Nuvole Rosso Cremisi

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Nuvole Rosso Cremisi

    Seinji



    Daiba

    La piccola evocazione, priva di chissà quali abilità percettive, si limitò a svolazzare per quelle sei ore. Ma troppo piccola ed insignificante non fu nemmeno notata. Rilevò che la cittadina non era priva di guardie, ma esse erano solo due e per lo più giravano per la strada per alcune ore salvo tornare poi in quello che doveva essere stato un tempo il Palazzo del capovillaggio, una elegante costruzione che si affacciava sulla piazza centrale dove ancora facevano sfoggio i cadaveri degli uomini uccisi nella rivoluzione che l'Akuma aveva visto prima.
    Tuttavia non poté dir molto riguardo gli equipaggiamenti. Indossavano mantelli neri, maschere rosse e portavano al fianco una katana ma null'altro di rilevante e significativo. Sorvolando il villaggio Daiba osservò che la gente usciva poco, difficilmente da sola se poteva e scansava quegli uomini con timore. Tuttavia era anche certo che quei due non si comportavano male nei confronti della popolazione: erano impositivi, spaventosi, ma per niente ingiusti. Uomini che non abusavano del loro potere: merce rara. Si poté riscontrare allora, in definitiva, che la vita poteva proseguire come prima in quel villaggio sebbene molto più controllata rispetto al passato.
    Daiba dunque si sarebbe allontanato cercando informazioni al di fuori del villaggio dove aveva trovato rifugio. Poco ad est c'era un fiume, il ponte su di esso era crollato, tuttavia alcune persone stavano lavorando per ricostruirlo. Anche lì Daiba vide una donna dai lunghi capelli biondi che indossava una delle maschere rosse, simbolo di quella rivoluzione. A sud c'era un bosco, ma non vi era nulla di interessante. Una propaggine del bosco di estendeva anche ad est e più ad est s'infittiva in una foresta oscura nella quale Daiba non entrò per via della mancanza di tempo. A nord c'era un terreno collinare praticamente deserto e si potevano vedere le maestose montagne di Kumo: lì iniziava il caratteristico territorio della Nuvola, fatta di alte montagne e profondissime valli. Ma anche lì Daiba non vide altri uomini con la maschera rossa. Dopo sei ore, tornò indietro ma se Seinji l'avesse incontrato dipendeva solo da lui.




    La ragazza lesse rapidamente il messaggio di Seinji, dunque fece un sospiro. Accartocciò e buttò via la risposta, continuando a cucinare pensierosa, rispondendo con difficoltà alle parole di Seinji dette a voce: dissimulare le stava iniziando a riuscire difficile. Grazie, nee-san Disse con un sospiro, portando poi il risotto in tavola, servendolo. Si guardò attorno e dunque parlò - a bassissima voce - Parliamo così, dovremmo essere al sicuro. La rabbia e la furbizia erano sparite, lasciando solo una giovane donna alquanto affranta. QUesta situazione dura da circa due settimane. E per quello che so, ho visto solo maschere rosse, nessun altro... Sono arrivati qui in forze, hanno abbattuto gli shinobi fedeli al vecchio Raikage che non si sono sottomessi e sono andati. Hanno lasciato un paio di uomini a controllare la situazione ma vedi... Sospirò appena, continuando a sussurrar segreti. Loro non sembrano essere intenzionati a creare problemi a noi cittadini, finché noi non ne creiamo a loro. Le nostre vite, tutto sommato, proseguono normali. Non so quali siano i loro scopi, sono una cittadina... i suoi occhi si riempirono di lacrime Mio padre era tra i ninja che hanno ucciso. Voglio andare via, non posso restare qui ancora. Ma non mi lasceranno mai passare il confine. Quello era tutto ciò che la ragazza aveva da dire.

    La donna si sarebbe offerta di far restare Seinji per alcune ore in casa. E, a meno di azioni avventate dell'Akuma, Daiba sarebbe tornato dalla finestra. La ragazza avrebbe sussultato nel vederlo, ma si sarebbe coperta una mano con la bocca per evitare inutili strilli. Sapeva che non c'era nulla di strano in tutto quello che vedeva, dopotutto. Daiba avrebbe raccontato a Seinji che cosa aveva visto. Da lì l'Akuma doveva prendere una decisione.
    Era il tramonto ormai.
     
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