Il Massacro della Felce

Paese dell'Erba - Kusa no Kuni

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  1. Arashi Hime
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    Y Danone
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    COMPROMISE

    All compromise is usually based on give and take.




    Shizuka Kobayashi era un'infiltrata. Poco incline a combattere come lo era ad attirare l'attenzione, non provava piacere nell'ingaggiare battaglia quando le era stato dato il dono naturale di dileguarsi senza lasciare traccia.
    Era stata mandata da Konoha per cercare un costruttore prodigioso, a cui aveva dato la caccia come un falco fa con un ratto, e solo dopo essersi trovata costretta dagli eventi aveva capito di dover cambiare le priorità della sua missione concentrandosi sull'uomo incappucciato che adesso si trovava a venti metri da lei. Se era pur vero infatti che il mastro carpentiere che doveva prendere in custodia era tanto abile nel nascondersi quanto a costruire fondamenta incrollabili –ragion per cui non correva nessun pericolo che lei non avesse già cercato di appianare–, era altrettanto vero che l'individuo che si stava lentamente voltando nella sua direzione stava seminando il panico in un Paese all'alleato all'accademia senza che nessuno lo fermasse –il che rendeva prioritario studiare la sua persona piuttosto che la locazione di una diffidente faina.
    Nulla di cui stupirsi, l'Erba era attualmente impegnata ai confini per fermare alcuni ribelli fomentati dall'agitazione che nell'ultimo periodo stava scuotendo i grandi Paesi della geografia conosciuta, era perciò ragionevole pensare che i migliori pedoni della loro scacchiera fossero stati collocati lì... ma lasciare le proprie terre scoperte a quel modo era ugualmente una follia.
    “Oh Dei.” Gemette tra sè la ragazza, quando il cappuccio del simpatico viandante si voltò in sua direzione. “Per favore...” Pensò, portando istintivamente una mano alla sua nodachi. “...fate che debba chiedermi solamente che ore sono.”
    Ma erano le ventidue e cinque minuti in punto, né un secondo in più né uno in meno, e l'uomo privo di identità pareva saperlo bene visto che anziché intavolare una piacevole conversazione sul tempo ballerino dell'ultimo periodo non esitò a sollevare da terra con un piede una sfera circolare grande quanto due pugni e a lanciargliela contro. Non che ormai avesse molta importanza l'essere stata scoperta, del resto la kunoichi si era già preparata a mostrarsi nell'eventualità in cui il tipo avesse proseguito l'inseguimento per raggiungere i piccoli che lei aveva indirizzato... ma che egli aveva invece lasciato andare, confermando così le sue supposizioni: quella persona era stupida nel senso più letterale del termine, scarsamente tattica, presuntuosa, cieca di fronte all'evidenza e affetta da quel grave egocentrismo che solo chi è in grado di distruggere un intero villaggio può avere. Dettagli che avrebbero reso il carattere di un debole nient'altro che una pessimo difetto con cui scendere a patti, ma che nel caso di chi era capace di disseminare tanto caos senza denotare di curarsi delle conseguenze poteva diventare un problema, soprattutto per chi come lei faceva dell'intelligenza e dell'osservazione la sua arma migliore.
    Ma non ebbe neanche il tempo di avere paura, la Principessa del Fuoco, giacché i suoi riflessi reagirono al movimento del braccio che si sollevava e caricava la roccia, e lei, acuendo istintivamente il suo senso per mezzo del chakra, sgranò gli occhi seguendone la gittata [Riflessi 575 +4OverCap: come da regolamento l'impasto chakrico concesso ad un Chunin è di 4 tacche]. La sua mano guizzò verso l'alto, serrando nel palmo l'elsa ricurva di una lunga nodachi che si sguainò mentre il corpo di lei vi si schermava dietro, parando così il getto senza nessun danno per sé né tantomeno per l'arma [Slot Difesa I: durezza sasso 3 vs nodachi 4Come da regolamento i proiettili non convenzionali arrecano, se colpiscono, un danno di massimo 10 e hanno durezza di massimo 3].
    Se tirare in faccia alla gente sassi è il suo modo di fare amicizia –pensò la donna, mentre si alzava lentamente dall'erba, trovando inutile continuare a rimanervi accucciata come un coniglio– è chiaro che oltre che schizzofrenico ha anche notevoli problemi di adattamento sociale.
    Ridacchiò tra sé, divertita da quel drammatico ragionamento.
    «Come sarebbe “Chi sei”? Tua madre, ovviamente!» Esclamò a quel punto, e benché ancora incappucciata da sotto la lana verde notte l'uomo avrebbe potuto intravedere un sorriso smaccatamente ironico, assolutamente fuori luogo in un momento come quello.
    Nata squillante e acuta, la voce di Shizuka Kobayashi era stata modulata nel tempo e resa sinuosa, facilmente adattabile a qualsiasi inflessione, dalla più perversa alla più teatrale, proprio come dimostrò adottando il registro serrato e altilenante dei cittadini di Iwa, reso naturale e fluente dai frequenti viaggi in quel villaggio che il suo essere una mercante, prima ancora che una shinobi, le avevano dato la fortuna di poter apprendere [RecitazioneAbile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.]. Non era una scelta dettata dall'ispirazione del momento, quella. Come ogni volta in cui si recava infiltrata in qualche Paese straniero, forgiava una vita e una storia nuova per se stessa, eliminando dalla sua mente o corrompendo i ricordi che attenevano a ciò che non si doveva sapere di lei e di ciò che a lei si riconduceva, con l'unico scopo di proteggere il suo Villaggio d'origine e i segreti che esso custodiva [EstraniazioneVillaggio: Personale
    Posizioni Magiche: (0)
    L'utilizzatore è in grado, mediante il chakra, di isolare ed estrarre un singolo ricordo, sigillandolo. Il ricordo rimarrà impresso nel sigillo, il quale sarà opponibile su creature viventi e/o oggetti inanimati. Nel primo caso, se compatibile, il ricordo verrà assorbito come proprio.
    Tipo: Fuuinjutsu
    (Livello 4 / Consumo: Medioalto)
    [Da Genin in su]
    ].
    «Ora smettila, Tarou, torna subito nei campi a mungere Tae-chan, quando la smetterai di fare il cattivone?» E facendo spallucce, senza però rinfoderare la nodachi, che tenne al contrario morbidamente adagiata lungo il fianco destro [MalusSemiparalisi: utilizzare una zona semiparalizzata richiede uno slot azione extra a round], aggiunse con malizia: «Vuoi che ti sculacci?»
    […] Lingua tagliente, assenza di pudore, una totale e plateale mancanza di rispetto per il suo interlocutore, considerato a quanto pareva al pari di un allevatore di vacche, ma soprattutto un'evidente assenza di paura, ansia o qualsivoglia agitazione. Ecco quello che si sarebbe potuto comprendere istintivamente da quelle poche parole, giacché il messaggio pareva incredibilmente cristallino.
    «Mh, non che mi sia uscita bene questa battuta...» Obiettò improvvisamente la donna, senza abbandonare la sua cadenza, sollevando una mano a grattarsi il mento. Il braccio era coperto da una manica di pelle che proseguiva e terminava in un guanto dello stesso materiale. «...ah non sono al mio meglio la sera, sai, la stanchezza, cammino da tanto e comincio anche ad avere un certo appetito.» Disse con calma, quasi non avesse fretta di andarsene. «No dico, tu hai mangiato? Forse no, eh? Dare fuoco ad un villaggio deve essere stata una faccenda lunga...» E così dicendo parve farsi misericordiosa, quasi in pena per la triste condizione in cui versava uno stomaco vuoto.
    A dispetto di quello che ci si sarebbe potuto aspettare da chiunque si trovasse al posto suo non sembrava allarmata di trovarsi a parlare con un assassino, ma non dava neanche ad intendere di sapere niente degli altri villaggi distrutti e della confusione interna in cui versava il Paese dell'Erba, come lasciò intuire subito dopo. «Sono arrivata solo stamattina e sono stravolta dalla stanchezza, ma a quanto pare sono anche abbastanza sfortunata se la prima persona che incontro è qualcuno di così poco conforme alla Legge riconosciuta.» Ma a quel punto, nonostante quanto detto, si limitò incredibilmente solo a fare spallucce. «Ho l'idea che tu non sia un tipo da conversazione spiccia, ma io non sono tipa da problemi. In verità non ne ho con nessuno.» Ammise con semplicità. «Sei un nukenin? Ne ho già incontrati. Sei un mercenario? Ho già avuto a che fare con voi. Sei uno psicolabile? Beh, questo è un tasto dolente, sembra che ultimamente io attiri solo uomini di questa risma... forse dovrei andare a farmi benedire da qualche parte oppure non mi sposerò mai.» Si grattò la testa da sopra il cappuccio, apparendo ora visibilmente perplessa e sinceramente afflitta, come se davvero si preoccupasse in un momento come quello di rischiare di non convolare a nozze. «Non mi interessa cosa fai e qual è il tuo scopo. Mi piace agire solo nel mio interesse e guardare solo al mio personale tornaconto, non ho problemi a cenare con... come hai detto di chiamarti? Tarou?» Sghignazzò, ironica. «Non mi sembri molto legato alla razionalità, ti piace ammazzare la gente tanto di quanto io godo ad ignorarla, perciò suppongo tu non possa neanche valutare la possibilità di risparmiarmi.» E così dicendo indicò con un dito lo shinobi riverso a terra. Il collo grottescamente spezzato ripiegava il suo cadavere in una posizione innaturale. «...Ma hai fatto una cazzata abbastanza grossa a fare tutto sto casino, non bisogna essere ninja per capire che le fiamme di questo villaggio si vedono ad almeno tre chilometri da qui.» Disse, indicando adesso con un pollice alle sue spalle i resti del Villaggio della Felce ancora in preda alle fiamme. «Io conosco questo Paese e posso andarmene senza essere impalata, tu invece dovrai sfondare i confini armati a causa di alcuni disordini con certi briganti da pochi ryo. Sei riuscito a farla franca con un villaggio così piccolo, ma contro un'armata pensi di farcela?» Domandò educatamente. A quel punto era evidente che non solo non era spaventata, ma non intendeva neanche scappare. «Ti offro due strisce della mia preziosa carne di cinghiale speziata, e in cambio tu mi lasci in pace. Non mi dispiacerebbe neanche cenare con qualcuno che a quanto mi par di capire non mi parlerà ancora dei suoi unti e urlanti pargoletti o di quanto ami il suo Villaggio per cui, gli Dei lo perdonassero, M O R I R E B B E.» E così dicendo lanciò un'altra occhiata, visibilmente sarcastica, al corpo del Chunin dell'Erba. «Non ho idea di chi tu sia, ma non crearmi problemi. Sono più intrigante da viva che da morta, te lo posso garantire.»

    […] Recitava. Era tutta una grande recita.
    ...o forse no?
    Shizuka Kobayashi, l'ultima discendente di una maledizione che da dopo l'ultima grande guerra era stata considerata solo leggenda, si diceva che fosse molte cose. Molte. Ma il primo appellativo della lista non era mai stato “immacolata”.


    Edited by Arashi Hime - 14/4/2015, 17:26
     
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