La Festa della Fondazione

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  1. -Meika
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    La Festa della Fondazione

    Meika delle cento giocate




    Scommettiamo che entro cento giocate vinco una bella somma ai dadi? Dissi a mio padre, fissando il banco dei dadi. Lui, invece, sembrava piuttosto attratto da quello della scalata, dove la gente sembrava infiammarsi a causa delle grosse vincite o delle grosse perdite.
    Ma non so, Meika. Non sembra redditizio. Obiettò lui, con una strana luce negli occhi. Era evidente che volesse andare a giocare alla Scalata e se voleva sperperare così i suoi gettoni era libero di farlo. Io dalla mia, avevo una certa scelta razionale a consigliarmi quel gioco piuttosto che un altro.
    Solo se hai fortuna. Ma non credo nella fortuna, papà, lo sai bene. Sempre la solita cinica. Sono dadi che rotolano. È il caso. Nel gioco dei dadi hai le stesse possibilità di vincere o perdere, ma se pareggi non perdi o vinci, nella scalata non è così. È più redditizia, ma molto più rischiosa. Ed io, non voglio perdere. Una strana luce infiammò i miei occhi, quasi di sfida. Il motivo era presto detto.

    La decisione di presentarsi a quella festa era stata improvvisa. Mio padre non era certo di volerci andare, io abbastanza sicura di non farlo. Alle fine però, solo per trascinare quell'uomo fuori di casa, decisi di costringerlo ad andare presentandolo come un impellente desiderio personale: qualche occhione triste e la classica frase "ma voglio tanto andarci col mio papà" riuscirono ad ammorbidire quell'orso di genitore che avevo.
    Per l'occasione mi vestii in maniera impeccabile, femminile, qualcosa che non si vedeva mai: un kimono viola scuro con un delicato motivo floreale ed alla vita un hobi nero. I miei capelli erano acconciati in maniera impeccabile ed a tenerli fermi uno splendido fermaglio con un fiore scuro. Era un regalo di mia madre. Meika voleva dire "Fiore Oscuro" ed era dovuto alla mia doppia discendenza: l'oscurità degli Akuma (Mei) che incontra il fiore dei terumi (Ka). Ci tenevo moltissimo a quel fermaglio, e non lo indossavo mai.
    Una volta sbrigata la fila ed ottenuti gettoni e biglietto per l'estrazione, iniziai a guardarmi attorno, osservando le bancarelle allegra quasi come una bambina, trascinando mio padre qui e lì. Poi, giunti in piazza, proprio mentre i poderosi tamburi iniziavano a suonare, trovammo i giochi d'azzardo per vincere altri gettoni.
    Mi ero avvicinata a quello della scalata, dove una ragazza aveva appena sbancato e poi uno che non doveva essere lì si sedette. Akira. Sarebbe dovuto restare di guardia alle mura! Sospirai, ma ero infondo divertita. Akira era fedele al villaggi, ma su quelle mura si sentiva come un animale in gabbia.
    Decisi di restare semplicemente ad osservare (mordendomi la guancia e guardando male la ragazza alla quale Akira ammiccò - era diventata gelosa senza nemmeno accorgersene -) e vidi che vinse, ricevendo l'acclamazione del pubblico. In quel momento decisi che avrei dovuto far meglio di lui.

    Così mi allontanai prima che potesse vedermi e da lì riprende la storia.

    Mi sedetti al banco dei dadi quando fu libero con estrema delicatezza ed afferrai il cesto di vimini. Allora ragazza, sei pronta? Quanto punti?
    Presi cinquanta gettoni e li posai sul tavolo. Oh, prudente.
    Si prepari, perché potrebbe andare per le lunghe. Dissi con un sorriso angelico.

    La mia strategia l'affinai dopo le prime giocate e qualche fortunoso tris che lasciarono interdetto il banco. Puntavo cinquanta gettoni, e se vincevo ne puntavo altri cinquanta, finché non vincevo centocinquanta gettoni. Da li ne puntavo cento, e solo s ene avessi vinti trecento ne avrei puntati duecento.
    Alla prima perdita, avrei giocato nuovamente cinquanta gettoni.
    L'uomo dei dadi era esausto. Sia perché giocavo, giocavo e giocavo sia perché nel complesso vincevo. Giocai molte volte, e molte volte parve che stessi iniziando a perdere per poi vincere. E giocai moltissimo, tant'è anche una piccola folla si formò attorno a me.
    Io e l'uomo ci fissavamo sottecchi. Avevo un sorriso quasi angelico sul viso mentre lanciavo per la centesima volta circa di dadi.
    Altri cinquanta gettoni vinti.
    Con questi fanno.. 830, giusto? l'uomo sembrava quasi disperato.
    ... S... ti fermi? Puoi provare la scalata se vuoi.
    Oh non ancora, la gente si sta godendo lo spettacolo vedo. Aggiunsi, sperando che sì, Akira fosse stato attratto da quella che era diventata "La Ragazza delle Cento Giocate".

    Se non altro per vedere la sua faccia quando avrebbe visto quel gruzzolo.

    http://narutolegendapp2.altervista.org/rol...cate/recap.html
    L'ultima giocata di questa serie è questa: http://narutolegendapp2.altervista.org/rol...MeikaAkuma.html

    Qui per vedere le giocate fatte fin ora. Non è ancora finita :guru:


     
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96 replies since 7/8/2015, 18:11   3437 views
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