Kakurenbo

Role free: Arashi - Sasori - Asgharel

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Ramen? Why Not?~


    In un primo momento Shizuka parve accettare l'offerta di Atasuke, tuttavia egli non potè trattenersi dal chiedersi il perchè di una reazione tanto furiosa della ragazza. Ignorava che cosa ella stesse pensando ed ignorava che cosa fosse quel brillio azzurrino sulle sue dita, o meglio, ne ignorava lo scopo, anche se era chiaramente chakra o una strana abilità al di fuori delle sue conoscenze.
    Inutile dire che molti furono i pensieri nel vedere quello sguardo minaccioso ed altri ancora arrivarono nel meditare sul perchè la sua voce fosse tanto irosa ed assolutamente poco amichevole, tuttavia, alla fine tutto venne cancellato ed etichettato sotto ad un semplice "Evidentemente l'ha preso male".

    "Hai un carattere pessimo Atasuke, ignoro il motivo per cui la gente ti consideri così bene qui a Konoha. La giornata di oggi mi ha dato la riprova che sei molto lontano dall'essere una persona ragionevole e matura, figurarti ad essere un mio compagno di Team, al più potrei collaborare con te quando sarà necessario che accada..."


    Sorrise. In effetti anche lui spesso si chiedeva il motivo della sua popolarità, tuttavia molto derivava probabilmente dal suo lavoro che lo esponeva pubblicamente davanti a tutti per quasi tutto il giorno e probabilmente essere annoverato tra gli "eroi di Konoha" per aver salvato il villaggio assieme a Raizen ci certo aiutava a migliorare la sua immagine.

    «Se devo essere onesto anche io spesso mi faccio questa domanda»


    Rispose quindi ironico alla domanda di Shizuka.

    "E perché diavolo dovrei venire a cena con questo qui, a casa tua? Che problemi hai?"

    «Shizuka... Ti pare il modo? Voleva solo ringraziarci per avergli dato una mano offrendoci una cena... Che poi abbia altre mire su altre ragazze... Beh, quelli sono fatti che non ci riguardano, non credi?»


    Si intromise con quanta più gentilezza poteva notando che Sasori era rimasto di stucco a quell'affermazione, probabilmente preso in contropiede e senza un buon piano in mente per rispondere.
    Il discorso tornò poi su quella specie di "test" che andava fatto per verificare i "creatori".
    Fino a quel momento Atasuke non aveva ancora avuto il piacere di essere redarguito su quel particolare argomento, anche se in effetti non gli ci volle molto a comprenderne il senso, ma soprattutto la pericolosità di uno Sharinan fuori controllo.
    In un primo momento rimase titubante osservando lo sguardo della giovane Kobayashi, tuttavia comprese il perchè della risata che poteva leggere nel suo sguardo. Evidentemente tutto ciò che era accaduto era anche parte del suo piano. Certo era una cosa ammirevole, tuttavia Atasuke avrebbe di gran lunga preferito esserne avvisato prima. Ma in fondo, non aveva nulla su cui recriminare. Il test era riuscito e Sasori non sembrava essere a rischio, mentre dal canto suo aveva fatto un'altro passo avanti e questo gli bastava.

    "[...] Verrai preso in ostaggio ancora se non ti ritiri presto, perché raramente ho visto un Chunin essere così poco esperto come te a gestire la propria innata. Prenditi Miwa, sposati, fai tre figli e non toccare più un kunai in vita tua, dammi retta."

    «Ora non essere troppo dura con lui Shizuka... In fondo è un bravo shinobi, ci sarà pure un motivo se lo hanno fatto Chunin no? Inoltre mi inquieta il fatto che lo inviti a "prendersi Miwa e fare tre figli"»


    °Specie se fino a tre secondi fa sembrava volessi ucciderci per averle anche solo indotte a pensare a noi...°


    La squadrò con aria dubbia, chiedendosi ancora una volta che cosa ronzasse in quella mente tanto altalenante ed imprevedibile. Inutile dire che si mise a chiedersi se fosse una sua caratteristica peculiare o se in qualche modo ella indossasse sempre una sorta di maschera "lunatica" per coprire in realtà un'abile genio del male che aveva già previsto ogni dettaglio della propria vita sino al giorno della sua morte, progettando anche quella nei minimi particolari.

    "Andiamo a mangiare un ramen e poi tutti a casa propria?"

    °Ma che!?°


    Non disse nulla e non fece nulla. Semplicemente si lasciò andare per un'istante in un'espressione sul viso che era un misto tra sollievo, stupore e rassegnazione allo stesso tempo. Era sollevato nel vedere che in fondo Shizuka non era così lunatica quanto sembrava, era stupito per i suoi sempre assurdi modi di agire ed era rassegnato all'idea che probabilmente quella ragazza non avrebbe mai avuto un'inquadrata come si doveva.
    In un'attimo si riebbe e riprese la parola prima di incamminarsi verso il chioschetto che conosceva.

    «Sicura che una ciotola di Ramen non sia un pasto troppo "grezzo" per l'erede del clan dell'Airone?»


    Scherzò assecondando quella sorta di allegria che sembrava aver spazzato via la precedente situazione di tensione.

    «Scherzi a parte, conosco un chioschetto che non è niente male, se non vi spiace potremmo andare li... E per farmi perdonare per prima...»


    Si concentrò su Shizuka in modo che ella comprese chiaramente che quell'informazione era proprio per lei.

    «... offro io»


    Egli sorrideva, lo faceva la sua espressione, le sue labbra ed anche il suo sguardo non si tratteneva.
    Quando poi i tre si incamminarono, Atasuke si mise ad accennare alle caratteristiche peculiari del locale, cercando di non intavolare discorsi potenzialmente pericolosi come quelli affrontati fino a pochi istanti prima.

     
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    G O O D N E W S:
    Hunger is never delicate.

    Shizuka Kobayashi's appetite




    divisore




    “E poi... quando finalmente riuscirai a domare ciò che sei...

    ...quando lentamente imparerai a convivere con quello che sei diventata e a non rinnegare più ciò che il tuo sangue ti ha inflitto...

    ...scoprirai che non c'è differenza con il passato, quando vivevi sorridendo al mondo e amavi tutto ciò che ti circondava, apprezzandolo sempre come la prima volta: puoi tornare a sorridere e a provare amore per gli altri.”



    «Sicura che una ciotola di Ramen non sia un pasto troppo "grezzo" per l'erede del clan dell'Airone?»




    “E quando lo capirai ti renderai conto, Shizuka, che non esistono maledizioni che non possono essere rese benedizioni.
    Ricorderai improvvisamente quanto sia splendido amare gli altri, sorridere ad essi con sincerità, e a quel punto rammenta di attaccarti a quella consapevolezza con tutto ciò che hai, perché quello che può indurti a guardare dalla parte giusta delle cose è il sentimento forte che provi per il tuo Villaggio, in nome del quale hai sacrificato la tua purezza, i suoi cittadini, che apprezzi così tanto, la tua famiglia e i tuoi amici, in nome dei quali saresti disposta a tutto.

    Le persone come te, Shizuka, hanno bisogno di qualcosa che le tenga ferme se non vogliono che la corrente le porti via...”


    «Mi risulta di essere una kunoichi prima che una Principessa.» Rispose offesa la ragazza, girandosi a guardare Atasuke. L'espressione che offrì ora sembrava del tutto scevra da quella famelica e iraconda di qualche attimo prima, come se il conflitto interno che sembrava averla scossa fosse stato improvvisamente messo a tacere del tutto. «E poi cosa pensavate che mangiassero i nobili? E' possibile gustare un buon ramen anche al Palazzo del Daimyo, per vostra informazione.» Inarcò un sopracciglio reclinando leggermente la testa all'indietro mentre si metteva a braccia conserte. «Non mangiamo filetti di Kobe aromatizzati ad ogni ora del giorno, o chissà quale altra costosissima stramberia come temo che tutti si immaginino...» E facendosi seria aggiunse: «Avete idea di quanto sia salito il prezzo di mercato della carne di pregio?! Pensate che posso chiederla solo una volta al mese! L'inflazione è a livelli mai visti prima! Mi chiedo cosa stia pensando di fare il Paese della Terra.» E alzando una mano al cielo iniziò a gesticolare con concitazione. «La percentuale di entrata e uscita è qualcosa che andrebbe pres–...» Ma si interruppe subito quando vide lo sguardo dei due Chunin Uchiha su di lei. Arrossendo imbarazzata, cosa più unica che rara visto il caratterino denotato di solito, la ragazza si grattò la testa. «Beh si, insomma... gestire un impero economico è una cosa che andrebbe fatta cautamente, soprattutto se si è gli unici ad offrire un certo prodotto... i monopoli possono diventare pessime armi se non sono saputi gestire.» Borbottò mettendosi a braccia conserte con espressione tetra.
    Erede del più potente Clan non Shinobi del Paese del Fuoco, Shizuka Kobayashi sembrava essere abituata a gestire quel genere di faccende come del resto a parlare di politica e finanza quasi fossero argomenti semplici e alla portata di chiunque. Nulla di cui stupirsi, il Casato a cui apparteneva, del resto, si imponeva con prepotenza sull'economia del Fuoco e anche una generosa fetta di quello straniero quando si trattava di sete, tessuti e abbigliamenti di specifica fattura; ragion per cui non era difficile credere che l'educazione impartita all'unica erede e futura capoclan fosse molto più erudita di quella impartita alla maggioranza delle altre persone.

    «Scherzi a parte, conosco un chioschetto che non è niente male, se non vi spiace potremmo andare li... E per farmi perdonare per prima...offro io»



    Le parole squillarono come una tromba nel silenzio che si era venuto a creare e la ragazza, drizzando di scatto le spalle, si girò nuovamente verso Atasuke con sguardo raggiante.
    «Offri tu?!» Ripeté a voce insolitamente alta. I suoi occhi brillavano di qualcosa di molto simile all'euforia. «Mi sembra un'idea MERAVIGLIOSA.» E senza nessun segno di voler mantenere un certo grado di pudore, la kunoichi si mise una mano alla pancia, che suonò come un Taiko durante un matsuri estivo per un tempo abbastanza lungo da indurre a credere che avesse vita propria. «Che fortuna... ho un certo appetito in effetti, e purtroppo sono un po' in ristrettezze economiche in questo periodo...» Disse, anche se parole del genere dette da una Principessa come lei sembravano più una presa di giro che una realtà concreta. A dispetto di quanto si sarebbe pensato, tuttavia, benché così ricca e di nobile lignaggio, Shizuka manteneva se stessa senza l'aiuto economico della sua famiglia da quando era diventata Shinobi, proprio come prevedeva una delle clausole del contratto che aveva stipulato con il suo Clan per poter ottenere il permesso ad intraprendere quella strada così distante a quella cui era destinata...
    ...e per qualche strana ragione, benché fosse tanto brava ad amministrare le grosse somme di denaro, quelle più piccole che riusciva faticosamente a guadagnarsi finivano sempre così rapidamente da sembrarle tanti uccellini desiderosi di libertà.
    «Le missioni per cui sono tagliata sono poche, purtroppo, e quelle che prendo nel rimanente tempo mi fruttano una miseria. Dovrei decidermi ad accettare qualche missione bella grossa e a riempirmi le tasche come si conviene, ma non sono proprio adatta a stare con troppa gente...anche se del resto non posso continuare così, guadagno così poco che finisco tutto in daifuku alla crema appena torno a casa. » Piagnucolò la ragazza, portandosi una mano al viso. «Cioè, non avevo idea che 1000 ryo di dolci finissero così velocemente!»

    Mille ryo in dolci.

    Esattamente... quanto mangiava quella ragazzina di un metro e sessantacinque centimetri scarsi?

    «Ho una fame da lupi... Sasori tu non vieni?» E guardando il ragazzo che la fissava allibito scuotendo la testa, sorrise ulteriormente. «Meno male, perché ho davvero fame! L'ho già detto?! Credo che inizierò con due ciotole di ramen, quattro spiedi di yakiniku alla griglia e dei cracker di riso speziato...per spezzare un po' l'appetito, ecco.» E mettendosi le mani sui fianchi, la kunoichi si sporse leggermente in avanti, sorridendo a trentadue denti. «Non vedo l'ora di arrivare! Il tuo chiosco va benissimo, sono curiosa di sapere dov'è!» Tubò allegramente.


    […] L'appetito di Shizuka Kobayashi era da sempre proverbiale.
    Famosa in tutto il Villaggio e anche molto fuori i confini di questo, si diceva che fosse l'unica femmina ad aver vinto la gara di “mangia cento dango in due minuti” e anche l'unica, per inciso, in grado di far piangere un ristoratore... di felicità.

    «Vogliamo andare, Acchan Cinguettò la ragazza, sghignazzando mentre trotterellava come una bambina accanto al Chunin degli Uchiha, che spingeva per la schiena tanto sembrava esser di fretta.

    Con gli occhi fissi di fronte a sé e la fronte imperlata di sudore, Atasuke Uchiha avrebbe forse capito a quel punto che grave errore aveva fatto ad invitare a pranzo la Principessa dei Kobayashi...ma soprattutto perché la madre di lei apparisse sempre così fissata a volerle far fare una dieta.

    E poi, da quando in qua lo chiamava “Acchan”....?


    La fame faceva miracoli.


    divisore




     
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