La Principessa e la Volpe

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    Oche rumorose






    Raizen sospirò sollevando gli occhi al cielo mentre pinzava le labbra di Shizuka schivando il suo calcio.

    Non.
    In.
    Pubblico!


    Bisbigliò serio e categorico.
    Accettava fondamentalmente quasi tutto da tutti, purchè di quel tutto non si vedesse nulla all’esterno, era sempre stato cristallino riguardo quel particolare codice di comportamento e nemmeno Shizuka poteva osare troppo davanti a degli spettatori.
    Rilasciò la presa soltando quando comprese che la “principessa” aveva perso tutte le intenzioni di controbattere a quel modo.

    Comunque, Toru-san, le affido Shizuka.

    Disse con tono conclusivo, per quanto il Dono di Hashirama l’avesse colpito le serre iniziavano a tediarlo.

    Ma non si faccia prendere la mano, troppo contatto gliela farà entrare in antipatia prima del tempo, e non sarebbe un bene visto che l’addestramento non penso duri poco.

    Sorrise bonario prima di voltarsi e con un inchino accomiatarsi.

    Io vi lascio al vostro lavoro, mi racomando Toru-san mi informi riguardo eventuali mutamenti del Dono, non vorrei aver procurato qualche danno ad un simile tesoro.

    Prese la via dell’uscita con un ultimo avviso.

    Non farmi tornare indietro Shizuka, NON essere pedante, o farai bene a farti fiorire la testa perché il resto del corpo farà compagnia alle radici delle piante.

    Seguito o meno dalla ragazza avrebbe varcato la soglia, probabilmente diretto ad un negozio di materassi, dopo quella notte qualche venditore avrebbe fatto di sicuro un affare a consigliare il materasso adatto al Colosso della foglia.
     
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    AND SO

    It is not how much we have, but how much we enjoy, that makes happiness.





    Avrebbe voluto stare lì, stare ancora a gozzovigliare tra piante e sapere a lei ancora sconosciuto, ma le sembrava terribilmente maleducato rimanere quando dopotutto era arrivata con Raizen e così, quando lui diede cenno di andarsene, lei si sbrigò a seguirlo.
    Si fermò da ciascuno degli erboristi presenti, promettendo a tutti che sarebbe presto tornata, e benché l'unico che alzò gli occhi al cielo facendo finta di rabbrividire fu Daiki, lei non se ne curò e si premunì di salutarlo calorosamente a dispetto dei suoi tentativi di tenerla lontana da sé. Prese poi le mani di Amiko tra le sue, sorridendole a annuendo a molte delle raccomandazioni della giovane esperta mentre questa porgeva lei il vasetto di terracotta in cui il suo germoglio di Biancospino dormiva beato. Per finire, si fermò da Toru-sama, a cui si inchinò con riverenza.
    «Aspetteremo il vostro ritorno.» Disse il gestore della serra, sorridendo in quel suo modo tranquillo e saggio che metteva così tanta tranquillità.
    «Verrò non appena il primo turno libero all'ospedale me lo permetterà.» Disse per tutta risposta la Principessa. «Spero che la vostra disponibilità mi permetterà di ricevere un consiglio circa qualche libro da poter leggere in merito a questo argomento.» Disse, alzando gli occhi sulla grande varietà delle piante delle serre.
    Annuendo, il vecchio Toru rise. «Alla Principessa piace molto leggere e studiare, pare.»
    Ed in effetti era vero. Come Erede dell'Airone Shizuka aveva ricevuto una rigida educazione, non solo pratica, ma anche teorica. Per molti anni aveva seduto alle lezioni private del tutore delle figlie del Daimyo, come si conveniva ad una bambina del suo rango, e aveva imparato di poesia, letteratura, politica, diplomazia, matematica, fisica e più in generale di qualsiasi nozionistica e argomentazione potesse permetterle di apparire una piacevole interlocutrice e, in futuro, una moglie affidabile e una madre esemplare.
    Sorridendo, la Chunin reclinò leggermente la testa di lato, guardando con dolcezza il suo anziano e acuto interlocutore. Da quando era diventata una Shinobi molte delle sue inclinazioni caratteriali erano state messe a tacere, soppiantate da comportamenti considerati più idonei al nuovo ambiente in cui avrebbe dovuto muoversi, e tra questi vi era anche la propensione a documentarsi sempre su tutto e a passare ore a leggere libri su libri. Fortunatamente la strada che aveva intrapreso da sola da quando era stata promossa in grado, non aveva fatto che altro di ridarle la possibilità di acquistare quelle importanti ore di solitudine intellettuale... e Toru era stato l'unico a rendersene conto. Neanche Raizen aveva mai capito quanto per lei fosse importante quell'aspetto della sua vita.
    Inchinandosi profondamente la Principessa dunque si congedò, affrettandosi a correre poi fuori dalla serra, dietro al neo Hokage che già aveva preso la strada del ritorno.
    «Grazie per avermi aiutato ad ottenere l'accesso alle serre.» Disse Shizuka quando ebbe raggiunto la Volpe. Disgraziatamente un passo di lui equivaleva a tre suoi e il tentativo le fece venire il fiatone, come del resto il rimanere al suo passo. Trotterellava, più che camminare. «E dunque pare proprio che tu sia davvero l'Hokage, eh?» Scherzò, alzando il viso verso quello nettamente più alto dell'interlocutore, a cui sorrise allegramente. Cercò a quel punto di tirargli un colpo con il fianco, ma ottenne per tutta risposta di inciampare per la differenza d'altezza. «Beh, ho la mattinata libera.» Disse quando ebbe ripreso l'equilibrio e si fu aggiustata casualmente la divisa ninja. «Pomeriggio sono nelle grinfie di Norio. Pare aver deciso che mi addestrerà come una vera Uchiha, facendomi recuperare il tempo perduto.» Lo disse con una tale gioia che tutti i fiori della strada su cui camminavano, con ogni probabilità, avrebbero potuto avvizzire simultaneamente. «Mentre mi preparo psicologicamente a questo ti accompagno, ovunque tu vada.» E così dicendo pretese di piantare il suo braccio in quello piegato del Jonin... peccato che i due erano talmente distanti, in fatto d'altezza, che pareva di vedere un padre con la figlia piccola e così Shizuka, appena se ne accorse, si affrettò a lasciar perdere. «E già che ci siamo, Raizen... fermiamoci al negozio di lozioni di quella civetta di Mamiko Yamanaka, vorrei acquistare una crema per il viso ai petali di rosa perché quelle che ho ora non mi piacciono più, poi mi servirebbe di trovare un nuovo rossetto perciò magari potremmo visitare il negozio di Kaeru-chan e Tobimasu-san, e poi, certo certo, dovrei anche controllare i nuovi arrivi della libreria della seconda strada, sono sicura che Iwao Nara mi abbia trovato quel vecchio papiro che volevo tanto leggere... eh, ah! Visto che siamo proprio lì accanto potremmo anche–...»
    L'elenco dei posti in cui il povero Hokage sarebbe probabilmente stato trascinato si protese per un bel po'. Quando la Principessa finì di parlare, difatti, i due erano già sulla Via Principale di Konoha...
     
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