Come diventare una Spia

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    [segue da qui]


    Fare il bagno in quell' enorme vasca calda e dormire sul più comodo dei letti che il ragazzo avesse mai avuto sarebbe stato un toccasana per anima e corpo senza eguali. La vita di Ryoshi stava cambiando radicalmente, la vittoria o il fallimenti ora dipendeva solo da lui e dalla dedizione che avrebbe messo nel seguire l'addestramento che il Colosso aveva appositamente pensato. Era uno studente, completamente da plasmare, e questo stimolava molto il Mikawa: ne aveva avuti di allievi nella sua carriera e quasi tutti quelli che erano usciti vivi dai suoi addestramenti erano diventati ninja di altissimo profilo e importanza nel mondo Accademico...ma crearne uno da zero era una sfida del tutto nuova! Ovviamente il ragazzo non avrebbe avuto subito il privilegio di imparare da lui, ne aveva ancora di strada da fare, ma i gregari del boss erano ninja finemente addestrati e sarebbero stati ottimi insegnanti per una mente spossata e folle ma, almeno a quanto sembrava, vogliosa di apprendere.

    Il giorno seguente, quando il nuovo ospite fosse sceso dal piano di sopra dove era collocata la sua stanza, avrebbe trovato Anteras che lo avrebbe accolto con sguardo completamente diverso da quanto mostrato il giorno prima. I tratti del suo viso erano morbidi, quasi amichevoli, e il suo tono di voce tutt'altro che freddo e tagliente.

    " Finalmente ci siamo svegliati! Seguimi, hai bisogno di una ricca colazione per affrontare la giornata! "

    Spalancata una delle tante porte che affacciavano sull'ingresso, l'enorme sala da pranzo (ancor più grande di quella della sera prima) avrebbe svelato un'altra porzione della Villa...ma quanto era grossa? Apparte l'arredamento raffinato che caratterizzava pareti, soffitto e pavimento, l'elemento di spicco era l'enorme tavolo in quercia sul quale era stato allestito un vero e proprio banchetto.



    Frutta, verdura, carne, pesce, pane, uova, riso, torte, confetture varie, latte e derivati, acqua calda per infusi di the di gusti differenti...i piatti sporchi nelle varie postazioni facevano pensare che il grosso del buffet era già stato consumato (dopotutto era metà mattinata) ma vi era ancora cibo per sfamare dieci persone. Attorno al tavolo vi erano una ventina di sedie (ma quanti erano in quella casa?!) di cui solo una ospitava un energumeno per stazza superiore ferino al boss incontrato il giorno prima. Stava divorando piatti su piatti di cibo, passando dal dolce al salato senza criterio e senza preoccuparsi di sporcare praticamente ogni cosa.

    " Ciao! Io essere Ashiro! Prego, siedi con me! "

    Anteras aveva lasciato il giovane per occuparsi delle altre mille faccende da dover fare in una abitazione come quella e ora era l'immenso gorilla a fare compagnia a Ryoshi. Non era un tipo molto loquace ma il suo sguardo e i suoi atteggiamenti erano quelli di un bambino troppo cresciuto...il Sunese si sarebbe accorto dopo poco che se non avesse iniziato a mangiare con un certo ritmo, in breve quello strano ninja avrebbe finito da solo tutte quel ben di dio senza lasciare nemmeno una foglia di insalata o qualche chicco di riso nei piatti. Mangiava con le mani e la sua bocca era talmente grande da farci entrare due grosse arance per intero, ovviamente senza sbucciarle. Era anche vero che, se non fosse stata la new entry ad iniziare un dialogo, il massiccio uomo non avrebbe aperto parole fin quando non avesse finito di fare colazione...la sua bocca era in ogni istante piena di qualcosa da mangiare. In caso contrario, Ashiro avrebbe deglutito e risposto frettolosamente al suo interlocutore.

    Un sonoro rutto avrebbe decretato la fine del pasto e l'arrivo di una seconda figura fuoribonda:

    " Ashiro quante volte te l'ho ripetuto! Non si fanno queste cose a tavola! E quadra qui! Hai mangiato tutta questa roba?! Con le mani per giunta?!! O mio dio, cosa c'è a terra! Nemmeno dieci maiali farebbero questo schifo !!! "

    " Io....essere..."

    Osservandolo ora, alla fine di tutto, la scena era in effetti impressionante: due colonne da trenta piatti e ciotole varie fiancheggiavano la sedia rinforzata dell'uomo, a terra vi erano bucce, semi, bacchette, piatti e bicchieri rotti, ossa e decine di altre cose ridotte in frantumi.

    " Non essere così severa Matsumoto! Torna da una missione difficile e stancante."

    " Non significa che deve dimenticare tutto quello che gli ho insegnato sulle buone maniere!!! Aiuta subito Antaras a pulire! Invece tu, vieni con me...si inizia! "


    Giorno 1: Combattere con la testa

    Matsumoto era bellissima ma per fortuna Ryoshi era ancora un ragazzino e non avrebbe fatto poi così caso alle curve mozzafiato della sua sensei del giorno. La ragazza avrebbe condotto il suo nuovo allievo nella palestra, al piano inferiore, fino a raggiungere un grosso tatami (20x35 metri) e fermare la sua camminata. Si potevano vedere armi di ogni genere e diverse altre stanze adibite sempre all'allenamento...il luogo ideale per perfezionare le proprie capacità combattive in ogni aspetto.

    " Aloysius mi ha chiesto di insegnarti qualche nozione di combattimento. Sappi che io non sono un'esperta in tale campo del sapere ninja ma sono un medico...ti chiederai, allora perchè hanno mandato me a dirti come combattere? Bhè, perchè tu dovrai sempre evitare lo scontro fisico. Medici e spie condividono molti aspetti: sono fondamentali per la riuscita di una missione, anche se per motivi diversi sono i più pericolosi per i nemici e quindi quelli soggetti a più rischi e, non meno importante, sono sempre in seconda linea in uno scontro. Vista in quest'ottica si, sono il sensei che fa per te per dirti un paio di cose sullo scontro fisico."

    Nulla era stato lasciato al caso, il ragazzo avrebbe avuto gli insegnanti migliori per bruciare subito le tappe e diventare un uomo utile al Mikawa. Il suo sguardo divenne più profondo e la sue voce più severa:

    Rangiku-Matsumoto-rangiku-matsumoto-19022349-500-282

    " Durante una missione capiterà che non potrai evitare lo scontro a viso aperto. In questo caso dovrai puntare su pochi ma utili punti di forza, in genere espedienti per riportarti in condizione di sicurezza. Ricorda, sulla lunga un ninja finemente addestrato al combattimento ti sovrasterà...proprio per questo motivo attacchi di opportunità e subisci e mena sono tattiche utili per riportarti in vantaggio da situazioni complicate. Usa l'ado per allontanarti da nemici troppo sicuri di se, che compiono azioni o tecniche lente o non offensive. Se sei abbastanza vicino puoi sfruttare queste loro leggerezze per dartela a gambe. Utilizzando apposite tecniche di fuga puoi sfuggire a situazioni pericolose limitando al minimo i danni; Suna vanta una sere di Genjutsu formidabili per questo fine...appena sarai un po più forte li potrai imparare senza problemi.

    Il S&M richiede anch'esso un occhio attento e maggiore è l'esperienza che accumuli migliori saranno i risultati che otterrai. Ogni qual volta il tuo avversario termina una sequenza offensiva con un attacco blando, che non può farti poi così male, la strategia migliore è quello di incassare il colpo e restituirgliene un altro di gran lunga più efficacie! Se non si sta parlando di zone critiche, usa il chakra per aumentare le tue difese e subire meno danni possibili; proiettato già all'attacco, il tuo assalto risulterà tremendamente più efficacie per imprevedibilità e tempismo! Mira a zona scoperte e possibilmente critiche: tempie, testicoli, occhi, naso...mentre uno attacca può capitare che non abbia la guardia alzata per una risposta difensiva valida...Assestando un colpo del genere puoi assicurarti di guadagnare tempo per allontanarti o far arrivare i rinforzi. “


    Erano due soli concetti, avanzati rispetto al modo di combattere di un semplice studente, ma che se appresi e assimilati correttamente avrebbero fatto fare un power up notevole al ragazzo. Matsumoto gli stava dicendo di essere cauto, di attaccare per poi fuggire o di nascondersi e basta se se ne aveva occasione...una spia combatte così, sempre nell'ombra.

    “ Hai domande? In caso contrario vediamo un po se hai capito di cosa sto parlando...”

    Finito il momento delle parole, la kunoichi ti avrebbe dato giusto il tempo per sfoderare la tua arma e difenderti dall'attacco. I suoi movimenti erano controllati, in forza e velocità, tarati per rappresentare un pericolo affrontabile dall'allievo, anche se al limite delle sue capacità [tutti gli attacchi sono per velocità e forza pari ad una energia Verde].

    La sensei indossava un lungo mantello che impediva la visione delle mani: terza lezione, non servono doti combattive fuori dal comune per cogliere di sorpresa un rivale. E si perché Ryoshi non avrebbe potuto vedere il Kukri sfoderato con maestria e impugnato nella mancina [Slot Gratuito Veloce], bensì solo quando sarebbe stato mosso, senza esitazioni, per andare a compiere un tondo da destra a sinistra, orizzontale al terreno, all'altezza del collo [1° Slot Azione]. L'arma era affilata e il sanguinamento derivante da una ferita anche solo di discreta entità in quella zona del corpo poteva dare serie rogne, recidere una grossa vena o arteria poteva significare già K.O. Quarta lezione: essere attenti ai dettagli. L'intera fase offensiva, la scelta dei modi e dei tempi di attacco, il tipo di arma e il target designato non sono mai una scelta da prendere alla leggera; va sempre valorizzato il punto forte di ogni fase di una azione d'attacco.
    In caso di una difesa alta, portata con una o due braccia, la parte inferiore del corpo sarebbe stata inevitabilmente sguarnita da difese e quindi l'obiettivo migliore per il secondo assalto.
    Continuando la rotazione del busto e del braccio, la destra (sempre celata dietro il mantello) aveva già estratto un kunai dalla sacca porta oggetti e, in reazione alla difesa del nemico, si sarebbe mossa per coglierlo in controtempo! Il braccio forte della kunoichi avrebbe portato il kunai a conficcarsi nell'inguine dell'allievo, seguendo una traiettoria rettilinea [2° Slot Azione - Ipotesi 1]. Ovviamente, nel caso di un precedente allontanamento, l'arma sarebbe stata scagliata, invece che utilizzata come pugnale, per cercare di danneggiare la medesima zona [2° Slot Azione - Ipotesi 2].
    Una schivata sul primo attacco verso il basso, invece, avrebbe invece spinto la sensei a sfoderare un poderoso calcio, eseguito con la gamba di riporto e lasciando quella di appoggio a sorreggere il corpo, all'altezza del naso del giovane [2° Slot Azione - Ipotesi 3]. Andare a segno ne avrebbe provocato una quasi certa rottura. Quinta lezione: avere sempre più opzioni ed agire in base ai movimenti rivali. Per fare questo serviva un'attenta analisi delle alternative del nemico nel difendersi da un proprio attacco e una valutazione meticolosa della portata, dei punti di forza e di debolezza delle proprie azioni.
    In ultimo, ritrovata una posizione di guardia stabile, la prosperosa donna avrebbe tentato nuovamente di ferire ragazzo tramite un pugno al petto, per cercare di stroncargli il fiato una volta per tutte. Per fare ciò avrebbe fatto cadere il kunai a terra (qualora non si fosse conficcato nelle carni del ragazzo) [Slot gratuito Veloce] e avrebbe menato con la destra mirando al pettorale sinistro [3° Slot Azione].

    I colpi erano tutti velocissimi per i riflessi del sunese e forti abbastanza da recargli non pochi danni. Cosa avrebbe fatto? C'era qualche falla? E se si, in quale momento dell'offensiva?



    CITAZIONE
    OT/ Andiamo con il primo post dell'addestramento! Qui un po di tecniche di combattimento avanzate, nei prossimi post conoscenze utili ad una vera spia! ;) /OT
     
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    Il mio enorme bisogno di riposo era stato ampiamente ripagato. La notte ed un letto comodo mi aveva calmato e rasserenato la mente. Il bagno e quella colazione degna di un principe serviva e rimettere in sesto il mio corpo. A dispetto di quanto mi sarei aspettato non ebbi incubi. Dormì sereno, come poche volte prima di oggi. Non mi svegliai mai, nonostante mi trovassi in una casa sconosciuta della quali i rumori non mi erano ancora noti. Mi alzai fresco e riposato, senza proferir parola. Seduto al tavolo della cucina guardai un paio di volte Ashiro azzannare il tavolo e tutte le portate. Mangiai qualcosa in fretta, conscio di dover essere più veloce di lui per poter mettere qualcosa nello stomaco. Era impressionante la mole di cibo che riusciva ad ingurgitare, il tutto tra l'altro senza dir nulla. Testa bassa e mascella larga. Non volevo sapere di che forza fosse dotata la sua bocca. Assieme a noi c'era Anteras, il ragazzo che la sera prima ci aveva invitato ad entrare, ed una ragazza bellissima, che seguì dopo aver finito la colazione lungo i corridoi della casa. Arrivammo in una sorta di grande palestra, ricca di armi di ogni genere ai lati. Era chiaro che stava per iniziare la parte più interessante.

    Ascoltai con attenzione il discorso della ragazza, da ninja medico avrebbe potuto insegnarmi a gestire i combattimenti in maniera sicura. Da ieri avevo rinunciato a quella che si può chiamare innocenza giovanile, e d'ora in avanti l'uso di qualsiasi genere di mezzo pur di sopraffare e fottere il prossimo mi sarebbe andato a genio. In quella che doveva essere la mia nuova vita non mi interessavano più i percorsi. Ero stato salvato per dare dei risultati e conseguire obbiettivi ed informazioni, ciò avrei fatto. Il messaggio era chiaro, i concetti di base che avrebbero dovuto guidarmi anche. Era chiaro che per il mio genere di obbiettivo non avrei mai dovuto combattere laddove non fosse necessario. Ogni volta che mi sarei ritrovato a dover impugnare un kunai significava che avevo commesso degli errori nella fase precedente. Le accortezze da usare in combattimento erano invece chiare. Quando Matsumono mi chiese se avessi domande negai con un semplice gesto della testa. Avevo sprecato tante parole e riempito la mia bocca di grandi oscenità per buona parte della mia esistenza, d'ora in avanti non avrei sprecato mezza vibrazione delle mie corde vocali. Ero una spia, le spie non si sentono, le spie non hanno voce, le spie non esistono.

    Capì che saremmo passati alla parte pratica quando Matsumono nascose la mani dietro il mantello. Non conoscevo l'abilità dello shinobi che mi ritrovavo davanti, e di conseguenza non potevo immaginare qual genere di attacco mi aspettava, ma rimasi concentrato e con i riflessi pronti. Vidi spuntare un Kunai nella mano sinistra del mio avversario, e data la distanza mi preparai a dover fronteggiare un attacco ravvicinato. Un affondo del genere per essere efficacie dev'essere veloce, invece la ragazza non scelse la strada più breve per colpirmi, ma in suo braccio seguì un movimento innaturale, cercando di costruire un mezzo tondo mirato al mio collo. Dai primi istanti capì chiaramente come la ragazza fosse nettamente più veloce di me, ma il genere di movimento rendeva l'attacco abbastanza facile da evitare. Buttai un'occhio al mantello prima di muovermi, per evitare di esser vittima di una finta e di un conseguenziale attacco con la destra. Scattai rapido verso il lato destro di Matsumono, lasciando passare la sua mancina con il kunai a pochi millimetri dal mio collo, prendendo in contro tempo il suo movimento, e ritrovandomi quindi alla sua destra, usando una piccola quantità di chakra per aiutare il mio movimento. Slot difesa 1 . Aspettai con ansia il secondo attacco, mentre dentro di me cresceva la voglia di rispondere ai suoi attacchi. Non era mai stato un gran calcolatore, ed avevo sempre basato i miei combattimenti sul mero istinto, ma la mia rinascita era completa, ed anche sotto questo aspetto avrei dovuto cambiare. Una spia non sanguina, una spia non può essere ferita.

    Il secondo attacco si rivelò ancor più azzardato del primo. Indubbiamente la ragazza pensava che la sua combo avrebbe avuto un esito diverso, ma l'incapacità di cambiare strategia in corso d'opera ne avrebbe radicalmente compromesso gli esiti. Seguendo il movimento del corpo continuò la torsione per colpirmi con il braccio destro. Anch'esso si era dotato di un kunai mentre era celato dal mantello, ma tutto il giro che dovette compiere per portare a termine quell'azione rendeva l'attacco molto banale e prevedibile. Inoltre l'utilizzo del movimento del tronco è fondamentale se usato a dovere, e permette di colpire con grande forza, ma se usato in maniera scorretta sbilancia il corpo e rende la parte finale del movimento priva di forza. Anche questa volta me la cavai semplicemente con una schivata. Il risultato finale era un classico affondo, non avrei certo potuto evitarlo semplicemente arretrando. In realtà il kunai mi avrebbe colpito con poca forza anche il quel caso, ma rimanere indenne era nettamente l'opzione favorita. Anche questa volta scattai in contro tempo, la ragazza costretta nel suo giro su stessa faceva arrivare l'affondo dalla mia sinistra, ed anche questa volta scattai verso quel lato, utilizzando una piccola quantità di chakra per assicurare la riuscita del movimento. Questa volta il movimento fu meno perfetto, ed anche se evitai di essere pienamente colpito mentre mi spostavo incontro al kunai questo mi graffiò leggermente sotto l'ombelico. Nulla di grave. 2 slot difesa.
    Matsumono non sembrava aver ancora esaurito le forze, nè sembrava meno determinata dal cattivo esito dei suoi attacchi. Aspettai l'ultima avanzata stando ben attento alle sue mani. Già una volta aveva cercato di rendere il movimento imprevedibile grazie al mantello, ci sarebbe stato da aspettarsi qualche altro genere di truffa combattiva.
    Invece per l'ultimo assalto la ragazza sembro voler scegliere la strada più rapida e prevedibile. Lasciò cadere il kunai a terra e caricò il pugno destro, mirando un diretto ai mio pettorale sinistro.


    Troppo semplice.

    Pensai con una freddezza finora mai posseduta mentre studiavo come contraccambiare quel colpo. La strategia migliore mi era stata suggerita proprio da lei inizialmente, la miglior difesa è l'attacco, e per attaccare bene in questo caso conviene incassare. Avrei dovuto sfruttare la torsione del busto che quel colpo mi avrebbe provocato. Lei mirava al mio pettorale sinistro. Per rendere però il mio contrattacco letale avrei dovuto deviare leggermente la destinazione del pugno della ragazza. Mentre stava per colpirmi mi spostai leggermente e nel mentre mi preparai al contrattacco alzando e piegando il braccio sinistro, facendo poi impattare il pugno di Matsumono contro il mio pettorale destro. Il pugno fu molto forte e mi fece parecchio male, costringendomi ad emettere più un rantolo di dolore; poche volte nella vita avevo subito un dolore del genere. Avrei dovuto ben imparare a soffrire ferite peggiori, l'importante era il risultato. Ciò non offuscò però i miei movimenti, ed infatti con il palmo della mano sinistra cercai di colpire con più forza possibile il dietro del gomito del braccio che la ragazza aveva usato per colpirmi. S&M, Slot azione 1 . Il mio movimento fu rapido e preciso, cercava di colpire il braccio che la ragazza aveva usato per colpirmi e che adesso si trovava come incastrato contro il mio corpo, inoltre era totalmente scoperto ed alla mia portata. Gli effetti del colpo erano variabili, non conoscendo la reale forza del mio avversario non potevo prevederli, certo che contro un avversario di pari livello avrebbe certamente comportato la rottura del braccio.
    Indipendentemente dall'esito dei miei colpi avrei proseguito la serie offensiva, cercando di sferrare immediatamente il mio colpo migliore, un colpo già usato il giorno prima, quando mi aveva permesso di far esplodere la testa di mio padre.
    Se la ragazza fosse rimasta a portata avrei semplicemente completato la torsione del corpo, andando a mirare la sua tempia destra con il mio pugno destro. Slot azione 2 - Ipotesi 1. Anche in questo caso la strategia aveva un senso, la ragazza per colpirmi con il suo ultimo attacco sarebbe stata esposta da quel lato, rendendo la tempia destra un'obbiettivo facile e scoperto.
    Diversamente, se per evitare il mio contrattacco principale si fosse spostata avrei dovuto colmare la distanza tra noi slot gratuito immediato e solo successivamente colpire con lo spaccamontagne, mirando il pugno destro dritto sul naso. Slot azione 2, ipotetica 2

    Davanti a me c'era l'opzione di continuare l'offensiva, continuando la serie di attacchi verso la ragazza, ma d'altra parte i suoi insegnamenti erano stati chiari. Sulla lunga un ninja esperto avrebbe prevalso, e lei era indubbiamente più forte di me. Sprecare energie in attacchi poco utili sarebbe stato sciocco, mentre in questo modo mi ero concentrato nello sferrare pochi colpi ma letali, se andati a segno. Era meglio preservare le forza per un'eventuale nuovo attacco, piuttosto che sprecarle e concedere a lei di contrattaccarmi.


    Diventerò LA SPIA.

    Pensai mentre rimanevo con lo sguardo fisso verso la ragazza, pronto a qualsiasi genere di azione.






     
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    Forse Diogenes ci aveva visto lungo con quel pischello. Era solo uno studente alle prime armi eppure recepì bene le parole di Matsumoto, facendo esattamente quello che la sua sensei gli stava chiedendo: essere lucido in combattimento. Se l'attacco che ti viene mosso è scoordinato, che sia una gaff oppure una leggera imperfezione, un abile ninja deve saperlo sfruttare al meglio...non sempre la preponderanza fisica fa la differenza.
    Ryoshi si accorse sia del primo movimento scoordinato, decidendo il lato giusto per deviare il colpo senza grandi problemi e al contempo portarsi in vantaggio per la seconda difesa. Dovendo infatti compiere l'intera rotazione del busto, l'affondo con il kunai riuscì solamente a prendere di striscio l'allievo! La prima prova era stata superata e, vista la reazione sull'ultimo assalto, la kunoichi capì subito che anche la seconda sarebbe stata affrontata come lei si aspettava. L'attacco, in confronto ai precedenti, era una spanna inferiore dal punto di vista dei danni: attaccare con un cazzotto al torace di un individuo (a meno di possedere la forza di un Cercotero o peggio ancora di Aloysius) era una mossa stupida. Il voluto errore venne subito captato dal sunese che non ci pensò due volte ad incassare e restituire il favore: un attacco per spezzare un braccio...non male come idea! Tuttavia l'allievo non poteva pensare di impensierire veramente la sua istruttrice che vantava un'esperienza del tutto non paragonabile alla sua [Energia Blu]. Il colpo venne parato con una facilità disarmante, così come il secondo che mirava un'altre parte del corpo critica, la tempia. Era stato un uno due intelligente; pochi colpi ma ben assestati e tremendamente pericolosi per uno studente e forse anche per un neo genin.

    " Molto bene, davvero molto bene. Ricorda che con un attacco in subisci e mena puoi utilizzare anche entrambi gli arti basta che sei sufficientemente veloce da non perdere l'effetto sorpresa [Attacco Doppio, 1 Slot Azione]. Qualora riesci a valutare che il colpo non sia per te così deleterio puoi disinteressarti completamente della difesa per andare ad agire quasi in contemporanea all'attacco nemico, aumentando le tue probabilità di successo.

    Proviamo ancora, entro oggi non dovrai più avere dubbi su cosa fare in queste situazioni. In Guardia! "


    I due avrebbero continuato per tutta la mattinata prima che Anteras scendesse in palestra per portare qualcosa di da mangiare e bere. Erano delle barrette proteiche fatte in casa, leggere ma estremamente nutrienti; anche la bibita era un concentrato di vitamine e erbe per il recupero delle energie. Si, se avesse voluto diventare il numero uno quello era il posto giusto per farlo immerso in un ambiente stimolante e messo in condizioni ideali per dare il meglio. Mezz'ora di pausa e poi l'addestramento sarebbe ripreso questa volta impiegando anche armi più impegnative e particolari; era importante per lui anche iniziare ad ampliare la sua conoscenza dell'equipaggiamento in dotazione per i ninja dell'accademia e non. Nelle missioni più complicate avrebbe potuto incontrare armi personalizzate e abituarsi fin da subito a confrontarsi con l'ignoto sarebbe stato di fondamentale importanza.
    Matumuto era instancabile, almeno per lo studente; quando lui fosse stato ridotto ad un bagno di sudore, solo un leggero alone sarebbe iniziato ad apparire in corrispondenza dei seni della giovane donna. A fine serata i suoi muscoli avrebbero implorato pietà: vantava diverse piccole contratture e lividi su tutto il corpo, inoltre avrebbe speso anche la quasi totalità della sua riserva di chakra per reagire sempre più prontamente agli attacchi man mano più rapidi dell'insegnante...era ridotto uno straccio.

    Una vasca calda (già preparata con il sale grosso per aiutare l'assorbimento dell'acido lattico) e un'abbondata cena sarebbero stati fondamentali per il suo recupero sebbene Ryoshi sapesse che se l'indomani non sarebbe stato sicuramente in grado di sostenere un'altra seduta di combattimento del genere. Al tavolo avrebbe potuto vedere altri volti nuovi: una giovane ragazza consumava in silenzio una ciotola di ramen mentre un tizio pelato discuteva animatamente con un'altro più giovane dalla folta chioma argentea. Parlavano di storia e di come la Quarta grande Guerra Ninja fosse stata viziata da un capriccio di Kumo, teoria che non sposava il pensiero del secondo ninja. Diogenes non si faceva ancora rivedere...L'unica persona che ti avrebbe rivolto la parola di sua spontanea volontà sarebbe stato Anteras, chiedendoti cosa volessi da mangiare: praticamente lì era come un ristorante, il cibo era di qualità eccelsa e le dispense della cucina vantavano prodotti provenienti da tutto il continente...il sunese, abituato magari a tutt'altro tipo di alimenti, avrebbe potuto chiedere sostanzialmente quello che voleva!
    Prima ancora che arrivasse da mangiare per lui, il più pacato dei due uomini di prima si sarebbe rivolto all'ospite, con tono amichevole:

    jpg

    " Domani sei con me. Coricati presto, ti aspetto alle 5 di mattina spaccate sul tetto della villa. "

    E se ne andò, subito dopo aver addentato l'ultimo pezzo del suo dolce.


    Giorno 2 ::: Mezzi di Comunicazione

    Non era ancora l'alba in quel periodo dell'anno e faceva freschetto sul tetto dell'imponente costruzione. Ukitake però era lì, già arzillo e pronto per insegnare qualcosa alla giovane leva. Era posizionato davanti all'ingresso di un'enorme voliera, contenente almeno una quindicina di grossi rapaci. Non appena il sunese si fosse avvicinato, i uccelli iniziarono a gracchiare e scuotere le ali ripetutamente ma fu il suo sensei del giorno a farli tacere con un deciso gesto di mano. Erano corvi, bellissimi se si era un amante di questi animali: il loro piumaggio era di un nero vivace e la loro struttura slanciata e robusta. Erano animali tenuti in condizioni eccezionali, anche un occhio inesperto poteva capirlo. L'unico elemento che si scostava dalla scurezza dell'intero corpo era il becco: grosso, più del normale, e rosso fuoco [Corvi dal Becco Rosso].

    " Questa razza di corvi imperiali la puoi trovare solo qui. E' stata ottenuta da anni di sperimentazione e incroci di diversi ceppi e ottimizzata per risultare estremamente leale ed intelligente. Il loro scopo è di facile intuizione, recapitare missive anche a grandi distanze e con probabilità di successo pari al 99%. In qualunque condizione climatica questi rapaci tenteranno di completare la loro missione a tutti i costi. "

    Disse prendendone uno dalla gabbia e facendolo poggiare sulla sua spalla. Era lungo almeno 70 cm e sicuramente vantava una portata alare non indifferente; quella struttura gli serviva per reggere tratte di centinaia di kilometri.

    " Facciamo questo gioco. Tu nasconditi dove vuoi all'interno dell'intera magione e io scommetto che questo qui è in grado di beccarti ovunque tu sia. Se vinco io a te tocca pulire tutta la gabbia, dare da magiare a tutti i corvi e curare il loro manto...se vinci tu sarò io a farlo. "

    Bene, il gioco del nascondino all'alba contro un uccello...ma poteva davvero quel rapace individuare il ninja ovunque? Dal suo odore magari? Ma se avesse trovato un posto dove i sensi non potevano aiutare il suo rivale pennuto? Una cosa era certa, occuparsi di quella mansione avrebbe richiesto tutta la mattinata e non era di certo il lavoro più entusiasmante che il ragazzo potesse sperare di fare!

    Bhè, inutile dire come sarebbe finito il gioco. Qualunque e dico qualunque nascondiglio avesse pensato Ryoshi, il corvo dal becco rosso lo avrebbe individuato senza sforzo. Che si fosse immerso nel lago ghiacciato, che si fosse ficcato in un armadio, tra i cibi della dispensa nulla avrebbe fatto la differenza e l'esito sarebbe stato sempre lo stesso: l'animale gli avrebbe beccato un paio di volte sulla testa per autodecretarsi vincitore dell'incontro.
    Ovviamente il trucco c'era e la neo spia avrebbe forse potuto intuire qualcosa solo dal leggero prurito che da quella mattina aveva dietro al collo: durante la notte era stato applicato un fuuinjutsu alquanto singolare sul suo corpo ma di questo Ukitake glie ne avrebbe parlato solo nel pomeriggio nella biblioteca, dopo essersi occupato della voliera e dei suoi abitanti. Secchi, pezze, spatole, mangime e tutto il necessario era stato già preparato; in ogni caso stare insieme a quegli animali gli avrebbe fatto capire meglio con cosa aveva a che fare e, dopo un paio di ore di rodaggio (becchi e artigli di quegli animali erano tremendamente affilati) e di "conoscenza", un certo tipo di legame si sarebbe instaurato naturalmente. Era fondamentale entrare in sintonia con quei corvi: loro potevano essere l'unico elemento dell'associazione con cui il ragazzo avrebbe potuto interfacciarsi, magari per mesi, prima di incontrare qualche altro membro. Trasportavano i suoi segreti e il frutto dei suo rischioso lavoro, erano tremendamente importanti per una spia.

    La biblioteca di Villa Mikawa era seconda a ben poche raccolte all'interno del villaggio. Vi erano tomi talmente antichi da superare i più vecchi edifici di Oto: dopotutto il villaggio era stato fondato in era abbastanza avanzata ed era tra i più "giovani" nel panorama continentale. Sul grosso tavolo attorniato da comode poltroncine erano sparsi diversi tipi di documenti e il ragazzo avrebbe ben presto capito che quello che lo aspettava era un pomeriggio di studio:

    " Attendendo che il tuo corpo riacquisti smalto, possiamo impiegare questo tempo per informarti su questioni che, a dirla tutta, sono ben più importanti dell'addestramento fisico. Hai preso confidenza con i corvi, quindi sai come comunicherai con l'associazione, ma che genere di messaggi devi mandare? Quali precauzioni devi prendere? Per non parlare della conoscenze delle mappe e del background legato al luogo dove eseguirai la tua missione. All'inizio partirai a Suna, quindi in questo sarai avvantaggiato...tuttavia posso scommettere che non hai visto nemmeno il 10% dell'immenso territorio della Sabbia, Aunauroch apparte ovviamente. Ho raccolto tutte le mappe che abbiamo qui sul territorio di Suna; alcune sono vecchie e quindi imprecise, per non parlare del villaggio ninja di Suna che, per quanto può, con gelosia custodisce la sua segretezza. Certo, il tempo e gli accadimenti storici, fondazione dell'accademia in primis, hanno permesso ai maggiori villaggi ninja di essere individuati con facilità: oggigiorno anche uno studente può attraversare le vie sicure del continente e raggiungere Konoha o Oto stesso. Indipendentemente da quella che sarà la tua missione specifica, una volta arrivato sul posto è buona norma accertarsi che lo studio del materiale preliminare all'operazione sia coerente con la realtà e correggerlo in caso di errori o cambiamenti. Mura, villaggio e zone limitrofe rilevanti devono essere per te senza segreti, in maniera tale da poter sfruttare al meglio il territorio nel quale sei collocato. "

    Ashiro proprio in quel momento passò a tutta velocità davanti alla porta e una folata di vento mise in disordine tutti quei documenti. Perso qualche secondo a rimettere il tutto in ordine, lo shinobi gli consegno quel primo blocco di pergamene e fogli che, impilato, superava il metro per altezza.

    " Eh ci farai l'abitudine. Ho messo anche dei libri sulla storia del villaggio, dei personaggi e acacdimenti di pubblico dominio più importanti e anche qualcosa suoi nostri movimenti in quella zona. Vedrai che diverse operazioni sono state fatte negli anni al villaggio e inizierai a capire come dietro la storia recente ci sia stato quasi sempre il nostro zampino [informazioni dalla descrizione e cronaca di Suna]. Non sai ancora praticamente nulla sull'associazione: su quale sia l'obiettivo primario, la grandezza, l'influenza, la situazione monetaria...nulla. E sia ben chiaro, molte di queste informazioni non le conoscerai mai; sei una spia, è importante che tu sappia solo il necessario per svolgere al meglio il tuo compito. "

    Poi si concentrò su un altro blocco di scartoffie. Erano lettere, alcune scartate e altre ancora imbustate. Ne prese una di queste ultime in mano e la passò a Ryoshi.

    " Non usiamo carta preveniente da Oto, la importiamo da altri villaggi ninja. Non che il Suono non abbia alberi da abbattere per creare cellulosa ma, se si conoscono i giusti canali, è più sicuro così: intercettare e analizzare una di queste lettere riuscendo a risalire da Oto potrebbe creare rogne inutili.
    Ma veniamo ora ai meccanismi di sicurezza: Diogenes su questo è meticoloso più che mai e, come capirai, le informazioni viaggiano in sicurezza.
    Primo: i corvi sono addestrati a farsi detonare qualora vengano intercettati in volo. Non so se hai notato, ma accanto alla voliera c'è un cesto con diverse cartebomba. Ogni volta che ricevi o spedisci un corvo assicurati che l'esplosivo sia intatto o sostituiscilo in caso contrario. Per la faccenda del nascondino, ovviamente ho barato. Ti è stato già impiantato un sigillo [Simbolo di Individuazione] che, tra le altre cose, permette ai nostri messaggeri di rintracciarti ovunque ti trovi. Non può essere rintracciato se non quando attivato (si, è quel pizzichio che sentivi questa mattina dietro il collo) però se ti trovi in una zona schermata dal chakra, magari ad opera di un sensitivo, il corvo farà fatica a ritrovarti. Il simbolo di individuazione ha anche altre funzionalità ma, per il momento, non ti interessano.
    Altra regola, criptare i messaggi. Ti insegnerò tecniche per rendere uno scritto difficile da interpretare anche per le squadre di analisi più avanzate, non amo vantarmi ma in questo ho ben pochi rivali. Dovrai allenarti molto, soprattutto per raggiungere un buon compromesso tra rapidità e efficacia. I messaggi che invece ti arriveranno, a meno di informazioni veramente top secret, non saranno invece criptati. Qui abbiamo altri modi per rendere inaccessibile un documento. "


    La busta che ti aveva passato sembrava una di quelle classiche utilizzata per inviare la posta; tuttavia provare ad aprirla con la forza non sarebbe stato umanamente possibile, o quasi. Ashiro era ancora lì fuori, se Ryoshi avesse voluto averne conferma avrebbe potuto provare a far aprire la busta da lui ma senza ricavarne nulla se non la certezza delle parole di Ukitake. E le braccia dell'energumeno erano grosse quanto due fusti di birra eh. Se non si voleva distruggere la busta, l'unico modo per leggere cosa conteneva sarebbe stato attraverso un simpatico trucchetto del Mikawa.

    " Lì, dove c'è la cera, è stato piazzato un altro sigillo ma questa volta di protezione. Queste le può fare solo Diogenes e solo la persona per la quale è stata scritta può accedervi, con qualche limite si intende. Fai cadere una goccia del tuo sangue sulla cera, tu come io stesso non possiamo vedere il jutsu però in genere è lì che lui lo piazza. "

    Fatto quanto detto dal suo sensei, il ragazzo avrebbe potuto finalmente leggere le poche righe che coloravano di rosso l'immacolato foglio:

    Ore 9.00, giorno 14. Il bersaglio non ha cambiato la sua posizione e non si avvistano movimenti particolari; attendo nuove direttive.

    Appena finito di leggere le scritte iniziarono a sbiadire e in men che non si dica il pezzo di carta assorbì l'inchiostro, se di quello si stava parlando, ritornando bianco [Inchiostro di Sangue].

    " Pulito e semplice. Il 14, ad esempio, si intende come periodo di tempo dall'inizio della missione. Non essere avido di parole, se ne hai tempo e modo, descrivi bene lo stato di avanzamento della missione e non risparmiare domande che ti possono essere utili. Riguardo il sigillo, invece, esso non potrebbe dal tentativo di distruzione della missiva quindi, qualora si dovesse ritenere necessario, esso arriverà schermato con sufficienti livelli di barriere in grado di resistere ad ingenti danni. Dal tuo punto di vista ciò non ti interessa più di tanto, utilizzando il tuo sangue potrai sempre accedere alle lettere a te recapitate.

    Allora, sperando che tu abbia domande, sono qui per rispondere prima di iniziare con lo studio. "



    CITAZIONE
    OT/ Post lunghetto e ricco di cose da fare. Perdona eventuali errori di battitura e il fatto di non aver citato le tecniche/abilità utilizzate (veditele dalla mia scheda) XD /OT
     
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    Avevo anticipato come gli esiti dei miei colpi potessero essere molto variabili. Il tutto dipendeva dall'abilità dell'avversario, e ovviamente Matsumono si rivelò di gran lungo superiore alle mie aspettative. I miei due colpi andarono a vuoto senza colpo ferire. Ricevetti invece qualche segnale di incoraggiamento, ed un consiglio sulla possibilità di usare un'attacco doppio. In realtà era una possibilità che avevo vagliato mentre studiavo come contrattaccare, ma che avevo scartato, optando invece per un uno-due semplice. La prossima volta l'avrei tenuto in considerazione.
    Come previsto l'addestramento non sarebbe finito li, ma sarebbe andato avanti per l'intera giornata, variando le armi utilizzate e lo stile di combattimento. Giustamente non potevo sapere qual genere di avversario avrei dovuto affrontare, e dovevo essere pronto a cavarmela contro qualsiasi genere di prova. Già a metà della giornata sentivo dolore in diverse parti del corpo, dovute a botte e contusioni. Inoltre la stanchezza era sostanzialmente inaudita. Non che nella mia vita precedente, se così possiamo chiamarla, mi fossi sottoposto a grandi sessioni di allenamento, ma mai mi sarei aspettato qualcosa di questo genere. Le barrette e le bevande portate da Anteras durante la pausa furono un toccasana, e mi diedero la forza e le energie sufficienti per arrivare a sera. Questa nuova vita mi piaceva, ogni respiro fatto dentro quella villa mi faceva assaporare sensazioni mai provato. La voglia di confrontarmi davvero con il mondo esterno era massima, non vedevo l'ora di raggiungere degli obbiettivi per poter ripagare la fiducia data.
    La sera una nuova tavolata ricca di ogni genere di pietanza aspettava me e gli altri inquilini della villa. Sembrava essere popolata da tantissime persone, delle quali l'unica che si incontrava facilmente era Ashiro, tutti gli altri sembravano essere inesistenti finchè non ce li si ritrovava davanti. Al tavolo c'erano altre tre persone nuove questa sera, una ragazza silenziosa e due uomini che discutevano tra loro riguardo qualche aneddoto storico. Per quanto la mia nuova vita stesse procedendo a gran velocità non potevo certo colmare il mio terribile gap mentale in tutte queste materie culturali. Non capivo nulla del loro discorso, anche leggere per me era difficile al momento. Sapevo che avrei dovuto allenarmi anche in quello, che sarebbe stato probabilmente l'allenamento più difficile. Rimasi in silenzio, osservando saltuariamente gli altri partecipanti alla cena, mentre consumavo senza fretta un pasto leggero. Anteras mi chiese se desideravo qualcosa in particolare, sottolineando la possibilità di avere qualsiasi genere di portata anche di Suna, ma sul tavolo c'erano piatti a sufficienza per colmare qualsiasi mia voglia. Inoltre, una spia, non esistendo, non può richiedere cibo. Ascoltai il consiglio di Ukitake, immediatamente dopo il pasto andai a dormire. Disteso nel letto potevo sentire i muscoli del mio corpo tirare in ogni zona, ma più importante di questo era la soddisfazione che pervadeva il mio corpo. Come confà ad un bimbo, mi addormentai sorridendo.

    L'indomani arrivai sul tetto dieci minuti prima dell'appuntamento. Mi era stata data una seconda possibilità in questa triste esistenza, non avevo alcuna intenzione di sprecarla. Mi ritrovai assieme ad Ukitake davanti alla voliera, al cui interno diversi corvi scuri, contraddistinti dal rosso del becco avevano iniziato a gracchiare. Bastò un gesto della figura davanti a me per zittirli, dopodichè iniziò una lunga spiegazione su quella razza, e sulla loro utilità. L'indovinello mi prese in controtempo, per questo genere di giochi servivano malizie cui non ero abituato. Provai a nascondermi nella spazzatura, cercando di confondere il mio odore con quello del cibo attorno a me, ma dopo pochi istanti il corvo arrivò per picchiettarmi con la testa. Tirai un lungo sospiro, la giornata quest'oggi era iniziata con un fallimento. Risalito sul tetto avevo davanti a me tutto il materiale necessario per la pulizia della gabbia, indubbiamente un lavoro lungo e discretamente faticoso. La prima volta che entrai nella voliera avevo paura, negarlo sarebbe stato sciocco e anche inusuale. Quei rapaci erano lunghi 70 centimetri, e sin da subito mi fecero capire quanto fossero affilati i loro becchi. Un rigolo di sangue sul braccio destro, che scendeva da un piccolo graffio sotto la spalla ne era la prova. Ero certo che ogni azione e ogni esperienza vissuta all'interno di quella villa mi sarebbe stata utile, se non dire fondamentale per il mio futuro. Da bravo bambino seguivo le indicazioni di questi nuovi sensei, che erano un po' i miei nuovi genitori con cieca fiducia. Se mi era stato ordinato di pulire la gabbia non potevo pensare si trattasse di tempo perso. Vista la tiratura di questi elementi era ovvio che non avrebbero sprecato un secondo della loro esistenza, se mi toccava questo compito c'era un fine preciso. Con grande precisione e meticolosità pulì l'intera gabbia e sistemai ogni cosa, dal mangime alla pulizia della porta d'ingresso. In fin dei conti fu meno stancate del previsto, e dopo i primi minuti di terrore e paura riuscì a stabilire un rapporto discreto con i corvi. Avrei dovuto lavorare moltissimo con loro, che sarebbero diventati uno dei miei principali strumenti, era necessario stabilire un ottimo legame con loro. Terminato decisi che se ne avessi avuto tempo sarei tornato nei giorni successivi.

    Mi recai nella biblioteca, dove sempre Ukitake mi aspettava per una seconda parte del giorno di allenamento. Capì immediatamente che la parte difficile dell'allenamento stava per concretizzarsi. Davanti a me c'erano parecchie buste, libri e mappe e documenti vari. Per me sarebbe stato molto difficile uscire positivamente da quella giornata. D'altra parte, era chiaro che non potevo farmi sfiduciare così presto. In questo caso magari non sarei riuscito a portare presto qualche risultato, ma l'impegno sarebbe stato comunque massimo. Ascoltai con attenzione il discorso e presi in mano il grande blocco consegnatomi da Ukitake dopo il passaggio di Ashiro, il solito tontolone che metteva scompiglio nella casa. L'idea di dover leggere tutta quella mole di informazioni mi aveva chiuso lo stomaco, non avevo idea di come uscirne vivo.
    Ascoltai infine l'ultima parte sui messaggi criptati. Questo era veramente molto interessante, ed era importante che imparassi a padroneggiare quell'arte il prima possibile per potermi rendere utile alla causa del colosso. Come ordinato dal sensei odierno feci cadere una goccia di sangue sulla cera utilizzata per chiudere la busta. Mi ero ciecamente fidato delle parole del sensei, e non provai nemmeno ad aprire la busta, certo che nemmeno Ashiro sarebbe stato capace di farcela. Appena aperta la busta, rompendo la cera con il sangue presi il foglio che conteneva per leggerne il contenuto. Ebbi appena il tempo di terminare la lettura che il testo sparì. Era chiaro che dovevo migliorare sotto questo aspetto. Non riuscire a leggere il contenuto prima che si cancellasse sarebbe stato un peso insopportabile per i miei compiti, non volevo più sbagliare, dovevo essere una buona spia. Quest'ultima circostanza mi aveva fatto realmente capire la necessità di sviluppare le arti dello studio. Avrei dovuto cimentarmi e imparare a leggere più rapidamente. Inoltre dovevo imparare a scrivere bene e velocemente, altro genere di competenza che per il momento non possedevo.
    Ukitake probabilmente si aspettava delle domande, ma sfortunatamente per lui non ne avevo. In questa giornata avevo scoperto di esser stato marchiato con il simbolo per i corvi, altri ne avrebbero potuto fare una malattia della mente, ma io sapevo che tutto ciò che mi accadeva era utile alla causa comune. L'unica cosa che per il momento mi interessasse. Non amavo studiare, ma siccome era divenuto fondamentale per la mia crescita ero deciso a farlo, e a farlo bene. Guardai Ukitake per qualche secondo. Avrei potuto fare qualche domanda riguardo al sigillo che veniva fatto dal colosso sulle buste, o sul funzionamento dei corvi, o delle domande su come criptare i messaggi, ma in realtà nulla di tutto ciò mi era utile al momento. Confidavo nell'abilità di coloro che mi istruivano, e se per il momento qualcosa non mi era stato detto significava che non lo necessitavo.
    Una spia non domanda, non può essere curiosa dove non deve.
    Senza proferir parola presi la mole di documenti e mi sedetti sulla prima sedia disponibile, disponendo poi i documenti lungo il tavolo.
    Con una incertezza evidente, avrei cercato di capire da quale fosse meglio iniziare.
    Ukitake aveva ragione, anche solo di Sunagakure conoscevo pochissimo del reale territorio, e forse la cosa migliore era proprio iniziare dalle informazioni riguardo la mia terra natia. Almeno per un certo verso partivo avvantaggiato. Iniziai lentamente lo studio, aspettando consigli, richiami e ordini da parte del mio sensei.
     
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    Ukitake ci rimase quasi male nel non udire il giovane fare domande; se non ora che stava imparando quando avrebbe potuto farle? Tuttavia comprese il suo atteggiamento, interpretandolo come il nuovo volto che il sunese voleva dare al suo essere. Dopotutto le spie parlano poco e lavorano molto e vedere la giovane recluta prendere di petto il malloppo di roba che gli aveva consegnato lo rincuorò sul giudizio del Mikawa; si, sarebbe potuto diventare una buona risorsa.
    I due avrebbero passato tutto il giorno, fino a notte tarda, a dedicarsi allo studio. Sin da subito il sensei si accorse delle difficoltà del ragazzo a leggere e scrivere, tuttavia, proprio per compensare a questa mancanza, si escogitò un sistema di simboli che potessero essere più facilmente compresi per lui e al contempo tremendamente utili per criptare informazioni sensibili. Per assurdo non essere istruito per bene alle comuni norme di comunicazione era un vantaggio per lui: avrebbe appreso da zero il modo di interpretare quel suo ruolo attraverso gli insegnamenti non convenzionali di Ukitake e quindi abituandosi ad un modo di comunicare del tutto nuovo. Si poteva dire che la conoscenza approfondita della sua prima lingua sarebbe stato proprio quell'assurdo modo di combinare lettere e simboli e, come per i bambini cresciuti all'estero, imparare sarebbe stato molto più facile e naturale senza avere strutture e preconcetti a frenare l'apprendimento. Per l'intera settimana avrebbe continuato ad esercitarsi e studiare con Ukitake, tutte le sere da dopo cena fino all'una di notte.

    Quella notte Anteras avrebbe accompagnato lo studente fino alla sua camera, era tarda notte l'arrivo di un ospite inaspettato aveva cambiato leggermente la settimana di formazione della nuova spia.

    " Per domani voglio che scrivi su tre foglietti altrettanti ricordi specifici, informazioni che non riveleresti a nessuno o che sai che non dimenticherai per tutta la vita. Troverai tutto il materiale nella tua stanza. Ah, domani mattina non servirà svegliarsi così presto; fai con comodo, il tuo sensei ti aspetta per le 11 nella palestra."

    Un'altra giornata di allenamento del corpo?

    Giorno 3 ::: Mente d'Acciaio

    Quel giorno un ninja esile e alquanto macabro avrebbe Ryoshi nella sala delle armi e della tortura, proprio accanto alla palestra dove Matsumoto lo aveva sfiancato per bene. Sembrava essere un medico, o qualcosa del genere: portava dei guanti in lattice alle mani e aveva portato con se diversi attrezzi e oggetti vari dei quali Ryoshi ignorava la funzione. In realtà alcune di quelle cose, come quei cartoncini con gli schizzi in bianco e nero, gli erano molto familiari: nella struttura nel quale i suoi genitori lo avevano "rinchiuso" test di quel tipo erano all'ordine del giorno.

    " Salve, oggi mi occuperò di te. La formazione delle nuove spie è un argomento che mi sta molto a cuore; so che hai già parlato con Matsumoto ed Ukitake e pare tu risponda abbastanza bene agli stimoli. Avresti dovuto essere mio solo l'ultimo giorno ma, per circostante varie, mi ritrovavo qui oggi e ho pensato di approfittarne per iniziare a lavorare su di te. "

    Fissava intensamente il sunese, come se fosse realmente interessato a cosa passasse nella sua testa e che tipo di personalità aveva di fronte.

    " Sono stato informato della tu storia e, devo ammettere, che anche per gli standard otesi è davvero fuori dal comune. Non posso che immaginare alle ripercussioni psicologiche che eventi di questa portata possano aver avuto sulla tua mente...
    Ma veniamo a noi, io non sono affatto come la gente che ti ha visitato fino ad ora, io sono qui per renderti una spia , come tale, devo accertarmi che la tua mente sia sgombra da pensieri che possano indebolirti e sufficientemente addestrata a resistere a tentativi di infiltrazione. Faremo prima dei test iniziali per testare il tuo quoziente intellettivo, la tua personalità, la tua emotività e molto altro ancora. Quindi mettiti comodo, prima iniziamo, prima finiamo e una volta ottenuti i dati della tua condizione psichica di partenza potremo lavorare per migliorarla! "


    Parole-mente

    Seguirono quindi due ore di domande e psicoanalisi spinta, spaziando dai più comuni test proiettivi, come quello di appercezione tematica o dell'albero della personalità, a questionari a scale psicopatologiche approfondite. Seguirono poi Assessment Neuropsicologici e Psicofisiologici e più colloqui clinici scaglionati per periodi di vita del ragazzo...insomma ad ora di pranzo Eiatsu sapeva praticamente tutto del suo allievo-paziente.

    " Bene, abbiamo finito. Diciamo che se dovessi dare oggi un parere sulla tua compatibilità al ruolo di spia ci aggiriamo attorno ad un punteggio di 18, su una scala da 1 a 100. Non disperare, molti dei ninja della villa e alleati ora in missione erano nelle tue stesse condizioni, se non peggio, e dopo il mio trattamento ne sono usciti potenziati a dismisura. Aloysius stesso non aveva un punteggio così elevato la prima volta che testai le sue capacità mentali. E' un tipo di capacità di tutt'altro tipo e, come per il resto, con il tempo e l'allenamento si può migliorare. Entro oggi vedrò di far salire questo valore attorno a 60 e, alla fine della settimana, se supererai gli 85 punti darò il mio lasciapassare per farti diventare operativo. Tutto chiaro? "

    Era davvero possibile migliorare così tanto in nemmeno un giorno di lavoro? Questa volta si sedette anche lui su di uno sgabello lì affianco e, togliendosi gli occhiali, riprese a parlare sul tema:

    " Hai portato i tre foglietti con te, vero? Scegline uno dei tre e poi posalo sul tavolo. Aggrappati a quel ricordo...non lasciarlo andar via. Ci sei? Allora iniziamo! "

    L'interrogatorio [Interrogazione Mentale] era iniziata e, nolente o volente, Ryoshi doveva cimentarsi in quello che per lui era un territorio del tutto inesplorato. Per quanto si fosse sforzato, quel quanto chakra avesse consumato per tentare di resistervi la sua mente prima o poi avrebbe ceduto alla semplice ma perentoria domanda:

    Quale ricordo è contenuto in quel foglietto?

    Era debole, del tutto impreparato a combattere contro una invasione mentale così dirompente. Eppure Eiatsu non lo stava guardando male, anzi fece un grosso sorriso che sicuramente diede coraggio al ragazzo:

    " Gran parte dei ninja non allenano la propria mente a questo genere di attacchi. Scommetto che se prendessi uno dei nuovi Kage e lo sottoponessi a questa tecnica canterebbero come canarini, non subito magari, ma prima o poi lo farebbero di certo. E se in mezzo ci si mettesse anche un po' di tortura? Conosci la goccia cinese? Oppure che ne dici di un macchinario come questo, capace di sfiancare il corpo in pochi minuti? Io ti insegnerò a resistere a questi attacchi, a trovare ogni minimo spiraglio per infilartici dentro e trovare una via di fuga sicura...E poi tu sei sotto Patto di Sangue; non puoi nemmeno immaginare le energie che un uomo può trovare quando sa che, fallendo, andrebbe incontro ad una sorte peggiore della morte. Tu hai giurato ad Aloysius di proteggere l'incolumità dell'associazione e questo ti da un vantaggio che una persona normale non avrà mai: lottare per la sopravvivenza. "


    Detto ciò, avrebbe fatto cenno con la mano al giovane di prendere il secondo bigliettino e di consegnarglielo. L'eliminatore lo lesse e poi disse:

    " Questa volta invece la cosa sarà diversa. Non cercare di opporti ma tieni bene a mente il ricordo che hai scelto. Ci vorrà un po."

    Forse il ragazzo si sarebbe addormentato durante tutto quel tempo passato a far nulla ma quando finalmente il giovane maestro gli disse di aver finito, nulla di più sconvolgente potè riportarlo alla realtà. Il ricordo, quello a cui stava pensando fino a pochi istanti prima, non c'era più! Non sapeva come ma il dato di fatto era che ora Ryoshi non aveva la minima idea di cosa ci fosse scritto in quel foglietto [Modificare i Ricordi]!

    " eheheh ed è possibile anche solo modificare un ricordo, non solo cancellarlo. Pensa che tipo di vantaggi si possono ottenere da incauti nemici in questo modo. Chiaramente adesso non sei ancora in grado di padroneggiare una tecnica di questo livello ma svuotare e riempire la testa di ricordi scomodi o troppo pericolosi per il tipo di missione che si sta compiendo può essere un buon modo per impedire l'estorsione di informazioni e, perchè no, evitare anche a te guai seri! Una volta superata la situazione di pericolo puoi adottare proprio questo espediente per riacquisire le informazioni corrotte."

    Gli piazzò quindi davanti agli occhi il biglietto e, rileggendo quello che lui stesso aveva scritto, la tecnica di infranse e la sua mente sarebbe tornata alla normalità. Ritrovare quelle informazioni perdute sarebbe stata una sensazione sicuramente nuova, e al tempo stesso destabilizzante, per la mente del ragazzo. Come al termine di una giornata passata a memorizzare concetti, la sua mente aveva rifatto propri pensieri e ricordi che aveva immagazzinato da tempo, che avevano magari inciso profondamente sulla crescita del sunese.

    " Il terzo fogliettino conservalo, ti servirà più in là.
    Non sei un tipo molto loquace eh? Poco male, se non hai domande, iniziamo subito con le sedute per rafforzare la tua mente! "



    CITAZIONE
    OT / Passiamo alla mente! Cerca di sorprendere i tuoi sensei con osservazioni, azioni, domande acute ;) /OT
     
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    Passai l'intera giornata a studiare assieme ad Ukitake. Come avevo previsto la mancanza di domande doveva averlo deluso, d'altra parte non si era minimamente affranto ed anzi aveva partecipato alla giornata di studio assieme a me, suggerendomi i modi migliori per sviluppare l'apprendimento. Il metodo da lui insegnatomi, basato su simboli e simili mi era di facile comprensione. Chissà che non fosse proprio l'assenza di una vera e propria preparazione scolastica ad aiutarmi nell'apprendere in fretta questo nuovo metodo. Per quanto riguardava invece la normale lettura la trovavo molto faticosa e stancante. Tirare avanti sino all'una per concentrarmi su questo genere di cose era molto complesso, ma se questo era ciò di cui avevo bisogno non mi sarei certo tirato indietro.
    Appresi con gioia che l'indomani non mi sarei dovuto svegliare presto. La gioia, sia chiaro, non era dovuta alla possibilità di dormire, tutt'altro. Come ripromessomi questa mattina avrei sfruttato quel tempo per tornare nella voliera del tetto.
    La sera andai a letto presto dopo aver consumato una cena leggera, e non prima di aver debitamente scritto i miei ricordi su quei tre biglietti.

    Qualcosa che non rivelerò a nessuno...

    Non ero foriero di grandi segreti, essendo solo un bambino le persone generalmente non mi rivelavano dei segreti, ma qualcosa da scrivere l'avrei facilmente trovato nella mia mente.
    CITAZIONE
    Ho visto Murakumo a Suna

    Questa la frase impressa sul primo bigliettino. Questa era l'unico segreto che effettivamente conoscevo. Avevo promesso a quello strano individuo di non dire a nessuno di averlo incontrato, ma ciò era successo nella mia vita precedente, ora erano i miei sensei gli unici essere cui potevo prestare fiducia, non avevo allora nessuna valida ragione per mantenere quel segreto nei loro confronti.

    CITAZIONE
    Sono stato rinchiuso in un centro strano

    La frase era ambigua, ma meglio non si potevano descrivere i rimasugli di una tremenda esperienza per la mente di un bimbo. I miei genitori le avevano provate tutte, e l'essere stato rinchiuso in un centro speciale, assieme ad altre stranissime persone e lontano dai miei genitori era certamente un ricordo che mai avrei potuto dimenticare.

    CITAZIONE
    Ho ucciso la mamma

    Anche questa volta la metrica della frase lasciava a desiderare, d'altra parte è ormai chiaro come la grammatica non sia il mio settore privilegiato. Il contenuto invece era di grande spessore. Se c'era un evento segnante ed indicabile della mia vita lo erano indubbiamente le infinite coltellate con il quale avevo mutilato il corpo della mia procreatrice.


    Mi sarei svegliato nuovamente alle sei del mattino per pulire e sistemare i corvi. Era chiaro quanto quello strumento sarebbe stato indispensabile per la mia crescita, e di conseguenza dovevo assolutamente sviluppare una grande empatia con quegli uccellacci.
    L'esperimento si rivelò funzionale, sebbene qualche graffio lo guadagnai ugualmente non avevo paura di girare per la gabbia, ed anche i corvi stessi sembravano molto più tranquilli del giorno prima.


    Tranquilli belli, saremo amici, graandi amici!!

    Pensai mentre uno di questi mi si posò su una mano. Provai goffamente ad accarezzarlo, ma come mossi la mano per farlo questo volò via. Indubbiamente era un primo passo avanti, ma la strada era ancora lunga.
    Dopo aver terminato quel lavoro mi recai nella sala delle armi e della tortura. La stanza accanto a quella in cui ero stato addestrato da Matsumono due giorni prima. Sentivo sulla pelle ancora i postumi di quell'addestramento.
    Se le persone che avevo incontrato sino ad ora sembravano tutte abbastanza normali, Ashiro a parte, questo strano dottore che mi si poneva davanti aveva un aspetto molto inquietante, ed inquietante era il genere di attività cui mi sottopose. La maggior parte dei test e degli esercizi li avevo già affrontati nel centro, come lui d'altronde mi aveva anticipato. Con fatica cercavo di stare dietro alle sue parole, anche se quello odierno era un argomento a me sconosciuto ed abbastanza difficile da affrontare. Le prime due ore con Eiatsu furono lunghe. A differenza che con Matsumono e con Ukitake non mi sentivo un allievo, e non riuscivo a vederlo come un sensei. Mi sembrava di essere una sorta di paziente, forse la parola cavia sarebbe stata ancor più calzante. I test mi fecero sentire di nuovo all'interno di quel maledetto centro da cui ero riuscito a scappare tempo addietro. Nonostante ciò la mia convinzione non ne venne minimamente minata. Avevo stretto un patto e avevo deciso come seguire la mia nuova vita, se anche avessi dovuto affrontare nuovamente dei mesi all'interno di quel centro psichiatrico l'avrei fatto. Ciò che contava oramai era la mia esistenza da spia, null'altro. E se questo strano individuo mi avrebbe potuto aiutare allora sarei sottostato a qualsiasi genere di prova.
    Dopo quelle prime due ore ne uscì con il merdosissimo risultato di 18/100. Il dottore dicevo fosse un risultato nemmeno poi tanto grave, ma in fondo pensavo fosse una frase di circostanza. Ciò che importava comunque era la seconda parte del suo discorso. Diceva che vi era possibilità di migliorare, avrei potuto portare quel punteggio fino a 85, ed allora sarebbe stato ciò cui avrei puntato. Era necessario per essere operativo, e non mi sarebbe importato minimamente quale ne fosse il costo, avrei raggiunto quell'obbiettivo.

    Migliorerò. è una promessa!

    Passammo poi alla parte più interessante. Mi chiese se avevo portato con me i foglietti scritti la sera precedente ed io risposi positivamente con un gesto del capo. Presi il primo di quei tre fogli, sul quale avevo scritto le informazioni riguardo l'incontro con Murakumo. L'ordine era semplice, dovevo aggrapparmi a quel ricordo ed impedire che qualcuno potesse sottrarmelo. L'ordine, di semplice comprensione nella sua interpretazione astratta diveniva impossibile nella sua concretezza. Cosa significava trattenere un ricordo ? Un ricordo, in quanto tale, è qualcosa che si ha. Come si può pensare che altri possano averlo ? E come si poteva allora allenare la mente affinchè si sviluppassero difese tali da proteggere le nostre conoscenze ?


    Ho incontrato Murakumo a Suna.

    Le parole mi uscirono di bocca senza che potessi minimamente trattenerle. Provai a stringere i denti e serrare le labbra, ma nessuno di questi espedienti servì a nulla. Provai almeno a pronunciare qualcosa di diverso, storpiare il nome o il luogo dell'incontro, ma mi resi conto ben presto di quanto il mio intelletto fosse vulnerabile all'arte utilizzata da quella sorta di dottore davanti a me. D'un tratto mi resi conto delle infinite capacità che uno shinobi può apprendere, e di quanto una tecnica di quel genere mi sarebbe stata fondamentale nella mia vita da spia. Avrei dovuto apprenderla, e come essa avrei dovuto apprendere tutte le tecniche di questo genere.
    Questa situazione mi lasciava abbastanza turbato, era un genere d'invasione interna che non avevo mai provato prima. Nella mia esistenza precedente spesso mi ero sentito minacciato e debole rispetto a tutto ciò che mi circondava, ma questa sensazione era diversa. L'assoluta impotenza, l'esigenza stessa del corpo a voler soccombere all'ordine impartito, una sorta di ammutinamento della propria volontà. Era un'invasione della propria sfera dell'io difficile da descrivere, mi aveva lasciato una strana sensazione di vuoto internamente. Osservai Eiatsu che in tutta tranquillità narrava come fosse normale quella sensazione, come persino un Kage sarebbe dovuto sottostare a questo genere di umiliazione.


    Quest'arte nasconde un potere immenso.

    Dovevo ancora confrontarmi con il vero potere ninja, e non potevo nemmeno immaginare di cosa potessero essere capaci certi esseri umani al mondo, ma questo che stavo provando era per me la più grande arte mai vista al mondo. Un qualcosa contro il quale non si ha difesa.
    Ascoltai con attenzione le sue parole. Aveva ragione, io avevo stretto un patto ed avevo forte convinzioni per difendere le mie conoscenze, ma avrei dovuto imparare a sfruttarle e a gestire questo genere d'intrusione. Mi disse poi di passare al secondo ricordo, si trattava del ricovero. L'ordine invece, era ancor più semplice del precedente. Non conoscevo i recenti risultati delle neuroscienze, non potevo immaginare che i ricordi in realtà non esistessero, ed ero pienamente convinto che un ricordo non sarebbe mai potuto esser modificato. Io sapevo bene cos'avevo passato dentro quel ricovero, ed ero certo che mai avrei potuto dimenticare quell'esperienza e quelle sensazioni.
    Aspettai, senza mai addormentarmi tutto il tempo necessario, rimanendo immobile e guardandomi attorno nella stanza. Trascorse parecchio tempo, ma quando Eiatsu ebbe finito, e parlò rimasi un attimo basito, non sicuro di cosa stesse dicendo. Ripensando all'oggetto del secondo biglietto avevo delle difficoltà, non ricordavo più il centro psichiatrico, ma mi sembrava che i ricordi fossero coerenti e che non ci fosse nulla di strano, Dentro di me non mi sentivo diverso. Riuscì a realizzare la situazione l'effettiva situazione solamente quando mi venne messo davanti al naso il mio biglietto, con il ricordo originario.
    Sentì una lunga scossa lungo la schiena.


    Puttana...

    Nonostante la recente volontà di non proferir mai parola non riuscì a trattenere quell'imprecazione. Se la sensazione provata precedentemente mi aveva scosso questa era mille volte peggio. Prima il mio corpo era stato violato, e si era dovuto arrendere alla volontà altrui nel dover rivelare un segreto. Ma questa volta era diverso, non si trattava di una mera violazione, ma di un totale assoggettamento del corpo al desiderio altrui. Quest'oggi era stato Eiatsu a modificare i miei ricordi, in maniera del tutto pacifica e restituendomeli appena possibile, ma cosa fare il soggetto attivo della vicenda vuole distruggerti ? è possibile modificare l'esistenza di una persona agendo su quello crede esser il suo passato, ed una volta nascosti i ricordi come può questa tornare padrona della sua vita ?
    Ero totalmente esterrefatto da questa faccenda. Mai avrei potuto immaginare l'esistenza di simili arti ninja.


    Fai ciò che vuoi... VOGLIO IMPARARLO

    Constatai nei confronti del grande potere di Eiatsu mentre mi avvicinavo a lui e gli stringevo le mani. Un gesto spontaneo e tremendamente infantile, non riuscì a trattenere per la mia intimità una profonda verità, volevo assolutamente imparare a padroneggiare queste arti. Se con gli altri sensei ero riuscito a mantenere l'identità che volevo pian piano costruire davanti a questo mi sentivo solamente un bambino, vulnerabile come tale e totalmente incapace di ogni genere difesa. L'unica possibilità che avevo davanti a questo genere di dimostrazione era lo sconcerto da un parte, e la brama di possedere questo genere di conoscenze dall'altra.
    Aspettai con ansia le sue parole, volevo assolutamente procedere e scoprire tutto il possibile su questo genere di capacità. Anche questa volta mi chiese se avevo domande, ma a differenza che con Ukitake una domanda l'avevo.


    Come mi difendo ?

    Se è vero che volevo imparare ad utilizzarle, allo stesso tempo necessitavo di conoscere qualche espediente per potermi difendere. Non volevo vivere quelle sensazioni nuovamente. Soprattutto, erano state così invasive adesso che erano totalmente innocue, chissà qual genere di ripercussione avrebbe avuto la consapevolezza non solo di esser stati sì violati, ma inoltre di aver rivelato delle informazioni importanti a qualcuno di ostile.
    Dovevamo procedere, dovevo diventare almeno un 85/100.

     
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    Finalmente una domanda da parte della silenziosa cavia ed Eiatsu fu più che felice di rispondere:

    " Ricorda, si possono avere tecniche potentissime, essere dotati di una forza mostruosa...ma bisogna sempre vedere come queste doti eccezionali vengano usate. A fare un interrogatorio si è in 2 e chi lo subisce deve essere bravo a sfruttare ogni falla nelle domande che gli si pongono, deve essere elusivo ma al tempo stesso sincero, deve dire tutto ma in realtà nulla di così compromettente. Certo, questo dipende molto anche dalla bravura di chi sta cercando di estorcere queste informazioni...

    Dal punto di vista dei jutsu, Ukitake certamente già ti ha mostrato il sigillo di Diogenes; si, quello che usa per le lettere. Se applicato su di un essere umano rende qualsiasi tecnica di interrogatorio o manipolazione mentale inefficacie su uno specifico argomento...In aggiunta, non so quando, ci sarà un altro ninja della villa che ti mostrerà dei simpatici fuuinjutsu capaci di tapparti la bocca. Fin quando non potrai cancellarti da solo i ricordi dovrai affidarti sulle capacità degli altri membri della gilda. Quello su cui possiamo lavorare e l'abilità nell'affrontare un interrogatorio...ed è quello che faremo per il tempo che mi è stato concesso. "


    Quelle parole forse avrebbero appagato l'animo irrequieto di quella giovane spia: era in una botte di ferro e, sebbene stava conoscendo quanto complesso fosse il mondo nel quale si stava addentrando, passo dopo passo avrebbe potuto farcela. Aveva i migliori ninja del settore ad allenarlo, un lusso che gli avrebbe sicuramente fatto compiere un balzo in avanti nella sua formazione ninja di anni rispetto al lavoro da autodidatta.

    La pressione psicologica alla quale lo avrebbe sottoposto Eiatsu per tutto il pomeriggio sarebbe stata asfissiante. Ad ogni errore o vacillamento, il chakra sarebbe penetrato sempre più a fondo nel suo cervello violentandolo ripetutamente. Quello che stava utilizzando l'eliminatore era un approccio rischioso, ben oltre i consoni limiti morali. Tuttavia le analisi preliminari sarebbero servite proprio a quello, proprio a capire fin quando poteva spingersi nel rovistare nella mente del sunese. Stava spulciando in ogni suo ricordo più profondo, più imbarazzante o rilevante, ripetendo quell'operazione con maggiore veemenza ogni volta che Ryoshi non riusciva a chiudere quella porta...Proprio quando sembrava che l'inferno era passato, Eiatsu gli avrebbe legato polsi e caviglie sulla sedia e si sarebbe divertito ad aggiungere al dolore psichico anche quello fisico!
    Quando Ateras apparì per condurlo al piano di sopra, Ryoshi aveva almeno 2 dita lussate, l'unghia dell'alluce destro estirpata e diversi buchi sulle orecchie. Il dottore non ci era andato per nulla leggero ma al termine di quelle interminabili ore conclude con un'espressione "amica":

    " Migliori in fretta, ma, mi raccomando, allenati tutte le sere negli esercizi mnemonici che ti ho insegnato. Ripassa i meccanismi per mandare in loop il tuo subconscio e le tecniche per regolare i valori vitali quando stai mentendo. Non abbiamo fatto in tempo ma ci sono anche delle pose di yoga che possono aiutare a incrementare la percezione che hai della tua mente. Prova ad indagare da solo; nella biblioteca puoi trovare sicuramente queste informazioni. "

    Si perchè la giornata ancora non era finita, ora si doveva tornare sui tomi, le mappe e il linguaggio criptato di Ukitake.


    Giorno 4 ::: Essere un'Ombra

    Forse la neo spia sarebbe rimasta scioccata nel vedere che il sensei per il giorno successivo sarebbe stata una marmocchietta di 10-11 anni. L'aveva vista al tavolo, quella mattina, che scherza con Ashiro e lo sfidava a mettere in bocca un casco intero di banane e mai avrebbe potuto credere che dietro quel caschetto rosa si celasse un esperta kunoichi molto ma molto più preparata di te.

    " Oggi sei all'aria aperta. Mi hanno sempre detto di essere abile a non farmi notare riuscendo ad origliare tutto quello che i grandi si dicono...Diogenes non lo sa ma quante volte ho origliato le sue riunioni segrete con i capoccia del gruppo! Hihihi Sono qui quindi per dirti due cose su come aumentare le tue capacità furtive e di percezione. Certo, serve l'allenamento o almeno così si dice: io non mi sia mai allenata hihihihihi però qualche accorgimento utile posso insegnartelo! Ci sei?! "


    Era proprio una bimba. Lo conosceva da pochi minuti e già era diventato un suo amico; gli aveva confessato di essersi fatta gioco ripetutamente di Diogenes e non vedeva l'ora di iniziare a correre in giro a "far danni".

    " Prima di tutto fammi vedere cosa porti addosso....bene bene hai tutto ciò che ti serve per essere una buona spia, almeno al tuo livello attuale. Ti darò un po' di missioni da compiere ok? Voglio capire se sei una schiappa oppure no hihihihi Questa è la mappa della villa, cerca di memorizzarla il più in fretta possibile perchè ti cronometrò alla fine di ogni prova Hihihih Giusto per divertirsi ho messo qui anche i miei tempi e quelli di Ashiro, non sembra ma quando vuole anche lui sa come non farsi notare! "

    Disse mentre faceva vedere al ragazzo la pergamena, sventolandola nella mancina con euforia per poi lanciargliela lentamente, a un paio di metri di distanza. Con quel singolo gesto, occultandosi parzialmente allo sguardo e attenzioni del suo interlocutore, in realtà lei già si era già appollaiata su uno dei ramo più basso dell'albero sotto il quale stazionavano. Praticamente nel momento stesso nel quale avesse afferrato la mappa, una mela sarebbe arrivata in testa a Ryoshi facendogli individuare la nuova postazione della bambina:

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    " Dissimulazione. Io ti faccio vedere una cosa qui, dirigendo i tuoi sensi in un determinato punto, ed in realtà sto per fare tutt'altro da un'altra parte. In questo modo puoi fregare rivali ben più forti di te; sarebbe l'evoluzione di un fumogeno o una bomba abbagliante diciamo hihihi
    Scegli tu quale sfida fare per prima, hanno più o meno tutte e tre la stessa difficoltà! "


    Se voleva la ragazzina riusciva a parlare con grande proprietà di linguaggio...ma davvero aveva quell'età?! Sulla mappa erano scarabocchiate tre piste e a lato erano indicato i due tempi effettuati dai gregari del Mikawa. Già senza soffermarsi troppo su cosa fare durante il percorso, il sunese si sarebbe accorto che fare quei tempi anche solo se fosse trattato di una corsa campestre sarebbe stato inumano! Ma cosa diavolo avevano tutti quelli che abitavano quel posto?! [Energia Blu]
    Ma la sfida del ragazzo era riuscire in tutti e tre i percorsi, non di certo battere ninja di quel livello!

    " Più che il tempo, concentrati sul farti vedere da meno persone possibili e di fruttare l'ambiente circostante al meglio! 3,2,1...via!



    CITAZIONE


    Fida1. Scacchi all'aria aperta.
    Obiettivo: riuscire a cambiare la posizione di un pezzo bianco senza farsi scoprire dai due giocatori per fargli fare scacco matto.
    Difficoltà particolari: Vicino alla baracca c'è un nido d'api che non ti permette, da quel lato, di udire le voci dei due.
    Informazioni reperibili: I due uomini sono due chiacchieroni e fifoni di prima categoria. L'uomo più anziano (pezzi neri) è molto più forte dell'altro.

    Fida2. La pigiatura del Mosto.
    Obiettivo: Riuscire a scambiare la quinta cassa di uva con una di tipologia sultanina senza che gli operai se ne accorgano.
    Difficoltà particolari: I 7 uomini vanno e vengono dalla vigna in continuazione, ad intervalli regolari, e procedono alla raccolta dell'uva da in basso a destra verso l'alto a sinistra della vigna. Nell'Officina c'è si sono due uomini che controllano e setacciano i grappoli d'uva prima di metterli nel bacile.
    Informazioni reperibili: Ai due all'interno piace bere e sono già un pelo alticci. Il quarto raccoglitore zoppica ed è leggermente più lento degli altri.

    Fida3. Cavallo Goloso.
    Obiettivo: Riuscire a sellare tre dei cinque cavalli del maneggio aggirando Ashiro ed evitando che i cavalli si imbizzarriscano.
    Difficoltà particolari: I cavalli hanno percezione +3 e al minimo sospetto tirano 2 pestoni di Pot 20 l'uno. Ashiro ha percezione + 6 ed è energia Blu.
    Informazioni reperibili: Ashiro è un amante delle farfalle e perde ore a giocarci. Mentre mangiano i cavalli sono meno irrequieti.

    Osservazioni: puoi reperire le informazioni come può ritieni opportuno; usa tutto ciò che non è specificato per aiutarti a superare la prova ma attento al realismo ;) Manovra tu stesso i png, in caso di errori o sbavature aggiusterò poi io il tiro al prossimo post !
     
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    Nessuno avrebbe mai potuto negare la gentilezza con la quale Eiatsu rispose alla mia domanda, anzi sembrò quasi felice di poter colmare la mia sete di conoscenza. Lo stesso aggettivo non si sarebbe invece sposato bene con la parte successiva dell'addestramento. Indubbiamente all'interno di quella villa ero circondato da molti professionisti e ciò mi avrebbe aiutato a bruciare le tappe ed a raggiungere grandi obbiettivi in poco tempo. D'altro canto tutto ciò aveva un costo, ed in alcuni momenti, come quello che stavo attualmente vivendo era molto alto da pagare.
    Eiatsu decide di mettermi subito sotto torchio, per abituarmi a gestire l'estorsione di informazioni. Senza molti giri di parola quella che subì fu una vera e propria tortura. Inizialmente solo mentale, ogni volta che riusciva ad accedere ad un ricordo o simili entrava nella mia mente in maniera più profonda. Ormai conosceva già tutto riguardo il mio passato, ma scavava ancor più in profondità. Quando sembrò esser tutto finito invece mi legò alla sedia e si passò alla tortura fisica. Mai nella vita avrei potuto immaginare simili dolori. L'unghia strappata è qualcosa di inimmaginabile, imparagonabile al semplice dolore delle dita lussate o dei buchi nelle orecchie. Il dolore dell'unghia batteva ogni altra cosa provata sino ad oggi.


    Tutto il necessario! Tutto il necessario!.


    Eiatsu l'aveva detto sin da subito, l'unico modo per resistere è attaccarsi a ciò che si ha di importante. Ed io oggi avevo un importante obbiettivo vitale, dovevo diventare la miglior spia in circolazione. Se per poterlo essere dovevo essere torturato, ben venga, si occomodino.
    Finalmente dopo un tempo interminabile venne Anteras a prendermi. Il giorno era solo a metà, avrei dovuto ancora studiare tutto il pomeriggio i metodi criptati assieme ad Ukitake. Non ero nella condizione psicologica migliore per studiare, ma come in ogni altra cosa da questo momento in avanti c'avrei messo tutto il mio impegno.



    Day 4



    Come sembre il bagno serale e l'ottima cena che si poteva avere nella mensa comune riuscivano a ripristinare anima e corpo di chiunque. Questa mattina mi ero svegliato all'ora indicatami, non ero riuscito ad andare nella voliera, troppo distrutto dalle torture del giorno precedente.


    Chissà cosa mi aspetta oggi.

    Pensai mentre mi recavo nella zona dell'addestramento odierno. Ad attendermi c'era una bambina indicativamente della mia stessa età, tra i 10 ed i 12 anni. Rimasi stupido dal fatto che questa villa ospitasse altri gagni del mio genere. Ma ne rimasi contento, ciò significava che nonostante l'età avrei presto potuto essere un valido membro della villa, e servire non solo fedelmente, bensì abilmente.
    Ascoltai il lungo discorso della ragazza. La giornata di oggi l'avrei dedicata a famigliarizzare con i movimenti furtivi. Dovevo sviluppare meglio l'abilità di passare inosservato e nello stesso tempo di ottenere informazioni.
    Davanti a me avevo tre diverse prova, a sentir parlare la ragazza sembrava che tutte e tre avessero lo stesso grado di difficoltà. I tempi delle altre persone erano impressionanti, mai sarei riuscito a batterli, ma per oggi mi sarei già sentito soddisfatto nell'uscire vittorioso dalle tre prove senza farmi beccare. Già comunque discretamente difficile.
    Mi congedai dalla bambina con un gesto di saluto effettuato con la mano, tra bimbi speravo non fossero necessarie grandi formalità. Anche se in alcuni momenti lei era riuscita a padroneggiare un linguaggio molto sviluppato,, quasi forbito. Ecco, forse in questo non sarei mai migliorato.

    Siccome le tre prove dovevano essere di ugual difficoltà le avrei affrontate nell'ordine in cui venivano spiegate. Avrei iniziato dai due tizi che giocavano a scacchi. Mi avvinai al luogo in cui stavano giocando passando dalla parte ovest della casa, arrivando in una piccola pineta. Saltai su gli alberi davanti a me e andai dritto verso il lago. Arrivai ad essere sulla seconda fila di alberi della pineta, davanti a me potevo vedere il tavolino con la scacchiera ed i due giocatori. Alla mia sinistra c'era un piccola baracca e dopo di loro un lago. La partita sembrava esser appena iniziata, forse solo una delle tante che avrebbero affrontato quel giorno. Mentre osservavo i due tizi giocare cercai di ricordare gli insegnamenti importanti. Questa poteva considerarsi una delle mie prime operazionni sul campo da spia. Dovevo essere calmo e paziente. Una spia ha tutto il tempo del mondo in casi come questi, l'importante è l'obbiettivo. Difficoltà primaria nel superare questa prova era imparare il gioco degli scacchi, che non conoscevo. Non solo avrei dovuto muovere un pezzo bianco, ma avrei anche dovuto far vincere il bianco con quella stessa mossa. Indossai il Rivestimento Mimetico ed osservai la coppia di signori giocare per un'oretta. Dovevo assolutamente comprendere le regole basi del gioco. Non ero mai stato una cima nella logica, ma gli ultimi giorni mi stavano abilmente insegnando ad usare il cervello, e dopo quel tempo di osservazione riuscì perlomeno a capire i movimenti più semplici. Nell'oretta d'osservazione che avevo fatto i due signori avevano disputato tre partite e stavano iniziando la quarta. Tutte e tre le partite erano state vinte dal Nero, che era più anziano e probabilmente esperto.


    Questa è l'ultima partita, dopodichè andrò a riposare, ti ho già annientato per oggi.

    Ti farò a pezzi questo giro. E poi sarà meglio che sia l'ultima, inizio a vedere delle api e sappiamo benissimo che ci fanno paura questi animali di merda.
    Queste parole vennero pronunciate dal vecchio, che probabilmente iniziava a stufarsi vista la facilità del gioco. Mentre il giovane mi aveva rivelato un'informazione utile, i due potevano avere un punto debole, la paura. Speravo che l'offesa avrebbe stimolato il cervellino del bianco, Era ovvio che da un momento all'altro mi sarebbe potuta capire l'occasione buona per compiere la mia missione, e dovevo assolutamente portarmi in una situazione di vantaggio. Dovevo avvicinarmi, e l'unico posto in cui avrei potuto nascondermi era la baracca. Mi spostai attraverso la pineta, in maniera tale da frapporre la baracca tra me e loro, a quel punto sarei scattato in avanti avvicinandomi alla baracca. Iniziai a sentire un forte ronzio provenire da un nido di api proprio sotto il tetto della baracchetta. Ecco spiegate le api che tanto facevano paura a questi signori. Avrei dovuto tenere bene a mente quell'informazione, era ovvio che avrei dovuto saperla sfruttare, a mio rischio e pericolo.
    Entrai nella baracca, che fortunatamente aveva la porta dal mio lato stando ben attento a non far rumore aprendo la porta. All'interno era tutto buio e sentivo volare nell'aria attorno a me qualche ape. Non erano il mio animale preferito ma non mi avrebbero certo impedito di portare a termine la missione. Mi avvicinai al muro dalla parte dei giocatori e trovai una serie di piccoli buchi qua e la dal quale poter osservare i giocatori. Il bianco sembrava starsi riprendere, e tutto sommato c'era la possibilità che vincesse.


    Attento alla prossima mossa ragazzo. Se corretta, vincerai, se errata, perderai.

    Disse con calma l'anziano. Mi si strinse il cuore, non pensavo di dover intervenire così rapidamente. Diedi un'occhiata al giovane, sembrava molto perplesso, probabilmente non immaginava di aver davanti a se una possibilità così grande. Speravo che ciò l'avrebbe indotto a perdere molto tempo nella scelta della mossa. Guardai verso il basso del muro di legno, vidi un buco abbastanza largo di circa cinque centimetri. D'un tratto mi fu chiaro come agire. Presi un sonaglio dalla tasca e lo posizionai per terra, proprio davanti al buco nel muro verso i giocatori di scacchi , che distavano da me circa 4 metri. A guardare la scacchiera il bianco aveva una sola mossa valida, tutte le altre lo avrebbero condannato. Ma denominatore comune di tutte le mosse sbagliate che avrebbe potuto fare era una singola pedina. Aspettai la mossa del bianco, che prese con calma il suo cavallo. Ecco fatto, già che aveva preso in mano il cavallo era certo che avrebbe fatto la mossa errata, aspettai di capire verso quale casella stava per posizionarlo e diedi un calcio al sonaglio. Questo sarebbe schizzato verso rapidissimo sotto il tavolo dei giocatori di scacchi emettendo il suo classico suono. Sarebbe potuto sembrare un veloce serpente per qualcuno di poco esperto, e se anche non si fossero spaventati sicuramente la loro attenzione si sarebbe spostata sull'erba sottostante, dimenticando per un attimo la scacchiera, esattamente la stessa cosa che avevo fatto io quando avevo perso di vista la bimba per guardare la pergamena.
    In quel preciso istante avrei utilizzato la Tecnica del furto. Un sottilissimo filo di chakra sarebbe passato da uno dei tanti buchi di quel vecchio muro della baracca e si sarebbe agganciato ad una delle pedine del nero. La presenza di quella pedina segnava la vittoria del nero, la sua assenza invece ne determinava la sconfitta. Negli scacchi si sa non vale il detto " tutti sono utili ma nessuno è indispensabile", difatti, una singola pedina può cambiare il risultato della partita. Avrei preso un'alfiere del nero, che trascinato dal filo di chakra sarebbe sbattuto contro il muro di legno ed atterrato per terra. Se il pezzo fosse totalmente sparito i due avrebbero potuto sospettare qualcosa, così invece l'avrebbero ritrovato per terra e avrebbero pensato di esserselo dimenticato. Di fatti non era pensabile che fosse stato l'eventuale movimento di uno di essi nel caso in cui si fosse spaventato a far cadere proprio quel pezzo e non tutti gli altri. La mossa era abbastanza astuta, ma tutto dipendeva dai due signori, dovevo sperare che abbassassero la concentrazione al passare del sonaglio .


    La pigiatura del mosto



    <div class="gdr"> Dopo la missione degli scacchi mi spostai dall'altra parte della pineta, dalla quale potevo vedere parte della procedura di raccoglimento dell'uva. Davanti a me c'erano le officine, luogo nel quale arrivavano le casse d'uva. Portate da 7 individui che seguivano sempre lo stesso giro nelle vigne. Mi avvicinai alle officine passando da dietro, alla ricerca di un vetro dal quale vedere le operazioni interne. C'erano due individui che controllavano i grappoli. Li osservai per qualche minuto e notai che tutto sommato avevano l'aria distratta, probabilmente tra una cassa e l'altra bevevano e dovevano essere già con i gomiti un po' alti. Avrei ben dovuto sfruttare quest'informazione. L'officina aveva anche una porta sul retro, alle spalle dei due operai che setacciavano il vino. Essi mi davano le spalle, e alla loro destra per tutta la lunghezza dell'officina c'era un bancone. Su questo bancone era appoggiato il pintone di vino dal quale continuavano a bere. Mi sdraiai a terra strisciando per arrivare silenziosamente in prossimità della brocca. Dopo qualche istante ero proprio sotto di essa. Presi la bottiglia di alcool dal mio equipaggiamento ed aspettai il momento propizio. Appena sentì la bottiglia toccare nuovamente il balcone l'afferrai con un movimento rapido, sicuramente i due operai dopo l'ennesimo bicchiere stavano tornando al loro lavoro. Rovesciai in fretta un buona dose di alcool all'interno della brocca, che si sarebbe presto mescolata al vino e riposizionai la bottiglia al suo posto. I due erano già alticci, non si sarebbero accorto dell'aumento sproporzionato della gradazione alcolica del vino, e nel migliore dei casi si sarebbero addormentati nell'arco di pochi minuti. L'indomani li avrebbero accolti una bella sgridata ed un bel mal di testa.


    Questi due sono fuori uso!

    Difficilmente avrebbero notato qualcosa di strano d'ora in avanti, e difficilmente i raccoglitori avrebbero fatto caso alla loro ubriachezza visto che lasciavano le casse davanti all'officina senza star troppo a pensare al lavoro dei due operai. Rimasi sdraiato mentre aspettavo l'arrivo del quarto e del quinto raccoglitore. Il quarto zoppicava ed era lento, sarebbe arrivato quasi contestualmente al quinto. La resistenza all'alcool dei due operai mi stupì, erano ancora in grado di prendere le casse due e tre che i trasportatori avevano appena portato. Io, sempre dietro il bancone dove nessuno poteva vedermi aspettavo l'arrivo della cassa numero cinque, e nel frattempo avevo individuato una cassa di una sultanina sul fondo dell'officina. Come preventivato il quarto raccoglitore tardava ad arrivare, dalla mia posizione potevo vederlo, e subito dietro di lui di qualche decina di metri c'era già il quinto. I due lasciarono le loro casse per terra e se ne andarono. I due operai nel frattempo erano ampiamente indietro con il loro lavoro, probabilmente per l'ubriachezza procedevano a rilento ed erano ancora presi dal setacciare la terza cassa. Presi la quinta cassa appena posata, lasciando solamente la quarta sul pavimento. I sensi dei due erano andati, e difficilmente avrebbero notato il ritardo del quarto trasportatore. Una volta finita la terza cassa sarebbero andati a prendere la quarta, e secondo i normali ritmi di lavoro sarebbe poi normalmente arrivata la sesta. L'assenza della quinta cassa sarebbe potuta tranquillamente passare inosservata.
    Presi la quinta cassa con l'uva buona e la trascinai verso l'uscita, ma prima dovevo ancora versare il contenuto della cassa di una sulterina nel bacile. Aspettai che i due operai terminassero il setacciamento della quarta cassa e che si alzassero per andare a prendere la quinta. Sfruttai quei pochi attimi buoni per rovesciare la cassa di uva sulterina previamente individuata nel bacile e per dare una bella girata, evitando che i grappoli bianchi si vedessero ad una rapida occhiata. Dopodichè scattai verso la porta, portando via con me la quinta cassa di uva buona.




    Cavallo goloso



    Tra una missione e l'altra il tempo passava ed era già quasi mezzogiorno. Ora toccava l'ultima missione. Arrivai al maneggio passando da dietro la villa e attraverso il campo degli ulivi, dopodichè entrai direttamente nel bosco, dal quale potevo osservare il giardino circostante. Il maneggio era proprio davanti a me, e li intorno potevo vedere Ashiro correre dietro ad una farfalla. Più avanti c'era un lungo campo di fiori ed un giardiniere intento a sistemare della terra. Pochi attimi dopo il mio arrivo la farfalla se ne andò, ed Ashiro tornò più vicino al maneggio.


    cosi non posso evitarlo... Devo farlo giocare.

    Il rimedio poteva essere veloce, ma prendere le farfalle non sarebbe stato particolarmente agevole nemmeno per nessuno. Attraversai parte del bosco e tagliai verso il centro dell'esterno per arrivare nel campo di fiori, tra la prima e la seconda fontana. Il giardiniere era ancora abbastanza lontano, ed il mio passaggio era stato nascosto ad Ashiro dalla grossa fontana vicino al maneggio. Mi sdraiai a terra, cercando di rimanere ben nascosto tra i fiori. Rimasi il più immobile possibile, in maniera tale che gli animali si abituassero alla mia presenza. Dopodichè, non appena una farfalla mi si avvicinava la prendevo un rapido scatto della mano, per poi metterla in una tasca vuota dei pantaloni. Aspettai di averne intrappolate sei o sette, dopodichè feci lo stesso percorso a ritrovo, e mi avvicinai al maneggio da dietro, rimanendo coperto alla vista di Ashiro ed indossando il Rivestimento mimetico


    Loro sono forti, devo stare molto attento

    Ashiro e gli altri mi avevano dato dimostrazioni di grande prova, e di conseguenza anche se Ashiro sembrava un tonto dovevo temerne le capacità. Mi accucciai ed iniziai a rilasciare la prima farfalla dalla tasca, prendendola con una mano e lasciandola andare nella direzione di Ashiro. Speravo che questo l'avrebbe distratto. La farfalla avrebbe cercato di tornare verso i fuori, e per farlo avrebbe proprio dovuto passargli davanti. Aspettai di sentire il bambinone correrle dietro felice e scattai con attenzione dentro il maneggio. I cavalli erano animali pericolosi ed attenti, non dovevo passare dietro di essi e dovevo stare attento a non disturbarli. Entrato nel maneggio vidi cinque cavalli, a qualche metro di distanza da me, divisi ognuno nel suo recinto. Dal mio lato potevo trovare del fieno e delle carote, ne presi quanto più potevo con una mano e mi avvicinai al cavallo tendendo la carota verso di esso, il quale senza grossi rumori iniziò a mangiare la carota prima, ed il fieno dopo. Dentro il maneggio sentivo pochi rumori, e non potevo ben immaginare cosa stesse facendo Ashiro, di conseguenza ogni due minuti rilasciavo una farfalla. Anch'essa speravo avrebbe mirato ai fuori, passando sempre davanti al nostro bambinone di casa. Mentre il cavallo mangiava cercai di sellarlo. Era la prima volta che facevo questo genere di operazione, ma i passanti erano pochi ed anche ad un novellino sarebbe sembrata un'operazione ovvia. Mancava la malizia e l'esperienza, di conseguenza ogni tanto potevo mancare un passante e dover ripetere l'operazione. Fatto il primo cavallo rilasciai un'altra farfalla dalla tasca, dopodichè avrei preso un'altra carota e dell'altro fieno per ripetere l'operazione con gli altri due cavalli, stando sempre attento a rilasciare una farfalla ogni due minuti.
    Terminato di sellare i cavalli avrei ripercorso la strada fatta in precedenza, passando da dietro e ripercorrendo la zona degli ulivi, diretto al luogo dell'incontro con la bambina.


    Speriamo di non aver dato nell'occhio!
     
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    Il ragazzo tornò, dopo diverse ore, riuscendo a completare tutte e tre le missioni. Yachiru lo attendeva sullo stesso albero dove lo aveva lasciato con un grosso sorriso sulle labbra:

    " Allora non sei proprio una schiappaaa! hihihihi Non sei stato perfetto ma per essere la tua prima volta non male! Ovviamente ti ho seguito...non mi hai visto? hihihi Così posso dirti i piccoli errori che hai commesso:

    Per gli scacchi avresti dovuto cambiare un pezzo bianco e non nero. Però mi rendo conto che dovendo prima imparare a grandi linee il gioco hai perso molte mani per trovare la situazione giusta e lasciandoti solo l'ultima partita come margine già è tanto che sei riuscito a far vincere quel tipo! Hai sfruttato abbastanza bene l'ambiente; io ad esempio avrei utilizzato il lago, avevi anche un respiratore. Coprendoti dietro qualche pianta acquatica avresti potuto sentire meglio ciò se si dicevano però mi è piaciuto il giochetto con il sonaglio e il fatto che hai usato le api!

    Per quegli ubriaconi degli operai sei andato anche troppo bene; dovrei dire a Diogenes che pensano solo a bere mentre lavorano. Geniale l'utilizzo dell'alcol puro hihihi L'unico appunto te lo faccio sulle ronde: se in missione ti trovi a dover infiltrati in un qualche posto sorvegliato assicurati di cronometrare attentamente gli intervalli tra le guardie. In genere seguono sempre uno schema e una volta raccolti tutti i dati è più facile trovare la via più sicura.

    Al maneggio invece, diciamocelo, sei stato fortunato. In missione non ti affidare mai al caso: se una sola di quelle farfalline avesse preso una strada differente Ashiro ti avrebbe scovato in un istante. Inoltre non sprecare mai risorse: invece che mandarle ad intervallo regolari, potevi utilizzare uno specchietto e fissarlo con il nayolon in qualche punto strategico per osservare se Ashiro fosse ancora sotto controllo o meno, no ? Per tenere ancora più a bada i cavalli avresti poi potuto trasformarti da gigante, anche se un po' più basso di certo avresti avuto vita più facile con quegli animali."


    Osservazioni che Ryoshi stesso avrebbe potuto giudicare se valide o meno. In ogni caso la parte complicata di quel giorno era passata; la prima parte del pomeriggio sarebbe stato ancora in compagnia di Yachiru. Ti avrebbe insegnato molte cose: per prima cosa vi saresti diretti verso il boschetto e lì ti avrebbe insegnato a fare meno rumore passando sulle foglie e spostarti sugli alberi velocemente e in sicurezza [->Furtività Base]. Era incredibile come con pochi piccoli accorgimenti si potesse migliorare tanto nel compiere quei movimenti. Sempre lì lo avrebbe istruito su come focalizzarsi sulle cose e non osservare semplicemente l'ambiente circostante: i due avrebbero quasi giocato a chi riconosceva più varietà di uccelli, seminascosti tra il fogliame degli alberi, o chi trovava più tane di formiche. attività che sembravano un passatempo ma che in realtà avrebbero fatto acquisire maggiore padronanza dei propri sensi alla spia [->Occhi di falco]. Successivamente i due si sarebbero diretti verso il giardino e lì la ragazzina gli avrebbe insegnato a riconoscere diversi tipi di rumore: dal riconoscibile ronzio di un'ape ai diversi tipi di calzature portate dai passanti. Avrebbero passato quasi un'ora a raffinare il senso dell'udito, anche qui facendo a gara su chi ne riconoscesse in maggior numero [->Investigatore, Percezione Base]. Il tempo sarebbe trascorso in realtà velocemente e in allegria...Yachiru era certamente tutt'altra cosa rispetto Eiatsu come sensei.

    Ti avrebbe salutato con un grande abbraccio e un incitamento a non mollare in quei giorni:

    " Mi raccomando metticela tutta. Io ho provato a darti qualche dritta per domani..."

    Domani? Cosa avrebbe dovuto fare domani?

    Giorno 5 ::: Sopravvivenza

    Niente colazione quella mattina e già questo avrebbe fatto salire qualche sospetto al ragazzo. Ad attenderlo davanti il portone di ingresso della villa c'era il gigante buono, chiaramente eccitato nel vederti.

    " Hei Ryoshi..noi due stare insieme per un po...andare in un bel posto! Segui me! "

    Il sunese non poteva sospettarlo ma ciò che lo attendeva era ben più spaventoso delle prove e delle lezioni che aveva sostenuto fino ad ora. Per i prossimi giorni avrebbe dovuto mettere in pratica quanto imparato in questi giorni; diciamo l'esame finale prima di tornare di fronte ad Eiatsu e vedere se aveva raggiunto il punteggio minimo per diventare una spia!

    I due avrebbero lasciato la residenza Mikawa per dirigersi ad ovest; Ryoshi non aveva mia visto il Bosco dei Sussurri e come principale attrazione turistica del villaggio Diogenes non potè che pensare di farglielo visitare! Ashiro si fermò proprio sul limitare dei primi alberi per dire al ragazzo:

    " Trova la casa di Ashiro e tu superare la prova! Io aspettare te lì. Ok ? "

    Sembrava facile...peccato che il Bosco fosse il luogo più inadatto ad un semplice studente di tutto il continente probabilmente e che riuscire ad orientarsi al suo interno era difficile anche per i genin più esperti! Il sole non filtrava tra quell'intreccio secolare e fauna e flora del posto aveva sviluppato nel tempo delle capacità del tutto fuori dal comune...esperimenti di Orochimaru, alcuni dicono.

    jpg

    Ryoshi non poteva saperlo ma, se fosse stato bravo, avrebbe impiegato almeno 2 giorni a trovare la baracca di Ashiro! Non vi erano sentieri tracciati, non vi erano punti di riferimento palesi, le pozze d'acqua erano velenose e durante la notte la natura prendeva il sopravvento...
    Se la neo spia non avesse avuto altre domande, l'uomo bestiale avrebbe preso a correre a tutta velocità dentro il bosco, non facendo troppo caso a distruggere i fitti rami pieni di spine per crearsi un ingresso.
    Ora il ragazzo era da solo e avrebbe dovuto cavarsela solo con le sue forze. Per fortuna aveva il sacchetto che Anteras gli aveva preparato quella mattina, ispezionarlo sarebbe stato il primo passo per valutare bene ciò che aveva a disposizione. Eppure più apriva scatole, barattoli e scartava fogli di carta più la realtà sarebbe apparsa lampante al giovane: il sacchetto era vuoto! Sul fondo di uno dei contenitori vi era un fogliettino con sopra scritto:

    Mi dispiace Ryoshi ma Diogenes mi ha ornato di non darti una mano. Non morire.



    CITAZIONE
    OT / Le abilità indicate in "->" sono, oltre un suggerimento a cose da prendere una volta genin, la possibile evoluzione di quelle capacità che Yachiru e co. ti stanno cercando di inculcare. Ciò non significa che le apprendi ora, visto che sei ancora studente XD

    Veniamo alla prova: anche qui hai campo libero ma cerca di puntare molto sulle abilità da spia e sopravvivenza (fuoco, acqua, cibo, riparo, orme, odori, sensi ecc). Dividi il viaggio in due post e io posterò come intermezzo.



    Difficoltà:
    arancione - Piante velenose: a contatto, veleno debilitante c2
    bianco - Ragni Giganti: energia bianca, Pot morso 10
    giallo -Serpenti Stritolatori: energia gialla, Pot stretta 20
    viola - Giaguari del Suono: energia rossa, Pot zanne ed artigli 25

    marrone - Baracca di Ashiro
    rosso - Punto di partenza
    blu - Fiume / OT
     
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    Pensavo di esser stato molto abile nelle missioni svolte, ed invece in due su tre di esse avevo commesso un'errore. Riguardo alla sellatura dei cavalli ero stato fortunato, ma l'errore commesso sulla scacchiera era imperdonabile per i miei standard. Dovevo muovere un bianco, ed invece avevo commesso l'azione con il nero, avrei dovuto essere più preciso da questo momento in avanti. Cercai di stare ben attento alle parole di Yachiru, facendo memoria di ogni suo consiglio. Dovevo apprendere tutto il necessario dai miei sensei. La giornata continuò con lei, che mi insegnò a sviluppare molte abilità nuove. Mi avrebbe insegnato a muovermi in maniera furtiva, in modo che fosse più difficile per i miei avversari notarmi, e mi avrebbe insegnato a stare attento ai dettagli, sviluppando sia la vista che l'udito. La percezione era fondamentale, ciò mi permetteva di notare piccole cose o di riconoscere animali e suoni lontani. Mi avrebbe insegnato a riconoscere i pericoli ed a captare informazioni utili in futuro. Questa parte della giornata fu molto piacevole. Yachiru era carica ed avendo sostanzialmente la mia stessa età mi sembrava per la prima volta nella mia vita di vivere una giornata normale assieme ad un mio coetaneo. Appresi tutto il possibile, e mi preparai per un'altra successiva ed importante giornata di lavoro. Non avevo idea di cosa mi aspettasse.


    Sopravvivenza



    Quella mattina a differenza delle altre volte non mi venne lasciata la possibilità di fare la colazione. Poco male pensai, la sera prima come sempre mi ero saziato adeguatamente grazie a tutte le prelibatezze offerte dalla mensa di villa Mikawa. Non sapendo a cosa stessi andando incontro non potevo immaginare di quanto avrei avuto bisogno di quella colazione. Presi un sacchetto datomi da Anteras senza farci troppa attenzione e mi diressi verso il portone, dove il buon Ashiro mi attendeva.


    Ashiro sensei ?

    Suonava proprio male. Mi piaceva quel gigante buono, ma non pensavo potesse avere nulla da offrirmi. In confronto a soggetti come Anteras o Ukitake, che sin dalla prima occhiata offrivano abilità particolari ed avevano l'aria di coloro che potevano insegnarti un'infinità di cose Ashiro sembrava un tontolone. Io mi fidavo però del boss, colui che mi aveva dato la mia seconda possibilità, che aveva salvato le ceneri permettendomi di rinascere. E se egli riteneva che Ashiro potesse tornarmi utile io l'avrei seguito in capo al mondo. Seguì Ashiro verso ovest, fino all'inizio del famigerato bosco dei sussurri. Non l'avevo mai visitato e non avevo nemmeno appreso nessuna informazione scolastica su di esso, ma le leggende a riguardo parlavano chiaro, era un posto da evitare. Sentì un lungo brivido nella schiena quando realizzai di doverci girare dentro da solo. La prova di oggi sarebbe stata ben più temibile delle torture di Eiatsu. Ashiro mi disse di trovare casa sua li in mezzo, e poco dopo scomparve lasciando dietro di se un macello di rovi spezzati.


    Come fa a non avere male ?

    Mi chiesi stupito. Era passato in mezzo a dei rovi senza quasi farci caso, anzi, a dir la verità erano i rovi ad aver avuto nettamente la peggio. Rovistai velocemente il sacchetto lasciatomi da Anteras prima di prendere una qualsiasi decisione, era meglio avere un'idea concreta di quello che avevo a disposizione prima di decidere come muovermi. L'unica cosa che trovai era il famoso foglietto con la richiesta di non morire. Iniziai ad avere paura, e capì che se non fossi tornato non sarebbe venuto a cercarmi. Quella villa era abitata da persone fuori dal comune, per sopravvivere al bosco dei sussurri anch'io avrei dovuto dimostrare di esser della stessa pasta; altresì la selezione naturale avrebbe pensato al resto.


    Sono una spia. Non esisto, non posso morire, non posso sanguinare.

    Questa era la prima missione sul campo. Pensai a quel 18/100 ottenuto nei test di Eiatsu. Questa era la prova per dimostrare di essere migliorato, non avrei assolutamente dovuto sprecarla. Pensai brevemente a quale fosse la mossa il modo migliore di muovermi. Ashiro disse che mi avrebbe atteso, e di conseguenza avrei potuto seguire le sue tracce lungo il cammino, d'altra parte conoscevo il ragazzo e sapevo che lungo il cammino si sarebbe distratto. Seguirlo passo passo significava rischiare di percorrere molta strada aggiuntiva inutilmente. Anzi, dannosamente visto che ogni passo più nel necessario aumentava considerevolmente i rischi della permanenza dentro al bosco. Detto ciò, almeno inizialmente che la pista era fresca mi conveniva seguirla, potevo sperare che almeno inizialmente la strada intrapresa da Ashiro fosse giusta, o perlomeno orientata nella direzione corretta, da li in avanti avrei dovuto stare ben attento a cosa trovavo.
    Iniziai ad avanzare con grande attenzione, cercavo di muovermi come insegnatomi il giorno precedente da Yachiru. I miei movimenti non erano ancora furtivi, lei era indubbiamente molto più abile ma dovevo cercare di utilizzare ogni accorgimento possibile.
    Avanzai superando i rovi rotti da Ashiro, stando però ben attento a non farmi graffiare da alcuno di essi. Ashiro sembrava muoversi perlomeno inizialmente verso nord-ovest. Dopo i primi rovi rotti potevo vedere le sue orme, per il momento molto profonde ed evidenti nel terreno morbido. Camminavo lentamente, la paura mi faceva battere il cuore molto forte, e tutti i miei sensi erano concentratissimi. Cercavo di ripetere gli insegnamenti del giorno precedente, ogni cinquanta metri mi fermavo e guardavo attentamente tutta la natura intorno a me, poi trattenevo il fiato per qualche secondo e cercavo di udire e captare ogni rumore nella zona. Ero certo ci fossero molti pericoli, e di conseguenza dovevo stare attento ad accorgermene prima di esserci troppo vicino. Presi un kunai ed iniziai a segnare con numeri successivi gli alberi cui passavo intorno. Mi avrebbe indubbiamente rallentato questa tattica, ma era un'espediente sicuro. Se avessi trovato una bestia feroce o qualcosa da cui scappare avrei rischiato di perdere l'orientamento e perdermi per sempre nella foresta. In questo modo se mai fossi riuscito a ritrovare uno degli alberi marchiati mi sarebbe bastato seguire la strada a ritroso per uscire dal bosco dei sussurri. Uscire sconfitto certo, ma vivo. D'un tratto le orme sparirono, come assorbite dal terreno.

    Devo seguire la direzione originaria, sperando sia corretta.

    Continuai ad avanzare seguendo la direzione originaria, proseguendo cioè verso nord'ovest. Man mano che mi addentravo all'interno di questa foresta potevo sentire una strada sensazione. I rumori sembravano diminuire, contrariamente a quanto potessi immaginare. Mi aspettavo di poter sentire il rumore degli animali, mentre questo silenzio inquietante era sicuramente foriero di qualche pericolo. Inizia a temere la presenza di qualche possibile predatore. Mi fermai concentrandomi sui rumori, e guardando ben attento attorno a me. Non mi sembrava di percepire nulla di particolare, ma dentro di me era sorta l'idea di essere in pericolo. Non potevo sapere qual genere di animali abitassero la foresta, ma iniziai a rivalutare la scelta di procedere lungo il terreno. Le orme ormai non erano più visibili. Per un breve tratto avevo cercato di intravedere dei residui dell'abbigliamento di Ashiro nella vegatazione, magari strappato mentre correva disattento, ma non c'era nulla di nulla.
    Decisi di proseguire passando di albero in albero. Magari anche Ashiro aveva adottato lo stesso accorgimento, lui conosceva la foresta e magari passare dall'alto era meno rischioso. Setacciai la zona in cerca di qualche residuo o traccia sugli alberi, ma anche questa volta non trovai nulla di utile.


    Nord'ovest sia.

    Data l'assenza di tracce era quella l'unica possibilità che mi rimaneva, continuai saltando di albero in albero, cercando di passare di ramo in ramo varcando distanze più brevi possibili. In primis se mi fossi mosso velocemente avrei rischiato di non accorgermi di qualche rischio, mentre procedendo lentamente potevo sia continuare a marchiare gli alberi su cui passavo, sia avere un miglior controllo della zona circostante.
    Mi fermai di colpo, avevo sentito un rumore spezzare quel silenzio surreale. Non potevo mentire a me stesso, avevo molta paura di tutta quella foresta attorno a me, e questo rumore mi fece nuovamente vivere un lungo brivido. Guardai attentamente la zona, restando immobile e cercando di respirare con calma, per fare meno rumore. Sotto di m'è c'era un ragno di dimensioni giganti. Il rumore proveniva esattamente da lui, che con le sue grosse e pelose zampone era passato sopra delle foglie secche. Non sembrava avermi notato, ma non potevo esserne certo, magari era una trappola. Non conoscevo quella foresta e le sue consuetudini, perciò dovevo comportarmi davanti ad ogni pericolo come se fosse il più grande mai affrontato nella mia vita. Attaccare il ragno era una mossa fuori di ogni senso, non potevo sapere quali pericoli nascondeva. Mi guardai attorno circospetto, era strano che il ragno fosse a terra, me lo sarei aspettato su una ragnatela in attesa di prendere la vita di qualche bestia intrappolata.
    Mi sforzai di rimanere concentrato e di guardarmi attorno, da qualche parte doveva certamente esserci la ragnatela, e se ci fossi finito dentro difficilmente avrei rivisto il resto del mondo. Rimasi fermo a studiare il ragno per qualche minuto, sembrava muoversi lentamente e senza un obbiettivo preciso. Mi spostai lentamente di qualche ramo continuando nella solita direzione, ma anche se feci di tutto per risultare silenzioso vidi il ragno muoversi di scatto, alla ricerca della fonte del rumore.


    Devo inventarmi qualcosa.

    Il ragno si era mosso quando aveva sentito un rumore, dovevo dargli motivo di andare in direzione opposta alla mia. Presi uno dei sonagli dalla tasca e con un gesto rapido lo lanciai dentro un gruppo di rovi una ventina di metri nella direzione opposta a quella che intendevo seguire. Nell'impatto il sonaglio emise il suo caratteristico fischio, ed il ragno corse in quella direzione. Sfruttai la sua distrazione momentanea e continuai la mia avanzata. Non feci tempo a fare qualche passo sui rami che mi ritrovai davanti ad un'enorme e fitta ragnatela. Era molto vasta, ovviamente proporzionata alla dimensione del ragno e potevo vedere intrappolata dentro di essa altre povere vittime. L'unico modo per aggirarla era scendere nuovamente sul terreno. Controllai attentamente che non ci fosse alcun genere di predatore e scesi rapidamente.
    Le ore passavano in fretta e stava per scendere la sera. Iniziavo a mostrare i primi segni di stanchezza, fame e sete. Sceso dall'albero continuai verso nord'ovest, e superai un paio di pozze d'acqua. Emanavano un'odore tremendo, e non potevo certo correre il rischio di bere quel putridume. La ricerca della baracca si dimostrava ben più lunga del previsto e mio malgrado non avevo fatto i conti con i bisogni naturali del corpo. Mi resi conto di poter continuare ancora per poco, dopodichè sarebbe stato troppo rischioso. In una foresta pericolosa come quella era meglio essere al meglio, e continuare nonostante la stanchezza sarebbe stato un'errore fatale. Inoltre già i fitti rami rendevano la visibilità molto scarsa, ma di notte con i soli raggi lunari avrei rischiato di non vedere alcuni pericoli. Dovevo mettere in conto di dovermi accampare.
    Avanzai con le solite precauzioni, stando ben attento ai rumori e cercando di aguzzare la vista prima di ogni passo. Mi ritrovai a sentire uno strano odore nell'aria, e mentre avanzavo incontrai alcuni animali morti lungo il cammino. Anche alcune piante mostravano evidenti segni di sofferenza.


    Dev'esserci qualcosa di velenoso nella zona.

    Non potevo sapere da dove arrivasse il pericolo questa volta, se si trattasse di qualche agente patogeno nell'aria, se fosse un meccanismo di difesa di qualche piante o di qualche altro animale; e di conseguenza dovevo stare più all'erta che mai. Avanzai cauto, ed infine mi ritrovai davanti ad una grossa pianta. L'odore aumentava man mano che mi ci avvinavo.


    Cazzo, se fosse l'odore il problema ? Potrei esser già stato infettato...

    Non avevo modo di verificare il mio stato attuale. Mi sentivo stanco ma non avevo nessun segno evidente di avvelenamento. D'altro canto non sapevo quali che fossero i tempi di reazione del veleno. Dovevo verificare se non ci fossero altri modi di contagio. Affianco a me c'era una farfalla. Uno strano animale per quell'ambiente, si aggirava veloce incurante dei pericoli. L'afferrai con un rapido gesto della mano, e quasi fosse uno shuriken la lanciai verso uno dei fiori della strana pianta puzzona. Le alti della farfalla le avevo rotte mentre la prendevo, per evitare che riuscisse a sottrarsi al lancio, impattò contro il fiore, e cadde a terra davanti ai miei piedi. Mi chinai per osservarla da vicino, su di essa c'era uno leggerissimo strato di qualche cosa, e la farfalla sembrava esser morta. La causa non era stata certo la rottura dell'ala.


    Il contatto è problematico. Spero non lo sia anche l'odore.

    Guardai bene gli alberi attorno a me, la ragnatela sembrava essere sparita e decisi di tornare a camminare passando su di essi. Saltai su quello più vicino e mi allontanai nella solita direzione. Avevo capito che quel genere di piante era mortalmente pericoloso. Lo era per la farfalla, magari su di me avrebbe avuto effetti minori, ma indubbiamente sarebbe stato meglio restare nel dubbio.
    Avanzai ancora per una ventina di minuti, finchè non incontrai un fiume davanti a me. Lo osservai con attenzione. Era calata la notte e per me diventava fondamentale organizzarmi per la notte. Il fiume ad una prima osservazione non sembrava nascondere grandi pericoli, posizionatomi sopra l'albero più vicino guardai tra le acque senza veder passare nessun pesce strano. Scesi sulla riva e mi chinai per annusare l'acqua. Dovevo stare attento a tutto e prima di bere verificai l'odore dell'acqua. Non sembrava nascondere nessun pericolo. Riempì le mani dopo averle chiuse a bacinella e bevvì una prima sorsata. Anche il sapore sembrava esser normale. Bevvi ancora. Mi ritrovavo in una zona adatta all'insediamento notturno, c'era una piccola zona erbosa di cinque metri quadrati, attorniata poi dai soliti alti alberi dal un lato, ed il fiume dall'altro. Il problema attuale primario era però la fame. Avrei potuto sopravvivere anche senza mangiare, ma non sapendo cosa mi aspettasse l'indomani avrei dovuto cercare di cibarmi per fare il carico di proteine e sostanze nutrienti.
    Entrai con i piedi nell'acqua ed impugnai un kunai. Chiusi gli occhi e mi concentrai sui miei sensi. L'acqua fredda mi arrivava sotto al ginocchio, e di tanto in tanto mi sembrava di percepire degli spostamenti dell'acqua innaturali. Probabilmente dovuti al passaggio del pesci. Riaprì gli occhi e mi concentrai sul da farsi. Vidi un pesce passarmi affianco a con movimento rapido lo infilzai con il kunai. Slot Azione, Gialla + 2 . Un pesce era stato preso senza troppe difficoltà. Iniziavo a sentire il freddo nelle ossa, passare quel tempo nell'acqua di notte non era proprio una passeggiata. Decisi di stringere i denti e di guadagnarmi un'esca per la notte. Non conoscendo la foresta era il caso di pensare a qualche buon sotterfugio per realizzare una trappola. Dopo un'altra decina di minuti riuscì ad infilzare un'altro pesce, scattai rapido fuori dall'acqua per recarmi sulla zona erbosa. Tagliai i rami di alcuni alberi per poter accendere il fuoco. Non li tagliai a caso, avevo pensato dove avrei dormito, e tagliai proprio i rami che più mi impedivano di vedere il resto della foresta, lasciando invece quelli a me necessari per potermi nascondere. Accesi un fuoco, ben sapendo i rischi cui andavo incontro. Poteva si fungere da deterrente, ma se nella foresta ci fossero stati altri individui o predatori sicuri di se sarebbero stati attirati da esso. Lasciai i due pesci a cuocere infilzati dentro due lunghi rami, ed io preparai una trappola per un'eventuale visitatore curioso.


    Venite venite.

    Il mio equipaggiamento vantava una corda e del nylon. Ognuno avrebbe avuto il suo compito. Feci un nodo alla corda, lasciando il tondo a terra vicino al fuoco e coprendolo con terra e foglie, l'estremità l'avrei poi tenuta in mano io una volta posizionatomi sull'albero sul quale avrei dormito e che mi dava visione della zona erbosa, della foresta e del fiume. Dalla parte opposta a quella in cui avrei dormito invece legai un kunai ad ramo, e poi tesi il ramo a mò di arco. Il tutto era tenuto da un nodo fatto con il filo di nylon. Se qualcuno avesse messo piede nel tondo nascosto nell'erba io mi sarei lasciato cadere dal ramo, ed il mio peso avrebbe fatto stringere il tondo attorno alla gamba / zampa del malcapitato, trascinandolo verso l'albero e lasciandolo appeso alla mia portata. Inoltre, se avessi tirato il filo di Nylon che legava il Kunai al ramo teso questo sarebbe partito a gran velocità ( 200 ) verso il fuoco, che avevo acceso, dove avevo lasciato un pesce ben cotto come possibile esca.
    Infine, mi rimanevano 4 sonagli, e li disposi attorno alla zona erbosa, ben nascosti sotto qualche foglia caduta dagli alberi. Difficilmente sarebbero stati individuabili, ma se pestati mi avrebbero avvertito di un pericolo imminente.


    Trappole e fortuna.

    Questo quello che mi avrebbe aiutato quella notte. Dopo aver mangiato e bevuto mi posizionai sull'albero prescelto, e dopo una rapida occhiata al buio che mi circondava mi sarei addormentato.
     
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    Giorno 6 ::: Sopravvivenza II

    Quella notte fu il suono dei sonagli a farti svegliare. Il sistema di allarme ideato dal sunese stava funzionando e gli animali sembravano come intimoriti da quella novità. Ad un tratto una creatura si avvicinò al fuoco; era un grosso giaguaro modificato da non si sa quale diavoleria. Avanzava lentamente verso le fiamme forse tentando di prendere il pesce che la spia aveva lasciato li a cuocere...tuttavia non si avvicinò a meno di un metro; restava guardingo, osservando la novità del bosco. Intanto i campanelli continuavano a suonare; non era solo e il numero preciso lo studente non poteva saperlo. Qualora Ryoshi non fosse intervenuto, dopo quaranta minuti di pattugliamento, un cupo verso avrebbe dichiarato l'allontanamento...attimi di tensione che di certo non avrebbero permesso al ninja di star sereno e ritrovare facilmente il sonno. E meno male! Si, perchè poco dopo un altra minaccia, questa volta più concreta, sarebbe arrivata dallo stesso albero sul quale sostava. Un grosso serpente, ben mimetizzato nel fogliame, lo stava spiando da ore ormai e attese proprio la rinuncia del branco per agire. Silenzioso [Furtività + 3] avrebbe raggiunto la tua posizione sopraelevata, ben accorto a non farsi smascherare dalla luminosità del focolare. Veloce e Forte avrebbe tentato di attorcigliarsi al collo del ninja per poi azzannarlo per due volte alla testa e al ventre [Energia Gialla, Pot 20]...qualora il giovane stesse dormendo uscire indenne da quell'agguato sarebbe stato tremendamente difficile.

    :::

    Il giorno dopo Ryoshi avrebbe potuto trovare, dopo un due, tre d'ore di cammino, delle orme proprio nei pressi di un grande accumulo delle stesse piante velenose viste appena arrivato. Erano le orme di Ashiro, o al più quelle di un orso gigante vista la grandezza dei piedi, però un banale studio ne avrebbe smascherato la natura. Che ci facevano vicino a quelle piante? E perchè Ashiro aveva voluto (evidentemente) mostrargliele? Che gli potessero essere utili in qualche modo?

    Da quel lato del fiume la vegetazione era ancor più fitta e mantenere l'orientamento segnando gli alberi non avrebbe funzionato poi molto. Qualora il ninja non avesse trovato un modo alternativo e maggiormente efficacie avrebbe girato in tondo fino al calare del sole senza trovare nulla...senza scorte di acqua e cibo reggere a quella umidità e alle difficoltà del bosco, con i suoi saliscendi, il terreno irregolare, le liane intricate e i rami spinosi, lo avrebbe portato ben presto allo sfinimento [Affaticato, Azzoppato]. Per fortuna non sembravano esserci animali in quella zona, anche se le eventuali ferite della notte prima lo avrebbero debilitato non poco [ipotetico Sanguinamento]. Indipendentemente dall'ora in cui il ragazzo fosse arrivato, la situazione che lo stava aspettando sarebbe stata sempre la stessa. Tra il verde del bosco, una macchia marrone avrebbe indicato l'arrivo della missione di Ryoshi. La baracca lo stava attendendo ma per raggiungerla mancava ancora un ultimo step, e affrontare la prova finale in quello stato non era raccomandabile, soprattutto considerando che il nemico era molto più forte di lui e in netta superiorità numerica. Queste informazioni il ninja avrebbe potuto averle qualora avesse trovato un buon punto per osservare la baracca e il suo intorno...gli stessi giaguari che lo avevano "annusato" la notte erano lì, come a difesa di quella struttura. Ve ne erano 3 che giravano in tondo all'abitazione, equidistanti tra di loro, formando un cerchio di 20 metri di diametro, e altri due facevano avanti e dietro dal fiume, seguendo la via più breve, e facendo in modo che la distanza tra loro fosse sempre la massima possibile.
    Come avrebbe fatto il sunese ad entrare in quella "fortezza"?!



    CITAZIONE
    OT/ Entra nella casa e la prova è finita! A seguire post conclusivo con la prova finale :guru: / OT


    Edited by DioGeNe - 5/9/2015, 09:49
     
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    A suna mi era capitato molte volte di dover dormire accampato, cercando di sopravvivere nel migliore dei modi. Avevo dormito sopra e sotto alcune panchine, sugli alberi o in alcune case abbandonate. Ma mai, e dico mai avevo avuto tanta paura come oggi. Il mio sistema difensivo sembrava stesse funzionando, i sonagli vibravano ed indicavano la presenza di alcune bestie feroci sotto di me. Potevo vederne solamente una, mentre gli altri animali erano coperti dalla vegetazione. Si trattava di una strana bestia, forse un tempo era stato una normale tigre o qualcosa di simile, ma ad oggi non sembrava essere "naturale". La sua evoluzione aveva sicuramente subito qualche strana tappa intermedia, meglio non approfondire.
    Restai guardingo, senza fare alcun movimento. Nonostante il cuore battesse velocemente cercavo di mantenere il respiro calmo, per fare meno rumore. Dopo una lunga perlustrazione il giaguaro modificato se ne andò, seguito dagli altri animali probabilmente. I sonagli avevano smesso di suonare, ma non potevo esser sicuro.
    Prendere sonno era difficile, fortunatamente avevo evitato il combattimento, difatti non avevo azionato nessuna delle due trappole, però la vista di quegli animali mi aveva procurato un bel pensiero, e anche dopo la loro ritirata l'adrenalina scorreva a fiumi nelle mie vene.
    Provai a rilassarmi, pensando di non esser in mezzo ad un bosco sconosciuto e ricco di pericoli, ma era difficile. Fortunatamente per me ero sveglio quando il serpente piombò su di me. Non ebbi molto tempo per pensare a come reagire, il serpente sembrava avermi studiato e sembrava aver individuato la mia posizione. Se mi avesse attaccato mentre dormivo non avrei avuto possibilità di sopravvivere, ma siccome ero ancora sveglio ebbi la possibilità di difendermi.. Il serpente era stato bravo a nascondersi dalla luce, ed io riuscì ad accorgermi della sua presenza solamente quando si trovava a soli tre metri da me. Si stava avvicinando in fretta ma non sembrava volesse colpirmi, sembrava volesse prima provare ad immobilizzarmi. Aspettai che distasse solo un metro e che il mio nemico facesse l'ultimo movimento nel tentativo di attorcigliarsi a me per buttarmi giù dall'albero. Iniziare l'attacco in questo modo era stata una mossa errata. Per attorcigliarsi a me aveva bisogno di completare almeno un giro attorno al mio corpo, ed inoltre c'era anche il ramo su cui ero posizionato a rallentare i movimenti. Ebbi il tempo di lanciarmi di sotto proprio mentre il serpente iniziava la rotazione attorno al mio corpo. Slot difesa 1 . Atterrai in punta di piedi, pronto a difendermi con il Dadao in mano. Slot gratuito veloce. Il serpente non sembrava interessato a demordere nonostante il fallimento del suo primo approccio, e mi si lanciò addosso cercando di azzannarmi alla testa. Questa volta non sarebbe stato facile evitare il colpo, il servente era veloce e mirava direttamente al mio volto. Non riuscì ad evitare totalmente l'impatto, ebbi a malapena il tempo di alzare la mano con il dadao e deviare leggermente il colpo mentre d''istinto ruotavo la testa. Le sue zanne penetrarono nella carne lasciandomi due graffi abbastanza profondi sulla guancia sinistra, tra l'orecchio e la bocca. Slot difesa 2 I graffi furono dolorosi ed iniziarono immediatamente a bruciare, mentre due rigoli di sangue scendevano lungo il corpo. Incassai il dolore senza emettere alcun suono, solamente stringendo i denti. Dovevo limitare i rumori, in maniera che meno animali possibili sentissero i rumori del combattimento. Il serpente non mi lasciò un secondo, e si lanciò immediatamente ad un successivo attacco.


    Finalmente l'errore.

    Il serpente nel suo ultimo attacco di tutta l'esistenza decise di mirare al mio ventre. Il serpente non aveva però calcolato di non possedere arti, o strumenti con i quali difendersi ed eventualmente sorreggere il mio peso o corpo. Una volta capito il suo attacco lo aspettai al varco, pronto a serrare i denti ed incassare il dolore. Quando il serpente mi iniziò il suo scattò io feci un mezzo movimento del busto verso sinistra, e lasciai le sue zanne colpire il mio ventre, ma nello stesso istante la mia mano destra che impugnava il dadao sarebbe calata sul suo collo, proprio alla base dell'attaccatura della testa. S&M. Slot difesa 3, Slot azione 1
    Il colpo era difficile da evitare, e probabilmente avrebbe staccato di netto la testa del bastardo, ma se avessi avuto il dubbio di non aver esattamente posto fine alla sua esistenza la lama avrebbe fatto lo stesso movimento un'altra volta, calando sul suo corpo come un macigno. Slot azione 2 .
    Sarei rimasto sul cadavere del serpente per qualche minuto, assaporando la sensazione di morte del nemico e la gioia per essere sopravvissuto. La ferita al volto non era poi tanto grave, dava invece più da pensare la lacerazione del ventre. Il serpente aveva delle zanne ben affilate e mi aveva fatto due graffi abbastanza profondi. Non avevo alcun kit di pronto soccorso, ed anche se ce l'avessi avuto non avevo tempo e conoscenza sufficienti per sistemare la ferita. Strappai parte della mia veste e ne ricavai una benda con la quale stringere la ferita. Perlomeno avrebbe trattenuto il sanguinamento e nei limiti del possibile sarebbe servita a qualcosa. Una volta sistemata la ferita tornai sul ramo dell'albero nel quale mi ero posizionato, difficilmente avrei preso sonno dopo il combattimento, ma avevo ancora bisogno di riposare.


    . . .



    Qualche ora dopo l'alba decisi di rimettermi in cammino. Sapevo di dover proseguire mantenendo la stessa direzione. Raccolsi i sonagli e l'attrezzatura usata per la trappola del kunai, ero pronto per riprendere la spedizione. Camminai senza sosta, prestando grande attenzione alla natura circostante e mettendo in atto gli insegnamenti di Yachiru. Dopo qualche ora di camminata incontrai una grande zona di piante velenose, simile a quella che avevo precedentemente incontrato e che aveva ucciso la farfalla. Mi avvicinai lentamente, stando ben attento a non entrare in contatto con la pianta o con altre cose già precedentemente infettate. Davanti al gruppo di piante c'erano due grosse impronte di Ashiro. Mi avvicinai ad esse e le osservai per bene. Erano profonde e ben definite, erano sicuramente sue. Cosi nette dentro il terreno però mi rendevano perplesso. Per quale motivo lasciarmi questo indizio ?Mi fidavo abbastanza di Ashiro, e dubitavo che avrebbe cercato di lasciarmi degli indizi che mi potessero ingannare. D'altra parte non avevo idea di come interpretare la cosa attualmente. Passai qualche attimo a riflettere sul motivo delle orme, ed in realtà l'opzione più probabile e che quel tontolone di Ashiro non le avesse volute lasciare appositamente, ma che queste orme fossero rimaste indipendentemente dalla sua volontà. Combinazione le orme finivano davanti alle piante velenose per poi scomparire. Lui era dotato di una forza straordinaria, e per quanto potevo saperne io nulla gli vietava di aver spiccato un potentissimo balzo per arrivare dietro di esse, ecco spiegata la presenza di queste orme così profonde. Questa era l'ipotesi che mi sembrava più probabile, e decisi che probabilmente la casa di Ashiro si trovava proprio dietro questo gruppo di piante.


    Come posso fare a passare qui dietro ?

    La vegetazione era tremendamente fitta, e non avrei avuto alcuna possibilità di passarci dentro e rimare illeso. Dovevo per forza girarci intorno e sperare che prima o poi finissero. Iniziai a seguire il confine tra le piante velenose ed il fiume puntando verso nord. La zona di piante velenose sembrava non finire mai, quasi come se fosse una sorta di barriera per la casetta di Ashiro. Continuai la camminata per un'ora intera, era quasi mezzogiorno quando la vegetazione tornò normale ed io potei inoltrarmi all'interno girando verso sinistra. Seguì nuovamente il confine con le piante velenose, ma questa volta puntando verso sud, per tornare indicativamente alla stessa altezza di quando avevo trovato le profonde impronte di Ashiro.
    Impiegai nuovamente un'ora di cammino, che sembrava inutile ed era molto stancante. La ferita bruciava ed iniziavo ad essere psicologicamente molto frustrato. Inoltre la paura e tutte le sensazioni di stranezza emanate dal bosco mi rendeva agitato e sempre all'erta. Una situazione difficile da reggere a lungo. D'un tratto vidi in lontananza un'altro di quei ragni giganti, come quello che avevo incontrato la mattina precedente.


    In questa foresta han fatto di ogni...

    Pensai mentre osservavo quella strana bestia. Il ragno era a terra, impegnato a cercare chissà che cosa in mezzo alle foglie, sembrava abbastanza interessato al suo lavoro. Presi in mano un sonaglio, pronto a lanciarlo a terra nel caso in cui il ragno avesse mostrato qualsiasi sospetto di avermi sentito. Nel frattempo cercai di fare un giro molto largo attorno a lui, tenendolo molto lontano ma pur sempre potendolo osservare. Feci il giro e me lo lasciai alle spalle. Ripresi così la camminata passando da un'albero all'altro. La presenza del ragno mi aveva ricordato il numero di pericoli presente nella foresta, e decisi di ricominciare a camminare con più premura. Ogni due alberi che superavo mi fermavo e mi concentravo alla ricerca di rumori strani ed osservavo bene tutto l'ambiente circostante prima di muovermi di nuovo.
    Fu grazie a queste precauzioni che vidi uno giaguaro in lontananza. Non sembrava avermi identificato, anzi sembrava seguire un percorso preciso visto il passo spedito con cui si muoveva. Rimasi qualche istante impietrito. La sera prima ne avevo visto uno soltanto, ma i sonagli vibravano da ogni direzione, ciò mi fece credere che non dovesse essere da solo. Aspettai un po' di tempo, e ne vidi passare un'altro. Sicuramente era un'altro perchè proveniva dalla stessa direzione del primo e stava facendo lo stesso giro.


    Stanno coprendo un perimetro ?

    La domanda era abbastanza spontanea, difficile fosse altrimenti. Sorrisi, forse c'era ero quasi arrivato. Anche se superare questi bestioni incolume non sarebbe stato così facile. Mi spostai stando ben attento ad essere silenzioso sull'albero più alto della zona. Arrivatoci mi guardai attorno, notando tre di questi quadrupedi troppo cresciuti girare intorno, ed un'altri due muoversi tra la baracca ed il fiume. Arrivare dentro la casetta sarebbe stato molto complicato. Decisi di continuare l'osservazione per un po', in attesa di vedere come si sarebbe evoluta la situazione.
    Nonostante l'osservai non ebbi modo di notare dettagli ulteriori. Il giro delle bestie era fisso e non sembravano interessati a muoversi particolarmente. Decisi di studiare un piano sfruttando l'ambiente. Attorno alla casa c'erano alcuni alberi abbastanza alti, cui gli animali non sembravano far molto caso. Se avessi trovato un valido diversivo avrei avuto modo di sfruttarlo e passare su quegli alberi per avvicinarmi all'abitazione.
    La sera prima i bestioni erano sembrati interessati ai sonagli, gli avrei dato modo di sviluppare ulteriormente la conoscenza con essi, prima di tutto mi spostai in maniera di essere proprio sopra la porta della baracca, estraendo il filo di nylon e legandolo al ramo su cui ero posizionato. Infine, presi il dadao con la mano destra.
    Tirai fuori dalla tasca due sonagli e due spiedi e li lanciai dal lato opposto alla porta della baracca, distanti 5 metri l'uno dall'altro, per attirare l'attenzione in due punti. Sperando che le bestie sarebbero state interessante e che si sarebbero mosse verso quella direzione, o perlomeno che avrebbero spostato lo sguardo da quella parte. Senza aspettare un'attimo utilizzai la Tecnica delle corde e mi lasciai cadere a peso morto, lasciando passare il chakra all'interno del filo di Nylon in maniera tale da fermarmi perfettamente a mezzo centimetro da terra. Il necessario per atterrare senza emettere alcun rumore e proprio davanti la porta. Con la mancina aprì velocemente la porta e mi buttai dentro.
    Non sapevo cosa mi stesse attendendo, ma dovevo fare veloce per evitare di essere visto dai giaguari.




     
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    Giorno 6 ::: L'esame

    " E tu chi diavolo sei?! "

    Disse una voce nuova non appena il giovane entrò nella baracca, abbastanza lesto da schivare la poderosa zampata dell'animale più svelto del gruppo a capire del trucco. La porta vibrava non poco dietro le poderose spinte degli animali ma sembrava reggere agli urti. Di fronte a lui, invece, vi era un ninja mai visto prima. Era grosso e muscoloso e la sua pelle scura e i suoi tratti ricordavano quelli delle terre del Fulmine, più che di Oto. Non portava alcun coprifronte che ne potesse identificare una specifica appartenenza. Ebbene, quella fu l'ultima l'immagine che il sunese potè percepire perchè quello shinobi gli si avvicinò rapidissimo e con una gomitata alla tempia lo avrebbe fatto svenire al primo colpo [energia Blu].

    Quando riprese i sensi, Ryoshi era seduto su una vecchia sedia in massiccio legno, con mani e piedi legati. Aveva un fortissimo mal di testa e le ferite sul suo corpo gli avevano fatto perdere diverso sangue; da quanto tempo stava li? Era stato piazzato proprio di fronte alla porta, le cui bestie avevano smesso di prendere di mira, e al suo fianco vi era Omoi, lo stesso ninja visto in precedenza. Poteva muovere praticamente solo il collo e ispezionando la stanza avrebbe potuto notare qualche attrezzo noto, simili a quelli usati da Eiatsu un paio di giorni prima, diverse ampolle, un camino acceso e, dalla piccola finestrella sul lato sinistro, che quella sera vi era una enorme luna piena.

    " Non è stato difficile seguire gli spostamenti di quel gorilla senza cervello. Sono mesi che pedino i suoi movimenti e alla fine, quando mi decido ad agire, chi mi ritrovo? Uno sbarbatello del cazzo?! Spero almeno che tu abbia informazioni rilevanti, altrimenti mi sarai utile solo per sfamare quegli animali che girano per il bosco. "

    Ma cosa stava accadendo? Ashiro avrebbe dovuto aspettarlo lì, chi era questo tizio? Compose una lunga serie di sigilli per poi andare a toccare l'avambraccio sinistro del malcapitato e imprimergli un fuuinjutsu molto particolare [Sigillo Esplosivo]. Ryoshi non poteva fare nulla, era stato bloccato completamente e non aveva grande smalto fisico e mentale. Poi prese uno di quegli attrezzi che servivano per tirare le unghie e continuò, dicendo:

    " Con uno come te non dovrebbe essere necessaria alcuna tecnica di indagine...basterà la semplice tortura fisica se non vorrai parlare apertamente; non costringermi a farti saltare una aria. Allora, dimmi, per chi lavorate tu e il bestione? Questa baracca è un punto di osservazione per monitorare Kumo? E se si, cosa avete scoperto a riguardo? Rispondi rapido e preciso, pivello! "

    E mise due dita nella ferita sul ventre per aumentarne l'entità e rifavorire il sanguinamento [+1 leggera, Sanguinamento Leggero]. Già, quella era la prova da sostenere dopo tutta quell'avventura; l'esame finale che il ragazzo avrebbe dovuto superare per diventare una vera spia.



    CITAZIONE
    OT / Cerca di superare con la logica e l'atteggiamento questa prova e attento a non finire senza un braccio! Forse saranno necessari un paio di post ;) / OT

    Sigillo Esplosivo
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Disegno (7)
    Tracciando un sigillo, l'utilizzatore può creare un esplosivo che si attiverà, danneggiando chiunque nel raggio di 1,5 metri, ad una condizione scelta all'attivazione. Il danno è pari a 10 ogni basso immesso nel simbolo. Una volta attivato, il simbolo scompare.
    Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo: Variabile )
    [Consumo: Mediobasso a grado]

    [Da chunin in su]
     
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    Entrai dalla porta schivato il balzo felino di uno dei gattoni troppo cresciuto e brandendo il dadao. Mi ritrovai davanti uno strano tizio mai visto prima. Dalla pelle non ricordava nessuno dei vari abitanti di villa Mikawa ed il suo sguardo perplesso nel vedermi non mi rese per nulla tranquillo. Inoltre, quando l'uomo davanti a me ammise di non sapere chi potessi essere capì che le cose non andavano per il verso migliore. Non ebbi il tempo di pensare a nulla che Omoi mi colpì con forza, facendomi svenire.


    . . .



    Aprì gli occhi pian piano. Dapprima lasciando passare qualche flebile raggio di luce, e riuscendo man mano ad aumentare il raggio visivo e mettere a fuoco l'interno della baracca attorno a me. Appena entrato avevo fatto caso solo all'omone davanti a me, senza notare all'arredamento della casetta. C'erano degli strumenti simili a quelli padroneggiati da Eiatsu, varie ampolle ed una finestra da cui entrava qualche raggio di luce di luna piena. La situazione prometteva in malo modo. Non mi aspettavo di trovare uno sconosciuto. Potevo aspettarmi Matsumono, per testare la mia resistenza fisica dopo tutto il viaggio, oppure lo stesso Ashiro. Ma non pensavo a questo genere di finale. Tra l'altro, la sincerità di Omoi , e sopratutto lo stupore del suo viso mi inquietavano, sembrava un vero fuori programma quello che stavo vivendo. E avere a che fare con questo genere di shinobi fuori dall'addestramento programmato dal boss non era la cosa migliore. Ascoltai le parole dell'omone, anch'esso molto muscoloso e cercai di pensare a come uscire da quella terribile situazione. Il mio rapitore parlava di Ashiro, sembrava l'avesse pedinato e che il suo vero obbiettivo fosse lui. Ciò non fece che aumentare i miei timori. Se questi pensava realmente di attaccare Ashiro, soprattutto dopoa averlo studiato significava che anch'esso era molto forte. Lo vidi imprimere un fuuinjutsu sul mio braccio dopo aver composto diversi sigilli. Non potevo immaginare di cosa si trattasse, ma sicuramente dovevo stare attento ad ogni parola per uscire indenne da quella casetta.


    Devo pensare agli insegnamenti di Eiatsu. Devo tutelare la mente.

    Il mio rapitore non sembrava esser interessato ad usare arti ninja per il momento, ma più propenso alla mera violenza. Eiatsu mi aveva dato un'infarinatura per entrambe le situazioni, ed avrei cercato di sperimentare al meglio ogni suo insegnamento. Prima ancora ch'egli pose le sue domande ripensai al patto di sangue firmato. Non avrei mai dovuto rivelare niente di fatale, altrimenti avrei rischiato la mia vita, inoltre non volevo mancare d'onore alla mia nuova vita da spia. Avrei subito l'indispensabile pur di preservare la salute dei miei compagni. Se questi pensava di fare del male ad Ashiro avrei dovuto agire di conseguenza, in maniera da poter essere d'aiuto al gigante buono. Non potevo sapere quale fosse il grado d'esperienza di Omoi nelle interrogazioni, perciò avrei dovuto cercare di essere sincero ed allo stesso tempo di non dire nulla di utile alla sua causa. Non potevo rischiare che fosse un esperto della cinesica e che scoprisse immediatamente la mia farsa. Nascondere la paura sarebbe stato controproducente, quindi sfruttai la situazione attuale per rendere il tutto più credibile. Se avessi nascosto le mie emozioni sarei potuto risultare strano, invece lasciai che la paura fosse evidente, com'è in effetti era. Le sue dita nella mia ferita mi fecero gemere di dolore, e fecero ripartire il sanguinamento della ferita. Questi giorni stavano ampiamente provando il mio corpo.


    Io e lo scimmione lavoriamo per un ricco personaggio del villaggio, non conosco il nome del mandante. Io non conosco bene lo scimmione, ma il mio capo mi ha inviato in missione per trovarlo. Deve averne combinata una grossa se sono stato mandando in missione apposta.

    Per il momento avevo rivelato solo informazioni totalmente veritiere. O che perlomeno io ritenevo tali. Il boss era indubbiamente una persona ricchissima, la tavola imbandita con tutto quel ben di dio ed il lusso all'interno della villa lo rendevano una certezza per me. In effetti, il boss non mi aveva ancora mai rivelato il suo nome, conoscevo solamente quello degli altri abitanti della villa. Riguardo la seconda parte delle sue domande non avevo idea di cosa stesse parlando. Le mie conoscenze geografiche erano ancora alle basi. Lo studio procedeva a rilento e quindi non potevo assolutamente usare questo aspetto a mio favore.


    Non so niente di Kumo nè di questa baracca. Il boss divide totalmente i nostri compiti, in maniera che non possiamo capire il sistema totale in cui opera. Il mio obbiettivo era solo questa baracca, ma possiamo collaborare nella ricerca del gigante. Ho trovato delle sue impronte nella foresta. Tu dici che potrebbe essere un punto d'osservazione, magari il gigante è già partito...

    La mossa era abbastanza azzardata e il muscoloso avrebbe potuto non gradire lo spirito d'iniziativa. D'altra parte io ero una spia, e non avere nemici ma collaboratori da tradire era la prima cosa che dovevo cercare d'ottenere. Inoltre azzardando quest'uscita avrei potuto convincerlo di essere effettivamente sulle tracce di Ashiro come lui, e di non essere quindi di nessun genere di intralcio alla sua missione. Ed allo stesso modo, se avesse accettato la mia collaborazione avrei avuto la possibilità in futuro di allertare Ashiro di un possibile pericolo.


    e se ?

    Solo a questo punto del discorso valutai l'ipotesi di aver frainteso tutto. Questa era potenzialmente la baracca di Ashiro, ma magari era un'altra nella quale ero accidentalmente finito scambiandola per essa. Inoltre, lui non l'aveva chiamato per nome, e seppur è vero che Ashiro corrisponde bene alle descrizione di un " gorilla senza cervello " magari avevo sbagliato soggetto.
    Non potevo saperlo, ma ad ogni modo le mie parole potevano andare bene in ogni circostanza, in fondo, avevo detto la verità.


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    " Ok pisciasotto, forse devo essere un po più esplicito...ho ucciso la mamma?! Poppante che non sei altro, che problemi hai che ti porti appresso certi foglietti? Che sia un messaggio in codice?! EH!!! PARLA!!!"

    Mentre il ragazzo era svenuto evidentemente il ninja gli aveva frugato nelle tasche e aveva trovato il terzo bigliettino sui ricordi che gli aveva fatto scrivere Ukitake. Ma le cose stavano per degenerare e presto lo shinobi "del fulmine" prese una di quelle ampolle, un mix di farmaci collaudato per amplificare a dismisura la sensazione del dolore, e lo fece inalare con la forza al ragazzo. Fatto ciò, prese l'arnese già visto in precedenza, lo posizionò sul pollice della mano destra e, con uno scatto deciso, strappò di netto la prima unghia. Il dolore sarebbe stato talmente grande che il ragazzo avrebbe dovuto lottare per non svenire. Si, perchè sapeva bene che da incosciente le tecniche di indagine mentale erano ancora più efficaci e farsi prelevare inofmrazioni su villa Mikawa sarebbe stata la fine della sua nuova vita. Inoltre era ben consapevole che più il corpo era debole, più il sangue veniva meno, più il dolore aumentava e più la mente ne risentiva divenendo fragile e "scassinabile"...in qualche modo doveva raccogliere le ultime forze e rimanere lucido.

    " Ah, pare abbiano fatto un buon lavoro allora! Meglio, è più divertente quando mh...siete capricciosi. "

    Prese dunque un martello e iniziò a giocchicchiarci tra le dita della grossa mano. Stava facendo sul serio e sembrava non essere minimamente intenzionato a nulla che non fosse la verità:

    " Te lo ripeto un'altra volta. Per chi lavori, dov'è la vostra base e che diavolo ci fate tu e lo scimmione qui !? Forse non hai capito, una volta esausto prenderò le informazioni che custodisci con estrema facilità muhamuhamuha Conto fino a cinque, dopodichè inizierò a martellare ogni 10 secondi un dito a caso dei piedi. Cinque...quattro..."

    La situazione era critica, Ashiro non si faceva vedere e la spia era quasi al limite. Massimo due martellate e sarebbe andato k.o. Magari avrebbe vagliato anche il suicidio in quella circostanza: sempre meglio della sorte che lo attendeva infrangendo il patto, no?!
    Tuttavia, ricordando le parole di Eiatsu, forse, la soluzione per porre fine a tutta quell'avventura era a aportata di mano: doveva mantenere la ragione e analizzare le parole del suo interlocutore!

    " A fare un interrogatorio si è in 2..."



    CITAZIONE
    OT / Resisti alla tortura e trova la falla! / OT
     
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