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Il gioco della zampa del gatto{ Post Primo }
La mattina. L'inizio della giornata per la maggior parte delle persone. La fine di una lunga nottata per le tre figure sedute attorno ad un tavolo in un buio e fumoso locale. Una taverna, o bettola, frequentata di solito dai vecchi del villaggio che si lamentavano della gioventù di oggi (lunghi, noiosi ed estenuanti discorsi che eviteremo di riportare in questa sede). E che, il giovedì sera, diventava la sede della seduta settimanale di poker di Kensuke Kasumi e compagni. Seduta che, in questo caso, si era estremamente protratta, fino a raggiungere la metà della mattina successiva.
In un certo senso la giovane e bellissima donna era fortunata. Gli altri giorni il ninja della sabbia era difficile da rintracciare, la sua mancanza di memoria ed il temperamento istintivo ed erratico lo rendevano la tortura dell'ufficio postale della sabbia (ed uno dei motivi per cui partecipava a così pochi eventi rispetto ai suoi commilitoni) ma si poteva essere sicuri quasi al 100% che il giovedì sera ed il venerdì mattina si trovasse al "Letto del Fachiro".
C'erano due motivi per cui si fosse radunato un così grande numero di persone: il primo era evidentemente il gigantesco contrasto tra una donna così bella e raffinata e Kensuke Kasumi che, seppur non fosse brutto, era decisamente tutto l'opposto di quel fiore delicato: violento, impulsivo, senza alcun controllo.
Ed appunto questo suo comportamento era l'altro motivo: quando Kensuke veniva svegliato era estremamente arrabbiato e quasi sicuramente scoppiava una rissa il che era sempre uno spettacolo divertente.
Sfortunatamente per loro Kensuke era ancora sveglio, dalla notte prima, quindi non ci sarebbe stata alcuna rissa (senza contare che il giovane genin non avrebbe mai picchiato una donna, se non aggredito).
La storia di quella partita era iniziata parecchie ore prima e resa più complicata dalla rapida partenza di Yusuke, una guardia del gate di Suna, l'uomo più fortunato del villaggio a poker che in sole cinque mani aveva preso dalle tasche degli altri tre la maggior parte dei loro soldi per poi abbandonare la partita.
Non è giusto, bastardo! Devi darci una possibilità di riguadagnare i nostri soldi, guadagnati onestamente!
Da quando in qua fare il ninja è un lavoro onesto? E poi vi avevo detto solo 5 mani. Ho un appuntamento con Yuri, e sono già in ritardo. A proposito, grazie della cenetta romantica vecchi rimbambiti.
Concluse Yusuke, lasciando i tre al loro triste destino, e ad una lunga notte insonne.
Molte mani (ed ore) dopo passate a giocare un poker noiosissimo evitando di rischiare per mantenere il più a lungo possibile i pochi denari rimasti la tensione era diventata palpabile.
Kensuke aveva finito tutti i suoi sigari, e ne aveva anche vinti (e fumati) un paio dal vecchio Oguri, che non si risparmiò riempiendo la stanza di un'atmosfera soffocante.
Quel lungo triello venne interrotto da un rumore di bussare. I tre si guardarono stupiti... chi mai poteva essere a quell'ora della notte?
Ehi Oguri, vai tu che hai foldato questa mano.
disse il proprietario del "Letto del Fachiro", un grassone stempiato i cui unici capelli rimasti erano dei riccioli grigi sui lati della testa.
Vado vado
rispose il vecchio "pescatore del deserto", esperto in tutto ciò che si poteva ricavare da quella enorme distesa di sabbia.
*knock knock knock*
Dai oste ubriacone, ti supero di dieci Ryo, vuoi metterli per andare al cambio carte o mi lasci tutto?
Va bene, va bene. Dannato poker sarai la mia rovina.
Oguri aprì la porta e la luce penetrò nella stanza mentre un'immensa nuvola di grigiore uscì da quello spiraglio. Il vecchio rimase accecato per qualche istante e si rese conto solo dopo qualche istante che qualcuno chiedeva di Kensuke. Stava quasi per rispondere in modo molto brusco e maleducato quando poté vedere la bellezza della figura che si trovava davanti. Aveva visto il giovane genin con molte donne ma nessuna aveva la bellezza, l'educazione e la grazia di questa giovane. Il suo primo pensiero fu "Sarebbe una moglie perfetta" seguito subito da "Perché non ho cinquant'anni di meno?".
Senza proferire parola indicò il giovane pokerista alla ragazza invitandola ad entrare. Lei non si mosse di un centimetro...
"Apposto" pensò il vecchio "Un'altra testa dura... chissà che non si spacchino a vicenda..."
Ehi Ken, c'è una tipa per te.
Al contrario di te, vecchio, ci vedo e ci sento benissimo. Se non vuole entrare che se ne stia fuori, ho una partita di Poker da vincere. Comunque sono io Kensuke, che vuoi e soprattutto perché mi disturbi? Ripassa più tardi che una volta ripuliti questi due ti potrei offrire da bere.
« Buongiorno... Il mio nome è Akeno, sono stata inviata dall'Accademia Ninja »
Ahi ahi Ken, niente di buono rispose per lo shinobi l'oste dalla faccia simpatica
« Sono qui per diventare vostra moglie »
Lo stupore invase il locale e tutte le persone all'esterno, che sgranarono gli occhi e fecero delle facce assolutamente ridicole. Gli unici sprazzi di normalità venivano da due sole persone: Akeno e Kensuke.
Lo shinobi non sembrava per niente sorpreso, anche se era difficile dire se si aspettasse una cosa del genere, se fosse semplicemente indifferente oppure se fosse talmente concentrato sulla partita da non aver sentito o reagito alle parole della giovane donna.
Fu la sua risposta tuttavia che avrebbe causato ancora maggior stupore nella gente.
Mettiti in fila, ci sono almeno una marinaia di Kumo e una spogliarellista di Oto prima di te. Oppure era il contrario? Boh non ricordo. Comunque Agurai, che ne dici di piazzare questi dieci ryo eh?
Devastato e senza parole meccanicamente l'oste mise la banconota in cima all'esile cumolo.
Ogai, ripresosi, afferrò il mazzo di carte
Allora, quanto cambi Agurai?
Essendo il primo di mano Agurai aveva diritto di cambiare carte prima di Kensuke.
Cambio due.
rapidamente le nuove carte vennero servite ed afferrate avidamente dall'oste che solamente a stentò poté trattenere un risolino di gioia.
Tu Ken?
Dammene una.
Anche in questo caso la carta cambiò rapidamente di mano, ma lo shinobi mantenne il sangue freddo e la sua espressione non cambiò di una virgola. Spiò la nuova carta e la tenne coperta, appoggiata al tavolo di fianco alle altre.
Parli tu Agurai
Mhh... vista la folla mi è passata la voglia di giocare
Anche a me, ma se ti ritiri è tutto mio, lo sai.
Certo certo, ma che ne dici di rendere tutto più... interessante? Puntiamo tutto ora e chi vince prende tutto.
Vecchio avido bastardo, chissà che hai in mano eh? Ma va bene. Di sicuro stai bluffando. Allora che ti punti?
Pensavo al locale. Te che hai che raggiunge il valore di questo ottimo business? Lo sai che se non puoi coprire la giocata dovrai fare quello che voglio io vero?
Lo shinobi rifletté a lungo, un paio di minuti, mentre l'impazienza degli astanti diventava sempre maggiore, anche se nessuno osava parlare.
All'improvviso a Kensuke venne un'idea. Strizzò l'occhiolino alla nuova arrivata, con quel fascino, sicurezza di se e carisma che avevano conquistato molte ragazze, tutte credendo di poter esaltare quei rari momenti di magnificenza in un'abitudine nel disturbato genin di Suna.
Mi gioco lei, o meglio il mio diritto a sposarla. Che ne dici?
Tutti rimasero col fiato sospeso. Era forse diventato pazzo?
Ahahah, devi essere proprio impazzito Ken. Ma se vuoi regalarmi una bellissima moglie chi sono io per rifiutare? Accetto, forza fammi vedere le carte.
L'avidità e il desiderio trasformarono il volto dell'uomo, gli occhi erano sgranati, la lingua usciva dalla bocca e lui era proteso in avanti, come a cercare di fagocitare il Kasumi che rimase estremamente calmo ed indifferente.
Il primo a parlare è il primo a mostrare, è così che funziona.
L'oste sbatté con violenza le carte sul tavolo urlando
Scala all'asso!
Erano un dieci di picche, un jack di fiori, una donna ed un re di cuori ed un asso di picche. Una scala minore, un punto relativamente basso. Sarebbe bastato?
Allora? Mostrami le tue carte
Kensuke, senza parlare, rovesciò le sue carte coperte.
Fuori dal mio locale, vecchio avido. E non sbavarmi sul pavimento.
Da fuori qualcuno sbirciò le carte di Kensuke: un due, un sette, un jack, un dieci ed un quattro. Carte insignificanti, che non portavano a nulla. Ma per fortuna della possibile futura signora Kasumi erano tutti di quadri.
Qualche istante per godersi la vittoria e far calare l'adrenalina e la tensione mentre l'ex-oste del "Letto del Fachiro" usciva. Trenta secondi per se stesso, prima di dirigersi verso l'uscita, dove l'aspettava la giovane Akeno, che veniva superata di una decina di centimetri dal possente Kasumi.
Allora, Akeno, vorresti diventare mia moglie? E perché vorresti sposare un tizio che non hai mai visto prima e che prima ancora di parlarti ti ha puntato a poker contro un vecchio pervertito bastardo?.