Nuvole Rosso Cremisi

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    L'alba rossa








    L’indomani mattina i due furono svegliati da Kubomi dopo una notte abbastanza tranquilla, quasi piacevole visto il tepore della paglia e la comodità della stessa, giusto qualche filo l’aveva disturbato nella notte infilandosi qui e la, ma nulla che non si potesse risolvere con una buona ventata.

    Rigiriamo il pagliericcio, non voglio che il nostro odore rimanga qui a lungo.

    Il buongiorno più orribile del mondo, probabilmente.
    Ma una volta completato avrebbero potuto fare colazione con qualche piccola provvista che avevano al seguito per evitare di lasciare lo stomaco vuoto, durante il viaggio si sarebbero occupati di qualcosa di più sostanzioso.

    Manteniamo questo travestimento Shizuka, i sigilli per il mascheramento del chakra funzioneranno fino a stanotte, per cui non dovrai rinnovarli.
    Kubomi, seguici dall’alto fino a che non ci inoltriamo nel bosco, dopo abbassa la quota fino ad essere difficilmente individuabile ma in grado di vedere eventuali persone che ci vengono incontro, non vorrei incappare in persone sgradevoli.


    L’alba era rossa, ma tranquilla e l’intera mattinata trascorse senza problemi, i boschi di Kumo erano diversi da quelli di Konoha, dentro di essi si sentiva un aria diversa, un aria tetra e lievemente soffocata da un bosco piegato dall’uomo che voleva a tutti i costi un varco al suo interno. Un varco di pietre squadrate e ben tenute: erano probabilmente sulla via principale che portava a Kumo o quantomeno quella che collegava due grossi villaggi.
    Dopo poco più di un ora di cammino giunsero infatti in vista delle mura di un villaggio, la strada lo attraversava per il centro, un chiaro indizio di come quel villaggio potesse essere diventato abbastanza grande da imporsi e diventare il capoluogo di quella regione.
    Era nato intorno ad un arteria principale, probabilmente un punto in cui originariamente era comodo fermarsi e dove i mercanti più svegli avevano iniziato ad offrire ai passanti servizi, ristoro e letti in cui potersi riposare, un circolo vizioso che aveva lentamente foraggiato un piccolo agglomerato di carrozze trasformandolo in un villaggio che lentamente aveva dovuto farsi aggirare da una strada secondaria.

    Mh, non voglio passare dentro il villaggio, probabilmente sarebbe solo una perdita di tempo ed una sequenza di rischi non indifferente in più da calcolare, aggiriamolo e proseguiamo.
    Magari giusto un clone per vedere cosa succede all’interno.


    E così, un altro mendicante, al limitare del bosco, si “unì” al gruppo, separandosi tuttavia estremamente in fretta e andando a bussare alle porte del villaggio, attendendo risposta mentre Raizen e Shizuka procedevano. Solamente dopo essersi distanziati 8 chilometri dal villaggio avrebbero atteso informazioni dal clone, era probabile che riuscisse a recuperare notizie riguardo gli eventuali pericoli della strada che li attendeva.
    Kumo era la meta, dopotutto. E quella non sarebbe stata l'ultima alba di sangue probabilmente.
     
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