La Serpe Immortale

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    La fine del Niidaime Kokage

    Il Nidaime nemmeno si rese conto che due serpenti avevano fallito a raggiungere il Garth, tanto fu il dolore che percepì alcuni istanti dopo, il dolore dovuto al sangue del Mikawa che bruciava sulle sue carni ormai prive di difesa alcuna, ma non fu l'unica sofferenza per il corpo del Niidaime, poiché ben presto anche il braccio destro del Kokage fu "morso" da una sensazione spiacevole e dolorosa, una sensazione che costrinse il "Signore di Oto" ad un momento in più di debolezza ed ad un acuto urlo di dolore.
    GRAHHHHHHHHH!!!!!
    Fu forse solo una fortuna se, quando Mumei uscì dal suo corpo, il Nidaime riuscì ad evocare una muraglia di tenebre che fu sufficientemente vasta da proteggerlo dall'arma malgrado l'effetto "straniante" del Labirinto dell'Orco, evitando che quella lama lo ferisse ulteriormente in modo grave, ma giusto tagliasse appena la sua carne, così come appena il sangue lo ferì al volto, senza cavargli gli occhi, giusto per un movimento pronto di difesa, dovuto al tatto che permetteva di superare, in quel caso, l'inganno visivo ed uditivo.
    Non era però solo il Garth ad essere una minaccia per il Kokage: l'Oni aveva evitato con facilità l'attacco dei due serpenti ed ora stava puntando a colpire il nemico con la sua Snake-Sword.
    Inaspettatamente, forse, i due serpenti si mossero, riuscendo ad evitare danni per quei colpi, bloccando ambo gli attacchi con i loro corpi, così lunghi da riuscire a rallentare la potenza sia della finta, sia del vero colpo, ma sacrificandosi in tal modo.
    C'era un particolare che, forse, avrebbe potuto generare un dubbio nello Yakushi: come poteva il Kokage, che stava in quel momento subendo ed urlando dal dolore, pilotare così abilmente i due costrutti d'acqua?
    L'attacco dell'amministratore, comunque, andò avanti: la lingua della sua lucertola bloccò anche l'altro braccio del Nidaime, mentre il braccio di Febh riusciva senza problemi a strappargli via gli occhi dal volto deformato dal dolore.
    Le urla del Kokage andarono affievolendosi: era forse troppo stremato dai colpi subiti? Furono più rauchi versi quelli con cui rispose alle parole dell'Oni, il cui clone era scomparso, lasciando la copia del Nidaime immobile ad osservare.
    Ed il clone osservò, osservò il Nidaime perdere letteralmente la faccia e cadere al suolo, prima che in uno sciogliersi di pure tenebre, anche lui sparisse (così come i due serpenti d'acqua che il Garth aveva evitato), scivolando ed allontanandosi dal campo di battaglia, scomparendo e ridando una forma reale a quel luogo.
    Ma era forse quella la verità dei fatti?
    Potevano dedurre che qualcosa di diverso stava accadendo i due ninja di Oto?

    Nel momento stesso in cui il sangue acido aveva iniziato a bruciare sul corpo del Nidaime, il clone già stava prendendo coscienza di tutto ciò e sapeva bene cosa fare: era sempre stato il piano d'emergenza di Orochimaru quello.
    Quando anni prima l'Ottavo Hokage, l'assassino della Rosa, la capoclan Kaguya ed il Settimo Kazekage lo avevano attaccato, lui aveva promesso a Kabuto l'eternità, ma l'aveva tenuta per se, usando proprio il quinto elemento di quella squadra assassina, l'uomo che era poi diventato il Nidaime Kokage.
    Ora non aveva potuto controllare i due ninja che lo avevano attaccato, ma lui (e qualsiasi sua copia) era sempre legato alla Forgia attraverso il proprio chakra, che poteva forse cambiare nelle sue eterne "mute", ma aveva comunque una traccia comune.
    Si era diviso in due anime un tempo, legare la propria eternità alla Forgia e la Forgia a se stesso era un passo forse persino più semplice adesso.
    Ed era venuto il momento di farne uso: non si difese dal sangue acido, né dalla necrosi, poiché in quel momento, lentamente, il suo corpo si stava svuotando della sua "coscienza", che la Forgia riversava nel Clone, rendendolo il vero Orochimaru: non sarebbe più stato il Nidaime Kokage, quella sarebbe diventata un guscio sempre più vuoto, mentre quell'ammasso di ombre prendeva carne e sangue al suo interno.
    Aveva bisogno di tempo e per fortuna il Mikawa voleva prolungare la sua sofferenza, il vero pericolo era lo Yakushi, per quello si difese dai due colpi di Snake Sword, ma, ironia della sorte, proprio lo Yakushi gli diede una scappatoia, quando sciolse il proprio clone, permettendogli di accelerare il lavoro della Forgia, ora che non era più sorvegliato e così, quando gli strappò gli occhi dal corpo, Orochimaru non se ne preoccupò, lasciando che la vita del Nidaime finisse.

    Fu a quel punto che il Clone si sciolse, o almeno così sarebbe sembrato ai due jonin forse, in fondo senza più il chakra a tenerlo intero era ovvio che così accadesse, ma non si stava sciogliendo, stava semplicemente usando un suo jutsu di traslazione nelle tenebre, per allontanarsi da quel luogo di battaglie dove era stato sconfitto, di nuovo.
    Più volte era caduto, con le sue diverse identità, ma mai era realmente morto, nemmeno quando il Terzo Hokage aveva sigillato le sue mani, o Sasuke lo aveva ucciso, o Itachi ne aveva sigillato parte dell'anima, o Ayato ed i suoi compari avevano pensato di averlo ucciso.
    No ogni volta era tornato e se adesso non poteva essere il Nidaime Kokage, fra qualche anno sarebbe stato, chissà, lo Yondaime Kokage!
    Con questa certezza ed un ultimo sguardo dalle tenebre, il Serpente Immortale avrebbe cercato di fuggire dal campo di battaglia, mentre la Forgia si chiudeva ai due jonin.




    Sarebbero riusciti il Garth e l'Oni a rendersi conto del rischio non ancora conclusosi?

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    A voi la scelta, dichiararvi vincitori, con il rischio del ritorno di Orochimaru, o se trovate uno spunto, provare a fermarlo
     
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40 replies since 11/7/2015, 18:19   1035 views
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