Resa di conti o chiacchierata amichevole?

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    ~Un duello a Scacchi – Storie di Vita~


    Atasuke ascoltò attentamente le risposte di Seinji. Finalmente sembrava aver smesso di fare il bimbo capriccioso ed iniziava a dare qualche segno di lucidità su dei discorsi che almeno in apparenza restavano in piedi. Peccato che davanti a se aveva la sua nemesi, l'uomo che per la sua storia aveva un'argomentazione per controbattere ogni suo singolo esempio, ad ogni singolo ragionamento. Sfortunatamente il suo avversario non poteva saperlo ed Atasuke non lo avrebbe rivelato, o almeno non avrebbe rivelato più di quanto non fosse necessario per distruggere ancora una volta la teoria dell'ex-kiriano. In un primo momento quindi decise di tacere.

    “Posso anche tornare a Kiri a consigliarlo, se è questo che vuoi. Ma è troppo pieno di sé per darmi corda, e inoltre mi imprigionerebbe subito. Mi stai velatamente istigando al suicidio, forse?”


    Non trattenne un sorriso. Possibile che quell'uomo potesse considerare Atasuke tanto sconsiderato d a provare a convincerlo a suicidarsi in tale modo?

    «Certo che no... Ormai hai messo troppa distanza tra te e Kiri per fare un'azione simile... Ed onestamente se volessi istigarti al suicidio probabilmente ora saresti già inginocchiato con una lama puntata al ventre mentre la mia lama si prepara a concludere l'opera»


    Non si trattenne dal descrivere in tono ironico l'arte ultima del seppuku per rispondere completamente all'insinuazione prima di muovere in risposta al suo avversario incalzandolo ancora un poco.

    “Suvvia, lo sai che stavo mentendo. Il piano c'è, ma come ti ho detto non ti devi preoccupare di scoprire qual'è. Ti do la mia parola: morirà una persona sola.”

    °Buono a sapersi, almeno non è così tanto uno sprovveduto... Beh, non mi ha rivelato i suoi piani, ma c'era da aspettarselo, nessuno sano di mente lo avrebbe fatto... Tuttavia, se non ha mentito almeno si riduce di parecchio il raggio di azioni che vuole intraprendere...°


    Rimuginò tra se senza replicare. In fondo aveva ancora altro da dire ed avrebbe risposto a questi ed altri punti nel momento più opportuno. Nel momento dell'assalto finale.

    “[...] E per quanto riguarda ciò che reputi essere una contraddizione... bhe... Anche i migliori talvolta possono perdere.”


    Quelle parole attirarono particolarmente l'attenzione di Atasuke. Per la prima volta in tutta quella serie di farneticazioni stava sentendo una frase sensata. Un pensiero che per una volta ammetteva la realtà dei fatti piuttosto che estranarsi in una fortezza di “Io ho ragione”. Tuttavia dubitò di tutta questa filosofica lucidità da parte del traditore. Molto più probabilmente stava percependo l'avvicinarsi di una possibile sconfitta e voleva pararsi dietro ad una scusa per continuare a coltivare il proprio ego autoconvincendosi di essere comunque il migliore.

    «Per la prima volta in tutto questo tempo, ci troviamo d'accordo su una cosa: A volte anche i migliori possono perdere ed a volte può capitare anche per mano dei peggiori...»


    Si diede una brevissima pausa sorridendo.

    «Ironicamente però ho di che dissentire su ciò che hai detto prima, o almeno in parte... Tu sostieni, giustamente che non è il luogo di nascita a fare delle persone ciò che sono, bensì il mondo in cui crescono, le persone con cui si rapportano e la società in cui vivono... Tutto vero, tuttavia, so di uno shinobi che può smentire questa tua tesi per cui una persona cresciuta “altrove” a priori non sia adatta a ricoprire il ruolo che ricopre e che si è guadagnato...»


    Proseguì con le sue mosse, dando a vedere uno schema nelle sue azioni, anche se in realtà quello schema non era altro che una semplice preparazione per uno chema che dià era pronto da diverso tempo, ma che attendeva solo il momento giusto per essere messo in moto.

    «Spero non ti dispiaccia se non ti dirò il nome di questo ragazzo, tuttavia tendo ad essere riservato con le informazioni dei miei allievi, credo comprenderai... Ad ogni modo: Questo ragazzo è nato, vissuto e cresciuto per tutta la sua vita in un piccolo villaggetto di contadini, nulla di speciale ed in effetti non aveva neppure particolari contatti con il mondo ninja per così dire... Come puoi immaginare il ragazzo è cresciuto in semplicità e povertà, senza particolari agi o lezioni di Reishiki... Un giorno però un'ammasso di nukenin misti a briganti vari assalirono il suo villaggio, radendolo al suolo e senza lasciare nessuno in vita... Forse per semplice fortuna o forse per un disegno degli dei il giovane riuscì a cavarsela e con nulla più di un coltello ed alcuni stracci si diresse al più vicino villaggio chiedendo asilo e protezione. In non molto tempo dimostrò buone capacità e venne iscritto all'accademia. Non ricordo allievo con maggiore forza di volontà. Era talmente determinato che in poco tempo aveva appreso ciò che molti apprendono in anni... E sai qual'è la cosa più bella?»


    Chiese senza lasciare tempo al suo interlocutore di rispondere.

    «Non lo stava facendo per vendetta. Non voleva vendicarsi degli uomini che avevano massacrato i suoi amici e la sua famiglia distruggendo la sua vita. Voleva imparare per sapersi difendere e per poter essere in grado di difendere le persone che gli erano care, il villaggio che lo aveva accolto e protetto senza pregiudizi. Ma ti dirò di più, dopo il corso è addirittura diventato maestro e tutt'ora insegna alle nuove leve all'accademia ed è diventato uno degli eroi del clan che lo ha adottato, arrivando addirittura a sviluppare la loro arte segreta»


    Mosse infine la regina in una posizione suicida tra quella del suo avversario ed il cavallo, aspettando che il suo avversario accettasse lo scambio di pezzi. Una regina per una regina. Uno scambio equivalente forse, ma che alla fine celava molto di più, anche se probabilmente Seinji non avrebbe colto tale sfumatura.

    «Ebbene, un ragazzo è l'esempio palese di come la tua teoria faccia acqua da tutte le parti. Certo è logico pensare secondo la tua teoria, una persona esterna ad un ambiente nel 90% dei casi non sarà abile quanto una che ci vive da sempre, tuttavia non bisogna dimenticare che chi da fuori vuole veramente entrare a far parte di un sistema, spesso è un elemento molto più valido di quelli che vi ci nascono, per il semplice fatto che fin da subito deve guadagnarsi il suo posto che per altri invece è semplicemente dovuto, una banalità che ne fa perdere di vista l'importanza, spesso arrivando anche ad additare tutto ciò che è diverso come il male, quando invece a volte è solo un diverso punto di vista...»


    Sospirò nuovamente, procedendo con l'inevitabile mattanza di pezzi. Anche se non aveva spezzato il suo avversario sul piano verbale aveva aperto la falla necessaria per liberare il campo.

    «Certo, ogni uomo è libero di decidere. Tu dal canto tuo sei libero di odiare il Nara, come sei libero di credere che la mia storia sia solo una leggenda o una favola per bambini o di credere ciò che vuoi. Tuttavia, non puoi negare il fatto che le tue teorie fondamentaliste hanno delle grosse falle. Falle che senza problema alcuno ho trovato e che, come hai notato, ho smontato pezzo per pezzo portandoti esempi, aneddoti o semplici ragionamenti per dimostrarti che esiste dell'altro, che non sempre guardare con arroganza gli altri ti da la “ragione”, ma che spesso invece, bisogna inchinarsi sacrificandosi come la regina per poter portare a compimento un disegno»


    E con quelle parole fece la sua ultima mossa prima di passare anche la parola al suo avversario. Non aveva ancora concluso e non aveva ancora vinto, ma per arrivare a quel momento serviva ancora un'azione del suo avversario.

    «Certo non dico che dovresti arrenderti, anche perchè non credo che lo farai di certo. Tuttavia credo dovresti desistere almeno dalla tua filosofia estremista e perchè no? Xenofobo. Certo, continua a credere ed a sperare in una Kiri splendente e ritornata alle origini, ma per il bene di tutti smetti di comportarti come uno sciocco calcolando tutti gli altri come se fossero in qualche modo degli inferiori»


    Egli era serio ed il suo tono malcelava un senso di compassione, come se in un certo senso avesse pena per quell'uomo e per quelle sue idee tanto chiuse.
     
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    Stava forse insinuando di poter istigare al suicidio Seinji Akuma? Quest'ultimo volle da prima arrabbiarsi, contraendo le sopracciglia, ma alla fine rise. Rise di nascosto, un po' celato. Non voleva dare al suo avversario un motivo per credere che Seinji fosse nella posizione sbagliata.
    «Hai forse mangiato le pillole del coraggio dopo lo scontro nel deserto?» - Chiese scherzoso. - «No, perché questo comportamento superbo altrimenti non me lo spiego.» - Un'altra frecciata, poi avrebbe continuato, pur restando fermo a osservare la scacchiera, a parlare, rispondendo al giovane foglioso, cercando di prestare attenzione e accento a questi o a quegli altri particolari.
    «La tua storiella è bella e toccante, ma è solo l'eccezione che conferma la regola. Per non parlare del fatto che è accostata alla situazione di Itai Nara sin troppo superficialmente! Qui abbiamo un caso diverso, ma mi sembra che tu non lo voglia capire.» - Disse Seinji, muovendo il pezzo a sua volta. Notò come Atasuke cercasse di passare all'attacco sul piano verbale, ma non ebbe da far altro che scuotere la testa.
    «Ognuno vede delle grosse falle nelle teorie altrui. Le stesse identiche parole posso dire io delle tue teorie. Come già ti ho spiegato in precedenza, la matematica non mente mai. E nemmeno la storia.» - tacque, poi riprese: - «E non credo che gli altri siano inferiori. Credo però debbano starsene a casa loro: i flussi migratori verso Kiri sono un problema per noi. »
     
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    ~Un duello a Scacchi – End Game~


    Rimase parecchio stupito dalla domanda del suo avversario, per quanto ironica questa potesse essere. Possibile che gli venisse da chiedersi se aveva ingoiato del coraggio in pillole? Aveva forse dimenticato che quello era lo stesso genin che in netto svantaggio numerico e di capacità piuttosto che fuggire aveva continuato a tenere duro facendogli esplodere una fiammata in faccia?
    Ad ogni modo cercò di non lasciarsi prendere da quei futili quesiti e lasciò correre. A quel punto era inutile perdersi in finezze tanto sciocche e bisognava concentrarsi sul colpo finale.
    Alle sue parole, o per meglio dire, al suo ragionamento Seinji rispose semplicemente generalizzando ancora una volta e cercando di affossare l'importanza di quella storia relegandola al ruolo di “eccezione”. Peccato solo che in realtà, a differenza di quanto poteva pensare quelle due storie erano molto simili tra loro, ed Atasuke ne aveva avuto già la conferma parlando in precedenza direttamente con il diretto interessato. E chi meglio di quel genin stesso poteva conoscere la propria storia, la propria vita e confrontarla con qualcun'altro direttamente affiancandole?


    °Hmph... Sembra che non sia tanto abile quanto dava a vedere nel deserto°

    °O forse lo è e vuole farmi credere diversamente°

    °Forse, ma di certo è molto meno stupido di te... Una qualsiasi persona sana di mente ne approfitterebbe per farti fuori o per eliminarlo senza testimoni, ma tu no...°

    °Temo non capirai mai...°

    °Hai ragione, non capirò mai, quindi falla finita e chiudi questa partita che ti stai rendendo noioso°


    “Ognuno vede delle grosse falle nelle teorie altrui. Le stesse identiche parole posso dire io delle tue teorie. Come già ti ho spiegato in precedenza, la matematica non mente mai. E nemmeno la storia. E non credo che gli altri siano inferiori. Credo però debbano starsene a casa loro: i flussi migratori verso Kiri sono un problema per noi.”


    Atasuke esitò prima di muovere nuovamente sulla scacchiera.

    «I flussi migratori sono un problema... Immagino quindi che, per farla breve, tu intenderesti spodestare il Mizukage, importi come Kage o come minimo in qualità di amministratore o perlomeno porre una tua marionetta al comando, far uscire Kiri dall'alleanza, chiudernei porti, bloccarne ogni possibile accesso ed isolare il villaggio? E tutto questo perchè un ex ninja di Konoha ha avuto l'ardore di andarsene, venire accolto da Kiri, impegnarsi per Kiri al punto tale da essere talmente riconosciuto da venir nominato Mizukage scatenando la tua ira?»


    Trattenne una risata prima di muovere eliminando l'ultima speranza di vittoria del suo avversario. L'unico pedone che era riuscito ad arrivare al fondo della scacchiera diventando una regina. Una regina la cui vita fu brevissima.

    «So di aver fatto un sunto vagamente sbrigativo, tuttavia, questi sono i punti focali. Tu non vuoi realmente liberare Kiri per il semplice motivo che non c'è nulla da liberare. Le tue teorie sono basate sul nulla. Non è una questione di “trovare semplici falle nelle teorie altrui”, coa che chiunque può fare, spesso ignorando un'altro pezzo che nell'ombra stava coprendo quella “falla” ma a cui nessuno aveva dato importanza. Qui si tratta di semplice Ego personale»


    Si diede un'istante di pausa prendendo fiato prima di partire nuovamente con un lungo monologo lungo il quale non avrebbe dato modo a Seinji di ribattere, se non alla fine del tutto, sempre che ne avesse il desiderio.

    «Da quant'è ormai che manchi da Kiri? Da quanto tempo continui ad osservare il tutto dall'esterno credendo di sapere tutto? Credendo di poter avere titolo di parlarne? Forse da molto più di quanto non mi sia fatto vedere io stesso. Io l'ho vista Kiri, prima e dopo l'attentato, svariate volte per visitare i miei allievi, i miei colleghi insegnanti e amici vari. So com'è, so quali sono le sofferenze che loro, come molti altri provano e credimi quando ti dico che nessuno in quel posto è tanto pusillanime da puntare semplicemente il dito contro un'alleanza, contro il loro Kage o contro qualche ninja nato oltre al porto.»

    °Oi, oi... Ti stai scaldando... Possibile che ti stia addirittura arrabbiando?°

    «Prima, per svariate volte continui ad imporre la tua idea, sottolinei che i Kiriani sono meglio di tutti gli altri, che i problemi degli altri non sono i problemi di Kiri. Che Kiri deve farsi i fatti suoi e non risolvere i problemi altrui, come tutti gli altri fanno “sempre” quando Kiri ha bisogno di aiuto. Ad ogni dimostrazione del contrario, come un bimbo continui a ripetere di aver ragione e che sono solo “eccezioni”, dei casi isolati. Tu stesso ti reputi ancora un Kiriano pur avendo abbandonato il tuo villaggio e non avendo finora fatto nulla per proteggerlo, se non odiare il precedente e l'attuale Kage, tramando nell'ombra su come spodestarli e prendere tu stesso il comando “riportando Kiri agli antichi fasti”»

    °Woho, adesso si balla!°

    «E non venirmi a dire che sono io a non vedere tutto il quadro, Seinji Akuma, Nukenin EX-Kiriano... Il quadro è chiaro e perfettamente visibile anche per un cieco. Ogni tua affermazione, ogni ragionamento, ogni espressione si riferisce sempre e solo a due persone, anche se più specificatamente ad una: Itai Nara, verso il quale provi un odio ed una avversione tali che il tuo scopo ultimo in realtà è solo quello di eliminarlo, lui e la sua famiglia. Magari anche in maniera dolorosa e plateale, con il bonus di guadagnare il controllo su Kiri in modo che il tuo Ego possa essere soddisfatto governando per conto tuo un paese dove tutti fanno ciò che vuoi, vivono come tu ritieni giusto e tenendo fuori quelli che non sono abbastanza “Kiriani” da rientrare nel tuo disegno. L'altro oggetto era l'ex Mizukage, il quale essendo già perito per mano altrui evidentemente è uscito dai tuoi piani e dai tuoi interessi. Menti a te stesso agli altri riempiendoti la bocca di ideali, di una Kiri rinata e delle storie sui suoi antichi fasti, ma in realtà è solo per te stesso ed il tuo gusto personale che combatti»

    °Oi e la partita a scacchi? Non hai ancora fatto scacco matto! Pensi di non chiuderla!?°

    °Errato. La partita è già chiusa da tempo. Dipende solo da lui comprendere di aver perso ed accettare la sconfitta°

    «Sai, mi aspettavo qualcosa di meglio da un'esperto di illusioni... Ma forse è proprio illudere se stessi la chiave per illudere gli altri...»


    Concluse. Per tutto il monologo, a differenza del peso delle parole usate, il tono rimase calmo, tranquillo, quasi asettico. Tutta la carica emozionale rimase rinchiusa all'interno di Atasuke, sotto quella maschera di effimera tranquillità rafforzata da un enorme volontà.
    Ormai la partita era conclusa ed anche il discorso in un certo senso, tuttavia tutto stava al Nukenin. Ora stava a lui accettare la sconfitta ed andarsene, oppure continuare imperterrito sulla sua linea cercando di dimostrare qualcosa di altrettanto effimero ed errato.
    Per Atasuke non si trattava di avere torto o ragione, ne si discuteva sulla correttezza o meno delle loro filosofie di vita. Si trattava di pura e semplice onestà. Ed onestamente in Seinji Atasuke vedeva solo bugie, che per quanto Seinji stesso volesse crederci, altro non potevano essere che menzogne.

     
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    Seinji ascoltò con attenzione la parlata del shinobi foglioso, ma, distolta l'attenzione dalla scacchiera, non ebbe altro da fare che sorridere. Dunque, mosse il pezzo, scosse il proprio capo, e, unn po' felice e un po' triste, fissò l'Uchiha dritto negli occhi.
    «Le tue opinioni non mi interessano. Sei un ninja esterno a Kiri. Peggio. Sei un accademico. Trovo che le tue offese nei miei confronti siano ingiuste: voi accademici pensate di avere sempre ragione, quando invece avete torto. Avete un torto marcio» - disse - «ma lo vedono tutti a parte voi stessi.» - Poi si oscurò nel volto, guardando la scacchiera: aveva perso. Prima però che l'avversario gli avesse messo scacco e matto, Seinji prese il suo Re, e, con un gesto tanto lento quanto misurato, lo buttò giù.
    Aveva dichiarato la propria sconfitta.
    «Gli accademici sono sempre stati dei buoni parolai e dei pessimi politici. Dei buoni sofisti, e dei cattivi amministratori. I tuoi paragoni, le tue parole sono poetiche, ma su di me non attaccano. »
    Si fermò, ascoltando silenzioso il rumore del vento.
    «Potresti trascinare le folle con quelle parole. Davvero. Potresti andare nella politica e fare in modo da diventare il nuovo Hokage. Però... Sono parole poetiche, ma vuote. Prive di un senso logico. Sono parole passionali, ma non matematiche. Non danno certezze, e nemmeno speranze. Se proprio si parla di illusioni, bhe, le tue parole danno solo illusioni; loro profumano di illusioni. Fantasmagorie. Potresti illudere persone su persone, cercando di spiegare loro che hai ragione, ma la matematica, la storia e la logica ti remano contro. »
    Poi si alzò, preparandosi ad andare.
    «Io combatto per il bene di ognuno dei kiriani. Io ho un intero villaggio poggiato qua...» - si indicò le spalle con un cenno della mano - «... sulle mie spalle. Il loro dolore è il mio dolore; la loro morte è la mia morte. Il fatto che stiano marcendo - parole di Etsuko Akuma, uno che ci ha abitato fino a poco fa - fa marcire anche me. Io sono l'opposizione e tu devi accettarmi come tale. Devi accettare che ci siano altri, che la pensano diversamente da te e che il loro pensiero è lecito quanto il tuo.» - Disse. - «Oppure puoi continuare con la tua dittatura accademica, impartendo ad altri scelte che un gruppo minuscolo di persone ha fatto per tutti e senza il supporto di tutti. Ma non lamentarti dopo, se qualcuno non sarà d'accordo con le vostre scelte azzardate. E non mi venire a parlare del fatto che le tue argomentazioni siano migliori delle mie: è una convinzione personale tua, così come è convinzione personale mia che le mi argomentazioni siano più lucide delle tue.»
    Tossì, quasi come se si fosse lasciato prendere sin troppo dalle sue stesse parole, quindi, ammirando l'orizzonte e lo splendore del sole, si chiese se Atasuke avesse compreso di cosa lui, Seinji Akuma, stesse parlando, ma non ci badò troppo: era un accademico. E tutti gli accademici erano tipo degli zombie che avrebbero continuato a sostenere quell'associazione mafiosa fino all'ultimo respiro.
    «Io sono l'opposizione kiriana cacciata in esilio. Rappresento quella parte di kiriani che darebbero la propria vita per schierarsi con me. Vedi Etsuko. Non ha forse abbandonato l'accademia non appena mi aveva visto? Non ha, forse, preferito il legame di sangue al suo fratello Akuma, a quei vincoli che dei piccoli uomini impongo a nazioni intere? Hai un esempio vivente, oltre alla logica, alla storia e alla matematica del fatto che proprio io, e non tu, ha ragione; e che proprio tu, e non io, ti copri con delle argomentazioni che ti hanno ficcato in testa altri per mezzo della loro propaganda accademica, privandoti della capacità di vedere le cose lucidamente.»
    Sì girò quindi, pronto ad andare via.
    «A differenza tua sono un uomo libero.»
    E composto un unico sigillo, sparì dalla roccia sulla cascata, lasciando Atasuke con la vittoria in tasca e con quelle parole buttate li, lasciate in un impeto di rabbia mista alla passione, forse come un avvertimento, forse solo come una spiegazione: finché gli accademici avrebbero continuato a cercare di oltrepassare le resistenze dei nukenin con la forza e con quei ragionamenti li, senza mai accettare la controparte, senza mai intraprendere la strada del compromesso, non avrebbe avuto altro che sangue, morti e guerre. Il che, per i loro capi, era una dolce sinfonia: tanto le vite le davano gli altri per un ideale che non li apparteneva.

     
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    ~You Know Nothing Seinji Akuma~


    Seinji tacque ed almeno in un primo momento parve ascoltare le sue parole, anche se la sua risposta ne vanificò ogni speranza. Seinji rimaneva fisso sulle sue idee e questo era più che normale, tuttavia, ora, come prima, non accettava di smuoversi dalla sua posizione neppure di un millimetro autoproclamandosi salvatore di Kiri.
    L'intera risposta era basata sulla categoria fin troppo standardizzata degli “accademici” come se in qualche modo aver studiato all'accademia forgiasse una serie di supersoldati più simili a marionette che a persone con le capacità di ragionare ed agire per conto proprio.
    In particolare, rimase “stupito” nell'ultima affermazione di quella prima parte di monologo.

    “ma lo vedono tutti a parte voi stessi.”

    °Ironico pensare che tutta Kiri dica lo stesso di te...°


    Si limitò a pensare, tenendo bene a freno la lingua. In fondo aveva già parlato e non aveva altro da aggiungere. Null'altro di particolare, nessuna considerazione che non avesse già fatto.
    Osservò la controllata lentezza con cui decise di abbattere il proprio re ammettendo la sconfitta, anche se poi, a parole, cercò in un ultimo sprazzo di parole, di dimostrare il contrario come aveva cercato di fare fino a poco prima: negando, negando e negando.

    “Se proprio si parla di illusioni, bhe, le tue parole danno solo illusioni; loro profumano di illusioni. Fantasmagorie. Potresti illudere persone su persone, cercando di spiegare loro che hai ragione, ma la matematica, la storia e la logica ti remano contro.”

    °Disse l'uomo le cui matematiche teorie si basano su preconcetti e su idee auto forgiate su di un'uomo che odia...°

    “Devi accettare che ci siano altri, che la pensano diversamente da te e che il loro pensiero è lecito quanto il tuo.”

    °Aggiunse l'uomo che negava il pensiero degli altri come vero°

    “Hai un esempio vivente, oltre alla logica, alla storia e alla matematica del fatto che proprio io, e non tu, ha ragione; e che proprio tu, e non io, ti copri con delle argomentazioni che ti hanno ficcato in testa altri per mezzo della loro propaganda accademica, privandoti della capacità di vedere le cose lucidamente.”

    °Disse il cieco che non voleva vedere il mondo oltre alla propria visione°

    “A differenza tua sono un uomo libero.”


    °Solo finchè non ti darò la caccia, sciocco presuntuoso°


    Allertato dai movimenti, ma soprattutto dalla posa che Seinji aveva acquisito di fronte a lui, Atasuke, più per istinto che per altro, notando le mani dell'avversario che andavano a congiungersi in un sigillo lasciò fluire il charka e mentre le sue due due tomoe nascevano solcando il rosso rubino dei suoi occhi, la sua mente lesse i flussi di chakra del suo avversario, ne lesse i movimenti, le intenzioni ed infine comprese che si trattava nuovamente della tecnica che aveva già usato per fuggire nel deserto giorni addietro. [Abilità]
    Non lo seguì oltre, osservo solo il suo avversario mentre con superbia fuggiva, ignaro della sua capacità ancora poco sfruttata, nel copiare le tecniche altrui.
    Alla fine, in quella partita Atasuke aveva acquisito molte informazioni e senza troppo sforzo, era anche riuscito ad apprendere una nuova abilità che di certo gli sarebbe tornata estremamente utile in situazioni pericolose o durante delle imboscate.
    Soddisfatto del risultato ottenuto, con calma ripose i pezzi della sua scacchiera, riponendola nuovamente sotto al mantello e con un semplice seal, svanì nel nulla a sua volta, teletrasportandosi un po più vicino a casa ed evitandosi la discesa dalla cascata. Per quanto il panorama gli piacesse, aveva fretta e voleva provare la nuova tecnica copiata...



    OT - Mi è stato confermato da Leo stesso che il suo PG esegue la tecnica guardando in faccia Atasuke, quindi considero visto il seal, osservata la tecnica e me la copio :guru:
    Per il resto ottima giocata, ma credo che difficilmente Atasuke renderà il saluto a Seinji al prossimo incontro :zxc:
    - /OT
     
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19 replies since 11/2/2015, 21:19   196 views
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