Nuvole Rosso Cremisi

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    Questa infiltrazione per cercare delle informazioni si stava facendo veramente noiosa. Venni prelevato e sballottato tra una buca e l'atra del lungo percorso che portava alla cava. Un grosso buco nella terra. Per quel che avevo potuto vedere mentre venivo messo nella mia nuova prigione a forma di dispensa c'erano due piccole baracche dove la gente sembrava riposare. Mentre ad uno sguardo veloce non avevo visto nè shinobi ne tuniche particolari. Mi ritrovai chiuso dentro una stiva, e quando sentì qualcuno chiudere la porta a chiave capì che li sarei rimasto per parecchio tempo.
    Sciolsi la tecnica della trasformazione per tornare ad usare le gambe, sciolsi il corpo per qualche minuto mentre restavo da solo abbandonato li dentro. Ad una prima occhiata non c'era nulla di utile da scoprire nelle provviste accanto a me. C'era una finestra in alto nella baracca, ad un'altezza quasi irraggiungibile.


    Chi cazzo ha messo una finestra così in alto ? Qual'è l'utilità ?

    Perdersi in riflessioni a riguardo non era sicuramente una buona idea. Possibile che quella struttura un tempo avesse una conformazione diversa, e che quindi un tempo quella finestra così in alto avesse un suo perchè. O semplicemente serviva a far passare l'aria per le provviste senza che nessuno si dovesse preoccupare di eventuali furti. Chi sarebbe passato inosservato ad entrare in un edificio con una scala del genere ?
    Indubbiamente non era quella la mia salvezza per il momento. Mi avvicinai alla porta, provando ad aprirla senza ottenere alcun risultato, era stata effettivamente chiusa, e dall'interno non c'era sistema di aprirla senza la chiave. Dovevo per forza romperla.
    Non era sicuramente la porta più resistente che avessi mai visto, ma sembrava sapere il fatto suo. Presi la wakizashi e diedi un primo colpo all'altezza della serratura, impugnando la lama con la mano destra mentre con la sinistra cercavo di tenere la porta, sperando di ridurre al minimo il rumore provocato da quell'operazione. D'altra parte era un genere di rumore che si propagava più verso l'interno della struttura, e speravo inoltre che i vari operai avessero di meglio da fare che tenere le orecchie aperte. Slot azione 1Nonostante quel primo colpo la porta non si aprì, ma sembrava evidente che un'altro colpo l'avrebbe infine aperta, lasciando dei danni abbastanza evidenti dall'interno. Prima di assestare il secondo colpo decisi di adottare l'ennesima precauzione di quel viaggio, Trasformandomi per ottenere delle vesti simili a quelle di coloro che stavano lavorando nella miniera, sperando di poter passare più inosservato piuttosto che vestendo la classica tunica del clan Nara e relativo coprifronte. A quel punto sferrai il secondo colpo con la lama Slot azione 2. Se la porta si fosse aperta a quel punto avrei rinfoderato l'arma e sarei uscito, cercando di richiudere dietro di me la porta. Non potevo ben immaginare cosa mi sarei trovato davanti, ma se nessuno mi avesse dato troppi problemi per il mio aspetto avrei provato a fingermi un comune lavoratore, provando a sentire i discorsi delle persone accanto a me Investigatore, Percezione, Occhio di falco.
     
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    Nuvole Rosso Cremisi

    Raizen & Shizuka




    L'interruzione di Raizen evitò che l'altro esplodesse in mano alla Kobayashi, ma al contempo le impedì di raccogliere tutte le informazioni. Shizuka poté porre solo quattro domande prima che il Kage la interrompesse.
     
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    Nuvole Rosso Cremisi

    Near




    Il giovane Nara aveva le idee più confuse su come distruggere le cose. Una porta resistente poteva reggere a decine dei colpi che stava tentando di cercando di comminare alla porta con la sua spada. Ciò che serviva in quel caso era un netto colpo, preciso e potente. Invece lui diede due colpetti del tutto incapace di fare qualsiasi danno effettivo: la porta rimase lì, ma si assicurò di essere udito da un solerte minatore che passava di lì. Il quale grugnì ad alta voce. Ohi, c'è qualcuno nel magazzino? E se non avesse ricevuto risposta si sarebbe dunque avvicinato, posando una mano sulla grossa maniglia della porta.
    Cercò di aprire, ma era chiusa. Per cui, per quanto non fosse uno Shinobi, comprese subito che lì dentro doveva esserci qualcuno. Necessariamente! Chi sta la dentro? Di che sei, maledetto! urlò ad alta voce, per niente intenzionato ad aprire la porta, rischiando così di trovarsi faccia a faccia con un possibile malvivente.
    Avanti disse, prendendo il suo fedele piccone che teneva lì vicino. Sei uno di quei porci del Fulmine?! Avanti, lo so, fanno tutti i misteriosi ma lo so che state covando qualcosa, riesco a sentirne la puzza!
    Cosa poteva fare allora Near? In definitiva... si era fatto beccare. La degna conclusione di una infiltrazione non necessaria.
     
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    PROBLEMS

    Power is always dangerous.
    Power attracts the worst and corrupts the best.




    Era sinceramente la prima volta che nel tentativo di estrarre un ricordo qualcuno glielo commentasse. Si chiese come fosse possibile e per un attimo esitò sulla possibilità che il suo blando tentativo di applicare una maggior estensione alla sua tecnica potesse causare questo genere di reazione. Era plausibile ritenere che dovesse studiare meglio quel genere di ampliamento, ma era anche ovvio che non fosse quello il momento.
    Di tutte le domande che fece, se ne vide ricevere indietro molte, troppe, ma immaginò che avrebbe potuto farsi bastare quello che aveva. Doveva.

    Raikage –il vecchio era vivo?
    Il vecchio Raikage è morto e stecchito.


    Era solo un paio di occhi dalla parte delle fila dei Cremisi che, di fronte al popolo, assisteva alla morte del Raikage. Su di un palco in legno scricchiolante sopraelevato, seguendo dictat antichi più di una vita, era stato giustiziato di fronte alla gente che aveva fino a quel momento guidato, ed era morto in nome di qualcosa che veniva dichiarato come un futuro migliore. Un domani all'insegna della libertà e dell'indipendenza.
    L'uomo di cui era gli occhi vibrava come una corda ad ogni frase che il boia urlava al popolo, vivendo con traboccante eccitazione quelle parole. Era accecato dalla sua causa. Viveva per questa. Era il verbo. La verità assoluta. La salvezza.

    Dov'era e chi era costui?
    A si trova a Kumogakure, al sicuro. È il nostro Capo, a lui dobbiamo la nostra vita e la nostra fedeltà. Lui è uno dei Pilastri Cremisi.


    Il percorso per arrivare al luogo in cui il Capo si trovava era elaborato. C'erano delle cose da sapere, per arrivare. Cose da saper fare. Cose da saper dire.
    Lui non ci poteva mai andare da solo. Sempre in due. Si sorvegliavano a vicenda, per essere sicuri.
    Mentre avanzava nel corridoio le ricordava tutte e le applicava volta per volta. Svoltando il primo angolo e proseguendo, le ripassò per essere sicuro di non sbagliare. E persino quando girò l'ultimo degli angoli del percorso intrapreso e si portò di fronte alla porta presidiata da due guardie con le maschere di quel colore che tanto venerava, si ripeté tutto. Quando parlò per meritarsi l'accesso, dunque, non sbagliò. L'altro compagno lo sorvegliava, pago.
    Ogni forma di timore svanì quando la porta si aprì e il volto di "A" riempì i suoi occhi.
    Lui parlava sempre in modo convincente, suadente. Era miele colante. Oro brillante. E lui lo venerava sopra ogni altra cosa perché sapeva che era il Giusto e il Buono. Tutti i Pilastri, lo erano.
    I Pilastri, l'ordine sopra il caos. Tutti li conoscevano di viso, anche lui, ma a pochi era concesso avvicinarli di persona. Rammentò con un tremore interno la volta in cui Kumo fu presa. Erano tutti lì. Erano il domani.
    E lui voleva esserne parte.
    Studiò come sempre ogni dettaglio del suo viso, registrandolo dentro di sé come si poteva registrare l'immagine rappresentativa di un Dio a cui si è devoti. Memorizzò tutto, i lineamenti, la voce, persino il modo in cui era solito intrecciare le dita sul tavolo cui era seduto, ondeggiando i palmi congiunti mentre parlava. Mentre gli dava il suo nuovo ordine.
    Il Cremisi era il verbo. La verità assoluta. La salvezza.

    Che tipo di situazione era quella in corso a Kumo, com'era cioè strutturata e che tipo di energie vi erano in gioco? Una rivoluzione, forse?
    Il Vecchio Regime della Nuvola è stato rimpiazzato. Kumo ora è governata da noi. Loro non sapevano di noi, li abbiamo sorpresi, colpiti mentre si credevano forti ed abbiamo preso il potere.


    La guerra era stata lampo. Improvvisa e impietosa. Inattesa.
    Nessuno attendeva una rivoluzione come quella, perché di rivoluzione si parlava, e cioè la cosa più giusta che potesse capitare a quel Paese da troppo tempo fuori dalla scacchiera delle cose che contavano. L'accademia li aveva tagliati fuori, loro, il glorioso Villaggio della Nuvola, ma avevano sbagliato perché loro non erano inferiori a nessuno! Perché non avevano mai preteso? Mai voluto niente?
    Era tutto sbagliato, e lui lo sapeva. Poteva ancora ricordare il modo in cui era rimasto abbagliato dalla magnificenza di quelle persone e di quella causa. Amava Kumo. Sarebbe morto per Kumo. Per ciò che era giusto.
    Erano deboli. Si credevano potenti. Loro avevano dimostrato che si sbagliavano.
    C'erano grandi progetti per il domani. Grandi possibilità. Finalmente non sarebbero più stati il limite estremo di una mappa dimenticata.
    Urlò, come molti altri, tutti, ricoperto di sangue non suo e di sudore invece suo, di fronte alle figure di uomini che si issavano sopra gli altri annunciando cosa sarebbe successo. Avevano combattuto al loro fianco. Erano loro i Grandi. Erano loro i Pilastri.
    Il Cremisi era il verbo. La verità assoluta. La salvezza.

    E se si, da chi era stata incentivata?
    Da noi. Noi siamo i Cremisi.


    Molte persone ancora non capivano. Non comprendevano il Verbo. Lo aveva capito guardando gli occhi di chi era stato allontanato, quando la muraglia attorno a Kumo era stata eretta. C'era incredulità, in quegli sguardi. Paura. Persino rabbia, spesso troppo timorosa per farsi ruggente, però.
    Erano ottusi. Ma avrebbero capito. Tutti capivano, prima o poi.
    Sorrideva mentre lavorava per la sua causa, per i suoi compagni. I Pilastri volevano che Kumo fosse protetta in poco tempo, e loro dovevano riuscirci.
    Era stato detto loro di non chiedere perché dovesse essere protetta. E da chi.
    Loro non lo avrebbero chiesto.
    Questo perché il Cremisi era il verbo. La verità assoluta. La salvezza.
    E nessuno chiede perché è stato salvato.

    “Lascia perdere tutto, le mie copie hanno scoperto che possiedono una specie di autodistruzione, prima che si attivi la sua fuggiamo, attirerebbe troppa attenzione. Prendi i ricordi che ti ho detto e lasciamo tutto come concordato prima.”



    La voce di Raizen giunse lei da una realtà molto distante, quasi non sua, ma Shizuka vi si aggrappò con una disperazione dettata dalla paura. Quando i suoi occhi si girarono in quelli del Jonin, la sua mano sinistra stava già estraendo qualcosa: su quattro delle cinque dita, c'era un filo di chakra color ocra sbiadito che lei, deglutendo, alzò verso il Jinchuuriki. Quando questo si fosse abbassato, lei avrebbe apposto i ricordi. Non aveva bisogno di averli personalmente, del resto aveva già visto. E quello che aveva visto e sentito, le era bastato.
    «La situazione è più compromessa di quello che potevamo immaginare.» Si limitò a dire mentre i ricordi della guardia attecchivano in Raizen e lei si sbrigava ad assicurarsi che la mente di questa non rammentasse niente dell'interrogazione. Lo ripulì come era stato inizialmente pattuito, poi, rapidamente, si alzò. Sembrava tesa come una corda di Koto, ma riuscì a seguire la Volpe dentro i confini, mediante le sostituzioni, senza darlo a vedere.
    Quando furono dentro, però, ebbe come la netta sensazione che la paura la pervadesse. Ora non potevano più uscire... quel pensiero le mozzò il respiro per un istante.

    “Temo che non siano benvoluti come appare, o meglio, penso che ci siano dei dissidenti da qualche parte, le guardie che sono morte dall’altra parte pare che volessero denunciare la loro presenza più che nasconderla. Spero non siano sufficientemente pazzi da aver creato una setta che si immola prima di crepare. Il termine della loro frase poteva essere o “grandi” o “arrivati”.
    Se hai preso qualche ricordo dell’arruolamento del tizio magari possiamo sapere se gli sono stati fatti dei soprusi.”



    «Vivono per la loro causa. Sono pronti a morire in qualsiasi momento e in qualsiasi modo. Non ho mai visto niente del genere.» Ammise la piccola Chunin, scuotendo la testa. «Non ho potuto prendere niente circa l'arruolamento, non ho capito se sono loro che scelgono o se ci si può candidare “liberamente”, diciamo.» Spiegò, correndo. Tenere il passo di Raizen era sempre un po' problematico, anche se si attaccava alla sua divisa. Maledì la loro differenza di abilità ancora una volta, come sempre sperando che fosse l'ultima. «Sicuramente non sono ben visti da molti, ma è impossibile credere che non abbiano sostenitori. Non si ordisce niente di queste proporzioni senza qualcuno che appoggia la tua causa.» Esitò mentre ascoltava poi le parole del Jinchuuriki, e scosse la testa. «Aspettiamo a dare un nome a ciò che siamo, vediamo come i Cremisi tengono il villaggio. Dobbiamo poter essere ciò che ci porta maggior vantaggio. Ci sono state rivoluzioni, nella storia, in cui il popolo fu tenuto in condizioni eccellenti per avere da questo tutto l'appoggio possibile. Kumo non è mai stata debole, prima di questo momento non se la passava male, è logico pensare che il passo da buono a cattivo non possa essere così grande senza stimolare una rivolta interna. Se ancora nessuno ha fatto o detto niente, i casi sono due: o i Cremisi hanno davvero una risorsa militare tale da poter rovesciare un Paese di Shinobi da soli, oppure questi non hanno capito che sta succedendo.» Disse il suo parere, ma eseguì anche lei la sua Henge. «Vedremo come definirci a seconda di ciò che il caso ci porterà, saremo ciò che sarà più giusto essere.» Aveva studiato di rivoluzioni illuminate in cui il popolo viveva nell'ignoranza, in una sorta di bambagia folle creata dalle illusioni di oratori sin troppo eccellenti, in grado di rendere tutti incapaci di comprendere la gravità della circostanza. Ma dopo che ebbe dato lezioni al suo compagno anche su quello, non esitò a infilarsi nel pagliaio che egli trovò.
    Si buttò sul mucchio di paglia, coprendosi con la stessa e raggomitolandosi accanto a Raizen alla ricerca di calore. L'arrivo di Kubomi fu, inaspettatamente, un balsamo alle sue preoccupazioni. Il piccolo draghetto aveva un effetto calmante incredibile per lei.
    «Grazie, Kubomi.» Sussurrò la Principessa, accarezzando il piccino con un sorriso.
    Si addormentò così, con una mano sul dorso del drago e la testa adagiata sulle gambe di Raizen. Quando dormiva, almeno, non sembrava essere così arrabbiata.
     
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    Seinji



    Daiba

    La piccola evocazione, priva di chissà quali abilità percettive, si limitò a svolazzare per quelle sei ore. Ma troppo piccola ed insignificante non fu nemmeno notata. Rilevò che la cittadina non era priva di guardie, ma esse erano solo due e per lo più giravano per la strada per alcune ore salvo tornare poi in quello che doveva essere stato un tempo il Palazzo del capovillaggio, una elegante costruzione che si affacciava sulla piazza centrale dove ancora facevano sfoggio i cadaveri degli uomini uccisi nella rivoluzione che l'Akuma aveva visto prima.
    Tuttavia non poté dir molto riguardo gli equipaggiamenti. Indossavano mantelli neri, maschere rosse e portavano al fianco una katana ma null'altro di rilevante e significativo. Sorvolando il villaggio Daiba osservò che la gente usciva poco, difficilmente da sola se poteva e scansava quegli uomini con timore. Tuttavia era anche certo che quei due non si comportavano male nei confronti della popolazione: erano impositivi, spaventosi, ma per niente ingiusti. Uomini che non abusavano del loro potere: merce rara. Si poté riscontrare allora, in definitiva, che la vita poteva proseguire come prima in quel villaggio sebbene molto più controllata rispetto al passato.
    Daiba dunque si sarebbe allontanato cercando informazioni al di fuori del villaggio dove aveva trovato rifugio. Poco ad est c'era un fiume, il ponte su di esso era crollato, tuttavia alcune persone stavano lavorando per ricostruirlo. Anche lì Daiba vide una donna dai lunghi capelli biondi che indossava una delle maschere rosse, simbolo di quella rivoluzione. A sud c'era un bosco, ma non vi era nulla di interessante. Una propaggine del bosco di estendeva anche ad est e più ad est s'infittiva in una foresta oscura nella quale Daiba non entrò per via della mancanza di tempo. A nord c'era un terreno collinare praticamente deserto e si potevano vedere le maestose montagne di Kumo: lì iniziava il caratteristico territorio della Nuvola, fatta di alte montagne e profondissime valli. Ma anche lì Daiba non vide altri uomini con la maschera rossa. Dopo sei ore, tornò indietro ma se Seinji l'avesse incontrato dipendeva solo da lui.




    La ragazza lesse rapidamente il messaggio di Seinji, dunque fece un sospiro. Accartocciò e buttò via la risposta, continuando a cucinare pensierosa, rispondendo con difficoltà alle parole di Seinji dette a voce: dissimulare le stava iniziando a riuscire difficile. Grazie, nee-san Disse con un sospiro, portando poi il risotto in tavola, servendolo. Si guardò attorno e dunque parlò - a bassissima voce - Parliamo così, dovremmo essere al sicuro. La rabbia e la furbizia erano sparite, lasciando solo una giovane donna alquanto affranta. QUesta situazione dura da circa due settimane. E per quello che so, ho visto solo maschere rosse, nessun altro... Sono arrivati qui in forze, hanno abbattuto gli shinobi fedeli al vecchio Raikage che non si sono sottomessi e sono andati. Hanno lasciato un paio di uomini a controllare la situazione ma vedi... Sospirò appena, continuando a sussurrar segreti. Loro non sembrano essere intenzionati a creare problemi a noi cittadini, finché noi non ne creiamo a loro. Le nostre vite, tutto sommato, proseguono normali. Non so quali siano i loro scopi, sono una cittadina... i suoi occhi si riempirono di lacrime Mio padre era tra i ninja che hanno ucciso. Voglio andare via, non posso restare qui ancora. Ma non mi lasceranno mai passare il confine. Quello era tutto ciò che la ragazza aveva da dire.

    La donna si sarebbe offerta di far restare Seinji per alcune ore in casa. E, a meno di azioni avventate dell'Akuma, Daiba sarebbe tornato dalla finestra. La ragazza avrebbe sussultato nel vederlo, ma si sarebbe coperta una mano con la bocca per evitare inutili strilli. Sapeva che non c'era nulla di strano in tutto quello che vedeva, dopotutto. Daiba avrebbe raccontato a Seinji che cosa aveva visto. Da lì l'Akuma doveva prendere una decisione.
    Era il tramonto ormai.
     
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    × Legenda
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    Dopo le 6 ore passate nella casa della giovane donna a gustarsi un risotto buonissimo, Seinji Akuma capì diverse cose. La prima era che doveva portare quella ragazza via da li; era evidente che qualora le avessero ucciso il padre, prima o poi sarebbero venuti a prendere anche lei. La seconda era che Seinji aveva di già raccolto delle informazioni utili al Mikawa. Sapeva da Daiba che i shinobi con la maschera rossa non erano moltissimi, non avevano un chissà quale equipaggiamento, ma non sapeva niente sulle loro capacità (al riguardo di tutto ciò Seinji poteva certamente intuire che non erano deboli, considerando che avevano fermato Diogenes Mikawa al cancello), ma poi? Sicuramente potevano celare delle sorprese anche loro, visto che erano riusciti a sconfiggere il vecchio Raikage - un tizio per niente debole, da quanto Seinji aveva sentito dire in giro. Passate le 6 ore, Seinji attivò sin da subito la sua Vista Vitale con l'intenzione di spiare ovunque (raggio - 3 km), recuperò tutto il suo chakra per via del riposo passato in quella casa, e, arrivato Daiba, trasse tutte le informazioni possibili da lui. La prima cosa ovvia da fare, per quanto riguardava le due guardie che camminavano qua e la, era di controllare il Palazzo del capovillaggio, giacché i due shinobi con le maschere ogni tanto vi entravano. Per farlo, Seinji semplicemente puntò la sua vista in quella direzione, e perquisì il palazzo in lungo e in largo semplicemente guardandoci dentro. Una vista come quella di Seinji avrebbe oltrepassato tutto, persino i muri, e se fosse servito, avrebbe zoommato il necessario quelli o quegli altri documenti dentro il Palazzo del capovillaggio per leggerli da più vicino. Ovviamente, era l'abilità speciale degli Akuma, quella di avere una vista che vede ovunque e che ovunque può leggere.
    Le due guardie che camminavano qua e la Seinji non le avrebbe affatto toccate, - quella era la sua decisione dopo aver ascoltato le parole di Daiba. Gli bastava sapere quanti erano e com'erano equipaggiati, per il resto se la sarebbe vista da sé.
    Dunque, una volta esaminato il palazzo del capovillaggio in cerca di documenti importanti avrebbe pensato a cosa fare dopo:

    Se con la sua Vista Vitale avrebbe visto dentro il Palazzo del Capovillaggio qualcosa di importante (dai documenti ai depositi di armi, oppure qualche informazione importante che non conosceva riguardante quella rivoluzione), si sarebbe facilmente intrufolato dentro al Palazzo passando sotto al suolo come faceva sempre, rubando questi o quegli altri documenti, e sparendosene da li con la tecnica del teletrasporto con i documenti rubati.
    Poi sarebbe passato alla seconda ipotetica.

    Se, invece con la sua vista non avrebbe trovato niente in quel palazzo, avrebbe lasciato la ragazza.
    «Devo andare, ma ti tornerò a prendere. Voglio scoprire ogni cosa sull'avvenuta rivoluzione, e voglio capire che sia a capo della rivoluzione. Attendimi qui. Io parto per il Villaggio della Nuvola.»
    Si rivolse dunque a Daiba.
    «Vola verso il Villaggio della Nuvola, sorvolalo dall'alto, scoprine le guardie, poi torna per la stessa strada e trovami per riferirmi le informazioni. Io viaggerò mascherato in uno di quei cremisi di cui hai parlato...»

    Dunque sarebbe sparito, infondendosi nel suolo.

    CITAZIONE

    Movenza d'Ombra
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Pecora, Cane, Topo (3)
    L'utilizzatore può fondersi con il terreno, entrandoci come fosse acqua: è impossibile respirare. L'utilizzatore può muoversi come in superfice. L'utilizzatore può emergere solamente da un'ombra non controllata presente nel terreno; può nascondersi nel terreno a piacimento. Se colpito, la tecnica si scioglierà, rigettando l'utilizzatore. Le vittime percepiscono l'utilizzatore solo appena emerge dall'ombra.
    È possibile usarla in combinazione con la tecnica "Servitori di Nebbia" oppure "Tecnica della Moltiplicazione Acquatica", sfruttando uno slot tecnica base, oltre che il relativo consumo. In questo caso, la scomparsa dell'utilizzatore sarà contemporanea la comparsa del clone.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto - Mantenimento: Basso)
    [Da chunin in su]

    In quella forma sarebbe uscito dalla casa, e sempre viaggiando sotto al suolo si sarebbe diretto verso il villaggio della nuvola, percorrendo uno dei tragitti che conducevano al caratteristico territorio della Nuvola, e percorrendo la strada che, in teoria, lo avrebbe portato al centro di quelle terre. Intenzionato a saperne di più sulla rivoluzione appena avvenuta, Seinji era disposto a rischiare di più rispetto a quanto aveva rischiato fino a quel momento.
    Insomma, all'Akuma importavano le informazioni, e voleva svolgere quel compito nel miglior modo possibile prima di andarsene via dal villaggio.
    Solo una volta allontanatosi abbastanza da quel villaggio di contadini, sarebbe rispuntato da sotto il suolo e si sarebbe diretto verso la sua meta: il cuore pulsante di Kumo.

    CITAZIONE

    Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo:Basso )

    Nel mentre avrebbe assunto le esatte sembianze dei ninja di quel posto.




    Riserva chakra Seinji: 400(recupero dopo 6 ore di riposo) - 16 (Movenza d'ombra) - 4 (Henge)

    Equipaggiamento:
    Tonici di Recupero: 1/3

    Daiba:
    Chakra: 9 bassi/12 bassi
    Equipaggiamento:
    Tonici di Recupero: 2/2 (li usa durante lo svolgimento della missione qualora fosse necessario
    Abilità usate:
    Tecnica Economica al 50%(Tecnica della mimetizzazione)
    Conoscenza cieli (Conoscenza: L'utilizzatore è in grado di orientarsi nel cielo: potrà riconoscere le direzioni e l'altitudine senza difficoltà.)
    Vista Telescopica


    Edited by leopolis - 1/11/2015, 10:52
     
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    L'alba di un nuovo giorno di sangue - Raizen e Shizuka






    L'Alba era stranamente rossa quel giorno. Nella giornata precedente diversi Shinobi erano morti molto più a sud, ad opera dell'azione di Diogenes Mikawa. Ma anche le vittime suicide di Raizen! Ma la notte era trascorsa tranquilla, Kubomi non aveva avvertito nulla nel suo raggio d'azione e quando giunse l'alba il draghetto svegliò i due riferendo che non c'erano state novità.
    Raizen e Shizuka avevano da fare molta strada per arrivare a Kumo e dinanzi a loro si stagliava in quel momento una strada che conduceva verso nordest. Stando a quanto sapevano della loro posizione di ingresso, quella era la direzione da prendere per arrivare al Villaggio della Nuvola. La strada era larga e ben lastricata, segno che era molto percorsa, e dopo circa sei chilometri entrava in un fitto bosco di conifere così fitto da lasciar passare solo qualche raggio di luce. Ma al di là dell'inquietudine che potevano provare la traversata era agevole ed il bosco scevro di pericoli: probabilmente era già stato ripulito molti anni addietro, giacché una arteria principale vi passava per dirigersi verso Kumo ed i villaggi che quella strada toccava.


    Il bosco aveva un'estensione abbastanza ampia, circa quattrocento chilometri quadrati e la strada lo attraversava diagonalmente per circa sei-sette chilometri (il bosco di fatti era assai esteso in larghezza ma poco in lunghezza) e subito videro nella piana che seguiva alcune cose: la strada raggiungeva direttamente un villaggio dalle alte mura di pietra e proseguiva probabilmente oltre lo stesso. Alle spalle del Villaggio poi iniziavano a vedersi chiaramente gli alti Monti delle Nuvole, che da lì dominavano con valli e ripidi picchi il paesaggio del Paese del Fulmine. Stando alle ultime mappe quello era il villaggio di Iwashitaka e di fatti era il capoluogo di quell'intera provincia.


    Se si fossero avvicinati a sufficienza alle mura (30 metri o meno) avrebbero potuto notare che non c'era un vero e proprio camminatoio, ma diverse aperture nella roccia ad intervalli regolari. Le mura erano molto alte e robuste, tali da non far sfigurare dinanzi quelle di villaggi come quelli Accademici ed un robusto portone di metallo sbarrava l'accesso a tutti coloro che avessero voluto entrare (o uscire). Non sembravano esserci guardie a loro percepibili dalla distanza e solamente avvicinando a nove metri dalle mura avrebbero potuto udire alcune voci. Il villaggio però non bloccava la via, essa semplicemente proseguiva superato il grosso villaggio (che da parte a parte misurava circa tre chilometri ed era largo quattro più o meno) e continuava verso i monti.


    I monti si innalzavano con sorprendente rapidità e dopo il Villaggio la strada proseguiva sul fondo di una valle che dopo pochi chilometri sarebbe stata circondata da montagne rocciose che si facevano via via sempre più ripide, ricoperte di alberi nelle parti più basse ma del tutto nude in alto. Ed una volta presa quella via chissà cosa sarebbe potuto accadere.
     
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    L'alba rossa








    L’indomani mattina i due furono svegliati da Kubomi dopo una notte abbastanza tranquilla, quasi piacevole visto il tepore della paglia e la comodità della stessa, giusto qualche filo l’aveva disturbato nella notte infilandosi qui e la, ma nulla che non si potesse risolvere con una buona ventata.

    Rigiriamo il pagliericcio, non voglio che il nostro odore rimanga qui a lungo.

    Il buongiorno più orribile del mondo, probabilmente.
    Ma una volta completato avrebbero potuto fare colazione con qualche piccola provvista che avevano al seguito per evitare di lasciare lo stomaco vuoto, durante il viaggio si sarebbero occupati di qualcosa di più sostanzioso.

    Manteniamo questo travestimento Shizuka, i sigilli per il mascheramento del chakra funzioneranno fino a stanotte, per cui non dovrai rinnovarli.
    Kubomi, seguici dall’alto fino a che non ci inoltriamo nel bosco, dopo abbassa la quota fino ad essere difficilmente individuabile ma in grado di vedere eventuali persone che ci vengono incontro, non vorrei incappare in persone sgradevoli.


    L’alba era rossa, ma tranquilla e l’intera mattinata trascorse senza problemi, i boschi di Kumo erano diversi da quelli di Konoha, dentro di essi si sentiva un aria diversa, un aria tetra e lievemente soffocata da un bosco piegato dall’uomo che voleva a tutti i costi un varco al suo interno. Un varco di pietre squadrate e ben tenute: erano probabilmente sulla via principale che portava a Kumo o quantomeno quella che collegava due grossi villaggi.
    Dopo poco più di un ora di cammino giunsero infatti in vista delle mura di un villaggio, la strada lo attraversava per il centro, un chiaro indizio di come quel villaggio potesse essere diventato abbastanza grande da imporsi e diventare il capoluogo di quella regione.
    Era nato intorno ad un arteria principale, probabilmente un punto in cui originariamente era comodo fermarsi e dove i mercanti più svegli avevano iniziato ad offrire ai passanti servizi, ristoro e letti in cui potersi riposare, un circolo vizioso che aveva lentamente foraggiato un piccolo agglomerato di carrozze trasformandolo in un villaggio che lentamente aveva dovuto farsi aggirare da una strada secondaria.

    Mh, non voglio passare dentro il villaggio, probabilmente sarebbe solo una perdita di tempo ed una sequenza di rischi non indifferente in più da calcolare, aggiriamolo e proseguiamo.
    Magari giusto un clone per vedere cosa succede all’interno.


    E così, un altro mendicante, al limitare del bosco, si “unì” al gruppo, separandosi tuttavia estremamente in fretta e andando a bussare alle porte del villaggio, attendendo risposta mentre Raizen e Shizuka procedevano. Solamente dopo essersi distanziati 8 chilometri dal villaggio avrebbero atteso informazioni dal clone, era probabile che riuscisse a recuperare notizie riguardo gli eventuali pericoli della strada che li attendeva.
    Kumo era la meta, dopotutto. E quella non sarebbe stata l'ultima alba di sangue probabilmente.
     
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    Nuvole Rosso Cremisi

    La Morte Incombe




    L'Akuma aveva deciso di avvicinarsi a Kumo. La sua vista non notò assolutamente nulla all'interno del palazzo dove erano stabiliti i ninja ed in breve fu fuori, lasciandosi dietro una giovane ragazza alla quale aveva promesso una fuga. Lei non credeva minimamente. Perché mai uno Shinobi di un paese straniero capitato lì per caso avrebbe dovuto preoccuparsi a salvarla? Dal suo punto di vista non aveva minimamente senso. Tuttavia lo ringraziò per il pensiero, sperando che tornasse sano e salvo. Perché si stava dirigendo in un posto estremamente pericoloso.


    Uscito dal villaggio Seinji si diresse dunque verso nord-ovest, penetrando in quelle grandi valli circondate da alti monti che caratterizzavano Kumo. Se avesse deciso di vedere qualcosa all'imboccatura della vale avrebbe visto, nel raggio massimo della sua vista notevole, che in effetti lì non c'era assolutamente nessuna guardia. Non c'erano fortini e solo qualche casupola qui e lì, dove tranquille famiglie vivevano la loro vita incuranti dei problemi dei potenti. Da lì a Kumo c'erano centonovanta chilometri di strada ed a seconda dell'andatura che avesse deciso di tenere ci sarebbe voluto più o meno tempo. Ma in ogni caso, ci sarebbe arrivato. Su quel percorso non c'erano villaggi, poiché la conformazione del terreno era troppo aspra per riuscire a a superarla. Così si sarebbe ritrovato ad un chilometro dalle Mura del Tuono.


    Il Villaggio della Nuvola non era facile da raggiungere e da invadere. Un eventuale esercito nemico avrebbe, difatti, dovuto penetrare attraverso stretti canali rocciosi come aveva fatto Seinji e dunque stazionare dinanzi a quello che pareva un muro di roccia insensato. Le mura di Kumo sembravano essere state scolpite dal tempo stesso. Lo si poteva vedere in lontananza: erano dello stesso colore della roccia circostante, come se il tempo le avesse modellate e dunque solo dopo rese baluardo di difesa di un villaggio di uomini. Ma non poteva essere così: le alte mura (alte circa nove metri) ad un tratto curvavano, per avvolgere al loro interno il villaggio retrostante, fatto di alti pinnacoli rocciosi avvolti da basse nubi. Non erano più in una valle e mentre si avvicinava Seinji avrebbe potuto notare come l'altitudine era via via aumentata. Era su un vero e proprio altopiano dalla strana conformazione. Da lì poteva vedere diverse strutture abbarbicate sulla roccia stessa. Era giunto a Kumo: da lì ogni passo poteva essere l'ultimo.





    Edited by -Max - 19/11/2015, 09:25
     
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    News GdR
    Infiltrazione a Kumo
    Confine di Kumo



    Hohenheim stava viaggiando spedito attraverso il Paese della Brina, diretto verso il suo confine con un'unica destinazione: Kumo. Strane cose stavano accadendo nel Paese non accademico, e gli anziani di Suna ne volevano sapere di più. Quella di mandare il bombarolo in missione solitaria era un'operazione che stava diventando una vera e propria abitudine. Lui vi aveva fatto il callo, anche perché il suo stile di combattimento si era evoluto nel tempo per accomodare questa occorrenza. In effetti, poteva essere pericoloso per lui combattere con di mezzo degli alleati che non conoscessero le peculiarità della sua arte.
    Quel giorno il suo abituale vestiario, un largo kimono color panna e cobalto, vestiario tipico dei monaci del Monastero del Giglio, era stato rimpiazzato da un set di vestiti inusuale per un ninja di Suna. Infatti, prima di partire, il chunin aveva fatto una piccola ricerca negli archivi del villaggio circa i costumi di Kumo. Nulla di segreto, chiaramente, ma semplicemente aspetti della vita di tutti i giorni del Paese della Nuvola: come vestivano gli abitanti, per esempio. Aveva quindi attrezzato il suo vestiario affinché meglio assomigliasse a quello di un abitante del paese di Kumo. La missione che gli si prefiggeva davanti, infatti, era della topologia a lui preferita: infiltrazione. Il che era paradossale considerando il suo decisamente appariscente e chiassoso modo di combattere. Eppure, il chunin sapeva molto bene che la sua arte era decisamente versatile e gli avrebbe semplificato notevolmente l'ingresso oltre il confine.
    Quello che si sapeva di Kumo non era molto. Semplicemente giravano voci che il confine del paese fosse altamente presidiato e nessuno potesse entrare o uscire. Da questa evidenza seguiva la domanda: perchè? Questo era il quesito che doveva tormentare coloro che, nei villaggi ninja accademici, dovevano prendere le decisioni. Kumo, infatti, era una pedina nella scacchiera e nell'equilibrio politico del continente molto importante, e certamente non era segreto il disprezzo che i ninja della Nuvola provavano per gli accademici. Quindi, problemi a Kumo significavano problemi per tutti.

    'Chissà chi altro sta cercando di infiltrarsi oltre il confine? Sicuramente Suna non è la sola a voler sapere cosa succede...'



    Che ci fossero altri accademici era probabile, che lui venisse in contatto con questi era...incerto. La verità era che il chunin non aveva alcun problema a far squadra se questo avesse aumentato la possibilità di successo della missione. Il che significava formare un team di al massimo 3-4 persone con abilità ben distribuite. A questo avrebbe detto di sì, altrimenti avrebbe fatto meglio da se.
    I confini del Paese della Brina erano ben noti, ed Hohenheim aveva attentamente osservato le mappe.

    'Il confine si snoda attraverso una grande varietà di terreni: colline, letti di fiumi e foreste. Credo che la cosa migliore sia testare il livello di sicurezza da una posizione occultata.'



    Si sarebbe quindi diretto verso la foresta che cingeva il lato occidentale del confine. La situazione era a seguente: lungo tutto il perimetro del confine guardie di Kumo pattugliavano ad una distanza l'una dalle altre di circa 300 m. Sulla linea del confine, pali neri erano stati posizionati, e scariche nere a tratti passavano tra quelli.

    'Wow...se questo è stato fatto lungo tutto il confine, è davvero qualcosa di sensazionale'



    Il chunin avrebbe creato un piccolo accampamento a circa mezzo kilomentro dal confine, dove riposare e rifocillarsi. Aveva deciso di iniziare a testare la vulnerabilità della rete difensiva durante la sera. Per fare ciò si sarebbe avvicinato a 100 metri dal confine ed avrebbe iniziato a plasmare le creature, sempre occultato dalla vegetazione. Questa volta nulla di imponente, anzi: piccole mosche di argilla, silenziose e con una potenza distruttiva quasi nulla. Ne creò 2: la prima sarebbe andata direttamente verso il confine, cercando di attraversare i pali, l'altra sarebbe volata sopra la palizzata, ad un'altezza di circa 200 m. Inoltre avrebbe creato un minuscolo lombrico di argilla, che avrebbe cercato di attraversare il confine sotto terra.
    Il ninja era interessato a vedere se l'infiltrazione delle sue creature avrebbe attivato possibili trappole, oppure avrebbe allertato le guardie. A seconda della via più sicura, si sarebbe mosso di conseguenza.
    Di mattina avrebbe invece effettuato un altro esperimento. Avrebbe creato un uccello di piccole dimensioni (1 slot dimensionale) che caratterizzava quelle terre. In aggiunta, lo avrebbe dotato sulla pancia di un piccola manina, abbastanza grande da sorreggere il D-Visor. L'uccelletto si sarebbe alzato in volo ed avrebbe raggiunto una quota di circa 500 m. Da quell'altezza, avrebbe scattato delle foto con il D-Visor. Le foto darebbero state di grande aiuto al chunin per avere una chiara visione della geografia del paese, della posizione degli eventuali villaggi, della disposizione delle forze a guardia del paese ed anche degli eventuali accademici che, nelle sue vicinanze si stavano affaccendando superare il confine. Quando il chunin avesse avuto un quadro completo di tutto, allora si sarebbe mosso.

    [...]



    La sera successiva l'infiltrazione avrebbe avuto luogo. Il riposo di un giorno ed una notte gli aveva permesso di ripristinare il chakra speso per i vari test, ed ora era decisamente pronto ad entrare in azione. Visto che la via sotterranea era risultata sicura, decise di plasmare con la sua arte un talpa di argilla sufficientemente grande da poter essere usata come velivolo [4 slot di argilla]. La talpa avrebbe iniziato a scavare sotto la superficie del suolo, a circa 7 metri di profondità ed avrebbe trasportato nella sua pancia il chunin ad una location, posta a circa 500 metri dal confine. Una posizione riparata da eventuali sguardi indiscreti, che avrebbe individuato dalle foto scattate il giorno prima. Tuttavia, prima di riemergere, avrebbe usato la tecnica del ' Suggerimento naturale' per verificare la presenza di persone in superficie [consumo stimato: 320 pc].
    Il viaggio sarebbe durato al massimo cinque minuti alla velocità con la quale andava il costrutto, ed un'eventuale mancanza d'aria sarebbe stata compensata dal Respiratore che il chunin possedeva nel suo arsenale.

    Se l'infiltrazione fosse andata come previsto, il chunin avrebbe viaggiato verso Nord.


    OT/
    Chakra consumato: 320/750
    5 min di autonomia del respiratore usati

    Max vedi tu se riesco ad individuare la posizione di Raizen ed Arashi. Ragazzi se vi fa piacere mi unisco al vostro team, che ne dite?
    La mia posizione di partenza è nel boschetto sulla sinistra della mappa.
     
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    DIRECTION

    I can't change the direction of the wind, but I can adjust my sails to always reach my destination.




    Dormire con Raizen era sempre stato un problema.
    Lui era un gigante tutto muscoli quattro volte più grande di lei, che per contro era uno scricciolo. Ogni volta che i due dormivano insieme, dunque, finiva che la Volpe le girava puntualmente qualche manata, facendole rischiare l'osso del collo, oppure le rifilava un calcio per punirla di aver rotolato o mugugnato troppo. Una volta era riuscito a calciarla fuori dal letto con una violenza tale che lei aveva sfondato con la testa una porta di carta di riso, e ci era rimasta incastrata per traverso finché non si era messa a piagnucolare ed era stata liberata.
    ...Inutile dire dunque che quando la giovane donna si svegliò la mattina dopo, e si accorse di aver dormito beatamente, ne fu assolutamente sconvolta. Per la verità lo fu anche per un'altra ragione, abbastanza intuibile vista la situazione in cui entrambi si trovavano. Lanciò uno sguardo perplesso a Raizen, ma non disse niente ad alta voce per paura di infrangere l'apparente fortuna che li aveva baciati.
    Girarono il pagliericcio, passandovi sopra un piede per stropicciarlo al suolo di modo che i loro odori si perdessero in breve tempo e consumarono poi una colazione frugale, durante la quale la Kobayashi non esitò a rimbrottare l'Hokage di come aveva osato non darle il buongiorno, cosa a cui rimediò lei, dopo avergli tirato un pugno sulla spalla. Borbottando offesa la Principessa non si dimenticò inoltre, come ogni volta del resto, di dare un pezzo del suo pane di riso croccante a Kubomi, che ringraziò per la guardia notturna. Sorrise al draghetto, stringendolo a sé teneramente (qualcuno avrebbe dovuto spiegare a quella ragazza che era un drago, non un peluche), poi si sistemò il mantello addosso e uscì assieme alla Volpe. Ripresero subito a correre.
    «Non è una buona idea aggirare il Villaggio senza valutarlo.» Fece presente la Chunin, guardando di sottecchi, da sotto il suo pesante cappuccio, l'agglomerato di case in lontananza. «Si possono trovare cose inaspettate e scoprire informazioni interessanti interagendo con le persone di un Villaggio posto all'interno di un cerchio di spine come quello che è stato creato qui al Fulmine. Soprattutto se hai il modo giusto di farlo.» Sorrise educatamente, disegnando nel vento una circonferenza. Non potendo dare torto al compagno sul non perdere troppo tempo lì, tuttavia, decise di andare incontro ad entrambi. «Posso mandare anche un mio clone e vedere cosa scopro, sempre messo che ci sia qualcosa da scoprire. Al tuo contrario sono specializzata in ottenere informazioni.» Propose, annuendo. «Mi sembra strano che in una situazione come questa, l'ambiente sia così calmo da non necessitare neppure di guardie disseminate in giro o di qualsiasi altro tipo di sorveglianza.» Le risultava improbabile che quei pazzi dei Cremisi avessero concentrato la maggior parte delle proprie forze sui confini, che sembravano essere pronti a difendere con il massimo di ciò che avevano a disposizione, e avessero poi deciso che tutto ciò che si trovava entro questi non necessitasse di controllo e protezione. Del resto, se era invece questa la possibilità, ciò apriva a nuove interpretazioni. «Qualunque sia il responso che ci ritornerà, sapremo farlo fruttare in qualche modo.» Osservò, aspettando poi il parere del compagno.
    Dopo aver discusso su una serie di possibilità, e aver pianificato insieme quella migliore, decisero di fare come aveva detto la piccola Chunin, e così Shizuka creò a sua volta un clone, che avrebbe poi mandato assieme a quello di Raizen in direzione del piccolo Villaggio.
    Le sembianze dello stesso erano quelle di una ragazzina sedicenne molto magra e dai capelli chiari arruffati in una matassa informe di polvere e sudicio. La carnagione abbronzata e il taglio degli occhi affilato rispondevano ai lineamenti somatici di Kumo, come del resto anche il modo di parlare e di agire [recitazione]

    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.
    [henge]
    Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo:Basso )
    .
    Il clone non avrebbe interferito con la vita del luogo, avrebbe semplicemente cercato di omologarsi il più possibile allo scorrere degli eventi, senza farsi notare, limitandosi quindi semplicemente ad osservare e ascoltare. A seconda di come la situazione si fosse messa, avrebbe poi valutato come agire.
    Spesso era sufficiente guardare, per capire.
    E quella era una verità da molti dimenticata.
     
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    Hohenheim



    Lo shinobi di Suna giunse al confine quando ormai Raizen e Shizuka l'avevano superato e stavano decidendo cosa fare presso il villaggio di Iwashikata. Incontrarli, a meno che loro non si fossero fermati per un po', non sarebbe stato facile. L'espediente con i piccoli costrutti d'argilla non diede alcun risultato: essi semplicemente passarono inosservati. Probabilmente erano troppo piccoli, o impregnati di una quantità troppo scarsa di chakra per attirare qualsivoglia attenzione da parte di quelle micidiali armi di difesa. E come già Raizen aveva potuto verificare, sottoterra non avevano alcun potere. Il confine di Kumo era vasto e sebbene fosse desiderio del Raikage controllarlo quanto meglio fosse possibile dislocandovi gran parte delle proprie forze ordinarie, non si poteva chiedere un controllo accurato come quello che era possibile dare ad un villaggio. Così, passando da sotto terra, il chunin della Sabbia riuscì a passare e dunque a riemergere dall'altra parte alle spalle delle guardie le quali più che alle loro spalle erano tenute a guardare avanti. Un costoso ma ottimo espediente.


    Così si sarebbe diretto verso nord e da lì la storia non sarebbe stata molto diversa da quella di Raizen e Shizuka. L'Hokage e la sua fedele allieva però avevano dormito un'intera notte, rallentando notevolmente i loro movimento e di fatti quando Hohenheim aveva superato il confine essi non erano che ad otto chilometri dal Villaggio. Ma per capire cosa avrebbe visto Hohenheim dinanzi alle mura del villaggio, non era ancora dato saperlo.


    Mi blocco qui. Per non incasinare le tempistiche e non forzarle troppo aspetta di vedere cosa succede a Raizen. Considera che arrivi diciamo una decina di minuti scarsa dopo che le copie sono state lasciate, per cui aspetta di vedere che succede in quei dieci minuti prima di postare.
     
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    Nuvole Rosso Cremisi

    Iwashika



    Iwashika non era un posto accogliente. Per niente. Quando le due copie si avvicinarono alle mura apparentemente non accadde nulla, ma in realtà il loro solitario avvicinamento venne notato e le due copie attentamente analizzate. Nonostante il dimezzamento della riserva di chakra erano ancora facilmente classificabili come "shinobi", cosa che - di principio - fece insospettire le numerose guardie di Iwashika. Dopo alcuni minuti, durante i quali non ci fu alcuna risposta, un uomo magro, dalla pelle chiara ed i capelli bianchi, sulla trentina scarsa si affacciò da una delle numerose feritoie delle mura. Avevo lo sguardo carico di sospetto ed indossava un coprifronte cremisi.


    Raizen Ikigami e Shizuka Kobayashi avrebbero scoperto che le azioni che avevano portato alla scomparsa di una guardia, nonché all'uccisione di svariate altre, avevano avuto le loro conseguenze. In condizioni normali Iwashika (assai vicina al confine) sarebbe stata per loro accessibile. Ma in quel momento era inviolabile al pari di una cassaforte: l'unico modo per aprire quelle porte era sfondarle commettendo un crimine, oppure avere la chiave. Non entra nessuno qui oggi. Sparite. E poco importava se fosser mendicanti di Kumo: avevano avuto notizie di problemi al confine e la notte appena passata aveva permesso a quegli eventi di essere noti a distanze ben superiori rispetto a quelle che intercorrevano tra il confine ed Iwashika. Avete quindici secondi, dopodichévi attaccheremo. Nessuna eccezione. E non potevano far nulla per convincere quegli uomini (quanti? Non si riusciva a capire, nascosti com'erano nelle mura) a retrocedere dai loro bellicosi intenti. Loro non erano nessuno: non erano alleati, dunque erano probabilmente nemici. Non potevano fidarsi in alcun modo. Uno.
     
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    Il clone di Raizen parve risentirsi, o almeno era ciò che il suo viso trasmetteva[Recitazione].

    Oh!

    Riuscì a dire in un primo momento.

    Ricordavo che Iwashika fosse ospitale un tempo, non è la prima volta che mi reco alle sue mura!

    C’era enfasi in quelle parole, ma niente di aggressivo, solamente la tristezza di un vagabondo affamato ingiustamente accusato, o magari di un ninja caduto in disgrazia.

    Ma la fame è già di persè un grande problema, non ne vogliamo altri e non vogliamo arrecarne.

    Ammise con la pacatezza di chi, dopo essere stato respinto, si era convinto di non aver possibilità di cambiare la sua sorte.
    Voltò le spalle incamminandosi soltanto se tra le guardie non ci fosse stata alcuna reazione, facendo cenno a Shizuka di seguirlo.
    Si sarebbero diretti verso gli originali di cui sapevano a grandi linee la posizione, aumentando il passo solo una volta che l’ambiente gli avesse offerto una totale copertura.
    Avrebbero riportato a voce le loro informazioni ad un accigliato Raizen.

    Bene, direi che aver fatto riposare Kubomi è stata una buona idea.

    Disse mentre da sotto il mantello faceva capolino la testa del piccolo drago, probabilmente appisolatosi li mentre attendevano il ritorno delle copie.
    Gli accarezzò la testa con un sorriso.

    Bene.
    Perlustrazione ad ampio raggio Kubomi, ti aspetteremo nella foresta, voglio che ti alzi in volo e individui tutti i villaggi nei dintorni, devi stare in alto, sali in verticale ad almeno un chilometro, in modo da essere fuori raggio dei sensitivi, se riesci a vedere sufficientemente bene alzati ancora in modo da dominare meglio la zona, voglio sapere dove e a che distanza stanno i villaggi, non quanto son grandi o popolosi.
    Quando inizierai ad individuarli attiva l’empatia così non avrai bisogno di riferirmi nulla.
    Vai ora.


    Avrebbe detto con un cenno della testa.

    Ci accampiamo Shizuka, ma lo facciamo come dico io.
    Interno della foresta, nel fitto del sottobosco.
    Ci servono cinque alberi sufficientemente vicini, ne piegheremo le fronde e li uniremo a formare una piccola capanna, creeremo una copertura più fitta e calda rinforzando questa piccola struttura.
    Non voglio accendere fuochi, mentre io mi occupo di questo raccatta frutti e radici, alle serre dovrebbero averti insegnato a riconoscere le buone dalle cattive no?
    Se ti capita qualche bestiola portatela dietro, troveremo il modo di cuocerla senza fumo.


    Kumo era infiammata, fin troppo, a quanto pareva non erano stati gli unici a passare il confine, i paesi erano in allerta e sarebbe stato meglio far placare le acque prima di dedicarsi nuovamente all’ispezione, se un paese scarsamente militarizzato come Iwashika era sigillato in quel modo voleva dire che i Cremisi erano ben attenti a non lasciarsi sfuggire nulla.
    Dovevano aspettare, non avevano altro modo.
     
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    «Dialoghi»



    E così nulla vi era di importante nell'edificio amministrativo di quel piccolo villaggio. Questo stava a significare, che per trovare i documenti e le scartoffie davvero importanti, Seinij Akuma doveva cercare in altri luoghi e in altri posti, con l'intenzione di capire tutto il sistema - il nuovo sistema, - instauratosi in quelle terre dimenticate. Così, senza aver scovato nulla nel palazzo amministrativo, Seinji Akuma dapprima si immerse nella terra, e quindi lasciò il villaggio senza dare nell'occhio a nessuno, per fuoriuscire dalla terra poco dopo, quando il villaggio era ormai lontano alle sue spalle, - solo un puntino sull'orizzonte che osservava con la vista umana, nient'altro. Così prese le sembianze degli tizi di quella stranissima rivoluzione: maschera come la loro e mantello, come il loro, Seinji Akuma si muoveva ora in direzione del punto principale, del cuore di tutta quella stranissima terra, con una sola, unica intenzione: capirne di più, raccogliere più informazione, e arrivare... arrivare oltre. Chi era il capo di tutto quello? Perché lo aveva fatto? Quali sono state le motivazioni, che avevano spinto il capo a cercare una rivoluzione? Ricevere troppe informazioni poteva risultare dannoso per la sua salute, considerando che mai il nemico - se così poteva dirsi, - avrebbe aperto tutti gli assi nelle maniche ai shinobi degli altri villaggi, o peggio ancora: ai nukenin, e questi senza nemmeno un villaggio ancora. D'altro canto, in caso di una cattura, poteva dirsi semplicemente un messaggero di Diogene Mikawa, con il quale aveva stretto il patto, e che aveva lasciato ai confini del Paese (dove diamine, tra l'altro, si era cacciato quello? considerata la sua assenza, Seinji poteva dire che era... stato fermato). In ogni caso Seinji proseguì per la sua strada fino al cuore pulsante, Kumo, notando l'assoluta assenza di fortini, fortezze, guardie passeggere, o ninja di alcun altro genere. Cosa diavolo poteva significare tutto ciò, se non un'assoluta sicurezza nelle mura stesse del villaggio di Kumo, e delle sue guardie, o, forse, anche nelle capacità del loro capo? Ripensandoci, vi ci potevano essere non pochi sensitivi sulle mura. Sensitivi, che avrebbero potuto percepire la presenza di un chakra diverso da quello solito; che avrebbero potuto scovare l'Akuma con un schiocciò delle dita, e allora la fuga da quel posto sarebbe potuto risultare fatale: aveva una vista che poteva vedere lontano, lontanissimo, ma contro chi lo percepiva anche al buio avrebbe potuto decisamente poco.
    Per questo, facendo questi ragionamenti mentre era ancora in corsa verso il villaggio, decise di non mettersi troppo i pericolo. Certo, catturare qualche guardia e portarla al covo del Mikawa per farle delle domande, sarebbe stata un'opzione soddisfaccente, ma prima voleva "vedere" il villaggio, magari addentrarsi in esso almeno per un po', scoprirne di più sulle guardie e capi, e quindi andarsene. Se non si sbagliava, Daiba diceva di una donna al ponte, - sarebbe stata lei la sua preda una volta tornato dietro.

    [...]

    Una volta giunto in prossimità delle mura, avrebbe sin da subito attivato la sua vista [Vista Vitale], con l'intenzione di vedere oltre le mura. Dietro a queste avrebbe cercato di vedere ogni cosa: eventuali guardie con gli abiti tradizionali di quei tizi, il loro numero, il loro eguipaggiamento e tutti gli altri dettagli e inidizi che gli avrebbero permesso di calcolare le possibilità di una eventuale infiltrazione fin dentro ai meandri del villaggio.





    OT: Prima di entrare, voglio capire cosa Seinji vede oltre alle mura. La vista vitale giunge a 3km di distanza.


    Riserva chakra Seinji: 400(recupero dopo 6 ore di riposo) - 16 (Movenza d'ombra) - 4 (Henge)

    Equipaggiamento:
    Tonici di Recupero: 1/3

    Daiba:
    Chakra: 9 bassi/12 bassi
    Equipaggiamento:
    Tonici di Recupero: 2/2 (li usa durante lo svolgimento della missione qualora fosse necessario
    Abilità usate:
    Tecnica Economica al 50%(Tecnica della mimetizzazione)
    Conoscenza cieli (Conoscenza: L'utilizzatore è in grado di orientarsi nel cielo: potrà riconoscere le direzioni e l'altitudine senza difficoltà.)
    Vista Telescopica
     
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