La Festa della Fondazione

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  1. -Hidan
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    La Festa della Fondazione

    In Cerca di Fortuna... E Svago


    Donne e giovinetti amanti,
    viva l'Accademia e viva l'Amore!
    Ciascun giochi, balli e canti!
    Arda di dolcezza il core!
    Non fatica, non dolore!
    Quant’è bello Akira sulle sue muretta,
    da cui fugge tuttavia!
    chi vuol esser ardito, sia:
    nella guardia non vi si diletta.


    Eccomi qui.
    Non dovrei esserci, eppure ci sono.
    Quella era una festa con la F maiuscola, come potevo mancare? Come avrebbero potuto divertirsi senza di me?
    Come sempre avevo pensato, sulle mura ero sprecato. Turni e turni di guardia ad aspettare il... Nulla. Non succedeva mai niente sulle mura, e questo mi faceva impazzire di noi.
    Per fortuna c'aveva pensato l'Accademia a darmi una buona scusa per il mio assenteismo ingiustificato.
    La gran Festa della Fondazione, trentacinquesimo anniversario. Un gran bordello di gente. Un bel modo per fare un pò di chiasso indisturbato.
    Arrivai la sera sul tardi sul luogo della cerimonia, e mi fu subito dato un biglietto per l'estrazione finale. Guardai per qualche secondo il cartellone all'entrata, gustando uno spiedino con del pesce fritto comprato in una delle tante bancarelle sulla strada. ~ Magari vinco una bella sommetta di ryo... Non sia mai che per una volta sia il mio giorno fortunato... Il bastone lo userei al massimo per fare qualche scherzo ad Hachi e gli altri... Non saprei proprio che farmene, al massimo ci ricavo qualcosa rivendendolo... ~ Pensai ai miei vecchi amici orfanelli di Kiri, che purtroppo non avevo potuto portare con me questa volta. Il viaggio era lungo e loro erano troppi. I gettoni per giocare, solo 1000, anch'essi troppo pochi per dividerli con una ciurma di ragazzini scapestrati.

    Mi stupii da solo per come mi ero presentato all'appuntamento. Le mie abituali vesti sportive avevano lasciato spazio ad un lato di me che mi era completamente sconosciuto. Indossavo per l'occasione un kimono celebrativo del clan Hozuki, di seta molto pregiata, almeno per quello che ne potevo capire io di tessuti, che mi aveva regalato Ryo ma che non aveva mai utilizzato o provato. Parte superiore era di un blu intenso, decorato con lembi e rifiniture color argento lunare; sulla schiena, dello stesso color dei dettagli, il simbolo degli Hozuki era ben visibile a tutti. La parte inferiore, invece, presentava un colore che andava a sfumare dalla tonalità dello stesso blu della parte superiore al bianco neve.

    Mi addentrai verso il centro della festa e dell'Accademia stessa. Le strade erano ricolme di gente, tra cui moltissimi ninja di tutti e quattro i villaggi. Luci e musica riempivano l'aria, creando una sensazionale e piacevolissima sensazione di festa. Di sicuro era stata proprio una bella idea quella dei reduci che avevo immaginato come degli allegri vecchietti con indosso un cappellino commemorativo della grande guerra ninja che passavano il tempo a bere sake e ripetere in continuazione "ai miei tempi...!".

    In ben poco tempo incominciai a scorgere figure che conoscevo. Alcune troppo bene.
    « Oh cazzarola... » Ero a circa cento metri di distanza, ma quella bionda chioma l'avrei riconosciuta anche ad un chilometro. Cambiai frettolosamente direzione, evidentemente preoccupato. « Il Capo... » Itai Nara, vestito con un elegante kimono bianco recante l'effige del Mizukage e il caratteristico haori color blu. ~ Se mi vede qui e scopre che non ho lasciato detto a nessuno della mia scappatella si incazza come una belva... Meglio evitarlo. ~ Speranzoso e confortato dalla presenza di tutti quei ninja, sperai soltanto che non mi avesse visto ne riconosciuto in lontananza, ben conscio che se avesse voluto trovarmi veramente, probabilmente, c'avrebbe impiegato poco più di qualche secondo. La mia speranza fu rinfrancata dal fatto che si allontanò da quella piazza in compagnia di Deveraux, il ninja di Oto con cui avevo partecipato alla battaglia contro i Kijin a Suna. Meglio così. ~ Speravo di avvistare Yogan... Probabilmente ha pensato che un drago rosso lungo quaranta metri non sia un mezzo di locomozione adatto ad una festa pubblica... ~ Pensai, del tutto inconsapevole che in verità Yogan potesse trasformarsi in una dolcissima bambina dai capelli color del fuoco.

    I ninja a me noti però non mancavano. Sempre tra le mie vecchie conoscenze a Suna, spuntò dalla folla Near Nara. La nostra collaborazione era stata alquanto infruttuosa, soprattutto per alcuni suoi modi di fare eccessivamente prudenti o lascivi, ma non era un ragazzo antipatico dopotutto. Eravamo semplicemente incompatibili operativamente parlando. Alzai il braccio destro a modo di saluto. « Ehi, Nara! Tutto bene? » Esclamai, mentre continuai a camminare tra le bancarelle. Se avesse voluto parlare, mi sarei fermato.

    L'entrata più spettacolare fu, però, quella di un'intera famiglia: i Kobayashi.
    Adesso capivo da dove era uscita Shizuka. In mezzo a tanto sfarzo e magnificenza era cresciuta la Principessa di Konoha. Una gran folla li seguiva e li guardava estasiati. Chiedendo velocemente in giro a qualche passante, che si meravigliò della mia ignoranza venni a sapere di come la famiglia della kunoichi della Foglia fosse una delle più ricche di tutta la Terra del Fuoco, e comunque una delle più importanti produttrici di tessuti a livello continentale. ~ Pensa te... ~ Se l'avessi vista libera, mi sarei avvicinato quanto più potevo con un grosso sorriso sornione in volto. « Me l'avresti dovuto dire che eri così ricca! Ti avrei fatto un inchino la prima volta che ci siamo conosciuti! » Scherzai prima di salutarla.

    Continuai a camminare per le strade dell'Accademia, finché non notai un bel numero di persone tutt'attorno ad un omone grande e grosso dietro ad un bancone in una delle piazze principali. La Scalata, era questo il nome del gioco. Era abbastanza semplice, si trattava solamente di lanciare i dadi e sperare che la fortuna assistesse il tiro. Il primo a provare fu un certo ninja della sabbia, un certo Kurogane. Osservai le sue prime due vincite e la successiva sconfitta al terzo lancio.
    Il turno successivo vide andare in scena un intenso scambio di lanci tra l'omone e una bella ragazza dai capelli neri alta come me.
    Al termine dei lanci, la ragazza aveva vinto proprio una bella somma. « Ehi, che fortunata che sei dolcezza! Vinci ai dadi come se nulla fosse! Probabilmente sarà la mia vicinanza... » Esclamai, con la voce carica di tutto lo charme che possedevo. O che credevo di possedere. « Sei proprio baciata dagli Dei oggi... Magari in fine serata anche da qualcuno di migliore di loro... » Ogni riferimento a cose e persone era del tutto involontario. « Piacere di conoscerti, Akira Hozuki. » Dissi, ammiccando alla ragazza.

    Anche se ben poco avvezzo alle strategie di lungo periodo, notai subito l'eccessiva difficoltà di vincere una volta arrivati alla terza fase. Certo, da quel momento in poi si rischiava di vincere veramente un sacco di gettoni, ma anche di perdere tutto.
    Il rischio era, comunque, il mio mestiere.
    « Ehi, ciccio! Fammi provare a me adesso! Sembra divertente! » Mi rivolsi sempre allo stesso uomo che aveva fatto la parte del banco con il Kurogane e la ragazza. « Benissimo amici! Un nuovo concorrente! Siete pronti per la SCALATA?! » Il pubblico incominciò a gemere mentre prendevo posto davanti al banco. « Avanti, forza! Un dado a sei facce contro un dado a sei facce, giusto?! » L'uomo allargò le braccia in aria. « Ben detto ragazzo! Sei tu il primo a lanciare! Punta quanti gettoni vuoi! » Presi cento dei mille gettoni, lanciandoli sul bancone, quindi uno dei due dadi. « Avanti! » Tirai il dado, seguito immediatamente dal dado del banco.

    Il cubo rotolò sul banco finché non mostro al pubblico la faccia vincente: 5 contro 4!
    Con il braccio destro rimarcai la mia vittoria con un gesto liberatorio.
    « Avete visto?! Il ragazzo ha vinto 100 gettoni! Allora, cosa hai intenzione di fare? Prosegui?! » Presi immediatamente il dado a venti facce. « E lo chiedi anche?! » L'uomo alzò ancora le mani al cielo! « Proseguiamo allora! Venti facce contro due dadi da 24 facce! Possibile vincita... altri 200 gettoni! »
    Il poliedro ruoto vorticosamente finché il risultato non fu visibile: 12 contro 16, avevo perso.
    « Dannazione! Adesso ho 900 gettoni, ricomincio! » Non attesi neanche il consenso del banco, che lanciai altri cento gettoni. « Così mi piaci ragazzo! Avanti contro la sfortuna! »

    Niente da fare. 2 contro 2, avevo perso di nuovo.
    « Va bene allora! Raddoppiamo, 200 gettoni! La fortuna dovrà girare prima o poi! »
    Nuovamente il dado a sei facce rotolò sul bancone: 6! 6 contro 2! Mi ero riportato a quota 1000 gettoni. « E vaiii! » Esultai con le braccia al cielo. « Ottimo! Ed ora... » Presi i gettoni dal banco. « Ed ora niente, mi fermo e ricomincio con 100 gettoni. » Sentenziai. L'omone era leggermente sconsolato anche se provò a non darlo a vedere. « Certo, puoi farlo liberamente. Altri 100 gettoni allora! »

    Ricominciai dalla prima fase come avevo terminato: gran vittoria! 6 contro 4! Mi riportavo a quota 1100 gettoni. « Adesso avanti! » Ero al punto in cui avevo perso.
    La fortuna, però, incominciava a girare.
    « E SI VOLAAAAAAA! » Fui preso dall'entusiasmo vedendo il risultato della seconda fase: 20! Avevo distrutto il banco! Ora ero a quota 1400 gettoni, ero molto vicino al secondo biglietto. « Benissimo signori! Tenterai con il terzo lancio adesso? » Scossi la testa, prendendomi il malloppo dal centro del tavolo e lasciando solo 150 gettoni. « Ricominciamo. Di nuovo! Forza signori, un pò di tifo! » Stimolai la folla, che incominciò a battere le mani ed urlare, ormai entusiasta di quella lunga battaglia!

    Ero di nuovo al primo lancio. Chiusi il dado nel pugno, quindi gli occhi, e lanciai il cubo.
    Quando aprii gli occhi capii il risultato dall'esplodere delle urla dalla folla: di nuovo 6 contro 2! Avevo raggiunto quota 1550 gettoni!
    Balzai sul bancone, fronte alla gente e spalle al giocatore, mostrando i muscoli delle braccia come se fossi un bodybuilder. « Ragazzo, forza scendi giù! » Le mie vittorie incominciavano a infastidire l'omone, forse non abituato a perdere così spesso, soprattutto dopo un difficile inizio per me. Ristabilii l'ordine, chiamando al silenzio il pubblico, quindi ripresi la mia posizione. Presi tutti i gettoni dal banco. « Allora, gente! Che faccio? Rigioco?! » La riposta era scontata. « Benissimo, allora vediamo di non fare l'avaro! 40 gettoni, dall'inizio! » Il banco prese i soldi, quasi infastidito dalla minuscola giocata. « Brava gente, un ragazzo oculato! Forze sa quando è ora di smettere! » Presi il dado con la mano destra. « GO DADO, GO! » Feci finta di non sentirlo, lanciando il dado sul tavolo.

    Il risultato era già scritto: 5 a 3 per me! Altri 40 gettoni da aggiungere alla mia collezione. Ora ero a quota 1590. « Di nuovo! » Presi il dado a venti facce, ormai ero entrato in trance agonistica.

    Incredibilmente, vinsi ancora! 16 contro un misero 10! Esultai ancora con il corpo, questa volta però in silenzio. Lascia parlare la folla!
    « Immagino sia abbastanza per te... Quindi ricominc... » Interruppi immediatamente la frase. « Avanti, hai detto bene! Ho 1670 gettoni, ne gioco di nuovo 120! » Per l'ennesima volta, presi il dado a 6 facce.

    E per l'ennesima volta, vinsi. 5 contro 3! Non mi sarei fermato. « Avanti! »
    Ormai sentivo solo il rumore del dado e nient'altro.

    Seconda fase.

    La realtà mi arrivò dritta in faccia come un macigno. Un 9 contro un 21. Niente da fare. Impossibile da battere.
    La folla, dispiaciuta per la sconfitta del proprio idolo, tornò al silenzio e ai mugugni. Non l'omone però, evidentemente rinfrancato dal gran tiro! « Ahahah! Ecco qui! Il banco vince! Allora, rigiochiamo? » La mano stava già andando a mettere mano alla sacca con i gettoni, ma una vocina dentro la mia testa mi fermò improvvisamente. « Mi dispiace gente! Forse più tardi! Per adesso, ho dato! Grazie per il tifo! » Esclamai ad alta voce, mentre mi allontanavo con il bottino.

    1730 gettoni. Un biglietto e altri 230 gettoni per combattere nuovamente contro la fortuna. Non male per qualche lancio di dado.
    Il secondo biglietto mi stava aspettando al'ingresso.



    OT/ EDIT:
    Mi sono accorto che avevo fatto male i conti giocando. In verità sono a +730 gettoni, come risulta da qui. Ho modificato solo l'ultima frase, il senso del post non varia comunque. /OT


    Edited by H¡dan - 26/8/2015, 16:56
     
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