La casa in sabbia rossa

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    " Moviti Siomaru, passa la palla! "

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    Tazezu, Mizu, Erza e tutti gli altri erano lì; bambini come li avevo lasciati. Mi stavano invitando a giocare con loro in una delle grandi piazze di Suna...Eru, il fruttivendolo vicino casa, mi stava sorridendo e mi porgeva una mela appena arrivata dalla carovana proveniente da Konoha.
    Il monumento al centro della piazza rappresentava Garra avvolto nelle sue amate sabbie...come si chiamava quella dannata piazza? Iniziammo a giocare; come eravamo spensierati e felici. Poi la palla colpì per sbaglio la vecchia Areis seduta sulla sua indistruttibile sedia a dondolo. Ricordo che era la donna più acida che avessi mai incontrato e finiva sempre che tornavamo a casa senza la nostra sfera.

    “ Piccoli demoni! Maleducati! “

    Inveiva contro di noi sempre allo stesso modo, eppure noi tornavamo sempre a giocare lì; a volte la colpivamo di proposito per farla distogliere dalla monotonia del suo dondolare. Continuammo così, tra un gioco e l'altro, fino a quando non intrapresi la carriera ninja...un paio di loro iniziarono a frequentare l'accademia, altri ad aiutare i propri genitori nelle proprie attività. Molti di loro non li vidi più.


    :::


    Ero nella mia stanza e tentavo di decifrare insensate scritte su come impastare il chakra ed adoperarlo per effettuare tecniche basilari. Era più di una settimana che ero fermo su quelle due maledette pagine cercando di comprenderne il significato. Non volevo chiedere l'aiuto della mamma, volevo farcela da solo. La mia scrivania era posta proprio davanti la finestra che affacciava sulla piazza; potevo vedere e sentire ancora gli altri giocare e divertirsi. Poi qualcuno bussò alla porta, poteva essere solo la mamma...era sempre la mamma.

    " Ti ho portato un thè. Oh vedo che sei andato avanti negli studi, sei già arrivato al chakra..."

    Ma ero sicuro che stesse fingendo...sapeva che ero fermo su quelle pagine da diversi giorni. Ma io ero orgoglioso e sbruffone almeno quanto adesso, quindi mascherandomi dietro un largo sorriso:

    " No è che stavo leggendo la tecnica...al tecnica della sostituzione e mi era venuto un dubbio sui tempi necessari per impastare il chakra, quindi sono tornato un attimo indietro per controllare..."

    " Ah la tecnica della sostituzione? Dunque fra un po possiamo presentarti direttamente agli esami chunin; saresti il chunin più giovane che il villaggio della Sabbia abbia mai avuto! hihihhihihi "

    " HAHAHAH "

    Ci buttammo sul letto e continuammo a ridere e scherzare fino ad ora di cena.


    :::


    Era da un po che la mamma non si sentiva molto bene. Era allettata e i dottori avevano detto che si trattava di una strana malattia, di cui non ero mai riuscito a ricordarmi il nome, che rendeva le sue gambe deboli e il suo respiro affannato. Problemi al cuore. Io avevo iniziato gli allenamenti nel deserto e la sera, quando tornavo dalla corsa con le giare d’acqua sulle spalle, tornato a casa, facevo tutte le faccende domestiche. Preparavo da mangiare per me e per lei, davo una pulita alla casa, buttavo l’immondizia e mettevo i panni a lavare; ricordo che siccome non ero capace a stirare in quel periodo ho indossato sempre magliette e pantaloni stropicciati.
    Durante la notte ripassavo gli ultimi argomenti di toeria…l’esame era vicino e ancora avevo grosse lacune in alcuni argomenti. Nonostante la mamma mi avesse chiesto di potermi aiutare io non lo feci per timore di affaticarla eccessivamente…era debole. Prima riusciva a battermi tranquillamente ogni volta che giocavamo a fare la lotta e vederla così mi dava un grande senso di rabbia; per me lei era invincibile…che sciocco che ero. Rincontrai Erza dopo due anni, stava per diventare anche lei una kunoichi. Iniziammo a rivederci con più insistenza, il tempo non era riuscito a diminuire la grande affinità che ci univa…è stata la mia prima ragazza. Certo avevano appena tredici anni, eravamo più amici che veri fidanzati ma la sua presenza mi aiutò a far passare quel periodo infelice e di questo le sarò sempre grato. Un giorno, dopo averne combinata un’altra delle nostre (avevamo rubato un paio di pietre preziose da una bancarella del mercato e ci avevano scoperti), mentre correvamo a più non posso per sfuggire alle guardie sopraggiunte, lei mi chiede con un grosso sorriso stampato sulla labbra:

    “ Siomaru secondo te staremo sempre insieme? “

    “ Certo! Ci sposeremo e costruirò una bella casa qui a Suna! Diventeremo Jonin del villaggio e insieme faremo tutte le missioni più difficili! “

    Discorsi fatti con il sorriso sulle labbra, seri nei limiti dei ragazzini che eravamo. Eppure ci credevo veramente, avrei voluto vivere per sempre in quel villaggio che tanto amavo.


    ::: Presente :::


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    “ D’accordo Shaina. C'è una piazza qui a Suna con una grossa statua di Gaara in mezzo. Un tempo vi era un fruttivendolo di nome Eru e una vecchia signora su una sedia a dondolo. Lì nelle vicinanze dovrebbe esserci una casa in sabbia rossa, ricordo che diversi anni fa non molte erano costruite in quel modo…”

    Era il momento di scoprire la verità.



    Edited by DioGeNe - 1/4/2011, 11:59
     
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    *Diogenes aveva accettato la sua offerta di accompagnarlo, e le aveva spiegato qual'era la sua meta. Shaina pensò un attimo, poi fischiò per richiamare il suo avvoltoio e gli disse qualche parola prima di lasciarlo riprendere il volo.*

    Da questa parte. Tatsumaru ci farà strada. Noterai parecchi cambiamenti nel villaggio, tanto per dirne una, la statua di Gaara non è più al suo posto. La stiamo...restaurando, diciamo così. La casa in sabbia rossa invece è ancora là, anche se l'esterno è rimasto danneggiato durante un certo incidente qualche tempo fa. Anche il banco della frutta è ancora lì, ma adesso credo lo porti avanti il figlio del proprietario. L'anziana Areis invece sta ancora su quella sedia a dondolo, ormai è quasi un'istituzione, credo che abbia qualcosa come duecentoventi anni.

    *Aggiunse con un vago sorriso. Non menzionò direttamente l'esplosione avvenuta durante la riunione diplomatica qualche tempo prima, sebbene fosse certa che ormai non fosse un segreto, visto che erano presenti rappresentanti di quasi tutti i villaggi, magari giusto a Konoha non ne erano al corrente, ma non ci avrebbe sperato.*

    *E in effetti, camminando per le strade era anche piuttosto evidente che Suna poteva passarsela meglio. C'erano stati una bella serie di incidenti negli ultimi mesi, a quanto pareva di bombaroli ne avevano a frotte, e per uno che si faceva saltare, ce n'era sempre qualcun altro abbastanza intelligente da evitare di rimanere coinvolto nei suoi stessi attentati. Molte delle case erano state perfettamente ricostruite, ma su alcune erano ancora abbastanza evidenti i segni delle riparazioni ripetute a cui erano state sottoposte. Nonostante tutto però, la gente di Suna era la stessa di sempre, e non si crogiolava nelle sue disgrazie, rimboccandosi le maniche quando i tempi erano duri, e la maggior parte dei lavori procedevano spediti mentre tutti continuavano la loro vita.*

    *Shaina cercò di evitare le strade conciate peggio, per evitare di dare un'apparenza troppo debole del villaggio che si era trovata ad amministrare, e una volta giunti alla piazza in cui la prima cosa che si notava era l'assenza della statua sul grosso piedistallo al centro, e la seconda era una vecchia che inveiva contro un gruppo di bambini, Shaina prese una stradina laterale e si fermò dopo qualche metro davanti a una casa differente dalle altre su cui si era appollaiato il suo grosso avvoltoio.*

    Dovrebbe essere questa, se ho capito bene. Il portone d'ingresso è un po' malconcio e ci sono un bel po' di crepe nell'intonaco, ma la statua di Gaara si è presa la maggior parte dei danni e ha fatto da scudo alle case da questo lato. Ora se vuoi, io ti aspetterò qui fuori.
     
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    " Ok, non ci metterò molto. "

    Lasciai Shaina li, nella piazza, mentre io mi incamminai verso la porta. Quante volte avevo compiuto la stessa dentica azione? Magari la sera, per rientrare dagli allenamenti o dopo una partita con gli amici a quei giochi che avevo smesso troppo presto di fare. Misi la mano sulla maniglia e la mente mi tornò ancora al passato, immerso in ricordo che avevo dimenticato o meglio dimenticato di avere.

    :::

    " Perchè diavolo non si apre?! Mamma! Mammaaa!!! "

    " Cosa urli Siomaru a quest'ora di notte ?! Tua madre lavora fino a domani mattina, può essere che non te lo abbia detto ? "

    Era la signora della porta accanto, imparentata non so in che modo con la vecchia sulla sedia a dondolo. Ovviamente mi ero completamente scordato che la mamma oggi lavorava, era sempre meno che andava a casa di quei signoroti a fare la badante. Me lo aveva ripetuto cento volte anche ieri: "mi raccomando prendi la chiave domani mattina quando esci che se fai tardi non mi trovi a casa"...Nemmeno a dirlo, la chiave era sul mobiletto, lì dove lei l'aveva lasciata, attorniata da bigliettini per ricordarmi di prenderla.
    La signora, che aveva capito già tutto solo guardandomi in faccia riprese la parola:

    " Dai vieni da me oggi, la cena è quasi pronta. "

    " No, preferisco aspettarla qui. Non farà tardi...e poi ho appena mangiato due enormi spiedini di carne, non ho molto fame! Grazie lo stesso."

    Ovviamente il mio stomaco brontolava per quanto era vuoto, mi ero allenato tutto il giorno e non avevo nemmeno pranzato decentemente.
    Insomma, l'aspettai per mezz'ora prima di appoggiarmi sulla porta e sprofondare in un lungo sonno...

    " Siomaru...non ci posso credere, ti sei dimenticato delle chiavi ! "

    Mi svegliai così la mattina dopo, con la voce di mia madre tra l'incredulità e il divertimento. Era fatta così lei, non prendeva mai troppo seriamente le cose...era mia complice, in tutto (o quasi) quello che facevo. Per fortuna la signora accanto mi aveva ricoperto con una calda coperta; il giorno dopo le avrei portato dei biscotti per ricompensarla del disturbo.
    Da allora mamma lasciava la porta sempre aperta, dopotutto era un quartiere tranquillo quello.

    :::

    La maniglia si abbassò e la porta di aprì. L'interno era come è sempre stato...ed è proprio quello a sconcertarmi. Lo stato dell'abitazione era ottimo, come se quello stesso giorno qualcuno avesse passato lo straccio per terra e levato la polvere dai mobili. Un odore di carne proveniva dalla cucina dalla quale sentivo anche provenire il rumore di acqua corrente.

    " Chi è ?"

    Non poteva essere...

    Che fosse un modo subdolo di Shaina per vendicarsi? Dopotutto bastava una banale tecnica della trasformazione per organizzare il tutto...la stessa lettera arrivata alla villa poteva essere stata taroccata. Ma tutte quelle doamande scomparirono dalla mia mente quando la vidi.
    Era li, davanti a me che mi fissava con il suo solito sorriso. Ma più i secondi passavano, più il suo sguardo mutava...storse un po il sopracciglio e girò il capo come per vedere meglio all'ìinterno dei miei occhi. Trascorsero secondi di silenzio e poi, tutto ad un tratto, quei grossi occhi celesti si riempirono di lacrime. La tegliera che aveva tra le mani si frantumò a terra, riversando il liquido che conteneva su tutto il pavimento. Poi le sue stesse gambe le cedettero e prese adaccasciarsi al suolo come se in quell'instante il corpo avesse smesso di lottare contro una forza più grande che quel corpicino si portava appresso da anni.
    Un passo accelerato mi permise di afferarla al volo, impedendo alle ginocchia di rovinare a terra.

    " Sei tornato..."

    " Io..."

    "mi dispiace...mi dispiace...mi disp..."

    " Eri su un letto di morte...come, come è possibile ? "

    " Pare che i Mikawa non sono gli unici ad essere duri da buttar giu, no? "

    " ahahahaha ora ho la certezza che sei tu! Tu e la tua imbranataggine nel dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato aahahahah "

    Qualla fu una delle poche volte in cui piansi da quando divenni Diogenes.

    :::


    Ci raccontammo un mucchio di cose, lei mi parlò di come erano trascorsi questi anni e di come aveva curato la malattia mentre io le parlai della mia carriera ninja, dell'incidente...Era vero, era lei...solo lei sapeva quelle cose su di me, solo lei aveva quegli atteggiamenti da ragazzina che adesso come allora la rendevano più che mia madre la mia migliore amica. In quell'ora che parlammo mi dimenticai di tutto, mi levai i vestiti di Aloysius Mikawa e tornai un ragazzo normale, al quale mancava sua madre e la sua città natale più di ogni altra cosa. Che anelava i suoi affetti può del potere stesso. La nostra sintonia era perfetta, praticamente poteva completare le frasi sulle mie vicende al posto mio. Difronte a lei ero un libro aperto, altro che spietato jonin e capoclan Mikawa. Ovviamente si accorse di come il mio credo ninja era maturato nel tempo, del mio sentimento antiaccedmico...e probabilmente aveva intuito anche che non ero diventato un "bravo" ragazzo. Ma a lei non importava, lei mi avrebbe fiancheggiato, sempre, qualunque azione avessi intrapreso in quel complicato mondo di ninja.

    " Allora, è giunto il momento...no? "

    E già, le soprese non erano finite.

     
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    Mi condusse sul retro del'abitazione, lì dove un uomo era accovacciato su di una piccola fioriera. Era di spalle ma quante volte le avevo viste abbandonare la porta di villa Mikawa senza mai una parola di conforto...

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    " Ti ho sentito da quanto eri alle porte del villaggio. "

    Si voltò e solo allora potei notare in quale stato fisico si trovava: la pelle del suo volto era squamata, usurata come un foglio di carta stropicciato e vecchio di cento anni, i suoi capelli e la sua folta barba erano di un grigio spento, il suo sorriso nascondeva un'espressione stanca, come di chi ha sofferto troppo e per troppo tempo, e infine i suoi occhi erano chiusi, serrati come quelli di chi non può o non vuol epiù vedere il mondo che lo circonda.

    " Cosa ti ho fatto..."

    Ormai sapevo molte cose, sapevo che le mie sofferenze erano state solo una piccola parte di quello che aveva dovuto sopportare lui. Eppure la sua voce tremava per il senso di colpa che si portav a da anni; la macchina che aveva progettato aveva deturpato il mio aspetto e accorciato la mia vita di molti anni e questo era un duro colpo per il suo orgoglio, dopo una vita èassata a fare esperimenti.

    " Emulare il potere di un Garth era rischioso, ne avevo piena coscienza. Non ti rammaicare di questo. "

    " Avrei dovuto distruggere tutto; se non fosse stato per quella maledetta cavia ben riuscita avrei seppellito l'intero laboratorio sotto quintali di cemento. "

    " Non è questo il punto; avresti potuto semplicemente credere in me. Pensare che avrei potuto farcela a sfuggire alle grifie del Garth e, qualora fossimo arrivati al duello finale, che avrei potuto sconfiggerlo. "

    " Si commettono azioni sciocche quando si ama qualcuno più della propria stessa vita; quell'uomo aveva ucciso mio padre, non avrei...non avr.."

    " La medicina! Maledizione, prima mi è caduta! "

    Sempre la solita. Lo presi sotto braccio, quella era la prima volta che accadeva. Sentii come il suo corpo era debole, come il suo cuore batteva lento...

    " Grazie."

    Risposi con un cenno e lo accompagniammo a letto per farlo riposare.

    :::

    " Prendi amore...bevila tutta. "

    " Ahm, grazie...allora, ora sai la storia dei capoclan Mikawa della Rosa d'Acciaio e conosci quale potere nasconde il tuo sangue puro."

    " Si, ma ancora non mi spiego come tu faccia ad essere in vita. Dai ricordi del IV Garth ti ho visto giurare con un patto di sangue la sua fedeltà a lui, ti ho visto inffrangere questo legame e poi aggrapparti alla vita combattendo contro la stessa tecnica che tu hai riportato alla luce. Come...come hai fatto a liberarti del giuramento ?"

    " Non l'ho fatto. Tutt'ora gli effetti della tecnica sono attivi e combatto giorno dopo giorno il coma indotto cui comporta la tecnica. Questa medicina ripristia il mio chakra tre volte al giorno e io costantemente utilizzo un' antica tecnica del Chikotsumyaku per farmi rimanere in vita. Il mio aspetto fisico è il risultato di un perpetuo utilizzo del controllo del sangue...come gli Uchiha di Konoha, pare che anche noi non possiamo utilizzare il nostro potere in eterno. "

    Rimasi in silenzio, come incredulo delle parole uscite dalla bocca del mio vecchio.

    " Che c'è? Pensi che stia mentendo? Dopotutto anche io sono un discendente di Kaiso, avrò qualche asso nella manica, no ? E bada bene, esistono altri modi per liberarsi del patto di Sangue, la Rosa nasconde i segreti legati alla forza e alle debolezze del nostro clan...segreti ai quali devi assolutamente accedere!"

    " Mi è giunta una lettera del gran consiglio, vogliono vedere il faccio l'uomo che ha ucciso il precedente Garth. "

    " Allora devi andare, non puoi immaginare il potere che puoi raggiungere leggendo le tre antiche tavole e trovando le leggendarie armi del dio Tzeentch...tu devi assolutamente...tu..."

    Ma più mi parlava e più capiva, realizzava una cosa che in realtà sapeva da anni e che mi aveva anche comunicato in quella sua famosa lettera:

    " Tu hai già acquisito questo potere, il tuo sangue è già il più simile a quello di Kaiso Mikawa."

    " Si. "

    Fu solo in quel momento che riaprì gli occhi e incrociò il suo sgardo spento con il mio. Piangeva, come quando un padre vede suo figlio vincere una gara importante e il suo cuore si riempio di orgoglio. Quella era la prima volta che lo sentii vicino e abbi conferma del fatto che ogni sua azione, da quando giunsi alla sua porta, era stata indirizzata al mio miglioramento. Poi ricadde in un sonno profondo cercando invano di raggiungere con la mano il mio volto.

    :::


    " Allora, cosa farai ora? Ora che ci hai rivisto e sei arrivato all'apice del potere che quel dannato clan vi ha donato...cosa farà il possesnte Aloysus Diogenes Mikawa? "

    " Io cambierò il mondo ninja che ora conosciamo. Riunirò gli shinobi dei quattro grandi villaggi ninja sotto lo stemma di Oto e ridarò ordine e sicurezza in una realtà dove altre potenze stanno cercando di insidiarsi. "

    " Ti rivedrò? "

    " Si, è la prossima volta verrò qui con un esercito. "

    CI lasciammo così, dopo che lei mi strinse forte a se e si allontanò per raggiungere la stanza dove dormiva Ferrid. Feci un lungo respiro e abbandonai quella casa, la mia casa, sereno, come se avessi sconfitto un male che covavo da dentro da anni. Shaina era ancora li che aspettava, era merito suo se avevo potuto ripercorrere quell'intenso tutto nel passato.

    " Ora posso tornare ad Oto. "

    Ma fu solo allora che, accanto alla figura dell'amministratrice ne vidi un'altra; una che non vedevo da anni ma che non impiegai più di due secondi a riconoscere.

    jpg

    " Dove pensi di andare tu, mi devi un po di spiegazioni Siomaru caro."

     
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    " Mi sono presa il permesso di chiamare "rinforzi". Appena le ho detto che il giovane Siomaru era tornato al villaggio si è fiondata qui..."

    " Per ucciderlo, certo! Shaina è stata troppo buona con te, permetterti di entrare...che pazzia! "

    " Te l'ho già spiegato, Erza lui mi chiese di poter andar via..."

    " Certo, fregandosene di tutto e di tutti! Lasciando gli amici a cercarlo per settimane! Come minimo va rinchiuso in cella per 300 anni."

    " Io..."

    " Tu niente. Sai che ti dico? Non voglio nemmeno sentire le tue motivazioni! Tu ora vieni con me e aiuti il tuo vill..Suna! Profughi provenienti dall'estremo Ovest del Paese del Vento sono al confine e ci servono uomini li. "

    " Sarebbe un buon modo per ricambiare il favore, no? Diogenes?"

    La giovane ragazza era rozza in volto e animata da quella rabbia effimera che sapeva tanto di felicità. Shaina lo aveva intuito, infatti il suo sorriso tradiva la ragazza e la sua contentezza nel rivedermi. Anche a lei, come a mia madre, sembrava non importare del mio aspetto fisico...non so come ma riuscivano a parlare proprio a quel ragazzino alle prime armi che era nascosto da qualche parte dentro di me. In ogni caso Shaina sembrava essere d'accordo; evidentemete era proprio lei l'artefice di tutto. Che suna fosse in carenza di Ninja?

    " Non può pensarci il giovane Hoshi? "

    " E' impegnato in questioni più importanti...come molti altri ninja del villaggio."

    Disse, come avendo intuito i miei dubbi sul reale stato del villaggio. Poi riguardai Erza e non poterono uscire che quelle parole dalla mia bocca:

    "Darò un'occhiata ma senza impegno. Non sono più un ninja di Suna."

    :::

    Uscimmo dal villaggio, io e lei fianco a fianco come se fossimo tornato in dietro nel tempo di diversi anni. Non disse nulla fin quando non fummo a due chilometri dalle mura, da soli tra le sabbie del deserto.

    " Insomma vuoi dimi cosa hai fatto alla faccia? "

    " Erza io non sono più il ragazzo ch tu conoscevi. Sono cambiato ad Oto."

    " Lo so; ho seguito ogni tuo spostamento, chiesto ai sunesi che entravano in contatto con te, consultato ogni documenti accademico ufficiale che citasse il tuo nome dal torneo dei Sand Scorpion. Tu non mi avevi riconosciuto ma anche io ero lì sugli spalti quando mostrasti ai rappresentati dei vari villaggi il tuo nuovo volto. Avrei voluto fermati e chiederti cosa avevi fatto per tutto questo tempo...farti vedere che ero riuscita ad andare avanti senza di te e che..."

    " Sei diventata un'ottima kunoichi. "

    " Lo puoi dire forte! Sono molto più forte di te ed è proprio per questo motivo che non ho intenzione di ascoltare Shaina...quest è casa tua e io ho intenzione di farti restare, con o zenza il tuo consenso! "

    E sfoderò le sue armi puntandole contro di me.

    png

    " Non farlo Erza. "

    " Non ho scelta. Questo non è uno dei nostri giochi, Mikawa. So cosa sei in grado di fare e, se ti conosco solo un po, ho anche capito cosa hai mente! Sei cambiato è vero, ma io ti farò tornare sulla retta via. Fai sul serio o ne uscirai gravemente fer..."

    Bastò un semplice movimento accelerato ben mirato all'imboccatura dello stomaco. L'afferrai e strinsi a me il suo corpo già privo di forze.

    " Sig..sig...non combinare troppi casini, ok? Non finirà bene per te...ti prego, ti prego...torna da me. "

    Svenne prima che potessi aggiungere altro. La lasciai li, non lontano dalle mura del villaggio; se la sarebbe cavata senza problemi.
    Fu così che, carico di sentimenti, abbandonai quel posto e le persone che vi abitavano. Ma non era un addio, sarei tornato.


    CITAZIONE
    Shaina mi ha dato l'autorizzazione (via PM) per uscire dal villaggio e "manovrare" il suo pg causa mancanza di tempo per risapondere. La giocata è ambientata prima delle news gdr legate a suna.


    Edited by DioGeNe - 1/5/2015, 15:39
     
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