Problemi nell'Ovest

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  1. -Meika
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    Problemi nell'Ovest

    Run beyond the west and save the day



    Il Mizukage mi concesse, alla fine di quella storia, di rimanere lì ad aiutare quella gente. Sospirai, senza riuscire però a placare quel lieve senso di colpa che accompagnava la mia decisione: abbandonare un posto che richiedeva le mie scarse conoscenze. Tuttavia ero certa che anche facendo l'opposto non sarei stata in pace con la coscienza. La situazione era semplicemente disgustosa e magari aiutare a fermare quei mostri l'avrebbe facilitata.
    Akira alla fine si limitò a commentare la mia scelta con una battuta. Sorrisi appena, con un'ombra di velato dispiacere ad oscurare il divertimento.
    Se ti chiedessi di rimanere saresti solo un altro paziente con la flebo attaccata al braccio. Voi Hozuki siete utili come palle di piombo appena si va intorno a trenta gradi. Lo presi in giro, perché alla fine quello potevo fare per alleviare la tensione che sentivo dentro di me. E poi non posso allontanarmi da te, splendido strinsi le braccia al petto, fingendo superiorità Chi rattopperà le numerose ferite che ti causerai quando inizierai a vedere doppio per il caldo?
    Anche quello era affetto. Infondo.



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    Raccolte armi e bagagli (e molta acqua, con Akira decisamente sovraccaricato) partimmo alla volta dell'occidente. Mi sentivo lievemente un peso. Stavo correndo al massimo delle mie possibilità, così anche Akira in effetti, eppure nessuno sembrava faticare minimamente a tenere il nostro passo. Il Mizukage non sudava nemmeno! Vorrei tanto sapere che ci faccio qui. Possibile che in tutta Kiri non ci sia un altro Shinobi medico migliore di me? Avevo udito storie riguardo ad Etusko Akuma. Esponente ricco sfondato del mio clan, che era sparito e poi inserito nel Bingo Book dal Mizukage qualche tempo prima. Che non si fidi di me? Ah bé, capisco, gli ultimi Nukenin di Kiri vengono tutti dalle mie parti. Quel flusso di pensieri fu interrotto dal primo lamento di Akira.
    Ecco l'avevo detto. Gli Hozuki nel deserto erano utili come una palla di piombo legata al piede. E beveva. Eccome se beveva. Dacci un taglio o tracannerai tutte le riserve prima di sera. Sibilai al ragazzo, ricevendo come risposta un altro sorso d'acqua. Ah come ti pare. Poi magari apri la bocca ed aspetta che piova che non ti do nemmeno un sorso della mia.

    Falsa minaccia. Durante il pomeriggio io avevo fatto molta attenzione e delle due borracce (la mia e quella che avevo preso da Suna) non avevo bevuto che tre quarti della prima. Quando Akira ormai a secco (letteralmente) mi implorò di dargli un po' d'acqua sventolai la borraccia mezza vuota davanti al suo naso. Prendi questa babbeo. Sappi che me la segno. Quello era un bel debito per lui dopotutto. Gli passai la borraccia piena ad un quarto al volo, c'era abbastanza acqua per ricaricarlo abbastanza da farlo andar avanti fino al calar del sole. Fortunatamente giungemmo in un'oasi.
    Il Mizukage diede ordine di fermarci lì. Akira si andò comprensibilmente a buttare con la testa sott'acqua ed anche io ne approfittai per sciacquarmi il viso. Quell'acqua pareva stranamente fredda per essere sottoposta continuamente al caldo torrido del deserto. Doveva provenire da una qualche fonte sotterranea.
    Riempii le borracce e mi riposai, lasciando che il sole calasse. Mangiammo qualcosa, abbastanza da tenerci in forze, dopodiché il Mizukage chiamò per ed Akira. Era ora di continuare l'addestramento.

    Con qualche evoluzione fatta con un po' troppa naturalezza Itai mise due Kunai a dieci metri di altezza e ci disse di andarli a recuperare... camminando sull'albero. Lui ci era riuscito, dunque doveva essere possibile. Inoltre l'assicurazione che ci avrebbe recuperati al volo in caso di cadute da distanze letali mi rassicurava leggermente.
    Mi avvicinai appena titubante all'albero, dunque posai una gamba contro la dura corteccia. Lasciai fluire liberamente il chakra verso la pianta del piede e quasi come se la corteccia fosse risucchiata si staccò, rimanendo incollata alla suola del mio stivale ninja. Questa si chiama caduta dissi con voce sottile. Interruppi il flusso di chakra e feci cadere la corteccia staccata, dunque posai nuovamente il piede contro la palma. Feci fluire ancora una volta il chakra e questa volta rimase ben incollato, senza staccarsi in maniera violenta. Sollevai anche l'altro piede, cautamente sentendo la strana sensazione di stare a mezz'aria e lo posai sul tronco, cercando di calibrare quanto più possibile il flusso di chakra in base all'altro piede. Ci riuscii quasi perfettamente. Essere figlio di una Terumi deve avvantaggiarmi in qualche modo... pensai.
    Non pensavo molto a quella parte di me. Ero molto più affezionata al clan Akuma che al clan Terumi (i quali in effetti non erano stati felicissimi di donare metà dei loro geni ad un altro clan). Ma i Terumi erano molto precisi nel controllo del chakra ed in genere anche gli Akuma non erano da meno. Ma non era finita lì.
    Rimasi ferma, cercando di calibrare e memorizzare la forza necessaria a tenermi incollata all'albero per alcuni minuti, ma qualcosa andò storto. Una fluttuazione nella quantità di chakra ridusse la forza quel tanto che bastava a rendere la gravità vittoriosa sull'adesione. Mi schiantai a terra da bassa altezza e come il Mizukage aveva detto non fece nulla: ero ancora al punto in cui la terra poteva essere un buon insegnante.
    Ci riprovai immediatamente e quella volta fu ben più rapido.
    Così tentai il primo passo verso l'alto. La sensazione era simile al cercare di camminare nel fango, ma probabilmente era questione di abitudine. Il primo passo andò bene. E così il secondo. E così molti altri ancora.
    Mi ritrovai a quatto metri da terra affaticata dal cercare di mantenere quella posizione verticale e dall'avanzata lenta. Ma ero ancora attaccata all'albero! Mossi ancora un altro passo, cercando di accelerare e sentii l'eccitazione per la sfida superata salire. Eccitazione che fece battere più forte il mio cuore. Fu una vera e propria scarica di adrenalina: un'improvvisa ondata di chakra mi spinse all'indietro anziché tenermi incollata all'albero e fui scaraventata giù a cinque metri d'altezza. Qualcosa di solido mi afferrò quasi immediatamente. aprii gli occhi e vidi una grossa quantità di chakra cremisi avvolgermi come una mano. Proveniva dal Mizukage che in compenso non si era spostato di un centimetro.
    Fiuu.. grazie Mizukage-sama. Una volta a terra ci riprovai, cercando di accelerare ancora di più il passo. Avanzai ancora e caddi.
    Fui recuperata.
    Avanzai.
    Caddi.
    Fui recuperata.
    E successe per altre cinque volte, perché ogni volta cercavo di correre sempre più velocemente. Alla fine, alla settima caduta ed al settimo salvataggio da parte del Mizukage in brevissimo tepo riuscii a correre fino in alto abbastanza da allungare la mano e recuperare il Kunai. Akira stava arrancando proprio in quel momento verso il suo. Lento! dissi canzonatoria e scherzosa, per poi ripercorrere la strada al contrario.
    E cadere a metà strada.
    Ed essere recuperata.
    Perfetta conclusione in stile Meika Akuma.

    Resi il Kunai al Mizukage e vidi lì uno degli Otesi che aveva chiesto al Mizukage se potessi aiutarlo. Io annuii e gli feci cenno di seguirmi in un luogo più appartato. Mostrò una serie di ferite sanguinanti bendate malamente e mi chiesi chi diavolo potesse essere così scemo da tentare un viaggio nel deserto conciato in quelle condizioni.
    Stenditi e sta calmo dissi Magari ci vorrà un po' e alla fine sarò molto stanca, ma intendo chiuderti completamente questa ferita. Non puoi combattere in queste condizioni.
    Detto ciò attivai le Mani Curative, iniziando la delicata a precisa operazione di cura. Ci sarebbe voluto un po' e probabilmente alla fine sarei stata molto stanca, ma almeno l'Otese si sarebbe ripreso.

    E difatti ci volle un bel po' di tempo ed un bel po' di chakra per riuscire a sistemarlo in maniera decente. Alla fine avevo due occhiaie ed ero decisamente esausta. Vai, non hai più bisogno di quelle fasciature. Io vado a dormire dissi con tono funereo ed esausto, trascinandomi fino al mio sacco a pelo per poi crollare miserevolmente distrutta.





    Quando il giorno dopo vivi la copia del Mizukage scattò capii che lui si stava trattenendo molto. Continuammo a correre per circa un'ora e mezza, dunque la copia tornò e comunicò pessime notizie. Quattro combattenti (buona notizia) di cui uno molto forte (pessima notizia) con circa dieci bambini prigionieri (pessima notizia, che puzzava). Alla fine - come prevedibile - io fui destinata al salvataggio. Il Mizukage prese con se solo lo Yotsuki e l'Otese inquietante. Forse un altro sarebbe stato meglio, per evitare l'inferiorità numerica... il che era un problema relativo visto il simpatico serpentone con cui aveva avuto il piacere di viaggiare.
    Prima di dividerci dal gruppo misi in chiaro una cosa. Io sono il ninja medico qui quindi cercherò di rimanere fuori dagli scontri. Ordini del Mizukage puntualizzai, prima che qualcuno potesse pensare che ero codarda. Puzza di trappola anche a me questa storia, ma se c'è solo una possibilità che ci siano bambini lì dobbiamo provarci. Vi seguirò, chiudendo la fila. Non avvicinatevi troppo, mi fate sciogliere la tecnica. Così feci fluire il chakra sulla mia pelle, lasciando che scomparissi. [Slot Tecnica]Tecnica dell'Occultamento - Kakureni no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può occultare sé stesso, una persona o un oggetto riproducendo quasi perfettamente l'ambiente occupato, diventando invisibile. Se l’obiettivo compie una manovra offensiva o difensiva, la tecnica termina il proprio effetto. Se disattivata la tecnica entro 6 metri da una fonte di chakra, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina dopo l'eventuale fase difensiva.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 5 / Consumo:Basso - Mantenimento: Basso)

    E smettetela di fissare l'aria! sibilai a bassa voce prima che la marcia iniziasse, praticamente invisibile a tutti Forza!
    Così camminai dietro tutti gli altri, tenendomi distante da loro almeno sei metri, molto silenziosamente cercando di dosare persino il mio respiro. Dunque nel punto indicato sciolsi la tecnica appiattendomi contro una duna, fissando il cielo in cerca del tengu. Pensi davvero che sia una trappola? domandai a bassa voce ad Akira, quasi un sussurro appena udibile In ogni caso, penso proprio che il Mizukage la farà scattare sulla sua pelle. Era a quello che servivano i diversivi, no?



    Edited by -Max - 16/5/2015, 14:55
     
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72 replies since 9/4/2015, 15:09   1978 views
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