Le Quattro Fonti del Bosco

[Addestramento TS I - Akira/Meika]

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  1. -Meika
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    Le Quattro Fonti del Bosco

    Bitter Revenge



    C'era una grande differenza tra l'annunciare qualcosa ed effettivamente riuscire a farla. E tra due pretendenti allo stesso obiettivo solo colui che aveva le motivazioni migliori poteva farcela a conseguire lo scopo prefissato. Il Kappa voleva vendicare vecchie ferite, forse perché non aveva mai avuto la possibilità di sferrare il colpo di grazie su Mai, ma aveva partecipato a quel vile omicidio ed il tempo passato aveva curato quelle ferite, restituendogli se non l'aspetto che aveva prima almeno una vita ad esso paragonabile.
    Non si poteva di certo dire lo stesso per me. La morte di mia madre mi aveva segnata, e lo scoprire che quel Kappa era uno dei suoi assassini mi aveva dato tante e tali motivazioni da impegnarmi oltre ogni mia possibile immaginazione. Il mio cervello era in fermento, le strategie si susseguivano nella mia mente accalcandosi smaniose per essere poste in atto al solo scopo di sconfiggere Chi-Hi e la sa interminabile malvagità. Il Kappa, colpito nella mente dalle mie illusioni, corse verso di me rapido quasi saltando per la rabbia ed a una breve distanza di me iniziò a scagliare diverse sfere d'acqua che parevano essere generate dal suo corpo. Le sue parole non avrebbero di certo potuto ferirmi, e non l'avrebbero fatto nemmeno quei attacchi. Tutto ciò che avevo fatto fino a quel momento era stato estremamente utile allo scopo di indebolirlo il più possibile e trascinarlo al mio livello dove avrei potuto combattere. Quel momento era arrivato: l'effetto del Veleno non sarebbe durato a lungo.
    Era la mia occasione.
    Schivai le due sfere con un balzello laterale estremamente rapido [Difesa], sicché sentii le sfere d'acqua sibilare al mio fianco inermi. Non distolsi il mio sguardo da lui nemmeno per un istante. Lui cercò di colpirmi con una seconda sfera più grande e potente. Ma avevo già estratto il Sai che tenevo nella mano destra e con un movimento colpii la sfera facendola impattare contro la lama. La sfera esplose ed un getto d'acqua doloroso mi investì il braccio destro [Difesa][Ferita Medioleggera]. Avevo entrambe le braccia doloranti: il sinistro sanguinava, il destro era arrossato. Ma non feci una piega. Non gli avrei di certo dato la soddisfazione dell'espressione del mio dolore.
    Poi commise un errore. Iniziò a comporre sigilli, ma era così vicino a me che non potei non approfittarne. I miei occhi saettarono e con essi una sfera di fiamme larga un metro e mezzo che originò a tre metri da Chi-Hi e che tentò di abbattersi su di lui per interrompere qualsiasi tecnica stesse preparando [Azione][AdO].

    Che fai, chiami tuo figlio? Chiesi con voce così gelida e crudele da non sembrare la mia. Questa è una cosa tra di noi, Chi-Hi. I miei occhi brillavano di una luce crudele mai vista prima d'ora.
    E ad un tratto lo vidi.
    Il Demone degli Akuma.



    Si diceva che ogni Akuma avesse il proprio Demone con cui fare i conti. Una materializzazione della propria oscurità interiore che si nutriva degli orrori che potevamo generare. Era soffuso, ma riconobbi che aveva il mio aspetto. Indossava un'abito lungo e scuro, ed i suoi occhi erano rossi e brillanti. Aveva un'espressione triste in viso ma la cosa più strana era l'ala rossa che compariva dalla scapola sinistra, percorsa da quelle che sembravano vene pulsanti.

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    Sedeva vicino a Chi-Hi, invisibile, e vista solo da me. Guardava il Kappa e sapeva cosa voleva. Voleva che lo uccidessi, ad ogni costo. Non avresti dovuto cercare vendetta. Strinsi più forte il Sai con la dita della mano destra. Non se l'altro la brama più di te.
    Ed io la bramavo. Sapevo che c'era qualcosa di intrinsecamente sbagliato in quello, ma non potevo fermarmi: lui era venuto sotto le mura della Fonte Pura, lui aveva cercato lo scontro con me chiamandola vendetta, lui mi aveva provocata fino al punto di rottura e lui ne avrebbe pagato le amare conseguenze.
    Riflettei sulla situazione: dovevo riuscire ad infliggergli quanti più danni possibile ed avrei dovuto ingannarlo per riuscirci. Per prima cosa avevo bisogno di un vantaggio. Avevo debilitato il suo fisico, avrei anche debilitato i suoi sensi. Composi un unico sigillo e nuovamente, a partire da diciotto metri da me comparve una fitta nebbia che avrebbe velato gli occhi di Chi-Hi [Tecnica]
    Velo di Nebbia - Kirigakure no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Scimmia (1)
    L'utilizzatore può ricoprire una vasta area da una fitta nebbia. Chiunque all'interno della nebbia sarà considerato 'occultato' e potrà essere visto solo entro 1,5 metri. Tecniche con un potenza superiore a 40 dissolvono la nebbia nell'area colpita. La tecnica del velo di nebbia annulla e viene annullata dalla calura naturale o dalla tecnica Afa Terrestre nelle aree in cui sovrapposta.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Basso ogni 9 metri - Mantenimento: ¼ Basso ogni 9 metri)
    [Raggio Massimo: 9 metri a grado]

    [Da studente in su]
    . A quel punto, dato che Chi-Hi insisteva a rimanere così vicino a me, avrei fatto in modo di debilitarlo ancora di più prima dell'ultima offensiva. Creai una catena di duro e freddo metallo, lunga due metri, a tre metri da lui che nascosta nella nebbia si scagliò verso le gambe del Kappa con l'intento di bloccarle: difatti la catena, parallela al terreno, avrebbe curvato in base alla sua schivata e non appena l'avesse toccato le parti libere avrebbero cercato di avvolgersi attorno a lui per stringerlo in una presa che - se non poteva trattenerlo a lungo - poteva darmi tempo di agire [Azione].

    Difatti se quella prima offensiva fosse andata a buon fine o meno non sarebbe di certo importato, ma se le sue gambe fossero state bloccate certamente lui non avrebbe potuto schivare facilmente ciò che successivamente gli avrei lanciato contro: due sfere di magma larghe ognuna circa mezzo metro, non dissimili a quelle che una Terumi esperta era in grado di emettere, sarebbero comparse a tre metri da lui - nascoste dalla nebbia - ed avrebbero cercato di schiacciare dalla destra e dalla sinistra il Kappa [Azione]. Subito dopo il magma sarebbe scomparsa ed anche la catena, per poi cercare di circondarlo con fuoco. Un fuoco che lui non poteva vedere, ma che avrebbe imparato a temere insieme al ghiaccio che stava limitando i suoi movimenti, insieme alla nebbia che gli stava togliendo la vista, insieme al veleno che lo stava indebolendo.
    Sei sfere di fuoco comparvero nascoste dalla nebbia. La prima esattamente a tre metri dinanzi a lui, la seconda tre metri dietro di lui, la terza tre metri alla sua destra, la quarta tre metri alla sua sinistra, la quinta sempre a tre metri da lui a metà strada tra la seconda e la terza, ma ad un paio di metri da terra e la sesta in una posizione speculare a questa.
    Ma lui non poteva vedere nulla.

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    Muori... dissi con un sussurro mentre le prime quattro sfere si abbattevano con lo scopo di schiacciarlo nel loro potere infuocato [Azione] e poi le altre due avrebbero cercato di colpirlo o chiuderlo in una seconda letale tenaglia, abbattendosi dall'alto verso il basso su di lui proprio mentre - con ogni probabilità - saltava per schivare le prima oppure si proteggeva dalle stesse in qualche modo [Tecnica]. Dunque mi sarei allontanata verso destra, fino a distare circa otto metri da lui, rimanendo all'interno della nebbia [Azione Gratuita Istatanea]. A pensarci bene era la prima volta che lasciavo la mia posizione.

    Il Demone ricomparve al mio fianco, sempre triste. Aveva le mani unite e le dita incrociate tra loro e guardava la scena con un misto di infinita tristezza e malcelata soddisfazione.




    Chi-Hatsu esultò. E lo fece platealmente! Mentre la spada trapassava il corpo di Akira urlò un alquanto eloquente BECCATI QUESTO MOCCIOSO DAI CAPELLI STRANI NESSUNO SI METTE CONTRO CHI-HA...AH...AAAAAH... L'urlo di gioia si interruppe mentre urlava il suo nome, trasformandosi in un selvaggio urlo di dolore.
    Non c'era nulla che avrebbe potuto fare: Akira aveva sfruttato la probabile sorpresa e quel senso di compimento che derivava dall'aver trafitto a morte il proprio avversario per colpirlo il Kappa al petto con una tecnica potente, pericolosa e sicuramente perforante. Il proiettile acquatico penetrò nel corpo del Kappa e gli perforò un polmone. Improvvisamente spruzzi di sangue accompagnarono ogni respiro. Chi-Hatsu ne fu terrorizzato. [Ferita Media]
    Non riuscì a parlare, si guardò attorno in cerca del padre ma ciò che vide fu solo una nebbia dalla quale non filtrava assolutamente nulla! PADRE! urlò, spaventato, mentre il clone di Akira si muoveva verso di lui e l'Hozuki spariva nell'acqua che perennemente impregnava qualsiasi cosa nella Fonte.
    Diede una rapida occhiata al clone (che era quello che poteva vedere, del resto) e cercò di schivare il fendente, salvo poi finire proprio sull'attacco del vero Akira! Il colpo trafisse Chi-Hatsu e ferì entrambe le sue caviglie e mentre scappava da quell'improvviso dolore finì per gettarsi proprio sul clone di Akira che stava completando il fendente. I due colpi lo incapacitarono gravemente.
    Aveva un polmone perforato, due grossi buchi sul carapace, le gambe ferite in un punto delicato ed un profondo taglio che lo attraversava dall'ombelico al giugulo.
    Basta... BASTA...! urlò, quasi disperato mentre Akira gli infliggeva un ultimo duro colpo sul carapace.
    Chi-Hatsu si era arreso nel momento stesso in cui, credendo di aver ucciso l'avversario, era stato trafitto dal jutsu. Poi il doppio attacco di Akira eseguito mentre era in uno stato psichico così alterato, lo aveva definitivamente gettato nel più profondo sconforto. Forse erano troppo abituati alla morbidezza dei Kappa della Fonte Pura. Akira Hozuki era, evidentemente, di ben altra pasta.
    Così il Kappa cadde in terra, tremando ferito, iniziando a strisciare via, gattonando a carponi. Alla completa mercé dell'Hozuki.
     
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