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Roronoa™.
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Patto d'Acciaio
Paese del Ferro pt. II
Il profondo cappuccio inghiottiva quasi tutto il suo volto.
Riusciva ad intravedere il suo perenne ghigno malefico e i suoi occhi violacei che brillavano come diamanti.
La sua domanda non irritò il Flagello.
La tensione nell'aria era ancora palpabile, la sua pelle la percepiva con naturalezza. Si sentì come un piccolo lupo, dinanzi al Dio dei Lupi, in procinto di essere giudicato se idoneo a calpestare la sua terra.CITAZIONE« C'è solo un nemico sulla mia strada e non è l'Accademia. »
Lo vide avanzare di un passo. Avrebbe testato il suo spirito, così come aveva fatto il Colosso prima di lui.
Deveraux rimase immobile.
Un brivido scivolò lungo la sua schiena.CITAZIONEE ora dimmi, tu che vaghi nella tempesta in cerca di uno scopo. »
« Aneli il potere? »
Venne investito da una strana forza misteriosa, debole e potente allo stesso tempo.
Un onda intangibile, non reale. Nessuna spinta aveva tentato di sbilanciarlo, ma il suo sistema nervoso aveva reagito immediatamente.
Sentì il suo stomaco contorcersi, il suo cuore battere all'impazzata, con enorme violenza, come se stesse tentando di sfondare le costole per darsi alla fuga.
Percepì i suoi capelli bianchi come la neve agitarsi nell'aria.
E' solo una tua sensazione.Si obbligò a credere, mentre vide Jeral allungare il braccio sinistro verso di lui, con il palmo rivolto verso l'alto.
Quel gesto poteva attivare una tecnica capace di ucciderlo all'istante, ma scappare ora, dopo aver incuriosito il Flagello, era una pessima mossa.
Fu in quel momento che Deveraux si rese conto come il suo corpo sembrava essere diventato di pietra, come paralizzato, completamente attratto da quell'uomo e dal suo enorme potere.
N-No.... Non poteva esserci una parte di sè che desiderava essere devastante quanto lui.
Lui non era come Jeral.CITAZIONE« Posso donarti un dominio sul fulmine superiore a qualsiasi altro. »
La forza misteriosa lo investì nuovamente.
Gli assi di legno che sorreggevano il peso dell'intera struttura iniziarono a scricchiolare e ad annerire, come se un fuoco trasparente stesse bruciando la loro superficie.
Percepiva dell'elettricità nell'aria, della stessa natura di quella avvertita a Suna.
Una forza elettrica.... malvagia e corrotta, nel profondo, ma tremendamente più potente della sua.
Ne fu attratto, quasi affascinato e lì ne ebbe la conferma; c'era una parte di sè, forse peggio di quella indifferente ed egoista, che non aveva atteso altro se non quella proposta, forse più della promozione al grado Chunin che attendeva invano da tempo.
La verità è che lui bramava il potere ogni giorno.
Jeral aveva liberato la follia che Deveraux aveva sempre inconsapevolmente controllato.
Il Flagello, il suo sguardo indecifrabile, aveva polverizzato il self-control che lo aveva reso il ninja che era stato fino a quel dannato giorno.
Ritornando alla promessa, l'otese non era così stupido da pensare che Jeral gli avrebbe insegnato a padroneggiare il fulmine senza avere nulla in cambio, e con la stessa passione con cui il fanciullo dai capelli bianchi insegnava le arti ninja agli studenti del suo clan.
Superiore a qualsiasi altro escluso lui. Pensò.CITAZIONE« E, in cambio, dovrai solo aiutarmi nella mia ricerca. Non abbandonerai le mura dentro cui sei nato » « a meno che tu stesso così non scelga. »
Solo questo? Si ritrovò a pensare, felice.
E se ti ucciderà? C'era solo un modo per evitare la morte per mano di Jeral.
Guadagnare la sua stima, e per averla doveva superare tutti i suoi test.
Il piccolo lupo era in prova.
Le sue labbra disegnarono un ghigno sul suo piccolo volto, nemmeno lontanamente minaccioso rispetto a quello di Jeral.
Non fermerò la tua furia distruttrice in nessun caso, ma la mia lama non toglierà la vita a nessun civile innocente. Mise in chiaro. Quel massacro avrebbe disturbato il suo sonno per i mesi a venire, come era accaduto dopo lo scontro con il Bicoda. Evitare altri carneficine, almeno per mano sua, era il minimo che poteva fare per ritrovare un po' di pace interiore.
E così, suggellò il patto pronunciando il suo nome:
Sono Deveraux Yotsuki.[...]
Jeral ordinò al vecchio di fargli strada.
Evidentemente aveva delle informazioni preziose riguardo quell'Hayate.
Maledetto vecchio, perchè non aveva parlato prima? E pensare che Deveraux era sicuro che quell'anziano fosse cieco e sordo.
Non si domandò come l'ammasso di rughe riuscisse ad avanzare con quella temperatura rigidissima senza tossire a morte.
Ad accompagnare i tre vi era solo tanto vento, furioso e instancabile, così rumoroso da coprire ogni suono proveniente dalla boscaglia che copriva i fianchi dei Tre Lupi.
Spingeva i loro corpi indietro, tentando di respingerli e di allontanarli da quel luogo in cui regnava la pace.
Ci voleva ben altro per fermarli.
Il suo unico pericolo era l'uomo che camminava davanti a lui, in silenzio. L'anziano, che apriva la formazione, proseguiva con una certa rapidità.
Deveraux seguiva i due uomini come un fedele compagno, guardandosi a destra e a sinistra di tanto in tanto alla ricerca di figure ostili.
Alcuni erano sopravvissuti al massacro e probabilmente avevano avvertito le guardie presso il villaggio.
Qualcuno avrebbe ostacolato la loro avanzata prima o poi.
Raggiunsero, senza particolari difficoltà, la cima di una collina innevata, dopo trenta minuti di marcia.
Davanti a sè, il buio di una notte senza luna.
Alcune luci soffuse erano visibili in lontananza, ad una distanza che Deveraux non riuscì a ipotizzare.
Che fosse il villaggio del Ferro?
Non ne era sicuro, l'unico edificio che l'otese riusciva ad intravedere nell'oscurità era una torre cimiteriale.
Jeral non diede tempo al vecchio di riposare, intimandogli di parlare.
E il signore lo fece, per alcuni minuti.
Ne aveva di informazioni. Vi erano due Hayate nei paraggi. Ascoltò la loro descrizione, stampandosi in mente il nome dell' associazione criminale di cui un obiettivo sembrava far parte: "Lama del Silenzio".
Udì Jeral chiedere, anzi, pretendere dal vecchio, maggiori informazioni riguardo gli equilibri di potere all'interno del villaggio, che probabilmente sarebbero stati stravolti al suo passaggio.
Deveraux ascoltò, rimanendo in silenzio, in attesa dell'arrivo delle guardie.
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