Le Quattro Fonti del Bosco

[Addestramento TS I - Akira/Meika]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco

    Partenza



    Fui estremamente puntuale. Del resto, il sonno non mi veniva facile quella notte. L'ansia era tanta, fin troppa e la paura di brutte sorprese non riusciva ad abbandonarmi del tutto. Sapevo che era la cosa giusta da fare, giacché vivere col pensiero incessante di una domanda che esigeva risposta mi stava consumando dentro. Tuttavia rincorrere certi fantasmi era davvero giusto? In ogni caso mia madre era morta o aveva deciso di lasciare me e mio padre il che stava a significare che alla fine di quella storia sicuramente avrei dovuto voltar pagina ed andare avanti.

    Ma non ebbi un'esitazione. Mai, quella notte, pensai di evitare un viaggio così pericoloso per me ed Akira: meglio il dolore della conoscenza che la pace dell'ignoranza giacché noto che fosse ignoranza la sua stessa esistenza non poteva darmi più pace. All'alba mi svegliai con due grosse occhiaie sotto gli occhi, sbadigliando, con lo stomaco che rumoreggiava per la fame. Non riuscii a mandar giù un solo boccone e rimandai la colazione a più avanti a quando fossi stata in grado di assumere cibi di una qualche forma. Mio padre si svegliò poco dopo di me. I suoi capelli neri si stavano ingrigendo e le cicatrici che si portava sul corpo erano ormai chiare ma nonostante ciò e nonostante la gamba mancante mi dava sempre quella rassicurante sensazione di forza.

    Era sempre stato un uomo duro. Come una vecchia quercia, a cui potevi tagliare un ramo o due ma che senza enormi sforzi non riuscivi a sradicare ed uccidere. Allora parti? mi domandò.
    Sì papà. Risposi ripensando alla bugia della missione. Torno presto, promesso.
    Vorrei ben vedere. Taki non è un posto che mi piace. Il suo volto era cupo. Sospirai. Taki certamente non era un posto dove manderesti tua figlia, persino in missione.
    Sentii il passo claudicante di mio padre avvicinarsi, dunque una sua mano nodosa posarsi sulla mia spalla stringendola appena. Hai letto la pergamena?
    Più volte. Risposi, posando la mia mano sinistra sulla sua posatasulla mia spalla destra. Posso farcela, devo farcela. Aggiunsi quasi in un sussurro.
    Meika, ricorda che l'illusione rimane un'illusione. Solo la verità è ciò che conta.




    La barca ondeggiava tranquillamente trasportata dal vento. Il clima era prettamente estivo, l'aria calda ed umida. Avevo lasciato la mia cabina per stare un po' all'aria aperta ed il ponte era pieno di uomini ma poco laboriosi: il vento faceva tutto il lavoro e la navigazione procedeva tranquilla e spedita.
    Vidi Akira lì, e mi avvicinai a lui, posando poi le mani sul parapetto sporgendomi appena in avanti per osservare il mare piatto. Si vedeva la terra in lontananza: il paese del Fuoco, il nostro attracco.
    Non manca molto, dovremmo arrivare nel tardo pomeriggio. Dissi osservando la terra sfocata dal vapore che saliva dal mare, che le donava un colorito azzurro sovrimpresso. Ho trovato un indizio. Ieri pomeriggio dopo che ti ho lasciato a fare il muschio alle mura - non guardarmi così, lo sai che ti prenderò in giro, lo faresti anche tu con me - sono andata in Amministrazione. Ho chiesto i rapporti ufficiali delle missioni di dieci anni fa, all'incirca del periodo della morte di mia madre. Ricordo ancora che era classificata di grado A, per cui alla fine ho dovuto spulciare solo poche carte ed ho trovato questo. Gli passai un foglio scritto di mio pugno, dove avevo annotato i fatti salienti della missione nella quale mia madre era ufficialmente "morta".

    Missione di Grado A.
    Mandante: un mercante del Paese delle Cascate.
    Compagni di missione: Un tale Mitsuki Haruno di Konoha e Ken Nekki di Suna. Jonin entrambi.
    La missione era il recupero di alcuni rotoli contenenti mappe segrete di alcune centrali elettriche del distretto di Izumi. Questi le avevano rubate al mandante, c'erano prove che stessero cercando di rivenderle ad un certo imprenditore di Taki.
    Non è sopravvissuto nessuno, dunque i dettagli non sono noti. Ciò che è certo è che l'incontro tra l'imprenditore ed i Nukenin doveva avvenire prima del "Bosco delle Mille Fonti".


    Ho fatto delle ricerche su questo Bosco, non è un luogo esattamente piacevole. In ogni caso, l'unico modo certo che conosciamo per entrare a Taki è Sakane e fin lì tu sai come fare uomo pieno di misteri. A questo punto chiediamo qualcosa lì, qualche informazione... se mia madre è viva ed ha visitato il Villaggio magari qualcuno se lo ricorda, no? Non avevo idea se quello potesse essere possibile ma dato che la strada era obbligata fermarsi a chiedere informazioni era la cosa più plausibile da fare.




    Sakane era un post tranquillo. Un villaggio di pescatori. Dati i segreti che Akira sembrava portare riguardo quel posto avrei immaginato ben altre cose. Tuttavia le apparenze ingannavano sempre, sopratutto nel mondo in cui vivevamo. Ed io, prima o poi, avrei dovuto certamente imparare a dominare le apparenze per sfruttarle a mio vantaggio. Da lì non avevo più idea di come muovermi.
    Ok... ed ora? Dissi guardandomi attorno, forse un'attimo spaesata. Non sapevo minimamente da dove iniziare. In normali circostanze non mi sarei sentita così, tuttavia il fatto di avere vicino qualcuno che già sapeva muoversi in quei luoghi aveva fatto sì che mi affidassi più alla sua guida che al mio istinto.
    Come già detto, stava ad Akira.
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    Ritorno


    La lettera fu siglata, quindi chiusa in una bustina, sigillata con un leggero strato di ceralacca recante il simbolo del clan Hozuki ed infine riposta al centro dell'unico tavolo presente in quel piccolo ufficio.
    Fatto ciò, curandomi che la lettera fosse in bella vista, lasciai il mio stanzino all'interno delle mura, per fare capolinea sulla sommità delle stesse.
    Erano appena le sei e trenta della mattina e le guardie del turno smontante notturno si rivelarono essere più sorprese del previsto. « Cosa c'è di così strano? Come guardiano è mio dovere assicurarmi che voi non battiate la fiacca! » Esclamai, con il cuscino ancora disegnato sul viso. Le due giovani sentinelle si guardarono senza proferire parola: evidentemente in poche settimane già si erano accorte tutte che non ero affatto quel genere di guardiano. In verità dubito di essere un guardiano, ma tant'è. « Va bene, va bene, state zitti che è meglio... Sto andando adesso. Al termine del servizio successivo, ovvero le quattordici, andate a consegnare una lettera che troverete nel mio ufficio al Mizukage in persona, o chi per lui... Ci siamo capiti? Allora ciao... » Alzai la mano destra in segno di saluto, mentre incominciavo a scendere le mura utilizzando il controllo del chakra. Quelle ore di vantaggio sull'eventuale notizia data ad Itai ci avrebbe dovuto garantire le ore necessari per raggiungere il continente. O almeno lo speravo.
    « Ma perché? Dove sta andando capo?! » Continuai a camminare come se nulla fosse prima di rispondere con un tono completamente neutro, così da non lasciar trasparire se dicessi la verità o una menzogna. « A Taki. » Alzai entrambe le braccia, sgranchendo schiena ed arti, mentre sentivo una leggera risatina provenire dalla sommità delle mura. « E' sempre il solito, capo! A domani! »
    Domani sicuramente non l'avrei visto, ma speravo che ci fosse comunque un ritorno.

    Io e Meika avevamo preso la prima barca che andava diretta verso la Terra del Fuoco. Il sole era caldo nel cielo e l'umidità dell'arcipelago dell'Acqua rendeva il clima ancor più afoso, seppur con una buona dose di vento che allietava il tutto, oltre a permettere alla nave di viaggiare maggiormente spedita verso il suo obiettivo.
    Ero poggiato con le braccia sul pontile guardavo le onde infrangersi sulla chiglia di legno della nave, quando dalle mie spalle comparve Meika che si era andata a riposare in cabina. L'Akuma aveva effettuato delle ricerche il pomeriggio precedente, mentre io prendevo il sole sulle mura. « Ah - ah. » Esclamai con un leggero sorriso in volto. « Molto divertente! Non ridere sulle disgrazie altrui perché anche a te, prima o poi, capiterà un compito ingrato. Dammi qua, fammi vedere che hai trovato. » Dissi, strappandogli dalle mani il foglio che conteneva un sunto di ciò che aveva annotato dai registri dell'amministrazione di villaggio.
    Secondo i documenti in possesso di Kiri, la madre di Meika era morta, insieme ai suoi due colleghi di altri villaggi, in una missione di grado A nel territorio di Taki e, più precisamente, le notizie si fermavano al Bosco delle Mille Fonti. Lessi il tutto due volte, quindi riconsegnai il foglio a Meika. « Non conosco quel posto. A dir la verità, so praticamente solo come entrare a Taki. Entreremo da sud tramite il passo di Akaga. Quando lo percossi io era ancora inverno, immagino che tra pochi giorni non avremmo nessun problema. Al massimo farà solo un pò più fresco, ma niente di troppo eclatante. » Mi fermai a pensare al terribile gelido vento in cui mi ero imbattuto nella mia prima visita a Taki. « Superato Akaga, arriveremo a Sakane, una piccola cittadina sul lago. Una volta lì so dove cercare informazioni, o quantomeno so dove trovare qualcuno che ci può indirizzare verso questo bosco. » La ragazza mi domandò, quindi, se fosse possibile che qualcuno ricordasse sua madre, passata forse da lì dieci anni prima. Tamburellai con le dita sul legno. « Non so, sinceramente non penso che troveremo lì qualche informazione. La gente è abbastanza fredda, vive isolata dal mondo, ma sicuramente tentar non nuoce! » Strizzai la guancia di Meika con due dita della mano destra. « Forza, andiamoci a riposare un pò, ci aspettano lunghe camminate in questi giorni. »

    [...]


    Arrivammo a Sakane in meno di quattro giorni dalla nostra partenza da Kiri. Il villaggio era ancora come me lo ricordavo: tranquillo. Dalla cima della collina che da Akaga portava a Sakane si poteva vedere tutto il lago estendersi per molte miglia in lunghezza e la città corniciare la sua riva sud. Guardai Meika in viso e notai che sembrava, giustamente, un pò spaesata. « Ed ora me la vedo io. Tu non ti preoccupare! » Ed incominciai a dirigermi verso le palazzine in legno. Fu solo allora che incominciai a pensare a dove poter cercare informazioni. La mia mente andò dritta in un posto: il bordello. Scossi da solo la testa, non potevo presentarmi lì con Meika e, soprattutto, non riuscivo ad autoconvincermi del fatto che qualche splendida ragazza potesse conoscere informazioni a noi utili.
    Dove andare allora?
    Dall'Artista? Da escludere, categoricamente. Non sia mai che avesse penuria di cadaveri e volesse intrattenere il tempo con me o Meika. Anche se ero il "responsabile" tra la cooperazione tra Lei e Kiri non mi sentivo proprio a mio agio con quella pericolosa e affascinante donna.
    Mancava solamente un posto allora, ovvero la vecchia osteria dal ricercato nome: la Bettola.
    Condussi Meika tra le case in legno finché non arrivammo alla malfamata locanda. « Usa la trasformazione, dobbiamo camuffarci. I ninja non sono ben visti da queste parti, e probabilmente ti salverò da qualche battuta infelice. Reggimi solo il gioco se ce ne è bisogno. » Formai quindi l'unico sigillo richiesto dalla tecnica per prendere sembianze di un uomo sulla quarantina dai capelli grigi ed un naso all'insù. Entrati nella Bettola mi avvicinai al bancone, notando come, sebbene fosse neanche mezzogiorno, il posto era già affollato da qualche disgraziato ubriaco. « Buon uomo... » Mi rivolsi al locandiere. « Salve, sono un mercante proveniente da Kusa ed ho degli affari da sbrigare da queste parti, anche se non conosco bene la zona. Dovrei incontrarmi con un uomo al Bosco delle Mille Fonti, o una cosa del genere, sono vicino? » Il locandiere, intento a pulire un boccale di birra con un panno forse ancor più scorso del pavimento, dopo averci pensato un secondo rispose alle mie domande. « Non è un bel posto per fare affari, eh... Non che siamo affari miei, eh... Comunque deve superare il lago e seguire il fiume. Sono, ehm... Poco meno di un giorno di viaggio. Non ti puoi sbagliare. » Annuii alle sue parole. « Vado solo dove mi è stato detto di andare io, buon uomo... Se posso permettermi, come mai non sarebbe un buon posto per gli affari? » Domandai, incuriosito. « Succedono cose strane lì dentro, eh... Storie terrificanti, o sono solo racconti, ma chi può dirlo, eh? Più che un bosco è quasi una palude comunque in alcune zone, eh... Io comunque me ne terrei alla larga, eh... » Continuai ad annuire. « Capisco, buon uomo. Vedrò di far attenzione. Un'ultima cosa, se posso ancora: molti anni fa una mia cugina originaria di Kiri passò da questo posto, il suo nome era Mei Akuma, anche lei mercante. Se la ricorda per caso? » Il grosso uomo fermò il suo movimento con le braccia, appoggiandole entrambe al bancone mentre tirava gli occhi all'insù, come chi sta cercando di ricordare qualcosa. « Io di solito ho una buona memoria, ma non mi sembra di averla mai vista ne sentito il suo nome, ma potrei anche sbagliarmi, eh... Comunque gli stranieri provenienti da terre accademiche non sono ben visti qui, quindi sono quasi sicuro che non sia passata da Sakane, eh... O per lo meno dalla Bettola. » Avevo immaginato un tale esito, ma dovevo provarci. Ringraziai il locandiere lasciandogli qualche ryo di mancia, quindi uscii dal lercio posto.
    « Mi dispiace, ma vedrai che troveremo altre informazioni. Anzi... » Passai il braccio intorno alle spalle di Meika. « Troveremo tua madre! Forza, andiamo. Se ci sbrighiamo possiamo raggiungere il Bosco al tramonto. »

    Seguimmo il torrente che si originava dal lago lungo il percorso indicatoci. Il paesaggio, da aspro e montano, diventava sempre più verde e rigoglioso, finché, quando il sole era quasi completamente sparito dietro l'orizzonte, grossi alberi incominciarono a spuntare dal terreno. Dapprima erano pochi e sparsi, man mano che avanzavamo diventavano, però, sempre più grandi, rigogliosi e numerosi. Questo finché non raggiungemmo l'ingresso del Bosco. Un vecchio cartello in legno, ormai usurato dal tempo e dagli agenti atmosferici, segnava che eravamo giunti nel posto giusto. "Bosco delle Mille Fonti", così recitava. Alla sua destra un vecchio sentiero in disuso faceva capolinea nel bosco. Gli alberi erano alti quasi venti metri e molto fitti, e ciò non permetteva di poter vedere oltre pochi metri dopo il limitare del bosco. Il torrente entrava e si insinuava tra gli alberi, andando a sfociare chissà dove. « Ma che bel posto... » Deglutii. « Ci potremmo fare la luna di miele, che ne pensi? »
    E nel mentre gli ultimi raggi del sole filtravano tra i rami, andando a crear una strana e velata sensazione di inquietudine.

     
    .
  3. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco

    La furia del Kappa



    Con la sicurezza di chi aveva già calcato quelle strade Akira mi portò senza indugio nel più orribile posto che la mia mente potesse immaginare. La puzza di alcool misto a chissà quali sostanze si sentiva persino prima di avvicinarsi al locale. Feci quanto mi aveva consigliato, comprendevo benissimo che se mi fossi presentata lì col mio vero aspetto avrei creato più problemi che altro. Così, dopo qualche rapido sigillo assunsi l'aspetto di un uomo anch'egli sulla quarantina, vestito con una leggera tunica colorata ed i capelli ingrigiti e lunghi, legati dietro con una coda.
    Fu Akira a parlare con il locandiere. Non avrei bevuto qualcosa da lì nemmeno se ne dipendesse la mia vita, visto che le probabilità di morire per chissà quale malattia parevano elevate quanto la morte dopo una fiala di arsenico. Fissavo i movimenti dello strofinaccio lurido con cui sporcava il boccale, sentendomi disgustata.
    E persino le informazioni che ci diede erano scadenti. Non che mi aspettassi di meglio: l'idea di riuscire a trovare una traccia di mia madre in quel posto al primo tentativo non mi aveva nemmeno sfiorato l'anticamera del cervello. Troppa fortuna.
    png
    Una volta fuori di lì, sciolta la trasformazione, Akira passò un braccio attorno alle mie spalle. Feci un mezzo sospiro, stringendole come per dire "che vi uoi fare".
    Avessimo trovato una qualsiasi informazione in questo posto a dieci anni di distanza sarebbe stato quantomeno sospetto. Dissi, con voce tranquilla. Fa nulla, il Bosco sembra la nostra migliore opzione, per ora. Così, carica di energie e qualche flebile speranza, camminai con Akira verso il Bosco delle Mille Fonti, ancora ignara del fatto che in quel posto si celavano cose oscure e misteriose.




    Come previsto, il Bosco era inquietante. A dir poco. La vegetazione sembrava essere convinta che le creature stricianti e camminanti del sotto suolo non avessero diritto ad una manciata di luce. Un sentiero arrivava nel bosco e lì terminava o perché la vegetazione l'aveva fatto sparire o perché gli uomini erano stati troppo codardi per continuare a tracciarlo. Non eravamo ancora entrati in quel bosco, ma già sentivo l'aria mancare come se quella vegetazione avesse stretti i propri rami nodosi attorno alla gola.
    La battuta di Akira mi strappò una risatina nervosa, mentre una goccia di freddo sudore scendeva lungo la mia schiena. Ottima scelta. Scherzarci forse era la maniera migliore per esorcizzare la paura dopotutto.

    Raccolto il coraggio, entrammo. La luce del sole ben presto divenne cosa rara: tutto lì era immerso in una penombra perenne che rendeva difficiole persino il più basilare orientamento. Il sole poi stava anche tramontando, il che avrebbe segnificato che presto sarebbe giunta la notte. Il che voleva dire raccogliere legna, accendre un fuoco e probabilmente scatenare l'ira degli alberi. Ma cosa vai a pensare, gli alberi non si arrabbiano mica! Sono alberi.
    Non esisteva un vero e proprio sentiero nel bosco. Piuttosto si vedeva chiaramente una pista lasciata da animali che conduceva probabilmente ancora più nel cuore della foresta. Non che mi piacesse molto l'idea: ci eravamo inoltrati senza meta in un post dove probabilmente non c'era anima viva. Non avevamo indizi, non avevamo nessuna certezza e l'unica vaga informazione che avevamo era che qualsiasi cosa potesse essere successa a mia madre forse era accaduta in quel bosco. Non stiamo andando da nessuna parte dissi quando ormai il cielo in alto stava diventando scuro. Lo si riusciva ad intravedere tra il fitto fogliamo. Fermiamoci ed accendiamo un fuoco dai, poi parleremo di cosa fare. Improvvisamente pensai che forse era meglio uscire di lì ed aggirare il bosco. Magari in villaggetti vicini qualcuno sapeva qualcosa.

    Sentii un rumore di passi frettolosi ma pensanti. Istintivmente misi una mano sull'elsa del sai al mio fianco. Hai sentito? Dissi, cercando la fonte del rumore con gli occhi. Sembrava tutto quieto. Poi, all'improvviso, il dolore.
    Sentii un forte spinta sulle spalle, violentissima e dolorosa che mi mandò a volare di diversi metri. Sbattei la schiena contro il tronco di un albero e la vista mi si annebbiò. Qualsiasi cosa mi avesse spinto però non aveva certo finito con me.
    Akira poté vedere l'assalitore. Una figura umanoide, la pelle verdastra simile a quella di un rettile.



    La bocca non esisteva, sostituita da un becco verdastro accuminato e sulla schiena un poderoso carapace proteggeva la creatura. Due occhi gialli fissarono Akira per un lunghissimo istante, billando di un'oscura malvagità. Cosa ci fanno due umani vicino alla Fonte? disse con voce rauca la creatura, ma non aspettò risposta.

    Si scagliò contro Akira con una potenza inaudita, velocissimo e nervoso, iniziando a batterlo con le sue orride mani come se l'Hozuki fosse stato una bambola. Uno, due, tre pguni. Sul viso, sullo stomaco, poi ancora sul viso, sul petto ed altri ancora. Una marea di colpi senza fine, una furia sanguinaria apparentemente ingiustificata. Fortunatamente la creatura non sembrava avere una forza commisurata alla sua raipidità, ma un tempesta infinita di colpi avrebbe sfiancato persino il più valente dei guerrieri.
    E sarebbe proseguita, inevitabilmente, finché Akira non avesse perso i sensi.

    Riaprii gli occhi giusto in tempo per vedere la scena. La schiena mi doleva terribilmente. Mi rialzai in piedi faticosamente, poggiando una mano sul tronco, mentre allungai l'altra pateticamente verso il ragazzo. Akira... Purtroppo lui doveva fare da se. Io, per il momento, ero fuori gioco.


    Direi che è chiaro cosa devi fare. È venuto per te il momento di diventare un Hozuki anche di fatto :guru:
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    L'Acqua è Vita


    L'inquietudine regnava sovrana in quei minuti.
    Io e Meika, dinanzi al Bosco delle Mille Fonti, con l'ultima luce del sole calante che a stento oltrepassava la fitta vegetazione dinanzi a noi, ci sentivamo quasi spaventati, ma no riuscivo a capire il perché di quella sensazione. Quel posto non era un luogo come molti altri, poco ma sicuro. Non riuscivo ancora a capire il perché, ma ne ero certo.
    « Forza, entriamo, altrimenti qualcuno di noi due proporrà di tornare a Kiri. » Dissi, compiendo il primo passo. « Magari risulterà solo una bella passeggiata nel bosco... » Esclamai ancora, con pochissima convinzione.
    All'interno del bosco la luce del sole risultò essere ancor più fioca e debole del previsto. Alzando la testa i rami intrecciati e folti dei grossi alberi andavano a coprire quasi del tutto il cielo sopra di noi, rendendo quel bosco più simile ad una struttura che ad un luogo naturale. Cercai di seguire il sentiero, o meglio, quel che ne rimaneva. Un tempo sicuramente più di qualcuno era passato in quel luogo, ma le strade dovevano essere in disuso da più di qualche anno. Il sentiero, però, era ancora visibile, sebbene coperto dal sottobosco che era cresciuto ormai incontrastato.
    Proseguimmo così, per circa un'ora abbondante, sempre più all'interno del bosco, che ad ogni passo si faceva ancor più fitto, senza dire una parola, finché l'ovvietà della nostra situazione non costrinse Meika a parlare. Non solo il sole era quasi del tutto tramontato, ma non sapevamo neanche quale era la nostra direzione o metà. « Devo darti ragione... Questa volta. » Mi fermai, mettendo entrambe le mani sui fianchi, come chi non sapeva da come uscire da una brutta situazione. « Ci accampiamo qui per questa sera, ci riposeremo un pò e domani mattina faremo il punto della situazione. E sì, accenderemo un fuoco, altrimenti troverai un sacco di simpatici e piccoli amici nel tuo giaciglio, questa notte... » Il chiaro riferimento ai numerosi aracnidi, insetti e rettili che dovevano abitare in quel luogo era fin troppo chiaro.
    « Taglio qualche ramo per... » Mi interruppi a metà della frase. Un rumore attirò la mia intenzione. Un rumore fin troppo distinto per appartenere ad un qualche animale selvatico. E si avvicinava, velocemente.


    z6ooNnk

    Non riuscii a capire l'esatta origine del rumore finché non ci fu addosso. Addosso a Meika, per l'esattezza. « ATTENTA! DAL TUO FIANCO! » Ma fu troppo tardi, l'Akuma venne spinta via per qualche metro, prima di andare a scontrarsi contro un albero e cadere al suolo. Dove c'era Meika, adesso c'era una creatura che non avevo ma visto prima.
    Pelle verdastra, un guscio dietro la schiena, zampe con lunghi artigli e un becco dello stesso colore della pelle. « Cosa diavolo sei?! » Urlai, diretto verso la strana creatura che, quasi incurante, disse qualcosa riguardo ad una fonte. Per poi partire all'attacco.
    « Cazzo... » Con velocità fulminea cancellò la distanza che lo separava da me. Era rapido, fin troppo anche per me. Non riuscii ad impugnare il fuuma kunai dietro la mia schiena. Non riuscii neanche a stare dietro ai suoi movimenti, e i suoi artigli ormai stavano per colpirmi. Se fosse stato forte quanto veloce, non avrei avuto alcuna speranza di sopravvivere a quell'attacco.
    Il primo colpo era diretto verso il mio viso.
    Concentrai il chakra in modo da poter aumentare i miei riflessi, spostando il busto verso l'indietro ed aiutandomi al contempo con il peso del resto del mio corpo per velocizzare la schivata. Come previsto, però, c'era troppa differenza di velocità. Il pugno della creatura umanoide colpì il mio petto, in modo talmente feroce da farmi arretrare di un passo. Dovetti resistere non poco al dolore e alla forza del suo attacco, che non accennava a fermarsi. Con il piede destro all'indietro ed il peso sbilanciato, le mie possibilità di ulteriori schivate erano del tutto svanite. Il secondo pugno era diretto al busto, e non capii solo quando sentii il contatto con la sua ruvida pelle sulla mia maglia d'acciaio, che per fortuna riuscì a trattenere la forza cinetica del colpo.
    Quasi piegato in due per la velocità dei colpi, alzai istintivamente le braccia a protezione del viso. E lì arrivo il terzo pugno. E così il quarto, ed il quinto. Tutti diretti al volto, se non fosse stata per la protezione delle mie braccia, ormai aperte dalla furia dei colpi ravvicinati.
    Sputai sangue dalla bocca, ed il tempo, tra un pugno e l'altro, parve come fermarsi. Sentivo il sangue pulsare nelle mie braccia, livide, anche se non riuscivo più a distinguere in modo ordinato le forme ed i colori di ciò che era intorno a me.
    Forse quella sarebbe stata la mia fine. Divertente, come cosa, visto che me l'ero andata a cercare proprio io.
    Meika sarebbe potuta venire da sola in quel luogo, e forse non sarei morto... Ma esistono molti tipi di morti, e la sua scomparsa avrebbe forse fatto più male di tutti i colpi di quella creatura. Soprattutto se avessi vissuto con la consapevolezza di dover essere stato lì in quel momento, lì vicino a lei.
    Poter continuare a vivere con quel rimorso, ci sarei mai riuscito?
    Non credo. Non lo pensavo. Non ci credevo.
    A quale costo avrei continuato a vivere mantenendo quelli che erano i miei obiettivi, i miei sogni, le mie speranze, se Meika fosse morta in quel posto? Sola o non sola. Non potevo permetterlo, non poteva essere così, in qualunque caso.
    Fu allora che mi parve sentire la sua voce, a pochi metri da me. Meika stava pronunciando il mio nome, ed io ero lì, in piedi, tra lei ed il mostro.

    E lì sarei rimasto.

    Se proprio non fossi riuscito a salvare entrambi, avrei provato con tutto me stesso a salvare lei, dandogli il tempo di scappare da quel posto.
    Solo allora il tempo parve riprendere a scorrere normalmente. Rialzai la mia testa ed il busto, mettendomi eretto dinanzi alla creatura, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Non aveva più senso cercare di difendermi, sapevo a costa stavo andando incontro.
    Sapevo quel che dovevo fare.
    « L'acqua è... Vita. » Questo era quel che diceva sempre Ryo durante i nostri allenamenti. Sussurrai queste parole, non so neanche io se a me stesso o al mostro. Quel che so è che il suo pugno non mi fece male. Potevo sentire la sua viscida pelle sulla mia, che però era diversa, fluida. Circondò il suo pugno, lasciandogli spazio, lasciandolo passare attraverso il mio corpo. I miei occhi erano aperti, impassibili, e guardavo il mostro che furioso continuò a colpirmi per molte, molte volte.
    E tutte le volte invano i suoi pugni attingevano il mio corpo. Strappando, battendo, scuotendo. Questo, finché, non mi sentii cadere all'indietro, senza più coscienza del tempo trascorso e del numero dei colpi portati. Sbattei la schiena a terra, e anche questa volta sembrò come se toccassi con la mia pelle il mare; solo che io ero l'acqua, il resto del mondo era solido. Girai il mio volto, da cui ormai osservavo il mondo solo con l'occhio sinistro, verso il mio braccio destro. Il mio arto era ridotto a poco più che una poltiglia liquida informe e instabile.


    z6ooNnk

    Sorrisi. Forse c'ero finalmente riuscito. Probabilmente, però, era troppo tardi.
    Cercai di riprendere le mie forze e concentrai il chakra in tutto il mio corpo, come mi era stato detto. Mutevole e fluido, ma comunque sempre integro. L'acqua, sparsa un pò tutt'attorno a me, incominciò ad avvicinarsi, come spinta da vita propria, e, una volta a contatto con la mia pelle, questa ritornava in me. In poco più di qualche breve secondo, ero di nuovo tutt'uno.
    Unico problema: non riuscivo a muovere un singolo muscolo.

    « Meika... Scappa... » Riuscii, con un rantolo di voce, a dire.

    La minacciosa creatura, visibilmente sudata e con il fiatone, era indietreggiata solo di qualche passo. « Di cosa diavolo sei fatto?! Non importa, ti finirò adesso... » E i suoi piccoli occhi brillarono di furia, mentre a piccoli passi incominciava a dirigersi verso di me, ancora disteso a terra ed immobilizzato.



    Allora, tocca a te adesso.
    Il povero Akira è paralizzato a terra, ferito ed esausto per l'esser riuscito ad utilizzare la liquefazione completa.
    Cosa farà la piccola Meika per salvare il suo amico? Magari attirare l'attenzione della bestiaccia con... Beh, mi hai capito... :guru:
     
    .
  5. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco

    La profonda oscurità



    Con orrore vidi la bestia che colpiva Akira con una furia a dir poco bestiale. Un demone verde dall'aspetto orrido, qualcosa che mai avevo visto se non in qualche illustrazione i cui ricordi apparivano sfocati ed accompagnati da una voce calda, femminile. Un profumo dolce ed una latente ma mai passata del tutto sensazione di pace che solo tra le braccia della propria madre si poteva provare.

    Non andare nel fiume, o i Kappa ti prenderanno!

    Con difficoltà mi rialzai, sentendo il dolore ridursi. Il respiro tornò regolare e riuscii a sostenermi con le mie sole gambe. Akira, nel frattempo, continuava ad essere picchiato selvaggiamente. Ma qualcosa stava cambiando. Non riuscii a notarlo subito, ma l'orrore del vedere un pugno del Kappa entrare nel corpo di Akira dovette svanire prima che mi potessi rendere conto che lui era diventato liquido.
    I colpi della bestia proseguirono, ma avevano la stessa valenza del colpire il mare: potevi sfogare la tua furia immensamente contro di esso, ma sarebbe rimasto lì. Immutabile, inamovibile e fedele al suo ruolo.
    I resti liquidi di Akira si ricomposero ed io mi sentii tranquilla: sembrava strano che potesse tornare normale dopo tutta quella sequela di colpi senza fine. Rimase lì, dinanzi a me. Mi disse di scappare.
    Scappare.

    Magari lui si stava chiedendo che diavolo ci facesse lì. Non era certo obbligato a seguirmi e rimanere. Ma io avevo accettato il suo aiuto e per quel motivo mai e poi mai sarei scappata lasciandolo indietro. Prima ancora dell'affetto, c'era la responsabilità che sentivo nei suoi confronti per averlo trascinato in una storia nella quale lui non centrava nulla. Così, ignorai il suo consiglio.
    Credi davvero che ti ascolterò? risposi con i denti stretti, tirando fuori il Sai dalla tasca.
    Il Kappa parve riprendersi dalla confusione che provava riguardo ciò che Akira aveva fatto poc'anzi e fece nuovamente per gettarsi addosso a lui.
    Ma fui veloce. Ero già partita prim'ancora che il Kappa pensasse di attaccare ed il suo primo colpo, furioso, mi colpì dritto sul ventre.
    Ero io che mi ero frapposta tra il nemico ed Akira. Non potevo essere sempre protetta da tutti.
    Intendi morire tu per prima? Mi sta anche bene, dopotutto. La sua voce era malvagia. Non era spaventato, non cercava di difendere qualcosa. Voleva farci del male.
    Tu non alzerai... sentii gli occhi iniziare a bruciare ... mai più... non me n'ero accorta: stavo utilizzando il chakra, lo stavo mandando negli occhi! ... un dito... gli occhi bruciarono al punto che il dolore divenne insostenibile...

    Il Magan, o Occhi Demoniaci, è un tipo di tecnica insolita nell'ambito dei Doujutsu. Essi sono normalmente caratterizzati da una componente genetica per cui si può tranquillamente dire che in altri casi sono gli occhi ad essere importanti, e non lo shinobi. Essi funzioneranno anche addosso ad uno Shinobi che non ha il sangue e le conoscenze per usarli.
    Al contrario così non è per noi Akuma. I nostri occhi rimangono solo e sempre occhi e non c'è nulla in noi che se trapiantato in altri permetta automaticamente di acquisire le nostre capacità.
    I nostri occhi sono solo uno specchio del nostro chakra, ed esso è la più profonda e completa manipolazione della realtà, superiore di gran lunga persino a quella dello Sharingan di Konoha. Ed il nostro chakra è Oscurità.
    [...]
    Si può dire in sommi capi che il Magan è la massima forma di Genjutsu, ed è l'espressione profonda della parte Yin della nostra stessa anima.
    [...]
    E dunque il punto focale è che questo chakra possa fiorire e svilupparsi, nonché trovare la sua naturale via di comunicazione con gli occhi in un processo se vogliamo dire doloroso ma certamente essenziale.


    L'oscurità mi avvolgeva, tanto densa che potevo toccarla con le dita. Non vi era luce in quel pozzo nero in cui mi trovavo. Non c'era il Kappa, non c'era Akira. C'ero soltanto io e l'oscurità. Potevo sentirla sulla pelle, sul viso e sugli occhi chiusi come un fumo pesante. Inizialmente non respirai: avevo la certezza che una sola boccata di quell'aria mi avrebbe ucciso. Ma poi i polmoni dolettero ed io istintivamente trassi un gran respiro. L'oscurità entrò nel naso, nella bocca, scese giù in gola ed invase i miei polmoni. E da lì passò nel sangue e da lì viaggiò ovunque.
    Non era più attorno a me.
    Era dentro di me.
    Aprii gli occhi, ma era come se li avessi tenuti chiusi. Mossi una mano, ma non riuscii a vederla. Eppure la vidi: l'oscurità muoversi. Come un'onda appena accennata una breve luce si palesò a delimitare i contorni di quel fumo oscuro che avevo spostato. E sapevo perché si era visto: desideravo vederlo.
    Desiderai allora di poter plasmare il fumo in qualcos'altro e mossi ancora la mano ed esso divenne una fiammella fredda che rimaneva ferma sul palmo della mia mano.
    Ed essa richiamò a me altri ricordi.

    Non andare nel fiume, o i Kappa ti prenderanno!
    Io risi, bagnando le mani nell'acqua per poi schizzarla via, allegra come solo una bambina piccola poteva esserlo E se vengono che faccio?
    Se vengono, tu torna da me. I kappa hanno paura della tua mamma perché so creare qualcosa della quale loro hanno una immensa paura.
    Cosa cosa cosa? domandai curiosa.
    Il fuoco! Ai Kappa proprio non piace il fuoco.


    E l'oscurità divenne un incendio.

    tumblr_nrao2kQpX31twcepyo1_500

    ... su di lui!


    Gli occhi esplosero di dolore e fu come se fossero andati in fiamme. Non notai nulla di diverso per un istante, ma il kappa poteva vedere le iridi che divenivano rosse mentre le sclere assumevano un colore nero come la notte.
    L'oscurità tornò, ma era come se essa fosse sovrapposta al mondo. Avevo coscienza di entrambi quei luoghi piuttosto che di uno solo. Mi concentrai su un cumulo di tenebre che era poco dinanzi a me ed immaginai che esso fosse fuoco e che nel fuoco si potessero scorgere i tratti di un oscuro individuo alto non meno di due metri e mezzo. Tutti l'avrebbero visto. Era illusorio ma esistente in quel mondo, come se l'illusione fosse nata da una distorsione stessa della realtà che piegava tutte le percezioni di tutti gli individui piuttosto che da una percezione falsata che falsava anche la realtà percepita.


    CHE C'È RANOCCHIO, NON SCAPPI?



    Persino la voce era falsa.
    Il Kappa rimase atterrito dinanzi a quella visione. Il loro timore dunque era vero, non una leggenda. Del resto però, anche loro dovevano essere leggende eppure eccoli lì, vivi ed indiscutibilmente reali. Il Kappa girò i tacchi e con un urlo acuto scomparve nel fondo della foresta.
    Quando non udii più i suoi passi. Solo allora interruppi il flusso di chakra ai miei occhi, permettendo al gigante di scomparire.

    Il dolore fu intenso. Terribile. Mi misi entrambe le mani sugli occhi, ma non dissi una sola parola di lamento: contai fino a dieci, dunque riaprii le palpebre. I miei occhi erano arrossati, ma normali. Mi voltai verso Akira, constatando con una rapida occhiata che era messo molto male. Mi inginocchiai accanto alla sua testa, passandogli delicatamente una mano sui capelli. Non azzardarti a chiedermi tonici stavolta.
    Dissi con un soffio mentre spostavo la mano sul suo viso. Rilasciai il chakra ed un alone verde comparve attorno alle mia mano, iniziando a richiudere le ferite di Akira.
    Non chiedermi più di scappare. Dissi, mentre mi spostavo a curare il braccio ferito. Io ti ci ho portato qui, ed io ti riporto a Kiri. Intero.
    Per curarlo tutto ci sarebbe voluto un po', ma alla fine sarei riuscito a guarire almeno le sue ferite. Alla fine di tutto sarebbe comunque stato molto stanco, ma decisamente vivo.
    Alla fine ero stanca, con l'addome e la schiena doloranti, ma ancora viva e vegeta. Cerco un po' di legna per il fuoco, tu riposa. E non avrei accettato lamentele. Si era preso un sacco di pugni e dopo, quando poteva svenire ealmeno fingersi tale si era frapposto ancora fra me ed il Kappa. Almeno quella piccola gentilezza glie la dovevo.




    Il fuoco ardeva e le provviste per quella sera erano state consumate. Ero stesa sul mio sacco a pelo, non dentro, pensierosa per l'aggressione che avevamo subito.
    Sei diventato... liquido! dissi all'improvviso Per un momento ho creduto ti avesse seccato quando ti ha infilato una mano nel petto. Comunque, se teniamo il fuoco acceso non dovremmo vederne. Hai visto, no? Sono spaventatissimi con il fuoco.
    Non ero del tutto certa di essere in grado di replicare quello scherzetto dopotutto. Gli occhi bruciavano ancora, sentivo l'assoluto bisogno di chiuderli ma non potevo ancora. Riposiamo per ora, dormi, tra un po' ti sveglio e facciamo cambio. Altro che insetti, qui il fuoco serve per tenere fuori bestie ben peggiori.

    La notte procedeva tranquilla. Si udivano un sacco di rumori, ma nessuno sembrava intenzionato a farci visita. Tenni il fuoco vivo ed alla fine, quando non ce la feci più (erano passate circa quattro ore) svegliai Akira e con malagrazia caddi sul mio sacco a pelo, troppo stanca per riuscire ad infilarmici dentro. Chiudere gli occhi per riposare ebbe un effetto quasi balsamico su di me. Sentii finalmente gli occhi riposarsi e godersi il buio più assoluto ancora in prate provati per quello che era successo poc'anzi.

    Fu mentre dormivo che ricevemmo la seconda visita di quella notte assai strana. Un altro Kappa. Alto quasi un metro e novanta, con un gonnellino di paglia a coprirlo, e l'aspetto decisamente più gentile della bestia che ci aveva attaccati. Se Akira non mi avesse svegliato avrei continuato a dormrie profondamente, dando prova del mio sonno a prova di palle di cannone.
    Buo..buona sera! O forse dovrei dire buon giorno vista l'ora, ohohoh rise, posando una mano davanti alla bocca. Non sembrava avere nulla a che vedere la bestia malvagia che ci aveva assaliti. Oh, ehm, sì riacquistò un rapido contegno Sapete, erano molti anni che nessun umano si avvicinava al territorio delle Quattro Fonti spiegò con gentilezza E vi posso assicurare che purtroppo per voi non siete ben visti da queste parti. Se Akia non mi avesse già svegliato il Kappa avrebbe emesso un lungo fischio acuto, non molto forte, che però mi avrebbe fatto aprire gli occhi di soprassalto.
    Cos, cosa è, chi... AH! allungai un dito verso di lui ed iniziai a richiamare il chakra negli occhi che tornarono nuovamente neri.
    Oh, mia cara ragazza, non ce ne sarà certo bisogno! rise ancora, con gentilezza Non è certo mia intenzione ferirvi, perché siete qui? Sono curioso.
    Lo guardai con sospetto, dunque, sbadigliai. Siamo qui per cercare una persona, non sappiamo se sia viva o morta. Ufficialmente è morta, ma uno mi ha detto di averla vista viva e vegeta. il Kappa annuì, incitandola a continuare. Mia madre.
    Oh. Ha un nome tua madre? Gentile ragazza, i nomi sono una cosa importanti. Io sono Suigo, il guardiano dei confini meridionali della Fonte Pura. Fece un profondo inchino. L'acqua sulla sua testa scivolò dal contenitore e cadde per terra, Suigo, in tutta risposta perse all'improvviso le forze e cadde in avanti.
    Oh cielo, oh cielo, oh cielo, perdonatemi! si rialzò Dunque, qual'era il suo nome? Ed il tuo? Ed il tuo, ragazzo.
    Io sono Meika Akuma, mia madre si chiamava Mei... Mei Terumi.
    Suigo annuì Oh... capisco. Questo nome non è nuovo al Bosco delle mille Fonti. Forse devi parlare col nostro Capo.
    All'improvviso il mio cuore pese un colpo. Le mie gambe tremarono appena. Mi stava forse tirando un brutto scherzo? Del resto uno della sua stessa specie fino a poco tempo fa aveva cercato di farci a pezzi!
    Una storia vecchia, sì, Mei Terumi. Avanti vi porto dal vecchio alla Fonte Pu... qualcosa lo scosse all'improvviso. Un fischio si spanse per l'aria e Suigo ne fu terrorizzato. No...! Si voltò verso est, agitato. .. il confine! Ascoltate, devo andare. Il Kappa che vi ha attaccati era uno dei Kappa della Fonte Insanguinata, brutta, brutta, brutta gente. Dovete raggiungere la Fonte pura, andate da qui verso nord. Non andate ad est! E scappò tra le fronde.

    Stordita, guardai Akira, pensando per un lungo momento che doveva essere tutto un sogno. In che posto c'eravamo cacciati? Tuttavia quell'incontro rispondeva in parte alle nostre esigenze. Sapevamo che fare in quel bosco. Che fosse vero o meno non potevamo saperlo, ma avevo la strana sensazione che dirigersi a nord a quel punto era meglio che cercare di tornare indietro.
    Sentito...? Ci fidiamo...? Mio madre è stata da queste parti, forse sanno davvero qualcosa.
    Alla fine, raccolto tutto, iniziammo a camminare verso nord. Il bosco si fece sempre più fitto e stranamente iniziammo a scendere verso il basso. Non sembravano esserci creature viventi: tutto sembrava immerso in una quiete quasi stregata. L'aria era pesante, quasi irrespirabile. L'umidità così alta che ben presto persino i capelli iniziarono a bagnarsi.
    Immagino che tu ti sentirai come nuovo in questo clima dissi ironica, pensando come aveva sofferto il caldo di Suna mentre ora io soffrivo quell'aria appestata. Era così densa e umida che era esattamente come essere in acqua.

    Camminammo per una buona oretta, procedendo con lentezza per via del terreno accidentato. Alla fine ci trovammo dinanzi la struttura più assurda che avessi mai visto. Un muro alto dieci metri, coperto di muschio, circolare ed enorme (sembrava racchiudere una vasta area e ad occhio poteva avere un raggio di tre chilometri o forse più. In diversi punti piccole cascate d'acqua cadevano dal muro verso il basso, formando diversi ruscelli che si diramavano e... risalivano la pendenza contro la forza di gravità. Ben nascosti dalla vegetazione, invisibili fino a quel momento, ma era innegabile che fossero innaturali.
    ... Che sia questa la Fonte Pura? domandai alzando un sopracciglio. Non sembravano esserci ingressi. Proviamo ad arrampicarci. Suggerii incerta. Trovato un posto asciutto misi un piede sulla roccia, attivando il chakra adesivo... che scomparve. Lo rifeci ancora, ma nulla. Quella roccia sembrava assorbirlo. A che serve imparare a camminare sui muri se poi costruiscono muri sui quali non puoi camminare. Mi lamentai, incrociando le braccia al petto. A questo punto dobb... Non finii di parlare che l'acqua dei torrenti aumentò in maniera sconsiderata, deviando come se controllata da una forza estranea. Dunque si avvolse attorno a me e ad Akira.
    All'improvviso, e senza che potessimo far nulla per evitarlo, l'acqua aveva formato tutto attorno a noi una semisfera liquida. Lo strato di acqua che ci avvolgeva era spesso almeno due metri e sembrava insolitamente tranquillo, come se non avesse bisogno di procedere vorticando furiosamente. ...mi concedi un momento infantile, vero? gli lanciai un occhiata, poi abbassai la testa estremamente sconsolata. Voglio tornare a casa!
    Fatto quello sfogo degno di una bambina di quattro anni, decidi si agira. Mi avvicinai all'aqua, immergendovi una mano. Nulla accadde. Immersi il braccio fino al gomito e questo fu spinto da una forza tremenda che nemmeno nei miei sogni più remoti sarei riuscito a vincere. Cavolo, spinge via. Che facciamo ora? non avevo chissà quali tecniche in grado di rompere quella specie di barriera. Tu non puoi far nulla? Voglio dire, se riesci di nuovo a diventare d'acqua magari puoi passare attraverso questa cosa, che so... Non sapevo molto riguardo le abilità degli Hozuki, per cui la sparai lì.
    Oltretutto ci voleva una notevole forza per riuscire ad immergere anche solo una parte del proprio corpo in quel liquido.
    Nel frattempo diverse figure verdi comparvero. Deformate dall'acqua, parevano aggirarsi quasi curiose attorno a noi. Certo, quel sistema di difesa era efficace, ma per niente violento infondo. Che avessimo trovato davvero la Fonte Pura?



    Forza, qui ci vuole la possanza fisica degli Hozuki e la loro capacità di passare qui e lì nell'acqua.
    Poi c'è una piccola chicca, casomai l'abbia notato :guru:
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    Nuovi Orizzonti


    Meika si intromise tra me e la creatura ferina del bosco.
    Tra lei e la mia morte. Estrasse un pugnale. Ben poca cosa, se messa a confronto con lo strapotere fisico di quel mostro anfibio.
    « Non fare la sciocca... Scappa, ora... » Continuai a ripetere, con un rantolo di voce e gli occhi mezzi chiusi dallo sforzo e dal dolore accumulato. Lei, però, insistette. Cercai di muovere il mio corpo.
    Nulla. Neanche un dito rispondeva ai miei comandi. Non poteva fare niente per salvarla dalla furia sanguinaria che presto si sarebbe abbattuta su di lei.
    Accadde, allora, ciò che non mi sarei mai aspettato che potesse accadere.
    Dinanzi a Meika, l'oscurità prese vita. La vidi per un'istante agglomerarsi, ruotare e sfiorarsi più volte, finché non si trasformò in qualcos'altro: fiamme.
    Una figura infuocata, alta più di due metri, apparve, quasi come un lampo di luce in un cielo buio. Ma non era un uomo che andava in fiamme, era lui stesso fuoco. Ed era vero ai miei occhi come vero era il terreno su cui poggiavo. L'essere parlò e in men che non si dica, la feroce creatura perse tutta la sua vena combattiva e scomparve nel bosco nello stesso modo in cui era apparso.

    Il fuoco tornò ad essere oscurità, ad essere nulla.
    Vidi Meika abbassare lo sguardo e mettersi le mani sugli occhi, come quando una luce troppo intensa sopravviene ad un'oscurità profonda. Poteva significare una cosa soltanto: era stata lei a dare vita a quel mostro di fiamme. Passo qualche secondo, o forse qualche minuto, ancora non saprei dire, ma alla fine di quel tempo Meika accorse al mio fianco.
    Incominciai a sorridere vistosamente, quindi a ridere di gusto. « Deja-vu. » La risata aumentò ancora di volume, finché un dolore proveniente dal torace non me la smorzò. Emisi un sibilo con il volto a metà tra la sofferenza e la gioia. « E' strano che dopo ogni combattimento mi ritrovo sempre nella stessa situazione: io a terra paralizzato ed in fin di vita, e te al mio fianco a prenderti cura di me... » Sospirai, ancora divertito, ripensando a quanto successo a Suna contro i Kijin. « Forza è giunto il momento di lasciar fare qualcosa di più a te... E allo stesso tempo dovrei smettere di strafare... Anche perché trovo solo gente più forte di me. » Non che fosse difficile, a quel punto della mia vita.
    Attesi che Meika terminò le sue cure. In poco tempo, infatti, riuscì a richiudere tutte le molteplici ferite che il mostro aveva aperto sul mio corpo.« Grazie... » Dissi ancora, quando Meika si alzò dal mio fianco, sfiancata dallo sforzo, per andare a cercare della legna per la notte. Concentrandomi, ma non senza una notevole fatica, riuscii a rimettermi seduto e quasi strisciare verso l'albero più vicino, appoggiandoci la schiena per rimanere seduto. Questa volta non avevo abbastanza forze per controbattere.

    Quando Meika tornò con la legna necessaria per accendere il fuoco, io ero riuscito a rimettermi in piedi da appena un minuto. Entrambi esausti, procedemmo in silenzio a preparare una sorta di campo per la notte, accendendo il fuoco e disponendo i sacchi a pelo attorno a questo, quindi mangiammo le nostre provviste. Dopo cena ripensammo a quel che era successo. « Sì... Quella che hai visto è la Tecnica dell'Idratazione del mio clan... E' la prima volta che ci riesco ad utilizzarla in questo modo. Non ero riuscito a idratare neanche un dito fino ad oggi, ma forse il mio corpo messo alle strette ha reagito in quel modo. » Guardai intensamente il fuoco, senza distogliere mai lo sguardo. « Forse prima della fine di questo viaggio sarò in grado di non dovermi più preoccupare di alcun colpo... Ma parliamo di te piuttosto... » Sorrisi. « Se qualche dubbio poteva ancora esserci, forse oggi lo abbiamo eliminato, o meglio, bruciato, per sempre, giusto? Rispondi adesso alla tua domanda, sei una Terumi o una Akuma? »

    La prima parte della notte si rivelò essere tranquilla come da previsione: animali e kappa feroci, come avevamo accurato, temevano il fuoco, e ciò ci permise di dormire sonni tranquilli. Almeno finché non giunse un altro simpatico rettile a tenerci compagnia. « Meika! » Esclamai, balzando in piedi e mettendo mano all'impugnatura del fuuma kunai, quando vidi uscire dal bosco l'altro kappa con indosso un gonnellino di paglia. Questo kappa, però, si mostrò molto più bizzarro e aperto al dialogo rispetto al nostro precedente amico. Il suo nome era Suigo, ed era il guardiano del confine della Fonte Pura. « Beh, possiamo dire di essere colleghi per un certo verso allora. Mi chiamo Akira Hozuki, guardiano di Kiri. » Risposi alla sua domanda. Con un rapido scambio di battute Meika riuscì ad ottenere più informazioni su sua madre rispetto ad una settimana di ricerche precedenti. Finalmente si incominciava a vedere la luce di quel tunnel.
    La galleria però era ancora lunga.
    Improvvisamente il kappa disse di dover scappare a causa di un altro clan di kappa e del loro confine, quindi ci consigliò di procedere verso la Fonte Pura. Prima che riuscissimo a chiedere ulteriori indicazioni, era scomparso nella foresta. « Ancora una volta non riusciamo a trovare gente sana di mente... La maledizione di Akira e Meika continua anche a Taki! » Sbuffai, prendendomela con il mondo. « Fidiamoci, non mi sembrava un pazzo assetato d sangue come quell'altro... Sempre meglio seguire una direzione piuttosto che dirigerci a caso in questa foresta. » Mi rivolsi a Meika, mentre già incominciavo a raccogliere le mie cose per rimetterci in viaggio.

    Procedendo verso nord incominciammo al tempo stesso a calare di quota, arrivando, probabilmente, sotto la quota del mare, a giudicare dall'umidità nell'aria. Quella parte del bosco era estremamente silenziosa e quieta, per un certo verso differente dalla prima parte del bosco in cui ci eravamo addentrati. In pochi minuti Meika era un bagno di sudore, e i suoi capelli erano letteralmente bagnati per l'umidità. « Devo dire che è fantastico! Quasi quasi mi ci trasferisco! » Esclamai, respirando a pieni polmoni l'aria densa. Ed anche il mio corpo parve pensarla allo stesso modo.
    Le ferite del combattimento erano state richiuse, ma quelle interne erano ancora ben doloranti. L'arte medica di Meika non faceva miracoli, ma in quel posto sembravo rigenerarmi ad ogni passo. L'aria umida entrava nel mio corpo da ogni poro, idratando la pelle in fondo, toccando ogni mia cellula. Era una sensazione strana, così difficile da spiegare che evitai di condividerla con Meika mentre camminavamo.
    Il mio corpo stava assorbendo l'acqua, e l'acqua mi stava lentamente curando. Meglio di un sonno ristoratore, meglio del cibo dopo il digiuno.
    L'acqua è vita, tornai a pensare sorridendo.

    Con poco più di un'ora di viaggio arrivammo di fronte ad uno spettacolo del tutto inusuale. Gli alberi avevano abbandonato il posto ad un muro imponente, alto dieci metri, e talmente lungo da non vederne la fine da nessuna delle due estremità. Dalla parete del muro, completamente ricoperta da muschio, inoltre l'acqua sgorgava e confluiva in continuazione... Solo che scorreva al contrario. Vere e proprie piccole cascate facevano cadere, anzi salire, l'acqua verso l'altro, creando un paesaggio del tutto unico e incredibile. « Non so se è la Fonte Pura, però è bellissimo... » Dissi estasiato, mentre ci avvicinavamo alla parete verde.
    Meika provò ad usare il chakra adesivo, ma il muschio parve cibarsi del chakra, con il risultato finale di rendere del tutto innocuo il tentativo di scalata dell'AKuma. Stavo quasi per poggiare la mano al muro, quando accadde l'inaspettato. Tutta l'acqua intorno a noi, come se dotata di vita propria, incomincio a confluire nella nostra direzione, circondandoci completamente. « Ma che diavolo! » In men che non si dicesse, eravamo all'interno di una grande e spessa prigione d'acqua. « Penso che è ormai troppo tardi per tornare a casa... Dovevamo pensarci prima... »
    Vidi quindi Meika immergere la mano nell'acqua; inizialmente parve non succedere niente, ma appena tentò di andare più in profondità la sfera la rigettò via. « Fantastico... » Esclamai, entusiasta. « Forse riesco a farci qualcosa... Ma devo provarci, sinceramente sarà la prima volta. » E, mentre parlavo, in lontananza, diverse figure incominciavano ad uscire dall'acqua stessa. « Ok, diciamo che devo improvvisare. Ed anche velocemente. Fammi un pò di spazio. » Mi misi davanti a Meika, tenendo il braccio destro a paletta così da assicurarmi un migliore contatto con l'acqua che avrei dovuto superare.
    Iniziai lentamente a immergere la punta delle dita. Sembrava stessi toccando un qualsiasi specchio d'acqua, calmo e placido. Ma quando l'acqua raggiunse metà avambraccio, sentii la forza di cui aveva parlato Meika. Una forza incredibile incominciò a respingermi verso il centro della prigione. « E'... Dura... » Esclamai a denti stretti, mentre tutti i muscoli del mio corpo si irrigidivano per lo sforzo, tanto da far apparire diverse vene sul collo, sulle tempie e sullo stesso braccio destro. Mi posizionai meglio con il corpo, dando il fianco destro alla parete d'acqua, in modo tale da poter mettere più pressione sul braccio destro, ma la forza repulsiva era ancora troppa affinché potessi sperare di superarla. Continuai a irrigidire tutti i muscoli del mio corpo per diversi secondi, finché non decisi di fare un piccolo passo in avanti. Per resistere a tale movimenti rischiai di essere sbalzato all'indietro con tutto il corpo.
    Bicipite femorale, quadricipite e gluteo dovevano assicurarmi che la forza provenisse non solo dall'alto, ma anche dal basso, anzi, era proprio dal basso da cui doveva nascere la potenza necessaria a spezzare quella forza contrastante. Il perno era fondamentale.
    Gran dorsale e addome dovevano rendere il mio corpo stabile ed integro; se questi avessero ceduto la sola forza delle gambe o degli arti non sarebbe bastata e si sarebbe rivelato tutto uno sforzo inutile. Avevo bisogno non solo di essere forte, ma di essere talmente preciso da focalizzare e supportare questa forza nel migliore dei modi.
    Trapezio, grande pettorale e deltoide erano il fulcro della spinta per il mio braccio. Dovevano ricevere la forza cinetica trasmessa da tutto il mio corpo e incanalarla verso il braccio, apice e punto focale delle mie energie.
    Tricipite, bicipite ed avambraccio destro dovevano sfruttare tale potenza per penetrare con forza in quel rigurgito d'acqua.
    Tutto il corpo si stava muovendo all'unisono. Tutte le fibre muscolari erano in tensione e all'opera per raggiungere l'obiettivo prefissato.
    Il mio braccio penetrò nell'acqua, forse 2 centimetri. « Eh andiamo... » Gli occhi erano ormai due fessure. Portai il braccio sinistro all'altezza del gomito, ed iniziai a spingere anche con esso. Avanzai ancora, ero arrivato in prossimità del gomito.
    La sola forza fisica non sarebbe servita, dovevo attingere ad un aiuto. Mantenendo la concentrazione alta richiamai il chakra, focalizzandolo nel braccio destro. Guadagnai altri centimetri, riuscendo ad immergere tutto il gomito nell'acqua.
    Ma non era ancora abbastanza. Dovevo portare le mie fibre allo stremo come avevo già fatto a Suna. Forse ancor di più.
    Aumentai la quantità di chakra nel braccio, sentendo i muscoli del bicipite e del tricipite bruciare intensamente.
    Altri centimetri. Ero a metà bicipite.
    Ma non bastava ancora.
    Avevo bisogno di più forza.
    Fu allora che guardai il mio braccio immerso nell'acqua in un lampo di improvvisa lucidità. L'acqua mi aveva salvato la vita. L'acqua mi aveva curato le ferite.
    L'acqua mi avrebbe dato la forza.
    Concentrai tutto me stesso nel braccio, nella parte del corpo che avevo a contatto con l'acqua, e fu allora che sentii la stessa sensazione che avevo provato solo qualche ora prima. Solo che adesso non ero l'acqua di una cresta del mare, piatta e immutabile, questa volta ero una corrente marina in continuo spostamento. Mutevole e trascinante.
    Il mio braccio parve reagire a contatto con il liquido, come se lo stesse assorbendo, come se il corpo intero capisse quale fosse la mia necessità.
    Avanzai allora, quasi come se non ci fosse forza a contrastarmi. Tutto il mio braccio era nell'acqua e non trovavo più alcuna forza estranea ad impedirmelo. Ma la corrente non mi era più necessaria.
    Dovevo tornare ad essere mare. Chiusi gli occhi, lasciandomi andare, senza più alcun sforzo o impedimento naturale. Il chakra scorreva nel mio corpo e lo mutava. Il mio corpo, a sua volta, scorreva nell'acqua, libero e incontrastato.
    Senza più confini.

    Quando riaprii gli occhi, ero appena fuori dalla prigione d'acqua in ginocchio, e guardavo Meika ancora al suo interno. Ripresi fiato, completamente bagnato, mentre sorridevo alla ragazza ancora imprigionata. « Ci sono riuscito... » Ma non era ancora tempo di festeggiare.
    Una buona dozzina di figure erano adesso distanti poco più di dieci metri da noi. Erano tutti kappa, ma più simili a Suigo che all'altro. Forse eravamo arrivati veramente alla Fonte Pura.


    Mi alzai, aiutandomi con il solo braccio sinistro. Il destro sarebbe stato inutilizzabile per un pò a causa dello sforzo precedente. « Ehi, voi... Avvicinatevi pure, non siamo nemici. Mi chiamo Akira Hozuki, e lei è Meika Akuma, ci ha detto Suigo di venire qui. Questa è la Fonte Pura, giusto? » Chiesi, speranzoso. Uno dei kappa, dall'aspetto molto simile a Suigo, ma che a differenza sua sembrava essere più anziano e uno sguardo più severo, si avvicinò più degli altri, prendendo la parola per primo. « Quindi sareste gli umani di cui ha parlato Suigo, giusto? Il mio nome è Nampo, e sono il responsabile della difesa di questo settore. Sì, piccolo umano, queste sono le mura della Fonte Pura, e voi, anche senza volerlo, avete attirato un grosso pericolo verso questo posto. » Disse, avvicinandosi verso la prigione d'acqua. « Ma se non abbiamo fatto niente! Ci siamo solo difesi dopo che ci hanno attaccati! » Nampo scosse la testa. « Non sono esseri con cui si può ragionare... Dei kappa della Fonte Insanguinata stanno per avvicinarsi ai nostri confini, e quando si avvicinano in gran numero portano solo distruzione. Probabilmente pensano che stiamo di nuovo nascondendo degli umani, nello specifico voi, e visto l'odio che provano nei vostri confronti, non esiteranno ad attaccarci. » Abbassò lo sguardo, quasi rassegnato, mentre poggiava la sua mano squamosa sulla circonferenza d'acqua, che prese lentamente a disfarsi, finché non lasciò completamente libera Meika. « Noi della Fonte Pura non siamo guerrieri, ma difenderemo i nostri confini con tutto quello che abbiamo. Siamo pochi in grado combattere, e le nostre mura sono molto lunghe. Quando la Fonte Insanguinata ci sarà addosso, ho paura che non riusciremo a difenderci così divisi come siamo... Abbiamo ancora un pò di tempo, di solito inviano qualcuno in avanscoperta per decidere dove scatenare la loro rabbia. Per adesso ancora non li abbiamo avvistati, ma è questione di poco tempo, forse un paio d'ore. Volete parlare con il Capo, non è vero? Il Capo adesso è molto occupato, sta presidiando con Suigo questo lato della recinzione, non dovrebbe essere molto lontano da qui. Se volete potete cercarlo, ma attenti, potreste trovarvi di fronte a qualche kappa della Fonte Insanguinata senza neanche la possibilità di accorgervene. »
    Cosa fare, allora? Addentrarsi nella foresta buia e sconosciuta con il pericolo in agguato sarebbe stata veramente una mossa saggia?


    Scusa il ritardo, ma eccoci qui.
    Spero di aver beccato la chicca di cui parlavi xD
    I nostri pacifici amici kappa sono in difficoltà. Una prova per i tuoi occhi, vediamo se scorgono amici e/o nemici :zxc:
     
    .
  7. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco

    The Bloody Spwan



    Akira ebbe estreme difficoltà a riuscire a penetrare attraverso quella muraglia estrema d'acqua. L'Hozuki avanzava lentamente, con fatica e a più riprese ebbi la certezza che non ce l'avrebbe fatta e che saremmo morti lì dentro, in una gabbia acquatica dalla quale non potevamo uscire. Ma ad un certo punto qualcosa cambiò. Il suo stesso braccio parve rinforzarsi, quasi gonfiarsi per qualche assurdo (e da me inconcepito) motivo, dopodiché riuscì ad affondare nell'acqua.
    Poi per un attimo, che mi provocò un colpo al cuore, lui scomparve. Durò davvero un istante e fui certa che il mio cervello mi avesse tirato un brutto scherzo, ma si era dissolto nell'acqua dunque era apparso al di la della strana costruzione idrica. Lo vedevo distorto, ma era lui, vivo e vegeto. Non riuscii a non tirare un sospiro di sollievo.
    Perché deve sempre spaventarmi.
    Pensai. Sentii alcune voci, fortemente distorte parlare, dopodiché - non erano passati che pochissimi minuti - la gabbia si dissolse liberandomi. Solo allora mi accorsi di quanto l'aria mi fosse mancata lì dentro: persino il sudiciume appestato d'acqua che respiravo mi sembrava una brezza d'aria fresca di montagna in quel momento. Tossii, ma mi riscossi immediatamente, avvicinandomi rapidamente ad Akira ed al Kappa.
    Ce n'erano molti in giro, e tutti erano preoccupati oltremodo. Il Kappa che mi aveva liberata parlò dei piani dei Kappa della Fonte Insanguinata. E non erano per niente ottimi.
    Ci eravamo, del tutto inavvertitamente, ritrovati nel bel mezzo di una guerra tra Kappa. Provocata da noi, senza nessuna intenzione. Sospirai, dispiaicuta, senza riuscire a nascondere l'inquietudine che quella rivelazione mi aveva messo indosso.
    Siamo immensamente dispiaciuti per questo... non volevamo... dissi, ma il Kappa, anziché dar segno di biasimo oppure perdono descrisse semplicemente la brutta situazione in cui essi si trovavano. La Fonte Pura era molto grande, i guerrieri pochi e molti erano i tratti da presidiare. A quanto pare dei loro ricognitori forse erano in avvicinamento per comprendere dove probabilmente i Kappa della Fonte Insanguinata avrebbero attaccato.
    Io... io posso aiutarvi. Dissi, all'improvviso. Sapevo di poterlo fare: se ero riuscita a risvegliare i miei occhi per creare quell'illusione probabilmente sarei riuscita anche ad usarli per capire dove i Kappa della Fonte Insanguinata avrebbero attaccato.
    Io posso vedere lontano se voglio, i miei occhi sono speciali... se riuscissi a capire da dove attaccheranno potreste riuscire a concentrare lì le vostre forze ed a respingerli, no? È a causa mia che siamo qui, ed è a causa mia se sta succedendo questo, permettetemi di aiutarvi. Dissi, decisa e colpevole.
    Il Kappa di nome Nenpo mi guardò per un lungo istante, dunque annuì Smettila di senirti in colpa, ragazza. Disse semplicemente. Se il Re Pazzo giustizia i primogeniti del paese perché piove, la colpa è della pioggia forse?
    ... Ehm... immagino di no... Ecco. Saremo tuttavia lieti di accettare il tuo aiuto. Cosa intendi fare?
    Mettermi in cima alle mura e dare un'occhiata, muovermi finché non vedo qualcosa a distanza e dirvelo... la mia vista può arrivare ad un chilometro di distanza, immagino. a
    Immagini? chiese il Kappa Non ne sei sicura, ragazza?
    Ehm... diciamo che non ho mai avuto occasione di usarla, ecco. Ce la farò, stia tranquillo!

    Così io, Akira e Nenpo ci dirigemmo verso le mura. Il Kappa posò una mano palmata sul muschio e l'acqua si arrestò, per poi aprirsi a formare una specie di porta. La roccia scivolò rapidamente nel sottosuolo, rivelando un'apertura nella quale ci intrufolammo. Da lì ci dirigemmo verso la prima guardiola: c'era una guardiola alla quale si accedeva da una porta aperta nel muro, da lì si giungeva in cima alle mura. Il camminatoio era umido, coperto di muschio come il resto delle mura il che gli dava più un'aspetto di un vecchio rudere che stava perdendo contro la natura che una solida difesa. Anche se, come avevo potuto sperimentare poc'anzi, era tutt'altro che un rudere quella muraglia.
    Il Kappa si allontanò, intento a controllare altre faccende prima dell'imminente battaglia, mentre io fissavo il bosco ad est.
    L'ultima volta che abbiamo fatto una missione solo io te è esploso un palazzo, questa volta scoppia una battaglia solo per la nostra presenza. Dissi, chiudendo gli occhi, richiamando il chakra su di essi, per poi aprirli.

    tumblr_ngi5vbTG5H1rxf627o5_400



    La sclera divenne nera, la pupilla rosso accesa. Il Magan era attivo ed ora dovevo perfezionare l'arte di osservare le cose vive e non a grandi distante. Non ti dirò che mi spiace averti cacciato in questa situazione... Posai le mani sulla balaustra, stringendo il muschio tra le dita, cercando di concentrarmi. Ma almeno sono felice di avere te a sopportare le sventure.
    Mi voltai verso di lui e feci un breve, fugace ma sincero sorriso, dopodiché con diligenza tornai al compito che mi ero autoassegnata. La sensazione della nebbiolina nera che si spargeva attorno a me e da lì in tutto il mondo era rimasta, tuttavia quella volta non riuscivo a comprendere come usarla. Questa volta erano i miei occhi a dover agire direttamente.
    O forse no? Dopotutto, forse, anche prima era stato merito dei miei occhi. Forse gli occhi mi consentivano di manipolare quella nebbia oscura perché mi permettevano di vederla, e quella nebbia non era altro che la parte oscura del mio chakra. La parte Yin, che controllava le illusioni in tutte le loro forme. Ma quella volta era diverso: si trattava di trafiggere la realtà con lo sguardo, meglio di quanto un'occhio normale potesse sperare mai di fare.
    Così, aumentai la quantità di chakra che mandai ai miei occhi. La aumentai a tal punto che per un istante divenne insostenibile: se avessi utilizzato la stessa quantità di chakra per rafforzare i miei muscoli, essi ne avrebbero pagato lo scotto. E così fecero i miei occhi.
    Ancora una volta li sentii bruciare immensamente e se fossero stati bianchi ero certa che si sarebbero arrossati all'istante. Un velo di lacrime coprì la mia vista e cadde, rigandomi le guance, ma non erano per la tristezza o per il dolore: era la semplice risposta fisiologica del mio corpo a quella situazione di bruciore intenso che sentivo negli occhi.
    Devo... resistere... dissi a denti stretti, stringendo ancora di più il muschio tra le dita fino a strapparlo. E quando sentii la punta delle dita toccare il palmo quando ebbi divelto il muschio dalla roccia, qualcosa all'improvviso si sbloccò. Una sensazione di calore pervase i miei occhi ma a differenza del bruciore irritante di poc'anzi era una piacevole sensazione che lavò via il dolore. Feci scattare una mano a pulirmi le lacrime che erano cadute sulla mia guancia e riuscii a vedere il mondo con occhi nuovi.
    Tutto ciò che era dinanzi a me appariva come ingrandito. Riuscivo a ingrandire e mettere a fuoco oggetti lontani, ma non così tanto come avevo sperato. Mi voltai verso Akira, lo guardai in viso, poi il mio sguardo andò oltre, attraversandolo e passando a guardare qualsiasi cosa stesse facendo Nenpo (per inciso, stava sgridando una guardia per qualche motivo colpendolo in testa con una piccola canna di bambù).
    Ci sono riuscita! Ma è... troppo poco, devo riuscire ad allontanare la visione. Dunque tornai a concentrarmi sui miei occhi. Non usai più chakra di quanto già non ne stessi usando, avevo paura che se avessi esagerato avrei potuto farmi male sul serio, così semplicemente cercai di migliorarmi. Cercai di farlo in maniera normale, senza usare il chakra, semplicemente concentrandomi su quella mia nuova sensazione.
    Focalizzai l'oggetto più lontano che riuscii a trovare e lo misi a fuoco, dunque, cercai di spingermi oltre. Per lunghi secondi non accadde nulla, poi una specie di consapevolezza giunse.
    Potevo spingermi più in la. Sapevo di poterlo fare.

    Lasciai il mio sguardo vagare oltre: scoprii allora che se avevo abbastanza tempo per concentrarmi solo sui suoi occhi le mie capacità visive potevano migliorare moltissimo e vidi a distanze ben superiori rispetto a prima. Proprio come era scritto su quel rotolo: per i principianti è almeno un chilometro! Esplorai silenziosamente la foresta dinanzi a me, ma non trovai nulla. Così mi voltai verso Akira.
    Qui non sta niente dissi allora.
    Ci sono riuscita, ora riesco a vedere bene lontano, attraverso gli oggetti solidi, nell'oscurità... ora però, evidentemente questi non sis tanno dirigendo qui. Ad est è la via più probabile. Siamo a sud... aspetta, ho visto qualcosa.



    Qualcosa era entrato nel mio campo visivo. Una decina di esseri non dissimili da quello che ci aveva aggrediti la sera prima, si muovevano rapidamente verso ovest, certi di non essere visti. Li seguii con lo sguardo, dunque feci segno ad Akira di seguirmi e camminai sulle mura, senza perderli mai di vista. Ad un tratto essi si fermarono dietro degli alberi, cinque di loro si guardarono attorno ed avanzarono di albero in albero. Stanno avvicinandosi, forse vogliono osservare quale parte è meno difesa prima di attaccare. Ascolta, ho un piano...
    Ed io sarei felicissimo ad ascoltarlo! una voce alle mie spalle mi fece sussultare. Mi voltai e vidi Suigo, che sobbalzò, vedendo i miei occhi. Ohperbacco Meika-chan, che sguardo terrificante!
    Oh, niente di che Suigo-san i miei occhi tornarono normali. Sono riuscita a vedere a parecchia distanza da qui, ci sono alcuni Kappa in avvicinamento. Pochi, forse vogliono controllare se questo è un tratto meno difeso delle mura.
    Assolutamente sì, siamo concentrati ad est. Ad ovest la situazione è ancora peggiore che qui nella parte sud.
    Ovest forse è troppo lontano, ma magari attaccare qui facendo un giro largo può essere una buona idea. Suigo-san, che ne pensa?
    Ad Ovest non si faranno mai vedere, Meika-chan. Quello è il territorio della Fonte Dorata... e loro, non si limitano a sperare che le mura possano difenderli dai Kappa della Fonte Insanguinata. Si troverebbero schiacciati e sarebbe molto, molto male!
    ... Un'altra fonte?
    Oh, non è finit... Suigo-san, non possiamo permettere loro di scappare con le informazioni. Lo interruppi, lanciando uno sguardo ad Akira. Sono più numerosi, se sapessero che siamo pochi potrebbero dividere le loro forze ed attaccarci dove siamo più vulnerabili.
    Oh oh oh, Meika, hai preso a cuore la nostra battaglia! Rise, troppo spensierato Suigo. Arrossii, mettendomi una mano sul viso. Diciamo che mi sento responsabile, che siete l'unica fonte di informazioni su mia madre e che ti trovo simpatico. Adesso, cosa...
    Hai ragione. Dobbiamo impedire loro di capire come siamo messi. Mi interruppe Suigo, ancora poco preoccupato, come se avesse la testa fra le nuvole.
    Allora verrò con voi. La mia vista e le mie illusioni possono essere utili. Se li becchiamo prima che possano vedere le mura... Suigo annuì, battendo le mani.
    Ottimo, ottimo. Akira-kun, ti unirai anche tu alla spedizione?




    Alla fine fummo incaricati io, Akira, lo stesso Suigo e Nenpo. Avevo dato un'occhiata ai cinque Kappa più avanzati, ed essi erano fermi, in attesa di qualcosa. Così salimmo sugli alberi della e nascosti tra la vegetazione, a circa cinque metri da terra, di albero in albero, ci avvicinammo a loro fino a distare da essi una centinaia di metri. Nessuno osava parlare.
    Riattivai i miei occhi e vidi che essi stavano iniziando a muoversi. Akira su un altro albero, ad una decina di metri da me, Suigo dietro di me a circa sei metri di distanza, Nenpo dietro Akira sempre a circa sei metri di distanza. Si stavano dirigendo proprio verso di noi, come previsto.
    Io ed Akira, a quel punto, avremmo dovuto agire. I Kappa avanzavano in una formazione a croce, uno di essi al centro ed altri quattro divisi: uno dinanzi a lui, uno alla sua destra, uno alla sinistra e l'altro dietro a fare da retroguardia. Gli altri erano rimasti indietro a circa cinquecento metri ma con somma sorpresa vidi che stavano iniziando a muoversi verso ovest.
    Tenni per me l'informazione, non potendo comunicare in quell'istante. Non c'era stato tempo di imbastire un vero e proprio piano, avevamo dovuto fare di fretta con la promessa di fare tutto il possibile per bloccare i cinque e ricacciarli all'indietro con il minimo sforzo. Ognuno di noi avrebbe agito in modo probabilmente diverso.
    C'era solo sa sperare che andasse tutto bene.

    Dieci metri dalla nostra posizione. Richiamai il chakra nei miei occhi: stava per iniziare.


    Nemico ignoto, di cui conosci circa i difetti, ma non la forza. Obiettivo: fare in modo che scappino o che comunque non arrivino al muro, considerando che sono in superiorità numerica e che non puoi coordinare perfettamente le tue azioni con il resto del team. Iniziamo a ballare sul serio :wosd:
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    Cascata d'Acqua e Lame


    La prima preoccupazione di Meika fu quella di scusarsi.
    Eravamo capitati in mezzo ad una guerra tra tribù di strane creature rettili parlanti, grosse come e più di un uomo, alcune delle quali talmente feroci da attaccare senza nessuna ragione, e lei si scusava per la sua presenza.
    La adoravo.
    Forse la adoravo ancor di più per come si metteva a disposizione con tutti. Non appena saputo il tutto, non ci mise un minuto a proporsi per aiutare il clan della Fonte Pura. Il risveglio dei suoi occhi non gli permetteva unicamente di creare strane e potenti illusioni, a quanto pare aveva qualcosa di ben più spettacolare in mente.
    Nampo, inizialmente dubbioso, decise, dopo un discorso metaforico, di accettare la proposta.
    Venimmo condotti sulle mura delle Fonte Pura. Il guardiano riuscì con il semplice tocco ad aprire un passaggio nelle mura dalle quali salimmo fino all'apice delle stesse. Da lì la visuale non era molto migliore che da terra. Gli enormi e numerosi alberi occupavano l'orizzonte a vista d'occhio, lasciando ben poco margine di manovra per qualsivoglia osservatore, cecchino o chicchessia.
    « E cosa dovresti vedere da qui, precisamente? Gli uccellini sugli alberi? » Chiesi, un pò curioso e un pò divertito.
    Ma non sapevo quel che dicevo. Meika si concentrò e chiuse gli occhi: quando li riaprì era cambiati. Erano diventati oscuri. L'intero occhio, eccezion fatta per la grande pupilla, rosso sangue, tramutò in un nero pece, fitto e insuperabile. « Ehm... Ok, così non li avevo visti la prima volta... » La dolce e adorabile Meika stava incominciando a inquietarmi. « E... Comunque, sono felice anche io di essere qui con te. Non saprei immaginarti qui da sola. Radiamola al suolo questa Fonte Insanguinata. Vai, beccali. » Esclamai, convinto, quindi pensai che fosse meglio farla concentrare, rimasi allora in silenzio per vari minuti, finché Meika non riuscì a vedere.
    Alberi, rocce, oscurità, nebbia, niente più poteva mettersi tra il suo sguardo e il suo obiettivo, compresa la distanza. Adesso avevamo un modo per individuare i nostri nuovi nemici. « Allora? Allora?! » Non ero abituato a rimanere dietro le linee amiche e il non sapere a cosa stavamo andando incontro, o meglio, cosa ci stava venendo incontro, era per me assillante.
    Proprio in quel momento fummo interrotti da Suigo, sopraggiunto alle nostre spalle, ed, in men che non si dica, ci trovavamo pronti a partire per una missione di contro-interdizione.
    « Finalmente potrò restituire qualche colpo a questi dannati rettili troppo cresciuti! » Sbattei il pugno destro sul palmo della mano sinistra aperta, pregustando il momento. Solo allora, alzando lo sguardo, mi ricordai di stare davanti a Nampo e Suigo. « Ehm... Senza offesa, ovviamente, eh... Scherzavo... » Dissi, quasi balbettando, molto velocemente e vergognandomi come poche volte nella mia vita. « Ehm... Sù! Che stiamo aspettando? Andiamo! » Paonazzo in volto, presi Meika per una mano e incominciai a camminare senza più voltarmi.

    Il piano di Meika era abbastanza semplice. Se nessuno me l'avesse detto, probabilmente potrebbe essere stata una mia valida strategia. Ci posizionammo sugli alberi a formare un rettangolo con il lato lungo di circa 10 metri e quello corto di 6, invece. Io e Meika eravamo avanti, Nampo e Suigo dietro di noi.
    Secondo le informazioni di Meika, un gruppo di dieci kappe si erano divise, andando a formare due squadre da cinque. Mentre la seconda squadra attendeva, la prima si stava dirigendo proprio verso di noi.
    Verso di me.
    Mi trovavo a cinque metri da terra e, nascosto perfettamente nelle fronde degli alberi, in particolar modo ero su un grosso ramo ben stabile e sicuro, potevo notare le creature avvicinarsi. Avevano una classica formazione a croce, molto probabilmente troppo vicini tra loro. Da un lato all'altro, infatti, intercorrevano solo sei metri scarsi. Troppo poco. D'altronde la strategia non doveva essere il loro forte.

    z6ooNnk

    Lì avrei colpiti proprio in quel punto.
    Più che eliminarli tutti, l'obiettivo era farli fuggire, quindi dovevo cercare un modo rapido ed efficace per colpirli tutti insieme e, al contempo, scoraggiare eventuali combattenti nelle retrovie.
    Il combattimento a media distanza non era di certo il mio punto di forza, ma qualcosa già mi ronzava per la mente.
    Adesso erano a circa 20 metri da me. Incominciai a prendere due dei miei kunai, a cui unii una cartabomba ciascuno, quindi li portai uno per ogni mano. [Azione Gratuita Lenta] A quel punto feci scorrere il mio chakra sulle piante dei piedi Chakra Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità sulle superfici verticali.
    (Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da Genin in su]
    , proprio come avevo imparato a Suna grazie al Mizukage, e a quel punto mi posizionai eretto, ma in verticale, sul tronco dell'albero, con la testa che guardava terra ed era in direzione di Nampo, dietro a me. Nascosto dalla vegetazione, avrei atteso il momento giusto per colpire.
    Ed il momento giusto sarebbe arrivato quando avrei visto comparire il primo kappa della formazione nemica.

    z6ooNnk

    Proprio in quel momento, con il kappa capo fila che mi aveva appena superato di un paio di passi, e già si incominciava a scorgere le figure dietro di lui, avrei lanciato i miei kunai-bomba, che sarebbe stata prontamente attivata con il timer minimo di 3 secondi, verso il centro della formazione: uno leggermente spostato sulla destra, l'altro sulla sinistra. Il tutto con una piccola spesa di chakra per migliorare ancor più la velocità dei proiettili. [Slot Azione I] I kunai avrebbero percorso velocemente la loro traiettoria, solo apparentemente innocua, perché, con tutta la probabilità, si sarebbero conficcati a terra e solo lì, infine, sarebbero esplosi.
    Proprio all'interno della formazione nemica, lì dove avrebbe portato più caos.
    L'attacco sarebbe arrivato dall'alto, prendendo - almeno speravo - di sprovvista i temibili kappa.
    Le mie azioni non sarebbero, però, di certo finite lì.
    Velocemente incominciai a comporre i quattro sigilli necessari per la mia unica tecnica a media distanza. Mantenni il sigillo della tigre per qualche istante, prima di incominciare a vere la prorompente onda d'acqua
    Onda Acquatica - Mizurappa
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Tigre, Cavallo, Topo, Tigre (4)
    L'utilizzatore, mantenendo il sigillo della tigre, può emettere un potente getto d'acqua. La Velocità è pari la Concentrazione dell'utilizzatore. La gittata massima è 6 metri, mentre la larghezza è 3 metri; la potenza offensiva sarà pari a 30. Se presenti almeno 12 unità, le dimensioni e la gittata saranno raddoppiate.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Medio )
    [Da studente in su]
    formarsi dinanzi a me. [Slot Tecnica Avanzata]

    z6ooNnk

    L'acqua vorticò velocemente nell'aria in modo orario, ingrandendosi sempre più grazie all'ambiente circostante ricco di liquido e umidità in abbondanza, quindi scese verso il suolo, quasi come una cascata naturale. Il punto di impatto centrale era proprio il kappa nel bel mezzo della formazione e, se i miei calcoli fossero stati corretti, l'onda avrebbe colpito in pieno la maggior parte della formazione. Le cartebomba, intanto, sarebbero esplose quasi in contemporanea con l'arrivo dell'acqua.
    A quel punto, le mie possibilità di ulteriori attacchi da quella distanza erano praticamente zero. Non mi restava che avvicinarmi al nemico. Proprio come piaceva a me.
    Sorrisi mentre le mani andavano ad impugnare il fuuma kunai dietro la mia schiena. [Azione Gratuita Istantanea] Il chakra smise di scorrere nelle miei piante dei piedi, cedetti quindi alla gravità, ma solo dopo essermi spinto quel poco che bastava per arrivare direttamente sopra il kappa capo fila.
    Il mio attacco, ancora una volta, sarebbe arrivato dall'alto. Il primo kappa sarebbe stato quello che, forse, avrebbe risentito meno degli attacchi portati precedenti, proprio perché mi ero riservato la possibilità di attaccarlo per primo, così da non lasciarmi eventuali pericoli dietro le spalle. Con un gesto atletico quasi degno un barbaro delle leggende, utilizzai tutta la forza che potevo prendere dallo slancio del corpo e dalla forza di gravità, spostando prima il peso verso l'indietro, piegando la schiena e le gambe quasi a formare una "U" allungata, quindi, aiutato anche dal chakra, avrei portato un fendente a due mani discendente e trasversale dalla forza e velocità devastanti. Cercai di mirare la testa del nemico ma laddove non ci fossi riuscito, anche il carapace sarebbe stato un buon bersaglio. Sicuramente difficile da mancare, sebbene più duro. Volevo vedere quanto poteva resistere prima di spezzarsi. Il chakra avrebbe migliorato la mia velocità, mentre le potenzialità del colpo sarebbero state maggiorate grazie all'idratazione dei muscoli delle braccia. [Slot Azione II]
    Se il mio fendente fosse andato a segno o meno, la mia azione offensiva sarebbe continuata con un ulteriore attacco con la lama; questa volta avrei, con un movimento semi-circolare verso destra, portato un attacco ascendente, facendo perno prima sulle gambe per imprimere la giusta rotazione al colpo e, quindi, il relativo movimento dal basso verso l'alto. Obiettivo era un qualsiasi punto del nemico, privilegiando le parti molle, ovvero quelle non coperte dal carapace. Se fosse stato per me impossibile, avrei puntato nuovamente al carapace del busto. [Slot Azione III]
    A quel punto non mi restava che allontanarmi dall'occhio del ciclone, lasciando magari margine di manovra ai miei alleati. Concentrai il chakra in tutto il mio corpo, come avevo fatto nella prigione d'acqua. Sul terreno scorreva acqua, come su quasi tutto quel territorio. Ed io ero acqua. Ormai l'avevo capito. Il mio corpo incominciò a sparire, come inghiottito dal terreno. Prima fino alle ginocchia, poi tutte le gambe, quindi il busto ed infine anche la testa. Sentivo tutt'attorno il mondo spostarsi. Solo che non era il terreno a muoversi, ero io. Riuscii a percorrere solo pochi metri in quel modo, a malapena 3 verso la mia sinistra. Giusto quel che serviva per spostarmi dal punto caldo dello scontro e riportarmi vicino al grosso albero da cui avevo lanciato il mio attacco. [Slot Tecnica] Riemersi gradualmente, come mi ero immerso. Il mio corpo riprese forma dall'acqua come se mi fossi tuffato nel mare piatto. Una volta riemerso, avrei concentrato nuovamente chakra sotto ai miei piedi Chakra Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità sulle superfici verticali.
    (Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da Genin in su]
    , quindi avrei percorso all'incirca 4 metri sulla corteccia dell'albero, portandomi in posizione di guardia verso i miei nemici, ma in verticale. [Slot Movimento Gratuito]

    the_kappa_by_allendouglasstudio

    Il mio attacco non ebbe gli effetti sperati, però, per l'ultimo kappa della formazione. Grazie alla sua lontananza e, forse, ad una maggior dote di percezione del pericolo, riuscì ad evitare sia l'impatto con l'onda acquatica sia l'esplosione delle cartebomba. Il kappa, un essere più basso dei suoi compagni, alto forse 1 metro e mezzo, ma dotato di arti ben più lunghi della media, saltò verso ovest e, avendo intuito di essersi imbattuti in un agguato, incominciò a correre in direzione della seconda formazione. Superò quindi l'albero su cui mi ero posizionato e si diresse verso Meika, sebbene egli stesso non sapeva della sua presenza. Suigo, intuito il pericolo, scese dall'albero e si gettò verso il kappa della Fonte Insanguinata che, però, sembrava avere ben altre doti atletiche rispetto all'anziano alleato. Il kappa avrebbe corso in modo rettilineo, finendo per passare proprio dinanzi a Meika, tra il suo albero ed uno ancor più grande, a meno di 3 metri da quello della kunoichi. Il percorso non era privo di ostacoli, tra pozze d'acqua, rocce, erbacce e rami d'albero, il ché non gli permetteva di muoversi al pieno della sua velocità.
    Ora una sola cosa era certa: andava fermato.



    Spero vada bene, mi sono preso qualche libertà di descrizione visto la mancanza di qualche elemento ambientale. Ho dato per scontato non fosse molto dissimile dal luogo in cui eravamo in precedenza.

    Adesso sta a te decidere cosa fare, anche se mi sembra abbastanza chiaro. Il kappa sta cercando di scappare verso ovest, ovvero verso di te, per andare ad avvertire il secondo squadrone. Ho descritto meglio l'ambiente in cui si muove e dove sei te, sta a Meika cercare di fermarlo, almeno quanto basta per permettere all'anziano Suigo di prenderlo... Con tutti i mezzi che hai, leciti e meno leciti.

    Tabella Riassuntiva

    Riserva Chakra: 34/40 Bassi
    Vitalità: 14/14
    Energia Vitale: 30/30

    Slot Azione I: Lancio kunai simultaneo e speculare
    Slot Azione II: Fendente discendente con fuuma kunai
    Slot Azione III: Fendente ascendente con fuuma kunai
    Slot Tecnica Avanzata: Onda Acquatica
    Slot Tecnica: Passo Liquido
     
    .
  9. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco



    La strategia messa in atto da Akira ebbe un certo impatto: le cartamba, lanciate proprio nel mezzo della formazione nemica al fine di distruggerne (letteralmente) l'ordine ebbero come effetto quello di far schizzare via i cinque Kappa. Akira proseguì con una tecnica alquanto appropriata all'ambiente ed a lui stesso: un'ondata acquatica che si abbatté verso la formazione nemica.
    I tre Kappa della seconda linea, accortosi del pericolo, arretrarono rapidamente mentre Akira si lasciava cadere verso quello più avanzato che nel mentre, si trovava proprio sotto di lui!
    Il Kappa ebbe giusto il tempo di accorgersi cosa stesse per accadere quando si vide piombare dall'alto Akira ebbe giusto il tempo di dersi uno slancio all'indietro, appena sufficiente a far aprire all'Hozuki una grave ferita che andava dal petto all'addome [Dfiesa][Ferita Quasi Grave].
    ARGH! urlò la creatura mitologica mentre Akira si preparava al secondo attacco. Sangue caldo sgorgò dalla pelle verdastra del Kappa, rosso come quello delle persone, ma quella volta non si lasciò cogliere impreparato: istintivamente il Kappa fece un balzo all'indietro di poco meno di un metro, ma appena sufficiente a schivare il fendente, sprecando anche una certa quantità di chakra per riuscire a garantirsi la rapidità necessaria a far andare quell'attacco a vuoto. [Difesa]. Il Kappa arretrò di un paio di metri [Slot Movimento Gratuito], venendo quindi raggiunto dagli altri tre che poc'anzi si erano allontanati.
    Chi-Kuroshi, stai bene? domandò uno di essi, con voce acra. Il Kappa colpito si tenne la ferita sanguinante con la mano palmata, senza poter fare altro.
    No, non va bene! Dov'è Chi-Chinkatsu? Disse guardando i suoi compagni che erano solo tre. Sta raggiungendo gli altri, l'ho visto scappare verso ovest.

    Già, ovest.
    Cosa facevo io mentre Akira coraggiosamente si gettava addosso al nemico, ferendolo in quel modo? L'attacco di Akira ebbe effetti alquanto rumorosi per cui, prima di gettarmi capofitto nella mischia attesi di comprendere come la situazione si sarebbe evoluta.
    La situazione non si evolvette benissimo. Un Kappa, il più arretrato, riuscì a sfuggire all'attacco e dunque schizzò verso il mio albero. Suigo se ne rese conto quasi nello stesso istante cui me ne resi conto io e partì all'inseguimento.
    Akira, gli altri cinque si stanno dirigendo ad ovest, io inseguo quello che è fuggito... voi date all'allarme se potete! Potevano? Non ne avevo idea: Akira aveva ferito un nemico, ma in quel momento, con Nempo, ne doveva affrontare tre in tutto.

    jpg



    Io saltai in avanti sull'albero più vicino, sfruttando i rami per non lasciarmi ostacolare dall'impervio sottosuolo, ma anche così era chiaro che avrei perso terreno rispetto alla bestia. Ma riuscii ad escogitare un piano abbastanza in fretta, che prevedeva di sfruttare la corsa alla cieca del Kappa: mai dare le spalle ai proprio nemici, c'era la più che concreta possibilità che essi ti scagliassero verso le terga di tutto e di più. Così, approfittai del fatto che con tutta probabilità il nemico non mi stesse guardando per porre su un kunai una dose di veleno debilitante, allo scopo di rallentarne la corsa [Azione Gratuita Lenta]
    Conoscenza dei Veleni [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può utilizzare l’equipaggiamento [Veleni]. Anche in combattimento, il veleno si può applicare a qualsiasi equipaggiamento tramite slot Gratuito Lento. Il veleno applicato somministra 1 dose ogni contatto diretto con strutture organiche. Esistono 5 mezzi di trasmissione dei veleni: contatto, iniezione, aereo, ferimento, ingestione.
    Le dosi somministrate per iniezione e ingestione sono considerate raddoppiate (x2); ogni dose di veleno aereo genera per 1 round una nube di diametro pari a 1,5 metri, all’interno della nube è somministrata solo 1 dose; il veleno da contatto riduce la durata di tutti i malus di 1 round. I malus alle stesse caratteristiche non sono cumulativi.




    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.



    Kunai [Distanza]
    Piccoli pugnali a lama quadrangolare, affilati sui due angoli stretti; alla fine dell'impugnatura (grande appena per una mano) si trova un buco, per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. I kunai hanno gittata pari a 15 metri. Possono essere utilizzati anche come AdCC.
    Tipo: Da Lancio/Lama-Taglio/Perforazione
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 5
    (Potenza: 8 | Durezza: 3 | Crediti: 10)



    Veleno Debilitante C2 (5 dosi) [Veleno]
    La somministrazione di 1 dose causa un malus di una statistica secondaria scelta di 3 tacche per 2 round. La vittima, se somministrate ulteriori 2 dosi entro 2 round dalla prima somministrazione, sarà Spossata (DnT Leggero).
    Tipo: Supporto-Variabile
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 50)
    . Avvelenai tutti i miei kunai più rapidamente che potevo, dopodiché ne presi uno e lo scagliai verso il Kappa mirando alla testa o al collo, cercando di evitare il carapace [Azione]. Se il colpo fosse andato a buon fine con ogni probabilità avrei visto il Kappa rallentare a causa del veleno che gli entrava in circolo. Indipendentemente dalla riuscita di quel primo lancio era logico che avesse deciso di voltarsi verso di me, interrompendo la sua fuga: se l'avesse fatto ne avrei approfittato per scagliare immediatamente il secondo Kunai non appena ebbi le prime avvisaglie del fatto che si sarebbe voltato, al fine di cercare di prenderlo in controtempo e costringerlo ad elaborare un altro movimento mentre stava eseguendo il primo, riducendo di gran lunga il suo tempo di reazione [Azione].

    Se le mie azioni avessero determinato un mio avvicinamento al Kappa a meno di dieci metri perché fermo o notevolmente rallentato sarei scesa dall'albero gettandomi in avanti ed in basso, così da non perdere troppa distanza, cercando poi di sfruttare nuovamente la migliore informazione riguardo le paure dei Kappa: il fuoco. Suigo-san, qualsiasi cosa accada ora, non abbia paura!
    Distante circa sei metri da lui avrei richiamato chakra sui miei occhi, che sarebbero tornati a colorarsi in quel modo che aveva inquietato sia Akira che Suigo. L'oscurità ricoprì il mondo come un sottile velo polveroso e assai più rapidamente di prima riuscii a mutarla in un vero e proprio muro di fiamme alto tre metri e mezzo e largo altrettanto ad almeno tre metri di distanza dal Kappa, barrandogli l'accesso verso Ovest con una illusione che l'avrebbe decisamente scottato se avesse osato metterci un dito e che anzi l'avrebbe respinto qualora avesse cercato di di sfondare con la forza il muro [Azione].
    Ma non avevo certo finito! Il mio obiettivo era mandarlo dritto tra le braccia di Suigo, per cui se avesse cercato di allontanarsi in un'altra direzione che non fosse quella dove di Suigo avrei spostato le fiamme fino a due volte, lasciandole sempre a minimo tre metri da lui e massimo dodici da me (oltre non potevo arrivare), cercando di trattenerlo mentre arrivava Suigo [Tecnica x 2].

    Non ero una combattente, il mio compito era quello di aiutare la mia squadra a combattere. Ed ora, che avevo scoperto di essere una vera Akuma piuttosto che una Terumi per me diveniva più vero che mai.





    Tornando ad Akira, lui e Nempo si trovavano in discreta difficoltà: erano in inferiorità numerica e dovevano tornare indietro a dare l'allarme riguardo al secondo gruppo. Se fossero semplicemente tornati indietro i Kappa li avrebbero inseguiti e lo scopo di quella stessa ricognizione sarebbe stato vano: dovevano ricacciarli.
    Bel colpo prima ragazzo, adesso però, permettimi di aiutarti. Disse Nempo, agguerrito.
    Tuttavia gli altri tre presero l'iniziativa. Chi-Kuroshi sembrava essere praticamente fuori gioco, ma partecipò anche lui alla manovra offensiva che i quattro posero in essere.

    Due di essi scattarono, uno verso Nempo e l'altro verso Akira, con la chiara intenzione di ingaggiare con loro un combattimento corpo a corpo [Azione]. Il fatto che Akira fosse sull'albero non fu certo un impedimento, giacché il Kappa che lo aveva attaccato sembrò utilizzare la sua stessa abilità.
    Quando fu dinanzi a lui il Kappa cercò di colpirlo con un pugno sull'addome, rapido e forte, ma che era soltanto un diversivo per gli altri due che rimanevano a terra [Azione] e la stessa identica sorte sarebbe capitata a Nempo, attaccato da uno dei suoi vecchissimi fratelli corrotti con un pugno.
    Qualsiasi sarebbe stato l'esito dell'attacco esso sarebbe servito al solo scopo di celare e coprire l'esecuzione di una tecnica da parte di entrambi i Kappa rimasti alla distanza. Ognuno di essi emise una specie di tornado acquatico orizzontale, diretto con la punta verso i loro nemici, con l'intenzione di perforare le loro carni il più possibile [Tecnica]Tornado Acquatico Perforante
    Posizioni Magiche: Nessuna (7)
    Villaggio: Kappa della Fonte Insanguinata
    L'utilizzatore può accumulare una certa quantità di acqua attorno alla sua bocca, per poi emetterla sottoforma di un tornado orizzontale con la punta rivolta verso il nemico. Il tornado ha traiettoria rettilinea e raggio massimo pari a 18 metri, ha potenza pari a 60 e larghezza pari a 3 metri e perfora tutte le strutture aventi durezza pari o inferiore a 3. La velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Consumo: Altissimo)
    [Da chunin in su]


    Impronta di Chakra Acqua [ 2 ]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Acqua. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Suiton, il potenziamento è doppio se fronteggiate Katon. Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.
    [Da chunin in su]
    .
    Subito dopo quella prima offensiva i due Kappa, scansatisi di circa un paio di metri per non essere coinvolti dalla tecnica sarebbero scattati nuovamente verso gli avversario (se entro quattro metri da loro) al fine di cercare di colpirli ancora una volta con un pugno sul viso portato a piena potenza, crcando di sfuttare il disorientamento che poteva essere stato causato loro dalla tecnica [Azione], per poi arretrare ancora di un paio di metre ed assumere una posizione difensiva.

    Nempo era sopravvissuto agli attacchi, sebbene costretto ad incassare l'ultimo pugno su una spalla (che aveva frapposto tra il pugno ed il viso). Nulla che un combattente non fosse pronto a sopportare: con un rapido movimento spinse all'indietro il suo avversario, dunque scattò verso Akira, affiancadolo ovunque si trovasse.
    Akira-kun, se non ho mal interpretato le tue abilità dai il meglio sul fisico. Bene, ascolta, io ti coprirò dalla distanza, tu attacca! E detto ciò unì le mani a formare un unico sigillo ed accadde qualcosa di straordinario. Quattro fruste di muschio comparvero a circa un metro e mezzo alle spalle dei quattro Kappa i quali, sorpresi, si videro legato il corpo in quella posizione. Ogni frusta era lunga circa tre metri e sembrava essere decisamente più solida di quanto non apparisse.
    Non posso trattenerli nelle loro posizioni, ma ti assicuro che non possono staccarsi così facilmente dal muschio... EHI VOI, SIETE NEL TERRITORIO DELLA FONTE PURA, TORNATE INDIETRO! urlò, sperando che Akira desse un sostanzioso contributo all'opera di convincimento.




    Convinci i quattro a girare i tacchi, Nenpo li tiene al guinzaglio, ma possono muoversi liberamente entro il raggio d'azione delle fruste di muschio.

    Chakra Rimanente: 27/45 Bassi (Considero Chakra Aumentato e le spese precedenti)
    Vitalità rimanente: 12/12 Leggere
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    Senza Via di Fuga


    Il mio attacco ebbe successo, seppur limitato. Quelle kappa erano più coraggiose e pronte di quanto pensavo.
    Le cartebomba e la tecnica colpirono proprio al centro della formazione, la dove avrebbe dovuto recare più danno, ma le doti fisiche e il duro carapace dei nemici fu d'aiuto a resistere al meglio a quell'attacco a sorpresa.
    Stessa cosa non si poté dire per lo sfortunato che subì il mio attacco ascendente. La mia lama aprì un grosso squarcio nel busto nemico, facendo zampillare il sangue, oltre che sulla lama stessa, sulle mie vesti e sull'umido terreno. Sentii l'urlo di dolore della creatura ma, proprio mente stavo terminando la mia rotazione per porre fine, definitivamente, alla sua voglia di combattere, il rettile riuscì a scampare al mio attacco. Li avevo sottovalutati, ancora una volta. Non pensavo fosse in grado di reagire così velocemente, evidentemente possedevano tutti una gran propensione al combattimento.
    La mostruosa creatura arretrò, e fu presto raggiunto da tre dei quattro kappa rimasti. Vidi il quinto correre via, proprio verso dov'era Meika e, quindi, Suigo. Decisi di non preoccuparmi, anche perché urlare qualcosa avrebbe significato farle perdere l'effetto sorpresa, mentre già mi stavo riposizionando sul tronco dell'albero per continuare il confronto. Dovevo smetterla di sottovalutare Meika, in fin dei conti ero sempre io a finire i combattimenti stremato al suolo.
    A quel punto le creature incominciarono a parlare tra di loro. « Ehi, cuccioloni! Io vi suggerirei di andarvene, magari potrei portarvi un pò di lattuga come ricompensa, che ne dite? » Non credevo di essere un gran diplomatico, e probabilmente quella frase non sarebbe servita ad altro che alimentare in loro altro odio. Se fosse stato mai possibile.
    Infatti, come da pronostici, furono immediatamente pronti al contrattacco. E mentre Nampo si proponeva di aiutarmi, arrivarono: quattro contro due. I due rettili all'esterno della formazione scattarono, uno verso me e l'altro verso il mio alleato, con il chiaro intento di iniziare un tafferuglio corpo a corpo. Proprio quello che adoravo.
    La mostruosa creatura si avvicinò velocemente, ignorando il fatto che fossi a 4 metri d'altezza: il controllo del chakra era cosa ben nota anche a loro. Commise, però, un grosso errore strategico. Voler sopraffare un Hozuki nel corpo a corpo. « Tsk. » Aggiunsi, rimanendo totalmente fermo e immobile, portando unicamente il fuuma kunai, che tenevo con il solo braccio destro, in posizione elevata, con la punta rivolta verso il basso. [Slot Tecnica Avanzata]Passo Incalzante dell'Assassino
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare Forza o Resistenza di 3 tacche se presente nebbia o uno specchio d'acqua nelle vicinanze. L'utilizzatore guadagna 1 slot azione extra per effettuare AdO o SeM; utilizzare lo slot azione richiede l'utilizzo della tecnica. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: ½ Basso a colpo )
    [Da genin in su]
    La mia mente si preparò al colpo. Il mio corpo si preparò all'impatto. La mia cotta
    Cotta di Maglia Inferiore [Protezione]
    Indossabile sotto dei vestiti, questa leggera cotta di maglia costituita da sottili anelli di ferro intrecciati ricopre e protegge il busto e gli arti superiori.
    Tipo: Protezione-Supporto
    Dimensione: Grande
    Quantità: 1
    (Potenza: 30 | Durezza: 3 | Crediti: 135)
    , forse anche inutilmente, avrebbe protetto ulteriormente il mio busto dal famelico pugno. Infine, per un eccesso di sicurezza, avrei ricordato ancora ai miei nemici che l'acqua non si infrangeva così facilmente. Il mareLiquefare: L'utilizzatore può Liquefare il proprio corpo per uno slot azione/tecnica, riducendo i danni subiti, non cura danni accumulati precedentemente. Può ridurre i danni subiti da un'offensiva di ½ Leggera ogni consumo ¼ Basso impiegato. [...] non si sarebbe mosso per così poco, forse si sarebbe spostato, ma sarebbe tornato lì dov'era.
    La mia offensiva sarebbe iniziata proprio in concomitanza con quella avversaria. Il pugno del kappa arrivò, potente e veloce, proprio sul mio addome. Sentii il suo corpo scontrarsi con il mio, quindi mi passò, penetrandomi, ma senza farmi male. Nello stesso momento, il mio braccio destro scese rapido come una saetta. [S&M I] Il fuuma kunai sarebbe stato rivolto verso la base del suo collo, a cercar di perforare la carne non protetta dal carapace o, altrimenti, di colpire il busto dell'animale. Il colpo sarebbe stato aiutato da una buona quantità di chakra, per cercare di renderlo ancor più pericoloso di quanto non fosse.
    Ryò aveva proprio ragione: non preoccuparsi di essere colpito, per uno spadaccino, è il più grande dei vantaggi tattici in un combattimento.
    Mi dovetti ricredere, però, velocemente sull'intelligenza di quei kappa. L'attacco frontale non era stato altro che una montatura per qualcosa di più grande. Le due creature rimaste in disparte, tra qui quello con il profondo squarcio nel petto, stavano preparandosi ad attaccare. Attorno alla loro verdastra bocca, una grossa quantità d'acqua si stava accumulando a gran velocità. « Oh, cazzo... » Esclamai, altamente preoccupato. Il potente turbine acquatico si stava per abbattere su di me, ma per mia fortuna la tecnica non sembrava avere un grande raggio, e la mia posizione verticale risultava essere, stranamente, vantaggiosa per una difesa. Concentrai il chakra in entrambe le gambe per migliorarne la velocità e la forza per lo slancio che utilizzai per tuffarmi, letteralmente, dal tronco verso il terreno.
    Atterrai sulla terra bagnata con una simil capriola, tenendo ancora il fuuma kunai con la mano destra e la lama aderente al mio fianco, così da evitare di provocarmi da solo una ferita con la mia stessa arma. Il potente ruggito del turbine acquatico si rivelò essere non solo scenografico: il tronco era stato letteralmente spazzato via dalla potenza della tecnica. Tirai un sospiro di sollievo, sebbene non si potesse ancora dire che ero in salvo. Entrambe le creature che prima avevano attaccato per distrarci, continuarono la loro offensiva. Un nuovo attacco frontale, questa volta con destinazione il mio viso. « Pff, non imparate mai, eh? » Sorrisi, ghignando, mentre, ancora una volta, portavo il braccio destro con la lama ad allargarsi, punta rivolta verso il mio tronco. Nuovamente decisi di non muoversi ed attendere il suo colpo per portare il mio. Il suo pugno cercò di colpire il mio viso ed, effettivamente, lo colpì. Gocce d'acqua si sparsero tutt'attorno, mentre la mia faccia si deformavaLiquefare: L'utilizzatore può Liquefare il proprio corpo per uno slot azione/tecnica, riducendo i danni subiti, non cura danni accumulati precedentemente. Può ridurre i danni subiti da un'offensiva di ½ Leggera ogni consumo ¼ Basso impiegato. [...] per la forza del colpo che, però, non risultò essere che uno spreco di forze. Avrei voluto vedere la faccia della kappa che, per la seconda volta, finiva con le mani nell'acqua cercando di colpirmi e finendo, invece, per subire un attacco. [S&M II] Il mio braccio destro si mosse parallelamente al terreno, lama in pugno, e con punto d'impatto prefissato il ventre, il fianco oppure il busto della famelica creatura. Ancora una volta, il chakra avrebbe reso maggiormente mortale la mia azione.

    Quella era la fine dell'offensiva dei miei nemici, adesso sarebbe toccato a me e al mio alleato, che nel frattempo aveva subito solo l'ultimo colpo, contrattaccare. « Tutto bene, Nampo-san? » Dissi, mentre il mio viso tornava ad avere la sua normale fattezza, giusto in tempo per vedere i kappa riposizionarsi in posizione difensiva. Scrocchiai il collo, muovendo prima verso sinistra e poi verso destra la testa. « Allora coprimi, sono deciso a terminare qui questo scontro... » Esclamai convinto e sicuro di me. Il buon kappa, allora, decise di entrare in azione e, tramite una tecnica, legò al terreno i quattro avversari con delle funi di muschio. « Perfetto! » Esclamai, mentre andavo ad impugnare con il braccio sinistro un kunai dalla mia tasca, e nel frattempo già iniziavo a scomparire agli occhi dei miei nemici, sprofondando nel terreno. [Azione Gratuita Istantanea] [Slot Tecnica] Mi mossi velocemente tra l'acqua del terreno, con un obiettivo fisso in mente: finire il kappa che avevo già ferito.
    La mia strategia sarebbe stata chiara. Sperando di aver inflitto pesanti ferite alla creatura che si era azzardata ad attaccarmi pochi secondi prima, se fossi riuscito a mettere fuori combattimento il primo kappa e ferire gli altri due, la battaglia si sarebbe potuta dire conclusa.
    Sarei riemerso dal terreno esattamente un metro e mezzo davanti al kappa ferito. Con uno slancio degli arti inferiori avrei cercato un fendente ascendente con il fuuma kunai, sempre diretto verso il busto o il petto, cercando di rendere il colpo difficilmente schivabile con il chakra, soprattutto per un avversario già gravemente ferito. [Slot Azione II] Quindi non mi sarei fermato e, con quanta più velocità in corpo, avrei cercato di effettuare un attacco doppio con il kunai e il fuuma kunai, entrambi impugnati con le lame rivolte verso l'esterno. I bersagli sarebbero stati i due kappa alla sinistra di quello ferito, e la distanza sarebbe stata colmata con un rapido avvicinamento di non più di tre o quattro metri. [Slot Movimento Gratuito] Avrei roteato su me stesso una volta che avrei raggiunto la posizione adatta al mio attacco, ossia leggermente dopo aver raggiunto il centro di un ipotetico diametro tra i due kappa. Il mio attacco rotatorio sarebbe iniziato con il braccio sinistro e il kunai, che avrebbe cercato la gola o l'alto petto del primo kappa, per proseguire verso la stessa zona del corpo del secondo, accompagnato dalla rotazione del mio corpo. A questo primo attacco sarebbe seguito una speculare azione del braccio destro, che però mirava al ventre o al busto degli stessi due nemici. Le gambe, solo leggermente piegate per permettere di effettuare al meglio il movimento di perno per la rotazione, si sarebbero distese nuovamente sul terminare della rotazione, per permettere una più lunga estensione di entrambi i colpi. [Slot Azione III] Il chakra e l'acqua del mio corpo avrebbero aumentato, ancora una volta, la pericolosità dei temibili colpi circolari.


    z6ooNnk


    Indipendentemente dall'esito dei colpi, sarei arretrato quanto più potevo. [Slot Movimento Gratuito] « Allora... » Dissi, puntando con la lama del fuuma kunai, sporca del sangue di kappa, verso i miei nemici, se fossero stati ancora in piedi. « Vogliamo finirla qui, o non ne avete ancora abbastanza? Io posso continuare per quanto tempo volete... Sono qui in vacanza, non ho impegni. » Ghignai, ancora una volta.
    Ci stavo prendendo gusto.

    Nel frattempo, a pochi metri da me, il veloce kappa stava proseguendo dritto verso il suo obiettivo: andare a chiamare rinforzi. Meika, però, riuscì a porsi tra lui e la fuga. Il primo kunai di Meika colpì il bersaglio. Il kappa, sorpreso nuovamente da una seconda imboscata, non riuscì ad evitare il lancio nemico. Il kunai, infatti, tagliò la base del suo collo sinistro, andando a conficcarsi poi nel terreno. Chinkatsu emise un piccolo grugnito di dolore e si girò d'istinto verso la fonte del pericolo, riuscendo a vedere in tempo il secondo kunai che si dirigeva verso di lui. Accortosi del pericolo, fece sfoggio nuovamente dei suoi invidiabili riflessi che lo avevano portato solo pochi secondi prima ad evitare l'imboscata di Akira. Continuando la rotazione, andò a mettere nuovamente il suo duro carapace tra il kunai e il suo corpo. Il metallo colpì il guscio e schizzò per terra senza arrecare ulteriori danni. [Slot Difesa I] « Piccoli e dannati bastardi! » Ruggì il kappa, senza però fermarsi. Sapeva che l'unico modo di sfuggire da quella brutta situazione era raggiungere la seconda squadra. Qualcosa, però, il kappa non lo aveva messo in conto. Il veleno della giovane kunoichi. Solo dopo il primo passo capì di essere stato fregato. La sua velocità di movimento era compromessa. Gravemente. « Tsk! » Grugnì, senza perdere però mordente e continuando imperterrito la sua corsa.
    Meika scese dal suo albero e creò dal nulla quello che i kappa temevano di più al mondo: il fuoco. Un muro di fiamme, alto e largo più di 3 metri, si originò dal nulla e bloccò la sua strada. Chinkatsu fermò improvvisamente la sua corsa, arrestandosi sul posto per un momento, paralizzato dalla paura, finché non capì che quell'enorme massa di fuoco si stava muovendo verso di lui. « ARGH! » Esclamò, completamente terrorizzato, dando le spalle al costrutto che pareva tutto tranne che illusorio, e incominciando a correre. [Slot Azione I] Proprio verso Suigo, che ormai si trovava a meno di 10 metri da lui. Oh oh oh, Meika, ben fatto! Blocchiamogli la strada del tutto! Esclamo lo spensierato kappa, mentre andava a formare un unico sigillo. Da dietro le sue spalle incominciò ad alzarsi un imponente muro di roccia coperto dello stesso muschio che doveva coprire le mura della Fonte Pura. Probabilmente era stata una sua tecnica a rendere inutile gli sforzi di Meika di camminare su quella recinzione. La muraglia di roccia, alta in totale 5 metri, formò una curva alle spalle di Suigo, bloccando completamente il passaggio alle sue spalle e alla sua destra. Adesso al kappa l'unica via sicura era quella di est, e ciò significava tornare nel bel mezzo della battaglia tra i suoi compagni ed Akira.
    Bloccato tra le fiamme e lo storico nemico, il kappa della Fonte Insanguinata era ormai alle strette. Si raggomitolò, quindi l'acqua intorno a lui incominciò a levitare. « Vi uccido, bastardi! » Gridò rivolto ai suoi nemici, mentre l'acqua continuava a sollevarsi e incominciava a vorticare.
    Finché non esplose. [Tecnica]Grandi Sfere d'Acqua Solida
    Posizioni Magiche: Nessuna (6)
    Villaggio: Kappa della Fonte Insanguinata
    L'utilizzatore può emettere diverse sfere d'acqua solida dal diametro di 1,5 metri entro 21 metri. Quando iniziato a emettere le sfere d'acqua, l'utilizzatore non potrà muoversi ma potrà variare il punto d'impatto dei proiettili acquatici successivi. La potenza di ogni sfera è pari a 40 e causa Scordinato per un round se colpito il bersaglio. Ogni lancio oltre al primo richiede uno slot azione/tecnica; la Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Consumo: MedioAlto ogni sfera)
    [Sfere Massime: 1 per Grado]

    [Da chunin in su]

    Impronta di Chakra Acqua [ 2 ]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Acqua. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Suiton, il potenziamento è doppio se fronteggiate Katon. Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.
    [Da chunin in su]
    Tre grandi sfere d'acqua, dirette rispettivamente verso il muro di fuoco, Suigo e Meika, sarebbero schizzate a gran velocità verso i nemici del kappa, che consumò una grande quantità di chakra per cercare di allontanare il pericolo. A quel punto non gli restava molto altro da fare, se non prepararsi nuovamente alla fuga laddove i nemici fossero stati colpiti dalla sua tecnica. Suigo vide arrivare la sfera a gran velocità e riuscì a fare ben poco per difendersi: si girò su se stesso, mostrando il carapace al mostro. La difesa smorzò di molto il temibile attacco nemico, ma l'impatto buttò Suigo a terra, respingendolo indietro di diversi metri. Non era stato un colpo mortale, ma il kappa sarebbe stato sicuramente stordito dall'impatto.
    Meika avrebbe avuto il suo bel da fare.


    Ho dato per scontato le stesse cose del turno precedente per l'utilizzo della tecnica.

    Un bel colpo da schivare anche da te, quindi concludi la tua morsa.

    Tabella Riassuntiva

    Riserva Chakra: 26,5/40 Bassi
    Vitalità: 14/14
    Energia Vitale: 30/30

    Slot Azione I: S&M II
    Slot Azione II: Fendente ascendente con fuuma kunai
    Slot Azione III: Attacco Doppio con kunai e fuuma kunai
    Slot Tecnica Avanzata: Passo Incalzante dell'Assassino - S&M I
    Slot Tecnica: Passo Liquido
     
    .
  11. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco

    Tentativo di cattura



    L'azione di Akira sorprendente. Il dover ignorare parte dei danni, vista la sostanziale inutilità di quei pugni contro le azioni dell'Hozuki, si rivelò uno svantaggio quantomeno inaspettato per il povero Kappa che non poté far altro che vedere saettare il Fuuma Kunai di Akira, penetrò la tenera carne del collo del Kappa spendendolo dritto all'altro mondo. Il terreno della Fonte Pura fu così bagnato dal sangue di un altro Kappa e Nempo trasalì, pronunciando una frase alquanto significativa. Dunque il muschio tornerà a crescere rosso per la vostra follia.

    Quando Nempo legò poi i tre Kappa rimanenti con le corde di muschio l'azione di Akira ebbe gli effetti sperati. Il primo Kappa si accorse troppo tardi che Akira stava comparendo alle sue spalle e fu colpito dal Fuuma Kunai: quell'azione ridusse ulteriormente il suo limite, tant'è che si inginocchiò tenendosi il petto ferito, mentre dal becco iniziava a fluire sangue.
    Dopodiché Akira si lanciò in uno speciale attacco rotatorio che però non sembrò avere un grosso effetto sorpresa, giacché i due erano si legati dal muschio ma poterono arretrare con un rapido balzetto all'indietro fuori dalla portata delle armi dell'Hozuki [Difesa]. Tuttavia quello scontro li vedeva in netto svantaggio: Chi-Kurosh era ferito, Chi-Chinkatsu era fuggito ed i due avversari sembravano aver guadagnato una netta posizione di vantaggio.
    Ri... ritirata! a quelle parole Nampo disattivò la tecnica e vide i tre fuggire verso est. Il pericolo era stato sventato.
    Non serve che tu torni indietro, andrò io a dare l'allarme, Meika ha parlato chiaramente dei cinque che si stavano dirigendo ad ovest. Va da lei e Suigo, forse avranno bisogno del tuo aiuto.
    Akira doveva correre, ma ci avrebbe messo ben più di un attimo a localizzare e raggiungere Meika, che era fuggita ad Ovest inseguendo il Chi-Chinkatsu. Qualora però avesse voluto sarebbe potuto tornare indietro con Nampo ad avvisare gli altri Kappa della squadra ad Ovest.




    Il mio piano ebbe successo e Suigo agì sorprendendomi: creò un muro assai simile a quello che recintava la Fonte Pura e chiuse tutte le direzioni - eccetto quella orientale - costringendo così Chi-Chinkatsu a tornare indietro. Io rimasi a sei metri dinanzi a lui, ma il Kappa, evidentemente ben più resistente di spirito rispetto a quello che aveva attaccato Akira nella foresta la sera prima riuscì a trovare la forza di reagire.
    Solo che non avrei permesso ad una bestia affamata di sangue di proseguire in quella ulteriore follia. Ero lì per cercare informazioni su mia madre, non per riaccendere guerre tra clan di Kappa! Avevo trascinato Akira in una situazione pericolosa, la sera prima mentre veniva brutalmente colpito da uno di quei pazzi scriteriati avevo temuto per più di un lungo istante che morisse lì, lontano da Kiri e da tutti e solo per aver voluto aiutare me. Se non fosse stato per l'esperienza combinata dei nostri due clan quel viaggio sarebbe stato un disastro e non avrei certo permesso a quei Kappa di trasformare una pericolosa ricerca in una specie di bagno di sangue ingiustificato.
    Non così in fretta, sgorbio! Così richiamai tutta la forza dei miei occhi che era sembrata crescere nel frattempo, cercando di rendere quell'attacco più pericoloso e letale possibile così da interrompere sul principio quella tecnica. I miei occhi andarono i fiamme, non ancora abituata a manipolare quelle quantità di chakra ma non avrei esitato un istante: una mano di fiamme lunga ed alta tre metri e larga in proporzione sarebbe comparsa a tre metri dal nemico, che avrebbe visto le fiamme (suo primo obiettivo) sparire dunque ricomparirgli dinanzi per poi attaccarlo cercando di investirlo in pieno e ferirlo [Azione][AdO].
    Qualsiasi cosa fosse accaduta lui non avrebbe completato la sua tecnica ed io e Suigo non saremmo stati costretti a difenderci. Ma lui sì. Avevo intenzione di catturarlo ed interrogarlo per bene, che fosse consenziente o meno. Difatti se l'attacco fosse andato a buon segno avrei trasformato le fiamme in due grosse catene, lunga ognuna un metro e mezzo che avrebbero cercato di avvolgersi, una attorno alle sue caviglie e l'altra attorno al suo corpo con un movimento identico a seconda della posizione del Kappa, muovendosi verso di lui rapidamente [Azione] per cercare di fargli credere di essere stretto in una morsa che non si poteva di certo considerare saldissima. Suigo, presto! urlai al Kappa Blocchiamolo! rapidamente avrei bruciato i pochi metri che mi separavano dal Kappa [Azione Gratuita Istantanea] e contando sul supporto di Suigo avrei agito, mettendo ben oltre la mia (poca) forza per cercare di bloccarlo per terra: a circa un metro e mezzo di distanza da lui avrei composto con estrema rapidità i sigilli, stando ben attenta a non farmi beffare
    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.
    così come il Kappa era stato beffato ed eseguii una tecniche allo scopo di bloccarlo lì, fermandolo per permettere a Suigo di poter agire senza che lui potesse liberarsi facilmente o eventualmente reagire qualora fosse riuscito a liberarsi [Tecnica]
    Prigione Acquatica - Suirou no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Serpente, Capra, Cavallo, Coniglio, Capra, Cavallo, Coniglio (7)
    L'utilizzatore può imprigionare all'interno di una sfera d'acqua un obiettivo entro 1,5 metri se questo a contatto con una quantità d'acqua pari a 12 unità. All'interno della sfera non sarà possibile respirare. Ogni slot azione impiegato dall'utilizzatore annulla uno slot azione e uno slot difesa della vittima; la vittima non può usare slot tecnica all'interno della sfera. L'utilizzatore deve mantenere sempre il contatto con la sfera, altrimenti la tecnica si disattiverà. È possibile per la vittima liberarsi tramite il chakra spendendo Medioalto di chakra: causa AdO.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso - Mantenimento: ½ Basso)
    [Da genin in su]
    . Se la tecnica fosse riuscita e lo sgorbio fosse stato intrappolato avrei faticato a mantenerlo bloccato lì [Azione]. Tra le catene, la tecnica e Suigo speravo proprio che quell'azione di cattura fosse un successo. Speravo che Akira fosse riuscito a bloccare i rimanenti ed impedirgli di dirigersi verso questa parte e che l'allarme fosse stato dato.
    Non sapevo se interrogare quell'essere fosse una buona idea o solo uno spreco di tempo e chakra ma non l'avrei mai scoperto senza prima provarci ed anche nella mente del più infimo dei servitori si potevano nascondere informazioni vitali.



    Scegli cosa fare con Akira. Post più breve dei precedenti, ma oggettivamente la situazione lo richiedeva :asd:



    Chakra Rimanente: 16/45 Bassi

    Azioni:
    - AdO;
    - Tentativo di cattura con le catene;
    - Prigione Acquatica
    Tecniche
    - Prigione Acquatica
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    Anticipo


    Il sangue schizzò bollente dal collo della creatura, copioso, riversandosi sulla lama stessa e, quindi, sulla terra.
    Una goccia rossa schizzò sulla mia guancia. Non chiusi gli occhi.
    Volevo vedere i suoi mentre l'anima spirava dal suo corpo. Cercai di rimanere fisso su di lui: prima mi guardò con stupore, poi, per un secondo, con odio, ed infine arrivò il nulla. L'abbandono. Aveva capito che era tardi. « Mi dispiace... » Sussurrai. Non mi piaceva uccidere, non lo facevo con gusto, ma solo quando era necessario. Ishiken era stato il primo, ma non ero riuscito a guardare fino all'ultimo momento. Questa volta doveva essere diverso. Il pugno del kappa si ritirò, quindi entrambe le braccia caderono lungo i fianchi. Dopo di ciò, cadde a terra in un fragoroso frastuono.

    Non ebbi molto altro tempo per star a pensare, infatti dovetti difendermi e, quindi, contrattaccare per l'ultima volta. Ferii nuovamente il kappa che presentava già profonde ferite, mentre gli altri due riuscirono a scampare al mio attacco. « Pff... » Esclamai, allontanandomi di qualche metro. Intanto Chi-kurosh era con le ginocchia a terra, sanguinante da petto e bocca. I due kappa decisero, saggiamente, di ritirarsi insieme al terzo compagno ferito. « Avremmo fatto bene a risparmiarli? » Dissi, guardando le creature correre verso est. « Loro lo avrebbero fatto? » Continuai, mentre rinfoderavo il fuuma kunai, portandolo nuovamente dietro la schiena. Nampo disse quindi di andare a chiamare rinforzi. « Vai, io corro da Meika! » Risposi, mentre passavo la manica della mia maglia sul volto, per asciugarmi sudore e sangue. Quindi, una volta orientato, incominciai a correre in direzione dei miei compagni e dell'ultimo kappa.

    [...]

    La tecnica della kappa fu prontamente sventata da un tempestivo attacco da parte di Meika, che riuscì ad abbattere definitivamente le speranze di Chi-Chinkatsu. La kappa si coprì il volto con le sue lunghe mani mentre vedeva avvicinarsi catene e muri di fuoco. « AAAARGH! » Urlava, quasi disperato, mentre le catene in fiamme avvolgevano il suo corpo, dandogli l'impressione di non potersi muovere. Non vide neanche arrivare Meika, la quale riuscì ad imprigionarlo nella sua tecnica. Oh oh oh, ottimo Meika-chan! Aspetta solo un attimo, in acqua ci troviamo molto più a nostro agio rispetto al fuoco! Esclamò, baldanzoso come sempre Suigo, il quale era arrivato ormai a meno di un metro dalla prigione d'acqua. Lascia fare a me! Prigione di muschio! Disse, mentre componeva velocemente qualche sigillo magico, al termine dei quali una colonna di muschio si alzò dal terreno, andando a circondare la bolla d'acqua, ma lasciando a Meika il tempo di ritirare il braccio. Il muschio vorticò intorno alla sfera, finché non incominciò a prendere la forma del corpo della kappa. In qualche secondo, la creatura si sarebbe ritrovata con il corpo attaccato ad una struttura mista di acqua, roccia e muschio, con il solo capo in vista. Oh oh oh, non ti conviene più fare sciocchezze, adesso! E proprio mentre Suigo finiva la frase, io facevo il mio arrivo alle spalle di Meika.
    « Meika! Tutto bene? » Ma potei osservare con i miei stessi occhi la situazione. « Ben fatto Suigo, grazie per aver protetto Meika! » La mano sarebbe andata a scompigliare la già ordinata pettinatura di Meika. Oh, vedi, Akira-kun, la tua amica non ha avuto bisogno di un gran aiuto! Oh, oh, oh! Conoscevo già la risposta, dentro di me, ma forse non avrei mai smesso di volerla proteggere, anche sapendo benissimo che avrebbe potuto farlo benissimo da sola.

    « Bene... Quindi ora che ne facciamo? Nampo è andato a chiedere rinforzi. Io ne ho ucciso uno di questi cosi... Ehm... » Guardai Suigo. « Scusa ancora, Suigo-san, non mi sono abituato ancora. Comunque, dicevo, ho ucciso uno di loro e ferito molto gravemente un altro, gli altri due hanno preferito darsela a gambe. » Estrassi la lama, poggiandola sulla testa tonda della kappa imprigionata, che decise di non parlare, ma mi guardò con un sano disprezzo oltre a sibilare odio dalla bocca. « Suggerimenti? Altrimenti gli stacco la testa e abbiamo risolto... » Esclamai, ghignando, più per sbruffonaggine che altro, non avendo reale intenzione di uccidere un anfibio troppo cresciuto inoffensivo. « Meika, possiamo giocare d'anticipo? Capisci ciò che sto dicendo? » Ammiccai alla ragazza.


    Post di intermezzo, fai quel che credi giusto!

    Io aggiorno il chakra con la riserva giusta, visto che il kappa mi è morto subito facendomi risparmiare chakra.

    Tabella Riassuntiva

    Riserva Chakra: 28/40 Bassi
    Vitalità: 14/14
    Energia Vitale: 30/30
     
    .
  13. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco

    L'Accordo Scellerato



    Nampo guardò i nemici allontanarsi, dunque rispose all'Hozuki. I Kappa della Fonte Insanguinata riassumono tutto ciò che c'è di violento ed oscuro nell'animo umano... umano, Akira. Tu sei un uomo, non io. Cosa rispondi? E la risposta, date le premesse era una sola. Scontata ed inquietante.




    Suigo rinchiuse il Kappa in una sfera di muschio. Temevo fortemente che l'acqua avrebbe potuto avere più un effetto blasamico che dannoso, ma a tenerlo a bada sarebbe potuto servire. Sciolsi la tecnica non appena Suigo compose la sua ed arretrai, ansimando per la corsa, la lotta e lo spreco non indifferente di chakra.
    Mi asciugai le guance, gli occhi avevano lacrimato ancora e le sclere tornate bianche erano arrossate per lo sforzo. Ci sarebbe voluto ancora un po' per abitare i miei occhi a quello stress con ogni probabilità ma sapevo di aver dimostrato una versatilità notevole in quel frangente. Pensai, non senza un certo compiacimento, che mio padre sarebbe stato fiero di me.
    Dopo pochi secondi giunse Akira. Aveva la maglia sporca di sangue, ma sembrava star bene per cui dedussi che quel sangue non doveva essere il suo. Poi, ringraziò Suigo per avermi protetta ed al ché gli lanciai una specie di occhiatina gelido-sarcastica mentre mi scompigliava i capelli. Ecco, signor finisce-sempre-che-Meika-mi-rattoppa dissi, incrociando le braccia al petto con un broncio (non troppo convinto) quando Suigo spiegò che avevo fatto quasi tutto da sola.
    Avevo dovuto rattopparlo la sera prima solo perché si era messo tra me ed il Kappa furioso che ci aveva attaccati. In quel momento avevo avuto decisamente di protezione, poiché se il Kappa avesse sfogato su di me la furia che Akira aveva subito sopratutto grazie al suo corpo tutto strano non ne sarei uscita affatto bene.

    Quando parlammo di cosa fare del Kappa, non aspettai due secondi a spiegare il motivo per cui mi ero lanciata in un tentativo di cattura anziché semplicemente metterlo fuori gioco. Voglio interrogarlo. Annunciai, sicura. Nampo aveva detto che ad Ovest c'erano i territori della Fonte Dorata e che non potevano avvicinarsi lì. Perché allora lo stanno facendo? Suigo non seppe darmi una risposta. Si limitò a stringere le sue spalle verdi e ad assumere un'espressione incuriosita.
    Forse lui lo sa. Anzi ne sono sicura, questi qui erano partiti insieme e si sono divisi solo dopo. Dissi, per poi inginocchiarmi davanti la testa del Kappa, posandoci sopra le mani. Vado.
    Mi concentrai, ed iniziai l'interrogazione. [Tecnica]
    Interrogazione Mentale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'illusione si attiva tramite il contatto con la vittima. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla, cercando di estorcerle le informazioni direttamente dalla propria psiche leggendo la mente. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti, riuscendo a comunicare mentalmente. L'utilizzatore vedrà le immagini dei pensieri superficiali della vittima, la quale è consapevole dell'interrogazione. Per mostrare un'immagine diversa dal reale pensiero è necessaria molta concentrazione, uno slot difesa e un consumo pari a medio ogni domanda.
    L'efficacia è pari a 30. Ogni domanda oltre alla prima richiede slot azione/tecnica.

    Tipo: Genjutsu - Tameshi
    (Livello: 4 / Consumo: Mediobasso ogni domanda )
    [Da genin in su]


    Mi insinuai nella mente del Kappa, un groviglio oscuro di pensieri sanguinari, carichi di odio come non ne avevo mai visti prima d'ora. Sospirai, carica di rassegnazione per il destino furioso di quegli esseri: non sembrava esserci un'uscita alla loro rabbia.
    Perché i tuoi altri cinque compagni si stanno dirigendo verso ovest?
    Non ci fu alcuna risposta per alcuni secondo. Poi una parola, chiara e limpida, risuonò con immagini dinanzi ai miei occhi: Fottiti.
    Il Kappa stava resistendo. Ringhiai, rabbiosa, e proseguii insistendo con l'indagine ripetendo ancora una volta quella domanda. Il Kappa risposte ancora una volta "Fottiti". Lo feci una terza volta. Poi una quarta.
    Alla quarta volta il Kappa era sfinito, ed io quasi, così non poté far altro che lasciarmi libero accesso ai suoi pensieri oscuri. E ciò che scoprii non era piacevole.
    Noi cinque dovevamo controllare le vostre difese meridionali, quegli altri invece erano diplomatici. Volevano pagare ai Kappa della Fonte Dorata la possibilità di utilizzare il territorio ad Ovest per attaccare la Fonte Pura.
    Peché volete attaccare la fonte pura? Non potevo fare altre domande, la mia riserva di chakra era scarsissima.
    Abbiamo giurato che mai più un umano avrebbe calcato il territorio delle Quattro Fonti! Voi lo avete fatto con la connivenza di quegli smidollati, e noi rispetteremo il nostro giuramento!
    Non siamo qui per nuocere ai Kappa, perché insistete così tanto?
    Perché siete umani.

    Interruppi la tecnica e crollai con le mani a terra, ansimante. Sentivo la mia riserva di chakra allo stremo. Cercai di rialzarmi ma le gambe tremarono e caddi sul muschio soffice del suolo.
    Suigo-san, i cinque Kappa che erano diretti ad ovest... vogliono pagare i Kappa della Fonte Dorata per permettergli di attaccare da lì. Suigo a quelle parole parve allarmarsi, ed infuriarsi allo stesso tempo.
    Oh felloni che non sono altro! esclamò Suigo, alzando i pugni in aria minaccioso. Abbiamo un trattato con i Kappa della Fonte Dorata! Come osano cercare di portare quegli avidi ad infrangerlo. Meika-chan, io devo andare a parlare con Sosen immediatamente! E senza dire altro scappò rapido verso le mura, lasciandoci soli.

    Alzai lo sguardo verso Akira, preoccupata. Ho chiesto anche il perché volessero attaccarci. Sembravano avercela con gli umani, non so perché... Raccolsi tutti le forze e cercai di rialzarmi salvo poi ricadere in avanti, aggrappandomi malamente alla spalla di Akira. Ho sprecato praticamente tutto il chakra tra occhiate troppo lontane, illusioni ed interrogatori... Non credo sarei riuscita mai a dirlo direttamente, ma quello voleva dire "dai ti prego, portami tu che non mi reggo in piedi ed i tonici voglio conservarli il più possibile". Credi che... centri con mia madre questa storia?
    Non ne avevo la certezza, ma solo un orrendo dubbio.





    [Dopo poche ore]


    Suigo non si era fatto vedere. Lui, infatti, avevo avvisato Shosei dell'accaduto. Il Kappa che comandava la Fonte Pura così si era recato ad Ovest e con tranquillità aveva calpestato il suolo della Fonte Dorata. Lì aveva trovato i cinque Kappa intenti a contrattare con Kin-Ginki, il capo dei Kappa della Fonte Dorata.
    Quando Shosei si mostrò Kin-Ginki iniziò una dissertazione su come gli affare fossero affari e che doveva sempre analizzare l'offerta degli altri Kappa per trarre il maggior guadagno. Dunque aveva ritenuto l'offerta della Fonte insanguinata ridicola e li aveva cacciati a suon di sassi. Dopodiché Shosei si fermò a parlare con Kin-Ginki per un paio d'ore e quando ne uscì tornò alla Fonte Pura.

    Io ed Akira eravamo rimasti presso il confine meridionale, al di la del muro ma sempre lì vicino. Nampo ci diede da mangiare e da bere e dopo un paio d'ore mi sentii decisamente meglio. Dopo un po' torno Suigo, col suo passo allegro. Molta tensione sembrava essere svanita dal suo viso e pareva essere tornato spensierato come quando lo avevano incontrato la prima volta.
    Meika, Akira, Shosei-sama vuole parlarvi. Disse con gentilezza. Seguitemi.
    Dunque ci condusse verso la Fonte vera e propria. Il terreno continuava a scendere man mano che ci dirigevamo verso il centro. Camminavamo senza fretta e ci mettemmo quasi un'ora a percorrere i circa sei chilometri che ci separavano dal confine merdidionale alla fonte. La vegetazione era fitta, ma non asfissiante e dei rigagnoli e torrenti scendevano verso il centro confluendo verso quello che era la Fonte.
    La vedemmo dalla distanza, e non avevo visto nessun posto più bello prima di quel momento.

    japanese-lake-view-jpg



    La vegetazione era colorata e florida, l'aria pervasa da una tranquillità che sembrava impossibile rompere. Diversi Kappa nuotavano nella Fonte, ignorandoli al loro passaggio. Suigo aprì la strada verso l'edificio centrale, di legno, ricoperto di muschio.
    Non era grande, giacché quel tetto aveva solo una specie di concezione simbolica: i Kappa vivevano in acqua e tra la natura, non sotto tetti, protetti dalla luce del sole e delle stelle.
    Salimmo su una barchetta e Suigo la mosse con un remo, portandoci al centro della Fonte, verso il palazzo centrale. Scendemmo su un molo e dunque entrammo nell'edificio. Suigo ci condusse poi in un chiostro interno dove c'era un albero in fiore e diverse piante di fiori, nonché un laghetto dentro il quale, tranquille, nuotavano delle carpe koi.
    Seduto di fianco al laghetto c'era il Kappa più vecchio che avessi visto in quella strana giornata. La pelle era pallida e rugosa, il becco giallastro e lo sguardo profondo e tranquillo.



    Suigo si inginocchio al suo cospetto e dunque, silenziosamente, si ritirò.
    Due umani che giungono qui, sollevano un polverone tremendo e ci aiutano a sedarlo. Ohohoh, che giornata ricca di sorprese. Io sono Shosei, il leader di questi Kappa. Sedete, avanti, immagino vogliate sapere cosa succederà da questo punto in poi. Incerta, mi sedetti dinanzi al Kappa, tormentandomi le dita.
    Suigo aveva detto che era lui, il capo, a sapere qualcosa di mia madre. Il cuore batteva all'impazzata ed avevo quasi dimenticato che c'era una probabile battaglia in corpo.
    Non ci sarà alcuna battaglia. I Kappa della Fonte Insanguinata si sono arrabbiati molto nel vedervi nei loro territori e visto che noi siamo quelli che più di tutti intrattengono ancora rapporti con gli umani, hanno pensato a male, molto a male. Vorrei poter biasimarli per la loro follia, ma non riesco. Fece un lungo sospiro. Ma forse non è il momento di parlare ancora delle diatribe dei Kappa. Piuttosto, so che siete qui per chiedermi qualcosa. Non è certo colpa vostra l'accaduto, ma vi sono debitore per l'aiuto che ci avete dato. Per cui, avanti, chiedete.
    Io rimasi in silenzio per un lungo istante, poi, con voce tremante, iniziai a parlare.
    Shosei-sama, sono qui per informazioni riguardanti mia madre, Mei Terumi. Lei è stata in missione qui, dieci anni fa e non è più tornata. Doveva recuperare dei piani di una centrale elettrica dalle mani di alcuni Nukenin, ma la missione andò male. Solo che... ci sono stati eventi, che mi hanno portato a credere che lei possa essere ancora viva. Seguendo le tracce siamo arrivati, e Suigo mi ha detto che lei poteva sapere.
    Strinsi le dita sui miei pantalonicini. Era dunque giunto il momento di scoprire - finalmente - qualcosa di certo? Oppure tutta quella fatica si sarebbe rivelata inutile come qualsiasi tentativo fatto fino a quel momento?
    ... Lei sa qualcosa, Shosei-sama?

    A te le rivelazioni :wosd:

     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    La Dura Realtà


    La risposta di Nampo mi fece raggelare, per un attimo, il sangue nelle vene.
    Cosa significava che i kappa della Fonte Insanguinata riassumevano tutto ciò di più oscuro e profondo dell'animo umano? Cosa c'entrava l'uomo con quelle sinistre e crudeli creature, che tanto odiavano il genere umano tra l'altro? Che fosse stata colpa di qualche uomo? Tale odio avrebbe mai potuto avere una radice così profonda? Non conoscevo la risposta, anche se potevo facilmente immaginarla, quindi decisi di non rispondere al vecchio guardiano.

    Sorrisi alla sarcastica risposta di Meika, sapendo bene che non dovevo avere più timore per la sua salute. Era benissimo in grado di difendersi da sola. Aveva un gran potere in quegli occhi rossi, ed io dovevo solo assicurarmi che nessuno arrivasse vicino a lei. Meno di quello sarebbe stato difficile da chiedere per uno come me. Al termine di quella breve scenetta, Meika si propose di interrogarlo.
    Ovviamente non con i metodi consoni e classici. Sarebbero serviti giorni di tortura probabilmente, e noi non avevamo tutto quel tempo. Per nostra fortuna, Meika aveva un sacco di assi nella sua manica, essendo un aspirante medico.
    Appoggiò la sua mano sulla testa della creatura, quindi entrò in una specie di trance, sospesa tra questo mondo e la mente del kappa. Io rimanei fermo dietro di lei per tutto il tempo dell'interrogatorio, ovvero diversi minuti, così da assicurarmi di essere pronto per qualsiasi evenienza. Quando Meika rinvenne, le sue gambe la abbandonarono, e cascò a terra. Io, ancora dietro di lei, la raccolsi immediatamente, aiutandola a rimanere in posizione eretta, facendo passare il suo braccio intorno al mio collo, in modo tale da permettergli di reggersi facendo forza sulle mie spalle.. « Ehi, stai bene? » Chiesi alla ragazza, realmente provata, un pò per lo scontro un pò per l'interrogazione mentale. Quantomeno era riuscita a scoprire qual'era il vero piano della Fonte Insanguinata: attaccarci dalla direzione meno protetto, ovvero dalla parte ovest del confine della Fonte d'Orata. Suigo sembrò essere veramente allarmato da quella situazione, soprattutto perché la Fonte Pura aveva un tratta di pace con la Fonte in questione, quindi disse di dover parlare immediatamente con Shoshei, il loro leader. Detto questo, scappò a gran velocità verso il muro, lasciandoci soli.
    Anche da quella breve chiacchierata con quel kappa, sembrò tornare a galla l'antico odio verso gli umani. Non raccontai a Meika delle parole di Nampo, ma i miei contorti pensieri sembravano essere portati nuovamente verso le stesse tristi considerazioni di poco prima. Meika mi disse di come, ma ci ero arrivato anche da solo ben prima, avesse quasi terminato il chakra. Senza lasciargli dire altro, sempre se avesse avuto coraggio, l'avrei prepotentemente presa "a cavalluccio", tenendogli le gambe ben strette. « Purtroppo non so bene che pensare di questa storia... Siamo capiti nel bel mezzo di una faida d'odio, forse più antica di quanto possiamo immaginare. Sono sicuro, però, che lo scopriremo presto. Tu riposati adesso. » Risposi, sorridendo alla ragazza, sfinita sulle mie spalle. « Tu, mostriciattolo verde, resta qui per un pò di tempo. Magari ti calmi un pò! » Esclamai sarcastico al povero kappa ancora imprigionato nel muschio divora chakra di Suigo, dandogli le spalle e tornando verso il muro.

    [...]

    Rimanemmo a riposarci aldilà del muro, protetti da altri, ma improbabili, eventuali attacchi. Sampo ci portò bevande fresche e cibo, così riuscimmo a riposarci per un paio d'ore piene, durante le quali ci raggiunse la notizia che l'intervento di Shosei era stato provvidenziale ad evitare che la vecchia alleanza saltasse, quindi i diplomatici della Fonte Insanguinata erano stati cacciati nei loro territori senza alcun problema. « Bene a sapersi, anche se un altro paio di culi verdi li avrei presi a calci con piacere! » Ancora ricordavo la cocente sconfitta dopo lo scontro, o meglio, la mattanza, con il primo kappa. Poco dopo giunse anche il di nuovo spensierato Suigo, che ci disse che Shoshei voleva parlarci. Ringraziai e salutai Nampo, quindi seguimmo il guardiano della Fonte Pura verso la vera e propria Fonte.
    Il terreno, perennemente in discesa, godeva però di una vegetazione molto meno fitta, e svariati torrenti percorrevano il terreno, rinfrescando l'aria tutt'attorno. Dopo un'ora di cammino a passo lento, arrivammo alla Fonte.
    Il luogo era magico. L'aria pulita e fresca incorniciava il luogo, circondato da una vegetazione finalmente colorata e rigogliosa, diversa dalla restante parte della foresta che avevamo visto fino ad adesso. La Fonte, limpida e serena, era colma di diversi kappa che sembravano nuotare come se niente fosse successo fino a quel momento, ed un unico edificio in legno, una specie di mastodontico monastero, turbava la naturalezza del luogo. Sia io che Meika restammo a bocca aperta di fronte a tanta magnificenza, ma entrambi non riuscimmo a parlare, preferendo godersi il momento.
    Saliti su una piccola imbarcazione, Suigo ci trasportò verso il grande edificio in legno. In vicinanza di questo, sotto un vecchio chiosco con un un piccolo laghetto, era seduto Shoshei. Pallido, anziano più di ogni altro kappa avessi mai visto, e con uno sguardo estremamente profondo, ma che infondeva tranquillità al suo interlocutore. Suigo si inginocchiò, quindi si congedò, lasciandoci soli. Il vecchio leader, dopo aver riassunto brevemente le due giornate, ci invitò a sederci vicino a lui. Meika, anche se un pò tremolante, si sedette vicino a lui. Una volta seduti, ci disse che la battaglia era stata evitata, e sapeva bene che eravamo in cerca di informazioni.
    Restai in silenzio, aspettando che Meika parlasse. Questa era la sua storia, non la mia.
    Finalmente prese il coraggio, e raccontò al vecchio kappa il motivo per cui eravamo giunti al Bosco. Osservai Meika stringere le sue dita e mordersi il labbro. Adesso avrebbe saputo la verità.
    Shoshei sospirò profondamente, rimanendo diversi secondi in silenzio. Si, giovane umana, conoscevo tua madre. Mai Terumi... Una brava umana. Spalancai gli occhi, forse eravamo arrivati veramente nel punto giusto... Ma la voce di Shoshei lasciava trasparire altro. Tua madre è morta, molto tempo fa ormai. Mi irrigidii sul posto, chiudendo i pugni e spostando il mio sguardo su Meika. Non volevo neanche sapere cosa stesse pensando in quel momento. Era arrivata alla Fonte circa 10 anni fa, gravemente ferita e sola. Una missione andata male, i suoi compagni erano tutti morti. La trovammo e decidemmo di curarla per non lasciarla morire, anche a discapito di varie divergenze all'interno della nostra Fonte stessa. Riuscimmo a salvarla, ed io stesso mi affezionai molto a lei, tanto da stringere un patto, un contratto, con lei... Appena riprese le forze, decise di non abbandonare la sua missione, anche per onorare la memoria dei suoi compagni morti in missione, e continuò a seguire i nukenin che stava cercando. Una mattina, proprio quando decise di aver raccolto le informazioni necessarie, salutò tutti, dicendo di dover finalmente tornare a casa. Parlava di te, piccola umana, parlava della famiglia. Ma, come detto, c'erano stati degli screzi nella Fonte... Ed io, ingenuamente, decisi di non dargli troppo peso, confidando nei kappa... Ancora un lungo sospiro. Lasciò la Fonte, ma non lasciò mai il Bosco. Hassei, il leader dell'attuale Fonte Insanguinata, tradì non solo lei, ma anche me. Gli tesse un agguato e la uccise con gli altri kappa della Fonte Insanguinata. I suoi profondi occhi ora erano colmi di tristezza. Era... Una brava umana. Non sono riuscito a dirgli addio. L'odio della Fonte Insanguinata per gli umani è molto più antico, ma pensavo che il tempo avesse curato quelle ferite. Solo allora capii che non saremmo mai riuscito a riottenere la vera pace. Mi dispiace, giovane umana. Questa è l'ultima parte di vita di Mai Terumi. Concluse il discorso Shoshei, passando delicatamente la sua mano squamata nel laghetto di fianco a lui.
    Ora guardavo Meika, pronto a reagire ad una sua qualunque reazione. Non c'erano mai state tante speranze, ma anche il più piccolo barlume di speranza aveva dovuto creare una grande speranza nel cuore della ragazza. Poggiai la mia mano sulla mano di Meika, stringendola. Non c'erano parole, non servivano parole.
    Lo sapevo bene. Bastava esserci.

    Passarono solo pochi minuti, forse una manciata, che Suigo tornò correndo, senza la sua solita aria giocosa e spensierata. Inginocchiandosi frettolosamente, con il fiatone ben udibile, parlò ad alta voce. Oh, oh, oh Shoshei-sama! Terribile! Un allarme! Un allarme dalla recinzione!
    Che la guerra, forse, non fosse stata veramente evitata ma solo ritardata?


    Che ci sarà mai di così preoccupante?


    Edited by H¡dan - 4/9/2015, 17:11
     
    .
  15. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le Quattro Fonti del Bosco

    Endless Pain, Cruel Revenge



    Era morta.
    Forse in cuor mio l'avevo sempre sperato. I ricordi di mia madre erano sfumati, ma non avevo mai realmente realizzando, sin da quando quella storia era iniziata, perché mai le avrebbe dovuto abbandonare me e mio padre. Ora che la verità era certa tutto aveva senso, tutto riacquistava la sua collocazione naturale nel tempo ed alla fine i grandi misteri vennero denudati come inutili bugie. Guardai a terra con lo sguardo perso, mentre il mio corpo non riusciva a decifrare esteriorizzandole le infinite sensazioni che provavo. Dolore. Ma anche felicità. Disillusione. Mi ero illusa che mia madre potesse essere viva, per dei mesi avevo segretamente covato quella speranza. La speranza di ritrovarla, riportarla a casa, tornare a riavere entrambi i miei genitori.
    Ma erano i sogni di una sciocca bambina che non aveva mai realmente accettato la più grave perdita che una ragazzina può subire.
    Ma quell'illusione era svanita con le gentilissime, eppur dolorose, parole di Shosei. Sentii la mano di Akira stringere la mia e mi riscorssi da quella specie di stato catatonico in cui ero finita. Senza dire una parola, non sapendo che altro fare, stordita dalla amara verità che mi era piovuta addosso postai il capo sulla spalla di Akira, ringraziandolo silenziosamente della sua presenza lì, in quel momento, trovandomi dopo quasi un istante col capo praticamente affondando contro la sua maglietta a piangere amare lacrime di dolore. Silenziose, leggere. Non singhiozzai, non mi disperai. Rimasi immobile, trattenendomi sull'orlo di qualcosa di più grosso e pericoloso, lasciando solo lacrime come sfogo di ciò che provavo.

    Odio.

    Un odio nero aveva accompagnato la mia scoperta della verità. Perché quello che era successo a mia madre era un brutale assassinio ingiustificato mentre si apprestava a tornare a casa. E la colpa era degli stessi Kappa che avevamo combattuto fino a quel momento. Ma cercai di non dare a vedere ciò che sentivo: il mio odio, il mio risentimento e la mia vendetta dovevano rimanere mie. Di nessun altro, e non l'avrei perpetrata a danno di quelle pacifiche popolazioni. Non potevo riportare indietro mia madre, e se la situazione l'avevo anche solo minimamente intuita a farne le spese erano coloro che a mia madre l'avevano apprezzata e curata.
    Ma quello durò poco. Durò giusto il tempo che impiegò Suigo a mostrarsi, portando altre nefaste informazioni. Lasciai la mano di Akira, mi asciugai le lacrime rapidamente, iniziando a sentire il sangue ribollire in maniera pericolosa. Molto pericolosa. Non dissi nulla. Non una parola, non un accenno.

    Mi voltai e scappai verso l'uscita, attraversando rapidamente il palazzo a piena velocità, diretta alle mura: lì dove attendeva la mia vendetta. Avrei proseguito saltando su una delle barche, spingendo con forza sui remi: molti Kappa si scandalizzarono nel vedere la pace turbata, ma presto li lasciai, scappando sempre più velocemente verso est, perché ero certa che lì era il pericolo.
    Akira mi raggiunse, era più veloce di me, ed io non facevo altro che incespicare nella vegetazione per la fretta. Non appena mi bloccò mi voltai verso di lui, con uno sguardo che probabilmente lui non aveva mai visto prima d'ora: carico di un odio vero, vibrante e palpabile.
    Lasciami! sibilai, cercando (inutilmente) di liberarmi. Da quando le sue braccia erano diventate delle morse d'acciaio? Lasciami... devo... vendicarla.. Cercai di liberarmi, stringendo con le dita le braccia di Akira. Le lacrime iniziarono a cadere copiose, ma non potevo muovermi. Nemmeno utilizzando tutto il chakra che avevo a disposizione, ed i miei occhi erano inutili in una situazione di quel tipo. Lasciami... Al terzo "lasciami" la voce iniziò a farsi più debole, mentre le parole lette sulla pergamena degli Akuma mi tornavano confusamente in mente.

    Ora, per concludere il tutto, bisogna ricordare il più grosso limite degli Akuma.
    L'oscurità che anima le nostre illusione può muovere le nostre intenzioni altrettanto facilmente. Così ci ritroviamo a fare pensieri oscuri e se l'oscurità guida le nostre azioni nasce violenza e dove c'è violenza nascono demoni.
    E se il Demone diventa reale nella nostra oscurità, esso ci condurrà alla perdizione.

    Questa è la maledizione degli Akuma, ed è fatto monito a tutti quanti di combatterla, giacché da essa non ne deriva maggior potere ma solo maggior sofferenza.


    ... Lasciami... Avevo smesso di lottare. Sentii dei passi affrettati ma non mi voltai a vedere chi fosse. Riuscii solo a voltarmi verso Akira, cercando nuovamente un conforto che non sapevo dove altro trovare. Anzi, non era del tutto vero. Sapevo benissimo dove cercarlo: nella vendetta, nei fiumi di sangue dei Kappa della Fonte Insanguinata. Passarono alcuni minuti durante i quali non osai muovermi. Quando fui placata cercai di darmi nuovamente un contegno, respirando affannosamente per tutte quelle forti emozioni che stavo provando. Così alzai lo sguardo verso Akira, e mi resi conto che se non ero corsa a tagliare la gola ai Kappa della Fonte Insanguinata era solo perché lui me l'aveva impedito, ignorando le mie proteste. Mi aveva riportato con i piedi per terra finché, in un modo o nell'altro ero riuscita a sopprimere la mia rabbia.

    png



    Grazie dissi a bassa voce E scusa, non dovevo scappare così... Suigo si avvicinò, posandomi una mano palmata sulla spalla.
    Oh Meika-chan, cara mia. Conoscevo tanto bene tua madre, sai? Mi ha parlato moltissimo di te. ... Davvero? Sì sì, giuro! Mi diceva sempre che avevi preso molto più da suo marito che da lei. Istintivamente risi. Una risata leggera, umida di pianto, ma pur sempre una risata. Suigo però non parve capire. Oh, è divertente Meika-chan? No è che... è vero, aveva ragione. Dunque mi girai verso Akira, con un po' più di stabilità mentale ritrovata. Andiamo e finiamo questa storia, poi torniamo a casa. Dopotutto lo scopo del viaggio era compiuto e se c'era una situazione d'emergenza alla fonte tantovaleva farla finita il prima possibile.




    Dalle mura potemmo vedere la situazione. C'era un solo unico Kappa, che avevo diversi sfregi, di cui uno decisamente recente sotto l'occhio sinistro. Ma le cicatrici peggiori sembravano essere gravissime ustioni che marchiavano tutto il suo braccio sinistro e parte del pettorale sinistr, nonché diverse chiazze sull'addome e le gambe. Quando apparsi sulle mura gonfiò i polmoni e parlò, furioso.
    VIENI QUI UMANA! VIENI A SFIDARE CHI-HI LO SFREGIATO! urlò SAI PERCHÈ MI CHIAMANO COSI'? SAI CHI MI HA FATTO QUESTO?
    La risposta la sapevo benissimo. Mi sporsi verso la balaustra. E te le sei meritate tutte! dissi, con la voce carica di risentimento. Era stata mia madre, nella sua ultima lotta, a conciare così quel Kappa. E lui adesso voleva vendetta e voleva rifarsi su di me. Suigo mi parlò, preoccupato. Lui è un grande guerriero Meika-chan, non cadere dinanzi le sue provocazioni. Inoltre lui ha conosciuto il fuoco, non lo teme più.
    Non mi importava molto. Lui era nella spedizione che aveva ucciso mio madre e mi stava sfidando apertamente per giunta! Così iniziai a richiamare chakra negli occhi, che ancora non cambiarono colore. È me che vuole. Se scendo vi lascerà in pace, no? Gli altri non vogliono attaccare. Dissi. Se lo sconfiggo... Non puoi sconfiggerlo, Meika-chan. Sei stata brava prima, ma lui è esperto. Molto più di te e di Akira-kun.



    Suigo-san dissi Non sottovalutarmi.
    Ero magra, piccola. Uno scricciolo. Avevo l'aria indifesa, ma non lo ero affatto. Dunque prima che qualcuno potesse fermarmi saltai giù delle mura, atterrando sul muschio verde, proprio mentre i miei occhi divenivano rossi e neri. Scusami Akira.
    Chi-Hi parve eccitatissimo. Dunque sei qui. Non ti sei nascosta dietro qualcun altro. Disse. Cosa intendi dire? Chiesi, mentre infilavo la mano nella sacca porta oggetti. Avevo ancora i Kunai avvelenati preparati per combattere Chi-Chinkatsu. Il Kappa che vi ha attaccati era mio figlio. L'ho mandato io ma quel ragazzino s'è messo in mezzo tra lui e te. Grrrh... ti ho riconosciuta subito, hai la faccia identica a quella di tua madre, ma dalle nostre parti si usa che siano i figli a vendicare i padri contro i figli di chi gli ha fatto un torto. Ma ora dovrò essere io. Dunque così è iniziata e così vuole finire, no? Dissi, con un tono quasi triste.

    Agii per prima, lasciando perdere il Kunai avvelenato per comporre un unico sigillo e creare così una spessa coltre di nebbia dal raggio di diciotto metri che avrebbe certamente tolto la visione a Chi-Hi, ma non a me [Tecnica]
    Velo di Nebbia - Kirigakure no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Scimmia (1)
    L'utilizzatore può ricoprire una vasta area da una fitta nebbia. Chiunque all'interno della nebbia sarà considerato 'occultato' e potrà essere visto solo entro 1,5 metri. Tecniche con un potenza superiore a 40 dissolvono la nebbia nell'area colpita. La tecnica del velo di nebbia annulla e viene annullata dalla calura naturale o dalla tecnica Afa Terrestre nelle aree in cui sovrapposta.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Basso ogni 9 metri - Mantenimento: ¼ Basso ogni 9 metri)
    [Raggio Massimo: 9 metri a grado]

    [Da studente in su]

    I miei occhi, difatti, erano in grado di vederlo all'interno della nebbia così presi due Kunai avvelenati e glie li lanciai in sequenza potendo mirare liberamente. Il primo mirava proprio alla base del suo collo e fu scagliato con tutta la potenza che avevo in corpo [Azione], il secondo sarebbe partito subito in base alla direzione che Chi-Hi avrebbe preso cercando di schivare il primo, mirando a ferirlo all'addome [Azione]. Ma mentre scagliavo il Kunai i miei occhi crearono un'illusione ben nascosta nella nebbia: a tre metri dalla posizione di Chi-Hi in base al suo secondo spostamento avrei cercato di far cadere sulla sua testa una vera e propria colata di lava di forma sferica, una bomba per ricordargli i vecchi tempi passati, cercando di infrangerla verso il basso con tutta la forza che riuscivo a mettere nei miei occhi, ed anche più [Azione].

    Ed avevo appena iniziato. Ma forse, mi ero cacciata in un guaio dalla quale solo con la furbizia non ne sarei uscita.


    Bakameika in azione :asd:
     
    .
21 replies since 3/7/2015, 18:22   657 views
  Share  
.