[Gioco] Vizi di Forma

Grado C

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  1. Jotaro Jaku
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    [Prima della tempesta]

    Dopo gli aventi che definirono la quasi completa distruzione della squadra, Shizuka riprese il controllo, lasciando uscire gran parte delle insicurezze che avevano caratterizzato i minuti appena passati, e cominciò ad analizzare i corpi dei guardiani con minuziosa attenzione. Qualora li avesse completamente denudati, avrebbe notato come nessuno dei due presentasse sigilli o incisioni altrettanto particolari; gli unici dettagli che le si palesarono davanti agli occhi erano situati sulla schiena della guardia a cui era saltata la testa. L'uomo era coperto di cicatrici di qualunque tipo sul dorso: lacerazioni, perforazioni, tagli, sintomo della sua passata abitudine, di fare scudo al suo padrone con il suo corpo. Egli era stato un guardiano leale e onorevole fino alla fine, non si era mai tirato indietro per proteggere il suo signore, e avrebbe dato la vita senza pensarci due volte, anche solo per permettere al nobile di aver salva la vita.
    Al contrario, Shunsu non solo non presentava sigilli di alcun tipo, ma il suo corpo era particolarmente in buono stato, con poche cicatrici di battaglia, segno, ad un occhio esperto, che il suo ruolo era più diplomatico o di ufficio, che in prima linea. Shizuka se fosse stata attenta avrebbe notato un particolare strano in entrambi gli uomini, ovvero l'assenza di oggetti per una traversata lunga e pericolosa. Coltelli, borracce, equipaggiamento semplice ma che qualunque avventuriero o guardiano prepara con attenzione prima di intraprendere un così lungo viaggio.
    Come se il gruppo fosse partito in fretta e furia, preoccupandosi solo delle vettovaglie primarie. Altro dettaglio ad avvalorare questa tesi, la fretta del gruppo di allontanarsi da Suna, all'inizio della missione. Il gruppo era di fretta, molto di fretta.

    [...]

    La mattina dopo fu sempre Shizuka a portare la colazione al nobile, il quale, inaspettatamente aprì subito la porta della carovana. Aveva i nervi a fiori di pelle, le occhiaie, ed era rannicchiato sul pavimento del carro, nascosto nelle sue stesse vesti. Non solo non insultò la ninja, ma anzi, la ringraziò perfino con un rapido gesto compiuto con la testa. Poi richiuse la porta.
    Poco o nulla, ma magari era un inizio.
    Quando arrivò la tempesta, erano pronti. I feriti erano stati riposti in uno dei carri, i cavalli protetti, e i carri bloccati in modo da non essere trasportati via dal vento o fatti a pezzi. Quando i venti arrivarono, l'unico problema fu il tenere gli occhi chiusi abbastanza a lungo da entrare nei carri, ma grazie all'attenta preparazione, non ci furono danni.
    Durante le raffiche, che scuotevano i carri con cattiveria, i cavalli si rannicchiarono a terra, Shizuka si nascose assieme ad Anzo, e Akira restò con i feriti.
    Anzo in quella situazione ripetè le stesse parole che aveva detto ad Akira prima di raggiungere la tempesta, cercando di guadagnarsi la comprensione anche della Kunoichi.

    Anzo: - Prima il tuo compagno mi ha giurato che non mi abbandonerete, ma ho paura, e sono costernato per lo sputo di poc'anzi.-

    L'uomo, che ad ogni raffica di vento mugolava e si stringeva nelle sue vesti, continuò.

    Anzo: Cambiamo strada, saliamo fino al paese dell'erba, tenendoci lontani da Ame di qualche decina di km, e da lì andremo diretti a Kiri, faremo prima, non serve andare verso Kumo come deciso in precedenza. Io...devo consegnare informazioni. Mi vogliono morto. -

    L'uomo quindi si rannicchiò nuovamente per terra dondolando, e ignorando eventuali domande, era troppo spaventato, ma almeno si era dato una calmata. Aveva capito che la situazione era davvero tremenda per lui, e se non avesse collaborato con i due ninja, non sarebbe mai arrivato vivo a destinazione.

    [Dopo la tempesta]

    Quando la tempesta si allontanò verso sud, il gruppo potè riprendere la marcia. Davanti a loro il cielo era limpido, e non sembravano esserci intoppi a distanza di vista. Si trovavano a circa 2 giorni di marcia dal confine nord-est del paese del Vento, nel punto in cui si affaccia sul paese devastato che dava i natali ad Ame. Un luogo lasciato a sè stesso, con paludi, foreste e sentieri, e la città dei criminali al suo centro, che se evitata, faceva di quella regione un'ottima scorciatoia per proseguire verso nord-est senza dover entrare nel paese della roccia a nord. Quando il gruppo avesse deciso di proseguire, e consumare i 2 giorni di viaggio, questi sarebbero trascorsi senza intoppi, fino a lasciarsi alle spalle il deserto, per giungere alle porte di Sarumado, un piccolo villaggio di confine, di passaggio per mercanti, viaggiatori e ninja fuggitivi. Il piccolo centro abitato era un agglomerato di si e no 5 o 6 edifici, compresa una locanda; lì avrebbero potuto riposare, lasciare i feriti, se lo avessero ritenuto saggio, ripristinare le scorte e quant'altro, prima di ripartire alla volta del paese dell'Erba.
     
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