Il segreto dei rotoli d'argento

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    DUTY

    Every right implies a responsibility;
    Every opportunity, an obligation;
    Every possession, a duty.




    Era tutto iniziato tre giorni prima con un biglietto che le era stato recapitato da un impiegato dell'amministrazione di Villaggio con ostentata formalità, un dettaglio, quello, che suo malgrado le aveva fatto temere il peggio...
    ...e a buon ragione, come ebbe modo di capire subito dopo aver aperto la busta.

    “Missione per te, Shicchan!
    Un riccone di Kiri ha richiesto un team per una faccenda di una certa importanza!
    Andrei io, ma sai quanto odio il puzzo di pesce e l'umidità!
    Vai tu al posto mio e rendi orgoglioso il tuo maestro! ♥

    Baci baci,
    N.”




    Già. Proprio a buon ragione.

    «...Norio Uchiha-sama lo aveva detto che avresti risposto così.»



    Un uomo di circa trent'anni, con le spalle coperte dall'haori dell'amministrazione del Villaggio della Foglia e il coprifronte legato al collo, sedeva ad una scrivania di legno graffiata dall'usura, con le mani intrecciate le une alle altre. Gli occhiali dalla montatura spessa gli scivolarono per la terza volta in un minuto sulla punta del naso affilato, ma lui non sembrò curarsene poi troppo mentre li rimetteva pazientemente al loro posto, preferendo piuttosto dedicare attenzione alla reazione di chi aveva di fronte e che, lo sapeva bene, sarebbe esplosa di lì a qualche istante.
    «Quell'idiota di Norio dice un sacco di cose, mi pare.» Ringhiò di rimando una voce femminile tagliente mentre una mano sbatteva sul ripiano del tavolo una serie di fogli già timbrati e firmati. Tre di questi recavano delle foto spillate in alto a sinistra: due femmine e un maschio. «Non intendo andare, scordatevelo. Non ho mai accettato questa missione, Norio deve strapparsi gli occhi e mangiarseli per quanto ha osato fare! Non intendo partire solo perché ha accettato al posto mio!»
    «...Mh, già, ha avvertito che avresti detto anche questo, in effetti.»
    Rispose placidamente il burocrate, stirandosi sullo schienale della poltrona sulla quale era seduto per poi lanciare un'altra occhiata alla figura che, nel mentre, aveva cominciato a tremare.
    Con una fluidità che sembrava nascere dall'esperienza, l'uomo si sporse in avanti e si sbrigò a prendere dallo scrittoio una statuetta apparentemente pregiata, una cornice bianca contenente la foto di una bella donna dall'aspetto posato ed elegante, e una penna di buona fattura, mettendo poi tutto al riparo sulle sue gambe...
    ...e fortunatamente si sarebbe detto, visto che un secondo dopo il pugno che si abbatté sul tavolo spaccò lo stesso in due parti assolutamente perfette.
    «Shizuka, abbiamo riordinato oggi. Smettila di distruggere sempre tutto quello che tocchi, ci stai costando un patrimonio...» Disse a quel punto il tipo, mentre una pioggia di fogli si sparpagliava per tutta la stanza e la polvere del legno frantumato gli entrava nel naso, costringendolo a starnutire. Sembrava quasi abituato a quanto appena accaduto... per quanto allucinante questo sarebbe apparso ad un osservatore esterno. «Burou Ken-sama, il mandante di questa missione, ha richiesto esplicitamente un certo tipo di Shinobi per questa...come l'ha definita? “Importantissima faccenda privata”, ecco.»
    «...Ma è di Kiri! Perché diavolo devo andarci io che sono di Konoha, EH?»
    Abbaiò senza esitazione la figura, spezzando involontariamente a metà una lunga riga di legno che aveva appena raccolto da terra; e a quel punto, suo malgrado, l'impiegato dell'amministrazione non poté fare a meno di gemere sommessamente: oh no, gli piaceva quella riga... se l'era fatta spedire direttamente dal Paese della Terra...
    ...perché doveva sempre essere lui a riferire a Shizuka di quel genere di incombenze che tutti sapevano odiasse tanto? C'era qualcosa di sbagliato nel suo estrarre sempre il bastoncino più corto, maledizione.
    «Te l'ho già spiegato perché.» Riprese però a dire con tanta pazienza, alzandosi e prendendo delicatamente dalle mani di chi le stava di fronte il suo prezioso oggetto di misurazione. Tirò su con il naso quando, unendo le due estremità, si accorse che non combaciavano. «Ha fatto domanda all'accademia, non al suo Villaggio. E l'accademia valuta chi mandare in base ad una serie di fattori tra cui non compare la provenienza. Visto che tu rispecchi la descrizione di chi Burou Ken-sama ha richiesto, e visto che è una settimana che stai poltrendo a Konoha senza fare niente, hanno scelto te.» Si sedette di nuovo, sospirando. «Non puoi pretendere che sia Norio Uchiha-sama ad andare... questa missione non è per un Jonin del suo calibro.»
    «Non è nemmeno per un Genin appena diplomato se è per questo.»
    Replicò la figura femminile, portandosi una mano alla fronte con disperazione. «La classificano come missione di livello F... ma è di livello Z, come minimo!» Aggiunse straziata, ma a quel punto, del tutto improvvisamente, parve esitare. Un secondo dopo stava già ghignando, divertita. «Takumi, ti prego... ti prego...» Sussurrò, sporgendosi verso l'interlocutore e passando sul profilo del suo volto il dito indice. La sua voce si era fatta stranamente più sensuale. «Posso essere più utile qui al Villaggio, ne sono sicura... potrei fare doppi turni in ospedale, per esempio, o allenare le nostre nuove reclute, o anche andare sulle mura ad aiutare Atasuke a...»
    Se fino a quel momento il pover'uomo si era limitato a indietreggiare, spingendo con i piedi la poltrona fino al muro che si ergeva alle sue spalle, quando sentì l'ultima delle proposte della sua aguzzina non poté fare a meno di trasalire, portandosi istintivamente le mani alla testa.
    «Cosa hai appena detto?! Stai lontana dalle mura di Konoha, Shizuka! L'ultima volta hai buttato Sougo di sotto! Volevi rompergli il collo?!» Gemette allora con voce strozzata mentre la ragazza gli sorrideva divertita e lui, sudando copiosamente, cercava di non vedere nello sguardo della donna della foto, che teneva ancora fedelmente sulle ginocchia, un'espressione lapidaria e assassina.
    «Si.» Rispose lei con una dolcezza che lo fece rabbrividire. «E' un peccato che si sia spaccato solo un dito... Ero sicura di aver preso bene le misure, questa volta...»
    «... “Questa volta”?!»
    «...ma Atasuke mi è sempre tra i piedi, sia dannato quell'Uchiha del diavolo, è terribile come io sia circondata dai membri di quel Clan e non riesca puntualmente a farli fuori...»
    «... “Farli fuori”?!»
    «...ma non ti preoccupare, Takumi, davvero.»
    Un sorriso amorevole. «Dammi un'altra ronda notturna e ti prometto che questa volta riuscirò a spaccare in due la testa a Sougo facendolo sembrare un incidente.» Una risatina adorabile come il cinguettio di un passerotto. «Sono o non sono la migliore in questo genere di cose, mh? ♥»

    [...] Era andata più o meno così.
    Poi però, nonostante tutto il suo impegno a cercare di convincere l'amministrazione, era stata spedita quella sera stessa verso Otafuku, così da poter partire alla volta di Kiri all'alba del giorno successivo, e a poco erano valse le sue suppliche...

    Sorridendo cupamente, una figura incappucciata di un mantello verde notte lasciò cadere stancamente le spalle verso il basso, ondeggiando disordinatamente lungo una strada grande abbastanza da contenere i due carretti di pesce fresco che vi sostavano e anche diverse persone dall'aria impegnata.
    Benché fosse piena primavera la nebbia era talmente fitta da oscurare parzialmente il sole, e l'umidità che nasceva da quella coltre perenne era tale che lei, abituata al sole e al clima temperato del Paese del Fuoco, si sentiva già bagnata fino ad un tipo di biancheria che non avrebbe apprezzato di doversi togliere per metterla ad asciugare da qualche parte di fronte ad un fuoco... sempre che lì il fuoco si potesse accendere, ovviamente, cosa di cui non era mai stata troppo sicura.
    «Una straniera, eh...?» Esclamò improvvisamente un mercante appoggiato ad uno dei due carretti della strada, ridacchiando mentre la poveretta, con la testa bassa e l'andatura di un condannato a morte, gli passava di fronte. «Non ti preoccupare Ojou-chan, all'inizio è così per tutti, ma poi ci si abitua!»
    Non avendo assolutamente idea di che genere di persona psicopatica volesse abituarsi ad un clima come quello (tranne Itai ovviamente, ma lui aveva dei disagi mentali che probabilmente aveva sottovalutato fino a quel momento, come avrebbe avuto modo di fargli presente quando sarebbe andato a trovarlo), la kunoichi si girò fiaccamente verso il mercante, indicando poi davanti a sé con una mano teatralmente tremante.
    «Jiji... è da questa parte la piazza centrale di questo vostro...villaggio, chiamiamolo così?» Domandò, dubbiosa.
    «Tutto a dritto Ojou-chan, ci finirai dentro con la sicurezza con cui un pesce finisce nella rete della mia barca!» Rispose allegramente l'uomo, battendosi una mano sul ventre prominente e scoppiando poi in una fragorosa risata.
    «Si, in effetti sono in trappola anche io...» Confermò l'altra, sospirando per poi ricominciare a camminare con rassegnazione, ignorando l'espressione stupita dell'interlocutore.
    A dispetto della vaga nota depressiva con cui stava affrontando quel viaggio, almeno l'indicazione che le era stata data si rivelò essere corretta, dato che appena 500 metri dopo la ragazza si ritrovò in una piazza enorme e priva di qualsiasi cosa ad eccezione di una grossa fontana bianca esattamente in mezzo.
    […] Una fontana. Come se non avessero abbastanza acqua in quel Paese del diavolo.
    Cercando di ignorare la grottesca forma di ironia della gente di quel posto, la ragazza lasciò scivolare lo sguardo lungo tutto il perimetro del posto, come se stesse cercando qualcosa o forse qualcuno.
    «“Missione di livello F, mandante Burou Ken, punto di ritrovo Piazza Centrale di Kirigakure no Sato del giorno 24 del mese corrente, ore dieci e trenta del mattino.
    Richiesta la presenza di Shizuka Kobayashi, Konoha, Maya Natsume, Kiri, Isamu Terumi, Kiri.”
    »
    Recitò a memoria, in modo piuttosto irritato. Quella sua inclinazione a ricordare tutto così perfettamente dopo solo qualche lettura la infastidiva, finiva sempre con l'avere la testa piena di nozioni inutili.
    Sospirando ancora una volta, la kunoichi si domandò dove diavolo potesse essere un “punto di ritrovo” in una piazza come quella, in cui a parte quella brutta fontana (a forma di merluzzo? Che diavolo era quel coso storto che pisciava acqua?), c'erano solo bambini dalla vista tanto prodigiosa da essere in grado di giocare a palla in mezzo a quella nebbia.
    «Bella rottura.» Si limitò a dire grattandosi la testa, e più per noia che per una reale esigenza andò a sedersi sul bordo della fontana, dove era logico supporre i due pivelli che l'accademia le aveva affidato l'avrebbero cercata. Sempre che l'avessero riconosciuta, ovviamente.
    Scelta come capogruppo di quel genere di piccoli team, spesso provvisori, con cui gli studentelli in procinto di diplomarsi si mettevano alla prova come futuri genin, Shizuka Kobayashi –La Principessa del Villaggio della Foglia– sapeva bene che l'unica ad aver avuto le schede dei suoi “compagni” era stata lei. La sua amministrazione le aveva fornito le indicazioni sulle generalità dei due cuccioli con cui sarebbe stata alle prese, le statistiche dei loro maestri d'accademia e pure qualche nota, che non guastava mai... soprattutto nel suo caso, visto che di allievi ne aveva avuti pochi e nessuno era mai arrivato a prendersi il coprifronte.
    Con ogni probabilità l'unica cosa che i due sapevano era che ad attenderli vi era una Kunoichi di Konoha, ma non molto più di questo, il che la costringeva a sperare nel loro acume per individuarla. Sperando che ne avessero.
    Calcandosi sul volto il cappuccio del mantello verde notte che indossava, quasi sperasse che stringendosi in quel tessuto pesante potesse alleviare la sgradevole sensazione di essere in procinto di sciogliersi, la ragazza prese dalla sua sacca a tracolla una scatolina laccata da cui tirò fuori qualche dolcetto all'azuki, che iniziò subito a mangiare leccandosi le dita come una bambina.
    Tanto per cambiare, stava morendo di fame.

     
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    Sono molto ansiosa, mi son svegliata prestissimo stamattina per essere pronta per partire per la mia prima missione!!! Non posso crederci! Chissà come sarà il mio maestro..so solo che è di Konoha...alle 10 e trenta appuntamento alla piazza del paese, mi chiedo riuscirò a riconoscerlo? Sono in largo anticipo..meglio! E' bene non far aspettare i superiori. Sono le 10 e mi avvio verso il luogo dell'appuntamento; dopo una ventina di minuti arrivo alla piazza, mi guardo attorno alla ricerca del maestro ma nulla...mi accorgo di uno strano individuo incappucciato che mangia come uno che non mangia da tanto tempo. Tra me e me penso: "potrebbe essere un nemico o il maestro?". Voglio levarmi il dubbio, mi avvicino, tenendo le debite distanze e chiedo: "e tu chi sei Gaikokujin? Non ti ho mai visto prima da queste parti"
     
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    Quello era un giorno molto importante per il ragazzo, finalmente si sarebbe avviato verso la sua prima missione. Ad istinto la previsione dei successivi avvenimenti sarebbe quella del successo, ma come si sà nulla è certo, anche se i brutti pensieri furono velocemente scacciati via dalla testa del ragazzo. Si era quindi ritrovato in quella piazzetta, probabilmente in ritardo di qualche (o più) minuti. Il senso dell'orientamento non era mai stato il suo forte, e se non fosse per la vista di una maestosa fontana (raggiunta quasi per caso) il ragazzo non avrebbe raggiunto il luogo dell'incontro.
    [...]
    Vestiva con una maglietta bianca, con sopra una giacca di tuta nera, decorata con lacci e bottoni grigi, i pantaloni erano di un grigio scuro, slacciati frontalmente ed un po bitorzoluti, con due sporgenze ai lati che ne indicavano le mani infilate, gelide ed umide. Le scarpe, invece, erano nere, non evidentemente nuove, ma abbastanza buone da permetterne un uso prolungato. Il loro colore si era oscurato, per colpa dell'acqua che schizzava dalle pozzanghere calpestate, ma pareva che ciò non importasse. Lo sguardo era fiero ed attento, fisso sui particolari che potevano scovare un indizio nel trovare i "partecipanti" alla missione. Alla fine, per comodità, il ragazzo finì per sedersi all'estremità della fontana, notando nelle vicinanze una persona dal cappuccio verde che ai suoi occhi ne richiamava le foglie. Toccò per qualche istante le sue tre sacche di attrezzatura, poste alla schiena, quasi come per accertarsi che fossero ancora lì, e dopo essersi pulito di nuovo il naso con la mano, fece una smorfia di indecisione e toccò con la stessa mano la persona che gli stava accanto, cammuffando in quel gesto la propria mano che andava a pulirsi contro l'indumento della persona.

    Scusa, chi sei?

    Si ritrovò a stressarla con interminabili ditate sulla spalla, fino all'arrivo della risposta stessa. Lo sguardo era intenso ed interessato, ma il ragazzo non si rendeva conto che poteva essere inopportuno, anche perché stava praticamente ignorando l'altra ragazza che era vicino.



    Edited by Eldingar - 28/4/2015, 20:13
     
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    CRAZINESS

    Rank does not confer privilege or give power. It imposes responsibility.




    Shizuka Kobayashi si era presentata al suo Corso Genin vestita in Kimono.
    Al tempo, come Principessa ed unica erede del più potente Clan non Shinobi delle Terre del Fuoco, aveva pensato che un bell'aspetto ed un grazioso comportamento sarebbe stato il biglietto da visita più idoneo per “far colpo” sul suo maestro e aveva perciò scelto con cura i suoi geta smaltati e dipinti a mano, il suo ombrellino parasole e la sua borsettina ricamata a filo d'oro...
    …ma visto che era riuscita a rimanere nuda entro tre ore dall'inizio dell'addestramento e a tornare a casa tumefatta come se fosse scampata ad una guerra, il suo corso -a dispetto del portentoso risultato teorico che le fruttò, facendola diventare la migliore diplomanda dell'accademia-, passò alla storia come uno dei più disastrosi degli ultimi anni, e non perché era stata in grado di impugnare un kunai dalla parte della lama o a finire di testa in un buco pieno di lupi, giacché l'inesperienza era lecita in uno studente, quanto piuttosto perché non aveva assolutamente saputo trattare con gente più alta in gerarchia di lei, ingaggiando in breve tempo una disputa aperta con il suo stesso maestro... al tempo un Chunin in grado di distruggere un muro con un pugno. Il che aveva ampiamente spiegato il suo occhio nero.
    Per questa e altre centinaia di ragioni la donna, ora kunoichi, aveva sperato che i due pivelli che l'accademia le aveva spedito fossero in grado di non commettere i suoi stessi errori... ma ovviamente gli Dei avevano un particolare senso dell'umorismo.

    "e tu chi sei Gaikokujin? Non ti ho mai visto prima da queste parti"



    «Sono lo spettro della tua intelligenza.» Rispose seccamente la donna, alzando gli occhi al cielo da sotto il cappuccio. «Già, quella che hai perduto molto tempo fa.» Aggiunse mentre al suo fianco si sedeva una seconda presenza. Fece appena in tempo a sentir tirare su con il naso e a percepire il fruscio di una manica su qualcosa di morbido che una manina cominciò a molestarle la spalla.
    Facendosi rigida la Principessa della Foglia alzò lo sguardo di fronte a sé, rabbrividendo.

    "Scusa, chi sei?"



    «Prega che quella che stai usando per toccarmi non sia la mano con cui ti sei appena pulito il naso...» Sussurrò con voce cupa la ragazza. «...o posso presentarmi come quella che ti farà saltare la testa, puoi ben giurarci.» Sibilò ancora, buttando giù di forza l'ultimo pezzo di daifuku alla crema che, per lo schifo, sembrava non voler più scendere da dove si era bloccato.
    Portandosi una mano alla fronte rimase per un istante così, domandandosi che male avesse fatto per finire in quel posto. Non solo stava sudando come se fosse appena finita in una vasca d'acqua bollente ma i due che l'accademia le aveva spedito sembravano, volendo usare un'immagine evocativa, due pulcini implumi appena usciti dall'uovo. Due babbei, insomma. E si fottesse il romanticismo.
    Alzandosi lentamente dal bordo della fontana, e approfittando del gesto per lanciare un'occhiata ai due ragazzi, invero piuttosto disorientati, la kunoichi capì che avrebbe avuto più problemi di quelli che aveva sperato... e senza un attimo di esitazione indicò dunque un punto di fronte sé, comprendendo che prima iniziava, più tempo aveva per trasformare i "problemi" in "lezioni".
    «Alzati, Isamu, e vai lì. Dopo esserti pulito anche il culo, se preferisci, ma non sul mio mantello stavolta, grazie.» Ordinò stancamente facendo un gesto verso il biondino. «E tu...» Continuò, volgendo ora il cappuccio in direzione dell'altra ragazza. «Sei solita andare in giro nuda? No, spero bene.» Benché ancora i due studenti non potessero vedere il suo volto, era evidente dalla voce che fosse piuttosto divertita. «Al pari del tuo compagno avrai vita breve se pensi che chiedendo in giro l'identità della gente questa ti risponderà con mille inchini e tanta cortesia... molta meno se lo farai con le tette al vento. Vai a comprarti un maglione a collo alto quando finirai con me.» Fece spallucce. «O quanto io avrò finito con te.» Puntualizzò, sardonica.

    C'era una cosa in particolare per cui Shizuka Kobayashi era famosa nell'ambiente ninja...

    «Visto che me lo avete chiesto con tanta devozione...» Continuò la ragazza, inchinandosi profondamente, con sarcasmo. «...mi presento: Il mio nome è Shizuka Kobayashi, vengo da Konoha e sarò la vostra capogruppo in questa simpatica escursione amatoriale che la vostra amministrazione ha il coraggio di chiamare “missione”.»

    ...ed era essere l'unica allieva mai sopravvissuta agli insegnamenti di Raizen Ikigami, il Colosso della Foglia, da cui, almeno così si diceva, avesse preso il suo carattere affilato e sarcastico e i modi non proprio premurosi che egli le aveva riversato addosso da quando era una ragazzina spaurita, probabilmente trasmettendole l'idea che un maestro severo era meglio di un maestro "coglione".

    «Iniziamo con il dire che l'atteggiamento marziale lo acquisterete con il tempo, ma l'intelligenza che spero gli Dei vi abbiano donato sarebbe meglio cominciaste ad utilizzarla da subito.» Mormorò la ragazza, sospirando, mentre alzava una mano verso il cappuccio. Questa, guantata di nero, era assai piccola, proporzionata cioè alla sua altezza. «Io perdono la vostra idiozia perché devo, ma qualcun altro potrebbe non averne la voglia.» Continuò, calandosi il cappuccio sulla schiena.
    Liberati dalla loro prigionia, una cascata di lisci e setosi capelli castani si sciolsero in quel momento sulle spalle della ragazza, cadendo in ciuffi disordinati ad incorniciare un volto ovale dalla carnagione chiara illuminata da due profondi occhi verde smeraldo e una carnosa bocca scarlatta. L'espressione, a dispetto di quello che forse i due studenti avevano immaginato, non era né arrabbiata né eccessivamente ironica, ma semplicemente piatta, quasi poco interessata. Sembrava aver vissuto quella situazione, per loro la prima esperienza ninja, almeno un centinaio di volte benché non dimostrasse che vent'anni... il che era in un certo senso vero, dato che l'accademia amava darle studenti da guidare quanto gli stessi amavano ritirarsi a vita civile dopo aver finito i corsi da lei impartiti.
    Non la si poteva definire “bellissima”, poiché non vi era niente di incredibile nei suoi lineamenti, ma era affascinante come lo poteva essere una persona dal carattere forte e un'intelligenza raffinata. Non era necessario che qualcuno lo dicesse ad alta voce, poiché era evidente solo guardandola: quella donna era una persona sicura di sé e decisa, abituata a sapere cosa voleva e a prenderselo senza troppi complimenti.
    «Non so cosa vi abbiano insegnato i vostri maestri all'accademia, ma l'intelligenza è ciò che vi salverà quando molti altri vostri compagni, allenati secondo il concetto per cui “fortissimo è giusto” schianteranno come mosche.» Disse, inarcando un sopracciglio. «Detto questo, che diavolo di ore sono? Non avete orologi in questo “villaggio”?» Domandò molto educatamente, anche troppo in effetti. Era abbastanza evidente, ora che il suo volto era scoperto, che non si trovasse a suo agio in quel posto e che non apprezzasse minimamente il tempo, di cui sembrava risentisse particolarmente visto che ad ogni colpo di vento umido rabbrividiva facendo una smorfia. «Beh non importa, se siete tutti pronti, e spero che lo siate perché non intendo aspettarvi, direi di partire immediatamente.» Sentenziò iniziando subito a camminare verso Est, dando così le spalle ai due. «Il mandante di questa missione si chiama Burou Ken, è un mercante di antiquariato del Paese dell'Acqua che dopo aver capito che a Kiri siete tutti morti di fame ha fatto affari all'estero, diventando ricco sfondato.» Si dirigeva verso le mura del villaggio e quando vi arrivò estrasse da sotto il suo mantello un rotolo rosso, che aprì battendo il dito indice sulla sua superficie. Visto che non si fermò nemmeno per permettere al guardiano di ronda di leggere il contenuto, fu il poveretto a inseguirla per guardare il messaggio, infine annuendo e lasciando passare il gruppetto. «La sua richiesta di intervento non era molto chiara, ma pare che abbia qualche problema con dei “misteriosi” e “preziosissimi” rotoli.»
    Benché non fosse del posto la ragazza, una volta uscita fuori dalle mura, dimostrò di muoversi con sicurezza verso una direzione ben precisa, che la condusse presto su una strada sterrata costeggiata da ambo i lati da coltivazioni floride di riso. Visto il passo che teneva, sicuramente molto più rapido di quello comune a chiunque, ci volle poco perché le mura di Kiri sparissero alle spalle del trio e altrettanto poco perché, in lontananza, comparisse un'imponente villa su due piani dai tetti spioventi e le mura colorate di un orribile giallo ocra che, in un ambiente grigio come quello in cui sorgeva, risaltava eccessivamente. Nonostante ebbe la premura di non dire assolutamente niente, fu subito abbastanza evidente cosa pensasse la donna di Konoha di quel pessimo gusto, vista l'espressione storta che le si materializzò in faccia e che non scemò nemmeno di fronte ai ben quattro guardiani nerboruti che bloccarono i tre di fronte ai cancelli della magione la quale, da vicino, sembrava ancora più grande.
    «Vengo per la missione.» Si limitò a dire Shizuka, cercando di non guardare gli gnomi di porcellana disposti nel selciato interno del luogo, e così dicendo infilò una mano dentro la sua sacca a tracolla, estraendone un rotolo sigillato con il simbolo dell'accademia centrale. «Il mio nome è Shizuka Kobayahi, di Konoha, capogruppo del team composto da Maya Natsu–...»
    «TU VIENI PER LA MISSIONE DEL NOBILE BUROU?»
    «...Natsume, di Kiri, e Isa–...»
    «AVEVAMO CHIESTO NINJA POTENTI NON UNA BAMBINA!»
    «...Isamu Terumi, anche lui di Ki–...»
    «NON POSSIAMO PRESENTARTI AL NOBILE B–...»


    Erano state tre le interruzioni che il primo dei quattro guardiani aveva imposto. Tre.
    Uno solo fu invece il colpo che lo prese in pieno addome, scaraventandolo all'indietro con tanta potenza che la sua schiena curva aprì il cancello chiuso alle sue spalle prima di schiantarsi al muro della facciata d'ingresso della villa.
    Immobile con il rotolo stretto in una mano tremante, che si accartocciò orrendamente sotto la pressione delle dita, la bassa kunoichi della Foglia aveva il volto tirato nella peggiore smorfia che si fosse mai vista, o perlomeno che i guardiani avessero mai dovuto fronteggiare poiché, per quanto grandi e grossi (la loro opponente arrivava a malapena alla loro cintola borchiata) scattarono disordinatamente in guardia, indietreggiando però con terrorizzata circospezione.
    «Ohe...» Sibilò la "bambina", tirando in faccia al secondo il rotolo della missione. Questo spostò la sua lancia troppo lentamente e prese in piena fronte l'oggetto, scoppiando in un gemito. «...non vi hanno insegnato a non interrompere la gente mentre parla, mh?» Ringhiò, furiosa, afferrando il bastone che il terzo guardiano le stava in quel momento calando sulla testa. Stringendolo in una sola mano, la ragazzina scaraventò la montagna di muscoli a destra, ben lontana da lei. «Mi pagate una merda per stare in questo posto del cazzo, ho le mutande fradice della vostra fottuta umidità, sono stata minacciata da Takumi per istruire uno con il naso pieno di caccole e un'esibizionista con le tette più grosse delle mie... e voi mi fate anche storie? EH?» E caricando un calcio, scaraventò l'ultima guardia talmente lontano che questa rotolò per ben cinque volte sul terreno prima di fermare la faccia nel fango. «FUORI DALLE PALLE, OFFRITEMI UN TE' E DUE TONNELLATE DI BISCOTTI SE VOLETE FARE QUALCOSA DI UTILE, BABBEI!» E così dicendo spaccò con un pugno quello che rimaneva dell'imponente cancello di ferro battuto che “proteggeva” casa Burou. A dispetto di quello che si sarebbe immaginati, tuttavia, non era lei ad essere incredibile potente... quanto le guardie ad essere proprio scrause.
    […] Aveva distrutto tutto. TUTTO.
    E aveva fatto un casino porco... e infatti un secondo dopo la porta della villa si aprì di scatto e fuori si gettarono tre persone: due ragazzine dagli occhi a bottone (di cui una...con la barba) e un uomo imponente... dalla testa quadrata. Nel senso che era proprio quadrata. Quadrata come un quadrato. E grande. Molto grande. Troppo.
    «COSA SUCCEDE?!» Strillò con una fastidiosa vocina a fischietto il signor geometria, inciampando per poco nelle opulenti sete in cui era infagottato. «OH NO! I MIEI CIGNI!» Strillò subito dopo, portandosi le mani ingioiellate al viso e guardando terrorizzato i quattro guardiani mezzi morti.

    Cigni...?

    «COME AVETE POTUTO?! CHI SIETE VOI?! SIETE DELLA FAZIONE FAGIANO?!»

    Fagiano...?

    «MIO FRATELLO HA ESAGERATO QUESTA VOLTA! LA PAGHERA'!» Ruggì l'uomo, iniziando a saltellare istericamente. «MARO! MARI! ANDATE SUBITO A CHIAMARE KIKIRU!»

    Maro...? Cioè, uno dei due era davvero un maschio e non una ragazza con problemi ormonali? Ma allora perché aveva la gonna...?

    «E TU!» Starnazzò il tipo, avvampando talmente tanto da assumere un preoccupante colorito cianotico. «HAI UN BEL CORAGGIO A SFIDARE APERTAMENTE BUROU KEN LO SPLENDENTE! SPARISCI SUBITO!»

    Silenzio.

    «Ah.» Disse piatta Shizuka, diventando lentamente pallida come se qualcuno le stesse succhiando via la vita. «Siete voi Burou Ken?» Gemette, deglutendo. Girandosi a quel punto di scatto la ragazza guardò i suoi due allievi e accennando a quello che doveva forse essere un sorrisetto, mise sulla spalla di ciascuno dei due una mano. «Questa cosa non ha senso. Non mi pagano abbastanza per sopportare una sequenza di follia come questa, cos'è un fumetto?» Pigolò, ora visibilmente allibita. «Addio, rifiuto la missione.»
    Disse così ed era davvero convinta ad andarsene, senonché il signor quadrato, il cui udito era allucinante quanto l'acconciatura ingellata che vantava con così tanta foga, parve sentire, e con un balzo felino saltò praticamente addosso ai tre. O meglio, addosso a Maya, di cui avrebbe afferrato tranquillamente il seno... se Shizuka non avesse alzato un pugno a fermarlo.
    Un pugno. Sul suo viso.
    Sul viso del mandante della missione.
    La situazione stava degenerando...
    «Siete i ninja che ho richiesto?!» Pianse l'uomo, avvinghiandosi a Shizuka, che trasalì orrendamente. «Ma certo, ma certo... tre belle donne di circa vent'anni, non importa di che livello, ero stato chiaro!» Grufolò, toccando i fianchi ampi e morbidi della kunoichi della Foglia che cambiò in una frazione di secondo almeno tre gradazioni di bianco, grigio e blu. «E tu chi diavolo sei?!» Strillò un secondo, guardando Isamu. «Sei un uomo?» Domandò, in modo poco convinto. «Ah, diamine! Ero stato chiaro! Ma non importa perché sei grazioso come una femmina!» Disse, sorridendo allegro. «Con un kimono di paillettes saresti perfetto!!»

    Già. Non li pagavano abbastanza per tutto quello.

     
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    "Ma che bel coraggio che ha questa qua a presentarsi così" penso tra me e me..


    Sono lo specchio della tua intelligenza


    "Ma fammi il piacere.. Senza conoscermi come osi pensare che io sia stupida? ... Bah ... Che strana gente che c'è al mondo"


    "E pensare che il mio "compagno" si è appena pulito tutto il moccio sulla tua brutta mantella verde.. BEN TI STA.. Fortuna che non sa leggere nel pensiero altrimenti credo protrebbe decapitarmi"


    Questa mattina ero di buon umore e ho indossato i miei vestiti preferiti.. Dovevo esser "presentabile" per la mia prima missione! Mi sono messa la camicia bianca che ho volutamente lasciarla molto aperta - D'altronde ciò che è bello, è bello mostrarlo! - sopra la camicia ho messo una giacca blu elettrico, la mia preferita; non potevano mancare le mie protezioni per le mani: i miei preziosissimi guanti in cuoio - non posso permettermi di ferirmi le mani -; eee.... dato che mi sentivo in vena di "mostrare" le mie bellezze ho deciso di indossare una gonna a scacchi nera e verde alquanto cortina, - ma chissenefrega - delle calze anch'esse blu alte quasi fino al ginocchio e un paio di stivaletti neri opachi che mi coprono in parte la caviglia.


    <<scusa, potrai essere anche la mia capogruppo, ma prima di consigliarmi di comprarmi un maglione e coprirmi pensa a te che sei ancora incappuccia!>> le dico in maniera piuttosto scocciata e nervosa. <<inoltre prima di criticare me, guarda il bimbetto dietro di te..forse non l'hai visto bene>> continuo <<ma si è appena pulito il suo moccio sulla tua ME-RA-VI-GLIO-SA mantella e sembra sia appena scappato di casa>> sbuffo abbastanza stizzita. <<sarò gentile ed educata solo perchè per adesso sei il mio capo, cara miss "Sarcasmo son più figa io", e..... Se sei INVIDIOSA delle mie tette... Beh.. Fattene una ragione... Io le ho e le mostro..>> le dico, facendole una linguaccia con pernacchia annessa. Meglio evitare la morte prima di cominciare!


    <<ma che razza di capogruppo ci hanno assegnato porca merda...uno/a più simpatico/a, no eh??>> borbotto voltandole le spalle. "bene non mi ha sentita"
    Cominciavo ad avere ansia, avevo paura di non riuscire a portare a termine questa missione.. Avevo paura di lei e dei suoi modi di fare, Shizuka Kobayashi, ma dopo essersi levata il cappuccio dalla testa si è rivelata un ragazza molto carina, molto....giovane...sembra quasi innoqua..che bel visino da bimba..
    Con molta freddezza, ci ha voltato le spalle ed ha cominciato ad incamminarsi verso est dove suppongo ci sia il luogo della prossima tappa della missione. Ci ha spiegato, infatti, molto velocemente che saremmo dovuti andare alla villa di Burou ken, un mercante di antiquariato del Paese dell'Acqua.


    "Che passo svelto che ha..fantastica... Maya torna in te.."


    Senza molta gentilezza ha mostrato alle guardie delle nostre mura, un rotolo rosso con il quale ci ha fatto uscire con molta velocità dal villaggio.
    In men che non si dica abbiamo raggiunto questa enorme villa bellissima! Non è volata una mosca per tutto il "viaggio".. Silenzio assoluto..


    "Che tristezza però..donna di poche parole che si irrita facilmente"


    <<e questi 4 chi sono Shizuka?>> le bisbiglio ad un orecchio.


    Lei ha cominciato a presentarci e l'hanno interrotta ben 3 volte nel discorso..


    "Ahi, ahi, ahi, che guaio per voi belle statuine.. Adesso son volatili per diabetici" prevedo..


    Un attimo dopo, come avevo previsto, si è scagliata con una potenza micidiale contro le 4 guardie atterrandole subito. Che casino che aveva fatto! Aveva distrutto così tante cose che dalla casa sono uscite altre 3 persone, un "testaquadra" e 2 bambini travestiti. Era il Sig.r Burou..cazzarola l'ha combinata grossa!!!
    Shizuka si è resa conto di aver pestato una merda ed è stata sul punto di abbandonarci all'inizio della missione..ma..


    <<AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH>> urlo <<aiutoooooooooo>> strillo ancora.


    Il sig.r "testaquadra" si stava avventando su di me e io non sapevo come reagire fortuna che Shizuka mi ha salvato da una molto probabile, aggressione alle mie tette.. Lo ha fermato con un solo pugno nel muro.
    Che gesto carino da una persona così rude e scontrosa! Aveva colpito il mandante della nostra missione..e cosa sarebbe successo dopo questo affronto? NULLA!! ASSOLUTAMENTE NULLA.. L'uomo sembrava essersi rincoglionito, ci ha abbracciato tutti e tre, scambiando Isamu per una graziosa donzella. "Ma che razza di imbecille"


    <<ahuaahauahauhauhahau FEMMINUCCIA!!!!!>> mi sono piegata in ginocchio quasi senza fiato per le grosse e grasse risate che mi stavo facendo alla faccia sua!!


    Chissà cosa ci chiederà di fare.. Non sono molta sicura che ascoltare questo tizio rimbambito dal pugno di Shizuka possa portarci sulla buona strada..
    L'unica cosa da fare era attendere che smettesse di abbracciare e toccare ovunque la nostra capa e ascoltare attentamente le "istruzioni" per lo svolgimento della mia prima missione!
    Non mi resta che sedermi a terra del tutto e aspettare..


    "Lo ucciderà.. Ne son sicura!"
     
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    E fu così che il Terumi si ritrovò a ripulirsi completamente il moccio delle mani sulla felpa della donna. Quell'interminabile e stressante gesto, portò il ragazzo ad assottigliare lo sguardo sempre di più su quell'essere, che poco dopo si ritrovò ad irritarsi e, con le sue parole, a forzare la mano del biondo a ritirarsi verso sè. Spalancò gli occhi e per metà (?) si rese conto che quella era la persona che stava cercando. Ci avrebbe impiegato di più nell'elaborare la cosa, se non fosse per quella mezza-meretrice che si ritrovò davanti e che lo distrasse. Era abbastanza volgare con quei vestiti, ma per un motivo o per un'altro, ad egli non dispiaceva.

    Non mi permetterei mai, capa!

    Rispose gentilmente alla donna, dopo essere stata ben chiara sulla questione della pulizia sul sedere. [...] Egli obbedì a tale ordine e si mise nella direzione indicata, pochi secondi prima che la donna iniziasse a prendersela con la ragazza nuda. Sembrava quasi che le due stessero iniziando a litigare, a giudicare dalle loro risposte, tuttavia Isamu ebbe l'intelligenza di non interferire e Shizuka, di non continuare.

    Hmmm....

    Era questo l'unico suono che il ragazzo si sentì in grado di emettere, dopo essere stato accusato di stupidità, d'altronde, c'era la sua compagna che si occupava di rispondere a tono; sarà perché egli non ne aveva voglia oppure perché si concentrò sul suo aspetto fisico, ma ciò non importava, infatti, dopo aver sfarfallato le ciglia per qualche istante, avrebbe lasciato spaziare lo sguardo, preferendo farsi due risate piuttosto che rispondere alla tipa, nonostante ella aveva dato dei morti di fame alla sua gente. Prendeva tutto ciò quasi come uno scherzo, non si poteva negare che la donna avesse sarcasmo. E solo le persone intelligenti lo potevano usare, cosa che ad Isamu piaceva. Poco dopo, i tre si diressero fuori dalle mura del villaggio e, nel frattempo che il biondo elaborava strategie e pensieri nella testa, si concesse il privilegio di camminare qualche passo indietro alle due, giusto per poterne osservare i sederi e farsi qualche pensiero, inevitabile per colpa degli ormoni.
    Non passò molto e il team si ritrovò davanti le mura di quella maestosa villa. Lo sguardo si perdeva in quell'immensità ma, pareva che a Shizuka ciò non importasse, era ferma sulle sue ed una volta arrivati davanti le guardie, senza troppi giri di parole, si presentò, fredda ed incisiva. Ma la reazione fu tutt'altro che fredda, essi si erano scaldati forse troppo facilmente; ma non fu questo che fece scorrere l'adrenalina nel corpo del ragazzo. Infatti, egli si sentì carico dopo aver visto il poderoso pugno della donna, che scaraventò lontano la guardia, facendogli aprire brutalmente il cancello.

    Wow!

    Esclamò entusiasta, poco prima che le restanti guardie si ritrovassero qualche metro lontano dai tre.
    Ad un tratto (e dopo l'apparizione di quelle specie di mostriciattoli a cui il ragazzo non diede troppa importanza), spuntò Burou Ken, che a quanto pareva era colui che i tre cercavano. Se non fosse per l'attentato alla tettona (e per l'ennesimo pugno sferrato da Shizuka all'uomo per difendere quest'ultima) il ragazzo si sarebbe preparato al combattimento, improvvisando posizioni di Karatè e suoni di battaglia altrettanto ridicoli. Un vero Ninja, insomma.

    Si, siamo noi i Ninja richiesti!

    Rispose lui questa volta, abbastanza insicuro. Si strofinava i capelli e cercava di mantenere un sorriso credibile mentre guardava l'uomo steso per terra. Però durò poco quel sorriso; infatti si trasformò in una smorfia contrariata, cosa che gli fece sputar fuori le seguenti parole, dopo aver sentito le affermazioni di Burou.

    Cosa? Come osi? Io odio i Kimono!

    Una difesa molto possente e virile, sì. Ha dimostrato davvero di essere un duro, sì. Il suo tono però non era esagerato, ma abbastanza seccato, così come la sua espressione e come il pugno destro che scuoteva nella direzione dell'uomo, quasi per indicarne l'intenzione di pestarlo. D'altronde, c'era Shizuka che lo aveva indebolito e che avrebbe protetto il biondo, nel caso le cose si sarebbero messe male.
     
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    PROBLEMS

    A problem is only a problem if you refuse to look for a solution.
    If you don't take action to fix it then it will remain a problem.




    Se avesse dovuto essere onesta almeno con se stessa non avrebbe saputo dire cosa, di quella situazione, fosse peggio: se la testa quadrata di Burou Ken che brillava pericolosamente alla luce del lampadario a forma di cigno del salotto in cui aveva condotto “le sue fatine salvatrici” (e cioè loro tre), o se le due persone accanto alle quali sedeva, rispettivamente un ragazzino privo di iniziativa e una ventitreenne che si comportava come un bambina accaldata.
    Cercando di mantenersi calma o quantomeno interessata alle lunghe arringhe in prosa che il mandante della missione stava sciorinando tra movenze dubbie e creative pose delle mani proprio di fronte a lei, Shizuka Kobayashi aggrottò la fronte, deglutendo rumorosamente.
    Seriamente, cosa diavolo ci faceva lì...? Perché avevano mandato proprio lei in quel posto? Di missioni simili non ne aveva mai fatte, neanche da studentessa, e onestamente non aveva una gran voglia di iniziare ora... se l'avesse vista Raizen avrebbe riso così tanto da crepare le pareti floreali di quel posto dal dubbio gusto. Davvero.
    Rabbrividì, impallidendo.
    «Hai capito, amoruccio?» Cinguettò improvvisamente Burou Ken, sfarfallando le ciglia in sua direzione in quella che avrebbe forse dovuto essere una posa accattivante, ma che lo fece tragicamente assomigliare ad un babbuino malato.
    «...Si, ho capito.» Si limitò a rispondere Shizuka, accennando al miglior sorriso che riuscì a trovare. Visto però che l'immagine che le rimandò lo specchio posto alle spalle dell'antiquario kiriano era quella di un oni pronto a divorare il suo opponente, si sbrigò a ritornare seria. «Quindi in pratica la vostra famiglia è divisa da una faida, e ciò che provoca la rottura tra voi e vostro fratello sono questi due rotoli d'argento che nessuno di voi ha mai visto, perché sigillati in un'ala della casa che non siete mai riusciti ad aprire.»
    «Proprio così, proprio così!»
    Sorrise il ricco e panzuto signore, stringendo a sé le due ragazzine vestite da principesse... o almeno una ragazzina e un maschio vestito da ragazzina, ma a quel dettaglio era meglio non pensare. «Voglio che Mari e Maro abbiano tutta la felicità possibile, del resto sono meritevoli di avere quei rotoli più di chiunque altro eccetto me, tutt'al più che sono sigillati dentro la casa che IO ho ereditato, non mi fratello, IO!» Protestò l'uomo, battendo un piede cicciuto a terra.
    «Che coglioni...» ...ma non avrebbero potuto prendersene uno ciascuno di quei dannati rotoli? Cosa diavolo c'era dentro, poi? Oro? Eddai, erano fratelli...
    «Come hai detto, amoruccio?!» Domandò subito Burou Ken, sorridendo gentilmente prima di tornare a fissare il seno di Maya con la stessa attenzione con cui, di tanto in tanto, guardava le curve della sua capogruppo... che al contrario della studentessa si era ben vista dal togliersi il mantello dalle spalle.
    «Che bagliori.» Si corresse prontamente Shizuka, sorridendo amorevolmente al mercante. «Le vostre figlie.... i vostri figli... beh, Mari e Maro intendo.» Disse la Chunin della Foglia, aggrottando la fronte. «Due splendidi bagliori.» Decantò suadente.
    «Ah si, si! Mari e Maro sono due splendidi fiori in attesa di diventare corone di fiori!» Disse Burou.
    «Eh?» Disse Shizuka.

    Silenzio.

    «Beh, non importa.» Tagliò corto la kunoichi, che a quel punto iniziava ad avere un vago mal di testa e la stimolante voglia di andarsene. «La nostra “missione” è accedere a quest'ala segreta e prendere i rotoli, giusto?» Domandò, e a quel punto, premendosi con forza una mano alle tempie, cercò di ignorare due vallette vestite da puntaspilli che erano appena arrivate a portare una gonnellina rosa a Isamu e un bell'abitino succinto e azzurro per Maya.
    La domanda per tutto quello che stava succedendo proprio in quel momento era solo una: Perché?
    «Si amoruccio.» Rispose afflitto Burou Ken, mentre le due “domestiche” si preparavano a usare la forza, se necessario, per vestire i due studenti kiriani. «Abbiamo usato di tutto per distruggere quel muro, ma non ci siamo riusciti!! Di tutto, giuro!!»
    «Si, immagino.»
    Rispose Shizuka, tirando lontano da sé un cappellino a forma di papera che una terza domestica, cautamente, stava per metterle in testa. Con una precisione millimetrica prese in faccia l'antiquario di fronte a lei che però, quando si liberò il volto da quel pandrano osceno, non sembrava che ancora più felice. Evidentemente era anche un sadomaso.
    […] Gente malata, a Kiri. Lo aveva sempre detto.
    «Giuro!!» Ripeté lui, concitato. «Neanche la dinamite è servita a nulla!!»
    «La dinam–...»
    Gemette strozzata la Principessa della Foglia, piantando le mani nel morbido tessuto del divanetto ocra su cui era seduta assieme ai due studenti per evitare di portarsele al viso. «Possiamo vedere questo muro, Burou Ken-sama? Purtroppo le nostre competenze non possono esservi d'aiuto se non applicate sul posto.» Propose allora, cercando da una parte di iniziare quella dannata missione (per finirla rapidamente) e dall'altra di impedire alle vallette di strozzare i due studenti in una varietà di tessuti da far paura. Nel senso che i tessuti facevano schifo, ovviamente, non che ce ne fosse un grande assortimento.
    «Ma certo, ma certo amoruccio!!» Esclamò felice il mercante dell'Acqua e così dicendo si alzò, battendo le mani nel sollevare la gamba destra. «Tutti nell'ala supersupersupersuper segreta!» Ordinò, e immediatamente tutte le presenti che rispondevano agli ordini della gigante testa quadrata formarono un corteo e iniziarono a camminare per la casa...
    ...che se possibile era ancora più brutta di tutto quello che il povero trio aveva visto fino a quel momento, perché tra cigni cavalcati da nanetti di porcellana, e orsi in legno scolpiti nell'atto di catturare cinque pesci storpi contemporaneamente, c'era poco da scherzare: quel posto faceva schifo.
    «Non vi preoccupate, andrà tutto bene.» Disse improvvisamente Shizuka Kobayashi, rivolgendosi ai due studenti che guidava, mentre il corteo svoltava l'ennesimo angolo; ma se stesse rassicurando loro o se stessa non fu ben chiaro.
    Poi d'improvviso il corridoio che avevano già intrapreso da qualche minuto si allargò e di fronte al gruppo di persone si aprì un'enorme salone, chiuso sul fondo da una parete gigante. Le mura del luogo erano in gran parte annerite, scalfite, addirittura crollate in alcuni punti, e il pavimento, in precedenza di un opulento marmo chiaro, adesso era ridotto ad un ammasso di macerie... benché il muro che sembrava essere la causa di tutto quell'interessamento non appariva minimamente scalfito. A quanto pareva avevano davvero usato di tutto, per aprirlo.
    Immobile per qualche istante nell'osservare da quella distanza il muro, la Principessa di Konoha alzò una mano e senza ascoltare più l'antiquario, che nel mentre aveva ripreso lautamente a chiaccherare di chissà quale diavoleria, richiamò a sé i due studenti, avvicinandosi poi alla parete. Questa, alta e larga cinque volte i tre ragazzi, era di un intenso grigio acciaio, ma la sua superficie non era liscia come ci si sarebbe aspettati, bensì rigata e scolpita. Sembrava che qualcuno avesse intarsiato personalmente quella geometria di linee, cerchi e disegni ondulati, che confluivano tutti con perfezione nel centro del muro, dove un'enorme circonferenza vuota sembrava giacere quasi per errore.
    «Chi avete detto essere l'artefice di questo?» Chiese improvvisamente Shizuka Kobayashi, che per la prima volta dall'inizio di quella vicenda si era fatta più seria se non addirittura quieta.
    «Mio nonno, amoruccio! Lui si è trasferito nel Paese dell'Acqua e ha costruito questa casa! Credo che solo mio padre ne conoscesse il segreto, ma non è mai riuscito a far fruttare il suo sapere, ed è morto senza volercelo rivelare!»
    Ferma di fronte al muro, la Shinobi della Foglia chiuse gli occhi e annuì prima di voltarsi e portare il suo sguardo su Maya e Isamu, che solo a quel punto avrebbe spinto dolcemente indietro. Solo quando i due si fossero trovati a circa cinque metri di distanza, la donna avrebbe aperto la mano destra, che un istante dopo si sarebbe circondata di un bagliore blu elettrico: chakra. L'altra mano, intanto, era già sull'elsa di quella che, ora scoperta dal mantello, si rivelò essere una lunga nodachi nera talmente grande da indurre a pensare che una ragazzina tanto bassa non avrebbe saputo gestirla.
    «Questo è un sigillo di protezione.» Annunciò, non si seppe a chi in particolare. «Risponde allo stesso meccanismo delle carte ninja, reagisce cioè al Chakra. C'è solo da sperare che non sia impostato su un tipo di energia particolare, oppure le conseguenze del mio tentativo saranno imprevedibili.» Disse, e a quel punto, nonostante quello che aveva appena preannunciato non sembrasse proprio lo scenario più rassicurante del mondo, posò un piede sulla parete e rimanendovi attaccata [Chakra Adesivo] la scalò fino al suo centro esatto. Lì, accucciandosi ed estraendo la nodachi, posò la mano avvolta di chakra dentro il cerchio vuoto della parete...
    ...che improvvisamente reagì a quell'afflusso energetico, il quale iniziò rapidamente a fluire dentro gli intarsi del disegno murale illuminando la sala a giorno prima di iniziare ad emettere un suono gutturale e profondo.
    Facendo leva con le gambe, Shizuka saltò indietro e atterrò di fronte ai due studenti -e di conseguenza a Burou Ken e tutta l'allegra compagnia che si era a sua volta nascosta dietro di loro- dinanzi ai quali si pose a scudo con il dito indice e il medio già congiunti davanti al viso.
    A dispetto di ciò che la stessa kunoichi aveva predetto, comunque, ciò che accadde non sembrò avere nessuna conseguenza drammatica: il muro, rivelatosi una porta sigillata, venne risucchiato dal pavimento e si limitò dunque solo a sollevare un terribile polverone, lasciando infine il gruppo di persone di fronte ad un enorme tunnel nero e sudicio.
    «E'...è incredibile amoruccio!» Disse allibito Burou Ken, guardando il corridoio nero con sconvolgimento ma, di spalle rispetto a lui, La Principessa della Foglia non rispose, continuando a mantenere gli occhi puntati di fronte a sé. Fu solo dopo qualche attimo che, infine, si mosse.
    «Maya, Isamu, esaminate il corridoio. Non c'è nessuno dentro e non c'è nessun genjutsu attivo, ma i pericoli possono essere altri.» Sentenziò... ma come potesse dirlo con tanta certezza non sembrava intenzionata a rivelarlo. Voltandosi a guardare i suoi due studenti, la donna sorrise. «Sono dietro di voi quindi non abbiate timore di nulla... ma usate il cervello, perché se fate qualche idiozia ve la farò pagare molto cara.» E quella non era una minaccia, era semplicemente una constatazione.
    Detto questo la kunoichi si limitò a voltarsi, prendere Burou Ken da parte e cominciare a parlare fitto fitto, con gli occhi che ad ogni parola del mercante si facevano più scuri e la bocca si stringeva nel farsi più rigida.

    Raccolta la fiducia o il coraggio che sentivano di dover prendere per avanzare dentro il tunnel, i due studenti sarebbero dunque entrati lasciandosi alle spalle la loro capogruppo.
    Come si sarebbero presto accorti il buio era fitto, ma non così denso da impedire loro di guardare dove mettevano i piedi, anche se effettivamente non c'era molto da vedere: il corridoio era lungo e retto, largo quanto la larghezza del muro che lo chiudeva. Per il resto, non c'era assolutamente niente, dentro.
    O almeno, questo è quello che avrebbero creduto fino a quando non si fossero addentrati per tre metri dall'apertura. Solo a quel punto, si resero conto con orrore, qualcosa schioccò a vuoto sotto ai loro piedi e improvvisamente il muro alla loro destra vibrò, rilasciando un palo del diametro di un metro che, come fosse stato sputato, venne scagliato verso di loro ad una velocità certo superiore a quella da loro posseduta [Palo in ferro, potenza 20, velocità 125].
    Essendo troppo lontani per tornare indietro e il palo troppo veloce per permetterglielo, i due ragazzi avrebbero dovuto difendersi... ma non solo da quella trappola della morte, poiché quale che fossero state le loro azioni, il loro movimento parve attivare una seconda trappola che scattò subito dopo la prima e che provenne dal soffitto, il quale si aprì, lasciando cadere una pioggia di frecce in ferro [Frecce, potenza 10, velocità 125] pronte a trapassare loro la testa e inchiodarli al pavimento tremante.

    Nel mentre, all'uscita del tunnel, Shizuka Kobayashi si faceva rigida ascoltando le parole di Burou Ken.
    «Mi sa che questa non è una missione di livello F» Avrebbe appena fatto in tempo a dire... prima che il caos scoppiasse lontano da lei.

     
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    Il buco nero



    Finalmente, dopo la violenta scazzottata della mia "carissima" capa e l'abbraccio del viscido maniaco del mandante della missione, il Sig.r Testaquadra ci ha fatti entrare in casa. Credo fosse la casa peggio arredata che abbia mai visto in vita mia; un attaccamento così morboso a cigni e fiori non si era mai visto, per non parlare poi dei quadri o dei tappeti presenti nella stanza.. Semplicemente orribili! Non sembrava di essere in un salotto di una sontuosa magione di un ricco signore, ma in una sala per lussuriosi dello stesso sesso. Shizuka sembra molto irritata e stufa del continuo gesticolare e soprattutto di dover sentire il Sig.r Testaquadra blaterare.


    << Che gusti di merda che ha questo psicopatico, avrà anche il cesso a forma di cigno?>> sussurro a Shizuka mentre ci accomodiamo su un divano color "oddio ho mangiato pesante ieri sera e non ho digerito"


    Sono completamente assorta nei miei pensieri, non riesco proprio ad ascoltare lo sproloquio del Sig.r Testaquadra..troppo noioso.. Sento, però, una frase che mi fa "risvegliare" dal mio stato comatoso..


    << Hai capito amoruccio?>>


    << AUHAUAHUAHUAHHAUUAAUA>> Scoppio in una fragorosa risata perchè era riferito a Shizuka.. Ha pure lo spasimante psicopatico... Credo volesse far breccia nel cuore della capa.. Lo si capiva chiaramente dagli atteggiamenti da alce in calore poichè cercava di muoversi sinuosamente ed in maniera estremamente sensuale, ma si è solo reso ridicolo tanto da assumere un'espressione da topo morto. Il problema di tutto questo caos sono dei rotoli d'argento che sono sigillati in quella villa che il Testaquadra vorrebbe solo per lui e per quella specie di bambine mostruose per potergli dare tutto quello di cui hanno bisogno, ma resta il fatto che ha un fratello che pretende di averli anch'esso. Essendo stato lui ad aver ereditato la villa, reclama tutti i beni presenti, rotoli compresi. Dice di aver provato in tutti i modi a far breccia nel muro oltre il quale si trovano i rotoli, persino con la dinamite, ma ha sempre fatto dei buchi nell'acqua ed è per questo motivo che ha bisogno si noi. All'improvviso, entrano nella sala 2 signore con degli abiti da indossare come ordinato dal Testaquadra; per Isamu una strana gonnellina rosa e per me un abito azzurro che avrebbe seguito alla perfezione le mie forme e curve, bellissimo, sembrava quasi fosse stato fatto apposta per me, con una scollatura posteriore che arriva giusto fino al fondo della schiena e che lascia immaginare cosa c'è appena sotto il bordino dell'abito ed è persino lungo fino ai piedi. Non devo mica andare ad una cena di gala..devo solo completare questa missione. Mi è venuta una gran voglia di scherzare! Mi volto verso il mio compagno d'avventure e.....


    << Isamu caroooooooo, perchè non indossi tu questo bel vestititino??? Secondo me ti donerebbe molto.. Sembra quasi fatto per il tuo corpo.. E poi non puoi deludere il Sig.r Burou!>> gli dico facendogli linguacce e smorfie di sfottò. Non sono molto felice di indossare abiti non miei per questo motivo mi volto verso Shizuka, che sembra voglia spappolarsi il cranio con le sue stesse mani, e le dico: << Capo, non voglio indossare questi vestiti, la prego.. Faccia qualcosa!!>>. Per mia fortuna, Shizuka si è decisa di chiedere a Burou Ken di farci vedere il famoso muro intaccabile e per grazie divina ha accettato senza far troppi giri di parole. L'unico particolare strano di tutto questo è il nomignolo che Testaquadra ha dato alla capa "AMORUCCIO".. Mamma mia che orrore.
    Come una brava scolaretta, comincio a seguire Shizuka e Burou Ken lungo i vari corridoi che ci porteranno nella famosa sala. Lungo il percorso sento: "Non vi preoccupate, andrà tutto bene". Non è quello che mi aspettavo da Shizuka, la sua voce aveva un non so che di inquietante e preoccupante. Dopo un paio di minuti e non so ben quanti corridoi passati, arriviamo alla stanza del mistero. Sembra ci sia stata una guerra in questa stanza: muri neri, muri rotti, pavimenti distrutti, marmi irriparabilmente rovinati... Insomma un vero obbrobrio. La capa ci chiama a se e ci avviciniamo tutti e tre a quell'enorme muro pieno di ghirigori......e..... A guardarli bene sembra che indichino qualcosa..come un'enorme serratura...
    Shizuka chiede a Burou chi fosse l'artefice di questa genialata scoprendo così che è stato il padre e che non ha mai rivelato come aprire il marchingegno. Appena scoperta questa importantissima informazione la capa ci chiede di allontanarci da lei di almeno 5 metri e improvvisamente vedo che la sua mano si illumina di una strana luce blu.. Ci spiega che quello che abbiamo davanti è un sigillo di protezione che reagisce con il chakra - la strana luce blu - beh almeno ero sulla strada giusta.. Mi sono sbagliata di poco..serratura...sigillo di protezione... Dai c'ero quasi! Detto questo, decide di fare le acrobazie, ed utilizzando la luce blu, riesce a camminare lungo la parete come se fosse un piano orizzontale. Arrivata al centro del muro e degli enormi ghirigori appoggia il suo palmo nel buco sotto i suoi piedi e come per magia la "serratura" ha cominciato a muoversi. Spicca un salto all'indietro e si riposiziona tra me e Isamu mentre quell'enorme porta si apre.


    Davanti a noi si apre un enorme corridoio completamente al buio quasi da sembrare un gigantesco buco nero. Rabbrividisco all'idea che li dentro possa trovarsi qualche strana bestia pericolosa e arretro di qualche passo, sono solo una kunoichi alle prime armi non saprei nemmeno cosa e come reagire. « Maya, Isamu, esaminate il corridoio. Non c'è nessuno dentro e non c'è nessun genjutsu attivo, ma i pericoli possono essere altri.» ci intima Shizuka.


    << CHE COSA???? SHIZUKA SEI TU LA CAPOGRUPPO E TU DOVRESTI ANDARE LI DENTRO!>> mi volto verso il mio compagno << Diglielo anche tu Isamu... - non so cosa stia facendo.. si sta scaccolando?? - no eh? non mi supporti? >> Mi ha folgorata con un solo sguardo.... << Va bene....come desideri capo..>> Mi rivolgo verso Isamu e gli pesto un piede << Potevi sostenermi stronzetto, se dovesse capitarci qualcosa di grave giuro che se non muori, TI UCCIDO IO!>> gli urlo a quel rincitrullito di mezzo uomo.. Io l'ho sempre detto a tutti, sono buona e cara con tutti.. Ma se mi fai incazzare ti rivolto come un calzino.. Forse lui non lo sa, peggio per lui!
    Mi avvio verso quel tetro e angusto buco nero. Mi puzza di trappola, rallento il passo e lascio andare avanti il bimbetto.. Sarebbe troppo semplice attraversare un tunnel buio e recuperare dei fottutissimi rotoli con tanta tranquillità.. Shizuka ha cercato di rassicurarci dicendoci che lei è li dietro di noi di non avere timore e soprattutto di usare il cervello o ci farà pagare caro i nostri errori. Decido di camminare rasente il muro cercando il più possibile di stare attenta ad ogni tipo di rumore. Mi è sembrato di sentire un "TLOC". Mi fermo immediatamente e aguzzo l'udito. Cazzo quell'imbecille ha azionato delle trappole.


    << ISAMU ATTENTO!!! SPOSTATI DA LI!!!>> gli urlo con quanto più fiato avevo! * Riprendo fiato* << SHIZUKAAAAAAAAAA!!!! TRAPPOLEEEEEEEEE!>>
    Shizuka è molto lontano da noi, dobbiamo cavarcela da soli. Ci sta arrivando addosso [Palo in ferro, potenza 20, velocità 125], devo spostarmi indietro perchè è un pendolo quindi arriverà fino ad un certo punto e poi tornerà in la. [1/2 basso in RIFLESSI, schivata, Rif 100 -> 150, rif 150 vs vel 125] Faccio un balzo all'indietro di un metro, lo spazio necessario per il movimento a pendolo, ma cado fragorosamente a terra sulle mie meravigliose natiche, come un sacco di patate perchè la mattonella sulla quale ho appoggiato il piede si è spostata. " MERDA! ho attivato un'altra trappola!"
    Cado a terra e vedo che questo dannato palo di ferro si avvicina sempre di più, divarico le gambe e mi appiattisco al terreno per come meglio posso. Il palo mi passa a pochi centrimetri dalle gambe 2 volte. Bene schivata la prima trappola! Dal soffitto sta arrivando qualcosa che non riesco ad identificare. [1/2 basso in RIFLESSI, schivata, Rif 100 -> 150, rif 150 vs vel 125] Mi alzo in piedi e scatto in avanti per evitare la pioggia di oggetti. Riesco quasi a schivare anche questa seconda trappola se non fosse che mi sono resa conto del pericolo troppo tardi e una freccia mi ha graffiato un braccio.


    << Isamu, per amore degli dei, fa più attenzione!>> Cosa ci aspetterà adesso? Riusciremo a cavarcela senza Shizuka? Il mio cuore sta battendo all'impazzata... L'abbiamo scampata bella sta volta.. Come sta il mio compagno? Spero Shizuka arrivi presto ad aiutarci!


     
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    La situazione si stava facendo sempre più... interessante. A quanto pareva la famiglia di quell'essere era divisa da una faida, ed erano due rotoli d'argento a dividere i due fratelli che, nessuno riusciva a trovare. Il giovane non ci mise molto a capire che la loro missione era quella ci cercare i rotoli, però restò in silenzio, ascoltando il resto della conversazione. Quando Shizuka aggiunse il commento sulle figlie (Mari e Maro), il biondo non potè evitare di ridere, finendo per assumere un'espressione più seria secondo dopo secondo, visto che si stava rendendo ridicolo.

    Un muro?

    Si domandò silenziosamente, portando le mani nelle tasche dei pantaloni e lasciando alla sua Sensei il ruolo di capirne qualcosa. Durante tutti quegli avvenimenti, Isamu non diede molta importanza alla sua compagna, se non per quei pochi attimi che si girava per osservarle i seni, esageratamente grandi. [...] Inchiottì la propria saliva e prese una forte boccata d'aria, per poi ritrovarsi ricoperto dalle parole di Burou; il suo linguaggio, per intenderci, non era molto accogliente, nonostante i numerosi tentativi fatti con parole che, erano tutt'altro che invitanti. Se non fosse stato per le parole di rassicurazione di Shizuka, il giovane se ne sarebbe stato fermo immobile ad osservare quella testa quadrata, preoccupato per cosa sarebbe potuto succedere, anche perché il tentativo fallito di infilargli una gonnellina rosa avrebbe potuto far scatenare quei pazzi.
    Continuarono quindi a camminare lungo quel corridoio, fino ad arrivare ad un enorme salone che si allargò improvvisamente, lasciando spazio ad una specie d'ammasso di mura. Era tutto sporco e così... strano. Fra domanda e risposta fra la Kobayashi e Ken, i due studenti si ritrovarono ad indietreggiare, per lasciare spazio a Shizuka di compiere un jutsu molto scenico, che il Terumi non aveva mai visto prima d'ora.

    Che figata!

    Era ormai chiaro che Isamu non era un tipo di tante parole. Si limitò semplicemente ad esultare come una fan-girl di fronte alle seguenti azioni della donna, vedendola prima attaccarsi al muro per poi infilare la sua arma dentro il cerchio vuoto della parete. Sembrava che il suo Chakra ed il resto del luogo erano in sintonia, visto l'effetto che quest'ultima gli fece, illuminandolo ed abbellendolo con un suono gutturale. Ma, nonostante ciò, il kiriano parve non aver capito l'effetto che quel suo gesto avrebbe potuto causare, se non fosse stato per la Chunin che si pose come scudo davanti le numerose persone che erano presenti. Nemmeno le sue precedenti parole di spiegazione parvero aver scalfito l'attenzione del ragazzo, ma poco importava. Quel che importava era il compito che Isamu e Maya dovevano affrontare.

    Si capa! Conti su di noi! E no Maya, siamo qui per questo, fatti coraggio!

    Rispose, bagnandosi le labbra per potersi permettere di sostenere un sorriso, cercando di ignorare l'attacco d'isteria della ragazza che sembrava avercela con il mondo intero.
    I due, quindi, si diressero verso l'unica direzione disponibile, la luce mancava, ma questo non rendeva impossibile la vista. Addentrati per tre metri dall'apertura, successe qualcosa di strano. Sotto i loro piedi schioccò qualcosa e sembrava che qualcosa stava per accadere, qualcosa di molto brutto. Una trappola, esatto. Il muro che si trovava alla loro destrà si mosse, quasi, rilasciando immediatamente un grande palo che si dirigeva proprio contro i due studenti [Palo in ferro, potenza 20, velocità 125]. Grazie alla precedente preparazione mentale ed agli avvertimenti verbali di Maya, il ragazzo riuscì ad evitare quell'attacco: si scaglio brutalmente all'indietro, cadendo per terra, disteso. Nonostante ciò, però, il palo gli aveva strappato via una parte della maglia.

    Coff! Coff! Coff!

    Non era stato attento, ma per fortuna era sopravvissuto. Stava quasi per riprendersi, con la chiara intenzione di andare a gridare in faccia a Shizuka, se non fosse stato per un secondo suono. A quel punto, Isamu avrebbe capito che doveva fare qualcosa. Si stava preparando per eseguiro il suo jutsu (Onda Acquatica), d'altronde, era l'unica tecnica d'attacco che conosceva e l'unica sua possibilità per contrastare l'inevitabile trappola che stava per uscire fuori dal soffitto. Ancora disteso quindi, iniziò ad impastare il Chakra e ad eseguire i sigilli, però non completò nemmeno metà delle operazioni, ritrovandosi costretto a mettersi le braccia davanti le faccia e le gambe piegate, con le ginocchia sopra l'addome. [Frecce, potenza 10, velocità 125] Lo colpirono.
    Due frecce conficcate nell'avambraccio destro, una in quello sinistro, una nel ginocchio destro ed un graffio nel fianco sinistro. Dolore atroce, talmente tanto che non poteva nemmeno richiamare l'aiuto della Sensei. Non aveva giocato d'intelligenza, non era stato prudente, non aveva elaborato nessuna soluzione in pochi istanti.
    Vitalità: 3/8 (-5 Leggere)
     
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    «Ah.»



    Quella piatta esclamazione risuonò nel silenzio che si era venuto a creare subito dopo che dal tunnel provenne un fragore clamoroso.
    Ancora ferma in fondo alla stanza, la kunoichi del Villaggio della Foglia fece appena in tempo a voltarsi con sconsolata flemma che due trappole si abbatterono sui due pulcini kiriani che era dato lei di guidare. Con sua enorme sorpresa l'unica a schivare quel pietoso tentativo di far del male a qualcuno fu la tettona che parlava troppo, mentre invece l'altro...
    «Oh diavolo. E' morto.» Esclamò la Chunin, grattandosi il retro di un orecchio, sospirando, quando si rese conto che Isamu non si muoveva da terra.
    «C-C-C-C-COME MORTO?!» Strillò con voce strozzata Burou Ken, defilandosi tutto verso l'alto come un cetriolo essiccato al sole di Agosto. «E' MORTO??!!»
    «Non preoccupatevi, porterò via il corpo.»
    Si limitò a rispondere la ragazzina, facendo spallucce mentre dietro di lei il ricco antiquario diventava di un preoccupante colorito violaceo e poi, facendosi rigido, piombava riverso al suolo. Benché avesse una mezza idea che la schiuma che uscisse lui di bocca e gli occhi ormai bianchi fossero la prova di un ictus cerebrale o un infarto, la Chunin non se ne curò poi troppo, preferendo lasciare testa-quadrata alle cure delle sue amorevoli figlie... figli... beh qualsiasi creatura quelle due cose brutte fossero. «Non muovetevi, eh~ Rischiate di far scattare qualcos'altro~» Urlò a quel punto Shizuka, guardando perplessa i due allievi immobili come statue. Non che Isamu, vista la sua condizione, potesse muoversi... ma vabbè.
    Sospirando la Principessa di Konoha cominciò a camminare verso il tunnel nero, fermandosi solo per raccogliere da terra qualcosa, che nascose stancamente sotto il mantello prima di continuare ad azzerare la distanza che la separava dai due studenti. Il suo viso, che in altre circostanze avrebbe potuto definirsi particolarmente grazioso, era ora tirato in un'espressione irritata che parlava chiaro circa ciò che pensava. In effetti, guardandola bene, le si poteva leggere scritto in fronte a caratteri cubitali: “CHE PALLE.”
    […] Se si fosse guardato l'aspetto aulico della faccenda, si poteva persino dire che quella ragazza fosse l'espressione più pura della sincerità... nemmeno stando zitta poteva mentire.
    «Ah, ma allora sei vivo.» Mormorò la donna, quando infine giunse accanto ai due e si poté allora accucciare vicino al ferito, che stava nel mentre perdendo tanto di quel sangue da aver già formato sotto di sé una chiazza. «Stupefacente!» Esclamò ancora, aprendo di scatto entrambe le mani ai lati del suo viso, come fosse seriamente sorpresa della constatazione. Poi però, in modo del tutto inaspettato, abbassò quelle stesse mani sul corpo riverso a terra e premette qualche volta sull'addome, sulle braccia e poi sulle gambe, affondando di tanto in tanto le dita nella carne del giovane apprendista ninja, che non avrebbe potuto a quel punto non urlare dal dolore. «Oh!» Si limitò a dire la kunoichi dopo che ebbe finito qualsiasi cosa stesse facendo. «Ma ho una brutta notizia per te: stai morendo sul serio.» Annunciò a bruciapelo, sorridendo educatamente mentre si puliva le mani insozzate di sangue nei vestiti del ragazzo riverso a terra. «Mi dispiace.» Concluse, chiaramente più per circostanza che per un reale rammarico.
    E in effetti Isamu Terumi avrebbe presto capito, nell'annebbiamento mentale che sentiva progressivamente aumentare, che quella donna non stava mentendo: avrebbe infatti sentito il suo corpo farsi progressivamente sempre più intorpidito, qualcosa di bagnato sotto di lui gli stava gelando la pelle inducendo i suoi muscoli a sempre più rigidi, e persino la vista perdeva di tanto in tanto accuratezza, divenendo nebbiosa e poco chiara.
    Stava morendo. Stava morendo sul serio.
    Per qualsiasi altro shinobi un po' più esperto, ma soprattutto resistente, un danno come quello non era niente, ma per uno studentello come lui era qualcosa che andava molto oltre la normale tolleranza. Il suo corpo era ancora quello di un civile, non avvezzo a subire danni gravi, ed era proprio per quella ragione che lui stava...
    «...morendo per emorragia interna.» Affermò Shizuka Kobayashi, grattandosi la testa. «Quanto puoi essere deficiente, mi chiedo, per attivare una tecnica con sigilli su una pioggia di frecce ovviamente più veloci di te? Come ti è saltato in testa di non acuire i tuoi riflessi, rimanendo in guardia, sapendo bene che un palo di quel peso e di quelle dimensioni, anche colpendoti di striscio, ti avrebbe potuto fare danni gravi?» Disse, alzando gli occhi al cielo e portandosi poi le mani al collo, sganciandosi il mantello verde notte che si tolse di dosso con un gesto secco del braccio destro. «Non è che se non vedi sangue all'esterno allora va tutto bene, anche una freccia può ledere arterie o recidere nervi e tendini.» Sospirò, lanciando in braccio a Maya il raffinato tessuto. «Il punto è questo, ragazzino: quando ho detto di usare il cervello, non volevo dire le solite cazzate inutili che dicono tutti i vostri maestri all'accademia e che vi entrano da un orecchio e vi escono dall'altro, roba sull'amore e la pace e merdate simili. Siamo ninja e viviamo di guerra. Prima di essere shinobi, però, siamo esseri umani, siamo fatti di carne ed ossa, possediamo sentimenti, siamo persone come chiunque altro e come chiunque altro, dunque, crepiamo. Ecco perché è necessario essere intelligenti. Oppure credi di essere così bravo da poter prendere in pieno dei colpi senza risentirne?» Insinuò, sardonica. «Ti rivelerò uno sconvolgente segreto, piccolo sciocco: anche i Jonin schivano i colpi. Nessuno mette a repentaglio la propria vita perché non ha voglia di pensare. Quindi i casi qui sono due: o sei idiota e non hai cervello, oppure vuoi morire giovane per motivi che non conosco. Rispondi pure, non è una domanda retorica.» Disse gelida, alzandosi in piedi per prendere qualcosa da una grossa sacca ninja legata dietro la fascia lombare.
    A dispetto di quanto ci si sarebbe aspettati da una ragazza così giovane, Shizuka Kobayashi vestiva completamente di nero, con pantaloni di pelle e stivali di cuoio alti fino alle ginocchia. Un bustino scuro, stringato sulla schiena, cingeva un seno prosperoso e rivelava un fisico morbido discretamente lontano dai canoni di magrezza estrema di molte altre kunoichi, ma proprio per questo sinuoso e seducente...
    ...se non fosse stato per quella cicatrice: uno sfregio grande tre dita solcava il corpo della ragazza, partendo dalla spalla sinistra e scivolando poi verso il basso, tra i due seni... sparendo molto più giù, anche se il punto esatto in cui terminava nessuno avrebbe potuto dirlo.
    Non indossava nessun coprifronte, né nessun simbolo che la identificasse come kunoichi di Konoha. Per la verità non la si sarebbe neppure detta essere una shinobi se non fosse stato per la grossa nodachi ferma al fianco.
    «Avremo modo di finire il discorso una volta fuori di qui, ora tieni, mordi e non ti muovere.» Ringhiò la ragazza, riabbassandosi e bloccando con le ginocchia le gambe del giovane, cui infilò in bocca un pezzo di stoffa logora prima di strappare del tutto la sua maglietta. Avrebbe aspettato appena il tempo che il bimbetto ubbidisse, per alzare entrambe le mani verso l'alto. «Maya, ottimo lavoro nello schivare le trappole, adesso renditi altrettanto utile tenendo fermo il tuo simpatico amichetto. E attenta a quel mantello, ci tengo come agli occhi.» Affermò, sghignazzando per motivi ignoti, mentre le sue mani si illuminavano di chakra blu elettrico. Anche stavolta, prima di muoversi, avrebbe aspettato che la studentessa ubbidisse.

    Poi fu appena un attimo.
    La kunoichi abbassò le mani sul corpo immobile del ragazzo, confidando nella stretta di Maya per sfilare rapidamente le frecce conficcate nel corpo del ferito. Benché si muovesse ad una velocità incredibile e con una precisione che rasentava la perfezione, il sangue non poté fare meno di uscire a fiotti dalle ferite ora aperte, provocando in Isamu un moto di dolore che lo avrebbe probabilmente indotto a urlare orrendamente. Sarebbe stato solo quando la donna avrebbe imposto le mani sulle ferite che il sangue e lo strazio si sarebbero fermati [Slot Tecnica: Mani Curative, 6 leggere spese].
    In verità la faccenda sarebbe stata più rapida di quello che forse i due studenti avrebbero immaginato: le ferite, sanate dal chakra, iniziarono rapidamente a richiudersi quasi per magia e Isamu si sarebbe presto reso conto che il dolore provato svaniva lentamente in favore di una sensazione particolare, una sorta di piccante senso di austero sollievo...
    Poi però anche quella sensazione si spense nel silenzio, e Shizuka, portandosi un braccio sulla fronte, si alzò in piedi.
    «Sei stato solo fortunato che sono un medico. Altrimenti saresti morto sul serio. Non contare ancora troppo sul mio aiuto comunque, non intendo sprecare chakra per un povero idiota come te.» Sentenziò la kunoichi mentre le sue mani abbandonavano la tecnica utilizzata e tornavano normali.
    Nonostante quanto avesse appena detto però, la Chunin, arrivati a quel punto, si affrettò a riprendere il suo mantello da Maya, prima di abbassarsi e sollevare da terra Isamu, mettendolo delicatamente in piedi con la stessa semplicità con cui avrebbe potuto sollevare un pupazzo di pezza. Solo allora lo avrebbe avvolto nella pregiata lana di quella stola calda e profumata di fiori. «Questo mantello costa la bellezza di 2500 Ryo, dovrai lavorare centinaia di anni per potermelo ripagare. Non te lo darei se non mi facesse schifo vederti mezzo nudo, seriamente.» Schioccò, gelida.
    Parlava con asprezza e la sua espressione sembrava disgustata tanto quanto le parole che gettava in faccia ai presenti, ma nonostante tutto... fu lei a prendere il ragazzino sotto braccio, permettendo lui di appoggiarsi alla sua spalla per camminare meglio, mettendo in conto una sua certa spossatezza.
    «E adesso vediamo di arrivare in fondo a questo tunnel.» Sospirò la donna, alzando gli occhi al cielo. «Ne ho già abbastanza, davvero...» Mormorò.
    Forse, per quanto cercasse di impegnarsi a risultare brusca e irritante, non era poi così male come persona... in un certo senso, del resto, sembrava preoccuparsi dei due allievi. C'era forse una remota possibilità che quella ragazza di cui i due studenti ancora non sapevano niente, si rivelasse qualcuno cui appoggiarsi...?

    «Ah.»



    Si aprì sotto di loro.
    Avevano camminato solo trenta metri, e avevano appena fatto in tempo a vedere che il tunnel finiva in un vicolo cieco...
    ...che una botola si aprì sotto di loro e i tre, come nel più classico degli episodi comici di qualche serie di seconda mano, caddero.
    «Oh dai, no.» Sibilò Shizuka, socchiudendo gli occhi in due fessure mentre la gravità faceva il suo dovere e schiacciava i tre ninja lungo un tunnel verticale che pareva essere infinito.

    Poi fu un rapido susseguirsi di eventi che durò appena qualche secondo.
    La Principessa di Konoha si girò rapidamente nel vuoto della caduta e con una prontezza di riflessi abbastanza anormale afferrò prontamente Isamu sotto il braccio destro e Maya sotto il sinistro, stringendo entrambi a sé. Un secondo dopo i tre impattavano con il suolo che, per fortuna o per disgrazia, sostava sotto di loro.
    Il pavimento andò in frantumi mentre la Chunin atterrava, ammortizzando l'urto sulle gambe per evitare che queste si rompessero nel tentativo [Slot Difesa I: Resistenza 500 +4 tacche sulle gambe: 600]. Una pioggia di schegge volò da tutte le parti mentre il suolo si sbriciolava a causa dell'urto... nonostante questo né Isamu né Maya sarebbero risultati feriti.
    «Che bello. La prossima trappola cos'è, qualche bomba ad orologeria?» Domandò la donna guardando di fronte a sé. I suoi occhi si erano incredibilmente fatti più scuri, confondendo il verde smeraldo che era loro peculiare con un agghiacciante verde notte... «Ora sto cominciando a perdere la pazienza. Quante grane devo ancora avere per quel poco di stipendio che mi danno a sto giro?» Sibilò con voce compromessa dall'irritazione, mentre lasciava andare i due studenti.
    La risposta a quella domanda però non tardò ad arrivare, perché improvvisamente qualcosa brillò nell'oscurità e una pioggia di spiedi venne sparata ad alta velocità verso i tre [Velocità 125, Potenza 10x10 spiedi]... o almeno la velocità sarebbe apparsa così eccessiva solo ai due studenti, perché la capogruppo non sembrò avere nessuna difficoltà ad estrarre la sua nodachi [Slot Gratuito veloce] e con un ampio fendente, portato dal basso verso l'alto, deviare la direzione delle armi scagliandole sul muro [Slot Difesa II: Riflessi 575 > velocità 150].
    Improvvisamente delle fiaccole si accesero attorno ai tre, rivelando una stanza quadrata chiusa su tutti i lati ad eccezione di quello posto di fronte a loro, a circa 18 metri di distanza, che rivelava invece la presenza di un altro tunnel. Una lieta notizia, quella, se non fosse stato per quella strana cosa che sostava di fronte all'apertura... una specie di grottesco fantoccio di legno con una brutta parrucca sulla testa squadrata e una pettorina shinobi vecchia almeno di cent'anni.
    «Una marionetta.» Sentenziò Shizuka inarcando un sopracciglio. «Il nonno di Burou Ken era uno Shinobi di Suna. Dopo l'ultima grande guerra che ha sconvolto la geografia del mondo si trasferì a Kiri. Mi aspettavo una cosa del genere ad esser sincera...ma non preoccupatevi, se si muove a questa velocità, ci metterò poco a distruggerlo.» Disse, facendo un passo in avanti...o almeno provandoci. Irrigidendosi la ragazzina infatti si rese conto che le gambe le tremavano, o meglio, che proprio non si muovevano [Semiparalisi 1x2 round].
    «Ah.» Il suo gemito strozzato infranse il silenzio e lei, immobile, guardò placidamente di fronte a sé. «Già. Sarebbe stato troppo semplice altrimenti.» Cinguettò, mentre improvvisamente la marionetta si gettava verso il trio muovendosi a sostenuta velocità [Velocità 150] scivolando su delle rotelle malmesse.
    I due studenti avrebbero appena avuto il tempo di riportare la propria attenzione sull'oggetto che questo, aprendo la bocca con uno scatto, sputò verso di loro un'altra pioggia verticale e retta di fukibari [Slot Azione I: attacco a distanza, velocità 125, potenza 5x5 fukibari], poi, quando fu abbastanza vicino, quasi percepisse la loro posizione benché non fosse nient'altro che uno strumento, si sarebbe girato verso Maya, tentando di sbattere ambo le sue mani di legno, contemporaneamente, sull'addome di lei [Slot Azione II: attacco doppio, velocità 150, potenza 20]. Benché ad ogni movimento corrispondesse uno scatto legnoso e meccanico, spesso accompagnato da una piccola nube di polvere, la marionetta si muoveva con velocità e precisione, ma soprattutto risultava capace di percepire la collocazione di tutti e tre i ninja come se fosse davvero viva, proprio come diede ad intendere quando... improvvisamente la sua schiena si aprì con uno scatto polveroso, e da essa ne uscì un terzo braccio che, snodabile tanto da sembrare una frusta, cercò di colpire Isamu alla testa con un movimento dal basso verso l'alto [Slot Azione III: velocità 150, potenza 20], un attacco reso maggiormente pericoloso dalla sfera di ferro che sostava al posto della mano.
    Non pago di tutta quella confusione però, dopo aver apposto quegli attacchi la marionetta sarebbe scattata indietro e a quel punto, muovendo disordinatamente le braccia scheggiate, sembrò comporre qualche sigillo ninja... che un secondo dopo portò la sua bocca ad aprirsi con un altro scatto, lasciando che un'improvvisa e violenta fiammata ne scaturisse, mentre lui iniziava a girare la testa da destra a sinistra e viceversa per colpire sia Maya che Isamu [“Slot Tecnica”: lunghezza 6 metri, diametro ½ metro, gittata 8 metri, velocità 125, potenza 20].

    «Beh, se non collaborate, stavolta creperete sul serio, eh.» Si sentì dire dal fondo della stanza, con un sospiro.

    A quanto pare i due studenti avrebbero dovuto sbrigarsela da soli.



    Edited by Arashi Hime - 6/5/2015, 23:48
     
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    Il dolore si stava facendo sempre più intenso ed il sangue schizzava all'impazzata dalle ferite che ormai si erano formate sul corpo del giovane. Non aveva mai provato qualcosa di così forte, non era mai stato in una situazione così pericolosa, non si era mai allenato per qualcosa del genere: insomma, non era pronto. Le simpaticissime affermazioni di Shizuka e Burou non erano d'aiuto (non che ci faceva caso, aveva qualcos'altro a cui badare). Sì, era proprio una grave ferita. Maya era riuscita formidabilmente a schivare quelle patetiche trappole, ma a quanto pare Isamu era stato ancora più patetico, facendosi prendere fin troppo facilmente. Se si era fatto colpire da qualcosa così, allora avrebbe dovuto fare molta più attenzione in futuro (sempre se per lui ce ne era ancora uno) oppure stare appiccicato a Shizuka come la colla. Ma era un Ninja, avrebbe dovuto imparare a cavarsela da solo.
    Bando alle ciance, era come se il corpo si stesse intebolendo, facendo offuscare non solo la vista, ma anche la pochissima (se non nulla) attenzione che Isamu stava offrendo agli avvenimenti intorno a lui, così come alla lunghissima serie di frasi irritate di Shizuka riguardo al fatto. Ovviamente non rispose a nessuna sua domanda ed a nient'altro, se non alla pulsante ed insistente voglia di rimanere in vita. La fortuna volle che Shizuka sapesse cosa fare. Dopo aver preso uno straccio da tener in bocca (e da mordere con potenza in seguito), il ragazzo si concentrò sul rimanere calmo, nonostante il dolore ed il sangue aumentavano. Le sue ginocchia vennero bloccate dalla donna, ma nella quasi incoscenza del momento, non si rese conto se Maya stesse o meno obbedendo agli ordini della Sensei. Vide appena la luce che la stessa stava emettendo dalle mani, prima di sentire un dolore ancora più atroce di quanto non stava già sentendo, costringendo i polmoni a contrarsi ed a far uscire una gran quantità d'aria mista ad un urlo straziante. Se non fosse stato per l'intervento medico della donna, probabilmente il ragazzo avrebbe perso in fretta la conoscenza; ma pareva che il dolore stava sparendo, che la sofferenza si stava affievolendo. Come una Fenice, le ferite del giovane si richiusero rapidamente, lasciando spazio alla pelle guarita e del tutto priva di perforazioni.

    Sei stato solo fortunato che sono un medico. Altrimenti saresti morto sul serio. Non contare ancora troppo sul mio aiuto comunque, non intendo sprecare chakra per un povero idiota come te.

    Fra la lucidità che piano piano stava riprendendo ed il patetico tentativo di rialzarsi, il ragazzo guardava inorridito il sangue sotto di sè e terrorizzato al pensiero che sarebbe potuto morire per il semplice fatto che era distratto. Avrebbe voluto dire un grazie grande come una casa, ma purtroppo lo shock non glie lo permise, tant'è che continuò a starsene zitto, ma d'altronde, nemmeno prima era un tipo che parlava tanto. Per fortuna che Shizuka aiutò Isamu a sollevarsi, perché se no egli ci avrebbe impiegato più tempo per farlo. L'unico problema era rimanere in piedi... Ma fu a quel punto che il biondo si rese conto di essere mezzonudo, quando Shizuka gli offrì il suo mantello, anzi; quando glie lo infilò addosso. Per quanto le sue seguenti parole non fossero del tutto amorevoli, Isamu riscontrava nella sua persona un genere affettuoso, soprattutto dopo che quest'ultima lo aiutò a camminare, prendendolo sotto braccio, per permettergli di appoggiarsi alla sua spalla.

    Gr... grazie mille! Grazie davvero!

    Non era sicuramente il più maestoso dei ringraziamenti, ma in quelle parole ci mise tanto affetto ed un elevato sentimento di apprezzamento. Era un grazie anche a Maya che, nonostante il suo tentativo fallito, aveva comunque cercato di avvertire il ragazzo. Era stata più brava di lui, ma ci stava e sicuramente egli non serbava rancore, anzi.
    [...]
    Il ragazzo stava tentando di riprendersi dagli avvenimenti e, ben infilato nel mantello di Shizuka, stava riprendendo consapevolezza, rendendosi conto che doveva cambiare atteggiamento se no, avrebbe rischiato di morire davvero, la prossima volta. Purtroppo però non furono tanti i passi che i tre riuscirono a fare, visto che una botola si aprì sotto di loro, cadendo di sotto.

    Nooooo!

    Si limitò ad esclamare. Quello era un luogo pieno di trappole. La forza di gravità stava esercitando il suo potere, impedendo ad Isamu qualsiasi appoggio o tentativo di ripresa, facendolo sentire inutile. Si preoccupò anche per la sua compagna di squadra Maya, ma fu un istante dopo che si voltò verso di lei, che Shizuka afferrò il ragazzo sotto il braccio destro, stringendolo ad essa. Per fortuna era successo poco prima dell'atterraggio, prontamente amortizzato dalla Sensei, che aveva creato una piccola spaccatura di terra, incorniciandole i piedi.
    Per fortuna la donna non aveva ancora perso il suo sarcasmo, e fu per questo che, dopo esser uscito dalla presa della donna, il Terumi si girò verso Maya per concederle uno sguardo ed un sorriso, quasi come per ridere (in modo positivo) della Kobayashi. Però quelle trappole non lasciavano un attimo di respiro, sembravano avere una reazione a catena. Infatti non durò molto che un'altra trappola si attivò: una pioggia di spiedi. Fortunatamente Shizuka li deviò prima che Isamu si rendesse effettivamente conto che stava per schiantare di nuovo; sarà stata l'oscurità o la velocità dell'attacco, ma essi avevano una miscela di sfortuna e fortuna.

    Shizuka-Sensei, sei sicura che questa sia una missione di livello F?

    Chiese curioso, iniziando ad avere qualche serio dubbio riguardo l'effettiva difficoltà della missione. Se avesse saputo che ci fossero state tante difficoltà, avrebbe preso con sè più armi. Invece si ritrovava con solo un accendino, due tonici ed un Kaiken (un'arma da mischia legata alla caviglia destra).
    A questo punto guardò nuovamente Maya, giusto per sentire anche il suo parere oppure qualche suo commento, ma fu poco il riposo che, di fronte a loro si ritrovarono l'ennesima difficoltà, elencata perfettamente dalla Sensei che spiegava si trattasse di una marionetta. Per fortuna che c'era lei a proteggerli, almeno fino a quel secondo. Dopo un solo passo la donna si ritrovò bloccata per qualche strano motivo. A quel punto Isamu fece un passo indietro e si volto di scatto verso Maya, per guardarle l'espressione. La maestra era semiparalizzata.
    Lo sguardo venne catturato subito dopo dalla marionetta impazzita (e davvero brutta) che si scagliava contro i tre, correndo su delle rotelle. Era il loro momento, o, per meglio dire, il momento del ragazzo. Sapeva che stava per succedere di nuovo qualcosa (ormai era diventato normale) e perciò impastò velocemente il Chakra per potenziare le proprie capacità difensive [Slot Difesa I: Riflessi 100 + 2 tacche = 150] Evitò le piccole armi rivolte contro di lui, schivandole come meglio poteva; lo sguardo era fisso sulla marionetta. Ma non era l'unico attacco della marionetta, poco dopo dalla sua schiena uscì una specie di terzo braccio con una sfera di ferro al posto della mano. Il ragazzo tentò di schivare anche quell'attacco, potenziando di nuovo i riflessi grazie al Chakra [Slot Difesa II: Riflessi 100 + 2 tacche = 150] Saltò verso destra, aiutandosi con la mano sinistra a fare una ruota che gli permise di evitare il terzo braccio. Non ci poteva credere nemmeno lui; era concentrato al massimo, e a quanto pare questo aveva portato buoni risultati. Ma nonostante ciò, risentiva ancora un po dell'attacco precedente, sentendo gli arti un po dolenti, un dolore che, tuttavia, non gli impediva di combattere.
    Sì, era un combattimento, il primo vero combattimento del Terumi, che gli portava un'enorme adrenalina e voglia di fare, di dimostrare di valere. E la sua occasione, quasi come per magia, apparve. La marionetta si era velocemente allontanata dai tre ed inizò a comporre dei sigilli Ninja. Stava per eseguire una tecnica.

    MAYA! SHIZUKA-SENSEI!

    Gridò un attimo prima. Era un grido che doveva avvertire le due donne (non che la donna ne avesse bisogno). Sì, quello che stava uscendo dalla bocca dell'essere era fuoco, e caso volle che Isamu conoscesse una tecnica utile a contrastarlo. Stava già impastando il Chakra, mentre correva davanti le due donne, per proteggerle [Slot Azione I: Velocità 100 + 2 tacche = 150] Impastò il Chakra anche alla sua bocca, mentre eseguiva i sigilli richiesti per la tecnica (Tigre, Cavallo, Topo, Tigre) per poi espellere dalla stessa un'onda acquatica [Slot Tecnica I: Onda Acquatica, gittata 6 metri, larghezza 3 metri, potenza 30, velocità 100] Si posizionò esattamente davanti Maya, per proteggerla dal fuoco, quasi come un fratello premuroso. L'acqua stava uscendo dalla bocca,, scontrandosi contro il fuoco nemico, cercando di seguirne l'andamento, copiandone quindi la direzione. Il risultato del loro scontro lasciò un vapore acqueo. Egli si sentiva il Mizukage della situazione, aveva protetto la sua Sensei e la sua compagna.

    VAI MAYA!

    Gridò alla compagna, come indicarle che era il suo turno: dovevano passare all'attacco. Isamu non aveva nè tecniche e nè armi utili a distruggere una simile cosa, e sperava che Maya invece potesse fare qualcosa. Lasciò quindi il compito alla sua compagna di tenere a bada il mostro, mentre il ragazzo si dirigeva verso la donna bloccata.

    Shizuka-Sensei, va tutto bene?

    Domandò preoccupato, nella speranza di avere una risposta soddisfacente riguardo il suo improvviso blocco. Era ancora pieno di adrenalina, il cuore batteva a mille e le speranze erano tutte riposte nella bellissima Natsume.

    Chakra: 5.5/10 Bassi
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    Il delirio




    Mi voltai verso Isamu e lo vidi riverso a terra con delle frecce conficcate nel corpo, quasi esanime in un'enorme pozza di sangue. "Oh diamine che schifo, troppo sangue..mi sento svenire" pensai una frazione di secondo prima di vedere arrivare Shizuka con un'espressione tipo: "Che novellini, già uno ko". Rimase sorpresa dal vederlo ancora vivo. Si mise a toccargli le ferite per capirne l'entità e diede la brutta notizia che Isamu stava per morire davvero per emorragia interna, le ferite interne erano molto più gravi di quelle esterne. Appena sentenziò la brutta fine a cui stava andando incontro il ragazzo, cominciò ad inveire contro di lui per la sua stupidaggine e per il suo non essere stato pronto a difendersi. Si levò il suo mantello verde di dosso e me lo lanciò addosso, non feci altro che rimanere li immobile, Shizuka sembrava essere molto irritata ma allo stesso tempo preoccupata per lo stato del ragazzo; non seppi fa altro che rimanere al mio posto, anche per evitare di attivare ulteriori trappole, aspettando ordini dalla sensei. Non si preoccupò minimamente dello stato emotivo di Isamu, continuò imperterrita nella sua ramanzina, non che avesse torto, sarebbe dovuto stare più attento e io gli urlai con tutte le mie forze che il pericolo era incombente.


    In tutto questo casino, notai un particolare molto strano: Shizuka aveva un enorme cicatrice che partiva dalla spalla e passava attraverso i seni. Rimasi scioccata perchè mi fece capire che forse lei non era così cattiva per come appariva, per avere un segno del genere sicuramente dovette subire gravi danni e chissà quante altre ne aveva sparse sul corpo. Per un attimo mi sentii quasi mancare il respiro per il dispiacere verso quella donna.
    Una volta finita la sfuriata, Shizuka strappò parte degli abiti di Isamu e gli ordinò di metterli in bocca e morderli per attutire il dolore e bloccò le ginocchia per farlo star fermo. Si voltò verso di me e disse: «Maya, ottimo lavoro nello schivare le trappole, adesso renditi altrettanto utile tenendo fermo il tuo simpatico amichetto. E attenta a quel mantello, ci tengo come agli occhi.» "Alla faccia tua Isamu, sono stata più scaltra e rapida di te e il sensei mi ha pure fatto i complimenti! Ahahahahah" Dentro di me morivo dalle risate nel prendere per il culo il ragazzo anche se mentalmente, si rivelarono pensieri molto divertenti anche se lui era in fin di vita. Appoggiai molto delicatamente il mantello di Shizuka li dove ero accovacciata e mi avvicinai a lei e il ragazzo con molta delicatezza. Dovevo farmi coraggio e non pensare al sangue che sgorgava come un fiume dal suo corpo. Presi le sue mani e gliele portai sopra la sua testa, facendo attenzione a non toccare o fargli spostare le frecce conficcate negli avambracci, appoggiai le mie ginocchia sui polsi per tenerlo fermo e piegandomi in avanti misi le mani sulle sue spalle facendo un pò di pressione per tenerlo fermo. Isamu si ritrovò immobilizzato a terra con i miei seni davanti al suo viso. "Dovrebbe esser quasi in stato comatoso.. Spero non si renda conto di tutto ciò altrimenti, credo, che la situazione potrebbe aggravarsi". Shizuka, quindi, si precipitò a sfilare le frecce dal corpo del ragazzo e sentii che cercava di dimenarsi, ma dovetti usare tutta la mia forza per far si che ciò non accadesse. Fu una scena orribile, il sangue zampillava..e non ebbi la forza di guardare ulteriormente e mi buttai la testa in giu e guardai Isamu negli occhi: << Resisti ancora un pò, vedrai che sarà presto tutto finito>>. Per sua fortuna, la sensei era un medico; le ferite andarono via via sanandosi e chiudendosi. Finito il tutto, Shizuka si affrettò a riprendersi il mantello e subito dopo aiutò l'imbranato a rialzarsi. Non mi resi conto che Isamu era mezzo ignudo e per compassione o forse gentilezza d'animo, la sensei gli diede la sua preziosissima mantella e lo prese sottobraccio per aiutarlo a camminare.


    Ricominciammo a percorrere quel maledetto tunnel tutti e tre assieme finchè non arrivammo di fronte alla fine del tunnel. << Shizuka, ma com'è possibile una cosa del genere? Siamo arrivati in fondo e non c'è nulla!>> dissi alla sensei con aria di tristezza. Non feci in tempo a pronunciare questa frase che il pavimento sotto di noi si aprì lasciandoci precipitare lungo un secondo tunnel verticale. Appena prima di impattare al suolo, Shizuka mi prese sotto il braccio sinistro e ammortizzò lei la nostra caduta. L'impatto fu così forte che il pavimento sotto di noi si sbriciolò. Appena atterrati, io e Isamu ci guardammo negli occhi e ci facemmo una risatina sotto i baffi. Shizuka non ebbe tempo di chiedersi che cosa ci aspettava che ci arrivò addosso una pioggia di spiedi che la donna prontamente deviò con la sua nodachi. L'audacce ragazzo decise di chiedere alla sensei se la missione in corso fosse di livello F, si voltò verso di me quasi per chiedere approvazione e io gli risposi facendogli spallucce con un lieve sorriso.
    Ecco che si accesero delle fiaccole che illuminarono la stanza su tre lati meno quello di fronte a noi, ebbi quasi paura mi schiantasse il cuore per quanto batteva forte per la tensione che avevo addosso. Dovevo tenermi pronta per ogni possibile emergenza.
    Da quella parete non illuminata saltò fuori una spaventosa marionetta, la sensei provò a muoversi ma era completamente bloccata. Da quel momento in poi dovevamo nuovamente cavarcela da soli. Isamu cercò il mio sguardo e vide (credo) la determinazione di una donna ad affrontare qualsiasi avvenimento. << Isamu! No fear!>> gli urlai come incoraggiamento, non poteva e non doveva soccombere nuovamente.
    Il primo attacco della marionetta fu una pioggia orizzontale di fukibari in direzione di entrambi [Slot difesa I: 1/2 b, schivata, rif150 vs vel 150] balzai lateralmente per schivare l'attacco frontale. Finito l'attacco, come se percepisse la mia presenza, la marionetta si lanciò verso di me.
    [Slot difesa II: 1/2B, parata, Rif 150 vs vel 150] Cercò di colpirmi all'addome, ma con molta leggiadria estrassi il dadao da dietro la schiena, lo misi davanti a me aspettando l'attimo dell'impatto per poi lasciarlo a "mani vuote".
    Improvvisamente dalla schiena della marionetta fuoriuscì un terzo braccio molto più snodabile degli altri 2 con all'estremità una palla di ferro. Per mia fortuna l'attacco non era diretto a me ma ad Isamu.
    Di colpo la marionetta balzò indietro e fece qualche gesto con le "mani" che io non riuscii a decifrare; fatto sta, che dalla sua bocca uscì una violenta fiammata intenta a distruggere tutto ciò che gli si parava davanti. Con molto stupore vidi Isamu lanciarsi contro la marionetta e con un grosso getto d'acqua fuoriuscito dalla sua bocca fu in grado di spegnere quella enorme getto di fuoco. Si creò immediatamente una coltre di vapore acqueo, Isamu mi diede il via per l'attacco e colsi immediatamente l'attimo. Con il mio dadao in mano mi affrettai ad avvicinarmi all'oggetto da distruggere[Slot attacco I: movimento, scatto in avanti di 6 metri] [Slot tecnica I: Lama del lupo, +3 pre, -1b] e subito dopo aver potenziato l'arma mi scagliai contro il nemico [Slot attacco II: Attacco singolo, -1/2b, 150 vel vs 150 vel]. Affondai la mia lama nella marionetta che parve aver perso la vita, la estrassi e vidi il corpo immobile dell'oggetto. Mi voltai verso Shizuka e mentre camminavo verso di lei, dissi: << Sensei, adesso che si fa? Lei come sta?>> Mi guardai ancora per un pò attorno con la paura che potesse saltar fuori qualcos'altro quando meno me l'aspettassi. Rimasi li, con il fiatone per l'attacco appena sferrato, ad aspettare ulteriori ordini.

    Vitalità: 8/8 Leggere
    Chakra: 6.75/10 Bassi





    Edited by Dolcecattiva - 10/5/2015, 23:06
     
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    TEACHING

    You cannot teach a man anything, you can only help him find it within himself.




    Era stato un buon tentativo –pensò la kunoichi di Konoha, grattandosi il mento mentre osservava i due studenti elaborare una delle loro primissime strategie di squadra. Era quasi commovente quel momento. Davvero. E con ogni probabilità lo sarebbe stato addirittura di più se Maya non avesse sbagliato a prendere le misure della sua seconda difesa e avesse pertanto preso in pieno addome uno dei due pugni della marionetta, roteando indietro per l'impatto prima di cadere rovinosamente a terra [Danno: 1 Leggera]. Certo, parare un doppio pugno con un pugnale, quando avrebbe potuto semplicemente bloccare a mani nude prima di ritrarsi era stato un po' troppo intraprendente... ma non sicuramente quanto ciò che fece Isamu, il quale invece, dopo aver schivato discretamente bene il colpo proveniente dalla schiena del burattino, si dimenò in un'improbabile composizione di sigilli. Un tentativo molto più che disperato, quello, perché la velocità della marionetta era superiore a quella dello studente [Difesa fallita: velocità 125 > 100] e pertanto il getto d'acqua evocato si schiantò con un enorme boato contro la fiammata della legnosa macchina, ma più debole e lenta di questa, venne letteralmente schiacciata, ritornando addosso al suo utilizzatore che prese in pieno il suo stesso attacco, cadendo a terra [Danno: 2 Leggere. Vitalità 0/8]. Non era necessario nemmeno guardare per capire che il suo rimanere immobile al suolo non era dovuto a paura, ma all'ovvia conseguenza dell'aver spinto troppo oltre il suo corpo: era svenuto.
    Ancora ferma al suo posto Shizuka alzò gli occhi al soffitto, sospirando sonoramente, e stava giusto per per riprendere ironicamente i due quando la sua mente divenne completamente bianca nel vedere Maya sorpassare il compagno di squadra e correre a tutta velocità verso la marionetta, che stava iniziando proprio in quel momento a roteare su se stessa, molleggiando in un'orchestra di cigolii. Prima ancora che la studentessa arrivasse al burattino, e prima che questo potesse eseguire ciò per cui era stato programmato, però, Shizuka era già scattata in avanti a piena velocità [Slot Azione I: dovuto a semiparalisi] e caricando un pugno irrorato di chakra lo fece impattare con violenza a livello dello sterno del fantoccio legnoso, il quale, piegandosi all'indietro per l'urto, sbatté con brutalità contro il muro, dove esplose in mille pezzi [Slot Azione II: Forza blu+3, 575]. Girandosi rapidamente e prendendo per un braccio Maya, la Chunin della Foglia la scaraventò con violenza addosso a Isamu, lontano da quel punto almeno di sei metri, subito dopo portandosi le mani di fronte al viso in un'apparente intenzione di comporre un sigillo... che però non venne formato. La marionetta di legno, infatti, si limitò solo a smontarsi al suolo, cadendo poi a terra in mille pezzi, e nulla successe oltre questo. Nessuna tecnica, nessun veleno aereo. Niente. Ovviamente niente.
    Mentre il rumore di quel goffo combattimento scemava nel silenzio, la Principessa di Konoha parve non essere capace di parlare né di muoversi, e limitandosi pertanto a rimanere ferma, forse addirittura ansimante, si prese qualche attimo prima di girarsi. Il suo volto era ancora lievemente contratto da qualcosa di molto simile all'ansia.
    «Le marionette non possono eseguire tecniche, per la verità non posso fare niente se non c'è chi le manovra. Non sono vive, non hanno un chakra proprio, ma possono essere programmate per eseguire alcuni comandi meccanici impartiti dal suo creatore. Ovviamente è l'abilità del burattinaio che definisce la qualità della marionetta.» Disse improvvisamente la kunoichi. «Ma il nonno di Burou Ken era solo un Genin, è stato già incredibile che sia riuscito ad impiantare un misero sistema di lanciafiamme capace di resistere all'usura del tempo...» ...Certo, era impossibile che quell'aggeggio potesse essere più minaccioso di così. La vecchiaia della macchina, la scarsa esperienza del creatore, avevano reso la marionetta lenta e arrugginita, e probabilmente l'ultima esibizione in cui si era lanciata era infatti un mal funzionamento...non c'era mai stato un reale pericolo, i due stupidi ragazzini non avevano mai rischiato seriamente.
    Eppure lei, per un istante, aveva provato paura. Paura di aver di nuovo sbagliato nel peggiore dei modi, ottenendo indietro la più terribile delle conseguenze.
    Deglutì, passandosi una mano sulla fronte prima di abbassare lo sguardo e sorridere tra sé e sé: era proprio messa male se adesso cominciava a preoccuparsi per dei sudici Kiriani.
    ...A dispetto di quei pensieri, però, quando la ragazza alzò gli occhi in quelli dei due studenti, il suo viso era tornato sarcastico e tagliente come sempre. E altrettanto tagliente fu il pugno che la Chunin sbatté con violenza sulla nuca di Maya, avvicinandosi a lei ad ampie falcate.
    «L'INTELLIGENZA TI RIEMPIE QUELLE TUE TETTE ENORMI OPPURE TE NE RIMANE ANCHE NEL CERVELLO, EH?» Urlò in faccia alla studente, furibonda. «Hai solamente un Dadao! E vai addosso ad un nemico da sola?! Cosa sei una Jonin e non lo sapevo?! Bisogna essere pazzi per attaccare un nemico più potente, senza una strategia, frontalmente, con un coltellino da carne!» E così dicendo avrebbe rapidamente girato la mano, picchiando il dorso sulla pancia della ragazza, la quale avrebbe potuto avvertire un profondo dolore esplodere dentro di lei, a livello del fianco sinistro. «La prossima volta fatti sventrare invece che picchiare e basta. Non devi essere elegante quando combatti, devi essere letale. Non sei ad una sfilata, qui stai mettendo in ballo la tua vita e quella dei tuoi compagni. Ora forse non lo capisci, ma un giorno un tuo errore potrà ammazzare un intero team e poi–...» Continuò, alzando il dito indice verso l'interlocutrice, ma subito si interruppe. I suoi occhi verdi, grandi e profondi, esitarono prima di chiudersi. Scuotendo la testa e sospirando ancora una volta la Chunin, che da quella distanza non riuscì a mascherare un lieve tremore alle gambe, si lasciò cadere a terra, grattandosi la testa. Fu solo dopo un lungo attimo di silenzio che riprese a parlare, concentrando però ora la sua attenzione su Isamu.
    «Non ha subito danni.» Mormorò la shinobi, facendo passare con rapida delicatezza le sue mani sul corpo del ragazzo. «Il suo inutilissimo getto d'acqua lo ha protetto dall'ustione, ma l'impatto è stato comunque troppo forte...non gli avevo consigliato di appoggiarsi a me per cortesia, era evidente che fosse esausto dopo le ferite riportate.» Aggiunse sospirando ancora una volta. Solo dopo qualche istante, tornò con gli occhi su Maya. «Sei ancora all'inizio del tuo cammino ninja, non è necessario che tu sappia cosa potrai affrontare o cosa sarai così fortunata da evitare, e del resto non sarò io la persona che ti mostrerà l'inferno, ma...» Esitò. «...non so i motivi per cui vuoi diventare kunoichi, e anche se li sapessi non li biasimerei probabilmente, ognuno vive come ritiene meglio fare. Però posso biasimare il tuo comportamento attuale: hai la bocca larga, parli troppo e lo fai a sproposito, non hai due anni, ne hai ventitrè, sei più grande di me di ben tre anni Maya, eppure devo essere io a riprenderti?» Domandò, avvolgendo di nuovo Isamu nel suo stesso mantello verde. «Ognuno ha il suo carattere, sono l'ultima a poter fare ramanzine sul comportarsi bene, ma ci sono modi e modi di agire, sia dentro che fuori il campo di battaglia.» E così dicendo riportò i suoi occhi verdi in quelli della studentessa. «Presto imparerai cose nuove, migliorerai, diventerai più saggia... e un giorno ti guarderai allo specchio e penserai che sei una persona completamente diversa da quella che sei ora.» Disse la Chunin, alzando una mano verso il viso della ragazza, che fermò con dolcezza tra pollice e indice. «Assicurati che quel giorno tu sia orgogliosa di ciò che sei.» Ordinò, ma la sua voce, a dispetto di quanto si sarebbe immaginato, era gentile. «Guardi con pietà la mia cicatrice.» Continuò poi, portandosi le mani al petto. Da quella distanza, in effetti, lo sfregio era ancora più importante. «Ma questo è un segno che porto con orgoglio: è mentre provavo a difendere il mio villaggio e le persone che amo che me lo sono fatto. Molte persone mi commiserano, come te, io invece ho deciso di tenerlo segnato sulla mia pelle e non me ne vergogno. E' un monito che mi ricorda ogni giorno, ogni minuto, che...» Che doveva uccidere Karasu e distruggere Kurotempi. Sventrare Kuroro e strappare lui gli occhi. Pulire il sudiciume di ciò che aveva visto per poi...
    ...per poi sorridere, con una dolcezza che fino a quel momento non aveva ancora mostrato.
    Sorrise, Shizuka Kobayashi, mentre poneva le braccia sotto il corpo di Isamu e lo prendeva delicatamente in braccio. Sorrise e basta.
    «...Che amo Konoha e il mio Paese, e la ragione per cui combatto è quella di di proteggere la serenità che vedo riflessa negli occhi del mio popolo. Esploro il mondo per poter essere in grado di gestire, un giorno, le mie future grandi responsabilità con sapienza, tutelando questa pace da cui dipendo come molti altri.» Fece accomodare la testa di Isamu sul suo collo, alzandosi voltandosi verso il tunnel libero. «Tu invece per quale motivo sei qui?» Chiese, iniziando a camminare. «Non devi rispondere subito, io ci ho messo anni a trovare questa motivazione... ma durante il tuo percorso incontrerai molte persone, alcune buone e altre cattive, e tutte pretenderanno da te qualcosa che devi ricordare di non cedere mai: la tua integrità.» Affermò senza voltarsi. «E l'integrità si mantiene riflettendo e poi parlando, affondando le proprie radici in terreno fertile e non arido, amando e non odiando, credendo nel prossimo e non nella solitudine, e soprattutto non smettendo mai di ricordare che siamo esseri umani prima che shinobi, e pertanto dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi per vivere con gioia. Il giorno in cui capirai che non sei fiera di ciò che stai facendo, fermati... perché stai sbagliando qualcosa. Come hai fatto oggi, insomma. Questo era il senso: fai ancora schifo.» Borbottò, fermandosi di fronte all'imboccatura del corridoio. «E ora copriti quelle oltraggiose tette e cammina, testa di legno.» Ordinò infine, e per quanto desse l'idea di non aspettare l'allieva, si mosse talmente piano che questa avrebbe fatto in tempo ad affiancarla senza problemi.

    […]



    Il corridoio si rivelò più lungo di quello che era stato previsto.
    Shizuka –che non era certo una posata signorina in una circostanza che prevedeva trilioni di chilometri con addosso un ragazzo di almeno settanta chili che già dopo i primi novecento metri aveva iniziato a pesarle, per non parlare poi delle gambe che ancora le tremavano– non esitò a imprecare lungo tutto il tragitto, acuendo le sue lamentele ad ogni fiaccola che si accendeva al loro passaggio, e ancor più quando era costretta a fermarsi per rimboccare le braccia sotto il culo piatto di Isamu (mai una gioia). Fu insomma presto evidente che avesse di nuovo esaurito la pazienza e come ebbe modo di esclamare infine, esasperata, evidentemente peggio di così proprio non poteva andare...

    «AHAHAHAHAHAHAH! CE NE AVETE MESSO DI TEMPO AD ARRIVARE, STUPIDI PICCHETTI!»



    ...no ecco, quando aveva detto che non poteva andare peggio, non era una sfida, era un'opinione.

    «VIA CON LE LUCI, MIEI USIGNOLI!»



    Improvvisamente di fronte a Maya e Shizuka si aprì un'enorme stanza, che venne subito illuminata da una serie di fuochi d'artificio colorati, i quali guizzarono verso il soffitto, esplodendo all'interno del luogo –apparentemente una sala quadrata e probabilmente circa due volte più grande di quella da cui erano partite– rischiarando a giorno l'ambiente... che per la verità, ad eccezione di un grosso cumulo di terra piramidale sul quale era posizionato un orribile trono a forma di fagiano maculato, e un grande buco sulla parete sinistra; non conteneva molto altro.
    Già, sembrava insomma che lì dentro ci fosse solo un foro in un muro, una montagna di terra, un trono e...
    ...un uomo dalla testa triangolare. Cioè, seduto su quello scranno c'era un uomo e questo aveva proprio la testa triangolare. Triangolare come un triangolo, insomma. Davvero!
    «Ho già subito tutto questo...» Gemette Shizuka, guardando vacuamente di fronte a sé.
    «SILENZIO LAGGIU'!» Ordinò però l'uomo, urlando sopra i fischi roteanti dei fuochi d'artificio che ancora guizzavano da dietro il suo trono. «E' TEMPO, ORMAI!»
    «...Di una chirurgia estetica?»
    Domandò la Chunin della Foglia, educatamente.
    «E QUINDI VOI SIETE I CIGNI DI MIO FRATELLO, EH?!» Ruggì l'altro, ridendo come se si fosse ingoiato un fischietto rotto. Evidentemente era diventato sordo a causa delle esplosioni. «MA E' TROPPO TARDI, SONO ARRIVATO PRIMA IO, STOLTI PICCHETTI! IL GRANDE BUROU MEN

    […] Ah. Ma certo.
    Ora era tutto chiaro.

    «SONO ARRIVATO PRIMA, AVETE CAPITO?!» Insistette l'uomo, battendo istericamente le mani sullo scranno.
    «Si, si, abbiamo capito.» Confermò Shizuka, sospirando.
    «MOLTO BENE!» Replicò triangolo-san, scoppiando in una furiosa risata. «BISOGNA SEMPRE ASCOLTARE COSA DICONO GLI ADULTI!»
    «E anche lavarsi le mani prima di mangiare.»
    Suggerì la ragazza, annuendo.
    «ESATTO!» Convenne l'altro, prima di aggrottare la fronte. «MA QUESTO NON C'ENTRA NULLA!»
    «Già.»
    Replicò Shizuka, ghignando prima di lanciare un'occhiata complice a Maya.
    «M-M-M-MA COME OSI?! MI PRENDONO IN GIRO! MIEI USIGNOLI, FATE QUALCOSA SUBITO!» Strillò il geometrico sovrano... e prima che la Chunin potesse dire qualcosa, un coltello bucò l'angolo cieco dietro il trono, dirigendosi verso il volto di Shizuka ad una velocità che Maya non avrebbe neanche percepito, ma che la ragazza, piegandosi di lato, schivò sorridendo. I suoi, socchiusi, per un istante, brillarono di emozione... mentre si scurivano di due gradazioni, tingendosi di un cupo ed agghiacciante verde notte.
    «Oh... ♥» Tubò per tutta risposta, estasiata. Una reazione però che a Burou Men non parve piacere poiché, ruggendo furiosamente, iniziò a muoversi con rabbia sullo scranno.
    «SEMBRA CHE MIO FRATELLO ABBIA TROVATO DEI CIGNI IN GRADO DI VOLARE!!» Fischiò, impennandosi tutto. «MA STAVOLTA NON L'AVRA' VINTA! NOI DELLA FAZIONE FAGIANO TRIONFEREMO E POTREMO FINALMENTE DIMOSTRARE ALL'ANIMA DI NOSTRO PADRE CHE SIAMO DEGNI!» Strillò l'ometto, battendosi le mani sulla testa triangolare mentre Shizuka, che guardava la scena, impallidì temendo che questa potesse ulteriormente comprimersi a causa del gesto. «HANNO SEMPRE PREFERITO MIO FRATELLO! MA IO SONO DIVENTATO UN CACCIATORE DI TESORI E COME SONO RIUSCITO AD ARRIVARE QUI PRIMA DI LUI, RIUSCIRO' ANCHE AD APRIRE QUESTA PORTA MAGICA!» E così dicendo iniziò ad allungare in tutta tranquillità una specie di asta di ferro leopardata che poi si protese a battere insistentemente sul muro che sostava dietro al suo scranno e che chiudeva l'ampia sala in cui tutti loro si trovavano. La parete, molto simile a quella che il trio assoldato da Burou Ken aveva già affrontato all'inizio della missione, presentava una serie di numerazioni e delle incisioni pittoriche raffiguranti gattini lanugginosi e tutta una serie di animaletti adorabili che zampettavano su rotoli preziosi. Che quei rotoli fossero così importanti lo si capiva dai cuoricini e dalle stelline che erano tracciati tutti attorno agli oggetti, ovviamente.
    «Ah.» Rispose Shizuka, fissamente. «E' proprio un difetto di famiglia, insomma...»
    «SILENZIO, STOLTO PICCHETTO!»
    Ruggì Burou Men, strappandosi una ciocca di capelli arancioni dalle tempie sotto lo sguardo allibito delle due kunoichi. «I NINJA CHE HO ASSOLDATO STANNO GIA' RISOLVENDO L'INTRICATA COMBINAZIONE DI CHAKRA CHE SI CELA DIETRO A QUESTA PORTA MAGICA E CHE MI PERMETTERA' DI ESSERE IL PRIMO AD APRIRLA DOPO ANNI E ANNI!» Rise furiosamente e se Shizuka e Maya si fossero piegate di lato avrebbero in effetti visto che, inginocchiati dietro allo scranno, c'erano due ragazzotti recanti il coprifronte di Kiri, intenti a cercare di risolvere “il mistero” che teneva chiusa la parete. «...E VOI NON INTERFERIRETE NEL MIO PIANO! LA VITTORIA DI QUESTA SFIDA E' DELLA FAZIONE FAGIANO!» E puntando avanti a sé il lungo bastone leopardato emise un versetto strozzato simile a quello di una palla che si sgonfia... e improvvisamente qualcuno, da dietro il suo trono, scattò in avanti con un'elaborata piroetta.
    Questo, un ragazzo dai lunghissimi capelli neri e una mascherina che ne copriva gli occhi, recava il coprifronte di Kiri legato al braccio sinistro, e non si concesse neanche il tempo di toccare terra che già estrasse dalle due sacche ninja legate su ambo le cosce sei kunai, i quali vennero scagliati con un movimento parallelo tre in direzione di Maya e tre verso Shizuka [Slot Azione I: kunai potenza 8, velocità 150] per poi atterrare al suolo con agilità, a circa sei metri di distanza dalle due, rialzando rapidamente il volto verso le kunoichi... o meglio, verso la studentessa di Kiri. Shizuka infatti, stringendo a sé Isamu, era uscita dalla traiettoria delle armi con una semplicità quasi offensiva [Slot Difesa I: Riflessi 575], e aveva subito dopo preso a camminare verso il muro, salutando prima Maya e poi Burou Men che, sorridendo, la salutò a sua volta... prima di strillare orrendamente, sconcertato.
    «Buona Fortuna, Maya.» Disse Shizuka, allegramente. «Se hai bisogno sono qui, eh!» Esclamò, mentre si avvicinava ai due Shinobi di Kiri dietro lo scranno, cui si inchinò prima di indicare la parete. I due ninja, sorridendo cordialmente, annuirono ed evidentemente la invitarono a sedersi perché fu proprio ciò che Shizuka fece, mentre Burou Men, dopo un attimo di dubbio, si affrettò a scendere dal trono e fare altrettanto...
    ...senza però dire niente al suo ninja in merito al fermarsi....!
    Questo infatti, non potendo evidentemente prendere iniziative personali, dopo aver esitato per qualche istante, grattandosi la testa perplesso, si girò di nuovo verso Maya con sguardo minaccioso e... iniziò a comporre una serie di sigilli. Tanti. Tanti sigilli.
    Maya ne avrebbe potuti contare quasi sei, e ci sarebbe riuscita perché la lentezza che una simile composizione avrebbe richiesto forse le avrebbe potuto dare il tempo di attaccare in contro piede!
    Qualora tuttavia non lo avesse fatto o non ci fosse riuscita, il giovane Shinobi avrebbe terminato la sua composizione, in seguito alla quale un enorme squalo di circa sei metri di lunghezza si sarebbe materializzato accanto a lui e in seguito ad un suo gesto della mano, successivamente addosso a Maya, che avrebbe tentato di mordere al fianco sinistro, quasi divorandola visto il diametro di un metro e mezzo [Slot Tecnica AvanzataSOFFIO DELLO SQUALO - SUITON: SUIKODAN NO JUTSU
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Tigre, Bue, Drago, Coniglio, Gallo, Drago,
    Pecora (7)
    L'utilizzatore può creare vicino a sé un costrutto con le
    fattezze di uno squalo, lungo 6 metri e con diametro pari a
    1,5 metri. Potrà percorrere fino a 15 metri prima di sfaldarsi.
    La potenza è pari a 40 e può causare Dolore (DnT Medio);
    ha Velocità pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Sono
    necessari 5 unità d'acqua entro 9 metri per attivare la
    tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 4 | Consumo: Medio)
    [Da genin in su]

    ]
    Solo a quel punto, approfittando dell'impedimento della giovane studentessa, il ninja opponente sarebbe scattato in avanti a tutta velocità caricando un pugno dietro di sé, con cui avrebbe cercato di colpire Maya allo sterno [Slot Azione II: Velocità 200, Forza 150]... e la ragazza di Kiri avrebbe avuto appena qualche secondo per capire che... quel colpo era troppo veloce! Non avrebbe potuto schivarlo! Che fare allora?!

     
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    Compagno stecchito e maestra svalvolata




    Purtroppo, nell'impeto dell'azione, non riuscì a posizionare perfettamente il mio Dadao per parare entrambi i pugni di quella fottutissima marionetta e ricevetti uno dei due colpi all'addome, facendomi per un attimo rimanere senza fiato e cadere rovinosamente a terra [-1 leggera].

    Diamine che male, non oso immaginare quanto possa essere incazzata la mia Sensei per questo grave errore di valutazione e mio fallimento... che vergogna...purtroppo ad Isamu è andata anche peggio..è svenuto a terra.. Era appena stato curato da Shizuka ed era ancora debole, mi dispiace davvero tanto per lui..

    Non potevo arrendermi così miseramente al primo fallimento! Mi rialzai immediatamente e senza pensarci due volte, imbracciai bene la mia arma e mi scagliai contro quella marionetta con tutta la rabbia che avevo in corpo per l'episodio precedente.
    Non saprei spiegare bene ciò che successe, ma Shizuka interruppe la mia azione sorpassandomi, lanciandosi contro la marionetta ad una velocità spaventosa. Con un sol pugno atterrò quel dannatissimo burattino cigolante. Non feci a tempo di aprir bocca per complimentarmi con lei che mi prese per un braccio e mi lanciò sul corpo privo di sensi di quel povero disgraziato di Isamu.
    Non riuscì a decifrare l'espressione di Shizuka quando, dopo essersi accertata che la marionetta non ci avesse dato altri problemi, si voltò verso di me facendo qualche commento sul quell'oggetto pericoloso ormai andato in frantumi.
    In una frazione di secondo, lo sguardo della sensei cambiò ancora, tornando quello di quando la conobbi...

    Ooooooh no!!! Sta per partire con i suoi discorsi e le ramanzine.. e chi la sente ora...meglio prepararsi al peggio! *deglutii*

    La rabbia pervase lo sguardo della Kobayashi, la quale partì (come previsto) urlandomi in faccia la sua ramanzina e insultando la mia intelligenza.

    E che palle... Sempre con le mie tette ce l'ha sta sogliola??...

    *sciaf!*
    Il mio pensiero non ebbe il tempo di esser formulato, che quella disgraziata mi diede un colpo al fianco sinistro facendomi inginocchiare per il dolore.

    Mi... Mi.... Mi dispiace Shizuka, non volevo darti questa brutta impressione. Ho agito d'istinto perchè in quel momento credevo fosse la strada giusta. Non ho valutato i rischi... Prometto che starò più attenta la prossima volta..non voglio prendermi un'altra sberla al fianco...fai male!!

    Probabilmente Shizuka non stava del tutto bene poichè si lasciò andare a terra sospirando. Mi spiegò il perchè l'azione di Isamu non era andata a buon fine. Effettivamente i danni che aveva subito a causa dell'attivazione delle trappole al piano superiore non erano lievi e anche se la capa lo aveva curato non era fisicamente ancora pronto per un altro scontro.

    [...] sei più grande di me di ben tre anni Maya, eppure devo essere io a riprenderti?
    Shizuka, per come ti ho detto prima, sono stata troppa avventata..avrei dovuto riflettere un pò di più. Se vuoi sapere il motivo per cui ho deciso di diventare kunoichi è che voglio difendere le persone a me care.. Ho subito troppa cattiveria ed ingiustizie e voglio riscattarmi di tutto il male subito. Ho bisogno di liberare la mente dai brutti ricordi, delle violenze subite da persone che veneravo e che hanno violato la mia infanzia; è per questi motivi che voglio dedicarmi anima e corpo ogni giorno in questa mia missione. Diventare una grande kunoichi! Ti ringrazio per gli insegnamenti che mi stai dando..Shizuka-Hime le dissi unendo i palmi delle mani davanti al mio seno e facendo un lieve inchino con la testa.

    La ragazza riprese il suo discorso fissandomi negli occhi ma fece un gesto che mi mandò nel panico: alzò la mano. Stava per darmi un'altra botta? No. D'istinto chiusi gli occhi, ma non avevo motivo per farlo perchè si limitò a prendermi il viso con due dita quasi come una carezza. Fu allora che riaprì gli occhi e vidi davanti a me una persona gentile e premurosa. Sembrava quasi una scena da film romantico.

    [...] Assicurati che quel giorno tu sia orgogliosa di ciò che sei
    Lo farò, Shizuka! E ti ringrazierò sempre per quello che mi stai insegnando. le risposi, facendo cadare involontariamente il mio sguardo su quella enorme cicatrice tra i suoi seni.
    Guardi con pietà la mia cicatrice.
    Merda! Se n'è accorta.. No No, Shizuka ti sbagli.. Non è pietà, ma profonda curiosità.. Penso a come tu possa essertela procurata ma non so darmi risposta.

    Fu così che mi spiegò vagamente il motivo per il quale avesse quel segno..ma stava mentendo secondo me.. Dietro quel lieve sorriso si nascondeva qualcosa di orribile, ma decisi di non approfondire e la ascoltai con attenzione mentre prendeva il corpo del ragazzo svenuto e accollandoselo sulle spalle. Fece un discorso molto bello e profondo su alcuni valori che una persona dovrebbe avere che terminò con [...] Questo era il senso: fai ancora schifo.

    Che stronza che sei però!!
    Sempre molto simpatica... Sono alle prime armi.. Avrò il tempo di migliorare le mie capacità e poi vedremo se farò ancora schifo! Le dissi con un sorriso a 32 denti come se la sua affermazione finale mi fosse scivolata addosso.


    Prese saldamente il ragazzo sulla schiena e ci avviammo lungo il nuovo corridoio. Sembrava che non finisse mai, infatti Shizuka imprecò talmente tanto che pensai che prima o poi sarebbero scesi tutti gli dei a chiederle di smetterla di "chiamarli". Sapevo benissimo che le sue gambe non erano in piena forma data la semiparalisi subita dopo la caduta dalla botola e non sapevo se andare in suo aiuto o lasciarla "cuocere nel suo brodo", infondo non era stata molto gentile con me qualche minuto prima.
    All'improvviso sentimmo una risata fragorosa; io mi gelai sul posto, non riuscivo a capire da dove provenisse la voce. Ed ecco che all'ordine "via con le luci, miei usignoli" si aprì davanti a noi una stanza simile a quella dalla quale partimmo. Fu davvero bizzarro il modo in cui venne illuminata la sala, solo un malato di mente, un pazzo scatenato, un emerito deficiente poteva fare un'entrata in scena così: fuochi d'artificio. La cosa più orribile fu il trono in mezzo la stanza a forma di fagiano.

    Oh santi dei! Ma allora siete fissati con gli uccelli.. Burou Ken probabilmente con il cesso a forma di cigno (usato per altri scopi sicuramente), qua un trono a forma di uccello.. La vostra è una malattia.. fu il mio primo commento davanti a quell'orribile spettacolo.. Ehm....... E adesso che succede, Shizuka? sussurrai alla mia "compagna di avventure".

    Spero che i miei occhi si stiano sbagliando... un uomo con la testa a triangolo????? Ecco a voi Miiiiiiisteeeeeeer Triangleeeeeeee!

    Non seppi fare diversamente, cominciai a ridere dietro le spalle di Shizuka, risi così tanto da farmi venire quasi il mal di pancia e le lacrime agli occhi... Non era umanamente possibile una cosa del genere..assolutamente allucinante! Quello strano individuo, sentendo le nostre voci tra i fischi dei fuochi d'artificio e avendo prova della nostra presenza, ci intimò di tacere. Credeva fossimo i "cigni" del fratello, lui si presentò come Burou Men. Con molto sarcasmo, la sensei scambiò qualche battuto con il pazzo psicopatico prendendolo per il culo e quando se ne rese conto, chiamò in aiuto i suoi "usignoli". Fu così che venne lanciato qualcosa in direzione della capa che a quanto pare schivò con molta facilità. Mister Triangle strillò qualcosa riguardo una fazione fagiano, al fatto di essere arrivato prima di noi e di una porta magica. Oltre ad essere lui di suo orribile anche il bastone era schifosamente brutto... Che strambi gusti che hanno sti pazzi...
    Del tutto intenzionato ad ottenere quei maledettissimi rotoli si diede tante arie, che se fosse stato un palloncino sarebbe scoppiato come se fosse stato punto con uno spillo.
    Dopo uno strano rumore fastidiosissimo, ecco che da dietro il trono spuntò un esaltato con una mascherina, dai capelli lunghissimi quasi come i miei, con il coprifronte sul braccio, facendo uno strano saltello in stile danza classica. Rimasi così stupida da questa orribile scena che non mi accorsi che stava arrivando verso di noi qualche oggetto. In men che non si dica, la signorina principessa della terre del fuoco se l'era già data a gambe; era troppo tardi per scappare, la distanza era troppo breve, quindi misi le braccia unite davanti al viso e all'addome quasi come se volessi creare uno scudo con i mie avanbbracci. Mi rannicchiai per proteggermi su quasi tutto il corpo; li sentì perfettamente: 3 kunai mi colpirono sull'avambraccio sinistro, ferendomi [-2.5 leggere]

    Mi augura pure buona fortuna!! Ma dove sono finita? In un covo di matti?

    Incurante delle parole della sensei, mi levai i kunai dal braccio ed ecco che mi sentì svenire. Il mio sangue fuoriusciva lentamente dai tagli lasciati da quei proiettili, ma dovetti farmi coraggio e rimanere concentrata sulla scena. Infatti, nelle retrovie, vidi mister triangle comporre dei sigilli..1° sigillo eseguito A quanto pare la velocità non era il suo forte. 2° sigillo eseguito Decisi, dunque, di tentare il tutto per tutto per interrompere la serie di sigilli.3° e 4° sigillo eseguiti in rapida successione La distanza tra me e mister triangle era di circa 6 metri con una rapida valutazione dello spazio 5° sigillo eseguito, mi catapultai in avanti mettendo la mia spada di piatto a contatto con la spalla destra tenendo l'elsa con la mano sinistra [AdO] e usando il mio corpo come arma, gli volai addosso con il mio dolce peso come un ariete bloccandolo mentre componeva il 6° sigillo.
    Mi trovavo quasi a cavalcioni su quell'obbrobbrio di uomo (se così lo si poteva definire) e dovevo assolutamente allontanarmi da lui... Avrebbe potuto farmi male. Mi stavo rialzando per allontanarmi e allo stesso tempo stavo spostando il dadao dalla spalla destra per portarlo davanti a me. Non ebbi il tempo di completare l'azione che fece il gesto di caricare un pugno. Appena vidi che l'azione stava per concludersi, pensai che non sarei riuscita ad evitarlo in nessun modo; per questo motivo, rafforzai la presa dell'elsa con la mano sinistra e girai la lama in modo da avere la scanalatura di fronte a me. [1/2B Res -> 150Forza vs 150Res] Il suo pugno sinistro mi colpì dritta allo sterno [S&M]ed io conclusi la mia azione affondando il mio dadao appena sotto la sua clavicola destra. Non sarà andato molto in profondità ma almeno ero riuscita a ferirlo prima di essere scaraventata a terra dopo il colpo subito. [-1 Leggera]
    E adesso sarebbe venuta in mio aiuto Shizuka?




    Vitalità 3.5/8 leggere
    Chakra: 6.15/10 bassi



    Edited by Dolcecattiva - 9/6/2015, 01:03
     
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    SECRET OF LIFE

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    L'esperienza insegnava sempre qualcosa e di questo Maya Natsume si rese conto nel suo primo vero scontro. Forte di quel tipo di avventatezza che la caratterizzava e probabilmente anche più confidente in se stessa da ciò che aveva affrontato fino a quel momento, non le fu infatti difficile mantenersi concentrata di fronte al suo avversario, ma soprattutto, per la prima volta, a non sfidarlo apertamente senza ragionare su ciò che stava facendo. Forse.
    Benché la situazione avrebbe potuto essere gestita in modo migliore, l'apprendista kunoichi non avrebbe potuto infatti lamentarsi di come riuscì ad interrompere la formulazione della tecnica del suo avversario [AdO eseguito]. Purtroppo la velocità e la potenza tra i due era troppo differente, e pertanto lei non sarebbe riuscita a schivare il pugno che il ninja di Kiri le fece impattare sullo sterno [1 Leggera], ma ebbe comunque la prontezza di riflessi di reagire istintivamente e di conficcare il suo dadao sotto la clavicola destra dell'avversario, che teneva immobilizzato a terra con il suo corpo [S&M eseguito: 2 Leggere di danno].
    Il ninja, dilaniato dalla lama, non riuscì a reprimere una smorfia di dolore, ma al pari di Maya non sembrò intenzionato a dare tempo alla sua opponente di continuare nella sua offesa e visto che lei non si allontanò prontamente lui ne approfittò per provare a mettere a suo vantaggio la situazione.
    Tentando di afferrare con la mano destra il braccio sinistro di Maya, il ninja avrebbe provato a sbilanciare la ragazza con uno strattone mentre con la mano sinistra avrebbe spinto in contemporanea il corpo di lei con un movimento semicircolare mirato a schiacciarla a terra e, qualora ci fosse riuscito, sarebbe salito a cavalcioni di lei. L'azione, che sarebbe durata appena una frazione di secondo [Slot Azione I: velocità 125] faceva leva sulla differenza di peso tra i due opponenti e sulla superiore prestanza fisica del ninja, qualcosa che Maya non sembrava aver preso in considerazione.
    SE la dinamica fosse riuscita il ninja si sarebbe ritrovato dunque a cavalcioni della ragazza, e avrebbe potuto piegare le gambe all'indietro, puntando le ginocchia al suolo, così da immobilizzare gli arti inferiori della kunoichi tra i suoi, mentre si abbassava contemporaneamente a bloccare a terra il braccio sinistro di lei. Solo a quel punto si sarebbe strappato via il dadao dalla clavicola destra, che avrebbe poi alzato e rapidamente abbassato verso il punto di repere nel torace della giovane [Slot Azione II: velocità 125, potenza dadao 15].
    SE invece Maya fosse riuscita in qualche modo a impedire che quella dinamica venisse compiuta, il ninja non sarebbe comunque rimasto inerme poiché avrebbe ugualmente tentato di liberarsi dal bloccaggio a terra provando ad afferrarle con il braccio sinistro i lunghi capelli castani e successivamente a sbatterla con violenza a terra, alla sua sinistra [Slot Azione I]. Solo a quel punto, se tutto fosse andato come voluto, si sarebbe girato, e strappatosi il Dadao dalla clavicola, che avrebbe lanciato lontano per impedire alla ragazza di riprenderlo, avrebbe alzato il gomito sinistro e subito dopo lo avrebbe abbassato sul viso di lei nel tentativo di colpirla tra il setto nasale e gli occhi [Slot Azione II: forza 125], una proiezione a cui sarebbe seguito il tentativo di afferrarle il collo con la mano sinistra e stringere tra pollice e medio la porzione di gola in cui si trovava la trachea [Slot Azione III].
    Benché le intenzioni del suo opponente non sembravano essere né superficiali né scherzose Maya avrebbe potuto notare che il ragazzo denotava una certa difficoltà a fare un dato tipo di movimento, e se si fosse soffermata a riflettere per mezzo istante ne avrebbe forse capito il motivo e dunque avrebbe potuto trarne vantaggio...oppure no?

    Nel mentre, poco distante da lì, Shizuka era accucciata a terra accanto ai due ninja di Kiri e Burou Men.
    «Non so cosa tu stia dicendo, testa a triangolo.» Stava dicendo la Chunin di Konoha, allibita. Alle sue spalle il corpo di Isamu giaceva riverso a terra con della schiuma bianca alla bocca. «...tu mangi la salsa di soia senza wasabi? Ma che problemi hai?» E guardando i due shinobi avversari, si compiacque di vederli annuire. «Cioè fa proprio schifo una cosa del genere.»
    «Ma cosa farfugli, sciocco cigno!»
    Si lamentò Burou Men, sconcertato. «I veri intenditori mangiano la salsa di soia senza niente, per apprezzarne il vero sapore!»
    «No, quello è il tè.»
    Osservò Shizuka, altrettanto sconvolta. Mentre parlava continuava a far passare le dita irrorate di un tenue bagliore blu elettrico sulla parete orrendamente intarsiata, premendo e accarezzandone la superficie con la delicata determinazione con cui si poteva suonare uno strumento musicale a corde pizzicate. «La tua dannata testa a triangolo ti ha compresso il cervello, cioè come minimo ti mangi pure il somen caldo.»
    «Certo, perché come lo mangi tu?»
    La risposta provocò un totale congelamento nei tre shinobi, che Shizuka fu costretta addirittura a fermare la sua analisi e girarsi verso i due kiriani, allibita.
    «Mi rendo conto che voi sudici pescivendoli non sappiate fare altro che idiozie, ma come avete potuto accettare di essere ingaggiati da uno che mangia i somen caldo...? Dov'è la vostra dignità?» Gemette, profondamente turbata e risentita.
    «...devo cercare di pagare l'affitto almeno questo mese, cercate di capire Ou-sama.» Rispose uno dei due, che non poteva avere più di diciannove anni, portandosi una mano alla fronte.
    […] Quando esattamente Burou Men fosse diventato così intimo con Shizuka, quando i due Kiriani si fossero messi a chiamarla Ou-sama (“mia nobile Regina”) e quando infine tutti e quattro avessero rinunciato a farsi guerra preferendo disquisire di cucina... rimaneva un mistero; nonostante ciò, come si sapeva, con la comparsa di un dilemma un altro si dirimeva e infatti, improvvisamente, un sonoro “CLACK” accompagnò l'ennesima pressione delle dita della Chunin della Foglia... e il muro iniziò a scattare in una sequenza ininterrotta di rumori simili a serrature che andavano ad aprirsi una dopo l'altra. Ben presto, i disegni della parete si scomposero come un puzzle costruito all'incontrario e le linee che caratterizzavano i disgustosi disegni originali si tramutarono in ideogrammi zigzeggettati che lentamente andarono a comporre una frase:

    “Il significato della vita è la bellezza dell'atto”



    «...Cosa diavolo vuol dire?» Si limitò a dire Shizuka, grattandosi la testa, mentre si calava leggermente in avanti.
    «Che scopriremo la risposta all'esistenza!» Strillò Burou Men, eccitato, cominciando a zampettare da un piedino all'altro mentre shakerava le mani ai lati della testa.
    Aggrottando la fronte la kunoichi preferì non dire che l'idea di potersi veder svelato il significato della vita da qualcuno che disegnava gattini lanugginosi su un muro di pietra costruito sotto una casa color ocra la angosciava, e così a quel punto si sarebbe voltata in direzione di Maya. La poveretta, ancora intenta a vedersela con il ninja, era nel pieno della sua scommessa e benché la Principessa di Konoha non avesse una grande voglia di intervenire, qualora uno dei due attacchi dell'avversario di lei fossero arrivati in prossimità della fine, in entrambi i casi dannosa per la sua compagna di Team, la Chunin avrebbe portato una mano alla saccoccia shinobi che teneva legata alla cintura, da cui avrebbe estratto un grosso sasso –uno di quella manciata che aveva preso ad inizio avventura dalle macerie della prima porta d'accesso– che avrebbe poi lanciato verso la testa del ragazzo dagli occhi mascherati [Slot Azione I: Velocità 500, Forza 500, Danno 10]. Nel primo caso il sasso avrebbe colpito il giovane in mezzo agli occhi, con una precisione e una violenza tali che egli si sarebbe sbilanciato all'indietro, ottenendo il risultato di non tagliare niente più che la camicetta e il reggiseno di Maya, la quale si sarebbe ritrovata a quel punto nuda; mentre nel secondo caso Shizuka avrebbe mirato alla nuca, costringendo il ragazzo a interrompere la sua azione di strangolamento. In entrambi i casi, sovrastando l'urlo di dolore del giovane ninja, la Chunin si sarebbe limitata a sospirare.
    «Oh, smettetela di giocare e venite qui.» Avrebbe detto la kunoichi, contrariata. «E tu Maya smetti di concupire uomini saltando addosso al primo che ti capita, ti sembra il caso?» Esclamò, adesso fingendosi stupita e imbarazzata. Ghignando la ragazza avrebbe a quel punto preso di nuovo per un piede Isamu, e trascinandolo sul pavimento si sarebbe diretta verso l'apertura del muro.
    «COSA PENSI DI FARE STUPIDO PICCHETTO?!» Strillò furibondo Burou Men quando capì che la donna di Konoha intendeva accedere alla parete segreta prima di lui. «MIEI USIGNOLI FATE QUALCOSA!» Ma gli altri due ninja di Kiri, e il terzo ancora intento a piangere di dolore (per merito di Shizuka o di Maya poco sarebbe importato) si guardarono l'un l'altro, dubbiosi.
    «Oh dacci un taglio, Men.» Sbottò la Chunin, esasperata, facendo roteare gli occhi al soffitto. «Vengo pagata una miseria per questa missione, non ho nessuna intenzione di stare a combattere per chi entrerà per primo.» E sorridendo, reclinò con dolcezza la testa di lato. «Anche perché, lasciate che ve lo dica...» Sussurrò teneramente, affilando lo sguardo. «...ho un piccolo problema a controllare la rabbia. Non costringetemi a fare niente di più di quello che sto facendo, e dunque niente, perché ho idea che da sola basterei per crocifiggervi tutti nei giardini della villa che ci sta sopra la testa.» E indicando il soffitto, fece spallucce allegramente mentre di fronte a lei i kiriani e Burou Men si pietrificavano dalla paura. Nessuno si azzardò a replicare e la donna, prendendo quel silenzio per accondiscendenza, si limitò a girarsi ed entrare in quello che si rivelò essere un lunghissimo tunnel.
    Aspettando che tutti le fossero dietro, avendo particolare attenzione per Maya, che con la coda dell'occhio capì essere piuttosto stanca -un particolare che l'avrebbe indotta ad apporre delle cure, qualora fosse stato necessario, giusto per non doversi trascinare dietro pure il suo corpo esanime-, la Chunin prese a camminare lentamente. Ben presto il tunnel si fece molto più piccolo e basso, costringendo i presenti a mettersi carponi e camminare a quattro zampe per proseguire. Tra le maledizioni pronunciate tra i denti da Shizuka, che stava sudando il doppio per trascinarsi dietro il Terumi morente, gli incoraggiamenti di Burou Men la cui testa a punta continuava a grattare sul soffitto del tunnel scorticandogli il cucuzzolo pieno di un ciuffetto di capelli scuri, e le domande esistenziali degli altri ninja, ben presto il gruppo sbucò in un'ampia stanzetta dalle pareti bernoccolose. Come quelle che l'avevano preceduta anche questa non aveva nessun arredamento se non un altare posto al suo centro, sopra al quale un buco nel soffitto lasciava filtrare un po' di luce che dall'alto scendeva ad illuminare un cuscino consunto color bordeaux su cui erano adagiati due grossi rotoli d'argento intarsiati da una fantasia geometrica stranamente di buon gusto, per quanto la polvere che li ricopriva permetteva di vedere.
    Per un istante cadde il più profondo dei silenzi.
    «Eccoci qua.» Si limitò a commentare Shizuka, alzando un braccio nel fermare il claudicante avanzare di Burou Men, letteralmente incantato da quella visione. Prendendo dalla sua saccoccia ninja una manciata di sassini, la kunochi si premunì di lanciarne un paio verso le pareti, il pavimento e il soffitto, infine colpendo l'altare, giusto per vedere se c'erano trappole di qualche tipo...eppure nulla accadde. Inarcando un sopracciglio, la ragazza parve perplessa. «Beh? Hanno usato un'infinità di meccanismi per arrivare fino a qui e adesso ci danno le pergamene senza nessuna prova finale?» Disse mentre guardava in silenzio il buco sul soffitto. Lasciando andare il piede di Isamu, che lasciò cadere pesantemente a terra, la shinobi di konoha portò la mano ora libera all'elsa della sua nodachi e lentamente si avvicinò all'altare, ignorando le urla di Burou Men alle sue spalle. Affinando ogni senso, la ragazza continuò a camminare, fino al momento in cui non si trovò di fronte ai rotoli, a cui diede appena uno sguardo prima di alzare gli occhi al soffitto: lassù un foro circolare di vetro faceva filtrare la luce che andava ad illuminare l'altare. La distanza non permetteva di delineare ciò che sostava dietro il vetro, ma se non si sbagliava poteva vedere una specie di alone bianco e una sorta di fontanella altrettanto chiara. Grattandosi la testa, la kunoichi afferrò un kunai dalla borsa e con il manico batté sui due rotoli. Neanche a quel punto, però, accadde qualcosa.
    «MA COSA FAI PICCHETTO?! NON VEDI CHE COSI' LI ROVINI?!» Ruggì Burou Men, correndo verso Shizuka e battendole sulle mani il suo bastone leopardato. «SONO OPERE D'ARTE QUESTE!»
    «Ah, perché tu sai cosa c'è dentro?»
    Chiese la kunoichi, dubbiosa, mentre gli altri si avvicinavano.
    «NO!» Ripeté triangolo, isterico, prendendo in mano uno dei due rotoli. «MA SE SONO STATI COSI' GELOSAMENTE CONSERVATI NON E' POSSIBILE CHE SIANO NIENTE DI MENO DI QUALCOSA DI PREZIOSO!»
    «E' la cosa più sensata che tu abbia detto fino ad ora.»
    Osservò la Chunin sorridendo felicemente mentre afferrava il secondo dei due rotoli. Dietro di lei gli altri annuirono seriamente. «Uno a testa mi è sempre sembrata la cosa più logica da fare.» Commentò la kunoichi, zittendo la replica di Burou Men mentre alzava gli occhi al cielo. «Oh ti prego, Men. Sii uomo e cerca di scendere a patti con tuo fratello, siete ridicoli.» Osservò, tirandogli un calcio negli stinchi. Il poveretto per tutta risposta iniziò a gemere di dolore. «Sei così fortunato ad avere un fratello... pensi che farsi la guerra sia una scelta giusta? C'è sempre un momento in cui le cose vanno sistemate.» E detto questo si voltò alle sue spalle, dove gli altri ninja di kiri stavano singhiozzando accanto a Maya. «E voi potreste smetterla di piagnucolare per tutto ciò che dico... è disgustoso...» Gemette, stringendo il rotolo al petto nel guardare schifata i tre shinobi che tiravano su con il naso. Sospirando nel grattarsi la nuca, Shizuka lanciò uno sguardo a Maya e facendo cadere le spalle verso il basso si limitò a scuotere la testa, rassegnata. «Tra poco sarà tutto finito, tranquilla...» Disse, accennando ad un sorriso nell'osservare il fiato corto della studentessa. Pestando il piede a Burou Men, che aveva già preso a ringhiare una risposta, la Principessa di Konoha inarcò un sopracciglio, e mettendosi a braccia conserte mormorò solo un gutturale: «...aah?» cui seguì un veloce annuire dell'uomo triangolare, che si inchinò ponendo di fronte a sé le braccia mentre indietreggiava. Sorridendo, Shizuka fece un lieve cenno della testa. «Molto bene, allora proseguiamo.» E così dicendo, allegramente, iniziò a svitare i tappi che bloccavano la srotolatura del rotolo...
    ...il quale si aprì docilmente tra le mani della Chunin mentre dietro di lei si aprivano a ventaglio le teste degli altri ninja.

    «...M-MA QUESTO E'...» Gemette Burou Men sporgendosi in avanti.
    «...I-il significato della vita...» Sussurrò tremante uno dei due ninja di Kiri, portandosi una mano alla bocca.

    Silenzio.

    «No.»

    Silenzio.

    «Questo è un fottuto porno.»

    La voce di Shizuka Kobayashi risuonò cristallina nella stanza del tesoro, allargandosi a riempire tutta la stanza mentre il bagliore di trepidazione che aveva accolto l'apertura della pergamena andava rapidamente svanendo, mostrando sulla carta ingiallita alcune pitture raffiguranti posizioni compromettenti tra una donna dal kimono viola e un uomo dai capelli rasati.
    Sorridendo amorevolmente la kunoichi continuò a srotolare il (emh, lunghissimo) rotolo, fino a quando non arrivò alla sua fine, in cui pareva avessero finito anche i due protagonisti di quella rappresentazione, come si poteva vedere dai disegni se possibile ancora più imbarazzanti.

    Silenzio.

    «...E' un maledetto libro pornografico...?» Ripeté Shizuka, girandosi a guardare Burou Men. Sorrideva, ma il suo volto bastò per far urlare di puro terrore il secondo dei fratelli Burou che si sbrigò ad aprire il suo rotolo come se qualcuno gli avesse spedito telepaticamente l'ordine. Non fu necessario chiedere cosa contenesse il secondo tesoro, vista la reazione che ebbe testa-triangolare, il quale dovette mettersi una mano di fronte al viso per evitare che il sangue che cominciò a zampillargli dal naso toccasse la pergamena. «Non ho ben capito.» Riprese a dire la Chunin della Foglia mentre alle sue spalle i ninja di kiri indietreggiavano, pallidi. «Tutto questo casino per due rotoli di seconda mano di un porno ad acquerello privo di fantasia?» Disse, piatta. «Per quale stramaledetta ragione sono stati messi qui sotto, sigillati, nascosti e...?» Sussurrò con voce rotta da una profonda e sempre crescente irritazione.

    «MARO! MARI! SONO IN BAGNO! NON ENTRATE, EH!»



    Improvvisamente la voce di Burou Ken filtrò fino a quella stanza, ovattata e lontana come se giungesse da un luogo assai remoto...eppure nessuno dei presenti ebbe alcuna difficoltà ad alzare istintivamente la testa verso l'alto, in direzione del cerchio di vetro nel soffitto, lì dove improvvisamente un enorme sedere nudo comparve, andando a sedersi sulla sporgenza bianca vista in precedenza. Dopo una serie di rumori pressoché agghiaccianti, ci fu l'eco di uno scroscio d'acqua e poi la sagoma scura si alzò per appoggiarsi alla seconda sporgenza chiara, quella simile ad una fontana. Subito uno scroscio d'acqua seguì quello di una manopola metallica che veniva girata: un lavandino.
    «Accipicchia, questo buco di vetro nel pavimento mi ha sempre angosciato! Dovrò farlo tappare! Chiederò subito a Kikiru!!» Cinguettò ansiosa la voce di Burou Ken, prima che dei passi iniziassero a susseguirsi, chiudendosi nel più totale mutismo.

    Silenzio.

    «...Beh, certo...» Commentò Shizuka, con un fil di voce. «Un condotto diretto con il bagno era la cosa più logica da immaginare.» E sorridendo, reclinò leggermente la testa di lato. La sua mano strinse talmente tanto il rotolo d'argento che questo si appiattì tra le sue piccole dita affusolate. «Ora capisco perché vostro padre non ha mai voluto dirvi niente di questi rotoli. Scommetto tutto il salario di questa missione che c'è un modo per aprire la botola di vetro e avere diretto e comodo accesso a questi rotoli senza dover fare tutto quello che abbiamo fatto noi.» Sussurrò con profonda dolcezza. «...Una cosa del genere non poteva che inventarla un maledetissimo uomo.»

    ...due minuti dopo, fuori da Villa Burou, qualcosa esplose con una violenza senza paragoni e una colonna di fuoco si alzò dal sottosuolo, sparandosi verso il cielo e distruggendo una delle stanze della casa (il bagno, così si diceva). L'urlo furibondo di una voce femminile, simile agli stridi di un Demone affamato pronto a divorare il cuore di chi gli stava dinnanzi, accompagnò per molti anni la “Leggenda dello Yokai di Fuoco” di magione Burou anche dopo che Shizuka, Maya, Isamu e tutta la fazione fagiano uscirono dalla camera dei segretissimi rotoli d'argento, i quali, almeno così si disse, furono ridati ai diretti proprietari, integri e intatti come voleva l'obiettivo della missione (che non venne disattesa, pare, e dunque lauteamente pagata). Che fine fecero quei rotoli non fu dato mai saperlo, ma pare che la Fazione Fagiano e quella del Cigno trovarono finalmente pace e si accomunarono in un gruppo di amanti ornitologi, di cui Maro, Mari e il piccolo Ghipo –figlio di Burou Men, un adorabile bambino stranamente normale ad eccezione di una coda di fagiano che gli spuntava dal culo, e che nessuno seppe mai se essere vera o finta– furono nominati eredi.

    Così si concluse la storia. Pareva.

     
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