriamente infastidito. Chiaramente questo era quello che si era ripromesso una volta varcata la soglia di quella cella ed ogni giorno vi aveva riflettuto nella calma della sua stanza, in quei giorni, neri come la notte. Aveva passato dei momenti non facili di prigionia, quando ti venivano a prelevare, senza avere possibilità di scampo, senza nessun appiglio per evitare il supplizio, quello che poteva essere semplicemente sintetizzato con la parola inferno. Quello era il solo ed unico inferno che conosceva e che l'aveva plasmato nel tempo e che con il tempo è riuscito ad assorbirne la forza ed il violento impatto che esso aveva verso un nemico, visto che ne aveva preso la consapevolezza e ricevuto in cambio i dovuti oneri e dannazioni. Ma cosa voleva saperne quella ragazza. Lui aveva avuto un percorso diverso dalla normalità. Dall'anonimato, dagli shinobi felici e contenti. Lui aveva scelto la strada più tortuosa, quella del duro lavoro, non quella più semplice e veloce. Ma questo era un altro discorso. Quello che contava è che se anche lei ne aveva varcato la soglia del baratro, allora avrebbe capito il messaggio che quel ragazzo stava per mostrargli. Altrimenti era semplicemente una manipolatrice, una affascinante manipolatrice. Ma anche questo non importava al ragazzo. Era serio, determinato ma ascoltò senza battere ciglio le critiche che quella estranea gli aveva rivolto.Guardami maledetta puttana !
Mentre parlava, il nero dei suoi occhi avrebbe lasciato ad un rosso intenso dello sharingan e senza perdere tempo avrebbe incrociato lo sguardo della sua interlocutrice, gli avrebbe mostrato nella sua mente, il mondo a lei destinato a quella pazza senza fede. In quel mondo illusorio da lui creato, come esatta replica della realtà si sarebbe avvicinato ad Atasuke, chiedondogli di volergli parlare, ma l'Atasuke illusorio avrebbe in realtà ricevuto un colpo di katana a vibrare per recidere la testa dal corpo. Essendo questa realtà comandata dalla mente di Sasori avrebbe preso la testa recisa e con un calcio l'avrebbe mandata come messaggio alla sua compagna di squadra. Una volta che la testa fosse rotolata ai piedi della ragazza, il genjutsu sarebbe stato rilasciato. Facendo ritornare entrambi alla realtà, il rosso sangue, tornò il nero profondo degli occhi di Sasori, mentre Atasuke era ovviamente illeso e vicino alla ragazza, esattamente come se lo ricordava. In totale l'illusione sarebbe durata al massimo un secondo. Se Shizuka era brava non solo a parole avrebbe capito il messaggio non scritto che il ragazzo con quella visione voleva indicarle. Ma non sapeva se era in grado di interpretare un messaggio di quel tipo, chissà se ne era in grado, fino adesso non aveva fatto altro che starnazzare. A quel punto avrebbe parlato con espressione seria:
Adesso hai capito oppure te lo devo anche spiegare ?
[...]
Atasuke prima di partire, confortò Sasori riguardo alla situazione equivoca che si era venuta a creare dicendo di avere un piano per uscirne in maniera pulita, senza avere altri problemi. Meno male perchè Sasori ne aveva fin sopra le scatole di quella faccenda. Per fortuna al contrario dell'altra missione fatta con Atasuke, non avevano più Genma in mezzo alle scatole. Se l'avesse dovuto rivedere in quella situazione l'avrebbe mandato a salutare il creatore prima del tempo a lui riservato. Nonostante le attenzioni di Atasuke, Sasori era visibilmente infastidito e irratato. Questa volta non gli sarebbe passata così in fretta come le altre volte. Ma nonostante ciò scherzò di buon grado con il compagno fidato. Finalmente il gruppo arrivò a destinazione alla magione Kobayashi, era davvero una delle proprietà più grandi che fino ad ora il ragazzo avesse visto. Ma non rimase stupito più di tanto anche se oggettivamente era abbastanza imponente. Infatti per sua fortuna non era mai stato una persona megalomane, quindi non era invidioso di tanta ricchezza, nè tanto meno della vita in quelle mura. Preferiva la vita semplice ma dignitosa libera da schemi e preconcetti. In cui effettivamente la fiducia reciproca era la base di ogni rapporto di coppia. Ma quei pensieri che gli ronzavano in testa in quegli istanti, non erano figli di ciò che vedeva, quindi preferì abbandonarli e vedere dove diavolo erano finiti. Non sembrava neanche di essere vicino a Konoha, al villaggio per quanto differente era il paesaggio intorno a lui.
Servirebbe una mappa per girare qua dentro con tanto di vi trovate qui con un bel segnalino rosso.
Mentre stava riflettendo, una serva arrivò per slacciargli le calzature. Si sentì leggermente imbarazzato, da tanto servilismo. Non era necessario che una serva gli levasse le calzature. Guardando in direzione di Atasuke, anche lui sembrava a disagio di fronte a tale trattamento. Mentre si curava di Atasuke, arrivò alle sue orecchie la comunicazione che Isamu era presente. Sembrava che fosse il loro lasciapassare per risolvere la faccenda senza troppi prolemi.
Mi sono veramente stufato di questa storia
Sasori annuì alla richiesta del suo compagno. Nel frattempo avanzando nella struttura per andare a raggiungere la famosa ala est, il gruppo venne intercettato da una serva, che li invitava la cospetto della padrona di casa. Anzi in realtà non era un invito era un vero e proprio ordine. Sasori comprese l' urgenza dell'incontro visti i toni del messaggio riportato.
La ragazza ha pane per i suoi denti
Dal modo in cui comunicò con loro, dedusse che avesse un certo timore di quella che con ogni probabilità era la padrona di quella casa, nonchè madre della ragazza. Sasori chiaramente avrebbe assecondato gli inchini ed ogni usanza che l'etichetta richiedeva, senza mostrare alcun comportamento non consono a quell'ambiente. Era educato ed abituato a quegli ambienti per quanto non li preferiva di certo alla vita che conduceva in casa sua, con suo padre. Quindi il gruppo arrivò nella stanza dove c'era probabilmente la famiglia della ragazza al gran completo. Era arrivato il momento di chiarire quella faccenda una volta per tutte, in un modo o nell'altro.
[...]
Entrando nella stanza, notò soltanto un volto familiare, Isamu. Questo lo chiamò per nome e cognome, il ragazzo per rispetto distolse lo sguardo da lui, perdendosi in dettaglio della parete. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, in fondo tutto era nella mani di Atasuke. Si iniziò a guardare in giro, come per vedere a che punto fossero della commedia, vedendo Shizuka porgergli una mano, Sasori si spostò in sua direzione. Sentì una sorta di sibilo e vide un kunai piantarsi su uno stipite già logoro. Osservandolo Sasori dedusse che non erano ospitali quanto volessero far credere, o almeno era l'idea che gli era venuta in mente osservando quello stipite. La madre di Shizuka, come la figlia, sembrava come carattere tale e quale alla figlia. Adesso si spiegavano tante cose. Ad ogni modo la situazione, sembrava essere degenerata prima ancora di iniziare. Sperava che Atasuke avesse un piano migliore o per lo meno che il suo piano dovesse ancora iniziare perchè se quelle erano le premesse, di certo non c'era da stare allegri. Inoltre Shizuka sembra assorta in tutt'altra faccenda, quello che aveva capito chiamarsi Norio, aveva deciso di rompere le uova nel paniere ai due poveri ragazzi prima ancora di poter chiarire la situazione che con il tempo non aveva fatto altro che peggiorare. Ma nonostante il parapiglia che si era scatenato, Atasuke decise ugualmente di fare la sua mossa. Parlava seriamente, sperava Sasori che la sua serietà fosse sufficiente a placare gli animi anche se ne dubitava fortemente. Un'altra figura stava per entrare in scena. Sperava che potesse contribuire alla loro causa e porre fine a quel gioco degli equivoci, che si era venuto a creare e che gli stava fortemente sui nervi.
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