Yane yori takai koinobori

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    Yane yori takai koinobori

    Ardita


    Quasi. Troppo lento.
    « Dannazione! » Esclamai, quando Meika riuscì a sfuggire per un pelo alla mia tecnica d'imprigionamento. « Circondatela! Forza! » Il numero era dalla mia parte, e non me la sarei lasciata sfuggire. Meika, purtroppo, non era dello stesso avviso. Dopo aver schivato la mia tecnica, Meika compose un unico sigillo per andare a creare una fitta nebbia, in modo da occultarsi alla mia vista. « Maledetta! Non scapperai! » I bambini, come da programma, non furono in grado più di agire senza il senso della vista, io, d'altro canto, cercai di mantenere la calma e la concentrazione, ma senza la vista e con i movimenti disordinati dei bambini non avevo alcun modo di poter riconoscere l'Akuma muoversi. Per mia fortuna, però, Meika peccò di superbia, o semplicemente stava vivendo quella situazione come un gioco, al contrario e a dispetto del mio acuto senso di vendetta. Rilasciò la sua tecnica, ma fu allora che vidi il suo piano realizzarsi. Due Hachi erano lì, perfettamente uguali, uno dietro l'altro, a pochi metri da me. Non volli ascoltare neanche le parole che uscirono dalla bocca dei due bambini. « Non ascoltateli! Legateli entrambi in fretta! Braccia e gambe! Hachi, non reagire, ti libererò tra pochissimo! » I ragazzini si catapultarono addosso ad entrambi gli Hachi, chi bloccando un braccio, chi una gamba, chi afferrandogli il busto per buttarli a terra: insomma, un gran casino. Io, nello stesso tempo, accorciai rapidamente la distanza che mi separava dalle due figure, andandomi a mettere esattamente a metà tra i due. « Mia cara Meika, sei stata troppo audace! Preparati alla mia vendetta! » Se avessi visto un qualsiasi movimento troppo brusco da parte di uno dei due Hachi, ovvero una forza o un'agilità troppo elevata, o una resistenza forzata agli altri bambini, sarei partito io stesso verso quella figura, cercando di placcarla per portare a terra la probabile Meika. Da lì, in quella posizione, il numero dei bambini avrebbe fatto la differenza per terminare la cattura. Se invece entrambi gli Hachi si fossero dimostrati collaborativi, dopo essermi assicurato della funzionalità e sicurezza delle corde con cui erano legati mani e piedi, avrei esclamato. « Ragazzi, portiamoli via da questa piazza! Troppi occhi indiscreti... »
    Ed in effetti, solo allora mi accorsi di come tutto quel gran trambusto, aveva praticamente immobilizzato una piazza in festa. Poco male, la figura di Meika sarebbe stata ancor peggiore della mia con le due ragazze.

     
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  2. Dolcecattiva
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    Tutte le sfighe del mondo




    In un attimo di calma mi guardai attorno ed in lontananza vidi una figura del dovevo conoscere molto bene. Quella figura in lontananza era proprio quella del nostro capo villaggio: il Mizukage.

    I miei dubbi erano fondati.. Ma con tutte le persone che vivono a Kiri, proprio le figlie del Mizukage dovevano capitarci davanti?

    Era incredibile ma quelle 2 gemelline erano proprio le sue figlie, il quale si avvicinò a noi con fare molto minaccioso. Sembrava non del tutto contento che ci fossimo avvicinati a loro con il cesto di dolciumi. La bimba intanto mise la caramella in bocca quasi di nascosto.
    Nel mentre di tutto questo anche Kobo mi fece una ramanzina sul fatto che poteva cavarsela da solo...

    forse si è offeso perchè gli ho strappato il cesto di mano...

    Dai su Kobo! Non arrabbiarti con me! Infondo sono due bimbe ed è giusto che abbiano il loro dolcetto!

    Kobo si mise in bocca una delle sue caramelline. Il colorito del viso cambiò improvvisamente diventanto sempre più roseo, i suoi occhi cominciarono ad inumidirsi sempre di più, sembrava un vulcano pronto ad esplodere.



    Eccolo li, proprio li di fronte me, Kobo e le gemelline, il Mizukage in persona. Cominciò ad inveire contro il mio caro amico per il vario colorito preso dalla sua pelle a causa di uno dei suoi prodotti. Il poveretto era caduto nel suo stesso scherzetto: era una caramellina allo zenzero. Non sapevo come aiutare Kobo; fargli sputare la caramella e respirare meglio o procurargli qualcosa da bere.

    Mmmmh, che cosa posso prendergli da bere? Pensa Maya, pensa.. Acqua? Mmmmmh.. No, non va bene l'acqua con il piccante in bocca... Mmmmmh, piccante...... Ecco: LATTE!!! Spero di non disastrarlo ancora di più di quel che è.

    Mi guardai attorno velocemente e proprio li vicino c'era un mercante che vendeva dolci fatti con latte fresco oltre che prodotti caseari. Mi precipitai da lui, davanti a me avevo questo signorotto, di mezza età, con una folta barba e capelli ricci annodati dietro la nuca tramite uno spiedo, che fuoriusciva dal profilo della testa.

    Scusi, signore!, Saaaalve! Mi chiedevo se potesse darmi un bicchiere di latte...Ne ho urgente bisogno!

    Salve, signorina! Attenda giusto un attimo che prendo un bicchiere....eee...... Ecco fatto.. Un bicchiere di latte! Ma adesso, signorina si calmi o rischia di versare tutto il bicchiere in terra prima di portarlo a destinazione!

    Eh si! Ha proprio ragione! Grazie mille ed arrivederci. Gli sorrisi, pagai il bicchiere di latte e con molta attenzione mi diressi nuovamente verso Kobo.

    Il Mizukage era ancora li e sembrava ancora più infuriato di prima, aveva preso il cesto di Kobo e sembrava volesse disintregare ogni singola caramella contenuta.

    Mizukage! Mizukage la prego, si calmi. gli dissi mentre mi avvicinavo a loro. Non se la prenda con lui! Sono stata io ad insistere con le bambine affinchè prendessero una caramellina. La prego lo lasci andare... Porsi il bicchiere al ragazzo sperando di poterlo aiutare e mi accorsi che qualcuno stava correndo verso di noi. Non ebbi il tempo di reagire a ciò che stava accadendo, tra il Mizukage arrabbiato e Kobo in fiamme la situazione stava letteralmente precipitando e per concludere il quadro riuscì a delineare una figura femminile, fuori controllo, che si stava dirigendo verso di noi.
    Mi accorsi che quella donna era totalmente fuori controllo e non era intenzionata a cambiare rotta, ormai troppo vicina a noi per riuscire a spostarsi, perciò decisi di lanciare il bicchiere di latte per aria nella speranza che Kobo riuscisse ad agguantarlo al volo, misi le braccia unite davanti il volto e la parte superiore del busto e i gomiti leggermente in fuori in modo che quella pazza si facesse male con l'impatto.

    Fu un attimo.

    BOOOM

    Caddi a terra rovinosamente, andando a sbattere con le natiche a terra e per fermare l'urto continuando la caduta appoggiai i gomiti in terra, salvando la testa da una violenta botta, e anche la folle cadde al mio fianco.

    Spero ti sia fatta male!

    Ma dove diavolo guardi mentre cammini? Gli uccelli nel cielo?? Ma che motivo avevi di correre così? Ti rendi conto che se fossi volata addosso ad un bambino avresti potuto fargli male seriamente? Pensa se fossi volata addosso alle figlie del Mizukage le indicai le gemelline Cosa avresti potuto farle? Sei un'incosciente! Una vera idiota! La osservai bene e mi accorsi che aveva qualcosa in bocca E cos'hai in bocca? Hai rubato qualcosa? Mi sembri grandicella e dovresti sapere che non si corre con il cibo in bocca, avresti potuto soffocare se ti fosse andato di traverso!
    Placai la mia ira con quella sfuriata, mi ricomposi sistemando la gonna e la camicia e mi guardai attorno.....




    Scusate ma ieri sera per sbaglio ho cliccato su invia messaggio e non anteprima. Stavo dormendo e non mi sono resa conto della azioni!! Scusate! Adesso è scritto in semi italiano XD


    Edited by Dolcecattiva - 6/7/2015, 10:34
     
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  3. -Meika
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    Yane Yori Takai Koinobori

    Nel sacco



    Forse mi aveva fregata.
    L'idea di confonderlo trasformandomi in Hachi aveva avuto il suo stile, tuttavia in quel momento non seppi realmente che fare. L'unica cosa che effettivamente potevo fare era minimizzare i danni.
    Ragazzo presuntuoso, non puoi rovinargli un appuntamento salvandolo da due racchetta-peluches senza scrupoli (che per inciso, si erano volatilizzate molto in fretta) che subito ti scatena dietro tutti gli orfani di Kiri. Con le mani dietro la schiena, attenta che nessuno mi vedesse, sciolsi la tecnica della trasformazione ed approfittando dell'attimo di stupore che ne seguì cercai di afferrare un kunai ed infilarlo nella manica del mio vestito.
    Ops, beccata. Dissi facendo un falsissimo sorriso a trentadue denti mentre venivo accuratamente ammanettata.
    Quando però Akira si fosse avvicinato a me per cercare di legarmi, avrei sfruttato quello che sembrava essere decisamente il punto debole di Akira. Le donne.
    Anche io lo ero - infondo - ed Akira mi aveva visto quasi sempre in situazioni lavorative dove non sfoggiavo alcuna vera femminilità (non che nella vita di tutti i giorni fossi una ragazzina tutta profumi, borse e risatine con le amiche) - notare il grosso numero di stereotipi -, ma anche io se volevo sapevo fare gli occhioni dolci al miele.
    Così, quando lui fu vicino a me per legarmi le la mani avrei fatto in modo che i nostri occhi si incrociassero per un secondo.



    (Sguardo dolce di Meika Akuma
    che si sta impegnando moltissimo per farlo)



    Davvero vuoi farmi questo? Domandai, con una voce dolce che Akira non aveva mai sentito prima di quel momento, mentre feci un passo verso di lui. Saresti davvero molto, molto malvagio a prendertela in questo modo per così poco. Mi avvicinai molto, tant'è che tra i nostri occhi non potevano esserci più di venti centimetri. Ti credevo buono. Aggiunsi, quasi con un sussurro triste.

    Ok, non avevo idea se quella melina avrebbe funzionato, ma potevo renderla molto convincente
    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.
    . Dentro di me, ridacchiavo.
     
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    Yane yori takai koinobori

    Nel "Sacco"


    L'inseguimento era terminato.
    « Eccoti qui! » Esclamai soddisfatto, quando vidi Meika ricomparire da dietro il leggero polverone provocato dalla trasformazione. « Ti sei finalmente arresa, la mia superiorità tattica e strategica era fin troppo evidente, d'altronde... » Incominciavo ad elogiarmi, mentre mi avvicinavo a piccoli passi verso Meika, completamente circondata adesso. « Su ragazzi, lasciate stare il vero Hachi e venite qui... Fate tutto con molta cura, senza fargli male comunque! »
    I bambini formarono due file piene a cerchio intorno a Meika, a circa 2 metri da lei, mentre i restanti rimisero in piedi il povero Hachi e si disposero, anche loro a cerchio, dietro il secondo cordone. Hachi era paonazzo in volto ma silenzioso, per adesso.
    Io, intanto, ero arrivato a circa mezzo passo da Meika. « Che cosa ti ha detto la testa quando hai pensato di scappare da me dopo quello che mi hai fatto! »

    z6ooNnk

    Agitavo contortamente le mani. « Sapevi bene che non l'avresti passata liscia! » Adesso il mio indice della mano destra si stava muovendo come a rimproverare l'Akuma. « Non puoi permetterti di.. S-h-di... » Incominciai a biascicare sempre più mentre parlavo. Meika mi stava guardando in un modo strano, come mai avevo visto guardare qualcuno o qualcosa. « D-d-d-dicevo... Come ti sei permes-s-s-h-a... » Si avvicinò a me, mentre mi chiedeva se avevo veramente intenzione di fargli quello che stavo dicendo. « E-e-e... Non s-s-h-o... » Sussurravo in maniera quasi incomprensibile, mentre ormai le nostre teste erano a meno di due palmi di distanza l'una dall'altra. In men che non si dicesse, ero quasi totalmente rincitrullito. « F-f-f-ors-h-e sto esagerando u-un pochino... » Dissi, mentre a mia volta avvicinavo lentamente il mio viso a Meika.
    Sempre più vicino.
    « F-f-orse dovrei f-fermarmi... »
    Pochi centimetri soltanto.
    « ADDOSSO! » L'urlo di Hachi spezzò il momento in due. Gli orfani si gettarono addosso a Meika da tutte le direzioni: chi alle gambe, chi alle braccia, chi al busto, chi intorno al collo. Erano più di dieci, e tutti afferravano quel che potevano di Meika, mentre con le corde recuperate poco prima cercavano di legare insieme quel che potevano. « M-ma... M-ma... » Esclamai, quasi incredulo. « Non ho dato l'ordine! » Mi arrivò uno schiaffo sul sedere. « E' proprio un imbecille, capo! Sta cercando di fregarla! Si vede lontano un miglio! » Sentenziò Hachi, ancora infuriato per la precedente figura probabilmente. « Non riesce a resistere a due moine e vuole andare in guerra! Ma che razza di capo sei!? » Ancora incredulo guardavo gli orfani lottare con Meika. « Dici che mi stava prendendo in giro? » Chiesi a bassa voce, quasi stupito. « E me lo chiedi pure?! » Guardai ancora dispiaciuto la scena prima di riprendermi. « Va bene allora... Bloccategli le mani e i piedi! Le mani dove le posso vedere! Poi tappategli la bocca con uno straccio, o andrà bene anche un tuo calzino, Cicciopalla! » Tetsumaru alzò un attimo lo sguardo, impegnato a fare i nodi stretti. « La missione è terminata! Mi chiamo Tetsumaru! » Feci di no con il dito. « E' quasi terminata! Adesso portiamola via... Ho tutto in mente! Buahahah! » Incominciai a ridere malvagiamente, mentre aiutavo i ragazzi a finire l'eventuale opera di costringimento di Meika e, quindi, portarla in una piccola e buia strada di Kiri.

    [...]

    Nel caso in cui Meika fosse stata catturata, quello che sarebbe accaduto dopo era ormai pianificato.
    Feci prendere in prestito ai bambini, da una piccolissima stalla vicino le mura di Kiri, un vecchio carretto di legno a cui feci sistemare, proprio nel centro, un palo di legno alto poco meno di due metri. Insieme al carro, un robusto cavallo di colore nero era stato ben lieto di uscire dalla stalla in cambio di un pò di carote e bieta. Meika sarebbe stata legata proprio a quel palo: le braccia verso l'alto con i palmi rivolti in direzioni diverse, leggermente piegate ai gomiti così da non far risultare la posizione troppo gravosa o fastidiosa, mentre le gambe erano unite. Il lavoro più duro era venuto dopo.
    « Mi dispiace, Meika... Non volevo arrivare a questo... Mi hai costretta a farlo... » Esclamai con una voce carica di finto dispiacere, infatti la mia espressione del viso era facilmente decifrabile grazie ad un ghigno ben visibile in volto. Per mia fortuna, o sfortuna, Meika non poteva rispondere a causa del fazzoletto - o del calzino - di Tetsumaru. « Si parte! » Urlai, con le braccia alzate, mentre gli orfani rispondevano contemporaneamente di sì con urla di gioia. Il carretto, spinto lentamente dal cavallo, uscì dalla buia stradina per riversarsi nelle strade in festa di Kiri. Solo allora le persone avrebbero visto un enorme koinobori di colore viola legato al palo, magari che si cercava di contorcere lentamente come se fosse stato appena pescato.
    La nuova attrazione della festa sarebbe sfilata della città a portar allegria non solo agli orfani che montavano il carretto, ma a tutti i bambini per le strade.

     
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  5. -Meika
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    Yane Yori Takai Koinobori

    L'enorme Koinobori Viola



    I bambini.
    Finché non raggiungono la pubertà puoi fregarli con caramelle, la paura, ma soprattutto caramelle e giocattoli. Ma erano del tutto immuni a certe arti. Avrei dovuto capirlo: Hachi interruppe il momento che si era venuto a creare e riscosse anche me. La mia reazione istintiva - dato che mi trovavo di fianco ad Hachi - fu la seguente.
    Un unico colpo in testa con la mano di taglio, niente di (troppo) doloroso, ma assai rapido, condito con un'espressione furiosa degna delle migliori bestie mitologiche.
    MOCCIOSO FICCANASO CHE SI IMMISCHIA NEI FATTI DEGLI ADULTI! ma ormai la frittata era fatta, ed Hachi aveva appena rovinato tutto. Così non potei far altro che arrendermi a quel gioco, legata com'ero, con ancora il kunai infilato nella manica che ebbi cura di tenere tra la corda ed il polso recuperabile grazie all'anello.

    E fieramente, andai incontro al mio destino.




    Nh..nh..ntcrustrd..mpgrii quelle incomprensibili parole dovevano significare "Non ti credo bastardo, me la pagherai". Akira non era per niente dispiaciuto, anzi, stava sghignazzando da mezz'ora almeno. Mi avevano legato ad un palo (in una posizione che mi rendeva molto difficile recuperare il Kunai, tralatro) ed adesso mi stavano conciando come un Koinobori.
    Almeno quello avrebbe assicurato che nessuno mi vedesse in faccia. Così, alla fine, rimasi lì dentro per un bel po' finché non sentii la folla. Ed ancora, aspettai pazientemente che i bambini continuassero a ridere. Io, nel mentre, ero impegnato nella faticosa opera di liberazione. Con estrema fatica ed estrema lentezza infatti, circondata dalle voci allegre e dalle risate di tutti, riuscii a far protudere l'anello del kunai che avevo messo da parte abbastanza da afferrarlo col medio. Con estrema lentezza e prudenza riuscii a tirarlo su ed a impugnarlo, iniziando poi a segare meticolosamente la corda che mi teneva i polsi. Una volta liberate le mani mi tenni ferma contro il palo e con estrema lentezza tirai su le gambe per tagliar via anche il resto della corda.
    Nel mentre il carretto stava tornando indietro, gli orfani erano andati via stanchi di quel gioco, a far altri disastri. Così toccò ad Akira riportare indietro carro e cavallo al suo legittimo proprietario. Se l'avesse fatto avrei potuto sentire il suono della folla allontanarsi alle spalle. Mi stavo mantenendo incollata al palo col chakra adesivo e non avevo tolto la pezza per non destare sospetti ma non resistetti ulteriormente: mi levai quel pezzo di stoffa dalla bocca e saltai squarciando la carta del Koinobori, cercando di afferrare Akira alle spalle non con una presa, ma con una specie di abbraccio. Dovrei fartela pagare, ma me la sono meritata. Dissi con una risata, dandogli un sonoro bacio sulla guancia. Non sarà come quello che speravi di avere da quelle due, ma accontentati cocco. Dunque mi sedetti sul carretto, tranquillamente. Lui aveva ottenuto la sua vendetta ed io avevo chiuso la faida.
    Hai portato Hachi e gli altri alla festa. Dissi dopo qualche secondo, guarando il cielo dal carretto che ciondolava. È stato dolce.
     
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    Yane yori takai koinobori

    Grazie


    Tutto andò secondo i piani.
    L'enorme koinobori viola - n.d.a. Meika - sfilò indisturbato per un'ora piena per le strade di Kiri, ricevendo l'acclamazione dei passanti in festa. I bambini, tutti sul carro, anche loro parevano divertirsi un mondo, per una volta al centro dell'attenzione di così tante persone che, normalmente, passeggiavano quasi non accorgendosi di passarci accanto.
    Io rimasi in lontananza, poche decine di metri, dietro o davanti al carro, a controllare che nessuno di essi esagerasse, lasciandosi andare alla foga del momento. Alla fine, quando era quasi mezzanotte, mi avvicinai e richiamai tutti all'ordine.
    « Ragazzi! E' quasi ora! Tutti giù, si torna a casa! » Esclamai la parola casa con un pò di angoscia, sapendo che in verità sarebbero tornati in orfanotrofio. Versi di dispiacere si levarono in coro, ma non potevo permettermi di ascoltarli. « Mi space, lo sapete... Ma ho fatto una promessa, dovete tornare! » Continuai, ancora più triste, seppur cercai di non farlo vedere.
    Salutai tutti, lasciando per ultimi Tetsumaru e Hachi. « Ben fatto, Cicciopa... » Osservai la luce spegnersi negli occhi di Tetsumaru, prima colmi di speranza. « Scherzavo! Bravo Tetsumaru, bravo Hachi! Adesso accompagnate gli altri, forza! » Mi saltarono addosso, abbracciandomi al collo. Incominciai a scrollarmeli di dosso. « Si, si, ho capito! Forza, ora andate! Siete in debito con me, eh! Che avete capito!? »

    Alla fine si allontanarono tutti, salutandomi finché non scomparii nella folla con il carretto.
    Fu proprio quando mi allontanai dalla festa che sentii un rumore dietro di me, e Meika mi saltò al collo. « Ma che avete oggi tutti quanti, eh?! Carenze d'affetto?! » Urlai, facendo finta di essere infastidito, prima che Meika mi baciasse sulla guancia. Arrossi leggermente, ma cercai di mantenermi freddo. « Eh... Beh.... Si! Puoi dirlo forte, te lo sei meritato! » Si sedette vicino a me. « Infatti hai ragione... E comunque non speravo, era certo che avrei ottenuto di meglio! » Dissi, cercando ancora di mascherare il leggero imbarazzo. « Si... Sono bravi ragazzi... Capisco bene quello che provano, ho pensato che gli avrebbe fatto piacere. Si sono divertiti alla fine, no? Ti hanno legato come un involtino! » Risi, guardando anche io il cielo stellato. « Una volta ogni tanto ne faccio una giusta anche io, no? Comunque... » Il mio volto riprese ad essere paonazzo. « Beh... Questo mi è avanzato adesso, non so che farmene... Magari a te piace di più... » E presi, da sotto un telo vicino alle mie gambe, un altro peluche, simile a quello che avevo vinto alla bancherella prima. Durante la performance di Meika avevo avuto tempo per qualche altro tiro. « Tieni, è per te, così finisci di fare la gelosa! » Porsi il peluche a Meika, senza guardarla direttamente negli occhi. « Ehm... Ok! Devo andare anche io! » Mi alzai di scatto. « Riporta il carretto nella vecchia stalla all'entrata delle mura! » Stavo quasi per saltare giù, ma prima mi girai e mi abbassai quel che bastava per ricambiare il bacio sulla guancia di Meika. A quel punto, saltai giù, incominciando a correre per la direzione opposta. La giornata, alla fine, era stata più che stanante.
    « Grazie. »
    Ma forse, ero già troppo lontano per essere udito.

     
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  7. -Meika
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    Yane Yori Takai Koinobori

    Ryo



    Fui tentata dal fargli una sonora (e matura) pernacchia quando osò lamentarsi per quell'abbraccio, fortuna che quel rapido bracio lo zittì, impedendogli di aprire la bocca a sproposito. Parlammo un po', mi disse che aveva pensato a loro in quel giorno dove veniva festeggiata l'infanzia e quel legame che non avevano più.
    Sapevo che lui si sentiva più vicino a quei bambini più di quanto non fosse disposto ad ammettere con se stesso. Li comprende, perché aveva passato la stessa cosa anche lui.
    Io avevo perso mia madre, ma avevo sempre avuto mio padre con me. Non avrei mai potuto immaginare come poteva essere crescere soli, senza né una madre né un padre a fare da guide. Adesso ero cresciuta e non avrei mai provato qualcosa del genere.
    Sì, ho notato. Dissi massaggiandomi i polsi dove le corde avevano stretto. Però ammetto che dopo un po' sono restata al gioco... non so, dopo ciò che hanno passato li ho visti felici. In aggiunta a tutto quei bambini avevano passato un brutto quarto d'ora per colpa sia dei gestori dell'Orfanotrofio che della Confraternita. Ehi, io penso che tu faccia un sacco di cose giuste! esclamai ... Solo con una notevole tendenza all'autolesionismo. Aggiunsi poi, ridacchiando.
    Poi mi sorprese. Tirò fuori dai teli nel carretto un peluches simile a quello che aveva regalato alle ragazze. La cosa mi faceva stranamente piacere, almeno quanto mi aveva infastidito guardarlo filtrare (anzi no, provarci spudoratamente) con quelle due. Nonostante la mia mira troppo precisa e la scaramuccia di quella sera finita ad umiliazioni reciproche aveva avuto un pensiero carino.
    G...grazie dissi, arrossendo violentemente, afferrando il pinguino. Immaginai che stesse per andare via così mi sorprese con un bacio sulla guancia, che non fece che aumentare il rossore. Benedetta scarsa illuminazione serale. E scappò.
    Lasciandomi il carretto. Ed il cavallo.

    Presi un respiro profondo. Molto profondo.
    QUESTA ME LA PAGHI HOZUKI! gli urlai dietro, mentre scompariva dalla mia vista. Mi accasciai sul carretto, tenendo il peluches in alto con le mani.
    Sorrisi senza rendermene conto. Dobbiamo trovarti un nome dissi tra me e me in un mormorio. Akira non poteva saperlo, ma conservavo ancora ordinati su una mensola tutti i peluches che i miei genitori mi compravano da bambina ed ai quali avevo dato rigorosamente un nome. Erano anni che non ne ricevevo uno, ma avevo sempre avuto l'abitudine di fare legami con il nome o con l'occasione per i quali quei pupazzi mi erano stati regalati.
    Mh... chissà con che kanji è scritto il nome di Akira... vediamo, Akira può significare, luminoso, limpido... visto che è un regalo di quel decerebrato dovrei chiamarti Bakakira la questione del carretto scottava. Ma non avrei chiamato quel peluches Bakakira.
    Ryo!
    Ryo poteva essere scritto con Kanji diversi, ma in entrambi i casi significava "limpido". In un certo qual modo quel pinguino avevo un nome assai simile a quello dell'Hozuki.
    Nonché lo stesso nome dello zio di lui, ma che ne potevo sapere?

     
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