Il Grande Evento

Il Juudaime Hokage

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    Juudaime








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    Era qualche giorno che per il villaggio comparivano sempre in maggior numero volantini riguardo un evento epocale per cui veniva richiesta la partecipazione dell’intera popolazione, tuttavia il manifesto era estremamente sintetico.
    Luogo: piazzale antistante l’amministrazione.
    Ore: 21
    E se qualcuno avesse dubitato della veridicità dell’evento avrebbe visto i suoi dubbi fugati dai ferventi preparativi che si tenevano nella piazza, impalcature, pannelli di legno e giganteschi set di amplificatori che pareva dovessero sopportare il peggio dei sobborghi del paese del suono.
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    Il palco aveva dimensioni abbastanza elevate, più tardi avrebbero scoperto che gran parte del posto sarebbe stato occupato dai diffusori sonori.
    Ma nient’altro si poteva comprendere dai preparativi.
    In realtà l’evento pareva non volesse fermarsi alle sole porte del villaggio del Fuoco, diverse lettere erano infatti state mandate ad Oto, Suna e Kiri, invitando le persone più influenti a quell’evento: Kage ed amministratori.
    Il giorno dell’evento un fastidioso soundcheck si protrasse per l’intera giornata mentre la zona veniva blindata in vista dei preparativi ed accorgimenti finali.
    Persino Raizen venne avvistato qualche volta intento ad osservare la distanza tra l’edificio amministrativo e il palco, qualcuno gli vide in mano perfino un sestante mentre borbottava tra se e se che perfino il sole era in orario.
    Due ore prima dell’inizio un telo nero venne calato su tutto il palco, ogni cosa al di sotto venne celata, forse qualche Hyuga poteva farsi i suoi affari, ma confidava nella riservatezza del clan. Di quando in quando si vedeva qualche figura umana puntellare il telo al di sotto mentre passava per il palco intenta a fare chissà cosa.
    A pochi minuti dall’inizio ancora tutto era nel perfetto silenzio, ed il telo nero ancora abbassato faceva pensare quasi ad un ritardo.


    Nonostante l’eventuale malfidenza del pubblico alle ventuno in punto un plettro scosse una chitarra elettrica dotata di abbastanza potenza da far sobbalzare la nera copertura che dopo un attimo di esitazione cominciò a lievitare, probabilmente trascinata da un gas particolarmente leggero.
    Un operazione lenta che permise alla musica di incrementare il volume mentre un presentatore iniziava a scaldare le corde vocali mentre la sua voce suonava scandita e pulita sopra la musica.

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    You're having trouble with the high school head
    he's giving you the blues

    Il nuovo fuoco della foglia…
    You want to graduate but not in his bed
    here's what you gotta do

    ...il decimo protettore del villaggio…
    Pick up the phone
    I'm always home

    …L’eroe che ha brillato contro il demone a cinque code
    Call me anytime
    just ring
    362436 oh

    Il soloooooooooooooooo...
    I lead a life of crime
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    RRRRRRRRRRAAAAAAIZEEEEEEENNNNNNN IKIGAMI!
    Dirty deeds done dirt cheap!

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    Fu sulle lettere del suo nome che il Colosso prese a correre sul tetto dell’amministrazione, per poi guadagnare il cornicione e volando letteralmente di sotto toccando il palco quando il presentatore scandì l’ultima I del suo cognome, momento in cui la musica si riappropriò di tutta la potenza degli amplificatori per guadagnare i decibel utili all’incalzante ritornello su cui il Juudaime Hokage levò le mani al cielo dando il segnale per innescare due ciclopiche colonne di fuoco che si levarono al cielo incorniciandolo nel nero palco.
    Passò qualche istante di inferno prima che si girasse per guadagnare il microfono mentre la musica calava nuovamente per un unico piccolo saluto bisbigliato.

    Bang!

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    O per meglio dire, un anticipo dell’esplosione che scosse la montagna echeggiando al di sopra della musica il cui volume era stato ridotto per dare spazio alla detonazione che sgretolando la roccia in un esplosione visibile persino fuori dal villaggio rivelò la sbozzatura di un decimo volto nella parete con fattezze rassomiglianti quelle della Montagna che ora si ergeva davanti al suo popolo.
    Il microfono venne nuovamente ceduto al cantante che riprese il suo dovere dando fondo ai suoi polmoni.

    YEEEEEEEEEEEEEHHHHHHHHHH!

    Sorrise dinnanzi a tutti, poteva fare quella cosa in mille modi diversi, accogliendo tutti i jonin nel suo ufficio, oppure sfilando per la via principale del paese, ma decise di farlo con uno spettacolo ad alto impatto, il villaggio stava uscendo da uno dei suoi periodi più neri, animarlo non gli sembrava poi una cattiva idea dopotutto.

    Hai la merda nel cervello cocco.
    Lasciatelo dire.


    Una vocina interna, che nessuno avrebbe potuto sentire.
    Amore, odio, felicità… cosa avrebbe avuto dal suo villaggio?
     
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    rhythm is a dancer

    Came On Barbie!!! Let's Go Party!!




    Poche cose potevano turbare la quiete del paese della foglia. Tranquillo e fresco, seppur in un periodo di non grande felicità riusciva sempre a mantenere forti le sue caratteristiche. Sopratutto la quiete era caratteristica particolarmente apprezzata nel quartiere Nara in cui vivevo. I momenti di più grande trambusto li vivevamo quando il saggio di turno sbagliava una coniugazione, o quando una partita a scacchi finiva diversamente dal previsto. In questi casi ci si lasciava addirittura andare ad alcune risate e simili manifestazioni. Erano giorni che per le strade si trovavano volantini riguardo uno strano evento, molto sintetici, non esprimevano nulla di particolare nè davano indizi utili. Inoltre, passando per la piazza centrale notai preparativi per quello che doveva essere un grande palco.


    Sicuramente vale la pena di venire a vedere cosa succede, ma devo trovare una postazione comoda... Sotto questo palco si accalcheranno troppe persone, non mi piace stare stretto.

    Konoha era il mio villaggio, non avevo bisogno di grandi perlustrazioni per trovare un qualche posto decente. Siccome l'evento era alle ventuno decisi di recarmi sul posto una mezz'ora prima. Ero solito amare l'arrivare in anticipo, detestavo i ritardatari, erano persone incapaci di gestire la propria vità. Ben deciso a star lontano dal palco, mi trovai un posticino su uno dei tetti delle case attorno alla piazza. La mia postazione era paragonabile ai balconcini dei teatri, indubbiamente chi era in platea vedeva meglio ed era più vicino alla scena, ma nel balconcino ognuno aveva la propria tranquillità. Se avessi voluto grattarmi avrei potuto farlo senza dover convivere con il rischio di essere visto.


    Chissà cosa mi aspetta.

    Era un periodo normale, avevo da poco vissuto una strana esperienza con Atasuke. Al termine della quale avevo capito che si trattava di un addestramento,e che io avevo grandemente fallito. Detto ciò, anche se inizialmente la cosa mi era bruciata parecchio, ora stavo iniziando a conviverci senza troppi rimorsi, inutili tra l'altro.
    Stavo osservando la scena tranquillo, seduto sul tetto di quella casetta mi godevo una leggera brezza, mentre dai diffusori proveniva senza sosta della musica.
    D'un tratto, accadde l'impensabile. Una schitarrata interruppe i pensieri di tutti, tra l'altro sotto il palco c'era un enorme ammasso di persone, come previsto. Poco dopo il tendone nero che copriva il palco si alzò per poi scomparire, lasciando la scena ad un cantante un po' troppo esaltato. Neanche qualche minuto, che un pazzo, inizialmente considerabile uno stuntman arrivò saltando sul palco.


    L'hokage ?

    Non riuscì a trattenere un sussurro incredulo, mentre osservavo la scena di Raizen che alzava le braccia al cielo scatenando due fiammate dal palco. Non ebbi nemmeno il tempo di pensarci su, che un'esplosione bestiale scosse la montagna dei Kage. Giustamente, anche l'ultimo arrivato voleva ciò che gli era dovuto.
    Continuai a guardare la scena perplesso. Indubbiamente felice per il fatto che Konoha potesse oggi vantare una nuova figura cardine, ma colpito dal carattere " particolare " di questa.
    Non lo conoscevo ancora, ma indubbiamente si presentava come una persona frizzante.


    Forse solo Kyuubi aveva fatto più casino.

    Pensai mentre mi guardavo intorno, alla ricerca di qualcuno che conoscessi.
     
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    Cosa?? Sei seria?? Come hai fatto a scoprirlo??
    E' stato l'amico del mio fidanzato, che l'ha saputo dalla cugina di uno di quei tizi che stanno montando il palco ora. Ha detto che il cantante era l'ex fidanzato di sua figlia.
    Non ho capito un tubo, ma è fantastico lo stesso!
    Oh insomma, cosa c'è da capire! Sarà un concerto metal, tutto qui. Hmph, tutto questo parlare per un misero concertino di quattro sconosciuti.

    I continui spettegolii sull'evento provenivano dal tavolino esterno di un chioschetto, dove Haruko osservava entusiasta il manifesto che l'amica, Azami, le aveva mostrato. Non era il primo, il villaggio strabordava di volantini, chiunque avesse organizzato l'evento pretendeva che chiunque vi abitasse fosse partecipe. E non solo gli abitanti, a quanto pareva. Un sacco di persone avevano riempito gli ostelli, e altrettante sarebbero arrivate in giornata, attirate da questo "spettacolare evento".

    Quattro sconosciuti?? Non si sa nemmeno il nome della band? Come hanno fatto ad attirare tutte queste persone, scusa?
    Ma che ne so, sai che non ascolto quella roba. E da quel che ricordavo, nemmeno tu... Com'è che sei così esaltata per questa roba?
    Come posso non esserlo! Stanno organizzando un mega concerto, ed arriverà gente da lontanissimo per vederlo!! Dovrà essere pazzesco per forza! ...AH!! Mi serviranno dei vestiti adatti!! Devo scappare, altrimenti non farò mai in tempo!! Ci vediamo stasera!

    Haruko scattò in piedi, finendo la sua bevanda in un sorso, salutando la sua amica per correre a casa a controllare l'outfit per la sera. Azami scosse la testa, borbottando fra sè:

    Di cosa mi stupisco, ti esalti sempre per qualsiasi cosa.

    ______________________________________________________________________________


    Haruko irruppe in casa con due borsine colme di vestiti: per tutto il pomeriggio si era data alle peggio compere, acquistando borchie, abiti in pelle, stivali, accessori borchiati e abiti in rete. Buttò tutto sul letto, provandosi più e più vestiti e combinazioni diverse per trovare quella adatta, sotto lo sguardo contrariato del suo rugoso gatto, Elfie, che la fissava dormiente dalla mensola. La ragazza, saltellando da una parte all'altra della stanza, continuava a fare prove su prove, cercando di capire quale fosse quella perfetta per la serata.

    Cosa ne dici Elfie? Mmh... Così mi sa che sono troppe borchie. Forse potrei provare questi pantaloncini in pelle!! ...UUUGH. Ho davvero un culo così grosso?? ...No, no, non vanno bene. Accidenti, non riuscirò a decidermi da sola!!

    Mentre gettava sulla sedia l'ennesimo outfit scartato, le caddero gli occhi su una giacchetta in pelle, ed una minigonna in jeans. Li squadrò per qualche secondo, prima che iniziassero a brillarle gli occhi; prese i due vestiti alzandoli al cielo, come fossero una benedizione divina, provandoli insieme a reti e borchie. Poi, indossato tutto, si posizionò davanti allo specchio, studiando con meticolosità i vestiti. Un sorrisone a trentadue denti le si aprì sul volto, era l'outfit giusto. Lo completò con un rossetto rosso fuoco e abbondante matita per occhi, prima di uscire di casa di corsa. Ormai il sole stava per tramontare, sperava solo di non essere in ritardo.

    ________________________________________


    Arrivata all'evento, Haruko notò la grande folla che si era formata dinnanzi ad un telo enorme usato per coprire quello che probabilmente era il palco sottostante. In quel mucchio di gente non c'era, da quel che riusciva a vedere, nessuno che sapesse del concerto metal, visti gli sguardi stupiti di chi la vide arrivare. Lei gonfiò il petto, esaltata, mentre gruppi di curiosi la lasciavano passare fino a sotto al palco, chiedendole se anche lei ne faceva parte e se poteva dire di cosa si trattasse. La giovane volle mantenere la sorpresa, quindi rispose a tutti divagando, parlando di qualcosa di grosso ed epico. Nulla più di ciò che rivelavano i cartelloni insomma. Perlomeno si era guadagnata un posto sotto al palco.
    Tutto rimase calmo per un'ora buona, fino a che, all'improvviso, il suono di una chitarra fece alzare il telo, rivelando che i pettegolezzi erano corretti: la band iniziò a suonare, ed Haruko iniziò ad urlare, con le mani al cielo, esaltata come mai. Il volume della musica aumentava sempre di più, mentre il presentatore annunciava l'arrivo dell'ospite d'onore, nientepopodimeno che il Kage del villaggio, che fece una presentazione degna per un concerto del genere, con tanto di fiammate epiche: e come se tutto questo non bastasse, l'atmosfera iniziò a calare, mentre lui, con il microfono in mano, prese tempo per sussurrare qualcosa. Tutti attesero in silenzio, ad Haruko già brillavano gli occhi.

    Bang!

    Un'esplosione proveniente dalla montagna attirò l'attenzione di tutti: nel punto dell'esplosione, la roccia si sgretolò, mostrando il volto perfettamente scolpito del Decimo Kage. Le urla di esaltazione che ne seguirono (probabilmente quelle di Haruko e pochi altri lì in mezzo) vennero accompagnate dalla musica che aumentò di nuovo.
    Haruko saltellava davanti al palco, con le mani al cielo, aspettando che venisse lanciato qualche plettro o altri souvenir della band. Sarebbe rimasta ad urlare a squarciagola fino alla fine, cercando pure di infiltrarsi dietro le quinte per fregarsi qualche autografo. A fine concerto infatti, si posizionò il più vicino che potè ai vari membri della band, fino a quando i bodyguard glielo avessero concesso.

    Non me ne andrò finchè non sarò riuscita ad ottenere un autografo da tutti! Quini, per cortesia, potete farmi passare? Grazie!

    La cortesia prima di tutto. Sarebbe rimasta lì ad insistere a lungo, prima di tornare tra la folla alla ricerca di suoi conoscenti, voleva assolutamente ottenere il suo autografo. E magari un foglietto di carta su dove farlo, altrimenti si sarebbe fatta firmare le braccia con tutta probabilità.
     
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    Attenzione! Alta tensione!

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    Mi stavo godendo un pomeriggio di relax dopo aver addestrato un paio di studenti quella mattina quando vidi numerosi preparativi, anche se le informazioni che potevo cogliere dai manifesti e dai passanti erano molto deludenti. Avevo già deciso di non partecipare dato che mi sembrava uno spettacolo di bassa lega quando vidi un falco viaggiatore che indossava un effige di Suna sul petto, con un ratto che gli penzolava dalla bocca. Quando mi vide sembrava quasi come se gli fosse venuto in mente qualcosa...


    Ti stai godendo la vita eh? Non ti capita tutti i giorni di avere prede così succulente vero?


    Gli animali che i ninja usavano per comunicare erano noti per essere estremamente intelligenti, per cui solo qualche sprovveduto avrebbe potuto trovare divertente il fatto che stessi parlando con un uccello.


    Finisci pure con calma, non ho fretta... anche se è strano che tu non sia andato alla voliera... che sia qualcosa di urgente?


    Il falco annuì, come per confermare il mio sospetto. O forse solo per mandar meglio giù un boccone di topo. Ci mise circa cinque minuti a finire quel piccolo spuntino, prima di porgermi la zampa destra, a cui era legato il messaggio. Lo presi in mano e notai che il messaggio stesso era legato ad una specie di cartabomba che cominciò a bruciare...


    Da quando in qua l'amministrazione di Suna è così paranoica? Anche se devo ammettere che apprezzo il pensiero...


    La comunicazione, che era ovviamente in codice, venne letta più rapidamente di quanto le fiamme scorressero lungo la carta.


    Yare, yare... tutta questa segretezza per una cosa così stupida?


    Afferrai un topolino che vagabondava attorno ai chioschi del mercato e lo lanciai al falco con un filo di chakra, che lo afferrò al volo quasi come fosse un cane. La missiva diceva che i vertici della sabbia erano stati invitati al "fantastico evento" che si sarebbe svolto a Konoha quella sera ma siccome erano impossibilitati a venire, e visto che io ero l'unico ninja della sabbia a Konoha, mi davano mandato di rappresentare Sunagakure.


    Quanta indolenza...


    La sera avrei notato l'immensa folla che si era formata sotto il palco e decisi di non aggregarmi alla massa. Non tanto per disprezzo, ma perché preferivo la tranquillità. Mi sarei diretto su una delle case vicine e, grazie a del filo di nylon, mi sarei facilmente sollevato fino al tetto della casa, grazie alla mia grande maestria nel loro uso.
    Tecnica delle Corde - Ayatsuito no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può immettere il chakra verso i fili di nylon e corde, aumentando le capacità di utilizzo: sfruttando dei supporti potrà spostarsi come fossero liane, o evitare una caduta appigliandosi a sostegni solidi senza utilizzare rampini. Può imbrigliare facilmente un avversario causandogli sempre un Intralcio Leggero; la vittima dovrà usare la forza e 1 slot azione per liberarsi dalla presa, oppure usare la propria manualità per disfare i nodi, tramite uno slot gratuito lento.
    Ogni azione sopra descritta richiede almeno uno slot azione per essere effettuata dall'utilizzatore.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo: Basso - Mantenimento: ½ Basso)
    [Da studente in su]


    Mi sarei quindi accomodato su un tetto (diverso da quello in cui si era appollaiata un'altra persona) attendendo l'inizio dell'evento.
    Ammetto che fui piuttosto sorpreso dal fatto che si trattasse di un concerto rock (musica che apprezzavo molto come sottofondo quando lavoravo) e che il cantante non era neanche male. L'uniforme ufficiale di ninja della sabbia, che indossavo sotto il mantello, non mi sarebbe neanche servita.


    Oh, beh... poco male... no aspetta... decimo fuoco della foglia? Non mi vorrete mica dire che... No, non è possibile. Non voglio credere che...


    Una gigantesca esplosione, preceduta da due colonne di fuoco sul palco, confermarono i miei sospetti. O quello era completamente pazzo oppure era veramente il nuovo Hokage di Konoha. No... entrambe le affermazioni erano vere.


    Meglio un kage pazzo e rockettaro che un kage inesistente o invisibile, suppongo...


    Tecnicamente l'etichetta avrebbe previsto che io mi presentassi in tenuta ufficiale e con la giusta deferenza ma avevo il vago sospetto che lui avrebbe preferito un approccio meno ortodosso... o che, perlomeno, avessi atteso la fine del concerto. Una cosa però era certa: le giornate a Konoha sarebbero state molto più movimentate da quel giorno in avanti.
     
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    Y Danone
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    PARTY HARD

    Choose a job you love, and you will never have to work a day in your life. Seems so.




    Tre giorni prima.

    «Scordatelo, è la cosa più stupida che tu possa fare.»
    In piedi di fronte alla scrivania dell'ufficio dell'Hokage una giovane donna di circa venti o ventuno anni, con lunghissimi capelli castani sciolti sulle spalle nude e un volto ovale dalla carnagione rosea in cui brillavano un paio di profondi occhi verdi, scosse la testa, alzando le mani di fronte a sé nell'increspare la carnosa bocca rossa in una smorfia.
    «Essere a capo di un Villaggio include delle responsabilità, ti ho già spiegato qual è il comportamento giusto da tenere.» Riprese a dire la ragazza, mettendosi una mano sul morbido fianco sinitro e calandosi leggermente in avanti, battendo il dito indice della mano destra sul tavolo dell'Hokage. Indossava un paio di pantaloni di pelle nera imboccati dentro spessi stivali di cuoio alti fino al ginocchio. Un bustino scuro, stringato sulla schiena da nastri di seta nera, era la cosa più femminile che vantava, giacché persino la grossa cintura dalla fibbia in ferro, da cui pendeva una grossa sacca di cuoio ninja, sembrava di fattura maschile. A compensare quegli scarsi vezzi, se non altro, c'era il corpo di lei: procace e formoso, morbido in certi punti più che in altri, essendo così distante da quello tipico delle kunoichi del presente, tutte così ossessivamente magre; era lo specchio della sensualità. La prima arma di chi aveva fatto della corruzione la sua linea d'attacco. «Per cosa ti sto dando lezioni di etichetta e galateo se poi sali su un palco a fare il metallaro?» Gemette la ragazza, guardando con occhioni supplichevoli il Colosso della Foglia, che continuava a sorriderle davanti come un bambino felice. Dopo qualche attimo di scontro visivo, la poveretta sospirò sonoramente, lasciando cadere le spalle verso il basso, scuotendo la testa: perché era sempre così stupidamente infantile quando non doveva...? «Scordati che Shizuka Kobayashi, la più potente e ricca Principessa delle Terre del Fuoco, tocchi un solo chiodo o prenda in mano un solo martello. Non avrai nessun supporto da parte mia nel rovinare la serietà della tua carica...dopo tutta la fatica che sto impiegando per cercare di raffinarti!» Sbottò, ritraendosi dal tavolo e mettendosi a braccia conserte dopo essersi scostata con fare teatrale una ciocca di capelli dal collo. Proprio come quando era molto più piccola, al tempo del primo incontro tra i due shinobi ivi presenti, quando si innervosiva o si sentiva a disagio iniziava a indossare la maschera della ricca e famosa Erede... quello che, dopotutto, era davvero. «...E tutte quelle missive mandate agli altri villaggi, poi! Se Itai verrà davvero riderà di gusto, puoi starne certo!» Sbottò la kunoichi, offesa, rabbrividendo poi all'idea che dei sudici kiriani pescivendoli potessero ridere del grande Villaggio della Foglia.
    Girata di profilo rispetto a Raizen, la ragazza aprì un occhio per lanciare lui uno sguardo di sottecchi, nella speranza di veder languire nell'espressione del suo Hokage una qualsiasi reazione di fronte alla possibilità delle prese di giro di BakItai... purtroppo però quella di Raizen Ikigami era ancora la facciotta felice di un bambino gongolante, e quando il Colosso iniziò a dondolarsi allegramente sulla sedia, Shizuka comprese che non ci sarebbe stato niente da fare. Era tutto finito e sicuramente la festa si sarebbe tenuta... beh, non che potesse essere annullata così di punto in bianco, visto che ormai tutto il villaggio era disseminato di volantini.
    Sospirando sonoramente nel portarsi una mano al viso, la Principessa della Foglia si lasciò cadere su una delle sedie poste dal capo opposto della scrivania e annuì.
    «Lasciamo perdere, getti di fuoco, musica discutibile, quello che ti pare... quantomeno un così acceso evento porterà diverse entrate al Villaggio.» Disse la ragazza, posando un gomito sul bracciolo della sediolina e adagiandovi sopra il palmo della mano. «Almeno di queste cose me ne potrò occupare io... farò una stima economica, provvederò a valutare con i commercianti delle buone strategie di guadagno e avrai presto un resoconto di bilancio. Terrò l'ospedale aperto con pronto soccorso in piena attività e creerò gruppi di assistenza da dislocare nell'evento, così se qualcuno dovesse sentirsi male non avremo problemi ad agire in modo tempestivo.» Mormorò, grattandosi la testa con la mano libera. «Parlerò con Atasuke e farò aumentare i turni di guardia e ronda, visti i movimenti poco piacevoli degli ultimi tempi sarà meglio avere massima sicurezza. Soprattutto se presenzieranno altri Kage o pezzi grossi delle amministrazioni straniere.» Benché Raizen denotasse, intento com'era a scegliere quale cintura borchiata indossare, di non essersi minimamente preoccupato di quegli aspetti, lei era sicura che avesse già provveduto a stimare un piano approssimativo in merito. Lo avrebbe chiesto uscendo. «Ti chiederei se sei d'accordo ma non vorrei distrarti dai tuoi balocchi mentali.» Commentò, affilata, prima di alzarsi dalla sedia e voltarsi verso la porta d'uscita dell'ufficio. «Almeno ti prego... non rovinare il mantello che ti ho cucito. Non hai idea di quanto diavolo ci abbia lavorato. Se prende fuoco o altre merdate del genere.. beh, stavolta mi sentirai!» Borbottò in modo preoccupantemente femminile. E per questo particolarmente minaccioso. Detto questo la ragazza si avviò verso la porta, aprendola con fare sguaiato e uscendone irritata, quasi facendo cadere a terra un burocrate dell'amministrazione con in mano un'alta pila di fogli stropicciati.
    Mentre girava l'angolo del corridoio in cui sorgeva l'ufficio di Raizen, la Principessa sospirò ancora una volta, chiudendo brevemente gli occhi: beh, si poteva dire che con tutto il lavoro che aveva svolto e stava svolgendo, un evento del genere gli avrebbe dato un po' di divertimento... certo avrebbe preferito che tenesse un comportamento più decoroso, ma insomma, l'importante era ciò che faceva in concreto non quanto tamarro si dimostrasse, supponeva. Il che andava un po' contro tutto quello che le avevano insegnato come futura Erede di un impero economico, ma ognuno era fatto a modo suo.
    Spettava a lei e ad Atasuke, a a quel punto, far sì che Raizen si potesse godere la sua giornata di gloria e che tutti si divertissero alla grande senza avere pensieri.

    Il giorno dell'evento

    «La folla sarà incredibile e il rumore assordante, assicuratevi di avere piena visibilità e possibilità di agire.»
    «Bell'idea, donna, e come ci muoviamo in mezzo a sta cagnata? Volando?»
    «E' esattamente ciò che farai tu, Atsushi, se non rispondi a modo. Ti faccio arrivare sopra il palco con l'Hokage e ti risparmio in che modo.»
    Rispose sorridendo con dolcezza una ragazza di bassa statura, socchiudendo i profondi occhi verdi magistralmente truccati. Dietro di lei un palco montato di tutto punto si stava circondando di un numero incredibile di persone e un terribile soundcheck stava rompendo i timpani a tutti che però, presi com'erano dall'emozione dell'evento, non sembravano badarci, preferendo piuttosto cercar di ottenere il posto migliore. «La sicurezza dei partecipanti è la nostra priorità. L'Hokage non deve avere nessun tipo di motivo per stare a pensare ai nostri problemi. Se i Guardiani hanno saputo tenere ordine in mezzo a questo caos non voglio credere che la Squadra Medica sia da meno.» Anche perché sennò chi lo sentiva poi Atasuke...? Con quel suo maledetto haori (che le aveva cucito lei, per altro) e la smorfietta da stronzetto Uchiha già se lo immaginava a porgerle la mano chiedendole se voleva essere aiutata... la sola idea le fece accartocciare nella mano una boccetta di plastica da cui spruzzò un getto di tè verde freddo. «Siete stati addestrati per essere efficienti in qualsiasi situazione, mi sembra.» Disse la ragazza, inarcando un sopracciglio. «Si, Junko?» Esclamò, pulendosi le mani bagnate alla divisa di pelle che indossava, sovrastata da un ampio haori di seta bianca dalle grandi maniche, così cercando di eliminare l'espressione grottesca che l'immagine di Atasuke tutto moine le aveva dipinto in faccia.
    «S-sensei... ma se... ecco ci sono degli scoppi molto forti... io come...» Balbettò la ragazza, con grandi occhioni bianchi e una fluente e spumosa cascata di capelli mossi neri ad incorniciarle un volto da bambolina. Come gli altri presenti, una trentina in tutto, indossava una casacca bianca che cambiava taglio a seconda dell'individuo, ma che rimaneva sempre rigorosamente di un bianco immacolato. L'effige del gruppo “Nin” di Konoha spiccava, verde smeraldo, dietro e davanti l'abito di pregevole fattura.
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    «Ah certo, hai paura dei botti...» Gemette Shizuka, guardando comprensiva la ragazzina di diciotto anni, cui accarezzò con dolcezza la testa. «...non ti preoccupare Junko, se sei spaventata tira un pugno nello stomaco ad Atasushi.» Disse con dolcezza il Capo della Squadra Medica, sorridendo. «I tuoi occhi ci serviranno, ti prego di tenere tutto sotto controllo. Confido nelle tue abilità.» Annuendo di fronte al sorriso raggiante della giovane shinobi e rivolgendosi poi agli altri presenti, la Principessa di Konoha formò i team, di non più di quattro elementi, disponendo un ordine di criterio che rispettasse le capacità di tutti e producesse il massimo risultato in fatto di efficienza. Quando ebbe finito sembrava già stanca. «Disponetevi nei punti concordati, siate attenti e sempre disponibili. Conoscete il comportamento da attuare in caso di emergenza. Ricordatevi che siamo un team e i team lavorano insieme, la sicurezza è forte e dubito che potremo avere casi molto più complicati di qualche svenimento per colpa della calura, ma non esitate a chiedere supporto se lo ritenete necessario. Assistere i civili e tutti i presenti rimane la nostra priorità assoluta.» Sentenziò in conclusione la Chunin, mettendosi a braccia conserte. «Beh... questo è comunque un Matsuri, quindi, insomma, non vi riprenderò se guarderete lo spettacolo, mangerete qualcosa e cercherete di divertirvi nel limite delle vostre mansioni.» Ammise la Principessa, sorridendo nel socchiudere gli occhi, guardando tutti con gentilezza. «Mi rimetto alle vostre capacità, sono sicura che debutteremo bene come Gruppo Medico.» Annunciò, facendo l'occhiolino ad una ragazza dai capelli rasati sulle tempie e una coda di cavallo bruna, che si mise a ridere alzando il pollice della mano destra. «Atsushi non ci provare con Junko.» Disse poi, fissando il biondino, che avvampò come un cero fulminando la ragazza con occhi dardeggianti di rabbia. «E Gomi, ti prego, quegli insetti tienili dentro il cappuccio...o la bocca... o dovunque voi Aburame li teniate. Non so quanto i bambini presenti possano prendere bene ciò che non sto prendendo bene io che ho vent'anni.» Gemette la Principessa, guardando fissamente un alto ragazzo al corpo massiccio incurante di uno sciame di api mandarine che gli scivolavano addosso come fiori sakura in Aprile. Deglutendo nel tentativo di non mettersi a piangere dall'orrore, incurante dello shinobi che sghignazzò divertito da quella reazione, Shizuka diede un altro paio di accortezze, quasi tutte ironiche e atte ad indurre a ridere i suoi sottoposti, così da allentare la tensione. Poi, alzando le braccia, liberò il gruppo, che si disperse velocemente, lasciandola sola. Solo a quel punto, l'Erede dell'Airone salì su un grosso albero dal tronco nodoso alla sinistra del luogo dello spettacolo, dal quale poteva controllare tutta la piazza e soprattutto il palco, da cui non aveva nessuna intenzione di allontanarsi. Accomodandosi su un tronco e iniziando a far dondolare le gambe, la kunoichi sbadigliò, aspettando... prima che due spiedi di dango le spuntarono, dal basso, di fronte le ginocchia.
    «In kimono con questo caldo?» Chiese la shinobi, prendendo i dolcetti che mise in bocca con un sorrisetto divertito.
    «Il decoro prima di tutto, mia Signora.» Rispose una ragazza dai corti capelli rossi e grandi occhioni azzurri , he non poteva essere poi troppo più grande della sua interlocutrice. Forse erano addirittura coetanee. «Esattamente quello che ha raccomandato Mihoko-sama al nobile Capoclan prima di uscire dalla Magione dell'Airone...» Aggiunse, divertita.
    A Shizuka non fu necessario chiedere il motivo di quell'ilarità e nemmeno voltarsi completamente...
    ...per capire che quello che strillava, fogatissimo mentre saltava sul posto in un pietoso tentativo di imitare ciò che gli adolescenti sembrava chiamassero “pogare”, e con alle spalle un corpo domestici di dieci elementi intenti a sventolare stendardi recanti la faccia di Raizen e striscioni di cotone dipinto a mano con su scritto “viva, viva l'Hokage” o "Banzai Konoha", non era un pazzo psicopatico... ma suo padre. Con lui c'era sua madre e i rispettivi genitori di entrambi, ovviamente a debita distanza. Ovviamente inorriditi. Ovviamente riccamente vestiti e molto composti, come si conveniva ad una stirpe nobile come la loro.
    C'era persino Mamoru. Già. E per qualche ragione indossava un berretto a forma di volpe mentre guardava il vuoto con le spalle cadenti verso il basso.

    […] Ah.
    La reputazione del più potente Clan non Shinobi di tutte le Terre del Fuoco...
    ...era finito quel giorno, dunque.
    Bene a sapersi.

     
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  6. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~titoletti~


    Erano passati se e no uno, due giorni dall'incontro al palazzo del Daimyo e quel giorno Atasuke aveva convocato, ufficialmente, tutti gli uomini a lui più fidati, oltre che i vari comandanti di divisione già presenti. Inutile dire che di questi ben pochi accettarono la convocazione da parte di un loro parigrado. Un'errore che Atasuke non avrebbe lasciato correre.
    Quando “tutti” furono arrivati, Atasuke chiuse la porta della sala briefing dando il via a quella particolare riunione.

    «Amici, voi siete i miei colleghi più fidati e cari, ed oggi sono qui per una dichiarazione ufficiale... Come molti avranno notato, mi sono dato parecchio da fare, specialmente nell'ultimo periodo; e questo, come alcuni sanno, è dovuto al fatto che: alcuni giorni fa sono stato convocato ufficialmente al palazzo del Daimyo... Ebbene, in quella sede posso sono state fatte alcune nomine ufficiali...»


    Alcuni, a quella notizia sussultarono, altri iniziarono a sparlottare tra di loro, ipotizzando le nomine, i possibili nomi, etc... Atasuke li lasciò fare, ma dopo poco li richiamò all'ordine con un gesto delle mani.

    «Comprendo il vostro stupore ed i vostri dubbi ed oggi siamo qui appunto per colmare questi dubbi, oltre che comunicarvi le decisioni ufficiali. Per prima cosa, posso annunciarvi che è stato eletto un nuovo Hokage»


    La sala cadde nella confusione, tra chi, sconcertato, si chiedeva come fosse possibile, convinto ancora che il Nara ricoprisse ancora quella carica, chi urlava al tradimento, non avendo partecipato o notato alcuna elezione e chi invece gioiva dalla felicità di avere una nuova guida per il villaggio. Di tutti i presenti solo Sougo sembrò rimanere fermo ed impassibile, quasi come se non glie ne fregasse nulla di quella notizia.
    Con maggior fatica, Atasuke riconquistò l'attenzione della sala, cercando di ridurre al minimo la durata di quella riunione, che nei suoi progetti doveva semplicemente essere una breve riunione per dare le prime nuove direttive e presentarsi come nuovo comandante.

    «Vi prego, vi prego, siamo guardiani, non pescivendoli al mercato. Come vi dicevo, il Daimyo ha approvato un nuovo Kage e questa, per ora, è un'informazione riservata, quindi cucitevi la bocca su questa questione. La presentazione ufficiale sarà tra qualche giorno e come ovvio che sia, dovremo lavorare molto sulla sicurezza del villaggio, collaborando con le squadre mediche, comandate da Shizuka Kobayashi, il nuovo “capo” dell'ospedale»


    A quella notizia, tutti sembravano decisamente più interessati ed attenti, come se avessero percepito la notizia che stava per arrivare e che a breve sarebbe giunta.

    «Visto che ormai è da tempo che Drake non si fa vedere, l'Hokage, oltre ad aver nominato Shizuka capo della squadra medica, ha nominato un nuovo comandante dei guardiani delle mura... il sottoscritto, e voi sarete i miei diretti sottoposti, i nuovi capitani di divisione»


    Sorrise, mentre la sala, dapprima basita, saliva in un coro di complimenti e ringraziamenti, mentre non mancavano i sinceri auguir e le promesse dei nuovi capitani di divisione.
    Terminati i convenevoli, però, Atasuke dovette prendere il suo posto, iniziando a dividere i vari team.

    «Okita Sougo, tu sarai al comando della prima divisione, specializzazione interrogatori; Nagakura Shinshichi, seconda divisione, specializzazione comunicazioni; Saitou Shimaru, terza divisione, supporto tattico; Sugihara Chuji, quarta divisione, indagine; Takeda Kannensai, quinta divisione, sicurezza; Inoue Genjiro, sesta divisione, reclutamento; Oka Sanjuro, settima divisione, responsabili prigione; Todo Bokosuke, ottava divisione, diplomazia; Niki Jiro, nona divisione, dogana; ed infine Harada Unosuke, decima divisione, controspionaggio»


    Ad ogni persona chiamata, Atasuke diede, oltre alla nuova disposizione, un'elenco con tutti i relativi guardiani assegnati e le relative divisioni standard per singolo turno, dividendo ogni divisione in 4 turni ed assegnando, nei limiti del personale, sufficenti elementi da garantire il loro ramo di specializzazione e fornire personale disponibile per le ronde ed i controlli standard.

    «Bene, ora avete le vostre squadre e le vostre disposizioni. Non vi chiedo nulla più di quanto già non avete fatto fin'ora. Voi avete bisogno di una guida, almeno quanto io ho bisogno di voi. Ogni comandante è responsabile della propria squadra e della propria turnazione. Vorrei aggiungere grandi cose, facendo grandi discorsi, ma so che non ne avete bisogno. L'ultima cosa che devo dirvi, prima di lasciarvi tornare alle vostre faccende è questa: Tra pochi giorni si terrà “l'evento” di presentazione del nuovo Hokage. Inutile dire che in quella situazione tutto il sistema sarà pesantemente sotto stress, quindi predisponete alcuni elementi pronti per una turnazione forzata in quella data»


    Terminato il discorso, si allontanò dal leggio, portandosi di fronte ai suoi diretti sottoposti.

    «La riunione è finita, buon lavoro e rendetemi fiero di voi come avete sempre fatto»


    Era sincero, e con un'ampio sorriso salutò i suoi capitani con un profondo inchino, a cui tutti risposero con altrettanto rispetto.

    […]


    ~Stress test – Il giorno dell'evento~


    Inutile dire che fin dal mattino il caos sembrava aver preso piede. Già nei giorni precedenti vi era parecchia calca a causa del lavori di ricostruzione, a quesi si aggiungevano i ferventi lavori per il nuovo volto del monte e per allestire il palco. Ma nella giornata dell'evento, praticamente tutto il villaggio sembrava volersi radunare per le strade e molti altri visitatori (partendo dai più illustri) aveva deciso di venire in visita al villaggio.
    Atasuke, osservava con fierezza le sue divisioni che con la consueta precisione, nonostante la pesante riforma, si detreggiavano nei loro compiti, pronti ad eseguire ogni ordine ed a reagire ad ogni evenienza.
    Nel complesso, rispetto al solito erano raddoppiati i guardiani sulle mura e di pattuglia, mentre alcuni specialisti delle varie divisioni coordinavano il tutto. I ragazzi di Nagakura si erano preparati, tirando su un'enorme rete di comunicazione per sintonizzare tra loro i capi squadra ed i relativi comandanti di divisione, mentre quelli di Sugihara si muovevano con abiti civili in mezzo alal folla pronti a fare rapporto in caso di elementi sospetti. La quinta divisione, si occupava invece della sicurezza attorno al palco ed alla “zona rossa”, senza poi scendere nel dettaglio di ogni singolo team.
    Atasuke, dal canto suo, quasi sembrava potersi godere con tranquillità quella giornata di “festa” anche se sapeva perfettamente che, nella sua posizione, poteva considerarsi tranquillo e felice solo quando tutto fosse terminato, ritornando nella norma.

    “Oi, Atasuke... Credi che ci saranno problemi?”

    «No, se eviterai di crearne, Sougo...»

    “Piantala dai... Se mi stai attaccato in questo modo non ho modo di divertirmi... è una festa no?”

    «Deficente! Devo ricordarti che la sicurezza del villaggio dipende da noi? Specialmente oggi con tutta questa gente è facile che ci sia sfuggito qualcosa, quindi dobbiamo essere particolarmente attent»


    Disse mentre un pesante sganassone pioveva sul capo del biondino, costringendolo a piegarsi dal dolore tenendosi la testa con entrambe le mani.

    “Ahi ahi ahi ahi! Cazzo! Fa male! Dovresti avvisarmi prima di colpirmi in questo modo!”


    Guaiva Sougo mentre Atasuke lo squadrava con insoddisfazione.

    «E darti la possibilità di evitare la punizione? Mi deludi Sougo, non eri tu il maestro del sadismo?»

    “Ti odio, bastardo, giuro che un giorno o l'altro riuscirò a vederti morto”


    Sibilò il biondino, convinto forse di non essere udito.

    «Che hai detto!?»

    “Nulla! Nulla! Hai visto che cielo? È Molto bello oggi!”

    «Lascia stare, farò finta di non averti sentito...»


    Mentre proseguivano con la ronda, Atasuke vide, in lontananza Shizuka che sebrava volersi godere un po di respiro standosene seduta su di un'albero mentre si gudtava qualche dango.

    «Sougo, procedi con il giro, contattami immediatamente appena noti qualcosa di sospetto, intesi?»

    “Si, si, Atasuke, come al solito...”


    Rispose il biondino con un livello di indolenza non indifferente.
    Accertatosi della situazione, Atasuke si avvicinò all'albero, approcciando l'amica con una battuta di pessimo livello, ma che di certo poteva tornare utile a distendere la tensione del momento.

    «Oh, buongiorno Shizuka, Hai notato il mio ultimo acquisto? Dicono che sia uno dei più belli Haori mai prodotti... Vorresti sapere dove l'ho preso?»


    Esordì sorridendo con una lieve risata e compiendo una breve piroetta a voler mostrare il nuovo haori che Shizuka gli aveva gentilmente prodotto ed inviato.

    «Ti vedo affaticata... Immagino che non sia stato facile riorganizzare la squadra medica... Immagino ci siano anche alcune delle tue squadre, vero?»


    Accennò, portando lo sguardo sulla folla mentre con un paio di balzi saltava anche lui sull'albero per avere una migliore visuale.

    «E quello che sbraita in mezzo alla folla con gli striscioni... è tuo padre... vero?»


    Aggiunse, notando Toshiro che “pogava” in mezzo alla folla, decisamente su di giri. Non potè trattenere un sorriso divertito. Quell'uomo, per quanto potente ed influente fosse, continuava sempre ad essere libero dai suoi obblighi, continuava a divertirsi come un ragazzino anche in pubblico, quasi come se non gli importasse poi tanto di cosa la gente potesse pensare di lui.

    «Sai, ammiro tuo padre... Nonostante la sua posizione sembra sempre in grado di divertirsi e...»


    Non potè finire la frase. In quel momento, con una schitarrata ed una presentazione degna delle peggiori band, il nuovo Hokage, Raizen Ikigami aveva fatto la sua comparsa.
    Certo l'ingresso in scena era teatrale e di certo una qualsiasi band lo avrebbe voluto nel team come coreografo, tuttavia, Atasuke non siuscì a trattenersi dallo sbattere con violenza la mano sul suo stesso volto, quasi come a volerlo coprire, oltre che voler coprire quella scena, togliendola dalla sua vista.

    °Ma... ma... ma questo è un coglione! O dei, ditemi che cosa ho fatto di male... Tutto questo, tutta questa organizzazione per... per... per un deficente che balza su un palco in mezzo ad un concerto rock... Che diavolo ha Raizen che non gli funziona nel cervello!?°


    Si domandava, ritornando ad osservare, basito, la scena.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Grande Evento

    La saggezza viene dalla bocca dei bambini



    La convocazione aveva un'aspetto decisamente ufficiale. Mi compiaceva che Konoha avesse capito cosa fosse meglio per lei. Da che Shika era stato Hokage si erano succeduti disastri su disastri, incessantemente. Prima la questione di Taki, poi le bombe, infine tanto per concludere in bellezza la distruzione del villaggio.
    Forse, per un intrinseco rigetto non pensai a Raizen Ikigami. Non poteva essere vero del resto. Sarebbe il tipo capace di montarsi una sedia fatta di spade in ufficio. Sboccato come mai nessuno, con le stesse doti diplomatiche di vecchio incazzato col mondo per colpa della sua prostata troppo gonfia. Un ninja potente, senza dubbio, meritevole più di ogni altro nelle Terre del Fuoco. Solo, comunque, l'ultima persona a cui potresti pensare con addosso un capello troppo largo.

    Che sciocco pensiero. Ero in casa quando la missiva giunse, steso per terra in maniera scomposta così da godermi una superficie certamente meno isolante dell'aria. Il clima quei giorni a Kiri era impietoso. Kirigakure no Sato un corno: Suijōkigakure no Sato sarebbe stato più opportuno. C'era così tanto caldo che la nebbia non era altro che vapore del mare in ebolizzione. Jukyu e Nana erano in costume da bagno e capello ed Ayame le rincorreva per casa tentando di finire di preparale. Sì, avevo promesso loro di andare al mare, ma quel caldo mi faceva rimpiangere persino il cratere del Monte Gekido. Potresti anche darmi una mano tu, eh? Ayame si fermò davanti a me, rossa in viso, co le mani piantate sui fianchi. Non puoi avere sempre una scusa!
    Il caldo torrido è un fatto, non una scusa. Puntualizzai, alzandomi con estrema fatica.

    Pessima scelta di parole. Mi ritrovai in un nanosecondo zuppo d'acqua che Ayame ebbe la premura di ghiacciarmi addosso. Mai arguire sul caldo con una Shinretsu. Immagino che questo sia un segno.
    Segno? O no amore mio, è semplicemente un aiuto, dopotutto motivi di caldo eh? fece una risatina, mentre afferravo al volo la prima bambina che aveva fatto l'errore di passare troppo vicina a me. Te l'ho mai detto quanto amo la mia famiglia?




    Ayame lesse la missiva mettendosi una mano sul viso per pararsi dal sole. Dunque? Intendi andarci? annuii.
    Tornare a Konoha senza avere qualcuno di guardia mi farebbe piacere. Ci sono un po' di persone che vorrei salutare dopotutto. Drake è sparito, ma credo che Kiyon Inuzuka abbia ancora un qualche lavoro lì. Poi sarebbe carino salutare anche la madre di Timosaki, la sua famiglia è sempre stata gentile con me quando ho vissuto nel clan.
    Ayame piegò la missiva e me la passò. Dunque?
    Andiamoci, ma a una condizione. Niente Yogan.
    Ma ci vorrà un'eternità!
    Non passerò tutto il tempo a temere che le mie figlie cadano giù dal dorso di un drago!
    Sospirai. Chi era il ninja più forte di Kiri? Io no di certo.




    Non avrei indossato la divisa "ufficiale" di Mizukage nemmeno per preservare la pace mondiale. L'ultima cosa che volevo erano altri strati aggiuntivi di vestiario addosso, lungo e pesante. Optai per un classico mantello recante dietro i Kanji 九代目水影 che stavano a significare "Kyuudaime Mizukage" con un motivo fatto da onde acquatiche sul fondo.

    Per comprendere però ciò che sarebbe accaduto, è necessario capire che durante il lungo viaggio verso Konoha insieme ad Ayame e le bambine è stata nostra premuta dir loro molte volte di comportarsi bene difronte al nuovo Hokage, di essere educate, tranquille, di non fare domane inopportune (sopratutto Jukyu, aveva cinque anni ed una boccaccia molesta di chi di anni ne aveva almeno il triplo). Dunque, adesso potete logicamente comprendere come giunte a Konoha si fossero fatte l'idea di una riunione noiosa, tranquilla. Una prospettiva orrida per due bambine, mitigata solo dalla promessa di diversi gelati se si fossero comportate bene.

    Per cui, dopo il check-in alle mura camminai verso il centro del villaggio. Qualcuno mi additò, commentando qualcosa a bassa voce. Non dovevo star simpatico a tutti a Konoha ma le cose ormai mi scivolavano addosso. Ero il Mizukage e ciò che pensava la gente del mio fin troppo ex villaggio era l'ultimo dei miei numerosissimi pensieri scalzato in priorità persino dalla necessità di trovare una gelateria per onorare il debito verso le mie figlie.

    Per tutti i Kami... dissi a bassa voce vedendo il palco. Un palco! Ero capitato forse ad un concerto?
    Jukyu mi tirò la mano. Papà voglio vedere!
    Oh, sì, subito. Sollevai la bambina e me la misi sulle spalle ed Ayame fece altrettanto con Nana.
    Cosa... ma siamo sicuro di essere nel posto giusto?
    Sì, sicurissimo. dissi.

    Poi ci fu musica. Fuoco.
    E Raizen Ikigami.

    Non spalancai gli occhi è allungai la mano destra in avanti, aprendo il palmo possibile. sbattei, con poca delicatezza, il palmo in faccia.

    Si dice, non a torto, che talvolta la saggezza e la verità (nonché una certa dose di sana intuizione) provenissero dalle parole dei bambini. E per quanto Nana fissasse incantata lo spettacolo che il Decimo Hokage della Foglia, Jukyu, di animo sarcastico commentò: Ma papà, ha preso una botta in testa da un drago?
    Evidentemente sì tesoro. commentai stupito.
    Grande quanto Yogan? chiese la bambina assai curiosa di sapere i dettagli.
    O no, almeno tre volte più grande.

    Raizen Ikigami era il Decimo Hokage della Foglia, per cui il mondo poteva anche finire. Ma alla fin fine non potei non sentirmi felice per lui e per il mio vecchio villaggio.
    Un ninja potente, inflessibile, al posto giusto dopotutto. Poteva anche essere garbato quanto uno stormo di Tengu ubriachi, poteva far paura, poteva persino essere maleducato come pochi su questa terra. Ma ero felice che tra tutti, proprio lui fosse diventato Hokage.



    Anche se quello spettacolo era ridicolo. Comunque.
     
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    I nostri informatori erano stati chiari: Konoha era in tumulto per il grandioso evento che si sarebbe tenuto di li a qualche giorno. Dovevo vedere con i miei occhi cosa stava per accadere perchè, a quanto pareva, erano stati invitati anche ninja di altri villaggi e non solo gli alti di rango. Grandi numeri quindi, ovvero mi sarei dovuto aspettare un grande sistema di sicurezza...il villaggio era appena uscita dall'attacco che l'aveva portata alla quasi distruzione e sicuramente l'evento sarebbe servito a mostrare a tutti come il paese del Fuoco avesse in poco tempo ricostruito ancor meglio di prima il suo fiore all'occhiello. Inoltre, dal racconto della mia fonte, potevo anche aspettarmi chi sarebbe stato messo a capo della nuova rinascita della Foglia.

    In fondo, con un piccolo ritocco, la cosa si poteva fare. Certo era rischioso ma la situazione era disperata, lo vedevo negli occhi degli abitanti della villa da qualche settimana a questa parte. La mancanza del Mikawa iniziava a diventare un vuoto troppo grande da colmare e nonostante i miei sforzi di tenere vivo il fuoco ardente del suo spirito, non avevo il suo carisma per guidare un tale numero di persone. I cadaveri sono di certo migliori in questo, fanno esattamente cosa dici loro di fare...o quasi.

    " Allora, come è venuto ? "

    " Una schifezza. "

    " Chiudi la bocca tu, vigliacco senza palle. "

    " Sayaka poteva uscirti meglio dai. Hai perso un po la mano, ammettilo. "

    " Vi ammazzo tutti. Sono queste COSE che quel porco mi ha attaccato sul petto che intralciano i miei movimenti! Non so nemmeno perchè lo sto facendo."

    " Perchè sennò te lo avrebbe fatto fare senza nemmeno te ne accorgessi. "

    " Meglio! Così non avrei notato che scempio ha fatto al mio corpo! "

    " Ma se prima eri inguardabile! Così sei una bomba, invece. "

    La fermai pochi istanti prima che l'ex jinkurichi del nove code caricasse Yashimata...era già la terza volta che accadeva. Ma come biasimarla? Dopotutto l'avatar e il Mikawa erano stati proprio gli artefici della sua morte...Preso lo specchio avrei scrutato con attenzione ogni dettaglio del mio volto per poi sentenziare:

    " Lo trovo un buon lavoro, di sicuro molto meglio di come avrei fatto io. Keita vuoi dirmi altro prima che vada? "

    " Ti sei già preso tutte le informazioni che ti servono, mi sembra. Ti ripeto che la Foglia ha ninja valorosi e potenti, se proverai a fare qualcosa di male ti distruggeranno in pochi istanti, come hanno fatto con il gruppo Hayate. "

    " Tranquillo, la mia sarà solo una visita di "cortesia". A dopo. "

    :::

    Il viaggio in solitaria non fu diverso dal solito dopotutto; alla fine i miei giorni li trascorrevo nel laboratorio e il più delle volte senza nemmeno gli "altri" a farmi compagnia. Non avevo mai visitato Konoha e questo in realtà non mi rasserenava, i posti nuovi mi mettevano sempre in soggezione. Quando il sentire mi condusse in cima alla collinetta potei finalmente vedere con i miei occhi il villaggio: si, i libri di storia non mentivano, era davvero più grandioso di tutti gli altri che avevo visitato. Il muro degli Hokage emanava quel potere e rispetto tanto anelato da ninja di tutto il mondo, o almeno in passato, e i tetti delle case che si ergevano tra i numerosi vicoli, attorno a grandi strutture e a foreste centenarie, non mi permettevano di vederne la fine ad occhio nudo.

    All'ingresso vi era un discreto flusso di persone in arrivo. Sembravano non effettuare controlli particolari, apparte quello sulle armi, e di certo non ero arrivato munito di inutile ferraglia. Poco più avanti vidi Itai entrare, accompagnato dalla sua famiglia...finalmente l'ex Nara aveva capito che nel mondo non si poteva mai star sicuri e che di salde convinzioni ne esistevano ben poche; probabilmente la sua famiglia sarebbe stata più al sicuro li con lui se, ad esempio, qualcuno fosse penetrato nella Nebbia proprio durante la sua assenza, no? Chissà cosa avrebbe detto Shiltar a riguardo. Vedendolo il mio pensiero torno a al Colosso disperso chissà dove insieme allo stesso Shiltar; una rapida distrazione per poi tornare nel presente.

    Entrai anche io all'interno delle mura e seguii il flusso di gente che si dirigeva a quella che sapevo essere la piazza centrale. Avevo fatto i miei compiti e conoscevo a grandi linee la struttura del villaggio e la posizione degli edifici noti di maggiore rilevanza. L'altissimo volume della musica continuava a diventare sempre più forte man mano che ci avvicinavamo al grosso palco. L'evento era un concerto?! Ma più di quella verità e del rumore che quegli "artisti" si proponevano di fare, quello che mi sconcerto di più fu riconoscer nel cantante il volto noto che stavo cercando...

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    Era davvero questo il ninja che Diogene aveva addestrato e al quale aveva confidato parte dei suoi piani?

     
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    È colpa tua. Ratty

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    Quando attraversò l'ingresso di Konoha lo Yakushi non aveva esattamente l'aspetto di un amministratore in visita ufficiale: in barba alla serietà della comunicazione, si era presentato con addosso giusto un paio di calzoni ed una felpa. Dato che conosceva i suoi polli non si era portato armi, stavolta, anche se sapeva dove procurarsi una Snake Sword da quelle parti, dato che la sua era ancora in mano al fabbro immortale che si nascondeva nel sottosuolo. L'invito dovrebbe essere arrivato anche ai Guardiani, lo ho fatto girare apposta...chissà se Deveraux intende approfittare di quest'occasione per il suo piccolo incarico. Borbottò, mentre seguiva la via principale fino a raggiungere la sede della cerimonia. Quando alcuni giorni prima era arrivata la comunicazione lo Yakushi non ci aveva capito granchè: pensava che l'Hokage fosse comunque Shika Nara, come lo era stato nell'ultimo periodo, e se fosse morto nell'esplosione sicuramente gli sarebbe arrivata qualche voce al riguardo. Forse è rimasto ferito e vuole liberarsi dall'incarico...o magari lo hanno giudicato incapace, chissà. Il piazzale abbondava di persone, e certamente uno col coprifronte di Oto come cintura non passava inosservato, tanto che in parecchi lo guardarono storto: il suo villaggio non aveva grande fama, nè in passato nè adesso.

    L'atmosfera era ben diversa dalle precedenti cerimonie o riunioni intervillaggio. Konoha era stata da poco ricostruita e non si vedevano più i segni dell'attentato di sei mesi prima. Ed ora questa attesa, coi fuochi e le musiche che sembravano quasi voler trasmettere un idea di festa della rinascita e non solo l'ascesa di un nuovo Leader. Ad Oto non riusciremmo mai a fare roba del genere...ci sarebbero serpenti ovunque, e magari qualche accoltellamento. O peggio. Mormorò, ammirando la folla riunita, scorgendo anche qualche volto noto. In effetti da noi sarebbe più divertente però, ehehehe. Ridacchiando scorse persino il mantello del Mizukage indosso ad una persona conosciuta. Quando aveva letto la notizia era rimasto particolarmente sorpreso...principalmente per la scomparsa di Shiltar, ma in fondo anche Itai poteva andar bene come capo di Kiri, a patto che non pestasse i piedi al Suono (il che implicava inevitabilmente obbligare l'amministratore a lavorare). Arrivò il momento in cui un tizio col microfono iniziò a gridare qualcosa di non proprio comprensibile, mentre una sagoma massiccia si lanciava sul palco con una capovolta acrobatica ed un'entrata ad effetto!

    Ma quello è... Inizialmente stupito, lo Yakushi capì rapidamente cosa stava accadendo. Ma certo...è evidente. Schioccò le dita, mentre la sua mente si affidava completamente all'unica possibile interpretazione che non avrebbe fatto saltare il labile autocontrollo dello shinobi. Quando il fuoco si sollevò nelle due colonne alle grida del pubblico si unì anche quella dell'amministratore di Oto. BRAVOOO! Cominciò ad applaudire entusiasta, spiccando in mezzo alla folla per la gran cagnara. ENTRATA FANTASTICA! FINALMENTE SEI NEL POSTO CHE MERITI!!! BRAVOOO!!! Peccato non avesse cartabombe appresso o le avrebbe lanciate per aria per sottolineare l'entusiasmo. Continuò per qualche secondo, prima di calmarsi un poco e guardarsi nuovamente intorno. Inavvertitamente, durante le esclamazioni, si era avvicinato al nuovo Mizukage, e decise che dopotutto potevano starci due chiacchiere.

    Ohi, Itai! Fece un cenno con la mano, avvicinandosi. Un Mizukage per salutare l'Hokage. Strano che non ti abbiano approntato un palco d'onore. Mani nelle tasche, un'aria decisamente da rimbambito, ecco l'amministratore di Oto che si ritrovò per la prima volta davanti alla famiglia di itai un tizio con cui si erano presi a pugni più volte. Carini i ranocchietti che ti sei portato dietro. Li salutò con la mano. Potete chiamarmi Zio Febh se volete. La ramarra con l'alitosi invece l'hai lasciata a casa? Poi intercettò lo sguardo di Ayame, che in effetti non conosceva. Parlo del drago, eh, non sia mai che Itai parli in questi termini della moglie. Abbozzò un sorriso, tendendo la bustina che teneva in mano: Pop-corn? Volendo ho anche qualche caramella qua e là...basta non confonderle con quelle delle lucertole...

    Intanto tornò a voltarsi verso il palco. Che storia, eh? Un nuovo Hokage dopo l'attentato. A anche Raizen...sapevo che aveva qualche possibilità di fare strada, ma non credevo potesse diventare il presentatore ufficiale delll'ascesa del nuovo Capo del Villaggio. Sembra proprio che questa parte gli venga naturale, è un talento che non avrei mai sospettato esistesse in quell'armadio...voglio dire: anche il presentatore ha avuto un presentatore!. Annuì ammirato, a braccia conserte, per poi iniziare a guardarsi intorno, curioso. Solo mi chiedo come mai non sia ancora salito sul palco questo fantomatico Judaime Hokage. Raizen sarà anche un buon mattatore, ma la gente comincerà a farsi delle domande fra un pò. Borbottò, visibilmente incuriosito. La sua mente probabilmente aveva deciso di autoproteggersi filtrando le informazioni pericolose. O più banalmente aveva consciamente escluso il semplice concetto che quel tizio potesse diventare un Kage. BRRRRAAAAVOOOO!!! Applaudì ancora, l'esibizione non era finita.
     
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    The sound of the thunder








    Il Colosso sorrise nel vedere la folla, anche se il suo sguardo venne attirato dalle poche figure presenti nei tetti, tutte generalmente distanti dall’evento, fredde.
    Persone incapaci di divertirsi, ma fortunatamente il Juudaime si era preparato a dovere per quell’occasione e per gestire quel pubblico che sapeva gli avrebbe dato problemi, dopotutto non tutti erano in grado di comprendere la fine arte del metallo.
    Fu in quel momento che si voltò permettendo a tutti, Febh in primis, di vedere il suo mantello con su scritto "Juudaime Hokage" mentre si faceva cedere il microfono sull'attacco della nuova canzone elettrificando il suo corpo come se posto tra due tralicci troppo carichi.
    Sollevò il capo verso il cielo insieme al pugno destro serrato mentre un gran numero di scariche si disperdevano nel vuoto illuminando le giugulari turgide di sangue mentre il Colosso dava fondo alle sue capacità canore.


    YEEEEEEEEEEAAAAHHHHHH!

    Poteva sembrare un miracolo della tecnologia del play back, ma non lo era, l’Hokage aveva realmente un ugola d’oro, la recitazione gli aveva insegnato qualche prodezza vocale che per un pezzo o due avrebbe potuto reggere il paragone con dei professionisti, ma non oltre, a meno di rischiare una raucedine che gli avrebbe inabilitato le corde vocali per chissà quanto.
    Per qualche canzone sarebbe stato una rockstar.
    Dopo l’ingresso elettrico gli strumenti reimpostarono il ritmo sulla nuova canzone su cui il Colosso non potè evitare di sorridere eccitato.


    Avrebbe inizialmente tenuto il tempo col piede sinistro per poi accompagnare un “oi” ogni due portanto il pugno al cielo e lanciando una scarica mentre il cantate del gruppo gli faceva eco dando profondità.
    Ma perché il passaggio di microfono?
    A quel punto dell’esibizione si poteva pensare che fosse solamente un eccessiva mania di protagonismo, e chiunque l’avrebbe pensato non si sarebbe affatto sbagliato, ma dietro a quel motivo ce ne stava un secondo: la band di Oto era fin troppo popolare per i suoi concerti che riducevano i partecipanti allo stremo delle forze, il motivo?
    Il pubblico avrebbe scoperto presto quanto agli otesi piacesse “barare”.
    Una tecnica che a quel livello richiedeva tutta la bravura del cantante, in quanto l’unico in grado di eseguirla ed un pozzo di chakra che solamente l'intero gruppo coadiuvato al jinchuriki poteva offrire.
    Si sarebbe lievemente appartato, prendendo il tempo di tutti i componenti del gruppo: un bassista, un batterista, due chitarristi e il suo sostituto cantante, uno con ogni estremità del corpo.
    A tecnica ultimata l’impianto acustico ebbe un sussulto ed un onda sonora si diffuse per l’intera area spazzando via qualsiasi suono che non fosse musica, probabilmente il villaggio avrebbe avuto i creditori della società energetica alle calcagna per qualche periodo, ma era decisamente il pensiero che per ultimo avrebbe tediato la coscienza dell’Hokage in quel momento.


    Da quel momento in poi tutti i pezzi avrebbero favorito un movimento univoco della folla, permettendone un movimento univoco che avrebbe scosso il villaggio dalle fondamenta, pur senza danneggiarlo ma rendendo impossibile per chiunque si trovasse li in mezzo stare in equilibrio senza saltare.

    Sound of the drums
    Beatin' in my heart
    The thunder of guns
    Tore me apart
    You've been – THUNDERSTRUCK!!!


    Gambe ben divaricate petto in fuori e microfono ben saldo tra le mani mentre controllava persino una parte del filo in modo da non annodarsi, essere una Rockstar non gli dispiaceva, anzi, sembrava ci fosse stato partorito sul palco.
    Ecco perchè il Colosso non aveva previsto la sicurezza al suo evento, nessuno poteva evitare di piegarsi alla volontà della musica!





    Shisshin ni Monshu
    L’utilizzatore può intrappolare nell’illusione chiunque senta la musica prodotta da lui e da terzi elementi che seguano il suo ritmo. La potenza varia in base agli esecutori, agli effetti visivi prodotti ed alla potenza della musica ed è pari a 10 per ogni membro + 10 ogni effetto visivo + 1 ogni metro in cui diffusa la musica.
    Chiunque ne venga imprigionato sentirà il forte bisogno di pogare e spintonarsi fino ad arrivare sottocassa per incitare la band. L’effetto termina quando termina la musica.
    Potenza stimata: 300


    Edited by F e n i x - 14/7/2015, 22:36
     
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    Immerso nei miei pensieri mi ritrovai a dondolare e man mano che il tempo passava più il mio corpo si contorceva e le mie bracca iniziavano ad oscillare fino al contatto con gli altri spettatori. Senza accorgermene ero uno del gregge, mi muovevo insieme alla massa prendendo a spintoni chiunque mi capitasse a tiro...semplicemente non ero io.

    Quando mi accorsi di essere sotto l'effetto di una illusione di potenza assoluta ero avanzato di 20 metri e mi trovavo sotto al parco urlando cose senza senso. Ero sudato...quando mai lo ero stato? Anche nei combattimenti o situazioni più delicate non mi era mai capitato! E poi cantavo, se così possiamo dire, un testo inventato di quella "canzone" abominevole...per fortuna i miei cadaveri non erano li a vedermi. Tuttavia, anche se mi ero accorto del jutsu, le mie gambe si muovevano in cerca del punto più rumoroso, sempre più vicino alle casse dalle quali quell'inferno aveva origine.



    Fu solo grazie al mio rigore mentale e alle motivazioni che mi avevano spinto a giungere fino a Konoha che riuscii a liberarmi dal jutsu, in un breve lasso di tempo nel quale la musica si interruppe tra una performance e l'altra. Del tutto intontito cercai di uscire dalla folla, non usando particolari abilità o attingendo alle capacità ninja di cui ero in possesso, per non dare dell'occhio. In questo forse il jutsu mi avrebbe anche aiutato in quanto molto probabilmente non tutti avevano avuto la prontezza di liberarsene o più semplicemente non avevano motivo per farlo. Dopotutto quelloe ra un giorno di festa...per ora.

    Mi allontanai dalla piazza, nella quale gli ultimi ritardatari stavano ancora arrivando, mantenendo un profilo basso e accentuando la stanchezza del concerto. Di certo vi erano molti abili shinobi concentrati tutti in quel posto, avrei dovuto agire con cautela e facendo le cose con calma. Entrai in un vicoletto lì vicino, simile ai tanti altri che si snodavano dal palco centrale, e dal quale qualche persona continua ad affluire...difficilmente qualcuno avrebbe potuto far caso a me, in quella masnada di gente e casino generale. Con sguardo clinico avevo già osservato i possibili ninja collocati più in alto, avrei potuto riconoscerli dall'armamentario se non fossero stai in borghese, in maniera tale da scegliere proprio la stradina meno esposta ad eventuali occhi indiscreti.

    Non avevo il mio armamentario, ma davvero ne avevo bisogno? La mia meta non distava poi molto e prima che il concerto fosse finito, il mio regalino al nuovo Kage sarebbe stato consegnato.

     
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  12. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~DEFCON 2~


    Quanto Atasuke disprezzasse quell'assurda idea dell'Hokage di mettersi in mostra sul palco come una delle peggiori rockstar, non era un segreto, fin dalla sua primissima reazione.
    Evidentemente l'Hokage continuava a peccare di superbia, credendosi in grado di potersi permettere qualunque cazzata, evidentemente senza considerare che, in una situazione simile, le probabilità di un'attentato erano decisamente maggiori rispetto ad ogni altro scenario.
    Mezzo mondo si era raggruppato in quel luogo, partendo dai funzionari e gli amministratori dei vari villaggi, Mizukage compreso, scendendo fino all'ultimo dei cittadini.
    I controlli al gate erano aumentati, certo, ma in fondo, finchè non fossero stati in grado anche di sigillare il chakra agli ospiti, ad un qualunque ninja di grado avanzato poteva bastare un non nulla per generare il caos e creare danni, anche se disarmato.
    Ad ogni modo, il concerto era cominciato, tuttavia, qualcosa di strano sembrò prendere piede. Una frenesia che Atasuke non riconosceva come naturale, specialmente visto il suo status di allerta.
    Sentiva infatti la forte tentazione di unirsi alla folla urlante, iniziando a sua volta a pogare, con un istinto che a fatica riusciva a reprimere.

    °Ma che!? Non è normale tutto questo!°


    Pensava tra se, resistendo a fatica alla tentazione di unirsi alla folla, mentre le sue gambe sembravano quasi volersi muovere per loro conto. Finchè, ad un tratto, la sua attenzione non venne attratta da un ragazino dai capelli biondi a caschetto che pogava con forza, indossando la divisa da guardiano.

    °Sougo, MALEDETTO SCANSAFATICHE! TI AVEVO AVVISATOOOO!°


    Urlò, fortunatamente controllandosi abbastanza da contenere tutto l'urlo nella sua mente, mentre con furia si avvicinava al sottoposto senza minimamente badare alla folla o al restare in disparte.
    Giunto a portata di mano, con forza puntò indice e medio contro il naso del ragazzo, il quale, troppo occupato a saltellare come una cavalletta non pose la benchè minima attenzione alla minacciosa mano dell'Uchiha.
    Quando si rese conto di quanto stava accadendo era ormai troppo tardi, le dita di Atasuke lo avevano già agganciato per la punta del naso come due uncini e lo stavano violentemente sollevando da terra. Cio che seguì fu solo molto dolore ed un volo di parecchi metri contro uno dei tetti vicini, che per pura oincidenza aveva Near appollaiato su di esso, e se non fosse stato attento, si sarebbe ritrovato travolto dal sottoposto di Atasuke, scagliato come un proiettile.
    In parte per il rporpio rigore, in parte per la furia, riuscì a sciogliere quell'illusione, sentendo che le sue gambe, questa volta tremavano per la furia e non per effetto di quella particolare forza generata probabilmente dalla band stessa.

    °Genjutsu, eh... Spero che non volesse fare affidamento solo su questo°


    Pensò tra se, guardandosi nuovamente attorno ed osservando con attenzione la folla che continuava ad accalcarsi, notando tra i vari, il Mizukage, evidentemente arrivato non da molto, ed in compagnia con la famiglia al gran completo. In un'altra situazione si sarebbe concesso il lusso di salutarli, magari portandoli in giro per pagare il gelato che aveva promesso alla figlia di Itai, tuttavia, aveva un compito da svolgere e non poteva permettersi di mancare al suo compito.

    “Atasuke-sama! Che è successo!? Ho visto Sougo che...”

    «Nulla di preoccupante, Yamazaki, torna pure al tuo giro, tutto sotto controllo...»

    “Ricevuto”


    Rispose rapido Yamazaki, allertato dal volo di Sougo sfruttando la rete di comunicazione che stava tenendo su la seconda divisione. Ad un tratto però un movimento lo fece insospettire. Un giovane, che non ricordava di avere mai visto al villaggio, sembrava particolarmente affaticato e si stava allontanando dalla piazza. Fin qui tutto normale, se solo non fosse stato per un paio di minuscoli particolare: Tutta la gente sembrava sotto influsso del Genjutsu e difficilmente la fatica, dopo solo un paio di canzoni, sarebbe bastata a sciogliere quell'illusione, inoltre, una persona in quello stato di fatica avrebbe cercato una panchina, non un vicoletto.

    «Yamazaki, ho un sospetto, alzare livello di allerta da livello 3 a livello 2. Pronti a tirare giù l'Hokage da quel palco ad un mio segnale, anche a costo di trascinarlo. Se notate qualsiasi cosa, fatemelo sapere immediatamente»

    "Ricevuto"


    In un primo tempo seguì l'unico che si muoveva contro corrente con gli occhi, poi, decise di muoversi a sua volta, iniziando a seguirlo con passo svelto, restando a distanza di sicurezza in modo da non essere notato, scivolando tra la folla silenzioso come uno spettro. [Statistiche] [Abilità] [Abilità]
    Aveva agganciato il suo obbiettivo, tuttavia, finchè non aveva prove concrete non poteva intervenire. Per quel primo istante, quindi, si sarebbe limitato a seguire il suo bersaglio, cercando di capire che cosa avesse in mente quel tizio per sgattaiolarsene liberamente tra i vicoli approfittando della calca generata dall'evento dell'Hokage.
    Qualunque cosa avesse in mente il tizio, Atasuke era alle sue costole, rapido e silenzioso, pronto ad interromperlo in un qualsiasi momento, mentre tutto il corpo dei guardiani era salito al grado di allerta 3, pronti a sigillare completamente il villaggio in caso di attacchi o attentati di qualsiasi genere.
    Prima di lui il caose si era scatenato ed aveva distrutto una volta il villaggio, ma ora, con il corpo di guardia sotto il suo comando, nessuno poteva anche solo pensare di entrare al villaggio con l'intento di danneggiarlo o uscirne indisturbato.

    °Vediamo che cosa hai in mente di fare, ragazzo dai capelli blu°


    Pensò osservando con attenzione lo sconosciuto che seguiva il vicolo, dirigendosi verso un qualche obbiettivo preciso che Atasuke ancora non conosceva.


    OT - Scusa Arashi, avrei dovuto aspettare un tuo post di risposta, ma alla fine ho optato per proseguire comunque :zxc:
    Diogene, buona fortuna, come già dissi nel mio precedente post hai mezza Konoha pronta a saltarti alla gola se provi a graffiare anche solo un muro :zxc:
    NOTA: I Guardiani comunicano tra loro sfruttando l'abilità annessa che ho in scheda :zxc: Non sto a sottolineare come nell'attuale situazione siano solo un colorito contorno XD
    - /OT
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Grande Evento

    Fly away



    Mentre Raizen iniziava il suo spettacolo (e dopo aver spiegato a Jukyu che il signore sul palco era stato picchiato da un drago più grande di Yogan) sentii una voce famigliare alle mie spalle. Mi voltai e vidi Febh, in divisa ufficiale di Consigliere che non vuole farsi riconoscere come tale: felpa, calzoni ed un'aura di pigrizia quasi mistica. Era da tempo che non lo vedevo, precisamente da quel simpatico battibecco al Porto ai tempi in cui si sospettava che ci fosse Oto dietro l'attentato a Kiri.
    Non che quei sospetti fossero stati fugati, ma non avevo elementi e l'unico sospettato era stato abilmente "rovinato" da Fujiko. Una storia destinata a rimanere senza un colpevole, purtroppo.
    Non avevo idea se il mio clone avesse incontrato Febh, dunque sperai che non rievocasse qualche incontro del quale non avevo minima memoria, limitandomi a rispondere amichevolmente all'otese.
    Febh! salutai con un cenno del capo. Dovresti esserci anche tu su quel palco, ma hanno calcolato che i costi per renderlo abbastanza resistente per impedirti di distruggerlo avrebbero sbancato il villaggio... che fare allora? Meglio fingersi di dimenticarselo. Risposi alla sua battuta, una piccola ed innocente frecciatina riguardo la sua capacità quasi leggendaria di apportare distruzione ovunque mettesse piede.
    Comunque, i ranocchietti sono le mie figlie, quella su di me è Jukyu, l'altra è Nana. Nana era però troppo incantata dallo spettacolo imbastito da Raizen per rendersi conto di Febh.
    Jukyu, al contrario della sorella, guardò lo Yakushi intensamente (quanto può farlo una bambina di cinque anni) per poi domandare, molto sagacemente Cosa è una ramarra? Cosa è l'alitosi?
    Quell'innocente bambina non aveva di certo capito che si riferiva a Yogan. Ayame, che era lì di fianco invece, rise appena. Le raccontavo praticamente tutto di ciò che mi succedeva dunque comprese abbastanza in fretta che Febh si riferiva a Yogan (che un paio di volte aveva tentato di abbrustolirlo).
    Febh-san, io sono Ayame, la moglie di Itai. si presentò, alzano la voce per sovrastare il frastuono mentre Jukyu allungava una mano paffuta per afferrare un paio di popcorn che Febh gli aveva offerto.

    Quando Febh proseguì compresi che la sua innata capacità di fraintendere le situazioni (che si sposava in maniera quasi pericolosa con quella tendenza a far detonare i luoghi in cui posava piede) non aveva lasciato scampo. Così scoppiai in una spontanea risata, preparandomi a fuggire. Non sapevo bene perché ma sospettavo che lo Yakushi non avrebbe preso bene la notizia della nomina di Raizen Ikiagmi quali Juudaime Hokage di Konoha. Cos'altro potevo aspettarmi dato che piuttosto che arrendersi difronte l'evidenza aveva preferito credere che Raizen fosse il presentatore?
    Ok, forse me ne pentirò Febh ma... feci una pausa Vedi, Raizen è l'Hokage. Il tizio che stava prima era il presentatore. feci un'altra pausa.
    Febh... tutto ok?



    Mi permetto di fermarmi qui e non andare fino al punto del genjutsu, se non altro perché vorrei scrivere il resto del post avendo letto la reazione di Febh xD. Posto il pezzo col genjutsu dopo Febh :sisi:
     
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    COMMUNICATION SKILLS

    Communication - the human connection - is the key to personal and career success.




    C'erano diverse cose che innervosivano Shizuka Kobayashi.
    Principessa ereditiera di un impero economico e per questo motivo considerata il fior fiore dell'èlite del Fuoco, la bella rampolla aveva molte doti al suo attivo, ma tra queste non vi era certo il bel carattere... un problema, quello, che riusciva a trovare la sua peggiore espressione in presenza di Atasuke Uchiha, la nemesi di qualsiasi persona ragionevole e senziente. In particolare, la sua.
    «...A forza di mettere rotelle negli occhi vedo che hai cominciato a toglierle dal luogo in cui servono maggiormente, mh?» Esordì Shizuka, sorridendo in direzione del Capo dei Guardiani quando questo si avvicinò al suo albero e iniziò a volteggiare su se stesso come una ballerina kabuki. Inarcando un sopracciglio e posando il mento sul palmo della sua mano aperta, la donna ghignò, sarcastica, ma non ebbe il tempo di dire nient'altro che Ritsuko Aoki intervenne d'improvviso, facendosi talmente ironica da indurre forse le orecchie dei suoi ascoltatori a sanguinare copiosamente.
    «Hara...? Pare che persino i maiali abbiano imparato a danzare, mia Signora.» Schioccò infatti puntualmente la Kumori, affilando lo sguardo. Il disprezzo che l'Aoki nutriva verso il ragazzo degli Uchiha era tanto famosa quanto, del resto, lo era la scarsa gioia di quest'ultimo nel trovarsi di fronte l'attendente dell'Airone. «Dovreste acquistarlo, Ojou-sama, e metterlo in un bel recinto alla Magione, sono sicura che allevierebbe le vostre preoccupazioni vederlo ballare...» Commentò senza ritegno, aprendo un ventaglio laccato di arancio di fronte al viso, in modo ovviamente troppo lento per nascondere il sorriso goduto che le andò ad illuminare i lineamenti.
    «L'unica cosa che andrebbe acquistata sarebbe un calmante per cavalli vista la psicosi generalizzata di oggi.» Intervenne educatamente Shizuka, guardando malamente la sua Kumori, che però continuò a ridacchiare divertita. Un'ilarità che cessò rapidamente quando Atasuke si azzardò a sedersi accanto alla sua Padrona senza neanche chiedere il permesso.
    Sospirando sonoramente la Principessa scosse la testa, alzando poi una mano per legare la lingua della sua custode prima che questa scattasse come una frusta, limitandosi poi ad ascoltare l'interlocutore con calma, rimanendo nel mentre a fissare il palco su cui gli ultimi preparativi venivano effettuati.
    «Ho trenta uomini suddivisi in squadre secondo le disposizioni stabilite.» Commentò alla fine, quando l'altro tacque. «...Stanca? Non direi, lo spettacolo deve ancora iniziare. Spero solo che abbiano ben capito cosa fare a proposito dell'esibizione.» Continuò la ragazza, scuotendo la testa. Alcuni dei suoi compagni non erano esperti in fatto di Genjutsu e temeva che per quanto si fosse premunita di spiegare loro l'effetto che la musica avrebbe avuto, alcuni avrebbero comunque denotato delle piccole difficoltà a gestire la situazione. Sospirò, spostando il mento da una mano all'altra, pregando che la divisione che aveva scelto per i suoi gruppi fosse efficiente anche su quel versante. «In ogni caso come ben sai sono pronta ad intervenire come mi è stato chiesto, quindi non ti preoccupare e vedi di essere tu quello che non si stanca a coordinare il grosso della sicurezza. Fintanto che rispetteremo i nostri ruoli non ci saranno problemi.» Continuò. Poi però, improvvisamente, si fece dubbiosa. Riportando il busto eretto la Principessa di Konoha si voltò infatti verso l'Uchiha, fissandolo per un istante. «Ruoli che tu sai perfettamente quali sono, vero? Io agisco, tu coordini. I team, la disposizione... sai tutto, no? Sei andato a parlare con Raizen, vero?» Disse Shizuka, inarcando un sopracciglio. «Ti sei fatto spiegare le dinamiche dell'evento dall'Hokage, hai spiegato gli ordini dell'Hokage ai tuoi sottoposti, vi siete sistemati come preteso dall'Hokage... vero?» Sibilò, adesso affilando lo sguardo nell'osservare le espressioni del suo interlocutore... ma non ci fu bisogno che questo le rispondesse poiché qualche istante dopo la musica esplose dagli amplificatori sul palco con un fischio insopportabile, e assieme alle urla del grande pubblico iniziò il tanto atteso spettacolo, tra getti di fuoco e grida incontenibili.
    Da quel momento furono poi pochi secondi: il pubblico iniziò a saltare, urlare e pogare senza posa. Vittime di un'eccitazione senza pari ogni presente saltava, urlando e sgomitando come se fosse impazzito. Sembrava che nessuno potesse resistere alla tentazione, neanche gli individui più posati o schivi come la stessa famigerata Heiko Uchiha –che si ritrovò tra il pubblico a muoversi in modo talmente scoordinato da giustificare il piangere sangue della grande maggioranza dei membri del suo Clan natale– o Ritsuko stessa, che non si trattenne dal cominciare a saltare allegramente sul posto, strillando addirittura clamorosi apprezzamenti sul culo del bassista.
    […] C'era un motivo ben preciso al perché Shizuka Kobayashi aveva scelto quell'albero e quella collina come posto in cui sostare, ed era la visuale totale e perfetta che aveva del palco e del pubblico, che poteva in questo modo tenere sotto controllo, avendo libertà di movimento in caso fosse necessario e la possibilità di comunicare con i suoi team con chiarezza.
    Fu proprio in nome della posizione di privilegio che aveva scelto per il suo appostamento, dunque, che la Chunin non faticò ad individuare tra la massa senza forma degli spettatori del concerto la metà dei sottoposti di Atasuke ballare come forsennati.
    «Ehi...» Ringhiò a quel punto con voce gutturale e tremante la kunoichi, girandosi verso l'Uchiha che, al pari degli altri, a malapena riusciva a trattenersi dal prendere parte alla danza sfrenata. «...sei uscito di senno o cosa?» Sibilò, ma neanche quella volta ricevette risposta, poiché il suo interlocutore si gettò letteralmente giù dall'albero, correndo poi tra la folla per fermare il più stupido e problematico dei suoi sottoposti, quando a malapena lui stesso riusciva a non ballare camminando.
    Ed eccola là. La falla. Lo sbaglio nel grande progetto.
    Che Atasuke e Raizen non si potessero sopportare era una favola ben nota a Konoha, ma soprattutto a lei che, terzo membro di quella triade che si supponeva essere l'asso vincente del Villaggio, non era la prima volta che si ritrovava a fare i conti con l'assenza di comunicazione dei due, la voglia inesistente di capirsi l'un l'altro, e l'assurdo gioco di misurarsi il membro a vicenda per determinare quale fosse quello più grosso, apparentemente per capire così chi avrebbe dovuto comandare sull'altro e perché. Ovviamente se quello fosse stato un altro momento Shizuka si sarebbe volentieri intrattenuta a valutare ancora una volta perché i due fossero così ridicoli, ma arrivati a quel punto non c'era tempo: era evidente che Atasuke non avesse parlato con Raizen, con ogni probabilità accantonando il progetto di quel concerto come un altro superbo modo per affermare la sua grandezza invece che come un evento ben preciso che aveva scopi tanto ludici quanto strategici, e se tanto le dava tanto, dunque, metà del corpo dei Guardiani era fottuto, privo delle direttive del proprio Capo.
    Suo malgrado non poté trattenersi dall'imprecare tra i denti mentre estraeva dal generoso seno uno oggettino nero, da cui sfilò una cuffia che si infilò nell'orecchio sinistro con una smorfia. Premendo la parte superiore del marchingegno, tradendo una scarsa dimestichezza quasi imbarazzante, la Chunin imprecò una seconda volta.
    «Ehi, ehi... non rompere i coglioni agli Dei, Principessa del Fuoco, perché altrimenti ci becchiamo qualche altro castigo oltre a questa musica del cazzo. Ne sono già collassati due, da questa parte.» Gracchiò una voce maschile dalla ricetrasmittente.
    «Chiudi la bocca Atsushi. Abbiamo un problema.» Abbaiò Shizuka, rigirandosi tra le dita quell'aggeggio con la stessa espressione con cui si poteva osservare un artefatto alieno. «Alcuni tra i Guardiani sono sotto l'effetto del Genjutsu. Chichinatsu, Arata, Mitsuo, Gomi, individuateli e tirateli fuori dalla folla per rimetterli in sesto. Ancora non ho capito per quale dannata ragione quell'idiota ha messo una squadra in mezzo alla gente, ma fate del vostro meglio e poi fate voi il pattugliamento del perimetro.» Disse, rabbiosa. «Il resto di voi continui secondo quanto stabilito. Grazie.»
    A quel punto attese di ricevere una serie di “ricevuto” accavallati gli uni agli altri e di vedere in lontananza, grazie alla sua posizione, quattro divise bianche allontanarsi dai tendoni medici ed entrare nel pubblico, prima di girarsi verso la sua Kumori, che fulminò con uno sguardo che stava scemando sempre più in una rabbia incontrollata. A malapena sembrava capace di fermare le sue mani dal tremare.
    «Dacci un taglio, Ritsuko.» Sibilò di scatto la Kobayashi con voce scura. «E' un Genjutsu. Liberatene subito.» Ordinò seccamente mentre l'Aoki la guardava sospirando, quasi sconsolata all'idea di smettere di avere un pretesto per divertirsi. Fu necessario comunque che la musica avesse una breve pausa perché l'attendente potesse liberarsi completamente dalle implicazioni dell'illusione, un tempo durante il quale Shizuka non distolse per un istante lo sguardo dal pubblico, di cui scandagliò con attenzione ogni spostamento. «Che gli Aoki entrino in azione. Voglio la sicurezza più perfetta dei Kobayashi.» Disse a quel punto, mentre i suoi occhi captavano e si fermavano su un punto della folla, che la ragazza guardò senza però né dire né fare nulla.
    Immobile all'ombra dell'albero che avevo scelto come proprio, la Chunin seguì con gli occhi il movimento della folla ancora per qualche attimo prima di voltarsi e congiungere le mani. Un secondo dopo accanto a lei si materializzarono con una piccola esplosione due cloni [Slot Azione I]
    Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo - Kage Bunshin no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Una (1)
    L'utilizzatore può scindere il proprio corpo in più cloni corporei. Possono essere creati entro 1,5 metri dall'utilizzatore o da un suo clone, potranno allontanarsi fino a 30 metri. Sono esteriormente e potenzialmente uguali all'originale. Possiedono 500 crediti equipaggiamento duplicati; non è possibile duplicare Bombe e Tonici.
    Se distrutti, rilasceranno una nuvola di fumo che concede occultamento ambientale parziale entro mezzo metro, per 1 slot azione; le informazioni possedute ritorneranno all'utilizzatore. Torneranno all'utilizzatore 1/8 dei danni subiti dai cloni, sotto forma di affaticamento; i tonici utilizzati dai cloni verranno conteggiati nei limiti dei tonici utilizzabili dall'utilizzatore.
    La vitalità è pari ad una ferita ½ leggera ogni grado ninja posseduto. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore. Tutti cloni possono sfruttare la TS se attivata dall'utilizzatore; utilizzare e mantenere la tecnica speciale richiede tutti gli slot tecnica.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [Da chunin in su]
    [+]
    Arte dei Cloni [1]
    Arte: L'utilizzatore può allontanare tutti i cloni corporei generati da una tecnica di moltiplicazione fino a 10km, senza che questi si distruggano.
    (Consumo: Basso)
    , i quali rimasero fermi solo qualche istante prima di dividersi: il primo unì a sua volta le mani, e mutò il suo aspetto in quello di un giovane ragazzo dai capelli a spazzola e il sorriso divertito [Slot Azione II]
    Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo:Basso )
    che non esitò a muoversi in direzione della folla, nella quale si confuse, ballando e ridendo, prima di imboccare un vicolo, parallelo a quello in cui altri due individui si erano immessi qualche minuto prima in direzione inversa al flusso di partecipanti; il secondo invece si limitò a sedersi sul ramo abbandonato dalla sua creatrice, prendendo il posto di lei nello scandagliare la folla e il palco. Solo a quel punto Shizuka si voltò nuovamente verso la sua Kumori, cui annuì.
    «Ogni cosa deve tornare a me.» Disse alla ragazza, che si inchinò con rispetto. «Vai.» Concluse, e la giovane Aoki si voltò subito, iniziando a camminare verso le ombre degli alberi di quella collina, sparendo tra di esse in un secondo, quasi fosse stata inghiottita dalle stesse. Contemporaneamente la Principessa della Foglia aveva già cominciato a correre sul perimetro collinare, in direzione del palco.

    [...]



    «Fatemi parlare con Raizen.»
    Uno dei vantaggi del giocare in casa era il conoscere ogni strada, ogni via e ogni antro del proprio luogo natale. Un delizioso dono che permise a Shizuka Kobayashi di arrivare al palco e aggirarlo, andando dietro le quinte dove una quarantina di persone lavoravano senza posa, con la stessa velocità esperta con cui avrebbe schiacciato la testa ad Atasuke alla fine di quella fiera delle assurdità.
    «Kobayashi-sama...!» Chiamò Eikichi Nara, l'attendente alle dipendenze dirette del Colosso, che le si avvicinò con andatura claudicante indotta da un evidente sonno e l'espressione di chi ne aveva già abbastanza di vivere, un problema che vista l'irritazione di cui era preda avrebbe volentieri risolto Shizuka stessa. Accennando ad un inchino poco convinto, il Jonin provò a sorridere, ottenendo come risultato una specie di menomazione facciale abbastanza grave. «Qual è il problema?»
    «Devo parlare con Raizen, me lo chiami oppure devo salire sul palco a prenderlo per il bavero del mantello?»
    Minacciò la ragazzina, che era di un'abbondante spanna più bassa del Nara, il quale si limitò a guardarla dall'alto verso il basso inarcando un sopracciglio. Rimase a fissarla così gli istanti necessari per vedere la morte negli occhi di lei, al che fece spallucce e intrecciò le mani dietro la schiena con noncuranza.
    «Calma, calma Himekimi... l'Hokage ha lasciato qui un Clone, non c'è bisogno che proviate a fare cose senza senso.» Commentò, sospirando quando le mani della ragazza gli afferrarono la divisa e fecero l'atto di sollevarlo da terra. Sembrava esausto come se avesse trecento anni e non solo ventiquattro. «E' là, mi assicurerò che nessuno vi disturbi, fate con calma.» E così dicendo indicò stancamente un angolo dietro a due amplificatori enormi, che Shizuka si sbrigò a raggiungere. Dietro di questi, seduto su una cassa capovolta, un clone di Raizen era intento a guardarsi le unghie come una signorinella alla sua prima manicure.
    Per poco non gli si avventò sulla testa, mordendogliela.
    «Rimanderò ad un secondo momento il dirti quanto possa essere incazzata in questo momento e quanto possa trovare allucinante questa situazione.» Esordì la Principessa, avendo cura di farsi sentire solo dal clone e solo dopo essersi assicurata che effettivamente nessuno la sentisse. Chiaramente rivolgersi così alla più alta carica del Villaggio era un permesso che si poteva concedere in intimità, per il legame che la univa alla Volpe, ma che riteneva lecito non mostrare deliberatamente in giro. Il rispetto per il Kage era la prima regola per un ninja, dopotutto. «Hai parlato con Atasuke circa il piano di oggi? E se lo hai fatto, ti sei premunito di assicurarti che il suo piccolo cervellino Uchiha avesse assimilato? Non credo visto che lui ad inizio spettacolo sembrava cadere di testa proprio come quando da bambino cadde dal seggiolone diventando stupido. E non credo visto che metà dei suoi uomini sono a ballare insieme al pubblico.» Sibilò la donna, fissando malamente Raizen. «Parleremo presto del terapista di coppia da cui temo sia necessario voi andiate per far funzionare questo matrimonio, nel mentre sappi che il genjutsu ha agito come desiderato.» Commentò la kunoichi, mettendosi a braccia conserte. «Gli Shinobi che capiscono qualcosa hanno già compreso le dinamiche del gioco, ma tra questi per ora solo uno si è staccato dalla massa e se n'è andato imboccando una strada laterale. Non che sia difficile individuare l'unico coglione che se ne va con tutti gli altri che arrivano.» Spiegò Shizuka, e a quel punto parve in procinto di prendere fuoco. «Ovviamente il nostro Mastro Rotella gli è già corso dietro in cerca di gloria e applausi, quindi diciamo che la preparazione pattuita è saltata.» Disse la ragazza, aprendo le braccia di fronte a sé nel fare spallucce. «Ti direi che lo sostituisco nel dare ordini ai Guardiani, e quindi che non c'è nessuna falla nel sistema, ma se mi ascolteranno la metà di quanto ascoltano lui faranno il cazzo che pare a loro, perciò ho già mandato un mio clone secondo gli ordini originali e ne ho anche posizionato un altro sulla collina per controllare la situazione al posto mio.» Disse la ragazzina, piazzandosi le mani sui fianchi. «Per quel che mi riguarda non è necessario preoccuparsi. Posso dirti che da quel poco che ho visto il tipo non è di Konoha, né mi risulta un volto di spicco altrove, ma obiettivamente non ha fatto niente e ha il diritto di assistere al concerto come di andarsene dallo stesso. Indubbiamente non è un primo pelo, del resto uscire da un'illusione di questa portata prevede una discreta preparazione, non solo mentale, ma non voglio alzare l'allarme senza avere niente di concreto tra le mani. In ogni caso credere che la nostra rete di sicurezza si limiti al luogo del concerto è un errore da pivelli, nessuno sano di mente può pensare di andare a pisciare in casa altrui senza ricevere una sonora sculacciata. Vediamo come si svolgono gli eventi prima di intervenire. L'unica cosa che ti chiedo, magari, è di darci un taglio con questa idiozia del Genjutsu musicale, in caso servisse vorrei che il pubblico fosse pronto a seguire le indicazioni date senza essere mezzo rincoglionito.» Commentò Shizuka, tentando a quel punto di tirare un calcio nello stinco del clone di Raizen. «Hai capito o no, testone? Poi mi spiegherai tutto questo interessamento particolare a cosa serviva. Nel mentre sappi che il resto del tuo grande disegno sta procedendo come auspicato.» E sbuffando la ragazzina inarcò un sopracciglio. «Beh? Cosa devo fare ora? Intendo prima di spegnere le reazioni uterine di tua moglie Atasuke Uchiha.» Sibilò, furente.

     
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    Il pericolo è sempre nell'ombra ad attenderti, e quanto c'è Atasuke nei paraggi i pericoli sono due. Già di per sè la scena impietosa cui stavo assistendo sarebbe bastata a tenermi sveglio tutta la notte, nell'affrontare chissà quali strane riflessioni sulla presentazione del nuovo Hokage.


    Meglio un Hokage del genere, o meglio non averlo ?

    La domanda aveva un retrogusto shakespeariano, ma non ebbi troppo tempo per concentrarmi su questo genere di problemi esistenziali. Il rockettaro decise che questo genere di esibizione non era abbastanza, e per mettere un po' di pepe sulla faccenda rinchiuse tutti i presenti in un fottuto genjutsu per farci pogare. La mia volontà era totalmente contraria a questo genere di cosa, me ne sarei vergognato per l'intera esistenza, ma per il momento era fuori discussione la possibilità di rompere un genjutsu di tale portata. E poi, questa dannata illusione mi costrinse dapprima ad alzarmi, e poi a spostarmi per scendere dal tetto sul quale stavo tranquillamente rintanato. Senza che me ne fossi previamente accorto questo spostamento mi aveva salvato dal proiettile omicida costituito dal sottoposto del mio caro guardiano delle mura. Il poveretto avrebbe indubbiamente preferito atterrare sopra di me piuttosto che schiantarsi contro le tegole di quella casetta, ma la fortuna in questo caso mi aveva assistito.


    Non tutti i mali vengono per nuocere allora.

    Sospirai. La vita era strana, iniziavo a preferire l'idea di dover pogare sotto al palco rispetto alla triste prospettiva della serata che avrebbe accompagnato quel disgraziato del sottoposto, che avrebbe dovuto fare i conto con chissà qual genere di dolore e successiva punizione. Non lo invidiavo.
    Io invece, sceso dal tetto con un balzo felino, mi ritrovavo in mezzo al caos totale che si era scatenato. Purtroppo mi ero messo in un tetto discretamente vicino al palco, ed ora che ne ero sceso ero effettivamente a pochi passi da Raizen.
    Le emozioni che provavo erano agghiaccianti, attorno a me una mandria di bestie sudate mi sbatteva addosso, gli schizzi di sudore di questi putridi mi arrivavano addosso, ma non potevo nemmeno togliermele dal viso, in quanto il mio corpo era troppo impegnato a conformarsi alla massa, lanciandosi sul vicino e continuando questo terribile ciclo di trasmissione dei propri liquidi.
    Avrei rimesso da li a poco, speravo in qualche sorta di catastrofe, qualsiasi cosa che potesse portare alla totale distruzione del genjutsu e alla conseguenziale libertà del mio corpo.
    Nei limiti del possibile mi guardai attorno, l'enorme numero di persone rendeva difficile identificare volti conosciuti. In lontananza riuscì a notare il Mizukage, accompagnato da altre persone mai viste. Io l'avevo conosciuto in quel di suna, ma certo non ero nelle condizioni di andare a salutarlo. Ero certo della presenza di Atasuke attorno a noi a vigilare, ma non avevo ancora avuto modo di vederlo. Mentre mi guardavo intorno sperando di trovare qualcuno che potesse aiutarmi notai un fortunato attraversare un vicolo, sembrava essere libero dal genjutsu. Lo invidiai con tutto me stesso, ma non spesi più di qualche occhiata verso di lui.
    Tornai a fissare il palco, forse l'unica cosa da fare era guardare avanti e pensare ad altro, un po' quello che si sente dire dalle donne che hanno vissuto uno stupro. D'altrocanto, nei limiti di un paragone si azzardato, non era una sorta di stupro quello che stavo vivendo ?
     
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