Problemi nell'Ovest

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  1. Boreanz
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    La notizia lo aveva raggiunto al porto di Kiri, per bocca di un mercante appena giunto sull'isola della Nebbia. A dire dell'uomo, i cui lineamenti erano segnati dalle intemperie che nei suoi numerosi viaggi doveva aver affrontato, Suna era sotto attacco. Più precisamente, lo erano i suoi confini a ovest, al limitare del deserto. Quelle semplici parole avevano fatto dimenticare a Jin qualsiasi obiettivo avesse avuto per recarsi in quella lontana terra di pescatori e lo avevano fatto imbarcare sulla prima imbarcazione per il continente. Era intollerabile. Degli sconosciuti si avventuravano nel deserto - la sua casa - e lui non era lì a riceverli? Non avrebbe lasciato che la situazione finisse in quel modo.

    [...]

    Dopo alcuni giorni, un esausto Jin arrivò alle porte del suo villaggio natio, la Sabbia. Erano giorni che il suo umore era assai migliorato: il suo posto era al sole, dove la sua pelle era scaldata dalla luce e lambita dal vento secco del deserto. Il profumo della sabbia alla notte era una delle poche cose che gli conciliasse davvero il sonno. Si fiondò in una delle tante taverne che frequentava, lanciando una moneta all'oste - un uomo paffuto e amante del tabacco, oltre che suo vecchio amico - e si fece servire un pranzo a base di carne secca, formaggio e frutta. Oltre che un otre intero d'acqua, che si versò anche addosso per detergere il sudore e la sabbia. In tutto questo, ignorando gli sguardi incuriositi degli altri commensali, Jin si fece raccontare da Kudo, questo era il nome dell'oste, cosa fosse successo.

    A quanto pareva, diversi profughi erano giunti alle porte del villaggio in cerca di asilo e aiuto, poiché in nemico ignoto li aveva aggrediti nelle loro terre ai margini del deserto. L'oste riferì dell'aria disperata di cui la maggioranza dei rifugiata faceva mostra, qualcosa che secondo l'esperienza di Jin era in netto contrasto con il carattere duro e fiero dei membri di quelle comunità nomadi. Come se non bastasse, tre ninja di Suna mandati a controllare erano stati eliminati da chiunque avesse causato l'esodo dei profughi. Proprio qualche ora prima erano arrivati alle porte del villaggio alcuni ninja con i coprifronte più disparati. L'unica conclusione, a detta dell'oste, era che il Kazekage avesse chiesto aiuto all'Accademia per risolvere la questione, che riguardava la Sabbia ma in fondo anche la sovranità dell'Accademia. Il figlio del vento osservò l'uomo, il cui doppio mento grassoccio era coperto di una ispida barbetta incolta. Gli era sempre piaciuto, quel Kudo. Comprava a buon prezzo le prede che Jin catturava nel deserto e tutto quello che accadeva tra le strade del villaggio presto o tardi raggiungeva le sue orecchie.

    « Grazie di tutto. », disse infine il ragazzo dai capelli ramati all'oste, prima di prendere le sue cose e correre di nuovo fuori dal villaggio. Non c'era tempo da perdere! Jin conosceva il deserto come le sue tasche, insediamenti a ovest compresi: se il gruppo accademico era partito con qualche ora di vantaggio, forse poteva sperare di recuperare grazie ad una sua conoscenza. Dopotutto, per raggiungere i confini della mappa erano necessaria almeno una notte di pausa. Ma se non fosse stato Jin a muoversi?

    [...]

    Un'ora dopo, Jin si trovava su uno dei tanti picchi rocciosi non lontano dal villaggio della Sabbia. Questo però era speciale: sul cucuzzolo riposava un enorme nido di sterpaglie e legni secchi, all'interno del quale erano sparse diverse piume della grandezza di una gamba dello shinobi del vento. Quella era la casa di Meneldor, la grande aquila. Jin aveva saputo il suo nome istintivamente, la prima volta che aveva scalato quel picco, osservando l'enorme creatura nei suoi grandi occhi color ambra. I due avevano subito stabilito un legame unico. Forse Men, come la chiamava Jin, aveva percepito in lui l'amore assoluto per la libertà, l'affinità con le correnti aeree e il rispetto innato per ogni forma di vita. Come al solito, il figlio del vento non dovette attendere molto: l'aquila era in grado di percepire in qualche modo il suo arrivo - o forse l'arrivo di chiunque nel suo nido - e di solito impiegava meno di dieci minuti per ricomparire all'orizzonte.

    Questa volta fu persino più veloce: atterrò nel nido, spiegando le sue magnifiche ali color bruno alla luce del sole. Lo sguardo della creatura, diverse volte più grande del figlio del vento, trasmetteva un accenno di rimprovero. Che lo avesse visto scalare il picco non con le sue forze ma facendo uso del chakra adesivo? Jin ridacchiò. « Scusa, Men. », disse, appoggiando il palmo sul becco caldo dell'aquila. « Oggi ho fretta. Ti va una gita nelle dune dell'ovest? » Il possente volatile spalancò di nuovo le ali in tutta risposta, cogliendo l'invito - e la sfida - del piccolo (se paragonato a lei) shinobi di Suna. In men che non si dica i due furono in volo e Jin avvertì il suo cuore riempirsi di gioia mentre il terreno si allontanava e il vento gli attraversava i capelli. Era nato per volare!

    C12P988

    [...]

    Volarono tutto il giorno e tutta la notte. Le ali di Meneldor si muovevano piano nell'aria del deserto, calcando le correnti ascensionali scatenate dagli sbalzi di temperatura. Jin ebbe tutto il tempo di recuperare le energie, riuscendo a dormire una decina d'ore abbondante tra le soffici piume dell'aquila gigante; nonostante fosse uno shinobi, il figlio del vento era un amante del sonno quando poteva permetterselo. Il giorno successivo, dopo diverse ore dall'alba e dopo aver passato un accampamento di quelli che erano evidentemente profughi, Jin scorse finalmente un piccolo insediamento all'interno di alcune dune di sabbia.

    Battè dunque un paio di volte la mano sul dorso piumato dell'amica alata, dandole così istruzione di scendere. Da lì avrebbe proseguito a piedi. Durante la discesa, con la pelle accarezzata dal vento, Jin estrasse i tirapugni, i suoi due spiedi e la boccetta di veleno di scorpione nero che portava sempre con se. Facendo attenzione, poi, ricoprì i primi con quattro dosi di veleno, una per arma, assicurandosi che la sostanza ricoprisse tutta la superficie metallica offensiva delle armi [Conoscenza VeleniConoscenza Veleni [2]

    Conoscenza: L'utilizzatore può utilizzare l’equipaggiamento [Veleni]. Anche in combattimento, il veleno si può applicare a qualsiasi equipaggiamento tramite slot Gratuito Lento. Il veleno applicato somministra 1 dose ogni contatto diretto con strutture organiche. Esistono 5 mezzi di trasmissione dei veleni: contatto, iniezione, aereo, ferimento, ingestione. Le dosi somministrate per iniezione e ingestione sono considerate raddoppiate (x2); ogni dose di veleno aereo genera per 1 round una nube di diametro pari a 1,5 metri, all’interno della nube è somministrata solo 1 dose; il veleno da contatto riduce la durata di tutti i malus di 1 round. I malus alle stesse caratteristiche non sono cumulativi.
    ]
    [Veleno Debilitante C2Veleno Debilitante C2 (5 dosi) [Veleno]

    La somministrazione di 1 dose causa un malus di una statistica secondaria scelta (Agilità) di 3 tacche per 2 round. La vittima, se somministrate ulteriori 2 dosi entro 2 round dalla prima somministrazione, sarà Spossata (DnT Leggero).
    Tipo: Supporto - Variabile
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    [Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 50]
    ]
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    « Torna a casa. », disse all'aquila una volta che furono a terra. Non era sicuro lì. Il volatile riprese il volo senza una protesta, lanciandogli appena uno sguardo affettuoso, e sparì nel cielo. Jin si mosse subito, facendo un largo giro per arrivare a sud del campo. Cercò di essere il più circospetto possibile, sfruttando tutto ciò che aveva imparato nelle lunghe sessioni di caccia, ivi compreso come sfruttare un abbigliamento mimetico [Furtività BaseFurtività Base [2]

    Maestria: L'utilizzatore ottiene +3 alla Furtività.
    ][Rivestimento MimeticoRivestimento Mimetico [Meccanismo]
    Tramite un rivestimento posto in qualsiasi protezione, l'utilizzatore potrà mimetizzarsi con l’ambiente circostante. L'utilizzatore può considerarsi sotto un occultamento parziale finché non compie azioni offensive.
    Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: -
    Quantità: 1
    [Potenza: - | Durezza: - | Crediti: 25]
    ]
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    Impiegò diversi minuti. Una volta arrivato, il figlio del vento si avvicinò alla cima della duna che dava sul campo usando il passo de giaguaro e vide un vero e proprio campo battaglia. Sette individui, uno dei quali a terra, e solo tre con dei coprifronte. Uno di questi si era appena ricoperto di un'aura azzurra di qualche tipo e si stava difendendo dagli attacchi di un'accademico, i cui arti superiori erano a loro volta ricoperti di quella che sembrava a tutti gli effetti una corrente elettrica. Quei tizi erano pericolosi! Sfruttavano arti ninja avanzate che Jin in quel momento arrivava a malapena a comprendere, figurarsi poterle fronteggiare. Qualche attimo dopo, scorse l'invasore creare persino delle sfere di pura energia e scagliarle contro l'accademico. Il figlio del vento era conscio della sua inferiorità, ma ciò non significava che avrebbe lasciato occupare il deserto che amava a chiunque avesse un minimo di forza! Dopotutto, era un cacciatore: conosceva diversi modi per abbattere una preda più possente di lui. Presto avrebbe agito, non appena si fosse presentata l'occasione giusta.


    Edited by Boreanz - 23/5/2015, 15:19
     
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